ilTorinese

L’accusa di stupro al figlio di Grillo

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

Non voglio dare giudizi di natura giuridica sul figlio di Grillo e sui suoi amici accusati da una ragazza di stupro dopo essere stata drogata e ubriacata

Non sono stati neppure rinviati a giudizio e per me vale sempre la presunzione di innocenza e inoltre detesto i massacri mediatici che sono sempre più spesso un segno della barbarie in cui siamo caduti e di cui proprio Grillo è da anni uno strumento carico di livore, violenza e volgarità’.

Voglio dare invece un giudizio morale, non moralistico, su questi giovani ventenni che praticano il sesso, mescolandolo ad alcool e a droghe. La mia generazione non ha mai conosciuto certe depravazioni ed ha praticato il sesso giovanile nella sua solarità e nella sua gioiosa naruralezza. Amare per noi non era solo fare sesso, ma era – per noi liceali del classico – il “bene velle “ catulliano, accompagnato da bigliettini furtivi e da baci scambiati nel buio delle sale cinematografiche. E poi al mare vedere le ragazze in bikini era un piacere visivo che precedeva qualche volta, rara e indimenticabile, l’amore di notte sulle spiagge deserte o nelle scomodissime 500. Io ebbi il privilegio di avere una Fulvia coupe’ in dono ed ero un privilegiato.

Non avevamo le villone sarde del figlio di Grillo e non ci sarebbe mai venuto in mente di ottenere i favori di una ragazza facendola bere. Il sesso per noi non era uno sfogo dei bassi istinti . Le droghe, ai miei tempi, erano sconosciute, anche se già si leggevano sui giornali i primi scandali di certi ambienti altolocati, ma si trattava di eccezioni che suscitavano profonda riprovazione sociale.  Per alcuni di noi c’era anche la fede religiosa a trattenerci o farci vivere il piacere del sesso senza la dovuta serenità. Era prima del ‘68 e le ragazze non erano facilmente disponibili come poi accadde dopo. Ciascuno di noi, come direbbe con espressione obsoleta Montanelli, poi “pecco’ gagliardamente” e la libertà sessuale divenne naturale, una liberazione per la donna, ma anche per noi ragazzi. Ho ricordato questi fatti perché non riesco ad accettare i comportamenti di cui è accusato il figlio di Grillo, al di là persino degli ovvi ragionamenti circa la violazione della libertà e della dignità della donna che Grillo figlio e padre trascurano del tutto.

A maggior ragione non posso accettare l’arrogante difesa d’ufficio del figlio da parte di Grillo padre che attacca anche i magistrati inquirenti, cosa davvero infrequente da parte di un giustizialista incallito come lui. Finora non ho sentito nessuna femminista denunciare questo fatto che è rimasto silenziosamente ovattato sui media per circa due anni e condannare le parole dissennate del comico divenuto capo politico. Hanno offeso il generale Figiuolo, ma su Grillo hanno taciuto.

Vaccinarsi all’aeroporto: anche Caselle diventa hub

Nel terminal remoto destinato ai turisti della neve, attivate 4 linee raddoppiabili per arrivare a 1000 vaccini al giorno

È operativo da ieri il nuovo punto vaccinale presso l’Aeroporto di Torino. Realizzato in collaborazione con l’Azienda Sanitaria Locale A.S.L. TO4, la struttura è ospitata presso lo Ski Terminal di Torino Airport.

Lo spazio viene normalmente utilizzato per accogliere i flussi di sciatori durante la stagione invernale ed è stato messo a disposizione da SAGAT, Società di gestione dell’Aeroporto di Torino, e riconosciuto dalla Regione Piemonte come particolarmente idoneo per le sue caratteristiche strutturali – ampia metratura, locali adatti, climatizzazione e percorsi – e per l’accessibilità.

Inizialmente saranno attive 4 linee vaccinali per oltre 500 vaccini al giorno, potenzialmente raddoppiabili in base alla disponibilità dei vaccini, arrivando a servire sino a mille cittadini ogni giorno.

Lo Ski terminal di Torino Airport aveva già ospitato fin da agosto 2020 il punto tamponi per l’effettuazione dei controlli sanitari obbligatori dei passeggeri in arrivo dall’estero sullo scalo: quest’area è stata riconvertita in punto vaccinale al servizio della comunità territoriale della ASL TO4. Il personale sanitario e amministrativo è messo a disposizione e gestito dall’ASL TO4.

