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Il Consiglio regionale ricorda Sassoli e Burzi

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Il Consiglio regionale del Piemonte, all’inizio della seduta odierna, ha ricordato il presidente del Parlamento europeo David Sassoli, scomparso nella notte per il sopraggiungere di una grave complicanza dovuta ad una disfunzione del sistema immunitario.

Nel suo intervento, il presidente del Consiglio regionale del Piemonte Stefano Allasia, ha ricordato l’impegno di Sassoli come giornalista (professione che lo ha portato a ricoprire la carica di vicedirettore del Tg1) e come politico.  Eletto due volte europarlamentare, era stato anche dal 2014 al 2019 vicepresidente del Parlamento europeo.

Allasia ha poi espresso le pubbliche condoglianze dell’Assemblea legislativa per la morte dell’ex consigliere e assessore regionale Angelo Burzi, avvenuta la sera della vigilia di Natale.

“Rivolgo un pensiero di vicinanza ai familiari e a quanti hanno condiviso con lui percorsi di vita e ideali” ha affermato.

Burzi fu eletto per la prima volta nell’Assemblea legislativa regionale nel 1995, venne riconfermato nel 2000, nel 2005 e nel 2010. Dal 1997 al 2002 ricoprì anche la carica di assessore regionale al Bilancio.

Il momento ufficiale di commemorazione, è stato annunciato, avverrà in Aula con i familiari quando le condizioni sanitarie lo consentiranno.

L’Aula ha poi osservato un minuto di silenzio.

Mondo Convenienza, nuova interrogazione di Costanzo (Alternativa)

“Ho presentato un’altra interrogazione al Ministro del Lavoro in merito al caso del facchino reclutato da Veneta Logistic, una delle cooperative di facchinaggio legate a Mondo Convenienza, che non aveva ancora ricevuto i pagamenti dopo tre mesi di lavoro.

La vicenda sembra essersi sbloccata dopo l’appello su Repubblica, ma il modus operandi di Mondo Convenienza continua, nell’inerzia della politica, ad essere al centro di numerose denunce e inchieste.
Credo che i tempi siano ampiamente scaduti per prendere in mano la situazione gravemente compromessa delle cooperative che sfruttano i lavoratori. Continuerò a ricordarlo nelle sedi più opportune, anche in Commissione Lavoro alla Camera”.
Così in una nota la deputata Jessica Costanzo (Alternativa)

Polliotto (UNC): “Treni e motori, Conciliazione Paritetica e Bonus Revisione”

La Presidente dell’Unione Consumatori Piemonte illustra due importati strumenti per gli utenti.

È attiva la conciliazione paritetica per i passeggeri del trasporto regionale di Trenitalia (Gruppo FS Italiane). “Uno strumento messo a punto insieme alle associazioni dei consumatori con l’obiettivo di risolvere le piccole controversie attraverso un sistema definito dall’azienda rapido, efficace e gratuito senza ricorrere alla giustizia ordinaria”, esordisce l’Avvocato Patrizia Polliotto, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, dal 1955 la prima, più antica e autorevole associazione consumeristica italiana.
Il webform da compilare per presentare le domande è infatti online da inizio 2022 sul sito web trenitalia.com. “Si tratta di una procedura di risoluzione alternativa che si prefigge di accrescere la qualità generale del servizio, anche nel post-viaggio, offrendo una soluzione rapida, semplice ed extragiudiziale alle eventuali controversie tra Trenitalia e i passeggeri, che possono avvalersi di questo strumento nel caso di una risposta ritenuta non soddisfacente o se non ne hanno ricevuto alcuna nel termine di 30 giorni dalla presentazione del reclamo”, prosegue il noto legale. “Noi come UNC Piemonte disponiamo di un conciliatore all’interno delle nostre sedi di Torino e Pinerolo per garantire tempestiva assistenza ai consumatori in caso di necessità”, chiosa l’Avvocato Polliotto.
Ma c’è di più. Novità buone in termini economici in arrivo anche per gli automobilisti. “Ora c’è anche il Bonus Revisione. Il contributo può essere chiesto dal 3 gennaio per le revisioni effettuate dal primo novembre 2021 e per i tre anni successivi”.
Il sito del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili chiarisce che prende il via dal 3 gennaio 2022 la piattaforma informatica “Buono veicoli sicuri” che darà la possibilità di chiedere il rimborso di 9,95 euro a compensazione dell’aumento, pari alla stessa cifra, delle tariffe per la revisione dei veicoli a motore e rimorchi.
“Il contributo potrà essere chiesto per le revisioni effettuate dal primo novembre 2021, cioè il giorno in cui è entrato in vigore l’aumento tariffario, e per i tre anni successivi. questo nuovo bonus è concesso ai proprietari per un solo veicolo e per una sola volta”, precisa l’Avvocato Polliotto.
Per presentare la domanda i soggetti interessati devono accedere alla piattaforma attraverso l’identità digitale Spid, oppure la Carta d’identità elettronica (Cie) o la Carta nazionale dei servizi (Cns), compilare il modello disponibile sulla piattaforma e allegare la copia dell’attestazione dell’avvenuto pagamento della revisione. Il rimborso arriverà direttamente sul conto corrente.
L’Unione Nazionale Consumatori del Piemonte è disponibile dal lunedì al venerdì in normale orario d’ufficio a Torino in Via Roma 366 (e anche a Pinerolo) telefonando allo 011 5611800 o scrivendo all’indirizzo e-mail uncpiemonte@gmail.com.

