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Torino: Arrestato per spaccio, tenta di corrompere i poliziotti con 12 mila euro

Due arresti e due kg di droga sequestrata dal Commissariato Barriera Milano.

Ha tentato di corrompere i poliziotti che lo avevano sorpreso con un ingente quantitativo di cocaina: il ventitreenne senegalese è stato notato ieri pomeriggio alla fermata del bus fra via Cuneo e via Cecchi dagli agenti del commissariato Barriera Milano ed immediatamente si è dato alla fuga. E’ stato fermato in via Giaveno mentre tentava di disfarsi di alcuni involucri di sostanza stupefacente; gli operatori recuperavano 130 grammi di crack/cocaina, in sostanza solida e in ovuli, e 2000 € in contanti che il giovane aveva con sè.

Salito in macchina l’offerta: l’uomo è già stato arrestato, ha diversi precedenti per spaccio e conosce la procedura e i rischi cui va incontro. Chiede quindi agli agenti di distruggere 100 grammi di droga, facendo risultare a suo carico solo un parte che, a suo dire, gli avrebbe evitato il carcere per essere invece trasferito alle camere di sicurezza del Commissariato San Paolo dove, dopo 48 ore, sarebbe stato rimesso in libertà. In cambio, avrebbe consegnato agli operatori la somma in suo possesso e altri 10.000 euro in contati di cui disponeva per un totale di 12.000 euro.

Ovviamente il suo tentativo non è andato a buon fine: la perquisizione domiciliare dell’alloggio a lui in uso, in via Cantoira, ha portato al rinvenimento di materiale vario utile al confezionamento dello stupefacente, della somma di 4500 € in contanti e di una carta d’identità francese falsa. Il giovane è stato tratto in arresto per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente e istigazione alla corruzione, nonché denunciato per possesso di documento falso valido per l’espatrio.

Infarto lo stronca mentre corre al Valentino: “Ma i dissuasori hanno bloccato l’ambulanza”

Stava facendo jogging al  parco del Valentino quando si è improvvisamente accasciato.

A 49 anni, è stato colpito da infarto. Secondo le dichiarazioni dei testimoni l’ambulanza è stata bloccata dai dissuasori che fermano il traffico all’ingresso del parco in corso Massimo d’Azeglio e i soccorritori non hanno fatto in tempo a salvare l’uomo che è morto nel giro di pochi minuti.
I podisti che si trovavano sul posto hanno anche cercato un defibrillatore ma non lo hanno trovato nelle vicinanze. E’ accaduto domenica mattina a Torino.
(foto archivio V. Solano)

Cashback anche su bus e metro: con la card rimborso del 10%

La sindaca Chiara Appendino annuncia su Facebook “Una bella novità su cui abbiamo lavorato a lungo e che adesso possiamo dire essere ufficiale.

In sintesi, chi pagherà il biglietto sui mezzi pubblici di superficie o in metropolitana attraverso carte di pagamento si vedrà accreditato un 10% del costo, così come previsto dal cashback di stato.”
La prima cittadina di Torino afferma che “Questo è possibile grazie a un altro risultato che ha molto facilitato la vita degli utenti. Ovvero l’arrivo del pagamento contactless nella metro e su molte linee di superficie (che aumenteranno). Torino è stata la prima città in Italia a offrire questo tipo di servizio.

Infrastrutture digitali, Torino al 5° posto per “efficienza e maturità”

Il nuovo report “EY Digital Infrastructure Index” analizza il livello di efficienza e maturità delle infrastrutture digitali delle 107 province italiane, prendendo in considerazione sia la diffusione delle infrastrutture TLC e broadband, sia il grado di digitalizzazione delle altre infrastrutture presenti su un territorio.

