ilTorinese

Fugge all’alt della pattuglia, la polizia gli spara alle gomme dell’auto

DAL PIEMONTE

Un ragazzo  astigiano di 25 anni è comparso davanti al Gip per il processo in direttissima, accusato di essere fuggito all’alt della pattuglia di una volante che voleva  controllarlo.

Il giovane era alla guida di un’Alfa Romeo e stava tornando a casa  ad Asti alle 2 di notte. Al  fondo del cavalcavia Giolitti  è stato visto  da una pattuglia della polizia che voleva controllare i documenti. Il 25enne però  non si è fermato all’alt ed è fuggito. Gli agenti  lo hanno inseguito e grazie all’intervento una seconda pattuglia, hanno tentato di  bloccarlo. Lui ha provato ancora a dileguarsi, rischiando di speronare una delle volanti.  I poliziotti hanno così deciso  di sparare alle gomme dell’auto. Lo hanno poi fermato e arrestato  per resistenza. Non voleva essere controllato perchè guidava senza patente.

Cor nen, va pian! Torino decide di rallentare ulteriormente…

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Turbocapitalismo contro lavori artigianali accurati; fast food contro slow food; skyrunning contro escursioni che permettono di apprezzare la montagna.

All’apparenza non c’è partita. Soprattutto se non si conosce l’impegno e la grande professionalità dell’artigiano, la passione e la cura maniacale di chi offre cibo di qualità, la fatica di chi cammina per 7/8 ore in alta quota. Però, a Torino, in una città che da anni è estremamente poco dinamica, la nuova parola d’ordine del politicamente corretto è: rallentare!

Ad ogni costo, partendo dai trasporti. Certo, rispetto ai 20 km orari imposti dal disastroso assessore al traffico pentapoltronato (e senza patente), siamo ad una autentica botta di vita: potremo arrivare ai 30 km orari nel controviale. Oddio, potremmo più che potremo

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Giachino: “A Torino i nodi stanno venendo al pettine”

“La sensazione che abbiamo una Amministrazione Comunale inadeguata e con forti contraddizioni interne”
 

Dalla Sicurezza in Barriera di MILANO alle Baby Gang, al settore auto che affronta la più grande trasformazione della sua Storia senza che Comune e Governo abbiano una politica industriale . Il difficile 2022….

