ilTorinese

I medici poeti del concorso “La Serpe d’oro”

Cerimonia di premiazione del concorso di poesia inedita riservata ai medici scrittori italiani, dal titolo La Serpe d’oro, all’Accademia di Medicina di Torino

L’Aula Magna dell’Accademia di Medicina, in via Po, ha rappresentato la storica cornice della premiazione dell’edizione 2020 del Concorso nazionale di poesia inedita La Serpe d’oro”, promosso dall’AMSI, Associazione Medici Scrittori Italiani. Sono stati proclamati i vincitori delle due sezioni in cui si compone il Premio, nel corso della cerimonia tenutasi il 16 ottobre scorso, sotto la supervisione della dottoressa Patrizia Valpiani, presidente dell’AMSI e del Premio, e del segretario del Premio Gino Angelo Torchio.

Per la sezione dei Medici scrittori sono risultati primi tre classificati  Davide Nervo, al primo posto con l’opera intitolataDicono i fantasmi”, seconda classificata è stata  Rina Muscia con “Sorella morte, e terzo classificato ex aequo Eugenio Salomone con l’opera“Il muro” e Franco Casadei con “Mare di Liguria.

Per la sezione composta dagli amici dei Medici scrittori è risultata prima classificata  Francesca Caterina Matricoti con “Bodrum 2015″, al secondo posto si sono classificati ex aequo Alessia Cargnino con “Il silenzioe Vera Durazzo con “Pezzi unici”, terzo classificato Guadagno Potito con Reflexion.

Il Premio Speciale della Giuria per la poesia dialettale ha conferito ex aequo a Cesarina Vittoria Vegni “Castegn a rost” e Mario Tamburello “Spiritu curiosu in cuorpu struppiatu”.

Nel corso della cerimonia, avvenuta nel pomeriggio del 16 ottobre, un piacevole intermezzo musicale è stato affidato all’artista Marco Giordano, presidente dell’Associazione Culturale Artisti, che si è esibito con il suo sax tenore. Nell’ambito della cerimonia è anche stato presentato in anteprima nazionale il volume antologico AMSI dal titolo ‘Radici per volare’ ( Edizioni dell’Ariete), curato da Simone Bandirali e Gino Angelo Torchio, con il patrocinio dell‘AMSI e della Società Dante Alighieri, Comitato di Torino.

Il premio letterario nazionale di poesia inedita La Serpe d’orocomprende due sezioni, una alla quale hanno potuto parteciparemedici scrittori (medici chirurghi ed odontoiatri italiani interessati alla poesia), e una dedicata alle persone vicine ed amiche dei medici scrittori. Si è anche aggiunta una terza sezione intitolata a Nora Rosanigo, medico scrittore che fu per tanti anni presidente onorario del Premio e del sodalizio, amante della poesia ed alla continua ricerca dell’aspetto universale e puro presente nel mondo umanistico.

Mara Martellotta

Morto a 45 anni Maggiorotto, medico dell’Istituto di Candiolo

L’Istituto di Candiolo, il centro oncologico torinese conosciuto a livello internazionale, piange la scomparsa di Furio Maggiorotto, dirigente  Medico presso la Divisione di Ginecologia Oncologica, morto per un improvviso malore.

Maggiorotto aveva 45 anni e da dieci anni lavorava a Candiolo, dove era un vero e proprio punto di riferimento. “Un’eccellenza in campo oncologico, una persona magnifica a livello umano”, è scritto sui social dai colleghi del medico, “un grandissimo professionista e persona eccezionale. E’ semplicemente andato via, in silenzio, lasciando dietro di sé solo tutto il bene che aveva fatto a così tante persone…”.

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

 

Kiran  Millwood  Hargrave  “Vardø  dopo la tempesta”   – Neri Pozza – euro 18,oo

L’autrice è una giovane (nata nel 1990)  poetessa, romanziera e drammaturga britannica, che ha vinto numerosi premi con i suoi libri dedicati all’infanzia, ed ora si lancia nel romanzo storico con questo testo che non è solo bello…. di più.

