ilTorinese

Non lasciamo sola Hong Kong

In questi giorni stiamo assistendo ad una progressiva erosione dei diritti umani e civili ad Hong Kong. Nella ricorrenza del trentunesimo anniversario del massacro di Piazza Tiananmen, il consiglio legislativo della città ha approvato una legge che criminalizza ogni modifica al testo dell’inno nazionale cinese e sanziona chi lo canta con poca convinzione.

Inoltre, la nuova legge sulla sicurezza nazionale promossa da Pechino in violazione dei trattati internazionali, prevede una sostanziale estensione di quelle misure di repressione del dissenso attualmente in vigore nella Cina continentale anche al territorio di Hong Kong. Gli effetti di questa legge sono già visibili: attivisti, studenti e intellettuali hanno dovuto cancellare i propri profili social o assumere identità false per evitare ritorsioni. Ci sono fondati timori che, oltre agli arresti di massa che vedono coinvolte centinaia di persone, si siano verificate violenze fisiche e sessuali nei confronti dei manifestanti trattenuti negli istituti di pena.

Solo pochi paesi, tra cui Gran Bretagna, Stati Uniti, Australia e Canada, si sono schierati apertamente contro questa escalation di violenza e repressione. L’Unione Europea ha espresso preoccupazione e rammarico nei confronti dell’ennesima violazione di accordi internazionali da parte della Cina, senza però prendere provvedimenti sostanziali.

È importante che il Governo italiano assuma una linea chiara a sostegno dell’autonomia di Hong Kong e della tutela dei diritti umani. E’ nostro auspicio inoltre che, in questo momento critico, la stampa italiana tenga alta l’attenzione su un tema così importante, perché le battaglie per la democrazia e la libertà non si vincono senza il supporto di una informazione corretta e coraggiosa. Viceversa è sotto gli occhi di tutti il fatto che – tranne poche, meritevoli eccezioni – l’attenzione dei mass media verso le iniziative a sostegno del reale rispetto dei diritti di ogni essere umano, è molto bassa – quando, in alcuni casi, addirittura inesistente –  specie se si toccano sensibilità di Paesi o potentati pronti a far scattare rappresaglie di vario tipo. Cionondimeno in Italia, da mesi il Partito Radicale Nonviolento Transnazionale Transpartito, Radicali Italiani e le associazioni Adelaide Aglietta, AiresVen e Marco Pannella, insieme a movimenti di vario orientamento che si battono anche per la libertà religiosa, promuovono iniziative a sostegno della causa di Hong Kong. Speriamo vivamente che vogliate aiutarci a far conoscere queste iniziative, in modo che ad esse si uniscano al più presto anche altri movimenti, associazioni, istituzioni, partiti e, in ultima analisi, tutte le persone che ritengono irrinunciabile – in qualsiasi Società e parte del mondo – il rispetto delle dignità di ogni essere umano.

Chiara Ardito, Patrizia De Grazia, Giampiero Leo, Mario Barbaro, Igor Boni, Bianca Briceno, a nome di tutte/i i promotori della campagna di solidarietà alla popolazione di Hong Kong

Rapinano un uomo e tentano di lasciare la città

Hanno rapinato attorno alle 4 del mattino di mercoledì un cittadino senegalese di 47 anni che stava sorvegliando una bancarella posizionata al mercato di Porta Palazzo, in attesa che arrivasse la luce del giorno.

L’uomo era seduto su una sedia, quando all’improvviso è stato accerchiato da tre maghrebini, uno dei quali aveva al seguito un trolley. I tre, dopo averlo immobilizzato e aver frugato nelle sue tasche in cerca di denaro, non trovandone, lo hanno malmenato e poi rapinato dell’orologio e di un anello. La violenza subita ha procurato alla vittima una ferita lacera contuso al labbro ed una tumefazione all’ occhio. I poliziotti della Squadra Volante, coadiuvati da agenti del Commissariato Centro, hanno individuato la direzione di fuga dei rei tramite le riprese di alcune videocamere di videosorveglianza poste nella zona. Il gruppo veniva notato spostarsi su via Milano in direzione del centro città. Considerato che uno degli autori della rapina aveva con sè un trolley, l’intuito degli investigatori portava al controllo delle vicine stazioni di Port Susa e Porta Nuova. Proprio in quest’ultima stazione, alle 5 del mattino, vengono rintracciati nell’atrio partenze/arrivi i tre soggetti: si tratta di due cittadini marocchini di 37 e 27 anni; e di un cittadino algerino di 24. Tutti sono irregolari sul territorio nazionale e con precedenti di polizia specifici. Stavano per lasciare la città. Anche grazie ad alcuni dettagli fisici molto particolari riferiti dalla vittima, sono stati identificati senza ombra di dubbio quali gli autori della rapina avvenuta un’ora prima a Porta Palazzo. I tre sono stati dunque sottoposti a fermo di indiziato di delitto per rapina aggravata in concorso, convalidato nelle ore successive.