«Questo è il 227esimo punto vaccinale che attiviamo in Piemonte – ha sottolineato il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio -. Desidero ringraziare SAGAT per aver messo a disposizione questo spazio e l’ASL TO4 per l’organizzazione sanitaria. In questa area solitamente accogliamo turisti che scelgono di visitare il nostro Piemonte, adesso invece faremo vaccini. Ma credo sia il miglior augurio di poter tornare presto in aeroporto per viaggiare. Perché prima avremo vaccinato tutti, prima ripartiremo. In ogni senso».

«In questo momento cruciale per superare la pandemia, siamo tutti chiamati a dare un contributo alla lotta contro il Covid-19 – ha dichiarato Elisabetta Oliveri, Presidente di SAGAT -. La nostra azienda ha ritenuto che fosse giusto mettersi al servizio della comunità, impiegando non solo l’infrastruttura, ma anche le nostre capacità organizzative. La vaccinazione è un passaggio fondamentale per tornare anche a viaggiare con serenità. Il luogo in cui da oggi si somministrano i vaccini, il Terminal remoto, è un simbolo per noi: fino allo scoppio della pandemia era affollato di sciatori, pronti a imbarcarsi dopo una settimana bianca sulle nostre montagne. Non vediamo l’ora di poterli accogliere di nuovo in Piemonte e in aeroporto».

«L’hub vaccinale di Torino Airport ha un’ottima potenzialità, è uno dei più grossi del Piemonte, possiamo vaccinare dalle 800 alle 1000 persone al giorno – commenta l’assessore regionale alla Ricerca applicata Covid, Matteo Marnati – Ringrazio SAGAT e Asl TO4 per la partnership che ha

permesso di realizzare anche questo centro vaccinale. In Piemonte stiamo andando molto bene, ma potremmo migliorare il numero delle somministrazioni superando la soglia delle 30mila, purtroppo la mancanza di dosi ci costringe a rallentare temporaneamente la campagna vaccinale. Siamo fiduciosi rispetto al fatto che le dosi in futuro arriveranno ma servono anche nel presente».

«Il Piemonte dimostra anche in questa occasione di saper fare sistema – osserva l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi -, unendo le forze nel comune obiettivo di rendere la macchina vaccinale il più possibile funzionale e veloce. Stiamo combattendo una battaglia contro il tempo, ringrazio SAGAT e quanti hanno permesso la realizzazione di questa struttura che certamente fornirà un efficace supporto alla campagna vaccinale in corso. In Piemonte tutti stanno facendo la loro parte per uscire dall’emergenza. Se arrivano i vaccini, siamo pienamente in grado di raggiungere gli obiettivi della somministrazione di massa».

«Devo ringraziare SAGAT per l’opportunità che ha concesso al Sistema Sanitario Regionale – commenta il dottor Luigi Vercellino, Commissario dell’ASL TO4 -. Un esempio di collaborazione tra pubblico e privato che consegna alla campagna vaccinale una struttura di grande potenzialità, ottimale dal punto di vista organizzativo e logistico. Attendiamo di avere a disposizione tutti i vaccini necessari per far correre la macchina».

Per chi raggiunge il punto vaccinazioni di Torino Airport con l’auto è disponibile gratuitamente il Parcheggio Lunga Sosta, allo stesso livello del Terminal remoto. Un tragitto pedonale interamente coperto e privo di barriere architettoniche consente di raggiungere l’hotspot in pochi minuti. Il punto vaccini di Torino Airport è aperto dalle 9 alle 17 dal lunedì al venerdì e l’accesso è riservato esclusivamente alle persone che hanno ricevuto specifica convocazione dall’Asl.

Furto in negozio del centro: bloccati due ragazzi

Nel  pomeriggio due agenti del Comando Territoriale di Porta Palazzo della Polizia Municipale, durante un servizio di pattuglia a piedi in via Roma, hanno notato due giovani che correvano tra la folla tentando di nascondere qualcosa sotto le giacche.

Dopo un breve inseguimento, i vigili sono riusciti a bloccare uno dei due ragazzi, mentre il secondo è riuscito a dileguarsi tra la gente, ma durante la corsa ha perso il proprio portafoglio che è finito nelle mani degli agenti.

