ilTorinese

Appello ai sindaci: “Una commissione sull’affido minori”

“Siamo ancora uno dei Paesi a non avere un registro nazionale dei minori fuori famiglia. L’Università di Padova stima 160 mila minori allontanati dalle proprie famiglie per decisione dei tribunali o su segnalazione dei servizi sociali negli ultimi vent’anni.

Quant’è, ad esempio, il tempo medio di permanenza dei minori nelle comunità? Qual è la condizione di queste comunità? Quanti di loro rientrano in famiglia dopo i percorsi stabiliti, e in quanto tempo? Non lo sappiamo. Ma conosciamo bene, invece, i tantissimi casi che arrivano all’attenzione delle nostre associazioni e che, purtroppo, sempre più spesso evidenziano un sistema giudiziario che obbliga minori e famiglie ad estenuanti percorsi giudiziari, anche solo per comprendere i motivi di numerose ingiustificate decisioni di allontanamento, ed evidenziando così la trascuratezza del principio che pone al centro dell’operato di tutti i soggetti coinvolti sempre e solo l’interesse superiore del minore”. Lo afferma Tommaso Varaldo, Presidente dell’Associazione Infanzia e Famiglia – AIEF.
“Il 29 luglio scorso la Camera approvava, a larga maggioranza, la Legge 107 che istituisce la Commissione bicamerale d’inchiesta sugli affidi e sulle comunità. Dato che ad oggi non è ancora stata costituita, l’Aief sta presentando in diversi Comuni un ordine del giorno che invita i Sindaci a sollecitare i Presidenti di Senato e Camera a costituire la Commissione d’inchiesta quanto prima perchè il lavoro da fare è enorme e minori, famiglie e vittime non possono aspettare oltre – continua Varaldo – Auspichiamo che la Commissione d’inchiesta non miri solo a controllare le condizioni e l’operato delle case famiglia e delle comunità per minori, ma anche l’operato delle commissioni di vigilanza, dei tribunali e dei servizi sociali che negli anni sono stati coinvolti in troppe situazioni di evidenti criticità. Chiediamo che si faccia luce sul potere di cui dispongono i servizi sociali con il 403 del codice civile possono decidere di allontanare un minore senza contraddittorio e sulla base di decisioni che frequentemente vengono verificate dalle Procure dopo settimane, se non mesi. Si faccia luce sui numerosi casi di conflitti d’interesse dei giudici e dei servizi sociali, emersi su tutto il territorio nazionale. E non ultimo chiediamo che si faccia chiarezza su come mai troppo spesso non venga rispettato il diritto dei minori di essere ascoltati direttamente per il rispetto delle proprie volontà e dei propri desideri”, conclude Varaldo

Da Palazzo Lascaris via libera al bonus artigiani

La prima e la terza Commissione, riunite congiuntamente sotto la presidenza di Carlo Riva Vercellotti, hanno dato a maggioranza parere positivo sulla delibera di Giunta che estende il bonus Piemonte a nuove categorie di artigiani prima escluse dal finanziamento. La delibera, perché sia esecutiva, dovrà essere approvata dalla Giunta regionale.

Presentando il provvedimento, l’assessore al bilancio Andrea Tronzano ha ricordato che l’estensione del bonus era stata richiesta dal Consiglio regionale e dalle associazioni di categoria: “Grazie alle economie ottenute dal ‘Riparti Piemonte’ abbiamo a disposizione 10,5 milioni di euro che andranno ad artigiani che erano stati esclusi dal primo provvedimento. Riceveranno 1.500 euro a testa che non rappresentano un risarcimento, ma devono essere impegnati nell’acquisto di beni durevoli che permettano di continuare l’attività durante l’emergenza”, ha spiegato Tronzano. L’assessore ha anche informato che FinPiemonte ha effettuato sui beneficiari del primo bonus 1500 controlli a campione, senza riscontrare alcuna irregolarità.

