ilTorinese

Piemonte: rimosse 57 tonnellate di plastica e rifiuti grazie a Plastic Free Onlus

 Un “bottino” di 57.037 chilogrammi di plastica e rifiuti rimossi da spiagge, parchi e aree pubbliche cittadine, frutto di ben 90 appuntamenti di pulizia ambientale tra clean up, passeggiate ecologiche e raccolte dedicate ai mozziconi di sigaretta. È il risultato raggiunto in Piemonte nel corso del 2024 dall’onda blu dei volontari di Plastic Free Onlus, l’organizzazione impegnata dal 2019 nel contrastare l’inquinamento da plastica. Alle attività di rimozione rifiuti sul campo, si aggiungono le sensibilizzazioni soprattutto verso le nuove generazioni. Grazie a 42 incontri tenuti durante l’anno negli istituti scolastici regionali, infatti, si è riusciti a raggiungere 2.402 studenti con interventi personalizzati per fasce d’età per illustrare l’importanza di amare il Pianeta non inquinando, di effettuare una corretta raccolta differenziata e di come scelte alternative alla plastica possano farci prevenire ulteriori disastri ambientali.

 

“Si è concluso un anno straordinario per la nostra associazione che ha varcato i confini nazionali per raggiungere 34 Paesi nel mondo – dichiara Flavia Faccia, referente regionale Plastic Free – Anche le volontarie e i volontari del Piemonte hanno dato il proprio contributo a tutela del Pianeta. Risultati che abbiamo raggiunto anche grazie all’impegno delle amministrazioni locali con cui abbiamo sottoscritto 32 protocolli d’intesa per agevolare e intensificare i rapporti con i referenti locali, promuovendo pratiche virtuose a beneficio dei cittadini. Nel 2024, sono stati cinque i Comuni Plastic Free in Piemonte: Torino, Collegno, Alpignano (Torino); Gaglianico (Biella); Cuneo (Cuneo). Ci auguriamo – conclude Flavia Faccia – che sempre più Comuni colgano questa opportunità candidandosi gratuitamente entro il prossimo 15 gennaio”.

 

Nel 2024, infine, con il suo fondatore e presidente Luca De Gaetano, Plastic Free Onlus ha dato vita al Comitato Scientifico, guidato dal prof. Ennio Tasciotti, fondatore e direttore dello Human Longevity Program all’IRCCS San Raffaele di Roma, inserito dalla Stanford University nella prestigiosa classifica dei top 1% degli scienziati mondiali, nonché Rete delle Università per l’ambiente. L’impegno di Plastic Free è rivolto anche verso il suo simbolo, la tartaruga. Nel corso dell’ultimo anno, ne sono state salvate 31 da morte certa mentre 3.879 tartarughine sono state accompagnate alla nascita grazie al Centro di Recupero di Calimera, in provincia di Lecce.

Fiaccolata di inizio anno a Jouvenceaux

SAUZE D’OULX – Come vuole la tradizione a Sauze d’Oulx l’anno nuovo si apre con la tradizionale Fiaccolata dei Maestri di Sci a Jouvenceaux, così come l’anno si conclude con la fiaccolata dei Maestri di Sci nel cuore di Sauze d’Oulx.

E sarà così, ma con un nuovo format.

L’appuntamento resta per venerdì 3 gennaio alle ore 20,45 a Jouvenceaux, ma sarà una fiaccolata diversa.

L’Assessore al Turismo Davide Allemand presenta la novità: “Purtroppo le condizioni di innevamento in paese non permettono il regolare svolgimento della suggestiva Fiaccolata tra le vie dell’antico borgo di Jouvenceaux. Ma l’appuntamento con la fiaccolata è troppo atteso da tutti e allora ecco il cambio di programma per non annullare l’evento. I Maestri di Sci si daranno appuntamento alle ore 20,45 al piazzale alto di Jouvenceaux e di qui scenderanno a piedi con le torce a led all’interno delle vie del paese siano ad arrivare alla piazza della fontana dinanzi alla cappella di Sant’Antonio dove si farà festa come da tradizione. Ma la fiaccolata tradizionale non è annullata. Abbiamo pensato infatti di riproporla in occasione dei festeggiamenti di Carnevale, confidando nell’arrivo della neve in queste prime settimane del nuovo anno. Come sempre un grande grazie all’associazione “Amici di Jouvenceaux” che sono l’anima del paese”.