Caro Direttore,
Sono appena passate tre settimane dal 2022 ma i problemi più importanti per la nostra bellissima Città sono già esplosi o chiari.
Dalla Sicurezza che non c’è in Barriera di MILANO e AURORA, alle BABY GANG, al lavoro che manca in un anno che tutti si stanno affrettando a dire non sarà positivo come il 2021 a Torino abbiamo la brutta sensazione che il nostro settore economico più importante, l’automotive, stia affrontando la sua più grande trasformazione tecnologica senza una politica industriale alla altezza e senza risorse perché nella Legge Finanziaria non sono stati previsti fondi.  Mentre nelle aziende private a Marzo 2020, visto il decollo della pandemia, decidevamo di non distribuire i dividendi del 2019 e li mettevamo da parte i nostri rappresentanti in Parlamento e al Governo non sono stati capaci di far mettere in Bilancio un fondo per difendere un settore che vale ancora un quarto se non un terzo della nostra economia regionale.
Ci voleva un bravo giornalista come Lodovico Poletto e un bravo militare  come il Generale LUZI per dirci che dietro al fenomeno delle Baby Gang c’è la mancanza di lavoro e di opportunità.  Al Signor Generale vorrei dire che il COVID ha fatto esplodere alcune situazioni ma le cause sono più lontane e stanno nella pochissima crescita economica degli ultimi venticinque anni e ai ristori insufficienti per partite IVA e settore commercio. Basta andare a chiedere ai Parroci delle Parrocchie dei Quartieri più difficili. Penso sovente al Parroco della Madonna della Pace che dalla finestra vede gli spacciatori e chiede ai benefattori di
Da 100 trimestri la economia italiana cresce meno della media europea e abbiamo perso 25 punti di PIL procapite. A proposito dell’aumento delle ineguaglianze sui  giornali fanno notizia  la foto BEZOS e altri 9 miliardari che hanno aumentato la loro fortuna ma si dovrebbe badare molto di più ai 160 milioni di nuovi poveri di cui oltre due milioni sono italiani.
Torino peggio perché dal 1996 al 2019 ha perso  8 punti rispetto alla media nazionale e quindi in questi venticinque anni si è impoverita di più della media nazionale.D’altronde se Torino è ai vertici delle classifiche per mancanza di Sicurezza e per disoccupazione giovanile è chiaro che qui alcuni fenomeni sono più forti che da altre parti.
Chi ha dato l’immagine che a Torino andava tutto bene madama la marchesa non ha fatto capire a chi di dovere, cioè alle amministrazioni e alla politica che qui c’è “troppo disagio”:sociale come ci viene a insegnare un militare intelligente, il Gen. Teo LUZI . Ci sarebbe da consigliare ai nostri ragazzi di andare a studiare  nei Carabinieri dove capiscono meglio la situazione del nostro Paese.
Per il Settore Auto il nuovo “padrone” Tavarez non ha voluto disturbare l’ottimismo dei giornali  torinesi  e ha scelto il Corriere della Sera per dirci che gli stabilimenti italiani hanno  i costi  più alti non solo per l’energia ( da prendere a calci chi nel 1987 voto contro il nucleare) ma anche per la logistica e il costo di produzione di alcuni stabilimenti come quello di Termoli.
Sto facendo fatica  a convincere il mondo economico torinese a lavorare perché si dia vita a un TAVOLOAUTO nazionale con gli oltre 300 parlamentari delle sette Regioni per premere sul Governo che si dia una politica per il settore automotive. Alcuni parlamentari torinesi e della Basilicata oltre ad alcuni sindacalisti hanno aderito alla idea e ringrazio l’on. Molinari , capogruppo della Lega, che ha presentato una Mozione parlamentare sull’auto che verrà discussa a Febbraio in Parlamento e costringerà anche quelli che non vogliono mai stare in prima fila a darsi da fare perché a Febbraio il Governo decida una linea fatta di incentivi al rinnovo del parco auto e Tir e incentivi alla trasformazione tecnologica degli stabilimenti dell’indotto .
In questa situazione il SILENZIO del nuovo Sindaco e’ RUMOROSO  mentre sono chiare già le crepe nella maggioranza dove una Consigliera Comunale partecipa alle lotte dei NOTAV e un Assessore parla a titolo personale sulle violenze delle Baby Gang.
La sensazione che le elezioni non siano state capite dalla grande maggioranza dei torinesi è sempre più forte . Così abbiamo una Amministrazione che pare i adeguata alle difficoltà di una Torino declinante che deve affrontare problemi molto impegnativi.
A rimetterci sarà Torino se i Santi Sociali dal Paradiso non ci daranno una mano a partire dalle Parrocchie situate nei Quartieri più svantaggiati dove la gente ha bisogno di sentire le Istituzioni con progetti lungimiranti. Le periferie non possono più essere dimenticate come hanno fatto le ultime Amministrazioni. C’è bisogno di una politica che si faccia prossima alla vita reale e concreta della gente comune, che sostiene il vero peso del Paese. Senza dimenticare i giovani che nelle periferie hanno gli Oratori come punto massimo di riferimento.
Mino GIACHINO 
Associazione SILAVORO

Il bollettino Covid di venerdì 21 gennaio

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COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 14.675 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 12.587 dopo test antigenico), pari al 14,3% di 102.531 tamponi eseguiti, di cui 88.844  antigenici. Dei 14.675 nuovi casi gli asintomatici sono 12.419 (84,6%)

I casi sono così ripartiti: 11.702 screening, 2.160 contatti di caso, 813 con indagine in corso.

Il totale dei casi positivi diventa 771.331, così suddivisi su base provinciale: 63.749 Alessandria, 35.812 Asti, 28.447 Biella, 107.920 Cuneo, 60.256 Novara, 403.183 Torino, 27.364 Vercelli, 28.682 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 3.803 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 12.115 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono142 (-1 rispetto a ieri)

I ricoverati non in terapia intensiva sono 2.053 (3 rispetto a ieri)

Le persone in isolamento domiciliare sono 170.290

I tamponi diagnostici finora processati sono 13.471.026(+ 102.531 rispetto a ieri).

I DECESSI DIVENTANO 12.440

Sono 25, 1 di oggi, i  decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale diventa quindi 12.440 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia:1.640 Alessandria, 757 Asti, 468 Biella, 1.538 Cuneo, 999 Novara, 5.945 Torino, 573 Vercelli, 401 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 119 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

586.406 GUARITI

I pazienti guariti diventano complessivamente 586.406 (+14.536 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 50.900 Alessandria, 29.102 Asti, 21.279 Biella, 84.126 Cuneo, 49.352 Novara, 302.345 Torino, 20.617 Vercelli, 22.865 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 2.143 extraregione e 3.677 in fase di definizione.

