ilTorinese

“Italian Jacquard” e il tessuto diventa immagine e stile a 360°

Quando si parla di eccellenza torinese / ITALIAN JACQUARD, nasce a Torino con i suoi impianti di produzione a Chieri,  località di antica tradizione tessile del nord Italia.

Questa storica azienda produce tessuti delle migliori qualità, nota per il  commercio di tessuti da loro prodotti e destinati a servire i mercati più eleganti, sofisticati e di tendenza per linterior design.

Alida Valle , è architetto di formazione, tessitrice da tregenerazioni e co-fondatrice di 

ITALIAN JACQUARD , sovrintende personalmente tutta la produzione.

Per Alida Valle la creatività è anche benessere e lenergia più potente in grado di risanare corpo ,mente e spirito, capace di dissolvere realmente le barriere della scontatezza. Riconosciuta ed espressa da lei come un vero e proprio atto damore, soprattutto quando si tratta di dare vita , stile e fascino a ciò che solitamente da espressione ad un materiale da sempre conosciuto come tramite di arredo, ma oggi anche versatile per lunicità più contemporanea atta alla moda dellabbigliamento più ricercato . 

Il dialogo che Alida Valli crea con i suoi” tessuti e le sue” creazioni di abbigliamento è quindi assolutamente  votato ad una capacità creativa spontanea e giocosa, dartista, davvero degna di unimprenditorialità capace di far parte di una grande maison italiana come ITALIAN JACQUARD, già fornitrice delle più grandi griffe italiane di tendenza .

La straordinaria e storica cultura conoscitiva di Alida , dalla storia della tessitura più antica che ancora suo padre gli trasmise con tanta maestria , a quella del design più innovativo da lei 

progettato , fan si che le sue creazioni assumano davvero un fascino fuori misuradove la 

perfezione e la qualità dei filati fanno da anfitrioni portanti e dove la minuziosa cura dei particolari appaga la fiducia delleccellenza, in capi di abbigliamento capaci di durare nel tempo e confezionati con rara maestria.

La sua cultura di architetto gli permette , anche nello studio dei capi di abbigliamento , di ottimizzare a regola darte le proporzioni, laccostamento delle gamme di colore più eclettiche e originali. La vestibilità  dei suoi capi assume così  un equilibrio assolutamente attendibile ed  una vestibilità  eccezionale , capace di soddisfare le aspettative di donne di stile appartenenti a tutte le età e a tutte le tendenze. 

Il percorso dello spazio espositivo di Alida Valle, caratterizzato dai suoi capi, diviene automaticamente la sua opera ambientale, il suo allestimento , il più moderno e contemporaneo.

 

Il suo stile è articolato , a seconda dei  diversi registri narrativi dei suoi disegni, dai più moderni ai più romantici, ai più originali per modalità di tessitura, e delinea la sua genialità creativa, fatta di colore, materia e forma.

Nel contempo, emerge quanto la sua creatività sia legata a doppio filo con larte, per loriginalità dei suoi disegni e dei suoi accostamenti di colore, rappresentando davvero unicità sul panorama della moda nazionale e internazionale.

Allinterno di Italian Jacquard di Alida Valli, ci troveremo a  percorrere un viaggio avvincente, approfondito da una grande esperienza , che racconta le sue radici , utilizzando tecnica , fantasie e colori  come mezzo di comunicazione e la moda come forma darte.

Creatività e imprenditorialità quindi camminano per mano dando un messaggio per un made in Italy  che dialoga costantemente con un modo di lavorare ancora originale , dedicato e curato in tutti i suoi particolari,  assolutamente lontano dalle massificazioni standardizzate di un commercio scadente e approssimativo.

Unesperienza davvero innovativa quella tratta dalla storia di Italian Jacquard, dove leccellenza fa davvero la differenza.

 

Il 20 e 21 Novembre 2019 (dalle h. 11.00 alle h. 20.00) ITALIAN JACQUARD sarà protagonista dellevento PRIVATE SALES EVENTS” presso IL SALOTTO BUONO di via Provana 3/E a Torino-

(ITALIAN JACQUARD : Lungo Po Antonelli 13/I – Torino – Tel.: 393-8227991)

Monica Di Maria di Alleri Chiusano

L’arte di Penagini in mostra a Omegna

Dal Piemonte

Domenica scorsa, al Forum di Omegna, sul lago d’Orta, è stata inaugurata la mostra “Il valore umano e poetico nell’arte di Siro Penagini”, realizzata dall’Associazione “I Lamberti“ e patrocinata dall’Amministrazione comunale del capoluogo cusiano.