Un arrivederci, ma intanto stasera a Jouvenceaux si festeggia il nuovo anno con la voglia di far festa di sempre.

Gli allevamenti animali risorsa energetica e ambientale preziosa

Con biogas, biometano e pannelli fotovoltaici sui tetti

Gli allevamenti animali del territorio metropolitano di Torino potrebbero fornire gas metano da immettere in rete, biometano per autotrazione ed energia elettrica sufficiente a soddisfare le esigenze energetiche di oltre 100mila famiglie. Un dato, quest’ultimo, che mette insieme la quota producibile da biogas e quella da pannelli fotovoltaici installati sui tetti dei fabbricati aziendali. Si tratta di ben il 4,5% del fabbisogno energetico del Torinese: tutta energia pulita che potrebbe aiutarci nell’approvvigionamento di gas metano fossile in quest’epoca di crisi internazionali.

«Proprio in questi giorni in cui anche il nostro territorio si interroga sul possibile rialzo dei prezzi del metano fossile – osserva il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici – Vogliamo ricordare che gli allevamenti animali hanno un potenziale energetico enorme. Per un numero sempre crescente di aziende zootecniche il metano è una fonte rinnovabile di produzione energetica che contribuisce a diminuire la dipendenza dal metano fossile importato dall’estero, una dipendenza che è un problema per il nostro sistema economico locale».

Oltre all’energia elettrica prodotta con i pannelli sui tetti delle aziende zootecniche c’è, infatti, la grande potenzialità della produzione di biometano. Il metano che si può produrre dagli allevamenti animali e può essere utilizzato per autotrazione, come nel caso del Gruppo Maganetti di Tirano (SO), che per la sua flotta di tir utilizza biometano prodotto da un allevamento Torinese, la Cooperativa Speranza di Candiolo. Lo stesso impianto cooperativo di Candiolo, brucia biogas e riscalda, in teleriscaldamento, l’ospedale dell’Istituto per la ricerca contro il cancro.

«In queste giornate in cui scattano i blocchi contro il traffico e di apprensione per il nostro approvvigionamento energetico – osserva il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici – vogliamo ribadire che la zootecnia può dare un contributo significativo al miglioramento della qualità dell’aria grazie alla produzione innovativa di energia da fonti rinnovabili e pulite. Con questa nuova frontiera si può affiancare alla tradizionale produzione di cibo per tutti anche la produzione di energia elettrica immessa in rete per tutti noi, di calore per impianti di teleriscaldamento, di metano per auto, furgoni e tir e di anidride carbonica per l’industria alimentare. Se l’agricoltura è sotto attacco ambientale è perché non si vogliono prendere in considerazione gli impieghi degli effluenti per produrre energia e metano da autotrazione. Sostenere questa funzione porterebbe benefici a tutti i cittadini».

In provincia di Torino sono presenti 3.000 aziende agricole con allevamenti bovini per un totale di 242.000 capi. Un vero patrimonio energetico. Da queste mucche sarebbe infatti possibile ricavare 66mila metri cubi di biogas che, bruciato in centrali termoelettriche annesse alle aziende agricole o in centrali consortili, potrebbe produrre 623 GWh di energia di cui 250 GWh di energia elettrica: il 2,4% del fabbisogno elettrico torinese e ben il 94% del fabbisogno agricolo. Le stesse aziende potrebbero produrre 400mila metri cubi di biometano.

Al termine del processo di produzione energetica e di biometano rimane il “digestato”, concime pronto per la fertilizzazione dei campi: risorsa altrettanto preziosa in periodo storico in cui i fertilizzanti sono una materia diventata rara con il conflitto in Ucraina.

A queste potenzialità ricavabili dalle deiezioni animali si sommano i 259 MW producibili utilizzando i tetti dei fabbricati ricoperti da pannelli fotovoltaici: un altro 2% del fabbisogno elettrico dei torinesi.

«Ma le nostre aziende zootecniche si scontrano con la mancanza di sostegni a questa svolta green, sostegni che dovrebbero derivare, oltre che dalle politiche agricole anche da quelle energetiche regionali e locali. Inoltre, va abbattuta la burocrazia e soprattutto vanno garantiti tempi brevi per gli allacciamenti alle reti energetiche e per il pagamento della vendita in rete dell’energia elettrica e del biometano».