Le opposizioni non hanno partecipato al voto. “Non siamo contrari al bonus agli artigiani, ma sarebbe importante una riflessione su quanto è avvenuto, in modo da poter discutere su quali misure di sostegno all’economia mettere in campo di fronte alla seconda ondata”, ha sostenuto Raffale Gallo (PD).

Per Sean Sacco e Sarah Disabato (M5s) “ci sono ancora delle categorie escluse, da recuperare” e hanno chiesto di poterne discutere. Marco Grimaldi (Luv) ha chiesto di assegnare il bonus anche alle categorie finora escluse, previste negli emendamenti al Riparti Piemonte dell’opposizione che erano stati bocciati: “Perché discriminare alcuni soggetti rispetto ad altri?”.

Successivamente, nella riunione ordinaria della prima Commissione, sono state assunte le prime determinazioni sull’assestamento di bilancio. L’assessore Tronzano, presentandolo, ha parlato di “un assestamento tecnico, in cui interveniamo solo per accogliere alcune prescrizioni del Mef e per aggiornare i conti, in coerenza con la parifica del rendiconto 2019 della Corte dei Conti”, ha spiegato. Tronzano ha motivato la scelta con la necessità di fare in fretta per “provare ad approvare il bilancio di previsione entro il prossimo dicembre”.
L’opposizione ha chiesto la documentazione necessaria per approfondire i contenuti dell’assestamento. Le consultazioni on line si concluderanno venerdì 13 novembre.

Il MAO incontra la “street art”

“MAO meets URBAN ART”. Dal 28 ottobre al 31 gennaio 2021

“Museofobi” o “Museofili”? Il dilemma è ancora forte. E ciò nonostante  larte urbana” o “street art” (da non confondersi, come sottolineava l’americano John Fekner, fra i pionieri di quest’arte, con il “graffitismo” o “writing”) sia ormai da circa cinquant’anni un fenomeno artistico ampiamente consolidato e altrettanto ampiamente apprezzato.

Giusto o no aprire le porte di un museo agli “street artists”? Questo il dilemma. Porte aperte o no? Fra i “museofobi” (il più agguerrito in Italiaè il famoso Blu, segnalato dal “Guardian” come uno dei dieci migliori “artisti urbani” in circolazione) e i “museofili” – categorie così battezzate da Francesca Iannelli, docente all’Università di Roma Tre – il MAO-Museo d’Arte Orientale di Torino è sicuramente schierato nel gruppone dei secondi. Ne è chiara prova il fatto che, in occasione della mostra “China Goes Urban” attualmente in corso (che intende approfondire e interrogarsi sulle sfide lanciate dalle “new town” cinesi, e non solo, a seguito dei loro frenetici processi di espansione urbana), ha  avuto la bella idea di chiedere a quattro artisti di strada torinesi di proporre dei “murales” ispirati a opere, temi e soggetti presenti nelle collezioni permanenti del Museo di via San Domenico. Promotore e curatore del progetto, “MAO meets URBAN ART”, il fotografo Roberto Cortese dell’Archivio Storico della Città di Torino e quattro gli artisti che hanno risposto all’invito e che si susseguiranno nella sala polifunzionale del Museo per lavorare e “popolare gradualmente le pareti” con segni e colori di artistica contemporaneità,alla presenza del pubblico. Ad aprire la manifestazione, il 28 e il 29 ottobre scorsi, è stato Karim, classe ’84, “street artist” dalla fine degli anni Novanta quando inizia a collaborare con il progetto “Murarte” di Torino e  oggi presidente dell’associazione culturale “Artefatti”; sua la copia perfetta di ampio gesto segnico e vigore cromatico di “Jizo” o meglio “Jizo Bosatsu”, popolare divinità del Buddhismo giapponese, cui si affidava la protezione dei viaggiatori e dei bambini non nati.