Liberi professionisti i più colpiti dalla crisi economica

I dati emergono dall’Osservatorio del Consiglio e della Fondazione Nazionale dei Commercialisti. Quasi un milione e mezzo di lavoratori ha visto crollare la produttività di oltre il -20%, più di qualsiasi altro comparto economico. La media nazionale registra un calo molto più contenuto pari a -2384euro e -3,8% di produttività

 Oltre 13mila euro per occupato lasciati per strada negli ultimi dodici anni. I liberi professionisti sono il comparto economico più colpito dalla crisi economica del 2008 con un calo di produttività di oltre il -20% a fronte di una media nazionale che ha perso 2384euro con una flessione della produttività del -3,8%. Il dato emerge dall’Osservatorio del Consiglio e della Fondazione Nazionale dei Commercialisti che rileva come mentre nell’economia generale cresceva la disoccupazione, le fila dei liberi professionisti si ingrossavano di anno in anno fino a raggiungere nel 2019 una crescita esponenziale rispetto al 2007: +28%. Nello stesso periodo, nell’intera economia, l’occupazione complessiva aumentava appena del 2% e tra gli indipendenti diminuiva addirittura dell’11%. L’offerta di lavoro libero professionale è cresciuta a un ritmo decisamente superiore a quello della produzione determinando così un repentino crollo della produttività individuale. In altri termini, la domanda di servizi professionali non è cresciuta allo stesso ritmo dell’offerta di servizi, anzi è rimasta quasi stazionaria con la conseguenza di appiattire significativamente i redditi medi dell’intero comparto. Nello stesso periodo, infatti, il valore aggiunto per occupato, misurato in termini reali (cioè al netto dell’inflazione), del comparto delle attività professionali si è ridotto del 21,5% facendo registrare una perdita in termini assoluti di quasi 13 mila euro per ogni lavoratore.

La crisi ha colpito duramente l’intero settore del lavoro indipendente che negli anni ha perso 669 mila occupatil’11,2%. Nello stesso periodo, l’occupazione dipendente è cresciuta del 6,7%, un incremento di 1 milione e 135 mila occupati. Invece, in assoluta controtendenza rispetto al totale degli occupati indipendenti, i liberi professionisti sono aumentati di 310 mila unità (+27,6%). Il calo di occupati indipendenti è, dunque, concentrato nell’area che l’Istat definisce del lavoro autonomo, essenzialmente commercianti ed artigiani, che sono diminuiti del 15%, un calo di 538 mila occupati. Oltre che nell’area residuale dei coadiuvanti familiari, dei soci di cooperativa e dei collaboratori che hanno lasciato sul terreno altri 396 mila occupati.

Concentrando l’analisi sul settore “Attività professionali, scientifiche e tecniche, amministrazione e servizi di supporto”, che contiene la quasi totalità dell’universo delle libere professioni socio-economiche, giuridiche e tecniche (ad eccezione, quindi, dell’area socio-sanitaria che risulta, in buona parte, ricompresa tra gli occupati dipendenti), i dati Istat indicano che il valore aggiunto per occupato, il principale indicatore che misura la produttività del lavoro, ha lasciato sul terreno 12.686 euro (-21,5,%) passando da 58.986 euro a 46.301 euro (rispetto ad una media nazionale di 60.770 euro che, invece, ha subito un calo molto più contenuto pari a -2.384 euro, il 3,8% in meno rispetto al 2007). Se, invece, focalizziamo l’analisi sul sotto-settore “Attività professionali, scientifiche e tecniche” che rappresenta ancora più fedelmente l’universo delle libere professioni economiche, giuridiche e tecniche, il valore aggiunto per occupato ha perso in dodici anni 13.729 euro (-19,3%) passando da 71.302 euro del 2007 a 57.573 del 2019. Se prima, dunque, la produttività media del settore era superiore a quella media nazionale (113%), dopo la crisi è scesa ad un livello inferiore (94%), mostrando un gap già abbastanza significativo e preoccupante. Ulteriori stime e rielaborazioni sui dati Istat di contabilità nazionale, infine, hanno anche permesso di evidenziare come il crollo della produttività nell’ambito delle libere professioni sia abbastanza diffuso ed omogeneo, tranne piccole differenze tra macroaree. Infatti, mentre l’area delle professioni giuridiche ed economiche ha contenuto il crollo a -16,9%, quelle tecniche hanno subito una perdita maggiore e pari a -20,4%.