Ambientato nella Norvegia tra 1617 e 1620, inizia con una spaventosa tempesta nel Mare di Barents che in un battibaleno affonda le vite dei 40 pescatori di uno sperduto villaggio costiero. Le loro donne assistono impotenti alla tragedia e giorni dopo si ritrovano a recuperare i corpi straziati che il mare restituisce. Li conservano in una rimessa per barche, in attesa che la terra si sgeli per poter scavare le fosse, dare pace ai morti e riprendere a vivere dovendosela cavare da sole.

Poi la dura lotta per la sopravvivenza riparte dalla loro immensa forza d’animo. Rimettono in mare le barche, vanno a pesca, coltivano, cacciano e conciano gli animali. Sono vedove di tutte le età e sono diventate autosufficienti.

La loro vita è difficile, ma mai come dopo l’arrivo del sovrintendente Absalom Cornet e la sua giovane moglie norvegese Ursula; inesperta figlia di un armatore, fidanzata e sposata in soli 3 giorni a un uomo che non aveva mai visto prima e che cercava una consorte qualsiasi. Inutile dire che la sua esistenza è tristissima e riesce a trovare un po’ di consolazione soprattutto in una donna del villaggio che diventa aiutante, amica… Si chiama Maren, la burrasca le ha portato via il padre e il fratello, ed è un personaggio da tenere d’occhio per la sua incredibile umanità ed energia di fronte alle tragedie.

Absalom è duro, spietato, invasato con l’idea di dare la caccia alle streghe e verrà fuori che ne ha già strangolata e bruciata una. A Vardø la sua brama si scatena e con essa la caccia alle “presunte” streghe del villaggio.

Di più non vi racconto, però posso dirvi che questo romanzo, basato su una storia vera, vi condurrà nelle tenebre dell’animo umano. Tra superstizione, invidie, brama di potere, torture e roghi di innocenti, che il più delle volte sono ritenuti posseduti dal Maligno solo perché appartengono ai Sámi, (popolazione indigena nomade che ha suoi riti e credenze, pertanto visti come “diversi”).

Ma non saranno solo uomini Sami ad ardere vivi, a Vardø la caccia alle streghe vede condannate due donne innocenti…..

 

Margaret Storm Jameson  “Amore a prima vista”  -Fazi Editore-   euro   18,50

Dopo “Company Parade”, ecco il secondo capitolo della trilogia  “Lo specchio nel buio” considerata manifesto del femminismo e dell’emancipazione delle donne, scritto dalla giornalista e scrittrice inglese Margaret Storm Jameson. Nata nel 1891 e morta nel 1986 è stata la prima donna a laurearsi in inglese all’Università di Leeds, a ricevere una borsa di studio post laurea ed è diventata presidente del British Section of International Pen.

C’è molto di lei nella sua eroina Hervey Russel che, 6 anni dopo la fine della Grande Guerra, continua a lottare per ottenere successo nella società letteraria londinese, lavorando nel frattempo per la volubile Evelyn Lamb e la sua rivista, mantenendo se stessa e il figlio piccolo.

E’ ambiziosa, forte e irrequieta, ha conquistato a fatica l’indipendenza e sta per divorziare dal marito, l’inconcludente Penn.

Soprattutto sta scrivendo il primo corposo volume di una trilogia in cui racconta la vita di sua nonna, la temibile Mary, sperando di diventare l’autrice di fama che sogna di essere.

La strada verso il successo però non sarà né dritta né facile e Hervey dovrà barcamenarsi tra il difficile milieu letterario londinese dell’epoca, le incomprensioni con gli editori, l’inseguimento di successo e guadagni.

E sullo sfondo di questa seconda puntata c’è pure l’amore per il cugino Nicholas Roxby: uomo complicato e pieno di sentimenti contrastanti, tiranneggiato dalla moglie. La superficiale, capricciosa, narcisista e bellissima Penny che l’ha lasciato per un altro uomo…salvo poi pentirsene.