Innovazione: sinergia tra industria, mondo accademico e difesa

Il Generale di Corpo d’Armata Luciano Portolano, Segretario Generale della Difesa e Direttore Nazionale degli Armamenti, ha ricevuto a Torino David van Weel, Assistant Secretary General for Emerging Security Challenges della NATO.

 

La visita dell’alta autorità si inquadra nell’ambito del processo di valutazione dell’offerta italiana di ospitare la sede di un acceleratore d’innovazione nel campo della Difesa e dell’ufficio regionale in Europa della futura struttura del Defence InnovationAccelerator for the North Atlantic (DIANA) della NATO.

L’incontro si è tenuto presso la sede della Regione Piemonte, aTorino in piazza Castello alla presenza del Presidente della Regione,Alberto Cirio, del Sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, del vice Sindaco, Michela Favaro e dell’Assessore alle Attività Produttive della Regione, Andrea Tronzano. Le istituzioni hanno illustrato la grande disponibilità e le grandi opportunità che il territorio offre per l’insediamento dell’ufficio regionale Nato in Europa, tutto ciò grazie a un ecosistema particolarmente solido.  

L’offerta nazionale per la partecipazione all’iniziativa, lanciata dai capi di Stato e di Governo al summit di Bruxelles del giugno 2021 nell’ambito dell’agenda NATO 2030, consiste nella realizzazione di una rete federata di centri di sperimentazione e acceleratorid’innovazione con il compito di supportare la NATO e i paesi alleati nel proprio processo di innovazione, sostenendo le start-up a sviluppare le tecnologie necessarie a preservare la superiorità tecnologica e facilitando la cooperazione tra settore privato e realtà militari.

L’Italia propone di ospitare il Regional Office presso le strutture nella costituenda Città dell’Aerospazio, dove si insedierà, a fianco dei laboratori e degli spazi per le start-up, il Business IncubationCentre dell’Agenzia Spaziale Europea. Nelle more del completamento della Città dellAreospazio, saranno comunque disponibili per l’immediato degli uffici presso le Officine Grandi Riparazioni di Torino.

Verrà, inoltre, messo a disposizione del progetto il costituendo acceleratore Aerospace & Advanced Hardware e saranno rese disponibili le capacità di sperimentare tecnologie innovative presso il Centro di Supporto e Sperimentazione Navale (CSSN) della Marina Militare di La Spezia e il Centro Italiano Ricerche Aerospaziali (CIRA) di Capua, società partecipata dell’Agenzia Spaziale Italiana, del Consiglio Nazionale delle Ricerche e della Regione Campania.

Un volta identificati, i due uffici regionali, uno in Europa e uno in Nord America, fungeranno da hub dell’intera rete DIANA e sovraintenderanno alle attività degli acceleratori e dei vari test center. La rete NATO dovrà innestarsi negli ecosistemi di innovazione esistenti, evitando sovrapposizioni e duplicazioni, e dovrà svilupparsi sfruttando sinergie e opportunità derivanti dalle analoghe iniziative dell’Unione Europea nel settore.

All’iniziativa si accompagna, inoltre, la creazione di un fondo di capitale di rischio, il NATO Innovation Fund, che sosterrà con finanziamenti mirati le start-up degli acceleratori di impresa.

Consumi in calo del 50 per cento nei bar e ristoranti di Torino

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Il rollo dei consumi  rasenta il 50%. Bar e ristoranti durante la settimana sono vuoti per smart working, super green pass, contagi e quarantene, oltre all’assenza di turisti 

I dati sono dell’Epat Torino che teme la ‘pandemia economica’.  Gli esercenti che  nel periodo di pandemia sono stati obbligati a ricorrere nei modi più diversi a strumenti per integrare la liquidità mancante sono il 70% del totale.

Di questi un 15 % ha operato sui contratti di locazione, il 20 % ha trattato con i fornitori modificando le condizioni, il 25% ha finanziato con proprie risorse mobili o immobili ed il 40 % ha chiesto aiuto  a banche o utilizzando scoperti o accendendo finanziamenti pandemici. Ora devono fare i conti con oltre il 50% di aumento dell’energia e l’inflazione del 3,9%

Caat terzo mercato generale in Italia, ma servono i fondi del Pnrr per svecchiarlo

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“Il Caat (il Centro agroalimentare di Torino) con un volume d’affari di poco superiore al mezzo miliardo di euro l’anno, si colloca tra i primi tre mercati generali italiani. Ma mentre quello di Milano è oggetto di ristrutturazione e a Roma si sta progettando di fare altrettanto, la struttura torinese, vecchia di oltre vent’anni, necessita quanto prima di un rinnovamento e le risorse, potrebbero arrivare dai fondi del Pnrr”.