Penagini,nato a Milano nel 1885 e morto a sessantasette anni a Solcio di Lesa sul lago Maggiore dove è sepolto nella cappella di famiglia nel piccolo cimitero locale, autore tra le sue tante opere anche del noto affresco che ritrae Mosé e le tavole della legge presso il Palazzo di Giustizia del capoluogo meneghino, è uno degli artisti italiani più importanti del secolo scorso. La mostra che gli è stata dedicata dall’associazione che si ispira alla memoria e alle opere di Gianni Rodari, resterà aperta fino al 1 dicembre, dal martedì alla domenica, dalle 15.00 alle ore 18.00. Il   titolo scelto per la mostra riassume più di ogni altro il senso del lavoro artistico di Siro Penagini, un artista da annoverare tra i grandi maestri del 900 italiano. “La sua pittura   – scrivono i critici Roberto Ripamonti e Giulio Martinoli che ne hanno curato la biografia – va osservata con occhio attento e indagatore, lo sguardo deve soffermarsi sia sul segno sia sul colore per far emergere tutti i suoi segreti e la straordinaria bellezza di cui ogni opera è intrisa”. Al catalogo della mostra ha collaborato il critico d’arte Marco Di Mauro, indagando e ricostruendo il percorso artistico di Penagini e i suoi vari spostamenti: da Caravate a Monaco, da Roma a Terracina, da Positano alla Sardegna, fino all’ultimo periodo di Solcio di   Lesa. Inoltre   il prof. Di Mauro   ha messo   in   risalto   i   contatti   dell’artista   con   le esperienze   più   all’avanguardia   dell’arte   europea   del   suo   tempo   e   i   suoi momenti evocativi. Nel catalogo è stato inserito l’articolo di Giovanni Testori apparso sul Corriere della Sera nel 1985 in occasione della mostra allestita al Museo del Paesaggio di Verbania,   in   cui   si  sottolinea   le   responsabilità   degli   storici   dell’arte   e   del mercato per le ingiustizie verso alcuni artisti del XX secolo e in primo luogo Siro Penagini, che, pur avendo dalla sua critici devoti come Raffaele De Grada, Mario De Micheli, Marco Rosci e   lo   stesso   Testori,   rimane   totalmente   e   dolentemente rilegato nell’ombra.

Prova ne è la recente mostra tenutasi a Palazzo Reale a Milano, dedicata a Margherita   Sarfatti – sottolineano Martinoli e Ripamonti – dove   Penagini   è stato   completamente   omesso,   senza tener conto che la stessa Sarfatti avrebbe voluto a suo tempo inserirlo nel Gruppo del 900 accanto a Sironi, Carrà, Funi, Bucci, Dudreville, Oppi e Marussig. Ma Penagini   rifiutò,   sia   per   il   suo   carattere   schivo   e   riservato   sia   perché   non voleva avere obblighi e scadenze. Inoltre non manifestò mai simpatie verso il regime, da cui avrebbe potuto trarre dei vantaggi. Sicuramente il suo voler essere e restare indipendente non   ha giovato alla sua carriera, nonostante abbia partecipato a dodici Biennali di Venezia”. Sara Rubinelli, dinamica assessore alla Cultura del comune di Omegna, all’inaugurazione dell’evento ha posto in evidenza l’importanza di “poter ammirare la bellezza dei quadri attraverso una mostra che li esibisce in modo curato, studiato ed esperto. Ritrovare o scoprire la bellezza dell’arte vuol dire investire in un tempo che ci arricchisce e che ci ispira a relazionarci con sguardo nuovo a un presente che trova nello studio e nella contemplazione del passato il senso della sua evoluzione”.

M.Tr.

Confesso che non ho amato Tex Willer

Confesso che non ho amato Tex Willer. Essendo nato nel 1957 sono ( probabilmente ) tra i pochi della mia generazione. Come quasi 
tutti i maschi l’ ho letto. Mi sembrava monotono, raccontato nelle immense ed appunto noiose
praterie del Nevada. Con cliché  ripetitivi. Piccoli sussulti di creatività con l’ inserimento di
Mefisto, impersonificazione del diavolo in terra.