Non sarà facile per Hervey e Nicholas smussare gli angoli dei loro caratteri e delle storie che hanno alle spalle….l’idea è che entrambi divorzino dai coniugi fedifraghi; ma siamo nell’Inghilterra del 1924 e la strada per questo genere di decisioni è tutta in salita.

 

Mary Beth Keane  “Un amore qualunque e necessario”  -Mondadori –  euro 19,50

E’ un libro che parla di ferite profonde, fragilità, amori potenti, forza del perdono e possibile riscatto. Tutto inizia nel 1973 quando due reclute della polizia del Bronx si trovano ad abitare vicine: sono Francis Gleason e Brian Stanhope con le rispettive famiglie. Due matrimoni che saranno messi a dura prova: da un lato c’è la solitudine della moglie di Francis, Lena, e dall’altro, l’instabilità emotiva della moglie di Brian, Anne.

Tutto deflagra quando Anne, che non approva il sentimento che lega Peter (il suo unico figlio adolescente) a Kate, una delle figlie dei Gleason, in un impeto di follia compie un gesto estremo che travolgerà i loro destini.

Passano gli anni, Kate e Peter si ritrovano, anche se le loro famiglie sono ormai inconciliabili a causa di quello che ha fatto la mamma di Peter.

L’amore che lega i due giovani è un sentimento portentoso e in parte capace di suturare alcune ferite…ma non tutte.

Il romanzo racconta la loro vita insieme. Si sposano, mettono al mondo due figli e le loro esistenze scorrono tra normalità e fragilità di Peter, fino a quando il riapparire di Anne non costringerà

tutti a superare il difficile passato.

Una storia familiare che fa i conti con la tragedia e scava a fondo nell’anima dei vari personaggi.

Una prova di grande bravura di Mary Beth Keane, scrittrice americana di origini irlandesi -nel 2011 annoverata tra le 5 migliori scrittrici statunitensi under 35- che oggi vive vicino a New York con il marito e due figli.

 

Elvira Seminara  “I segreti del giovedì sera”  -Einaudi-  euro 16,50

Siamo a Catania dove un gruppo di amici prossimi ai 60 anni si ritrovano i giovedì sera per raccontarsi e misurare le loro vite.

Dialoghi serrati, riflessioni intelligenti, una spietata radiografia dei guasti –non solo fisici- che procura il tempo che passa, tutto condito da piacevoli dosi di autoironia.

Voce narrante è quella di Elvira che racconta vizi, virtù, piccole e grandi tragedie sue e dei suoi coetanei.

Un tuffo piacevole e dolce-amaro negli anni che incombono e su cosa comporti avere 60 anni oggi. Un pool di personaggi che non si arrendono e, tra segreti e nuove scoperte, fragilità e doppie vite, conseguenze fisiche e psicologiche, litigi ed incertezze annaspano, tenaci, nella vita.  Con un po’ di malinconia cercano di lasciare andare il tempo che passa, e si preparano a  una nuova stagione tutta da scoprire e vivere.

Il valore dei “patti” di Saretto

1944, l’antifascismo europeo tra i monti della valle Maira

Il 31 maggio 1944, a Saretto di Acceglio (Cn), si svolse un cruciale incontro tra la resistenza italiana e francese