 

Gratis il test di fine isolamento

PER USCIRE DA ISOLAMENTO E QUARANTENA IN PIEMONTE TAMPONE ANTIGENICO GRATUITO IN FARMACIA E NELLE STRUTTURE PRIVATE DA LUNEDÌ 17 GENNAIO

Per potenziare il sistema di esecuzione dei tamponi che liberano i soggetti guariti dal Covid e i loro contatti stretti, la Regione Piemonte, con una delibera che sarà approvata in Giunta, da lunedì 17 gennaio renderà gratuiti tutti i tamponi necessari per l’uscita da isolamento e quarantena, inclusi quelli antigenici rapidi effettuati nelle farmacie e nelle strutture private del territorio regionale.

Nella riunione di oggi all’Unità di crisi si è parlato anche di ulteriori snellimenti burocratici delle procedure necessarie all’attivazione e sblocco dei provvedimenti contumaciali per i contagiati e per i contatti che verranno finalizzati nei prossimi giorni.

È stato fatto anche il punto sul sistema definito dal Governo per le quarantene in ambito scolastico, nel primo giorno di ripartenza delle lezioni dopo le festività natalizie.

La roulette russa

IL PUNTASPILLI di Luca Martina  

La fortissima salita dei prezzi del gas, alla quale abbiamo assistito negli ultimi 12 mesi, è stata dovuta in buona parte alla ripresa dell’economia, iniziata già a partire dalla metà del 2020.  

I colli di bottiglia dovuti ad una subitanea ripresa della domanda di beni e servizi, senza che fosse possibile soddisfarla prontamente a causa delle fabbriche ancora a regime ridotto (dopo le chiusure e le riduzioni di personale)  ed alla mancanza di scorte nei magazzini (non ricostituite durante la prima fase della crisi), hanno causato l’aumento parabolico dei prezzi di molte materie prime (diventate merce scarsa e richiestissima) e, successivamente, si sono tradotti anche in elevati incrementi dei prezzi al consumo e, dulcis in fundo, in inflazione.

Ma a questo ha anche contribuito la elevata instabilità politica di molti dei Paesi produttori e, almeno nella prima fase, le condizioni atmosferiche che hanno ridotto la produzione di energia idroelettrica.

Occorre ricordare qui come il mercato del gas naturale sia molto “regionale”: i Paesi europei si riforniscono prevalentemente dalla Russia mentre il mercato americano è in buona parte autosufficiente.

Il nostro Paese, ad esempio, nel 2019 ha importato il 46% del gas consumato dalla Russia (tramite un gasdotto che attraversa il territorio ucraino) mentre il 19% proveniva dall’ Algeria ed il rimanente da Qatar, Norvegia e Libia.

E’ così accaduto che il prezzo del gas sia rimasto sostanzialmente stabile negli Stati Uniti a differenza di quanto avvenuto in Europa ed in Asia.

  Il riacuirsi della crisi tra la Russia e l’Ucraina è stata la classica benzina (o gas…) gettata sul fuoco.

Il conflitto tra i due Paesi è iniziato quasi otto anni fa, nel febbraio del 2014, con l’occupazione russa della Repubblica di Crimea (che apparteneva per legge all’Ucraina) e il sempre maggiore avvicinamento, con la potenziale adesione alla NATO, di Kiev ai Paesi occidentali (che secondo Putin, dopo la rivoluzione del 2014, controllerebbero il Paese) ha provocato la reazione russa (con un massiccio schieramento di truppe ai confini) degli ultimi mesi.