Il ragazzo fermato, un maggiorenne di nazionalità italiana, ha subito ammesso di aver rubato un paio di cuffie in un negozio di piazza CLN e, successivamente, è stato accompagnato al Comando della Polizia Municipale di via Bologna per gli accertamenti di rito.

L’altro giovane è stato identificato grazie ai documenti rinvenuti all’interno del portafoglio perduto durante la fuga. Si tratta di un minorenne di nazionalità rumena residente in provincia di Torino.

Entrambi sono stati deferiti a piede libero alla Procura della Repubblica per furto aggravato.

La refurtiva, dopo i dovuti accertamenti, è stata restituita ai legittimi proprietari.

DaCasaCon, la Rubrica del lockdown festeggia il primo compleanno

Ha Festeggiato un anno la rubrica online di Laura POMPEO con invitati da casa… non a caso! 

Gli incontri in diretta FB con figure rappresentative di ambiti diversi sono iniziati il 18 aprile 2020.

Laura Pompeo ha voluto celebrare l’anniversario con un ospite a sorpresa, un invitato speciale: il figlio Lorenzo Malara, di 12 anni.
“Ci pensavo da molto: avere mio figlio con me è stato emozionante. E’ stato un incontro molto apprezzato anche dagli amici e dalle amiche che seguono la rubrica, che hanno partecipato con moltissime domande e commenti.
Ho voluto conversare con Lorenzo anche per avere una testimonianza diretta da parte di un ragazzino su come è stata vissuta la scuola (la DAD in particolare) in quest’anno drammatico. I bambini e i ragazzi sono tra coloro che hanno più sofferto della situazione. Abbiamo sempre parlato dei ragazzi, senza però interpellarli: è stato apprezzato che sia stato Lorenzo a parlare in prima persona, in maniera spontanea, esprimendo la difficoltà vissuta, ma positivo sulla visione del futuro”.

L’isolamento a cui siamo stati costretti durante il lockdown aveva messo in pausa le relazioni sociali in presenza.
“La necessità di rimanere in contatto, ma anche l’esigenza di condividere cosa ci stava facendo provare l’emergenza sanitaria, mi ha fatto pensare a delle conversazioni virtuali informali, delle chiacchierate in diretta sui social: ho cercato di attivare risposte positive a una situazione così negativa”, spiega Laura Pompeo.
Ne è venuto fuori un vero e proprio format, con personaggi noti, riferimenti nel proprio settore di attività, che hanno raccontato come stavano vivendo a livello, personale e professionale, l’emergenza sanitaria e l’isolamento.
“Si tratta di una serie che è andata (e andrà) avanti anche dopo i mesi di clausura, che ne erano stati l’input, grazie anche all’immediato e consistente coinvolgimento di pubblico: oggi oltre un milione di visualizzazioni. Di ciò sono profondamente grata a tutti!”, aggiunge Pompeo.
Gli appuntamenti creano un’ importante occasione di identificazione legata all’esperienza comune, e sono una sorta di strumento solidale di incoraggiamento e compartecipazione. Ne emerge la grande Importanza delle storie delle persone, del racconto, della conoscenza, attraverso individui che interessano e incuriosiscono per il loro spessore intellettuale e umano.
Conversazioni on line con “persone che, per vita e per mestiere, sono attenti osservatori e portatori di opinioni utili. E anche di ispirazione. E per aiutarci ad avere un’idea di cosa ci si prospetta”, nel nome della condivisione e dell’amicizia.
Si sono incontrate – e si è fatto incontrare a migliaia di amici da casa – figure rappresentative di ambiti diversi, dal livello locale all’internazionale, che potessero raccontare la propria esperienza in questo tempo surreale e aiutare a guardare al futuro con spirito propositivo. Durante il lockdown, si sono voluti mantenere i rapporti col territorio, non disperdere i contatti, dare un segnale di positività in un momento difficile. Un appuntamento (fino a 4 volte alla settimana; ora bisettimanale) che è anche un osservatorio sulla realtà.
E così “Da casa con” è passata… di casa in casa, coinvolgendo migliaia di persone su Facebook, con una diretta di circa mezz’ora in cui si incontra e si conosce il profilo di ciascun personaggio: è una conversazione “a cuore aperto”, in cui l’ospite, dalla propria abitazione, permette di conoscere anche il lato meno noto al pubblico.
E’ diventata una rubrica fissa e nei mesi il progetto si è evoluto, spaziando tra temi diversi, sempre calati sull’attualità (cultura, istruzione, arte, architettura, spettacolo, scienza, innovazione, ricerca, imprenditoria, lavoro, accoglienza e solidarietà, ambiente e verde, storia, attualità, politica, letteratura, turismo, comunicazione, medicina, pari opportunità, sport e altro ancora), fino a giungere ad un Elenco inclusivo, rispetto alle varie professioni e ruoli (ad oggi, 115 ospiti). Una vetrina sul mondo, che fa conoscere mestieri, realtà, situazioni.
Inoltre, in ogni puntata, tutti partecipano in maniera attiva: gli amici da casa danno il benvenuto all’ospite, proprio come se entrasse “a casa loro”.
Si è anche creato un percettibile senso di comunità tra ospiti e pubblico, e tra gli ospiti stessi.
La rubrica fin da subito “ha fatto scuola” e sono nati dei bellissimi epigoni.
E’ in corso di preparazione il libro che raccoglie le 40 interviste fatte durante la quarantena. Sarà pubblicato dall’editore moncalierese Gian Giacomo Della Porta e sarà presentato all’Accademia Albertina di Belle Arti il 5 luglio.