Altra cosa era, sempre per me, Zagor Spirito con la Scure. Quasi un San Francesco della giustizia
e della morale con il suo improbabile assistente Cico di lui l’opposto. Grasso, grande mangiatore
e quel pizzico di opportunismo latino visto che è ( pure ) messicano. Allora non c’ era il Muro tra
Usa e Mexico. Quasi totale assenza del sesso femminile per significare una sorta di strisciante
misoginia. Non era dato sapere se Zagor si fosse mai innamorato, e sicuramente se una donna
gli donava un bacio sulla guancia arrossiva come non mai. Mi piacevano le storie dello Spirito
con la scure. Talmente metafisiche che risultavano surreali. Incursioni di altre storie con altre
epoche. Strani Signorotti che volevano vivere nel medio evo. O Vichinghi sopravvissuti nei loro
costumi isolati ed autosufficienti non contaminati dalla contemporaneità dell’ allora presente.
Storie belle da leggere. Ma anche continua ricerca dei numeri arretrati. In generale la storia cominciava su un numero e
finiva il successivo. I modi erano diversi. Scambiarli con gli amici. Giocarli a carte. Il valore era il
prezzo di copertina.


Ed infine recarsi dalla amico Becuti in corso Giulio Cesare angolo via Bra.
Licenziato per rappresaglia dalla Fiat si era messo in proprio. Diceva: “basta officine” , ancorché
ottimo tornitore.
Ogni settimana ero lì. Mi parlava del suo amore per la cucina. Acciughe al verde e bolliti misti.
Se compravo, il costo era metà del prezzo di copertina. Se scambiavo, 2 per 1. Dopo, sempre un
piccolo regalo di altri fumetti. “Te lo devo. Sei il figlio di Nando, grande compagno”.
Lavoravano tutti e due alla Grandi Motori. Da via Monterosa a corso Vercelli passando per via
Cuneo. Allora pure Gipo Farassiso era comunista e suonava nelle balere e nelle Feste dell’ Unità.
Pochi soldi e tanto Barbera accompagnato dall’ inevitabile toscano.


La barriera finiva lì . L’ attività di ricerca cominciava all’ inizio di giugno. Durante la scuola le
poche letture erano scolastiche. Finito di mangiare, subito all’ oratorio per giocare a pallacanestro
fino a tardi. Compiti rimandati al giorno successivo. Ammetto, non sono mai stato un solerte
studente ed ancora oggi mi chiedo come ho fatto ad avere ottimo all’ esame di terza media. Il
massimo  risultato con il minimo dello sforzo. Dunque a giugno iniziava la ricerca.
La lettura veniva rimandata ad Agosto. Nella casa di montagna, anzi nella casetta di mezza montagna
( rigorosamente affittata), le due stanze erano collegate da una scala interna. A metà un ripiano
dove impilavo i giornalini divisi per tipo e per numero. Aspettavo rigorosamente  agosto per
iniziare la lettura.
Al sabato – ore 12. 15 –  treno per lanzo. Cambio con corriera fino a Viù e poi a piedi al Versino, frazione
di Viù. Era il mio modo di sognare. Camminare, leggere.
Nella casettina un piccolo cortile, da una parte limitato con un alto muro.
Con i punti delle figurine panini l’omaggio di un pallone da basket.


Ed anche lì interminabili partite, rigorosamente da solo, rigorosamente tutto
inventato dal canestro al pubblico ed ovviamente io leader e vincente. Sogni e fantasie con
qualche spruzzo di realtà vissuta. In fondo ci bastava poco. E quel poco ci ha abituati ad essere
contenti del tanto avuto. Tutto con metodo. Quella fantasia non era fine a se stessa, erano
primi rudimenti di un metodo. Non tutto subito. Ma quel tutto alla fine di un percorso. Non è
stato sempre tutto ma qualcosa, abbiamo detto, qualcosa di fatto e realizzato. Anche grazie a Zagor, almeno
per me.