L’incontro tra italiani e francesi fu organizzato per firmare gli accordi che sancivano rapporti di solidarietà, intesa, collaborazione e lotta contro la dominazione nazifascista. Queste intese rivestirono un importante valore storico, rappresentando la comunanza politica tra i due movimenti in lotta, il reciproco desiderio di stabilire relazioni e ricercare collaborazioni di tipo militare. All’appuntamento si giunse grazie alle relazioni politiche avviate da Costanzo Picco, sottotenente della IV armata rimasto in territorio francese dopo lo sbandamento dell’8 settembre 1943, che stabilì i contatti fra la resistenza francese e italiana tramite Detto Dalmastro, comandante del III settore del Comitato di Liberazione Nazionale. Un primo incontro avvenne il 12 maggio 1944 in alta montagna, al bivacco sul Colle Sautron, per iniziativa della Brigata “Giustizia e Libertà della Valle Maira”, al quale presero parte in rappresentanza dei partigiani italiani Detto Dalmastro, Costanzo Picco, Luigi Ventre — comandante della brigata Valle Maira — e Giorgio Bocca, comandante della brigata Valle Varaita. I francesi erano rappresentati da Jacques Lecuyer, del Comité de Libération National, e da diversi comandanti delle formazioni di maquisards. Al Colle del Sautron ci si accordò per un secondo incontro da tenersi a Barcelonnette, nella valle dell’Ubaye, a una trentina di chilometri dal confine italiano. Al rendez vous del 20 maggio presenziarono Duccio Galimberti, Detto Dalmastro e Giorgio Bocca. L’occasione servì a concordare l’intensificazione dei collegamenti tra le formazioni partigiane dei due versanti del confine, scambiandosi armi, munizioni e due ufficiali che si sarebbero stabiliti presso i rispettivi comandi per concordare azioni comuni: Costanzo Picco e Jean Lippmann. Si giunse così all’incontro decisivo, fissato per il 30 e 31 maggio, per sancire gli accordi anche sul versante italiano con l’arrivo dei maquis francesi attraverso il Colle delle Munie; inizialmente l’intesa doveva essere firmata ad Acceglio, dove si erano ritrovate le due delegazioni passando la notte in paese, ma un improvviso rastrellamento tedesco nella mattinata del 31 costrinse i partigiani a riparare più a monte, nella borgata di Saretto. Parteciparono all’incontro i partigiani Dante Livio Bianco, Ezio Aceto e Luigi Ventre, mentre i francesi vennero rappresentati dal comandante Max Juvenal (Maxence) e dal suo vice Maurice Plantier. L’importanza degli accordi si distingue per il valore dell’enunciazione di una solidarietà tra i popoli oppressi, la volontà di cooperare per la sconfitta del nazifascismo e la costruzione di una nuova Europa democratica e libera da guerre fratricide. Dal punto di vista politico si riconobbe che non vi era ragione di risentimento fra i popoli italiano e francese per le passate vicende belliche in quanto la responsabilità risaliva ai rispettivi governi e non ai popoli; dal punto di vista militare i Patti di Saretto, preso atto della fratellanza fra i combattenti dei due movimenti partigiani, evidenziò la necessità di unire le forze nella lotta contro i nazisti nella fascia alpina, stabilendo contatti continui per creare obiettivi comuni nelle azioni di guerriglia. Il testo, coinciso e denso di significati, rappresentò una delle dichiarazioni più rilevanti della Resistenza europea, di fondamentale importanza nei rapporti tra Italia e Francia dopo la fine della guerra. Leggerlo aiuta a comprenderne il rilievo storico: “Dando seguito a cordiali conversazioni avvenute in un quadro di mutua comprensione; esprimono, a nome delle organizzazioni che rappresentano, la soddisfazione per una ritrovata base comune di intesa; dichiarano che tra i popoli francese e italiano non vi è alcuna ragione di risentimento e di urto per il recente passato politico e militare, che impegna la responsabilità dei rispettivi governi e non quella dei popoli stessi, tutti e due vittime di regimi di oppressione e di corruzione; affermano la piena solidarietà e fraternità franco — italiana nella lotta contro il fascismo e il nazismo e contro le forze della reazione, come necessaria fase preliminare per l’instaurazione delle libertà democratiche e della giustizia sociale, in una libera comunità europea; riconoscono che anche per l’Italia, così come in Francia, la forma migliore di governo per assicurare il sostegno alle libertà democratiche e la giustizia sociale, è quella repubblicana; si accordano per impegnare le forze delle rispettive organizzazioni per il conseguimento dei fini suddetti, in uno spirito di piena intesa e su un piano di ricostruzione europea”. Poche righe dove riecheggia potente lo spirito del “Manifesto di Ventotène” (originalmente intitolato “Per un’Europa libera e unita. Progetto d’un manifesto”), uno dei testi fondanti dell’Unione Europea, redatto dagli antifascisti Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi nel 1941 durante il confino sull’isola di Ventotene, nel mar Tirreno.In quelle indimenticabili giornate passate sui monti fra l’alta Valle Maira e la Val d’Ubaye, sprofondando nella neve, combattendo contro il gelo e attraversando di nascosto le postazioni tedesche a presidio delle terre di confine, si consolidò tra quegli uomini l’ideale di un’Europa dei popoli come traguardo della lotta di Resistenza e di liberazione. Il loro pensiero si rivelò così audace che quanto scrissero nei Patti di Saretto venne criticato dai comandi italiani, poiché i concetti espressi andavano ben oltre i confini dell’idea monarchica ponendo le basi per una fase preliminare di costituzione delle libertà democratiche e della giustizia sociale in una comunità europea libera.