“I numeri fornitici dal nostro Osservatorio – commenta il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani – certificano una profonda distorsione del mercato del lavoro che, soprattutto nelle mutate condizioni conseguenti alla crisi del 2008, continua a generare un sovraffollamento del sistema e un eccesso di offerta che deprime il valore dei servizi prestati. Gli Ordini professionali sono da tempo in crisi e non è più possibile che dalla politica vengano trattati come delle corporazioni e che i singoli professionisti siano ancora percepiti come dei privilegiati, secondo una visione ormai del tutto obsoleta. L’esclusione dall’accesso al credito a fondo perduto è solo l’ultima dimostrazione di una disattenzione nei confronti di questo pezzo tanto significativo del mondo del lavoro. Un’occasione utile inoltre a sottolineare il grande contributo che il sistema ordinistico potrebbe fornire ad uno snellimento della burocrazia se si portasse a compimento il jobs act degli autonomi, che prevedeva di delegare alle professioni funzioni proprie della Pubblica amministrazione”.

 Tabella 1. Occupati per profilo professionale. Anni 2007 e 2019 e var. %. Dati in mgl.

Profilo professionale 2007 2019 Var. %
TOTALE OCCUPATI 22.894 23.360 +2,0%
di cui DIPENDENTI 16.913 18.048 +6,7%
di cui INDIPENDENTI 5.981 5.312 -11,2%
Imprenditore 316 272 -13,9%
Libero professionista 1.125 1.436 +27,6%
Lavoratore in proprio 3.595 3.057 -15,0%
Coadiuvante familiare 418 299 -28,6%
Socio di cooperativa 47 30 -37,2%
Collaboratore 479 219 -54,3%

Fonte: Elaborazione FNC su dati Istat, Forze di Lavoro. Dati estratte il 1 giugno da I.stat.

 

 

 

 

Tabella 2. Valore aggiunto per occupato (valori concatenati anno 2015) per settori di attività. Anni 2007 e 2019

Settori di attività 2007 2019 Var. Var. %
TOTALE ATTIVITA’ ECONOMICHE 63.154 60.770 -2.384 -3,8%
AGRICOLTURA, SILVICOLTURA E PESCA 33.147 35.356 2.209 6,7%
INDUSTRIA 68.104 70.915 2.811 4,1%
COSTRUZIONI 54.322 44.045 -10.278 -18,9%
SERVIZI 64.579 61.091 -3.488 -5,4%
Commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli 42.558 48.762 6.205 14,6%
Trasporti e magazzinaggio 81.926 73.365 -8.561 -10,4%
Servizi di alloggio e di ristorazione 43.577 35.154 -8.423 -19,3%
Servizi di informazione e comunicazione 89.113 90.190 1.076 1,2%
Attività finanziarie e assicurative 116.172 130.075 13.902 12,0%
Attività professionali, scientifiche e tecniche, amministrazione e servizi di supporto 58.986 46.301 -12.686 -21,5%
Attività professionali, scientifiche e tecniche 71.302 57.573 -13.729 -19,3%
Attività legali e contabilità, attività di sedi centrali, consulenza gestionale, attività degli studi di architettura e d’ingegneria, collaudi e analisi tecniche 66.229 54.498 -11.731 -17,7%
Attività legali e contabilità, attività di sedi centrali, consulenza gestionale 69.984 58.147 -11.837 -16,9%
Attività degli studi di architettura e d’ingegneria, collaudi e analisi tecniche 58.184 46.337 -11.847 -20,4%
Attività amministrative e di servizi di supporto 42.425 33.146 -9.279 -21,9%
Amministrazione pubblica e difesa, assicurazione sociale obbligatoria 72.127 78.708 6.582 9,1%
Istruzione 39.882 38.279 -1.603 -4,0%
Sanità e assistenza sociale 55.559 45.243 -10.315 -18,6%
Attività artistiche, di intrattenimento e divertimento, altre attività di servizi 63.883 59.074 -4.809 -7,5%
Attività artistiche, di intrattenimento e divertimento 60.141 54.956 -5.184 -8,6%
Altre attività di servizi 39.306 37.402 -1.904 -4,8%
Attività di famiglie e convivenze come datori di lavoro per personale domestico, produzione di beni e servizi indifferenziati per uso proprio da parte di famiglie e convivenze 12.689 11.631 -1.058 -8,3%

La classica Stracandiolo diventa virtual run

Dal 1999 la Stracandiolo richiama, nel mese di giugno, numerosi runner e amatori dal tutto il Piemonte. È ormai divenuta una classica del calendario FIDAL e durante quella giornata, l’Istituto di Candiolo diviene storicamente luogo di solidarietà, passione sportiva e allegria.