 

Patrizio Tosetto

Produzione industriale negativa da cinque trimestri

Si registra un periodo di stagnazione per la produzione industriale in Piemonte, secondo l’indagine congiunturale di Unioncamere, svolta in collaborazione con Intesa Sanpaolo e Unicredit. Lo studio rileva per il quinto trimestre consecutivo una variazione tendenziale del -0,2% dovuta al trend negativo dei mezzi di trasporto: addirittura -55,2% l’auto e -4,6% la componentistica e del comparto dell’elettronica. Vanno male gli ordini dai mercati esteri (-0,9%), mentre il fatturato totale mostra una crescita debole pari a +0,6% considerando la componente estera che sale dell’1,2%. Negativo il  grado di utilizzo degli impianti che si ferma al 65,8%. Il comparto che ha la performance migliore è quello alimentare con +2,7%, seguito dal legno e dal mobile (+1,7%). Stabile il tessile (+0,3%).

Ravetti (Pd): “Autonomia? Persi 160 giorni”

 “ ECCO L’ALTRA VELOCITA’ DI CIRIO”

“La Lega piemontese, dopo 160 giorni persi a discutere sulla necessità di istituire una Commissione permanente sull’Autonomia, proposta che aveva, in realtà, più lo scopo di portare a casa un altro Presidente che quello di affrontare un tema importante per il Piemonte, ha ceduto e oggi, finalmente, in I Commissione affronteremo la discussione del testo sull’autonomia. Il Gruppo Pd aveva chiesto, fin dall’inizio della legislatura di portare in Consiglio regionale il provvedimento, ma non siamo stati ascoltati” ha affermato il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Domenico Ravetti.

“Nel suo programma elettorale il Presidente Cirio aveva accusato la Giunta di centrosinistra di “ritardo e eccessiva timidezza” nel chiedere più autonomia: sono mesi che invitiamo Cirio a presentarsi in Consiglio per discutere il tema nel merito e senza propaganda” prosegue Ravetti.

“Oggi avremo finalmente la possibilità di analizzare le proposte di autonomia che attendiamo da tempo. Non faremo ostruzionismo: ci opporremo alle parti che non ci convinceranno e diremo sì alle materie utili, a partire da quelle che avevamo definito nella scorsa legislatura” conclude Ravetti.

Gianni Oliva, una vita per la scuola e la cultura

Mercoledì 20 novembre alle ore 17 a Palazzo Cisterna (via Maria Vittoria, 12), il Centro “Pannunzio” conferirà il Premio “Francesco De Sanctis, una vita per la Scuola e la cultura” a Gianni Oliva.
Interverranno Fabrizio Manca, dirigente dell’Ufficio scolastico regionale del Piemponte e Pier Franco Quaglieni. Nell’occasione verrà consegnata la medaglia d’oro del cinquantennio del Centro “Pannunzio” a Bianca Vetrino già vicepresidente della Regione Piemonte.
Gianni Oliva, storico, laureato in Lettere all’Università di Torino, dopo aver insegnato in varie sedi, è stato Preside di diversi Istituti superiori tra i quali i Licei classici “d’Azeglio” ed “Alfieri” di Torino. E’ stato Assessore alla cultura della Regione Piemonte. Collaboratore di quotidiani e riviste, ha pubblicato moltissimi libri fra i quali il coraggioso “Foibe”, che per primo ha fatto conoscere in modo documentato e rigorosamente storiografico  agli italiani il dramma delle foibe e dell’esodo dei giuliano – dalmati. Si e ‘ anche dedicato alla storia militare ed ha insegnato alla Scuola di Applicazione di Torino. Si è  occupato di storia della Resistenza ed scritto su figure di Casa Savoia come Umberto II e il Duca d’ Aosta .Ha orientato  in questi ultimi anni la sua produzione storiografica  al fenomeno del terrorismo e delle stragi degli anni 70 del secolo scorso. Nella motivazione del Premio si fa riferimento al “libero impegno storiografico” di Oliva che “ha sempre affrontato temi scomodi e controcorrente con coraggio e indipendenza di giudizio nel solco della tradizione dei grandi storici da Pieri a Luraghi “.

A Scuola di Epilessia. Quando la malattia ci chiede di sapere

Al via in Piemonte la Prima Campagna Educativa Digitale Nelle Scuole promossa da LICE

 

  • In Piemonte è disponibile la prima piattaforma digitale interattiva sull’epilessia per insegnanti e studenti tra gli 8 e i 12 anni
  • Oltre il 60% dei docenti non sa come intervenire in caso di crisi epilettica di un alunno
  • Giochi educativi e tool interattivi per imparare a soccorrere un compagno con epilessia

 

 Al via in Piemonte “A scuola di epilessia, quando la malattia ci chiede di sapere”, la prima campagna educativa digitale nelle scuole promossa dalla Lega Italiana contro l’Epilessia (LICE). Una piattaforma interattiva in ambito educativo destinata a docenti e alunni di età compresa tra gli 8 e i 12 anni che ha come obiettivo principale quello di far conoscere l’epilessia, l’impatto che questa ha sul bambino che ne soffre e colmare quelle lacune sugli interventi da effettuare nel caso si assista ad una crisi epilettica.