Dopo di lui, il 12 e il 13 novembre sarà la volta di Nice and the Fox (al secolo Francesca Nigra, rivolese, classe ’86,specializzata nell’arte del ritratto “utilizzato come espediente comunicativo per esprimere idee, sensazioni e atmosfere”) seguita il 26 e il 27 novembre da ENCS 18, classe ’79, attivo sui muri di numerose città italiane e straniere, con figure umane o di animali, spesso unite a paesaggi di sfondo in un intreccio compositivo di particolare carica emozionale. A chiudere, il 10 e 11 dicembre, WASP, acronimo di “Writing And Sketching Projects”, crew nata nel 2007, attualmente formata da Edoardo Kucich, alias EddyOne, e Gabriele Guareschi, alias Ride, entrambi con esperienze precedenti nella scena graffiti-writing italiana e dal 2015 curiosi sperimentatori di tecniche e stili diversi dal tipico binomio puppet/lettering, alla ricerca di un linguaggionuovo e decisamente più personale. I visitatori potrannogratuitamente osservare gli artisti al lavoro (per  un massimo di dieci persone contemporaneamente e con una permanenza di 15 minuti) e ammirare  la nascita delle opere che, pennellata dopo pennellata, arriveranno a coprire l’intera superficie delle tele. Scrive Roberto Cortese: Negli ultimi decenni il fenomeno dell’arte urbana ha catturato l’attenzione non soltanto degli addetti ai lavori, degli appassionati o dei media, ma anche delle grandi imprese, interessate per lo più a inglobare all’interno del ‘mainstream’ (di conseguenza sterilizzandone il principio), ogni forma di comunicazione a proprio uso e consumo.


L’idea di fondo di questo progetto, che vede quattro artisti puri della strada, è nata proprio per dissociarsi da questo pensiero: un ritorno alle origini, un ritorno all’arte più antica, nello specifico all’antica arte orientale che incontra l’arte urbana
. Una volta concluse, le quattro opere rimarranno esposte al MAO fino a domenica 31 gennaio 2021.

Gianni Milani

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“MAO meets URBAN ART”

Mao-Museo d’Arte Orientale, via San Domenico 11, Torino; www.maotorino.it

Dal 28 ottobre al 31 gennaio 2021

Orari: giov. e ven. 12/19, sab. e dom. 10/19

 

Foto di Francesco Locuratolo

– Karim: “Jizo”
– Gli artisti partecipanti al progetto
– Karim al lavoro

Posti letto in esaurimento, la priorità è ridurre i ricoveri

È importante contenere il numero di ricoveri, perché l’elemento più critico dell’attuale fase pandemica è “il fatto che con questo incremento nessun sistema sanitario al mondo, non dico il Piemonte, può reggere”.

 

Per questo, ha spiegato l’assessore alla SanitàLuigi Icardi nel corso della sua informativa in Consiglio regionale, “dobbiamo cercare di curare a domicilio tutti coloro per i quali è possibile”. La seduta si è svolta in videoconferenza con la presidenza di Stefano Allasia.

“Si fanno molti ricoveri – ha detto l’assessore – e i tecnici ritengono che molti casi potrebbero però essere trattati a domicilio. Il Veneto ha addirittura fatto un’ordinanza in questo senso: noi abbiamo l’accordo integrativo con i medici”. Come esempio da seguire, Icardi ha citato quello di Ovada (Al) dove “il progetto Covid-Home prevede che all’accesso al pronto soccorso si facciano approfonditi esami e chi può viene rimandato a casa, quindi seguito dalla medicina territoriale e dalle Usca. “In questo modo si è registrato una diminuzione dei ricoveri del 50 per cento”. Oggi “Sulla base delle curve di contagio e delle proiezioni a sette giorni, in Piemonte emerge che ogni 100 sintomatici in più si devono attendere entro pochi giorni 16 ricoveri ordinari, e ogni 100 ricoveri ordinari ce ne sono 16 in terapia intensiva”.

Sempre in quest’ottica l’assessore ha ricordato appunto che “il 13 maggio è stato siglato l’accordo con i medici di medicina generale, che ha moltiplicato capillarmente la possibilità di intercettare il virus sul territorio. Abbiamo messo diversi milioni su questo contratto integrativo”.