MEDICI, INFERMIERI E RICERCATORI HANNO CONTINUATO A CORRERE PER L’ISTITUTO DI CANDIOLO. ORA TOCCA A NOI. DOPO VENT’ANNI LA STRACANDIOLO 2020 SI TRASFORMA IN UNA VIRTUAL RUN IN EDIZIONE SPECIALE.

La 21esima edizione si sarebbe dovuta svolgere domenica 7 giugno, ma a seguito dell’emergenza COVID-19, la classica 8 km non potrà avere luogo. Nasce quindi la Stracandiolo Virtual Run, grazie anche al supporto di Team Marathon, nostro ormai consolidato partner e Unicredit spa. Dal 5 giugno tutti potranno iscriversi attraverso la pagina dedicata all’evento StraCandiolo sul sito www.teamarathon.it. Basterà compilare il modulo di iscrizione e scegliere una delle quattro possibilità di donazione proposte.
La donazione minima richiesta per l’iscrizione è di € 5,00 e ognuno potrà decidere di devolvere quanto desidera a favore delle attività di ricerca e cura dell’Istituto di Candiolo-IRCCS.
Da venerdì 26 giugno a domenica 28 giugno tutti potranno partecipare alla Stracandiolo Virtual Run correndo outdoor o sul tapis roulant le tradizionali tre distanze proposte: 1km, 5km e 8km.
Per poter rendere più avvincente e interessante l’evento, ognuno dovrà postare una propria testimonianza attraverso foto/video da inviare via messenger di facebook – www.facebook.com/TorinoIsFaster/ – o via mail all’indirizzo stracandiolo@teamarathon.it personalizzando il video con il messaggio vocale: “
«Io Corro la #stracandiolo2020, la ricerca non si ferma, sostienila anche tu!».

Dal 30 giugno tutti gli iscritti potranno scaricare un attestato di partecipazione personalizzato direttamente dal sito www.teamarathon.it .
Da quando è iniziata l’emergenza Coronavirus, medici, infermieri, tecnici e ricercatori dell’Istituto di Candiolo sono impegnati con ancora maggior dedizione e intensità a favore dei pazienti oncologici.
Un grande sforzo che permette al Centro di essere in prima linea in questi giorni particolarmente difficili, fornendo tutte le cure indispensabili ai pazienti oncologici con ancora maggior attenzione e dedizione, e di garantire il supporto necessario per aiutare il sistema sanitario della Regione Piemonte a fronteggiare questa difficile emergenza.
In pochi giorni all’istituto di Candiolo è stato creato un laboratorio per l’analisi dei tamponi utili a individuare il Covid-19, e sono stati realizzati nuovi posti letto finalizzati a ospitare i pazienti oncologici provenienti da altri istituti del territorio e del nostro Paese.
Tutti insieme, sempre!

Fase 3, Ruffino (Fi): “Più risorse ai Comuni”

“Siamo ormai in piena Fase 3, ma per i Comuni il governo non ha ancora previsto le risorse adeguate per far fronte a tutte le nuove emergenze derivate dal flagello del Coronavirus.

In questi mesi Anci ha dialogato in modo costruttivo con Palazzo Chigi, ma adesso oltre ai buoni propositi occorre essere più incisivi e portare a casa i fondi diventati ormai vitali per tante realtà.
Gli sportelli unici territoriali per le attività produttive sono in affanno; chi vuole avviare una nuova attività – penso soprattutto a giovani e donne – non ha a disposizione incentivi che possano in qualche modo favorire l’imprenditoria; servono fondi immediati per avere una vera formazione degli amministratori locali; occorre inoltre rilanciare, anche nei piccoli Comuni, il turismo.
Il governo batta un colpo e Anci si dia una mossa, non c’è altro tempo da perdere”.
Lo afferma in una nota Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia.