Inclusione degli alunni sordi a scuola

 Attraverso il bilinguismo italiano-lingua dei segni italiana, Chiorino: “Ogni studente deve poter realizzare pienamente il proprio percorso educativo”

Dall’anno scolastico 2020-2021 a oggi, la Regione ha stanziato 1,3 milioni di euro che hanno finanziato 44 progetti e coinvolto 128 allievi sordi

La Regione ha approvato gli esiti del bando “Interventi per promuovere la piena inclusione attraverso il bilinguismo italiano/lingua dei segni italiana per l’anno scolastico 2024/2025”, che ha avuto una grande partecipazione da parte degli istituti scolastici statali e paritari di ogni ordine e grado.

In base alle risorse disponibili – 300mila euro – sono stati finanziati 16 progetti, che coinvolgono 3.237 studenti tra cui 68 studenti sordi.

Le scuole secondarie di secondo grado, grazie al contributo regionale, realizzano percorsi personalizzati di inserimento lavorativo e corsi di approfondimento della lingua dei segni per gli allievi, con un esame finale per la certificazione. Le scuole hanno realizzato prodotti e strumenti a supporto della didattica, favorendo la collaborazione tra allievi sordi e allievi udenti. L’iniziativa promuove la formazione e l’apprendimento degli studenti sordi e la valorizzazione delle competenze degli studenti udenti attraverso l’apprendimento e l’utilizzo della Lingua dei segni italiana.

Gli istituti scolastici finanziati

I 16 istituti finanziati sono distribuiti nella città metropolitana di Torino (11) e nelle province di Biella (1), Cuneo (3), Novara (1).

I numeri degli anni precedenti

Dall’anno scolastico 2020-2021 a oggi, la Regione ha stanziato 1,3 milioni di euro che hanno finanziato 44 progetti e coinvolto 128 allievi sordi.

Chiorino: “Ogni studente deve poter realizzare pienamente il proprio percorso educativo”

“Ogni studente deve poter realizzare pienamente il proprio percorso educativo. Partiamo da questo assunto per affermare con forza come la Regione Piemonte, con questo intervento, intende ribadire il proprio impegno nel garantire il diritto allo studio degli studenti sordi, promuovendo il bilinguismo come strumento fondamentale per abbattere ogni barriera comunicativa. Finanziare progetti innovativi e personalizzati non significa soltanto sostenere l’apprendimento della Lingua dei segni italiana, ma anche valorizzare un modello educativo che favorisce la collaborazione tra studenti sordi e udenti, creando una scuola capace di accogliere, integrare e sviluppare le potenzialità di tutti. I risultati raggiunti dimostrano l’importanza di investire nella formazione, con un’attenzione particolare alle esigenze di chi affronta sfide aggiuntive. Grazie a questa iniziativa, possiamo costruire una Nazione più giusta, dove ogni studente, indipendentemente dalle proprie caratteristiche, possa realizzare pienamente il proprio percorso educativo e professionale” ha affermato Elena Chiorino, vicepresidente e assessore all’Istruzione della Regione Piemonte.

Cattolici al Centro, una presenza necessaria

In tutte le librerie dal 17 gennaio il nuovo libro di Giorgio Merlo

Prefazione di Giuseppe De Rita

IL LIBRO
Nella transizione che caratterizza il sistema politico italiano è sempre più
indispensabile e necessaria una rinnovata presenza politica dei cattolici. Una
presenza laica ma che sia in grado di recuperare una cultura politica che
storicamente ha segnato tutti i passaggi cruciali della vita democratica del nostro
paese. Nessuno pensa a ricostruire un partito dei cattolici ma, al contrario, a
riscoprire e a rivalorizzare una cultura politica che in questi ultimi anni si è
pericolosamente inabissata. Una cultura, una tradizione, un pensiero e anche
una prassi che non possono avere cittadinanza nei partiti estremisti, radicali,
sovranisti e populisti. Per la semplice ragione che sono partiti e movimenti che
hanno una cultura e uno stile incompatibili con la tradizione e il pensiero dei
cattolici democratici, popolari e sociali. E questo perché, storicamente, la
presenza politica dei cattolici è sempre coincisa con la concreta declinazione di
un centro politico e, soprattutto, di una “politica di centro”.