Marco Travaglini

133 scuole torinesi aderiscono al progetto “Igiene insieme”

INIZIATIVA PER PROMUOVERE BUONE PRATICHE DI IGIENE TRA BAMBINI, FAMIGLIE ED INSEGNANTI

 

  • Sviluppata da Napisan, in collaborazione con l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, porterà ad una donazione alle scuole in termini di materiale informativo e kit per la cura dell’igiene di oltre 1.5 milioni di euro
  • Le iscrizioni al programma sono ancora aperte al sito www.igieneinsieme.it 

Grande adesione a Torino al programma “Igiene Insieme”, con 133 scuole che, attraverso alcuni tra i loro insegnanti, hanno scelto di aderire all’iniziativa.

«Una grande risposta dal territorio per un progetto di grande valore, che mira ad aiutare, sensibilizzare e supportare direttamente bambini, genitori ed insegnanti in un percorso di educazione alla salute e di responsabilità in un momento così delicato per la nostra società» ha commentato Enrico Marchelli, AD di RB Hygiene Italia. «Il nostro orgoglio è aver portato questo progetto fuori dalle grandi metropoli, arrivando a stimolare e interessare presidi e insegnanti anche nelle province più piccole, troppe volte dimenticate dalle grandi compagnie. Un grazie, in questo senso, va ai nostri partner: preziosi compagni di un viaggio e di una missione molto importante per le generazioni future» ha concluso Marchelli.

Il progetto, realizzato da Napisan con la supervisione scientifica della Scuola di Specializzazione di Igiene e Medicina Preventiva dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, ha l’obiettivo di sensibilizzare ed educare bambini, genitori ed insegnanti ad assumere comportamenti igienici corretti, sia in termini di cura di sé sia in termini di responsabilità sociale in un momento estremamente delicato per la nostra società.

 

L’emergenza socio-sanitaria derivante dalla diffusione del contagio da Covid-19 è infatti arrivata a colpire molto duramente la nostra quotidianità, stravolgendo anche le abitudini e le istituzioni più consolidate. Tra queste, inevitabilmente, vi è la scuola, luogo e strumento cruciale nello sviluppo cognitivo, sociale ed educativo dei più giovani. La sua chiusura ha lasciato, ad ognuno di noi, una preziosissima lezione: la scuola è un’istituzione irrinunciabile, nella quale anche i più giovani, che rappresentano la base futura della nostra società, devono crescere, imparare, socializzare e, soprattutto, iniziare a scoprire il mondo nel modo corretto.

IL PROGETTO “IGIENE INSIEME”: EDUCAZIONE E RICERCA AL SERVIZIO DELLA COLLETTIVITA’

Per stimolare la consapevolezza sul tema nelle fasce più giovani e con l’obiettivo di contribuire a garantire un rientro a scuola il più sicuro possibile, è nato il progetto “Igiene Insieme”, fortemente voluto da Napisan fin dai primi mesi di lockdown. L’iniziativa, che nasce dalla fondamentale convinzione che l’igiene non è solo una questione privata, è rivolta in primo luogo ai più piccoli e a tutto ciò che vi ruota intorno: scuola e famiglia.