Il Concerto di Ferragosto nella reggia di Valcasotto

Nonostante le difficoltà legate all’emergenza Covid-19, anche quest’anno non mancherà l’appuntamento con il tradizionale Concerto di Ferragosto dell’Orchestra “Bartolomeo Bruni” Città di Cuneo, giunto alla sua 40edizione, che sarà a porte chiuse, per non creare occasioni di contagio, ma la cui ampia diffusione sarà come sempre garantita dalla diretta Rai.

Sede della manifestazione sarà la Residenza Reale di Valcasotto di Garessio, di proprietà della Regione Piemonte, fatte salve alcune verifiche tecniche di fattibilità che la Rai sta effettuando in questi giorni.

Lo hanno deciso questo pomeriggio i rappresentati degli enti che compongono la Cabina di Regia dell’iniziativa: Regione Piemonte, Provincia di Cuneo, Camera di commercio di Cuneo, Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e Atl del Cuneese.

L’evento, che porta la musica classica in quota, è nato nel 1981 nel cuneese su un’intuizione del violinista buschese Bruno Pignata, che coinvolse il Maestro dell’Orchestra Bruni Giovanni Mosca. La prima edizione fu al Rifugio Quintino Sella (Valle Po). Da allora il concerto si svolge il 15 agosto in alta montagna e, dal 1993, viene trasmesso in diretta Rai con decine di migliaia di spettatori in Italia e all’estero, rappresentando una delle più importanti manifestazioni regionali di promozione dell’immagine del Piemonte e delle sue montagne (diretta nazionale TV su RAI 3 e RAI Sat dalle ore 12.55).

Il 28 maggio 2018 è stato firmato il “Protocollo d’intesa per la valorizzazione e promozione del Concerto di Ferragosto” tra la Regione Piemonte, la Provincia di Cuneo, la Camera di Commercio di Cuneo, l’Atl del Cuneese e la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneoche ha garantito una programmazione triennale del Concerto di Ferragosto (per il periodo 2018/2019/2020) da svolgersi in alta quota negli ambienti alpini più caratteristici e significativi della montagna cuneese nel rispetto dei criteri e requisiti fondamentali di fattibilità e sostenibilità, tenuto conto della bellezza paesaggistica e rilevanza ambientale, storica e artistica della località.

Il Protocollo d’intesa, oltre a dare una garanzia triennale al territorio è servito anche ad ottenere una sorta di garanzia con la RAI per la sua diffusione. Il concerto di ferragosto fa registrare un milione e mezzo di audience e diventa una cartolina efficace di promozione del nostro territorio.

Le parti patrocinano e finanziano il concerto attraverso contributi diretti agli enti organizzatori (Comuni o Unioni Montane o Parchi), per un ammontare complessivo annuo di 56.000 euro sostenendo in modo particolare le spese relative all’Orchestra, al trasporto materiale, agli allestimenti, all’organizzazione generale ed alla promozione della manifestazione.

La Regione Piemonte compartecipa al finanziamento della manifestazione, stanziando 25.000 euro ogni anno, la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo mette a disposizione 20.000 euro, la Camera di Commercio 6.000 euro e l’ATL del Cuneese 5.000 euro. La Provincia di Cuneo ospita la Cabina di regia che si occupa di monitorare e definire l’evento.

“Siamo molto contenti – dichiara il vicepresidente della Regione Piemonte, Fabio Carosso – che nonostante il momento difficile che stiamo vivendo, si riesca lo stesso ad organizzare questo concerto. Spiace un po’ che non ci sia l’afflusso massiccio di pubblico in alta quota che è una delle caratteristiche di questo evento, ma grazie alla Rai questo momento, che è di grande valore culturale, ma per noi anche di marketing territoriale, consentirà di far vedere la bellezza delle nostre montagne ad una vastissima platea di spettatori”.

“Siamo particolarmente soddisfatti – aggiunge il presidente della Fondazione Crc, Giandomenico Genta – che, grazie all’impegno profuso dalla Fondazione e da tutti gli enti coinvolti, l’appuntamento con il Concerto di Ferragosto sia confermato anche per l’estate 2020. Un’occasione unica di promozione del nostro territorio, tanto più preziosa nel momento difficile che stiamo attraversando. Un grazie particolare va alla Rai la cui presenza, nonostante tutte le difficoltà incontrate, permetterà di far arrivare le note del concerto dalla Reggia di Valcasotto alle case di tutta Italia”.