In questo libro, con la preziosa prefazione di Giuseppe De Rita, si riassumono le
ragioni politiche e culturali per una rinnovata presenza dei cattolici nella
cittadella politica italiana finalizzata a ri-declinare un altrettanto nuovo e incisivo progetto di centro. Una iniziativa,
appunto, che si rende ancor più necessaria di fronte ad un quadro politico che esalta la radicalizzazione del conflitto
politico, una prassi che indebolisce la democrazia, riduce l’efficacia delle istituzioni democratiche e, purtroppo, non
rafforza la stessa azione di governo. L’Autore ha il merito di indicare una prospettiva concreta e realmente
percorribile per i cattolici democratici, popolari e sociali nella società contemporanea e, nello specifico, nel sistema
politico bipolare che si va sempre più delineando. Una presenza, e un progetto, che possono essere declinati solo da
chi storicamente ha quella specifica sensibilità politica, culturale e programmatica. Del centro oggi in Italia ce n’è
bisogno. E il pensiero e la tradizione storica dei cattolici italiani sono in grado di dare un contributo decisivo per
rinnovare la politica italiana e, al contempo, ridare qualità alla nostra democrazia.

L’AUTORE
Giorgio Merlo è giornalista professionista. È stato Vicepresidente della Commissione Vigilanza Rai ed ha ricoperto vari
incarichi locali e nazionali nella Dc, nel Ppi, nella Margherita e nel Pd. Già Sindaco di Pragelato e Consigliere Nazionale
Anci. È tra i fondatori del movimento politico e culturale Tempi Nuovi-Popolari Uniti. È autore di molti libri. Per
Marcianum Press: Politica, competenza e classe dirigente (2020); Il Centro, dopo il populismo (2023); La sinistra sociale
(2024).

Collana: Il crogiolo | Formato: 15×21 | Pagine: 264 | Prezzo: € 19,00 |ISBN: 979-12-5627-032-3
Per informazioni: t. 041 27.43.914 | marcianumpress@edizionistudium.it ‐ www.marcianumpress.it

Un Tomino d’oro e il mistero del furto che ha scosso la città

Un Tomino d’oro e il mistero del furto che ha scosso la città: le indagini sono già in corso da parte del Commissario Pautasso. Domenica 12 gennaio 2025 alla Biblioteca dell’Educatorio della Provvidenza in corso Trento 13 a Torino “Il Mistero del Tomino Scomparso”. Si comincia a ridere alle 16.00. Un caso che sembra uscito da un romanzo giallo sta tenendo in sospeso tutta la città: la Regia Polizia è stata messa in allerta per il furto di un oggetto a dir poco insolito – un tomino non comune – ma di platino e incastonato con pietre preziose. Il misterioso premio doveva essere donato a un formaggiaio di fama, scelto da un enigmatico milionario, ma purtroppo, ora, è scomparso nel nulla. Secondo le prime ricostruzioni, il furto potrebbe essere opera di una banda internazionale, ma le voci che circolano negli ambienti di Porta Pila parlano anche di due noti ladri da qualche tempo operanti all’ombra della Mole: Jean Marie Pascarelle e Robert Von Doren, già conosciuti alle forze dell’ordine per i loro colpi audaci. Un’impresa che ha lasciato dietro di sé più domande che risposte, mettendo il commissario Pautasso di fronte a un enigma molto difficile da risolvere. Il misterioso tomino, che avrebbe dovuto essere il premio per un’eccellenza nel mondo dei formaggi, è stato sottratto in circostanze poco chiare. A destare particolare preoccupazione sono le modalità sofisticate con cui è stato portato via, segno che dietro al furto potrebbero esserci personaggi ben organizzati con collegamenti internazionali. Il Commissario Pautasso – noto per la sua abilità nel risolvere i casi più intricati – sta conducendo le indagini con determinazione, cercando di far luce intorno a questo affascinante mistero. Si sospetta che il furto possa essere solo l’inizio di una serie di colpi più audaci. Tutte le forze dell’ordine sono al lavoro per risalire agli autori del crimine. Chi ha rubato il tomino di platino e di pietre preziose? Cosa si cela dietro questa storia misteriosa che sta catturando l’attenzione di tutta Torino? Solo il tempo e le indagini risponderanno a queste domande. Tra gli interpreti Marina Di Paola, Roberta Wildmann, Angela Vuolo. La regia è affidata a Valter Carignano.