In particolare dall’analisi emerge che:

  • Assenza di una spaccatura Nord-Sud: la «sofferenza digitale» è presente dappertutto, non solo al Sud (in particolare Sardegna, Sicilia, Calabria), ma anche al Nord (Piemonte soprattutto, con zone penalizzate che si ritrovano anche in Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia), e soprattutto al Centro (bassa Toscana, Lazio al di fuori di Roma, Marche e Abruzzo).
  • Diffuso ritardo della dorsale adriatica, che sconta una tradizionale minore priorità da parte degli operatori TLC, ed un sistema di utilities locali meno sviluppato rispetto al resto del Paese: Marche, Abruzzo, Molise, fino alla Puglia del Nord, sono tutti territori con indice di infrastrutturazione digitale di molto inferiore alla sufficienza.
  • Disomogeneità di territori anche molto vicini tra di loro. Quasi ogni regione ha al proprio interno almeno un’area in forte ritardo, con l’eccezione di Emilia-Romagna, Umbria, Liguria e le piccole regioni alpine, dove prevale il colore verde.
  • Il livello di infrastrutturazione digitale delle filiere produttive in Italia è assai disomogeneo: sette filiere superano il valore medio nazionale di infrastrutturazione digitale (Milano, Torino, Bologna, Roma).
  • Le filiere meno infrastrutturate sono l’Agrifood ed il Retail Food, che scontano una certa concentrazione nelle aree rurali, dove le infrastrutture digitali risultano meno diffuse. Tra le più infrastrutturate quelle che hanno retto maggiormente alla pandemia di COVID-19: Technology&Telco, Media&Entertainment, Farmaceutico e Dispositivi Medici.
  • Classifica: tra le prime posizioni nella top 20 troviamo Genova, Miano, Roma, Bologna, Torino, Firenze, Napoli, La Spezia, Ferrara, Parma, Prato, Cagliari, Reggio Emilia, Modena, Monza e Brianza, Trento e Brescia. Tra le ultime Nuoro, Isernia, Macerata, Pesaro Urbino, Carbonia Iglesias, Crotone, Rovigo, Vibo Valentia, Enna e Fermo.

 

Commenta Andrea D’Acunto, Med Telco, Media & Technology Leader di EY: “È ormai assodato che l’Italia per il rilancio economico debba accelerare sulla digitalizzazione, a partire dagli investimenti sulle infrastrutture digitali, che non si limitano solo a Banda Ultralarga e 5G, ma devono comprendere anche cloud computing, reti IoT e sensoristica. L’accelerazione deve avvenire sulla base dei business needs delle imprese, con una definizione delle priorità che metta in relazione la localizzazione del sistema produttivo italiano con la diffusione delle infrastrutture digitali sul territorio. Parte del supporto economico agli investimenti digitali necessari ai territori, che si trovano oggi in una condizione di gap infrastrutturale, può venire dal Recovery Fund e dal Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza, con le opportune differenze: nel caso delle PMI per la modernizzazione dell’impresa, nel caso delle aziende più grandi per costruire o rafforzare l’ecosistema di filiera”. 

Aiuti alle Rsa, divergenze in Regione tra maggioranza e opposizioni

Si delinea un percorso non agevole per il provvedimento che prevede gli aiuti alle Rsa piemontesi. Da un lato l’assessore al Welare Chiara Caucino ha dichiarato  in quarta Commissione regionale presieduta da Alessandro Stecco, che “la Giunta ritiene il Ddl indifferibile e urgente per sostenere le Rsa in questa perdurante pandemia”. Dall’altro Raffaele Gallo, capogruppo Pd, ha promesso una lunga discussione, in quanto “è difficile esaminare due Disegni di legge come quelli per la continuità delle prestazioni residenziali e per lo sviluppo delle forme associative della Medicina generale, che prevedono complessivamente uno stanziamento di circa 65 milioni, senza nemmeno aver iniziato l’esame del bilancio annuale e pluriennale della Regione”.

Il presidente Stecco, dichiarando l’impossibilità di interrompere o di procrastinare l’iter dei provvedimenti in Commissione, ha anche annunciato che la Giunta “ha previsto alcuni emendamenti tecnici proprio in merito alle ricadute economiche del provvedimento”. L’assessore ha quindi illustrato gli otto emendamenti, il più importante dei quali – e di cui gli altri sono diretta conseguenza – è la sostituzione della variazione di bilancio, prevista all’articolo 11, con la norma finanziaria.