“Il Concerto di Ferragosto – commenta il presidente della Camera di Commercio di Cuneo, Mauro Gola – è divenuto negli anni un appuntamento classico per gli amanti della montagna, della natura e della musica, che attraverso la diretta Rai ha consentito a migliaia di persone di scoprire le Alpi e gli incantevoli paesaggi della provincia. Quest’anno, in cui siamo chiamati a sostenere con maggior forza e impegno il settore turistico, sicuramente uno dei più provati dalla pandemia, il tradizionale appuntamento di metà agosto, nella storica località individuata, ha un sapore di ripartenza, che può e deve essere un invito ai turisti e ai tanti appassionati locali, a scegliere per le proprie vacanze destinazioni green, in contesti il cui valore è confermato dai prestigiosi riconoscimenti Unesco”.

Il presidente della Provincia di Cuneo, Federico Borgna: “Accolgo con grande soddisfazione la scelta del castello di Valcasotto, una delle location più caratteristiche del nostro territorio e che ben si adatta a questo evento. Sono molto contento che anche quest’anno il concerto si tenga nella nostro provincia. In un momento così difficile,poi, è molto importante riaffermare il valore della cultura”.

“In un’estate particolare come questa che ci apprestiamo a vivere – conclude – il presidente dell’Atl cuneese, Mauro Bernardi – il concerto rappresenta una rilevante occasione per far conoscere all’Italia intera le nostre bellezze paesaggistiche, naturalistiche ed architettoniche. La Reggia di Valcasotto abbraccerà idealmente musica e spettacolo per trasmettere, attraverso il grande lavoro della produzione Rai, anche tutto lo splendore e il fascino delle nostre montagne, dei nostri borghi alpini, delle nostre residenze sabaude. Qui, dove natura rigogliosa e opere artistiche dal grande respiro si fondono armoniosamente, la musica si eleverà per culminare in una meravigliosa cartolina promozionale della nostra amata terra.”

La Residenza Reale di Valcasotto (Garessio, Cn)

L’edificio venne fondato dai frati certosini nel 1.172 in località Valcasotto, luogo isolato adatto alla preghiera e alla meditazione. Più volte distrutta da incendi e ricostruita, la Certosa fu trasformata nelle forme attuali dall’architetto Bernardo Vittone a partire dal 1754. Dopo la soppressione napoleonica degli ordini religiosi, nel 1837 il complesso fu acquisito da re Carlo Alberto e destinato a castello di caccia. Qui Vittorio Emanuele II organizzava imponenti spedizioni venatorie e la principessa Maria Clotilde trascorreva l’estate. Il castello rimase di proprietà della famiglia reale fino all’anno 1881, data in cui venne venduto a privati per poi essere acquisito da Regione Piemonte. Il castello di Valcasotto, è oggi la residenza reale più a sud del circuito sabaudo ed è parte di un comprensorio turistico che collega le valli di Pamparato e Mondovì alle stazioni termali di Lurisia e Vinadio. Il castello è composto da tre grandi ali che si affacciano su di un cortile porticato delimitato da muraglioni. Nei pressi si trovano inoltre altri edifici storici quali la Correria e la Cascina del Seccatoio.

Lunedì riaprono cinema e teatri

Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha firmato l’ordinanza che sarà valida da lunedì 15 giugno fino al 14 luglio.

In particolare, in linea con quanto previsto dal Dpcm dell’11 giugno, sono consentite in Piemonte le attività ludiche, ricreative ed educative per i bambini e i ragazzi da 0 a 17 anni, in strutture chiuse o all’aria aperta e con l’ausilio di operatori, nel rispetto dei protocolli di sicurezza definiti dalla Regione Piemonte e delle Linee guida nazionali.

Le visite nelle Rsa, in linea con il decreto dell’11 giugno, sono limitate ai casi previsti dalle direzioni sanitarie delle strutture, adottando le misure di prevenzione e sicurezza previste dallo stesso dpcm.

Da lunedì 15, inoltre, riaprono in Piemonte centri benessere e centri termalicircoli culturalicentri sociali e sale gioco, secondo le rispettive Linee guida approvate dalla Conferenza delle Regioni in accordo con il Governo.

Riaprono anche teatricinema e sale concerti. Gli spettacoli aperti al pubblico sono consentiti anche in altri spazi e all’aperto sempre nel rispetto delle apposite Linee guida.

Lo svolgimento delle manifestazioni pubbliche, invece, in linea con quanto previsto dal decreto nazionale, è consentito solo in forma statica.