Le “Giallo Comiche” del Commissario Pautasso sono commedie gialle che riprendono lo stile classico, molto simile a quello di Agatha Christie, Conan Doyle e altri celebri attori. Tuttavia, tutti i personaggi sono caratterizzati da una vena comica, gli attori si destreggiano abilmente tra copione e improvvisazione, con invenzioni e ritmo che richiamano la tradizione della Commedia dell’Arte. Prima della scena finale, il pubblico in sala avrà la possibilità di cercare di scoprire l’identità del colpevole. Chi risolverà il mistero potrà avere biglietti omaggio per i successivi spettacoli. Le “Giallocomiche” del Commissario Pautasso sono in scena dal 2014 è hanno in cartellone 54 casi diversi, ma con una cosa che li accomuna: un umorismo irresistibile. Il biglietto di ingresso costa 12 euro, il sipario si alza alle 16.00. Info e prenotazioni al numero 3758090195.

“La Gocciolina”… un Nuovo Anno fra attese e speranze

Durante la tradizionale “Festa di Natale”, educatori e ospiti incontrano il presidente e l’assessore dell’“Unione Montana Valle Varaita

Frassino (Cuneo)

E’ stato sicuramente un fine anno ricco di speranza e denso di emozioni per “La Gocciolina” di Piasco, nel Cuneese, progetto dedicato ai “ragazzi disabili” che abitano nei Comuni dell’“Unione Montana Valle Varaita”, avviato dalla stessa “Unione Montana”, in collaborazione con la Cooperativa “Il Ramo” di Bernezzo, nel 2021 e poi confluito nel Progetto “Varaita Insieme”, finanziato dallo specifico “Dipartimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Potenziamento dei Servizi e delle infrastrutture sociali di comunità”.  Durante la tradizionale “Festa di Natale”, che quest’anno si è svolta per la prima volta nei nuovissimi spazi recuperati presso la sede dell’“Unione Montana Valle Varaita” a Frassino, in piazza Marconi, sono arrivati, infatti, a fare gli auguri agli ospiti e agli educatori professionali del “Centro di aggregazione”, Silvano Dovetta e Valter Borgna, rispettivamente presidente e assessore dell’“Unione Montana Valle Varaita”.

“Trascorrere qualche ora con gli amici della ‘Gocciolina’ – ha sottolineato Silvano Dovetta – è sempre un’occasione di grande spessore e il regalo che mi hanno consegnato è il più emozionante e prezioso fra quelli ricevuti in queste festività natalizie. Questo ‘Centro’ è diventato uno dei progetti più importanti della nostra amministrazione e stiamo cercando le risorse per renderlo pienamente operativo per tutto il 2025. Parallelamente sono già iniziati i contatti con il direttore e il Consiglio di amministrazione del “Consorzio Monviso Solidale’ per fare in modo che il ‘Centro’ si possa aggregare a pieno regime alla loro gestione”.

E a Dovetta , ha replicato Luca Miglietti, presidente della Cooperativa “Il Ramo”“Il ‘Centro di aggregazione’ “La Gocciolina” è la dimostrazione pratica di come la collaborazione tra pubblico e privato non può che portare dei benefici a tutta la collettività. Speriamo che come questo, anche altri progetti utili vengano attivati sul territorio. E’ importante sfruttare momenti di Festa come il Natale per ritrovarsi, fare il punto e ripartire con nuovo slancio”.

Per intanto, e questa è già un importante notizia, proseguono le attività a favore dei ragazzi disabili ospiti del ‘Centro’, distribuite su tre giorni a settimana e comprensive anche – grazie alla collaborazione con la Cooperativa “Insieme a voi” – di sedute individuali con l’innovativa terapia “Snoezelen in quota” ( basata sulla metodologia messa a punto fra gli anni Settanta e Ottanta dai due terapisti olandesi Jan Hulsegge e Ad Verheul)  che attraverso la stimolazione multisensoriale cerca di dare momenti di benessere, insieme a sedute di “sessioni di musicoterapia”, guidate dalla Cooperativa “La Fabbrica dei Suoni”.