Dalla diagnosi alle cure, dai fattori scatenanti alle manifestazioni cliniche di una crisi epilettica. Una conoscenza approfondita, quella offerta agli insegnanti e agli studenti, garantita attraverso l’utilizzo di un linguaggio semplice e l’interazione con personaggi animati in grado di catturare l’attenzione dei più piccoli. Giochi educativi, tool interattivi, interviste animate e video sono gli strumenti al centro della prima campagna educativa digitale su questa impattante patologia.

Ancora molte le lacune manifestate in ambito scolastico sull’epilessia, una condizione neurologica che fa registrare, solo nel nostro Paese, circa 500.000 casi, molto spesso bambini.

Oltre il 60% degli insegnanti, infatti, non conosce le regole da seguire nel caso in cui un bambino sia colpito da crisi epilettica (secondo una indagine condotta dalla stessa LICE presso i plessi scolastici italiani). E ancora troppi i pregiudizi relativi agli ostacoli che la patologia pone rispetto ad un normale svolgimento delle attività quotidiane e sociali, oltre che al rendimento scolastico.

“La qualità di vita di chi soffre di epilessia dipende molto anche dagli altri e da quanto sanno di questa sindrome neurologica – ha commentato Irene Bagnasco, Consigliere LICE Piemonte. Al disagio personale spesso si aggiungono i pregiudizi e le paure degli altri che infatti, non derivano tanto da possibili problematiche legate agli apprendimenti, ma dagli eventuali atteggiamenti di timore e di diffidenza da parte dei docenti e/o dei coetanei che possono assumere comportamenti potenzialmente negativi aggiungendo disagio al disagio.

Ecco perché conoscere l’epilessia è il passo fondamentale per abbattere barriere e sconfiggere inutili paure. Io e i miei colleghi, il dr. Pietro Pignatta e la dott.ssa Laura Siri di LICE Piemonte ci auguriamo che i docenti della nostra Regione iscritti alla piattaforma siano numerosissimi. A loro disposizione, sulla piattaforma, risorse e materiali scaricabili che si riveleranno fondamentali per poter guidare adeguatamente la classe”.

 

Un’intera sezione sarà dedicata a come aiutare un bambino che soffre di epilessia. Giochi interattivi chiari e d’impatto insegneranno ad assistere un compagno con crisi epilettica o a offrire il proprio aiuto all’insegnante che lo sta soccorrendo.

Gli studenti potranno così diventare protagonisti di un processo di apprendimento attivo attraverso domande condivise, curiosità e applicazioni pratiche di quanto appreso.

Veri e propri laboratori di “saper fare” per garantire il coinvolgimento dei destinatari, una necessaria efficacia didattica e una corretta componente ludico-operativa.

I contenuti scientifici sono stati forniti e validati dal Comitato Scientifico e dal Consiglio Direttivo della Lega Italiana Contro l’Epilessia. La piattaforma è stata sviluppata da un team di sociologi, pedagogisti ed esperti in comunicazione digitale e sfrutta le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

Per maggiori informazioni:

https://www.educazionedigitale.it/epilessia/

La Fondazione Bottari Lattes premia la “Traduzione”

Al via la prima edizione del nuovo Premio, dedicata per il 2020 ai romanzi tradotti dalla lingua araba

Scadenza del bando, il 10 gennaio 2020

 

Il Premio avrà cadenza biennale e “nasce dalla consapevolezza del fondamentale ruolo dei traduttori nella diffusione della letteratura e del loro impareggiabile contributo nell’avvicinare popoli e culture differenti, abbattendo muri ideologici, creando ponti culturali e favorendo il dialogo”: spiega così Caterina Bottari Lattes, presidente dell’omonima Fondazione (nata nel 2009 a Monforte d’Alba, per commemorare la figura di Mario Lattes, noto editore, pittore, scrittore e intellettuale di primo piano del nostro Novecento, scomparso nel 2001) , l’idea di indire il nuovo Premio Biennale Mario Lattes per la Traduzione, in collaborazione con l’Associazione Castello di Perno, già un tempo “filiale” cuneese – gemella della sede centrale di via Biancamano a Torino – della Casa Editrice Einaudi, attualmente di proprietà di Gregorio Gitti e sulla via giusta per tornare ad essere “casa per la cultura”, con particolare attenzione alle arti contemporanee.