La richiesta è stata formulata in Terza commissione in Consiglio regionale (presidente Claudio Leone) da Stefano Cavaglià, presidente dell’Associazione piemontese dei Grossisti ortofrutticoli Torino (Apgo) dove è proseguita l’audizione delle principali associazioni agricole per approfondire la questione relativa al sistema della produzione e del commercio del comparto ortofrutta, come richiesto da Monica Canalis (Pd).

Apgo ha inoltre sottolineato come durante il periodo del lockdown l’attività del Caat non si sia interrotta, in quanto giudicata essenziale per garantire gli approvvigionamenti alla catena di vendita, tuttavia la pandemia ha generato una crisi che si estende anche a questo comparto, dove i fatturati subiscono una sorta di altalena tra incrementi e contrazioni.

Il settore, in prospettiva futura, chiede la riforma dei mercati rionali, di valutare la possibilità di orari diurni e un giusto equilibrio nei confronti della grande distribuzione organizzata, che sta sempre più entrando nella produzione.

Domenico Tuninetti del Consorzio del peperone di Carmagnola, ha posto la problematica del ricambio generazionale, per dare non solo continuità ma nuova linfa alle imprese del settore. Inoltre, tra le proposte avanzate, si è soffermato sulla necessità di sospendere il “set-aside”, il regime agronomico introdotto dall’Unione europea nel 1988, che consiste nel ritiro dalla produzione di una determinata quota della superficie agraria utilizzata al fine di controllare la sovrapproduzione di cereali e di altri seminativi, per evitare gli effetti depressivi sui prezzi agricoli.

Gabriele Carenini, presidente regionale della Confederazione italiana agricoltori (Cia) si è detto preoccupato di come i rincari energetici avranno effetti negativi anche sul già sofferente settore zootecnico, incidendo negativamente sul prezzo del latte.

Ma soprattutto il comparto frutticolo rischia di patire conseguenze fortemente dannose, come evidenziato sempre da Cia attraverso il tecnico Maurizio Ribotta, che ha spiegato come il grosso della produzione della frutta italiana sia destinato all’esportazione. In Piemonte attualmente circa seimila ettari sono vocati alla coltura delle mele che vengono vendute a circa quaranta centesimi al chilogrammo. I rincari energetici, è stato valutato, incideranno di circa dieci centesimi sul predetto costo di vendita, per cui i ricavi non saranno sufficienti a coprire le spese di produzione.

Sono intervenuti nell’ordine, per delucidazioni e approfondimenti i consiglieri Gianluca Gavazza (Lega), CanalisAlberto Avetta (Pd), Matteo Gagliasso (Lega), Valter Marin (Lega) e Carlo Riva Vercellotti (FdI).

Al Mao degustazioni di pregiati tè indiani 

In occasione del settantacinquesimo anno di ricorrenza dell’Indipendenza dell’India il MAO, con il patrocinio del Consolato Generale dell’India, propone al pubblico un ciclo di art speed date condotti da Theatrum Sabaudiae, accompagnato da degustazioni di pregiati tè indiani a cura di TheTea.

 

Tre appuntamenti caratterizzati da una selezione di opere d’arte indiana della collezione permanente, in cui al centro della narrazione sono presentati rilievi e sculture di ispirazione induista e buddhista. La loro lettura iconografica sarà il punto di partenza per raccontare concezioni e temi delle tradizioni religiose e della produzione artistica dell’India. Dall’elaborazione dell’immagine antropomorfa del Buddha alla rappresentazione delle principali forme divine dell’Induismo, ogni incontro sarà incentrato su un nucleo circoscritto di opere per coinvolgere i partecipanti in un percorso di avvicinamento alla cultura indiana.

 

Le date:

22 gennaio – 19 febbraio – 19 marzo ore 15

 

Primo incontro 22 gennaio ore 15

Buddha. Evoluzione della figura dell’Illuminato nell’arte.

Il primo appuntamento si focalizzerà su alcune opere d’arte legate al buddhismo partendo dalla fase antica, in cui l’immagine antropomorfa del Buddha è assente, per arrivare alla finissima raffigurazione dell’Illuminato nella produzione scultorea risalente al periodo Gupta (IV-VI secolo d.C.).

Degustazione

Dal porto di Bombay o ‘Buona Baia ’alle classificazioni del tè indiano.

I partecipanti saranno accompagnati nel percorso storico ed evolutivo del tè in India. Si parlerà di innovazione, intesa come programmi di sostenibilità rivolti all’ambiente e qualità del lavoro, oltre che della complessa valutazione delle foglie riportata in etichetta con sigle per molti di noi enigmatiche.