Il carico degli ospedali alla data di ieri ha fatto registrare “3187 posti occupati per il Covid su una disponibilità di 5580. L’incremento nelle TI è lineare. Non si sta assistendo a un incremento rapido, ma a una costanza di aumento. Tuttavia con questi numeri nessun sistema sanitario al mondo può dare una risposta certa per lungo tempo”. Icardi ha anche spiegato che rispetto alla prima ondata, oggi abbiamo pressione sui posti ordinari e meno su quelli di terapia intensiva.

“L’andamento dei ricoveri ordinari mostra incremento dal 16 agosto. Sino a quel punto eravamo a 2 posti letto occupati. Nel periodo estivo i casi erano in maggioranza importati (il 59 percento), cioè avvenuti altrove. Dal 14 settembre è ricominciato l’aumento esponenziale”.

Icardi, nel corso della sua informativa, ha anche ripercorso nel dettaglio tutte le iniziative intraprese dalla Regione Piemonte per fronteggiare l’emergenza Coronavirus, a partire dal febbraio scorso. Ha rifiutato le critiche che accusano la Sanità piemontese di navigare a vista, descrivendo in modo dettagliato le decisioni prese e le direttive impartite alle Asl, chiarendo anche come i protocolli prevedano particolareggiatamente le azioni da intraprendere secondo i parametri registrati e i report settimanali che tutte le Regioni inviano al Ministero.

Festa delle Forze Armate in forma ridotta

Visto il perdurare dell’emergenza sanitaria fino al 31 gennaio 2021, quest’anno le celebrazioni per la commemorazione della giornata dell’Unita Nazionale e Festa delle Forze Armate si svolgeranno, in maniera sobria, rispettosa e limitata nella partecipazione, mercoledì 4 novembre, alle ore 10.00, presso la caserma Monte Grappa,  in corso IV Novembre, 3 – Torino, sede della Brigata alpina “Taurinense”.

Alla presenza delle più alte Autorità civili e militari della città, la commemorazione, che avverrà esclusivamente in forma statica e nel pieno rispetto delle norme per il contenimento del contagio da Covid-19, prevede la cerimonia dell’alzabandiera, che rinnova l’incontro tra il Paese e le Forze Armate, e la deposizione di corone d’alloro al monumento dedicato ai Caduti i cui Onori saranno resi da un picchetto in armi della Brigata “Taurinense.

Non saranno svolte le consuete manifestazioni celebrative/espositive denominate “Caserme Aperte” e “Caserme in Piazza”, nonché le iniziative all’interno degli istituti scolastici

Slot sequestrate per mancato rispetto delle norme anti Covid

Nella serata di venerdì 30 Ottobre 2020, durante un servizio mirato alla tutela della salute pubblica in esecuzione dell’ultimo DPCM del 24 Ottobre 2020 “Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19”, personale della Polizia Municipale di Torino appartenente al Comando Territoriale V – Madonna di Campagna, Lucento, Vallette – ha effettuato un controllo in un esercizio di somministrazione in Largo Toscana, dove era stata segnalata un’attività con le serrande abbassate oltre le 18.00, orario di chiusura previsto per tutti gli esercizi di somministrazione dal DPCM del 24.10.2020.

Gli agenti hanno riscontrato che, all’interno del locale con le serrande abbassate a metà, era realmente in corso l’attività di somministrazione oltre l’orario consentito. All’interno del bar, oltre al titolare erano presenti alcuni avventori, in parte impegnati a consumare e in parte intenti a giocare alle macchinette videogioco.

A seguito di accertamenti effettuati, è emerso che le 6 slot machine non rispettavano i limiti imposti dalla normativa regionale che prevede il divieto di installazione di apparecchi per il gioco lecito ad una distanza inferiore a 500 metri da luoghi sensibili, così come previsto dall’art.11 c.1 in rel. Art. 5 c.1 Legge Regionale 9/16. Pertanto, il gestore è stato sanzionato per un totale di € 12.000 (€ 2.000 per ognuna delle 6 macchinette installate) e gli apparecchi videogioco sono stati posti posti sotto sequestro amministrativo e sottratti alla materiale disponibilità di altri avventori.