Per quanto riguarda il report settimanale N.4 di monitoraggio della Fase 2, trasmesso alla Regione dal Ministero della Salute, per il Piemonte si conferma una situazione positiva con valori entro le soglie di riferimento, un basso livello di rischio e una incidenza ridotta rispetto alla settimana precedente.

Armato di coccio di bottiglia, rapinatore con due cicatrici “decorative”

Attendeva, seguiva e rapinava le sue vittime all’uscita dei locali del quartiere San Salvario. I carabinieri della Stazione Torino San Salvario hanno arrestato un africano, al momento non ancora identificato, responsabile di una rapina a mano armata. Ha due cicatrici decorative a forma di croci sul volto, ma non ha i documenti.

L’uomo è sospettato di aver messo a segno altre rapine nel quartiere. L’africano ha minacciato un italiano di 36 anni con un coccio di bottiglia per farsi consegnare soldi e cellulare. La vittima non ha reagito ed ha provato a calmare il rapinatore. È accaduto la notte scorsa in via Morgari angolo via Ormea. L’uomo, dopo una serata in un locale del quartiere San Salvario e al Valentino, ha raggiunto la sua macchina per tornare a casa ma è stato bloccato da un uomo di colore, con due croci tatuate sulla faccia, che l’ha minacciato con un coccio di bottiglia e gli ha chiesto di consegnargli i soldi. La vittima non ha reagito e ha provato a calmare il rapinatore che diventava sempre più aggressivo. Un carabiniere fuori dì servizio ha visto tutta la scena e ha chiamato i colleghi della Stazione Torino San Salvario e ha iniziato a pedinare il rapinatore e la sua vittima. I colleghi sono arrivati immediatamente e hanno bloccato l’africano subito dopo aver rubato dieci euro dalle tasche della vittima. Il rapinatore, senza documenti, non è stato ancora identificato, è stato arrestato per rapina.

Uno scambio di idee sul virus con il medico scrittore

“Poliedrico’ è l’aggettivo giusto per definire Paolo Gulisano, scrittore che si occupa ti fantasy, di storia e mondo celtico, con un particolare riferimento all’Irlanda, Paese che conosce in profondità. E sul suo blog, come egli stesso scrive, ‘oltre che di letteratura, di Tolkien, di Lewis, di fantasy, di Guareschi, si parla di molte altre cose’, come del fatto che è vice presidente della Società Chestertoniana Italiana, appassionato di pallacanestro, sport che ha praticato e non ha mai abbandonato, diventando poi capo degli ultras del Basket Lecco e ora segue come medico sociale della società, pur essendo da sempre un tifoso dell’Olimpia Milano, un tempo Simmenthal.

Cristiano cattolico è uomo di Fede annovera una serie di punti di riferimento dal Medioevo (Benedetto, Bernardo, Francesco, Colombano sino ai Santi dell’Ottocento e del Novecento. E’ anche collaboratore di giornali, riviste e radio. Ma soprattutto è un medico e cultore di storia della medicina. Lo scrivente lo ha conosciuto qualche anno fa quando era venuto a Casale Monferrato per presentare un suo libro dedicato all’Irlanda, in particolare sulla rivolta di Pasqua del 1916, tramite l’amica Maura Maffei, anche lei autrice di forte ispirazione cattolica e autrice di una serie di pregevoli romanzi che hanno sempre al centro o sono ambientati la terra di San Patrizio. Mai più avrebbe pensato di aver con lui uno lungo e costruttivo scambio di idee, assolutamente fuori dagli schemi, in tempi di pandemia, legato alla sua professione sanitaria, in particolare di medico epidemiologo con un’esperienza di alcuni decenni di lavoro.

Dati alla mano cosa sta succedendo, i giorni trascorrono ma il numero dei morti è alto ?

E’ uno dei dati da tenere d’occhio, insieme a quello dei posti occupati nelle terapie intensive e nelle terapie non intensive. Quello dei contagiati non è un dato attendibile perché si stima che sia maggiore.

Questo significa che la mortalità è più bassa di quella che inizialmente poteva apparire. Dai dati ufficiali il tasso di mortalità era del 12%.

L’incremento dei positivi, poi, non significa che il Covid si sta diffondendo ma che si stanno cercando i positivi e questo non deve spaventare anzi.

C’è stato un cambio di passo anche nelle cure ?

Adesso il Covid viene curato anche a casa, sono state individuate alcune terapie e questo certamente incide.

Cosa pensa del modo di affrontare questa situazione che hanno avuto i media ?

