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Sarri dopo la sconfitta: “In Italia ci avrebbero dato due rigori”

Al Groupama Stadium Lione-Juventus finisce 1-0 nella partita di andata degli ottavi di finale della Champions League, con il gol di Tousart al 31′ pt. Il ritorno è previsto il 17 marzo a Torino

“In Italia avrebbero dato due rigori a noi, su Ronaldo e su Dybala. Ma in Europa c’è un metro diverso, dobbiamo adeguarci”.

Così Maurizio Sarri al termine  Lione-Juventus di Champions League, nel rispondere a una domanda sulle decisioni dell’arbitro spagnolo Gil Manzano.

Costanzo (M5S): “Estendere misure per l’economia”

Ieri la Camera ha approvato il decreto contenente le disposizioni urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Coronavirus

La deputata torinese Jessica Costanzo (M5S), ha presentato un ordine del giorno che è stato approvato e che richiedeva di valutare l’estensione al Piemonte delle misure già adottate per altre Regioni, quali il differimento delle scadenze fiscali e contributive, la moratoria dei mutui, la velocizzazione dei crediti fiscali e dei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione, l’attivazione di ammortizzatori sociali snelli e immediati e la previsione di indennizzi per i lavoratori autonomi.
“Il clima di insicurezza e di allarme che si è propagato in tutto il Paese, impatta sulle imprese piemontesi già colpite da una violenta crisi economica – spiega Costanzo – e i dati sono molto preoccupanti: si parla di un crollo di fatturato del 90% per quel che concerne il turismo d’affari, del 70% per quel che riguarda le strutture ricettive di Torino, del 50% per i ristoranti, del 30% per i bar. Il nostro territorio – conclude Costanzo – già dichiarato area di crisi complessa, necessita di misure specifiche in grado di calmierare gli effetti negativi dei provvedimenti di contrasto alla propagazione del Coronavirus”.

Dalla psicosi alla normalizzazione?

IL COMMENTO  Di Pier Franco Quaglieni /  Siamo passati, nell’arco di quattro giorni, dall’emergenza  per l’epidemia  ad  una “tranquillizzazione” quasi  “cinese” rispetto al contagio del  Coronavirus. Il presidente del Consiglio Conte ha creato un forte allarme con le sue dichiarazioni, quasi a rete unificate, come  accade solo  nelle calamità nazionali 

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Resto convinto della gravità  dell’emergenza  che è stata sottovalutata  per troppo tempo  per ragioni ideologiche, come ha dimostrato in modo palese il governatore della Toscana.  E sono convinto che il tentativo odierno  di tranquillizzare, determinato dagli effetti disastrosi nel campo dell’economia ,non abbia un reale fondamento. Abbiamo assistito ad una  controproducente passerella mediatica del Presidente del Consiglio che ha  rivelato soprattutto  l’improvvisazione del Governo e del suo capo.
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Il dibattito parlamentare di ieri sera ha dimostrato una logorrea,  rivelatrice –  salvo scarsissime eccezioni – del basso livello di una classe politica che si è rivelata, ancora una volta,  davvero inadeguata.  Non è vero , come è stato detto, che  il Parlamento ha  dato un grande esempio di sè . Il Governo si è rispecchiato in un Parlamento di  rango insufficiente,  in cui oscuri deputati hanno letto il loro discorsetto abborracciato  per l’occasione. Le Regioni si sono rivelate di gran lunga migliori  del governo centrale che pure avrebbe dovuto affrontare l’emergenza sanitaria da solo ai sensi della Costituzione.
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C’è stato chi ha vantato la trasparenza del governo italiano rispetto a quello cinese, quasi la trasparenza in una democrazia non fosse un dovere,  ma una virtù . In Italia non si è dimostrata trasparenza, ma grande  incapacità comunicativa, ai limiti dell’ irresponsabilità e del dilettantismo. L’Ordine dei Giornalisti forse  dovrebbe intervenire a far chiarezza. L’Italia ha manifestato  un’ improvvisazione che ha provocato gravissimi danni  con conseguenze difficilmente rimediabili, lesionando all’estero l’immagine dell’Italia.
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All’improvviso tutto è cambiato, forse perché i politici  si sono resi  conto del disastro economico  provocato. Hanno chiuso le scuole e le università, hanno lasciato i contatti nelle metropolitane, nei bus e nei ristoranti con una superficialità incredibile. A Milano hanno chiuso i caffè alle 18, instaurando il coprifuoco. Un provvedimento ridicolo, assunto dal tanto celebrato sindaco Sala. Da lunedì prossimo   cosa succederà ? Riaprirà  tutto, come se niente fosse accaduto? Marcello Sorgi ha scritto l’altro  ieri che il Governo stava perdendo il controllo della situazione, una frase allarmante,  oggi dimenticata. Sorgi non è mai stato sicuramente un allarmista, un giornalista molto responsabile.
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Da lunedì si riapriranno le scuole, pensando che l’emergenza sia finita? Cosa è accaduto rispetto ai giorni precedenti? Il rischio in agguato è quello di non riuscire a capire più nulla, disorientando  totalmente le persone.  Non dimentichiamo che il record degli infettati e dei morti in Europa appartiene all’ Italia.  Il panico è legato soprattutto alla non conoscenza della realtà . E’ una verità che non dovremmo mai dimenticare.
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Scrivere a quaglieni@gmail.com