Dopo una prima fase che ha visto l’organizzazione di laboratori online per bambini e webinar per quasi 5000 insegnanti, con l’apertura delle scuole, il progetto vede ora una seconda, ancora più concreta fase attraverso il coinvolgimento diretto di oltre 5.000 scuole su tutto il territorio nazionale. Gli istituti scolastici coinvolti – le iscrizioni sono ancora aperte sul sito www.igieneinsieme.it – riceveranno materiale didattico e informativo sulle corrette pratiche d’igiene e kit per l’igienizzazione, per una donazione da parte di Napisan superiore a 1.5 milioni di euro. Infine, vi sarà la possibilità, per gli insegnanti, di partecipare a un corso di formazione – sviluppato anche questo con la consulenza scientifica dell’Università San Raffaele – riconosciuto dal MIUR per l’assolvimento dell’obbligo formativo.

 

Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito internet del progetto www.igieneinsieme.it.

Il Green Deal europeo rischia di essere compromesso dalla Politica agricola comune

Disastroso accordo tra le maggiori forze politiche del Parlamento Ue sulla riforma della Pac in palese contrasto con gli obiettivi delle Strategie europee Farm to Fork e Biodiversità 2030.

Una resa incondizionata alle grandi lobby dell’agricoltura industriale

 

Riceviamo e pubblichiamo / Le maggiori forze politiche europee sono giunte la settimana scorsa a un accordo sul voto sulla Pac che, se avrà la meglio al Parlamento europeo nel voto in plenaria con inizio previsto per il 21 ottobre, determinerà conseguenze disastrose per la salvaguardia della biodiversità, la natura e la lotta ai cambiamenti climatici. Il voto cadrà nella stessa settimana del cruciale incontro del Consiglio dei Ministri europei per l’agricoltura, il cui contributo per una Pac ambiziosa dal punto di vista ambientale sarà fondamentale, anche se per il momento i governi nazionali sembrano determinati nel voler puntare basso su questo aspetto.

 

L’accordo, sottoscritto dai tre maggiori gruppi politici europei, il Partito popolare europeo (Ppe), i Socialisti e Democratici (S&D) e Renew Europe (Liberali), sulla prossima Politica agricola comune risulta essere molto negativo per l’ambiente e rischia di vanificare gli sforzi ambientali della nuova Commissione europea. Lo denunciano a gran voce i principali rappresentanti della società civile e delle ong ambientaliste in tutta Europa: il Parlamento europeo rischia di arrestare e boicottare il processo del Green Deal europeo e i suoi obiettivi contenuti nelle recenti Strategie approvate pochi mesi fa, quelle sulla Biodiversità 2030 e la Farm to Fork.

 

Tra le proposte più dannose concordate da Ppe, S&D e Renew Europe quelle di non allocare un budget specifico per la protezione della biodiversità sui terreni delle aziende agricole – attraverso la creazione di stagni, siepi e piccole zone umide, come prevede la Strategia Ue Biodiversità 2030 e di rimuovere l’obbligo di almeno il 10% dei terreni agricoli dedicati alla biodiversità. Questi elementi sarebbero necessari e fondamentali per salvare le numerose specie a rischio di estinzione in tutta Europa. Altro elemento sconcertante dell’accordo è l’intenzione di rimuovere il divieto di arare e convertire i prati permanenti nei siti Natura 2000, che sono aree protette di interesse pubblico e che dovrebbero rimanere tutelate per il bene delle persone, degli animali e dell’ambiente.

 

Queste proposte, unitamente ad altre gravissime, potrebbero già significare la fine dell’ambizioso Green Deal dell’Ue, che ha disperatamente bisogno di una riforma radicale della Pac per avere successo.