Legambiente: “TAV: un nuovo autoporto per TIR?”

“Ai neo Ministri Enrico Giovannini e Massimo Cingolani chiediamo di dare un segnale tangibile, sospendendo le autorizzazioni e i finanziamenti dell’opera affinché sia possibile discutere se questo progetto sia realmente coerente con gli obiettivi di rinascita e resilienza di cui il Paese ha bisogno”

A San Didero nuovo enorme consumo di suolo e di risorse pubbliche per un autoporto dedicato ai TIR. Non è sufficiente quello di Orbassano a poco più di 30 km, sarà smantellato quello di Susa, a poco più di 10 km.

Riceviamo e pubblichiamo / “Continua un inaccettabile azione di devastazione ambientale nel nome di un progresso basato su un progetto vecchio di decenni del quale, ad oggi, non è stato realizzato un solo metro”.

In questi giorni in Valle Susa è nuovamente salita la tensione grazie all’inizio dei lavori per un nuovo autoporto nel Comune di San Didero. Un’opera che divorerà 68.000 metri quadri di prati e che prevede, fra l’altro, la realizzazione nuovi svincoli autostradali e nuovi sovrappassi. Una nuova colata di cemento a soffocare la Valle di Susa.

“Continua un’inaccettabile opera di cementificazione nel nome di un progresso basato su un progetto vecchio di decenni del quale, ad oggi, non è stato realizzato un solo metro – dichiara Giorgio Prino, Presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – Stiamo parlando di un cantiere che cancellerà 7 ettari di prati, impermeabilizzando un’ampia area del fondovalle. Eppure a meno di 30 minuti c’è l’Autoporto di Orbassano. Eppure a Susa, a meno di 10 minuti, esiste una struttura analoga che sarà smantellata. Continua l’emorragia di risorse pubbliche e di democrazia in nome di un’opera dall’impatto ambientale enorme, progettata decenni fa sulla base di previsioni risultate totalmente errate e di cui non è stato realizzato ad oggi un solo metro”.

Sul TAV Torino Lione, Legambiente è chiara: è un progetto da non realizzare e non finanziare, come indicato nella proposta di PNRR che abbiamo presentato lo scorso febbraio (Per un’Italia più verde, innovativa e inclusiva. Il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza che serve al Paese -> https://www.legambiente.it/comunicati-stampa/recovery-plan-ecco-il-pnrr-di-legambiente/  ). Una posizione fermamente basata su quanto documentato dalla Corte dei Conti Europea, che nel suo rapporto 2020 mette in luce i ritardi accumulati (ad oggi più di 15 anni); l’inconsistenza delle previsioni di traffico, ampiamente smentite nel corso dell’ultimo decennio e giudicate dall’ECA eccessivamente “ottimistiche” (nel 2035 24 milioni di tonnellate di merci contro i 3 attuali); i vantaggi ambientali chiaramente sovrastimati.