E’ stato diffuso anche del catastrofismo, al di là dell’allarme che doveva essere lanciato, della prudenza e della cautela che dovevano essere comunicati alla popolazione per affrontare questa problematica. E questo ha sicuramente generato una ulteriore paura e disagio. Epidemie come questa non devono diventare oggetto di spettacolo su televisioni, social, testate, sono eventi che invece vanno affrontati. L’Europa non si era trovata ad affrontare una situazione di questo genere ma ci sono altre aree del mondo dove la gente ci convive.

In questo periodo ho letto negli occhi delle persone tanta paura, meno però negli extracomunitari.

Scusi la domanda viene spontanea, perché un africano non si ammala o si ammala di meno ?

Innanzitutto perché è una popolazione più giovane. Da noi l’età media dei contagiati è di 62 anni, dei deceduti di 80. Poi chi viene dall’Africa sa che cosa è un’epidemia e sa come proteggersi.

Che evoluzione potrà avere questo virus ?

L’evoluzione la si vedrà, per alcuni scienziati, in particolare Giulio Tarro, si va verso l’azzeramento dell’epidemia, il professor Massimo Clementi del San Raffaele ha detto che il Coronavirus sta diventando un virus come tanti altri, molto meno pericoloso.

E se da un lato le nostre difese immunitarie vanno crescendo, dall’altro il virus è un parassita e se è letale ed uccide chi lo ospita, per lui è una sorta di suicidio.

Viene posto molto l’accendo su un vaccino …

Io mi occupo di vaccini da trent’anni. Ne ho visti nascere, certo, ma pochi. L’idea del vaccino viene sventolata come un feticcio. Non è così scontato che lo si trovi. Vorrei ricordare che ci sono tante malattie senza vaccino, nonostante gli enormi sforzi messi in campo, come l’HIV, non c’è per l’epatite C, mentre c’è per l’epatite A. Per arrivare ad un vaccino che sia efficace occorre un lasso di tempo piuttosto ampio, si devono formare gli anticorpi, non deve essere tossico. Se, in questo caso, sarà possibile ben venga, ma è meglio puntare sulle terapie, meglio implementare le cure. Se poi il Covid 19 sparisse completamente non sarebbe neanche necessario.

In questa Fase 2 si parla di convivenza con il virus, quale è dal suo punto di vista l’aspetto di maggiore importanza ?

Dovremo tenere sempre d’occhio e avere attenzione al dato epidemiologico, con un riferimento particolare ai decessi ed ai ricoveri. Il da farsi dovrà sempre essere rapportato alla situazione epidemiologica e continuare a seguire quanto è stato detto in questi mesi, da parte del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità, con una cura dell’igiene personale, nel rispetto di sé e degli altri.

Ci sono anche dei riflessi psicologici su quanto è accaduto e sta accadendo? E’ stato rilevato che in questo periodo c’è stato un incremento del numero di persone che si sono tolte la vita per la paura di ammalarsi o dopo un tampone positivo. Adesso occorre cercare di evitare una pandemia di disturbi psicologici’.

Massimo Iaretti

 

 

 

Coronavirus: ancora 10 vittime, in tutto sono 4 mila, e 40 contagi. In calo costante le terapie intensive

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17 DI SABATO 13 GIUGNO

22.175 PAZIENTI GUARITI E 2.028 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 22.175 (+319 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 2.443 (+94) Alessandria, 1.248 (+22) Asti, 802 (+3) Biella,   2.132 (+22) Cuneo, 1.981(+49) Novara, 11.566 (+124) Torino, 947 (+2) Vercelli, 907 (+0) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 149 (+3) provenienti da altre regioni.

Altri 2.028 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI SALGONO COMPLESSIVAMENTE A 4.006

Sono 10 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 0 al momento registrati nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 4.006 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 662 Alessandria, 247 Asti, 208 Biella, 390 Cuneo, 344 Novara, 1.769 Torino, 216 Vercelli, 129  Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 41 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 31.029 (+40 rispetto a ieri, di cui 34 asintomatiche; dei 40: 24 screening, 8 Rsa, 5 contatti di caso, 3 in fase di verifica) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così suddivise su base provinciale: 4004 Alessandria, 1863 Asti, 1041Biella, 2825 Cuneo, 2739 Novara, 15.777 Torino, 1314 Vercelli, 1116 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 262 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 88 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 27 (-3 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 510 (-17 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 2283.

I tamponi diagnostici finora processati sono 365.223, di cui 201.760 risultati negativi.