“Chiediamo inoltre in via preliminare – ha aggiunto Gallo – di ricevere un’informativa sui conti della Sanità relativi al 2020, dal momento che il Ddl sulle Rsa incide in parte sul Fondo sanitario e quello sulla Medicina generale tocca capitoli di spesa relativi ai Livelli essenziali di assistenza e al trasporto pubblico locale”.

Prima della seduta la Commissione aveva audito i rappresentanti di enti e associazioni che operano a stretto contatto con le Rsa per anziani e disabili: Fondazione Promozione sociale (Maria Grazia Breda e Andrea Ciattaglia), Anaste Piemonte (Michele Assandri), Alleanza ConfCooperative (Luca Facta e Maurizio Serpentino), Forum Terzo Settore (Giancarlo D’Errico) e ConfApi (Michele Colaci).

Pur chiedendo un’erogazione in tempi brevi, gli auditi hanno espresso – con sfumature diverse – la propria contrarietà a finanziamenti che definiscono “a pioggia” rivolti indistintamente a tutte le Rsa, chiedendo invece un controllo della qualità del servizio erogato e della quantità degli operatori impiegati durante i mesi più difficili del contagio. Inoltre, è stato chiesto di aiutare direttamente le famiglie degli ospiti che in molti casi si sono fatte carico al proprio domicilio degli anziani ritirati dalle Rsa per mancanza di una assistenza adeguata.

Il secondo argomento affrontato è stato la necessità della presenza di un direttore sanitario all’interno delle Rsa (figura oggi non sempre presente). In molti hanno sottolineato che si tratta di un direttore con compiti esclusivamente amministrativi, che non ha possibilità di intervenire su temi sanitari. Inoltre ora si pone il problema del consenso per il vaccino anticovid da somministrare alle persone non in grado di farlo in prima persona.

Prima di decidere di erogare “ristori” alle strutture residenziali e per fare una precisa previsione di spesa per il 2021, le associazioni hanno chiesto di verificare con precisione il numero dei posti letto nelle Rsa e quello degli effettivi ricoverati, le unità di personale e la loro contrattualizzazione, e anche quali prestazioni siano riconoscibili nei Livelli essenziali di assistenza (Lea) e, quindi, da finanziare obbligatoriamente.

Sono intervenuti, per richieste di approfondimenti, i consiglieri Daniele Valle (Pd), Valter Marin (Lega) e Marco Grimaldi (Luv).

Volpiano, si cercano volontari per la distribuzione degli aiuti alimentari

È anche possibile sostenere l’iniziativa del Comune con una donazione

Dall’inizio della crisi sanitaria Covid-19 il Comune di Volpiano fornisce, in collaborazione con l’Unione NET, aiuti alimentari alle persone in difficoltà economica a causa della pandemia; il servizio prevede la distribuzione di pacchi con alimenti e beni di prima necessità attraverso la Caritas parrocchiale, ogni martedì dalle 9 alle 11.30 nei locali dell’Oratorio San Giuseppe (via Arduino 6). È possibile segnalare situazioni di disagio scrivendo a covid19@comune.volpiano.to.it o telefonando al numero 011.9954511.

Spiega l’assessora ai Servizi alla Persona Irene Berardo: «In questo momento abbiamo bisogno di nuovi volontari perché, contrariamente alla prima fase dell’emergenza, molte persone che prima erano a casa per l’interruzione delle attività economiche sono tornate al lavoro; perciò invitiamo tutti coloro che hanno disponibilità di tempo a contattare il Comune e offrirsi come volontari. È  anche possibile sostenere questa iniziativa con una donazione destinata specificatamente alle misure per fronteggiare, da un punto di vista sociale, questa difficile situazione». Il codice IBAN del conto corrente è IT62W0200831230000000799052, intestato al Comune di Volpiano (causale Covid-19).

Le Scuole di Lingue in Piemonte vogliono farsi sentire

Caro direttore, le Scuole di Lingue in Piemonte vogliono farsi sentire. Dall’inizio della pandemia ad oggi, il calo di fatturato di ben oltre il 50 % e un calo dei ricavi del 70% ha messo in ginocchio questo settore e rischia di vedere la chiusura di molte di loro.