“Proprio su quest’ultimo dato – continua Giorgio Prino – riteniamo di doverci soffermare. ECA sottolinea come, se si rispettassero le previsioni (che ritiene ottimistiche), occorrerebbero 25 anni di attività a pieno regime per compensare i 10 milioni di tonnellate di CO2 derivanti dalla sua costruzione. Arriveremmo al 2055. Ma la stessa ECA ritiene poco realistici tempi e flussi preventivati e sottolinea come, se i flussi fossero solo la metà, si finirebbe almeno al 2080. Fuori perimetro rispetto a tutte le politiche di contrasto ai cambiamenti climatici previste nel Green Deal europeo: nel 2050 dovremo aver azzerato tutte le emissioni di CO2 dell’Unione Europea. Il tutto in presenza di una linea esistente ed ampiamente sottoutilizzata (meno del 15% della sua capacità potenziale: bloccando completamente il traffico stradale, sia sul Frejus che sul  Moncenisio, la linea esistente sarebbe in grado di garantire il trasporto di tutte le merci in transito). Possiamo aspettare la Torino-Lyon per la lotta all’emergenza climatica?”.

La Torino-Lyon è un banco di prova fondamentale per la verifica degli impegni assunti con la nuova denominazione del Ministero delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili e del Ministero per la Transizione Ecologica. L’aspettativa per un cambio di rotta è molto forte. Ai neo Ministri Enrico Giovannini e Massimo Cingolani chiediamo di dare un segnale tangibile, sospendendo le autorizzazioni e i finanziamenti dell’opera affinché sia possibile discutere se questo progetto sia realmente coerente con gli obiettivi di rinascita e resilienza di cui il Paese ha bisogno.

Conferenza dell’Associazione Amiche e Amici dell’Accademia di Medicina: “Il Dolore Cronico: diagnosi e terapia”

Giovedì 22 aprile dalle ore 18 alle 20, l’Associazione Amiche e Amici dell’Accademia di Medicina di Torino organizza una conferenza on line dal titolo “Il Dolore Cronico: diagnosi e terapia”.

L’ “Association for the study of pain” (IASP), definisce il dolore come il prodotto di due componenti, la componente percettiva (o noicezione) che consente la ricezione e il trasporto al Sistema Nervoso Centrale di stimoli potenzialmente lesivi per l’organismo e quella esperienziale che è lo stato psichico collegato alla percezione di una sensazione dolorosa.

Dopo i saluti da parte del Presidente dell’Accademia di Medicina, prof. Giancarlo Isaia, e della Presidente dell’Associazione, dr.ssa Gabriella Tanturri, interverrà il dott. Gianluca Isoardo, medico neurologo, Città della Salute di Torino sul tema “Classificazione IASP del Dolore Cronico”. Il dott. Alessandro Bombaci, medico neurologo, Università degli Studi di Torino, nonché Segretario dell’Associazione, affronterà l’argomento de “Il Dolore Neuropatico Cronico”. Il Dolore Neuropatico è causato da un danno o da una disfunzione del sistema nervoso periferico o centrale, piuttosto che dalla stimolazione di recettori per il dolore. Seguirà la relazione della dott.ssa Federica Laino, medico anestesista e rianimatore, Struttura Complessa Terapia del Dolore e Cure Palliative: “Il Dolore Cronico: approccio terapeutico avanzato e terapia complementare”. La dott.ssa Maria Chiara Ditto, medico reumatologo, Città della Salute di Torino approfondirà la questione de “Il Dolore Cronico nelle malattie reumatiche”. Le malattie reumatiche sono un insieme di patologie che interessano in genere le articolazioni o le strutture anatomiche adiacenti o con esse funzionalmente correlate, quali ossa, muscoli, tendini, borse, fasce, legamenti e il cui sintomo principale è rappresentato dal dolore. Il dott. Enrico Fusaro, medico reumatologo, Città della Salute di Torino, curerà le conclusioni dell’incontro.

In ottemperanza alle disposizioni del DPCM relative alle misure di contenimento della pandemia, si potrà seguire l’incontro collegandosi alla pagina Facebook dell’Associazione Amiche e Amici dell’Accademia di Medicina di Torino (https://www.facebook.com/AAAMedicinaTorino).

Giovani, Ruffino (Cambiamo!) Sì a iniziative a favore dell’occupazione giovanile

“I giovani non si sentono ascoltati e spesso ci danno un forte segnale di ribellione. Ogni governo ha avuto approcci diversi mancando di continuita’ su certe politiche, il family act e’ un segnale ma non e’ sufficiente, dobbiamo pensare a un aiuto piu’ poderoso che permetta ai nostri giovani un cammino verso l’autonomia e l’emancipazione”.