Il gestore è stato anche sanzionato per aver esercitato l’attività oltre l’orario consentito (dalle ore 05.00 all ore18.00) per un importo pari ad € 400,00 ai sensi del DPCM 24.10.2020

Oltre al gestore, sono stati sanzionati anche n. 2 avventori che stavano consumando cibi e/o bevande dopo le 18.00 in esercizio pubblico, per un importo pari ad € 800,00 (400,00 per avventore).

Nella stessa serata di venerdì, in via Valdellatorre, un altro esercizio pubblico aperto oltre l’orario consentito, segnalato dai cittadini, esercitava l’attività di somministrazione. Per questo motivo gli agenti del Comando Territoriale V della Polizia Municipale hanno sanzionato il gestore per un importo pari ad € 400,00

 

Cirio chiede esenzioni sulle tasse a fronte dei sacrifici delle imprese

Durante l’incontro della Conferenza delle Regioni sul Dpcm il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha sottolineato che:

“Se si chiedono ulteriori sacrifici al mondo delle imprese pretendiamo che siano condizionati all’attuazione di queste misure immediate da parte del Governo. Chiedo, innanzitutto, l’esenzione totale dalle tasse per quanto ancora da pagare nel 2020 e per tutto il 2021 per le attività interessate dal nuovo decreto, e che questo venga contestualmente scritto in legge.”

Ha aggiunto: “Considerati i tempi della burocrazia statale, chiedo anche che i ristori abbiano stanziamenti e tempi certi di erogazione. Ho dato la disponibilità come Regione Piemonte a gestire direttamente i fondi messi a disposizione dallo Stato, forte dell’esperienza degli oltre 130 milioni di euro di indennizzi erogati sui conti correnti di oltre 70 mila attività piemontesi in meno di un mese, risorse che mi risulta peraltro siano le uniche arrivate nelle tasche delle nostre imprese del commercio”.

Il governatore del Piemonte chiede infine, che “venga prevista espressamente l’autorizzazione al congedo parentale, sia per i lavoratori dipendenti che per gli autonomi, di cui incredibilmente al momento nel Dpcm non c’è traccia. Inoltre, in attuazione della possibilità data ai Consigli regionali di proporre iniziative di legge nazionali, presenterò domani stesso una proposta di legge che imponga una tassazione straordinaria alle piattaforme internazionali di vendita online per tutta la durata delle nuove misure del Governo, prevedendo di destinare la totalità dell’introito ai piccoli esercizi commerciali di vicinato”.

Coronavirus, oltre 3000 contagi e 29 vittime

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17

 

34.675 PAZIENTI GUARITI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti guariti sono complessivamente 34.675 così suddivisi su base provinciale: Alessandria 3950, Asti 1903, Biella 1122, Cuneo 3708, Novara 3147, Torino 17.859, Vercelli 1587, Verbano-Cusio-Ossola 1170, extraregione 229.

I DECESSI SONO 4444

Sono 29 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 5 verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora 4444 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 719 Alessandria, 275 Asti, 230 Biella, 429 Cuneo, 430 Novara, 1946 Torino, 236 Vercelli, 136 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 43 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

I casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte sono 77.832 (+ 3.169 rispetto a ieri) di cui 1303 (41%) sono asintomatici.

I casi sono così ripartiti: 1132 screening, 994 contatti di caso, 1043 con indagine in corso; per ambito: 274 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 355 scolastico, 2540 popolazione generale.
La suddivisione complessiva su base provinciale diventa: 7300 Alessandria, 3775 Asti, 2500 Biella, 9572 Cuneo, 6094 Novara, 42.214 Torino, 2869 Vercelli, 2172 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 533 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 803 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 213 (+17 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 3379 (+271 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 35.121

I tamponi diagnostici finora processati sono 1.063.115 (+12.694 rispetto a ieri), di cui 586.921 risultati negativi.