Dimenticate dai vari DPCM, i codici ATECO delle scuole di Lingue non sono stati inseriti nell’elenco di coloro che avevano diritto ad accedere agli aiuti assegnati alle partite iva e pertanto, fino ad oggi, hanno dovuto sopravvivere contando solo sulle loro forze. Ma le forze si stanno esaurendo e i titolari delle Scuole di Lingue in Piemonte si sono uniti per cercare insieme una soluzione. Con sincerità e dignità in questi mesi hanno condiviso problemi ed opinioni, si sono uniti in un coro dove non c’è un solista ma tante voci che insieme chiedono di non essere abbandonati. Il confronto delle loro esperienze è riassunto in un sondaggio da cui si evince chiaramente la situazione precaria in cui ora versano: non è solo il drammatico calo di fatturato il punto di interesse, ma soprattutto la costante delle spese che devono affrontare, la riduzione dei turni lavorativi per il 40% di loro, la diminuzione della domanda di oltre il 70% e per oltre il 46% delle Scuole di Lingue una forte carenza di liquidità (che ha toccato anche le neocostituite le quali non hanno avuto accesso ai prestiti agevolati) ma, forse più di tutti, il fatto che come un effetto domino i loro collaboratori sono già in gran parte, e presto pericolosamente in aumento, rimasti senza lavoro. Perché le Scuole di Lingue a loro volta danno lavoro ad altre persone, i loro Docenti e il personale amministrativo, che il drastico calo delle prenotazioni a causa delle chiusure forzate ha visto rimanere senza incarichi e che vede una verosimile proiezione della situazione a breve con 1200 posti di lavoro a rischio nel 2021. Docenti che rappresentano altre famiglie in difficoltà, altri professionisti in stand by che chiedono solo di poter continuare a lavorare. Paragonate alle scuole pubbliche durante le chiusure, le Scuole di Lingue non hanno però ricevuto la medesima attenzione e soprattutto non è stata fatta una valutazione oggettiva dei reali rischi a cui si sarebbero esposti gli studenti. Non classi numerose ma corsi in piccoli gruppi, se non addirittura corsi individuali, in locali dove certamente è possibile attuare e monitorare tutte le misure per garantire la massima sicurezza a studenti e insegnanti. Non lezioni di una intera giornata ma di una o due ore che permettono di controllare il numero di presenze e garantire spazi più che sufficienti a non creare alcun tipo di assembramento. In un Paese dove vantiamo eccellenze quando si parla di cultura, non dimentichiamo che le Scuole di Lingue sono dei piccoli fiori all’occhiello che con la loro attenzione e la loro dedizione hanno sempre garantito la divulgazione di una fetta di quella cultura di cui tanto amiamo ricordare. E’ arrivato il momento di ascoltare, e soprattutto aiutare, anche loro.”

Ruffino (Fi): “Il governo vende illusioni”

Che cosa c’è di più pericoloso che vendere illusioni a un Paese stremato da quasi un anno di lockdown e di restrizioni, con l’economia boccheggiante e il lavoro autonomo e il commercio polverizzati da ristori ridicoli, quando arrivano? Una sola cosa è più pericolosa: il venditore di illusioni.

Il governo ha fatto scaldare i muscoli a sciatori e maestri di sci, al personale dei musei e dei teatri illudendo tutti che dal 18 gennaio sarebbe ripresa una cauta attività in questi settori.

Sappiamo oggi che non sarà così. Ci avviamo verso l’anniversario del primo contagio da Covid con l’Italia eternamente bloccata, con gli operatori abbandonati nella nebbia di decisioni annunciate, corrette, posticipate, revocate e infine contraddette da decisioni diametralmente opposte.