Dichiara in aula la deputata di Cambiamo! Daniela Ruffino intervenendo nella discussione sulla mozione per le iniziative a favore dell’occupazione, della formazione e dell’emancipazione giovanile. “La formazione professionale e’ una Cenerentola, chi la frequenta e’ visto come un giovane con pochi strumenti. Qui il governo deve fare un cambio di passo perche’ la formazione professionale e’ la grande occasione per inserirsi nel mondo del lavoro, deve essere sostenuta e rafforzata. La politica deve costruire un dialogo nuovo perche’ i nostri giovani chiedono coerenza ed ascolto e noi quello che diciamo lo dobbiamo fare. Bisogna stanziare piu’ fondi per i luoghi d’incontro, il servizio civile volontario va rivisto per permettere l’accesso a tutti. Il gruppo di Cambiamo! votera’ a favore con la caratteristica che ci contraddistingue sempre di essere propositivi e aspettarci reali risultati”, conclude.

Torino Capitale europea della Cultura? Il consiglio comunale dice sì

DA PALAZZO CIVICO Il Consiglio Comunale, ieri pomeriggio, ha approvato una mozione che impegna Sindaca e Giunta “ad avviare le attività necessarie alla definizione della candidatura di “Torino Capitale Europea della Cultura 2033”.

Il documento, proposto dal capogruppo del Partito Democratico, Stefano Lo Russo, è stato approvato con 38 voti a favore e 1 astenuto.

La mozione evidenzia come fin da quando il titolo di Capitale Europea venne istituito dall’Unione Europea, nel 1985, questo abbia sempre avuto come finalità l’individuazione di una città che potesse mettere in luce la ricchezza e la diversità delle culture in Europa, accrescere il senso di appartenenza dei cittadini europei ad uno spazio culturale comune e promuovere il contributo della cultura per lo sviluppo delle città.

A questo, sottolinea ancora il documento, si aggiunge, così come avvenuto in passato per le città designate, la possibilità di avviare processi di riqualificazione, accrescere la visibilità internazionale e rilanciare il turismo, attivando nuovi processi culturali e consolidando quelli esistenti.

La mozione evidenzia come “la Cultura rappresenti il motore di integrazione tra popoli, il fattore comune che abbatte le frontiere e il valore che può e deve rappresentare l’orizzonte che identifica il sentirsi europei oltre che l’esserlo, come il suo sviluppo, la sua promozione e la sua diffusione sia una delle poche risposte efficaci alla paura del futuro, che percorre tutte le società occidentali, e alla crescente complessità dei problemi che il mondo intero deve affrontare.

La cultura, insieme alla formazione, rimarca ancora la mozione, “possono fornire gli strumenti cognitivi per muoversi a proprio agio in un mondo in cambiamento e che necessita anche di risposte complesse”.

Il documento richiama poi il ruolo dei giovani “che giocano un ruolo fondamentale non solo nella progressiva costruzione dell’identità europea ma contribuiscono in maniera determinante all’attivazione dei processi di integrazione sovranazionali che fanno della Cultura e della formazione l’elemento trainante”.

La designazione avverrà quattro anni prima, nel 2029. Paesi designati Italia e Paesi Bassi.

Il documento è stato approvato con emendamenti rafforzativi del consigliere Massimo Giovara (M5S), con particolare riferimento alla necessità “di creare reti e connessioni innovative tra soggetti culturali afferenti allo stesso comparto e tra comparti diversi al fine di aumentare produttività e attrattività culturale del territorio” e del consigliere Damiano Carretto (Gruppo misto – Movimento 4 ottobre) che pone l’attenzione sull’opportunità di individuare, nella potenziale candidatura di Torino, un’occasione per rigenerare “luoghi e iniziative culturali che negli anni hanno reso possibile partendo dal basso, la nascita di veri e propri poli culturali indipendenti di produzione artistica e culturale.”

 

Con questa mozione, ne è stata approvata una seconda, a firma del consigliere Massimo Giovara, presidente della commissione Cultura, con la quale viene approvato il rapporto, redatto dallo stesso Presidente, nel quale è riassunto oltre un anno di lavoro svolto dalla Commissione, tra il 10 gennaio 2020 e il 19 febbraio 2021, finalizzato alla produzione delle linee guida per avviare il processo di candidatura.

Sono state 16 le riunioni di Commissione dedicate al tema della candidatura, con 44 persone intervenute, in rappresentanza di enti, associazioni e istituzioni culturali della città.