Ruffino (Fi): “Nuove risorse per il servizio sanitario”

“Sono molto soddisfatta che sia stato accolto il mio ordine del giorno che impegna il governo ad individuare ulteriori risorse aggiuntive a quelle stanziate per il Servizio sanitario nazionale, per consentire in questa fase, alle aziende sanitarie ed in particolare a quelle sottoposte ai piani di rientro, di poter affrontare al meglio e senza penalizzazioni l’attuale situazione di emergenza sanitaria”. Lo afferma, in una nota, Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia.
“E’ di fondamentale importanza che tutti i costi che stanno sostenendo in questo momento le aziende sanitarie, molto alti e non preventivati, non ricadano sui bilanci, generando la necessità di operare tagli futuri sulle prestazioni ai cittadini. A questa emergenza causata dal coronavirus stanno rispondendo con il massimo impegno ospedali e presidi sanitari, medici e personale sanitario, un impegno molto gravoso anche in termini economici.  Ora tocca al governo trovare quelle risorse aggiuntive per sostenere il sistema sanitario nazionale”, conclude.

Lamiere pericolanti per il forte vento

Ieri i vigili del fuoco sono intervenuti a Torino, in via Grattoni

L’intervento si è reso necessario per metter in sicurezza  alcune lamiere pericolanti sul tetto del palazzo sede dell’Agenzia delle Entrate e del nucleo carabinieri dei Nas. Il forte vento ha raggiunto i 70 km orari in pianura.

Mascherine non sicure a 5 mila euro, operazione della GdF di Torino in tutta Italia

È in corso da questa mattina una vasta operazione della Guardia di Finanza di Torino, coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo piemontese

I Finanzieri del Comando provinciale torinese stanno eseguendo decine di perquisizioni e sequestri in tutta Italia nei confronti di una ventina di soggetti, che, approfittando della situazione critica venutasi a creare in questi giorni con i primi casi di contagio del Coronavirus, commercializzavano mascherine ed altri articoli di protezione individuale a prezzi esorbitanti.

Era in vendita online anche un integratore alimentare, a 29 euro, su eBay e pubblicizzato così: “Protezione Coronavirus – Rafforza difese immunitarie” . Il materiale è stato  sequestrato dalla Guardia di Finanza di Torino  nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Torino coordinata dai magistrati Vincenzo Pacileo e Alessandro Aghemo.
Venti  le persone sono  denunciate per frode in commercio e abusivismo commerciale. Si tratta di  imprenditori, privati cittadini e persino un operatore sanitario. Rischiano  2 anni di carcere.

Bonus mamme lavoratrici 2024, tutto quel che c’è da sapere

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori

Il bonus mamme 2024 è una misura a sostegno delle donne lavoratrici con 2 o 3 figli a carico, introdotta dalla Legge di Bilancio 2024. Come annunciato a suo tempo dal governo, il bonus scatta sì in automatico, ma per “agevolarne l’accesso” occorre richiederlo con una autocertificazione da consegnare al datore di lavoro, come chiarisce l’Inps tramite una recente circolare.

La misura consiste nella totale eliminazione della contribuzione previdenziale a carico della madre lavoratrice. Vengono così stralciati, al 100%, le quote di contributi previdenziali per invalidità, vecchiaia e superstiti spettanti alla dipendente.

A farsene carico sarà lo Stato. La decontribuzione del 9,19% sullo stipendio complessivo è corrispondente alla quota che la lavoratrice dovrebbe versare per il contributo Ivs (settore privato) o per il contributo Fap (settore pubblico).

Il bonus mamme lavoratrici si applica sia ai nuovi contratti stipulati dopo la promulgazione della Legge di Bilancio che a quelli già esistenti. Si tratta di una misura a sostegno delle mamme con figli, affinché siano incentivate e agevolate a restare nel mercato del lavoro.

L’esenzione contributiva si applica alle donne che abbiano 3 figli, con il più piccolo che non abbia ancora compiuto 18 anni. Per il solo anno 2024 e in via sperimentale, l’esonero viene esteso anche alle donne con 2 figli (con il bambino più piccolo fino ai 10 anni di età).

L’esenzione spetta alle donne che svolgono un lavoro dipendente a tempo indeterminato, sia nel pubblico che nel privato (anche part-time).

Sono escluse dalla misura le donne senza figli, quelle che ne abbiano 1, quelle i cui figli non rispettino i parametri anagrafici, le donne impegnate nel lavoro domestico, le autonome, quelle con contratti a tempo determinato, le pensionate, le disoccupate e le collaboratrici occasionali.

Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.it compilando l’apposito format.

La paura? Manca anche la cultura dell’unità nazionale

La polemica politica, almeno quella più sterile ed inconcludente, ha sospeso la sua incessante ed inutile attività quotidiana

Ma, ci vuol poco a capirlo, riprenderà in tutto il suo splendore – si fa per dire – appena l’emergenza sanitaria internazionale, e nazionale, si attenuerà.

Ora, l’unica riflessione che mi sento di avanzare in un momento così delicato e così drammatico per il nostro paese, è quello di capire perché la strategia “dell’unità nazionale” non riesce più a far breccia nella cittadella politica italiana. Certo, il dibattito, cioè gli insulti, le demonizzazioni e gli attacchi personali sono stati momentaneamente sospesi. E non poteva essere altrimenti. Ma è solo un fuoco che arde sotto le ceneri. E questo per un semplice motivo. E cioè, quando la politica è vittima e schiava delle percentuali legate ai sondaggi quotidiani, le costanti di fondo non possono che essere quelle legate alle continue e reiterate provocazioni. Un esempio per tutti. Il comportamento politico del capo di Italia Viva, Matteo Renzi. Anche se non è il solo, come ovvio e scontato.

Ma, fatta questa riflessione persin oggettiva nonché purtroppo veritiera, resta aperta la vera domanda politica. E cioè, perché il sistema politico italiano non riesce più a declinare una vera “unità nazionale” neanche di fronte ad eventi così drammatici che scuotono le coscienze dei cittadini mettendo a rischio la stessa tenuta democratica per le comprensibili e più che giustificate preoccupazioni di tutti i cittadini italiani? Le risposte, probabilmente, sono sostanzialmente due. Innanzitutto perché la politica non è più popolata da statisti ma da pianificatori del consenso. Le stagioni politiche che hanno prodotto nelle diverse fasi storiche la strategia della cosiddetta “unita’ nazionale” nascevano da situazioni drammatiche che scuotevano l’opinione pubblica e che richiedevano una unità politica indispensabile per poter affrontare adeguatamente e con senso di responsabilità le emergenze che si presentavano all’attenzione dei governanti. Leader politici e statisti che sapevano anteporre sempre gli interessi generali ai calcoli politici del momento. Oggi, e da molto tempo purtroppo, così non è più. In secondo luogo manca del tutto la capacità di interpretare la politica come ricostruzione del cosiddetto “bene comune” partendo anche dal pieno riconoscimento politico dell’avversario.

Perché di questo si tratta. E cioè, l’obiettivo politico di fondo resta sempre quello di distruggere il nemico. Altroché il rispetto dell’avversario politico. Altroché continuare a demonizzare la prima repubblica come ci hanno predicato per anni i 5 stelle. È sufficiente ricordare il rispetto tra gli statisti della Democrazia Cristiana e alcuni leader del Partito comunista italiano anche quando i contrasti politici erano forti e visibili e il dibattito politico era, a tratti, anche caratterizzato da toni aspri e senza colpi. Ma non era difficile, in momenti cruciali e delicati per la vita democratica del nostro paese, convergere attorno ad un minimo comun denominatore in grado di governare insieme l’emergenza senza mettere in difficoltà l’equilibrio democratico dell’intero paese. Ecco perché, oggi, di fronte a questa inedita sfida, la politica nel suo complesso non può più permettersi di continuare ad abdicare al suo ruolo tradizionale e storico. Anche se mancano gli statisti e, soprattutto, la cultura e la tensione del “bene comune”. Ne va della nostra credibilità come sistema paese e anche della tranquillità e della sicurezza di tutti i cittadini.

Giorgio Merlo

 

Coronavirus, Cirio chiede al Governo un ritorno alla normalità

L’ottima notizia del risultato negativo pervenuto sui due casi di Cumiana è stato accolto con grande favore dal Presidente della Regione Alberto Cirio che, alla luce dell’esistenza al momento in Piemonte di un solo caso di contagio collegato al ceppo lombardo, ritiene ci siano finalmente le condizioni per chiedere al Governo un graduale ritorno alla normalità.

Le misure attualmente in vigore, per l’ordinanza adottata il 23 febbraio dalla Regione Piemonte, erano già meno restrittive rispetto a quelle previste da altre Regioni come la Lombardia, proprio alla luce della situazione piemontese decisamente più contenuta e circoscritta.

L’ordinanza attuale scadrà sabato 29 febbraio e, visto il nuovo quadro sanitario, al fine di confrontarsi sull’opportunità di sospendere o rimodulare le misure per il contenimento del coronavirus in Piemonte, il Presidente della Regione ha convocato giovedi alle 18 in Presidenza (Piazza Castello, 165) i Presidenti delle Province, i Sindaci dei Comuni capoluogo e tutti i Prefetti del territorio. Alle 19 seguirà un punto stampa.