Putin ha disposto inoltre prima la cessazione delle esportazioni di carbone all’ex repubblica sovietica e, successivamente, l’utilizzo del nuovo (appena terminato) gasdotto “Nord stream 2” che consentirà di tagliare fuori l’Ucraina (riducendone così le entrate percepite per questo “passaggio”) dal percorso del gas esportato.

Questo gasdotto sarà in grado di portare nel cuore dell’Europa il gas russo attraverso il mar Baltico ed è stato a lungo avversato sia dagli Stati Uniti che dalla Commissione europea (che deve ancora concedere i permessi necessari, anche se la Germania, con il suo nuovo governo, potrebbe presto sfilarsi) per questioni ambientali e di sicurezza.

Il presidente russo ha reagito con sempre maggiore insofferenza alle critiche, provenienti dai governi occidentali, al suo atteggiamento nei confronti di Kiev ed ha utilizzato senza grandi scrupoli le forniture energetiche per rendere più “malleabili” i paesi importatori.

Uno degli effetti collaterali di questa situazione è stata la creazione di forti tensioni, particolarmente evidenti nei Paesi dove il prezzo del gas, dapprima calmierato, è stato lasciato libero di salire, provocando un forte scontento tra la popolazione.

Ciò è quanto avvenuto in Kazakistan dove le proteste popolari si sono sommate alle richieste di maggiori libertà democratiche (il presidente in carica Tokajev è filorusso ed ha sempre risposto a queste istanze con estrema durezza).

Il Kazakistan e l’Ucraina rappresentano due dei più importanti stati-cuscinetto che hanno storicamente consentito alla Russia di approvvigionarsi di materie prime e di tenere lontani da Mosca, il cuore del Paese, i propri nemici.

Impensabile quindi che l’ex impero zarista si rassegni a rinunciare completamente al controllo (diretto o indiretto) dei territori che la “proteggono”, ad ovest dagli altri Paesi europei della sfera atlantica ed a sud dalla Cina e dalle repubbliche islamiche.

Non sembra perciò realistica, per il prossimo futuro, una totale cessazione delle tensioni e tanto meno la creazione di stati pienamente democratici nell’ambito dei Paesi appartenenti alla Comunità degli stati Indipendenti (la CIS).

Il rischio che la situazione sfugga di mano esiste ma la realpolitik dovrebbe condurre ad una stabilizzazione che consentirà una riduzione delle pressioni sul prezzo del gas ed un suo graduale ritorno a livelli più simili a quelli praticati oltreoceano dai produttori statunitensi.

Il ricorso alla forza rimane improbabile anche se è purtroppo impossibile sapere se, come in una pericolosa roulette russa, la pistola puntata alla tempia sia carica o no.

La Russia, un po’ come la Cina, rivendica sempre di più un ruolo di primo piano nello scacchiere geopolitico mondiale e questo è uno degli effetti del cambiamento di rotta, con un crescente disimpegno a livello internazionale, operato dagli Stati Uniti: iniziato dalla presidenza di Barack Obama, proseguito poi, con ancora maggiore decisione, da Donald Trump e non certo smentito, sinora, da Joe Biden.

Chi è causa del suo male…

Molestie di Capodanno a Milano, coinvolti giovani torinesi

AGGIORNAMENTO Arrestato un giovane ventunenne di Torino, cittadino italiano di origini marocchine che avrebbe partecipato alle violenze


Sono 12 gli indagati per le aggressioni a sfondo sessuale nella notte di Capodanno ai danni di giovani ragazze in piazza Duomo a Milano. 

La procura milanese sta anche  indagando su altri episodi di molestie che si sarebbero verificati nei giorni precedenti.

La Polizia di Stato, coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano e dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Milano, ha compiuto a Milano e a Torino perquisizioni a carico di 18 persone ritenute coinvolte nelle aggressioni.

L’ attività di indagine degli agenti della Squadra Mobile milanese e del Commissariato Centro, ha permesso di accertare tre diversi episodi di violenza consumati quella notte ai danni di  ragazze presenti in piazza per i festeggiamenti. Identificati  15 ragazzi maggiorenni e 3 minorenni, tra i 15 e i 21 anni, sia stranieri che italiani di origini nordafricane, che si ritiene abbiano partecipato ai raid di Capodanno.

Tentata rapina in Piazzetta Reale

 

Arrestato dagli agenti del Commissariato Centro

 

Domenica mattina, intorno alle 5.30 gli agenti del Commissariato Centro vengono fermati in Piazza Castello angolo via Roma da un uomo che racconta loro di aver subito poco prima un tentativo di rapina sotto i portici che collegano Piazzetta Reale con Piazza San Giovanni.