 

Questo accordo potrebbe essere devastante in quanto propone di dirottare risorse verso pratiche “ambientali” che solo le grandi aziende potrebbero permettersi e i cui benefici ambientali sono discutibili, come l’agricoltura di precisione. Questo tipo di greenwashing finanziato con fondi europei potrebbe ostacolare seriamente le aziende agricole dedite all’agricoltura biologica e all’agroecologia.

 

«Questa proposta – afferma Marta Messa, direttrice di Slow Food Europa e a capo dell’ufficio Slow Food di Bruxelles – è una dichiarazione di resa all’agricoltura intensiva e a uno status quo che favorisce pochi e manca di sostenere tutti quei produttori che quotidianamente, attraverso pratiche agro ecologiche, producono cibo e salvaguardano l’ambiente. Ci appelliamo ai membri del Parlamento europeo, perché mantengano le promesse fatte ai cittadini europei alle elezioni 2019: un maggiore e concreto impegno nella lotta al cambiamento climatico e alla difesa della biodiversità. E ci appelliamo anche ai cittadini europei, perchè siano vigili e partecipi dei processi che determinano il futuro del nostro cibo, del nostro pianeta e del nostro futuro».

 

Attualmente, oltre il 35% del budget totale dell’Unione Europea, pari a circa 60 miliardi di euro versato dai contribuenti dell’Ue vengono spesi ogni anno per i sussidi della Pac, che per lo più finanziano l’agricoltura intensiva e industriale. Questo modello produttivo è tra le principali cause di perdita di biodiversità, d’inquinamento dell’acqua e dell’aria, e del cambiamento climatico.

 

Numerosi studi e oltre 3600 scienziati sostengono che l’agricoltura intensiva sta spingendo molte specie verso l’estinzione. Dal 1980, l’Ue ha perso il 57% dei suoi uccelli, degli ambienti agricoli, così come farfalle, api e altri impollinatori, anch’essi in grave declino.

 

Proteggere la natura significa anche proteggere tutti quegli agricoltori impegnati in una seria transizione agro-ecologica. I cittadini lo stanno chiedendo a gran voce in tutta Europa, organizzando dibattiti, manifestazioni, azioni online come parte della campagna Good Food Good Farming: i politici non possono continuare a ignorarli ascoltando solo le sirene dell’agroindustria.

Disastro Toro e Juve in regresso

Qui Toro: terza sconfitta consecutiva per i granata di Giampaolo e notte fonda per un futuro sempre più complicato.Un’altra sconfitta casalinga per 3a2 contro un Cagliari volitivo e ben organizzato. Belotti encomiabile, papera di Sirigu sul terzo gol del Cagliari, Meitè impalpabile.Una squadra allo sbando, ultima in classifica e con il chiaro obiettivo ,a questo punto, di lottare per non retrocedere.Prossima gara, fuori casa, contro il lanciatissimo Sassuolo.

Qui Juve: giornata di riflessione in casa bianconera dopo il pareggio contro il Crotone in terra calabrese. Una Juve piuttosto confusionaria, ancora un cantiere aperto,con un modulo di gioco ancora non deciso. Pesano e tanto le assenze di Ronaldo e Dybala. Mister Pirlo ha tanto lavoro da svolgere.Prossima gara,in casa, contro il tosto Verona di Juric.

Vincenzo Grassano

Totosindaco a Torino

Finalmente Forza Italia cala la carta della candidatura di Claudia Porchietto, deputata e soprattutto imprenditrice ex Presidente dell’Api torinese.