 

Nel corso del dibattito, Massimo Giovara (M5S), illustrando il lavoro della Commissione, ha sottolineato la necessità di lanciare subito la candidatura coinvolgendo l’intero territorio, cittadino e metropolitano, stabilendo tempi, budget ed obiettivi.

Viviana Ferrero (M5S) ha evidenziato come Torino abbia le qualità e l’ambizione per puntare alla candidatura che derivano dalla sua storia. Da Federico Mensio (M5S) il ringraziamento a tutti coloro che sono intervenuti in Commissione Cultura, durante la fase conoscitiva.

Stefano Lo Russo (Partito Democratico), ha sottolineato come questa candidatura metta al centro il tema dell’Europa, come integrazione di culture, e come potrebbe contribuire, anche attivando processi partecipativi dal basso, a far diventare la città un laboratorio di un nuovo umanesimo che pone l’uomo al centro di un dialogo positivo con la tecnologia e lo sviluppo tecnico-scientifico.

Damiano Carretto (Gruppo misto – Mov. 4 Ottobre), illustrando i propri emendamenti si è soffermato in modo particolare sul tema della riqualificazione della Cavallerizza.

Infine l’assessora alla Cultura, Francesca Leon, ha osservato come esista una grande disponibilità delle componenti culturali di mettersi in gioco, puntando ad un futuro apparentemente lontano, ma che va costruito nel tempo.

Trasformare la CO2 da problema a risorsa

Presentata la nuova infrastruttura di ricerca di Istituto Italiano di Tecnologia e Politecnico di Torino, CO2 Circle Lab.

Si occuperà di fornire servizi alle aziende, in particolare alle PMI, nell’ambito del recupero e riutilizzo, nei settori energetico ed industriale, delle emissioni di anidride carbonica

È stata presentata  alle imprese del territorio CO2 Circle Lab – CCL, nuova infrastruttura di ricerca congiunta di Politecnico di Torino e Istituto Italiano di tecnologia (IIT), che risponde alla necessità di sviluppo e innovazione tecnologica in grado di alimentare modelli di produzione, e di gestione dei materiali e dell’energia, ispirati ai principi della circolarità e della sostenibilità ecologica.

L’anidride carbonica è un rifiuto delle nostre attività quotidiane che contribuisce in larga misura al problema del riscaldamento globale. Ma la CO2 può essere trasformata da problema a risorsa. È infatti possibile recuperare il carbonio della molecola di CO2 e riutilizzarlo per ottenere prodotti sintetici, combustibili, materiali, sostanze chimiche per la fertilizzazione del suolo, l’alimentazione degli animali e la cura della persona. È possibile realizzare questo processo in modo sostenibile: l’utilizzo del carbonio ha bisogno dell’idrogeno come partner chimico e sia l’idrogeno che la trasformazione della CO2 possono essere ottenuti attraverso diversi processi (elettrochimico, termochimico, fotochimico e biologico) usando energia rinnovabile. CO2 Circle Lab offre attrezzature d’avanguardia per il recupero, l’accumulo e il riutilizzo delle emissioni di diossido di carbonio attraverso tutti e quattro questi processi.

Laboratori e attrezzature della nuova infrastruttura sono distribuiti tra il Politecnico di Torino, l’Energy Center e l’Environment Park (che è anche la sede del Centro di ricerca di IIT a Torino – Center for Sustainable Future Technologies – CFST).  CCL è stata co-finanziata da Politecnico, Istituto Italiano di Tecnologia e da fondi europei FESR (Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale) attraverso il bando infra-P della Regione Piemonte.

Si tratta di un’infrastruttura di ricerca aperta che mette a disposizione servizi per le imprese e per altri Centri di Ricerca. Nel corso della presentazione è stato presentato alle aziende il vasto catalogo di servizi offerti da CCL, con un’attenzione particolare alle PMI del territorio piemontese, che possono accedere a finanziamenti regionali per usufruire di servizi di ricerca presso infrastrutture come CCL.

“Questa infrastruttura di ricerca ben rappresenta la strategia del nostro Ateneo, che mira da un lato a valorizzare pienamente le competenze settoriali anche in ottica multidisciplinare, e dall’altro intende rafforzare collaborazioni con partner strategici come IIT ed Environment Park, così da creare un solido sistema di ricerca integrata sul nostro territorio”, ha osservato il Rettore del Politecnico Guido Saracco“Il tema del riuso della CO2, poi, costituisce per il nostro Ateneo un’area di sviluppo di nuova ricerca e di attrazione imprenditoriale, nel quale abbiamo già a disposizione competenze all’avanguardia, che potranno accrescersi anche grazie al COCircle Lab”.