Poco prima, mentre camminava, la vittima aveva incrociato un uomo che aveva tentato di strappargli lo zaino che portava a spalla. Nell’occorso, la vittima si era divincolata per evitare il furto e il rapinatore lo aveva colpito con due pugni al volto. Dopo tale condotta, l’aggressore, un trentanovenne, si era dato alla dato alla fuga lungo i portici inseguito dalla vittima fino a quando non aveva incrociato la volante della Polizia.

Subito dopo essere stati notiziati, gli agenti fermano il trentanovenne in via Viotti angolo via Monti di Pietà arrestandolo per il tentato furto. L’uomo viene anche denunciato in stato di libertà per le minacce rivolte ai poliziotti durante le fasi dell’arresto.

A seguito di accertamenti, emerge che l’arrestato, gravato da numerosi precedenti di polizia, oltre a un divieto di dimora nel Comune di Torino aveva a carico un Allontanamento Prefettizio per motivi di pubblica sicurezza ai quali è risultato inottemperante. Inoltre, l’uomo aveva utilizzato più di 30 alias nel corso delle diverse identificazioni.

Fdi, Rigenerazione Urbana: “governo inefficiente”

“I fondi del bando sulla rigenerazione urbana sono l’ennesima prova dell’inefficienza del Governo che discrimina le buone amministrazioni sull’altare di un algoritmo che va completamente rivisto. L’indice di rigenerazione urbana ha di fatto penalizzato miriadi di comuni meritevoli di ricevere un aiuto. Serve un’integrazione che garantisca anche loro, ammessi al bando, di avere un respiro tramite quelle risorse. I partiti di Governo rivedano le regole e garantiscano i fondi. Presenteremo un’interrogazione urgente affinché interi comuni rimasti del tutto increduli, abbiano la necessaria e doverosa risposta. In caso contrario il risultato del bando si trasformerà nell’ennesima beffa del Governo verso tutti gli amministratori” lo dice in una nota il deputato di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli.

Sanità privata, 500 posti letto per alleggerire la pressione ospedaliera

A SUPPORTO DEGLI OSPEDALI 500 POSTI LETTO ORDINARI NELLE STRUTTURE PRIVATE

Per alleggerire la pressione ospedaliera, la Regione Piemonte ha raccolto la disponibilità di circa 500 posti per la degenza ordinaria nelle strutture private del territorio, con cui verrà siglato in settimana un protocollo di collaborazione.

Posti letto che consentiranno così di liberare spazi e ridurre l’impatto delle ospedalizzazioni Covid su quelle necessarie per altre patologie.

Tv nei comuni montani, l’allarme di Uncem

Uncem ha chiesto a tutti gli Enti montani italiani proprietari di impianti per la trasmissione televisiva di bloccare ogni tentativo di spegnimento dei ripetitori, a opera di imprese incaricate dal Ministero dello Sviluppo Economico. I ripetitori TV non si spengono. La mobilitazione è necessaria, a tutela dei cittadini residenti nei Comuni montani. “Intervenga con urgenza il MISE per sostenere gli Enti, Comuni, Comunità, Unioni montane, in questo complesso passaggio di frequenze e adattamento tecnologico dei ripetori – afferma Marco Bussone, Presidente Uncem – Di certo gli impianti non possono e non devono essere spenti. Faremo resistenza. Perché non accettiamo di fare le spese, come comunità ed Enti locali dei territori, di una non gestione del cambio delle frequenze da parte del Ministero competente. Queste cose non si improvvisano. E vanno guidate, operativamente. Anche d’intesa con Rai e Inwitt. Uncem chiede da almeno un anno al Mise di intervenire. Nulla è stato fatto. Ora il Ministero deve convocarci, in sede tecnica e politica, capire dove sono gli impianti e quante risorse servono per adeguarli. Se non riuscirà, allora si stanzino risorse per consentire ai cittadini delle aree montane coperti da segnali di ripetitori non Rai o RaiWay, di acquistare la parabola e il decoder e dunque vedere la televisione con il TVSat. Uncem prosegue anche nei rapporti con il sistema delle TV regionali, rappresentate da Confindustria Radio-TV, per evitare black-out e ingenti spese da parte delle imprese del settore. I cittadini, in tutto il Paese, anche nelle aree montane, hanno il diritto di vedere l’intero bouquet televisivo, compresi i canali tematici Rai, comprese le tv regionali e locali. Senza ulteriori spese e senza interventi a carico degli Enti locali, onerosi e finora rimasti senza copertura finanziaria e politica”.