 Sotto la sua Presidenza l’associazione ha avuto notevole sviluppo. Candidata alla presidenza della Provinca di Torino ed Assessore regionale al lavoro nella Giunta Cota. Indubbiamente competente con il solo limite si essere targata come berlusconiana , dunque non simpatica a Meloni e Salvini che aspettano il sì definitivo dell’ imprenditore Damilano. L’assessore  alla Sanità Icardi probabilmente lascia, criticato  perché in tempo di emergenza Covid ha preferito il viaggio di nozze. Il salviniano doc va a casa? Il Capitano ultimamente non ne azzecca una. In Europa la Meloni va con i moderati e Lui con i fasciopopulisti. Sarebbe dovuto succedere l’ opposto. Ed anche con Attilio Fontana non ha fatto una gallata.  La Lombardia, unica regione d’Italia che non ha il vaccino antinfluenzale. La proverbiale efficienza lombarda messa a dura prova. Tegola in testa  ad Enzo La Volta candidato alle primarie del PD per il Sindaco di Torino.  Dopo tre anni sono state chiuse le indagini preliminari anche per Giulio Muttoni e l‘ex senatore Stefano  Esposito. Vicenda tutta interna ad un pezzo della sinistra che non parla di toghe nere e il garantismo è  d‘obbligo. Stefano Lo Russo capogruppo Pd ex assessore si candida alle primarie per il sindaco, incassando l’appoggio di Valentino Castellani ex primo cittadino. Escludere il ritiro del Senatore Mauro Laus sarebbe arbitrario. La Sinistra sbrindellata chiede a Mauro Salizzoni di candidarsi e mi sa che pezzi della sinistra PD lo vorrebbero. Igor Boni ( radicale ) già candidato. Conclusioni: praticamente, pochissimi nel Pd vogliono Saracco, Rettore del Politecnico come Sindaco di Torino. E pare che anche nel mondo universitario ci siano molte personalità che la pensano così. I pentastellati sono oramai un ologramma.  Destra e sinistra se la giocheranno. Magari vince il meno indeciso dei  due.
Patrizio Tosetto

Il Piemonte punta sulla raccolta differenziata

La Regione Piemonte potenzia la raccolta differenziata: 1 milione e 720mila euro ai Consorzi per la gestione dei rifiuti urbani

La Giunta ha approvato la delibera, presentata dall’assessore all’Ambiente, con la quale si finanziano misure per il raggiungimento degli obiettivi della raccolta differenziata, per la riduzione della produzione di rifiuti indifferenziati e per potenziare il loro recupero.  Marnati: “Raccolta differenziata ed economia circolare sono le nostre priorità e grazie a questi investimenti cresceremo ogni anno. Un passo in avanti per un Piemonte sempre più green”.

Un milione e 720mila euro dalla Regione ai Consorzi per la gestione dei rifiuti urbani. La Giunta questa mattina ha approvato la delibera, presentata dall’assessore all’Ambiente Matteo Marnati, inserita come misura specifica nel Piano Riparti Piemonte, la cui finalità è il potenziamento della raccolta differenziata anche alla luce delle esigenze, e delle criticità, emerse nel periodo della pandemia. Obiettivo: finanziare i consorzi per la gestione dei rifiuti urbani (21 sul territorio regionale) per progetti che consentano di raggiungere gli obiettivi sia di raccolta differenziata che di riduzione della produzione dei rifiuti indifferenziati e, parallelamente, il loro recupero nell’ottica dello sviluppo e del potenziamento dell’economia circolare.  Tra le tipologie di azioni “finanziabili”, la riorganizzazione dei servizi di raccolta, con il passaggio dalla raccolta stradale a quella porta a porta nelle zone in cui non è ancora in essere; lo sviluppo e l’incentivazione della tariffa puntuale, ossia la tariffa da applicare ai cittadini calcolata sulla base della reale produzione dei rifiuti; la realizzazione o l’adeguamento dei centri di raccolta rifiuti e delle aree per lo stoccaggio e la valorizzazione di quelli destinati al recupero. Finanziabili anche quelle misure che vanno nella direzione di risolvere e superare le criticità emerse la scorsa primavera per effetto della pandemia, e che potrebbero ripresentarsi nell’autunno inoltrato o nell’inverno. Per l’avvio vengono messi a disposizione dalla Regione nel bilancio 2021, 1 milione e 720mila euro. “La raccolta differenziata e l’economia circolare – commenta l’assessore all’Ambiente – sono le nostre priorità. E grazie a questi investimenti cresceremo ogni anno. Un passo in avanti per un Piemonte sempre più green”.