Tamponi in tilt, Pd: “Disastro Piemonte”

La gestione dell’emergenza Coronavirus è inevitabilmente al centro del dibattito politico di ogni giorno. Oggi, in Consiglio regionale, si è tornati a parlare di tamponi: con un Question Time il Partito Democratico ha riportato il tema delle mancanze strutturali di organizzazione e gestione del tracciamento.

“L’informativa svolta durante la mattinata dall’Assessore alla Sanità Icardi non ha soddisfatto il Consiglio regionale: troppo vaga, nessuna assunzione di responsabilità, esposizione confusa. Per questo motivo, nel pomeriggio si discuterà e si voterà la mozione di sfiducia proprio all’Assessore presentata dalle opposizioni”.

“Drammaticamente siamo tenuti a constatare una totale inefficienza di questa amministrazione regionale, a livello organizzativo centrale e come gestione territoriale. La pandemia ha flagellato tutto il mondo, lo sappiamo, ma il Piemonte non ha saputo reagire nemmeno come altre Regioni italiane assimilabili come popolazione. Il dato dei tamponi è chiaro: 3 milioni in Lombardia, 2.35 milioni in Veneto, 1.6 milioni in Emilia, 1.48 in Lazio. Il Piemonte solo 1.05 milioni. Prima di noi anche la Toscana seppur con minor popolazione. Non possiamo girarci intorno: Cirio ed Icardi hanno fallito e devono assumersi le proprie responsabilità davanti ai cittadini” commenta il Consigliere regionale Diego Sarno.

“Il sistema dei tamponi è in tilt da settimane” aggiunge il Capogruppo regionale Dem Raffaele Gallo “per la disorganizzazione della giunta Cirio rispetto al flusso previsto. Si intervenga subito: certe scene, a distanza di otto mesi dall’ inizio della pandemia, non sono più accettabili”.

Oltre alla catena di comando “centrale”, deficitaria è stata anche la gestione territoriale del sistema tamponi: pochi pit stop (non in tutte le ASL attivati), hot spot insufficienti, distribuzione dei punti di prelievo non omogenei. La conseguenza è stata un servizio estenuante ai cittadini che hanno dovuto passare dalle 6 alle 12 ore in macchina senza nessuna assistenza.

La risposta al Question Time dell’Assessore è incredibile: secondo la sua versione, le direttive regionali ci sarebbero e sarebbe responsabilità delle ASL se non vengono rispettate. Invece le responsabilità sicuramente restano in capo all’Assessore alla Sanità e al Presidente Cirio, che hanno il compito di gestire e monitorare ogni fase del tracciamento, senza scarichi di responsabilità.

“Nessuno vuole minimizzare la questione” commenta il Sindaco di Nichelino Giampiero Tolardo “Ma noi Comuni stiamo facendo la nostra parte e ci aspettiamo che la Regione faccia la propria. Per la nostra ASL TO5 abbiamo messo a disposizione un’area, fatto i sopralluoghi, avuto la conferma da parte di Cirio che si sarebbe partiti. Cosa aspettiamo? Il tempo stringe, il centro tamponi di Nichelino deve partire ora”.

“L’energia che noi Sindaci stiamo investendo nella gestione della crisi sanitaria è totale” aggiunge il Sindaco di Moncalieri Paolo Montagna “I nostri sforzi di gestione, controllo e sostegno alle categorie più colpite vengono sterilizzati però se manca un coordinamento regionale. Ricordiamo che la Sanità è una competenza esclusiva delle Regioni, ci duole sottolineare che la gestione piemontese è stata insufficiente. E non è un discorso di parte politica, in altre Regioni governate sia dal Centrosinistra che dal Centrodestra si è fatto meglio: ad ognuno le proprie responsabilità”.