“L’approccio ‘Snoezelen’ parte dall’idea di personalizzare al massimo l’esperienza– spiegano gli educatori – in maniera che la ‘stanza multisensoriale’ diventi un luogo dove la persona sta bene e dove riesca a percepire attraverso sensazioni sensoriali un momento di intenso benessere. In questa prima fase le sedute saranno in rapporto uno a uno, anche tenuto conto del grado di disabilità dei ragazzi, ma l’idea è quella di proseguire proponendo attività simili anche per gruppi”.

g.m.

Nelle foto: Incontro a Frassino fra operatori e ospiti della “Gocciolina” con Silvano Dovetta e Valter Borgna; al lavoro “La Fabbrica dei Suoni”.

“Liberiamo la città dai rifiuti di Capodanno”: torinesi di buona volontà cercansi

A Torino è in programma la prima iniziativa del 2025 dedicata alla cura dei beni comuni: un evento ecologico che prevede la partecipazione diretta dei cittadini, organizzato da Retake, nella zona del Lingotto.

L’appuntamento – completamente gratuito e aperto a tutti – è fissato il giorno sabato 4 gennaio alle ore 14:00, in Via Nizza 245.

Sarà possibile per i cittadini di Torino cominciare l’anno con un’attività dedicata alla propria città, liberandola dai rifiuti di Capodanno e sviluppando al contempo legami e relazioni.

Ai partecipanti non sono richiesti adempimenti di sorta ma solo di iscriversi all’evento nell’apposita APP (bit.ly/4j2sCWi): gli strumenti per la raccolta (guanti, pinze e sacchetti) saranno forniti da Retake.

“Apriamo l’anno con un’iniziativa finalizzata alla cura della nostra città, vista l’ampia partecipazione nel corso degli ultimi eventi organizzati a Torino. Ci vediamo il 4 gennaio in via Nizza 245 per una raccolta rifiuti nell’area del Lingotto. Un’occasione per cominciare il 2025 nel migliore dei modi e pianificare insieme gli appuntamenti futuri” – dichiara Sofia, Referente Retake Torino.

Per info:
APP Retake: bit.ly/4j2sCWi
Facebook: www.facebook.com/RetakeTorino
Contatti Retake Torino: torino@retake.org

Regala un albero (con dedica) a Torino per una città più verde

Prosegue anche nel 2025 l’iniziativa rivolta ai privati che desiderano contribuire all’incremento e alla cura del patrimonio arboreo cittadino. Un modo particolare per fare un dono, anche con finalità celebrative o commemorative, contribuendo allo stesso tempo alla salvaguardia del patrimonio arboreo della Città.

“Regala un albero alla tua Città”, questo il titolo dell’iniziativa, prevede che i soggetti privati – cittadini e cittadine singolarmente o in forma associata, residenti a Torino o in un altro comune italiano o estero, enti no profit e aziende – possano donare un albero alla Città di Torino, con la possibilità di dedicarlo ad una persona o al ricordo di un evento particolare.

Come definito nelle linee guida della Città di Torino, il personale tecnico della Divisione Verde e Parchi si occuperà della messa a dimora e cura dell’albero donato e della sua eventuale sostituzione, in caso di non attecchimento. Il contributo volontario minimo richiesto è di 250 euro, ma è possibile versare anche un importo minore (minimo 25 euro) e contribuire alla raccolta fondi per l’acquisto di alberi destinati al Vivaio Comunale. Il donatore riceverà un Attestato di donazione personalizzato come ringraziamento da parte della Città di Torino.

Il bilancio dell’iniziativa fin dal suo avvio, nel 2008, è positivo. Negli anni sono state numerose le persone che hanno aderito, regalando un albero come gesto simbolico in un momento importante della loro vita. Non solo per celebrare una nascita o ricordare una persona cara mancata, ma anche, ad esempio, per sorprendere con una proposta di matrimonio inaspettata, festeggiare un compleanno o semplicemente come ringraziamento.

Per maggiori informazioni sulle modalità di adesione al progetto: http://www.comune.torino.it/verdepubblico/donazione/