La prima edizione 2020 del Premio sarà dedicata alla Letteratura Contemporanea in lingua araba e aperta alle opere di narrativa tradotte ed edite in Italia tra il 2017 e il 2019, che dovranno essere inviate alla Fondazione Bottari Lattes (in via Marconi 16, a Monforte d’Alba, Cuneo) entro il 10 gennaio 2020.  Il bando è scaricabile sul sito www.fondazionebottarilattes.it

La Giuria Stabile del Premio individuerà cinque opere finaliste selezionate tenendo conto della capacità del traduttore di rendere in italiano la qualità letteraria del testo.

Della Giuria fanno parte i traduttori e i docenti: Anna Battaglia (ha insegnato Lingua francese all’Università di Torino e tradotto, tra le diverse opere, “Oiseaux” di Saint-John Perse), Melita Cataldi ( ex docente di Letteratura anglo-irlandese all’Ateneo torinese, al suo attivo traduzioni dall’antico irlandese, William Butler Yeats e poeti del Novecento come Hutchinson e Heaney), Mario Marchetti (traduttore di lungo corso dal francese e dall’inglese per le case editrici Einaudi e Bollati-Boringhieri, presidente del Premio Italo Calvino, autore di saggi e recensioni), Antonietta Pastore (scrittrice e traduttrice dal giapponese, alla quale si deve la traduzione di numerose opere di Haruki Murakami e di autori come Soseki Natsume, Kobo Abe, Yasushi Inoue) e Fabrizio Pennacchietti (orientalista, già docente di Filologia Semitica all’Università Ca’ Foscari di Venezia e all’Università di Torino, oggi membro dell’Accademia delle Scienze di Torino).

Alla Giura Stabile sarà affiancata, per ogni edizione, una Giuria Specifica per la lingua oggetto del Premio, che valuterà la cinquina e decreterà il vincitore. Per la prima edizione gli altri giurati, esperti di lingua araba, sono: Isabella Camera d’Afflitto (fra i massimi studiosi della lingua araba, nonché docente di Lingua e Letteratura Araba alla Sapienza di Roma e all’Orientale di Napoli), Manuela Giolfo (arabista presso l’Università di Genova), Claudia Tresso (docente di Lingua Araba all’Università di Torino).

La cinquina dei traduttori finalisti sarà resa nota entro la fine del mese di maggio 2020. Il nome del vincitore sarà annunciato nel corso della premiazione che si svolgerà sabato 20 giugno 2020 al Castello di Perno.

Mantenendo fede all’attenzione costante che la Fondazione Bottari Lattes rivolge ai giovani, il Premio Traduzione coinvolgerà anche studenti e neolaureati in Lingua Araba delle Università italiane, mettendoli in contatto con i professionisti del settore e facendoli incontrare con vincitori e finalisti in un appuntamento a loro dedicato.

Il vincitore riceverà un premio di 3.000 euro. Ai quattro finalisti è riconosciuto un premio di 500 euro.

 

Per info:

Fondazione Bottari Lattes, via Marconi 16, Monforte d’Alba (Cuneo); tel. 0173/7892412 – 011/19771755 o book@fondazionebottarilattes.it, eventi@fondazionebottarilattes.it, WEB fondazionebottarilattes.it | FB Fondazione Bottari Lattes | TW @BottariLattes | YT FondazioneBottariLattes

g. m.

 

Nella foto: Caterina Bottari Lattes

 

 

 

 

 

Metro linea 2 in Sala Rossa

Dall’ufficio stampa di Palazzo Civico

L’assessora ai Trasporti, Maria Lapietra, ha risposto questo pomeriggio, in Consiglio Comunale, ad un’interpellanza generale, relativa alla linea 2 di metropolitana, che vedeva come primo firmatario il capogruppo del Partito Democratico Stefano Lo Russo.