Gli infermieri: “grande adesione allo sciopero”

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato del sindacato Nursing Up: “in Piemonte grande adesione allo sciopero nazionale di 24 ore degli infermieri e dei professionisti della sanità iniziato lunedì 2 novembre”

 

Chiediamo RISPETTO: scioperiamo oggi per una sanità migliore da domani

Tutte le province del Piemonte hanno risposto con una altissima adesione di infermieri e professionisti della sanità allo sciopero indetto dal Nursing Up, sindacato degli Infermieri e delle professioni sanitarie, durato 24 ore lunedì 2 novembre a partire alle ore 7 di mattina.

 

L’agitazione a carattere nazionale ha visto in contemporanea un flash mob di protesta nella centrale piazza Castello di Torino, davanti agli uffici della Prefettura, con il segretario regionale Nursing Up Claudio Delli Carri che è salito dal Prefetto per illustrare le regioni di infermieri e professionisti della sanità.

“Siamo stufi di essere chiamati eroi e poi sistematicamente dimenticati. Sono parole al vento perché la verità è che il Governo non ha fatto nulla per evitare che si arrivasse a questo gesto estremo” noi pretendiamo rispetto” uno degli slogan dei manifestanti.

 

Come detto, molto alta è stata l’adesione di tutte le province piemontesi con centinaia di colleghi infermieri e professionisti della sanità che hanno incrociato le braccia nelle loro aziende o che hanno raggiunto a Torino per protestare nel rispetto di tutte le regole di sicurezza e del distanziamento. Una protesta dignitosa che, inoltre, ha come sempre rispettato tutte le urgenze non interrompendo servizi essenziali.

 

Un successo che denota ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, come la misura e la pazienza di infermieri e professionisti della sanità sia davvero al limite.

 

Il Segretario Regionale Nursing Up Piemonte, Claudio Delli Carri, esprime grande soddisfazione per la partecipazione di centinaia di infermieri alla giornata di agitazione: “Si è trattato di una giornata molto importante, nella quale abbiamo inviato un segnale chiaro sia al governo regionale che a quello nazionale. Per questo, non possiamo che ringraziare i tantissimi colleghi che hanno deciso responsabilmente di partecipare alla giornata di sciopero. Noi abbiamo il dovere di far sentire la nostra voce in un contesto in cui, per troppo tempo, il nostro lavoro, il nostro ruolo e la nostra condizione contrattuale e retributiva è stata data per scontata.

Dobbiamo ancora una volta ripetere che abbiamo la necessità di provvedere a nuove assunzioni, subito, con contratti dignitosi, di almeno tre anni, e non per due o tre mesi. La nostra dignità non può essere costantemente irrisa da promesse, parole e rassicurazioni mai mantenute su contratti, su aumenti strutturali delle buste paga, e sul ruolo degli infermieri. Noi pretendiamo:

un maggiore coinvolgimento nelle scelte organizzative;

una contrattazione che porti una volta per tutte ad un adeguamento strutturale del nostro stipendio; pretendiamo maggiore sicurezza sul lavoro (che non si ripeta lo scandalo dei dispositivi di protezione); il riconoscimento della malattia professionale;

l’imprescindibile necessità di assunzioni con contratti a tempo indeterminato o a tempo determinato per almeno tre anni in modo da creare turnazioni che siano gestibili.

 

La straordinaria partecipazione dei colleghi alla nostra giornata di agitazione dimostra come la necessità di una maggiore dignità sia sentita e diffusa. Incrociare le braccia non è stato un segno di resa, ma una ribellione responsabile verso chi irresponsabilmente non ha ascoltato le nostre giuste rivendicazioni.

Da oggi riprendiamo a testa alta il nostro lavoro, consci dell’importanza del nostro ruolo, ancora di più oggi che la lotta al contagio in questa seconda ondata in costante aumento pare impervia. Consapevoli però anche che con il nostro gesto, composto, responsabile e rispettoso di tutte le regole, abbiamo ancora una volta sottolineato quale sia la vera natura degli infermieri.

Perché le istituzioni inizino a considerarci come professionisti ed a rispettarci come tali”.

 

Il Segretario Regionale

Nursing Up Piemonte

Claudio Delli Carri