“Infrastrutture come questa sono fondamentali per avviare un concreto processo di transizione ecologica, IIT ha implementato nel piano scientifico una iniziativa dedicata alla sostenibilità e in questo contesto il nostro centro di Torino e le attività che svolge in collaborazione con il Politecnico, rappresentano un driver fondamentale dell’iniziativa che stiamo portando avanti e che coinvolge tutti nodi della rete IIT su scala nazionale”, conclude il direttore scientifico di IIT Giorgio Metta.

“CO2 Circle Lab è sostenuto e finanziato dalla Regione con la prima edizione del bando INfra-P ed è oggi una realtà grazie ad una visione lungimirante che ci ha permesso, nonostante le difficoltà di avanzamento riscontrate a causa della pandemia, di arrivare in anticipo e già preparati su una sfida così cruciale per il nostro futuro. Mentre quindi altri territori devono ancora partire su questi temi, noi possiamo già contare su un’infrastruttura reale e funzionante, che sarà un hub di ricerca e di eccellenza e che rappresenta solo un primo tassello del nuovo ecosistema dell’innovazione piemontese, destinato a delineare i prossimi decenni di sviluppo”, conclude l’Assessore all’Innovazione e Ricerca della Regione Piemonte Matteo Marnati.

Il video di presentazione dell’infrastruttura CCL: https://youtu.be/qUxnzP2J4yk

Comunità energetiche: “il Piemonte esempio virtuoso”

Gse e Regione Piemonte hanno organizzato un seminario on line per presentare lo stato della normativa nazionale e le sperimentazioni in corso in Piemonte. Marnati: “Sul territorio piemontese si stanno organizzando numerosi esempi virtuosi di comunità energetiche”

 

Comunità energetiche, un modello innovativo per la produzione, l’autoconsumo, l’accumulo e la vendita di energia proveniente da fonti rinnovabili nell’ottica del raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione e della transizione energetica. Da dicembre 2020 sono in vigore disposizioni e incentivi per sviluppare i sistemi collettivi di autoconsumo da fonti rinnovabili e, con la pubblicazione delle regole tecniche del Gse (Gestore servizi energetici), si è completato il quadro. E proprio per fare il punto della situazione, per accelerare la sperimentazione e per informare i consumatori sulla possibilità di avere un ruolo attivo nella gestione della propria spesa energetica, il Gse in collaborazione con la Regione Piemonte e con gli attori locali interessati (Anci e Uncem regionale, Ance Piemonte e Valle d’Aosta, Anaci, Fiopa, Enti promotori di progetti di comunità energetiche locali Energy Center del Politecnico di Torino ed Environment Park), ha organizzato un seminario on line.

“Numerosi sono gli esempi di comunità energetiche che si stanno organizzando sul territorio – ha detto l’assessore regionale all’Ambiente, Matteo Marnati, nel portare i saluti della Regione – tese a valorizzare risorse e specificità”.

Esempi virtuosi sono l’esperienza di Barge, nell’ambito del raggruppamento dell’Associazione Comunità Energetica del Monviso, quelle delle valli Maira e Grana, del pinerolese, della Val di Susa e del comune di Magliano Alpi.

“L’obiettivo europeo – ha ricordato – è quello di arrivare a raggiungere nel 2030 una riduzione del 55% delle emissioni di CO2 in atmosfera. Ci sono numerosi investimenti e a seguito dell’approvazione della legge sull’idroelettrico, ci attendiamo un incremento di produzione da fonte idraulica pari al 15% con una razionalizzazione dell’uso della risorsa primaria. Vogliamo salvaguardare l’ambiente e investire sull’economia ma dare, a chi vuole investire, anche i giusti strumenti”.

“Il 2020 è stato un anno di programmazione, ora aspettiamo i fondi che devono ancora arrivare sia con il Recovery Plan, sia con la programmazione europea; quello che serve in questo momento sono progetti immediatamente cantierabili, definitivi e in “rete” per arrivare ad intercettare i fondi europei. In poche parole: concretezza e gioco di squadra per fare sistema”.