L’assessora ha ripercorso le tappe relative all’iter relativo alla progettazione e al finanziamento dell’infrastruttura, a partire dalla stipula del contratto con le società incaricate della progettazione, nel 2017, all’avvio dell’attività, nel 2018, con l’attività preliminare e la progettazione relativa alla tratta centrale e allo studio di fattibilità dei prolungamenti nord est e sud ovest, la cui relazione di sintesi è stata approvata nel novembre 2018.

“Il 31 ottobre scorso, ha spiegato Lapietra, i progettisti hanno provveduto a consegnare gli elaborati progettuali in versione definitiva dell’intero tracciato ed in questi giorni sono in fase di conclusione le attività di verifica del progetto che assumerà a breve la sua veste definitiva e validata”.

Il livello di progettazione che a breve sarà acquisito sarà un progetto di fattibilità tecnico economica, ha spiegato, che metteremo a bando chiedendo indietro il progetto definitivo”.

La nuova finanziaria, ha aggiunto, ha posto la sua attenzione su Torino dedicando risorse e si potrà così procedere ad indizione di una conferenza di servizi all’inizio del 2020 per l’approvazione del progetto e per la verifica di assoggettabilità alla valutazione di impatto ambientale”.

A questo si aggiunge la possibilità di ottenere fondi grazie al decreto del Ministero dei Trasporti destinato al finanziamento dei sistemi di trasporto rapido di massa (la scadenza dell’affidamento delle risorse sarà tra gennaio e febbraio) “che non vogliamo perdere”, ha sottolineato Lapietra. “Per questodovremo valutare quale dei 5 lotti funzionali, ciascuno dei quali contente un’area di deposito, collocata o in San Mauro o in Anselmetti (Porta Nuova – Rebaudengo – San Mauro, Rebaudengo – Porta Nuova – Anselmetti, Porta Nuova – Anselmetti, Porta Nuova – Anselmetti – Orbassano, Anselmetti – Orbassano) si potrà finanziare con un project financing e con la finanziaria e valutare quale estensione progettuale mettere in un accordo quadro per estendere il progetto ad un’altra parte della città”.

Una volta svolta la conferenza dei servizi, ha concluso, si potrà procedere con il bando di gara ad oggetto progettazione e realizzazione con indicazione della strada scelta per la gestione della linea 2 sulla base del progetto di fattibilità tecnico economica. Per questo è già stata concretizzata una collaborazione con Cassa Depositi e PrestitiLa gara avrà durata di circa un anno”.

IL DIBATTITO IN SALA ROSSA

Stefano Lo Russo (PD) Abbiamo avviato nel 2015 la procedura per la progettazione della liea 2, poi abbiamo assistito nella prima parte di questo mandato a uno stucchevole balletto tra sindaca, vicesindaco e assessore, rischiando di perdere i fondi Del Rio. Solo nel 2017 la giunta ha affidato l’incarico di progettazione, consegnato a novembre 2018. Ci ha stupito l’affermazione della sindaca sugli 840 milioni ottenuti dal governo, visto che la Giunta non ha ancora approvato alcun progetto preliminare, possibile che in questa situazione ci sia uno stanziamento così circostanziato? Se c’è un progetto, non mi risulta che al ministero orti lo abbiano visto. La nostra delibera del 2015 aveva un punto cruciale, sulla gestione della linea 2, lasciando il campo libero alle possibili opzioni, il contributo pubblico a fondo perduto o il meccanismo della concessione di costruzione e gestione. Il M5S parla di nazionalizzare le autostrade ma in Sala Rossa sposa la tesi della concessione a un operatore privato che integra con proprie risorse i fondi pubblici per realizzare l’opera e ottiene poi una remunerazione dalla gestione. Che fine farà GTT, quale sarà il livello di sovranità politica del Comune, ad esempio sulle tariffe? La realizzazione di una metropolitana ha due voci di costo fondamentali, le opere di ingegneria civile e il materiale rotabile, il costo del quale può variare molto a seconda della tecnologia scelta: e non è chiaro l’orientamento a questo proposito. Ci vuole un progetto che indichi scelte e costi. Abbiamo capito che di fatto volete privatizzare la linea 2 ma non ancora si capisce, tra i vari lotti, quali scelte verranno fatte sul punto di inizio dei lavori. La nostra scelta di iniziare dalla periferia Nord rispondeva a un’idea di politica urbanistica per riqualificare la zona, quando capimmo che volevate partire da Mirafiori chiedemmo di individuare comunque un’area di cantiere adatta a Nord. Ribadiamo che la costruzione della metro 2 deve partire da Nord e non da Sud, aspettiamo di capire quali siano le intenzioni e il modello organizzativo e gestionale scelti dalla Giunta. Vedremo come finirà la questione del coinvolgimento dei privati nella realizzazione dell’opera, ma è chiaro che non si può che coinvolgerli nel progetto (che oggi peraltro non esiste). E vedremo come si comporterà questa maggioranza quando  in Sala Rossa si voterà la deliberazione inerente l’opera