Tutto questo accade usando lo strumento del dpcm, quindi con decisioni autocratiche del governo e dei ministri competenti, con il Parlamento che apprende dalle agenzie e dai giornali le decisioni del governo. A ciò si deve aggiungere che il decreto ristori 5, quello che contiene le misure per le categorie rimaste fin qui escluse, come il settore dello sci, rischia di rimanere bloccato 8n caso di crisi del governo. I maestri e le scuole di sci, come molti altri operatori del settore, sono fermi da mesi e senza aver visto un solo centesimo dei ristori promessi. È una ferita sociale e uno scandalo politico di questo esecutivo che in un anno di pandemia ha messo in brache tutto il lavoro autonomo.

on. Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia

Droga a domicilio. Fermato corriere durante controllo

Aveva  cocaina in auto: arrestato dai carabinieri

A casa un borsone con oltre 5 kg di marijuana

Torino, 10 gennaio Continuano i controlli dei carabinieri del Comando Provinciale finalizzati a contrastare ogni forma di criminalità e assicurare il rispetto delle prescrizioni anticovid.
In particolare, a Chieri, nell’hinterland torinese, i carabinieri hanno arrestato un 33enne di Buttigliera D’Asti con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. L’uomo è stato fermato durante un normale controllo su strada. I militari dell’Arma, insospettiti dell’atteggiamento del 33enne, hanno deciso di procedere a perquisizione veicolare e personale e l’uomo è stato trovato in possesso di 50 grammi di cocaina, 800 euro, un telefono cellulare e un mazzo di chiavi di un appartamento a Castelnuovo Don Bosco (AT), in uso alla sorella della sua convivente. Alla domanda su che cosa ci facesse con le chiavi della cognata, l’uomo non ha risposto.
A casa, i carabinieri della Compagnia di Chieri hanno trovato un borsone contenente 5 kg di marijuana suddivisi in pacchetti da 500 grammi, 633 grammi della stessa sostanza nascosti in 6 posti diversi della casa, 265 grammi di hashish, una macchina sottovuoto per alimenti, utilizzata verosimilmente per il confezionamento dei sacchetti con lo stupefacente da consegnare ai pusher, e un altro telefono cellulare. Anche la padrona di casa, una 26enne, è stata arrestata per detenzione di droga

Gallo (Pd): “Prima i piemontesi? No, prima i più deboli!”

 “L’Assessora Caucino ha promesso una revisione della legge regionale sull’edilizia sociale che prevederà una corsia preferenziale per i piemontesi nell’assegnazione di una casa popolare, secondo lo slogan “Prima i piemontesi” un motto quanto mai in contrasto con le norme della nostra Costituzione e con quelle di un’Unione Europea libera, democratica, aperta” dichiara il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo.

“La legge regionale 3/2010 deve essere rivista e aggiornata certo e la Giunta di centrosinistra ha iniziato a farlo, nella scorsa legislatura, a partire dall’accorpamento ATC e alla modifica della loro governance. Tuttavia, non credo che introdurre premialità basate sugli anni di residenza nella nostra Regione possa essere un criterio valido per risolvere il problema dell’emergenza abitativa dal momento che altri sono i fattori che determinano la necessità di richiedere una casa. La vulnerabilità sociale è, infatti, determinata dalla perdita del lavoro, dagli sfratti per morosità e penso che tutto questo non possa essere superato dagli anni di residenza in Piemonte” commenta Raffaele Gallo.

“Sostegno alla locazione, aiuto concreto a chi non è nelle condizioni di sostenere il canone di affitto, riduzione delle diseguaglianze abitative. Si deve continuare su questa strada senza abbandonarsi alla solita retorica e senza ridurre i fondi per l’edilizia sociale, come fatto oggi per finanziare i ristori per le RSA. E soprattutto, si dovrebbe proseguire il lavoro concreto e efficace iniziato nella scorsa legislatura pubblicando finalmente il bando attuativo della delibera del febbraio 2019 della Giunta Chiamparino che aveva individuato i criteri per gli interventi nel campo del Welfare e la classificazione dei comuni ad alta tensione abitativa e sbloccando 60 milioni destinati a costruire 400 alloggi di edilizia convenzionata con la conseguente creazione di 1.200 posti di lavoro. Questo sì che sarebbe un primo atto per dare una casa a tanti cittadini bisognosi” conclude Gallo.