Francesco Tresso (Lista Civica per Torino) Dalla relazione dell’assessore non appare una direzione definita, ci sono già stati ritardi dovuti alla mancanza di chiarezza politica nella maggioranza. Eppure c’è un’attenzione particolare alla metropolitana di Torino, da parte del governo. Il partenariato pubblico/privato non è una delega totale a quest’ultimo, la parte pubblica vigila su costi e qualità del servizio. La politica deve avere idee precise, quella su dove avviare i lavori deve rispondere ad una visione della città, non può essere ridotta a un fatto puramente tecnico. Dobbiamo convocare una riunione di commissione dove l’assessore esponga con chiarezza al Consiglio progetto e ipotesi di partenariato, ma temo che da parte della maggioranza non ci sarà la capacità di trovare soluzioni, come per la ZTL.

Roberto Malanca (M5S) L’idea di linea 2 del metrò propugnata dalla giunta precedente non si giustificava economicamente e comportava la modifica del territorio in zona Cimitero Monumentale, facendo in modo che fosse la metro a creare la domanda e far sorgere nuovi insediamenti. La nuova ipotesi parte dalla domanda esistente e dalle sue prospettive, pensando ad estenderne il tracciato verso Orbassano. I cinque lotti previsti sono funzionali alle risorse ed alle scelte politiche. Va precisato che il rientro economico, nel project financing, non è necessariamente derivato dalla gestione del servizio, può derivare anche da canoni. Uno studio preliminare e uno studio di fattibilità tecnica e economica sono sostanzialmente la stessa cosa. I tempi della procedura sono stati finora i più rapidi visti in Italia, approfondiremo in commissione a gennaio.

Damiano Carretto (M5S): Su questo tema si sta creando dell’allarmismo ingiustificato, una speculazione elettorale da parte di consiglieri come l’ex assessore Lo Russo che lasciano intendere che di questo progetto non se ne farà nulla. E’ chiaro che finanziare l’infrastruttura con il project financing significa l’ingresso dei privati nell’operazione, come auspicato dal Partito Democratico. Ma per quale motivo la realizzazione e la gestione dell’opera dovranno per forza essere unite?
Il punto è che il progetto sulla linea due della metropolitana da parte della passata Giunta era sbagliato: poco più di una sorta di tram.
Domenico Carretta (Pd): E un’opera da regalare alle future generazioni. Oggi si parla di oltre 800 milioni di finanziamenti in arrivo a Torino per la linea due della metropolitana. E proprio perché i torinesi sanno di non potersi fidare della sindaca, scriveremo una dichiarazione di intenti per sostenere, e non mandare a monte, il progetto.

La Cassazione assolve il leghista Molinari

L’assoluzione del capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari, piemontese, coinvolto nel processo sulla cosiddetta rimborsopoli è definitiva. Così ha deciso la sesta sezione penale della Corte di Cassazione, annullando la condanna in appello a 11 mesi di reclusione perché “il fatto non costituisce reato”. La Suprema Corte ha invece disposto un nuovo giudizio di secondo grado per l’ex presidente della Regione Roberto Cota, per il deputato  della Lega Paolo Tiramani e per l’onorevole di FdI Augusta Montaruli, per un vizio di motivazione. Inoltre un nuovo giudizio di secondo grado, per la rideterminazione della pena principale o di quella accessoria, è stato deciso nei confronti di un’altra ventina di imputati, ex consiglieri regionali. Nel processo d’appello, chiusosi nel luglio 2018,  Cota era stato condannato a un anno e sette mesi di reclusione, stessa pena per Montaruli. Invece  Tiramani era stato condannato a un anno e cinque mesi. Il processo faceva riferimento all’uso dei fondi di funzionamento dei gruppi consiliari nella legislatura 2010-2014.