Ad accompagnare gli argomenti una degustazione comparativa del tè a foglia intera con il tè più moderno ottenuto con lavorazione CTC.

Il momento del tè sarà completato da dolcezze in abbinamento alle aromaticità proposte.

 

 

Secondo incontro 19 febbraio ore 15

L’induismo e le sue divinità: Vishnu, Shiva e le Sette Piccole Madri

Nelle sale destinate all’arte indiana saranno prese in esame una selezione di opere afferenti all’induismo. In particolare, ci soffermeremo sulla rappresentazione e sull’iconografia di alcune tra le maggiori figure divine oggetto di culto: Vishnu, Shiva e la Dea, che trova espressione di raffigurazione corale nelle figure delle Sette Piccole Madri (Saptamatrika).

Degustazione

Nuvole e fulmini: il terroir del Darjeeling e le stagioni.

Meravigliosi giardini immersi tra le pendici himalayane seguono il naturale ambiente climatico di altitudine, necessario alla sopravvivenza e vigore delle piante.

Umidità, vento e quantità di nuvole caratterizzano questa regione dell’India produttrice di un tè così esclusivo al mondo, tanto da diventare denominazione del tè prodotto. Il tè Darjeeling è inconfondibile, considerato da molti come il più pregiato dei tè neri.

La degustazione svelerà in tazza le mutevoli espressioni aromatiche stagionali, arricchita da informazioni storiche e tecniche di produzione.

Il momento del tè sarà completato da dolcezze in abbinamento alle aromaticità proposte.

 

Terzo incontro 19 marzo ore 15

Il Signore che rimuove gli ostacoli: Ganesha.

L’ultimo appuntamento è dedicato al dio dalla testa di elefante, colui che rimuove gli impedimenti, una tra le divinità più popolari in India. Le sculture a stele della collezione permanente che raffigurano Ganesha ci forniranno l’occasione per raccontarne la valenza nella tradizione induista e gli elementi iconografici che lo contraddistinguono.

Degustazione

Il fascino del tè di pianura: l’Assam

Assam o “senza eguali” è una terra che protegge e conserva. Le condizioni ambientali perfezionano una produzione ideale per rispondere alla richiesta mondiale del tè Assam, senza per questo perdere in qualità. Studi e ricerche proseguono infatti affinché si mantenga inalterato nel tempo il tipico carattere corposo di questo tè.

Il percorso sensoriale confronterà due diversi tè Assam per confermare l’inconfondibile nota classica dell’infuso e riconoscere le qualità aromatiche superiori di un clonale esclusivo dedicato alla produzione di tè Assam a foglia intera e di grado FTGFOP.

Il momento del tè sarà completato da dolcezze in abbinamento alle aromaticità proposte:

 

Costo: 18€ (più biglietto di ingresso al museo – gratuito per i possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte e valle d’Aosta).

Informazioni e prenotazioni: 0115211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

 

 

 

“Le cure domiciliari in Piemonte sono in gravissima difficoltà”

Riceviamo e pubblichiamo l’appello del Nursing Up

“Senza assunzioni di personale e organici adeguati non si può andare avanti”

 

Siamo estremamente preoccupati per la grave situazione in cui versa il tanto sbandierato progetto di ampliamento delle cure domiciliari nella nostra regione, perché all’atto pratico, a oggi, la situazione reale è che non solo l’ampliamento e l’adeguamento del personale non c’è stato, ma un po’ in tutto il Piemonte le cure domiciliari sono state al contrario sguarnite e messe in grande difficoltà.

 

Un esempio è ciò che accade nell’Asl TO4, area di Lanzo – Ciriè, dove su di un gruppo già non enorme di operatori delle cure domiciliari, a oggi vengono a mancare ben cinque risorse che non sono state in alcun modo sostituite mettendo in gravissima difficoltà la prosecuzione del servizio. Questo è solo un esempio di come viene gestita nella realtà questo servizio ai cittadini, casi simili infatti ci vengono segnalati in molte altre zone del Piemonte.

 

Il Nursing Up, sindacato degli infermieri e delle professioni sanitarie, chiede immediate spiegazioni e azioni concrete alla Regione sulla gestione delle cure domiciliari, in modo che le aziende sanitarie diano seguito agli annunci, alle leggi e alle parole che nei mesi passati si sono sommate sul potenziamento delle cure domiciliari assumendo il personale adeguato a svolgere il servizio.

 

Il segretario regionale Nursing Up Piemonte, Claudio Delli Carri, spiega: “Abbiamo passato mesi a sentirci dire che andavano potenziate le cure domiciliari, un presidio molto importante anche nella gestione del Covid. Abbiamo assistito a prese di posizione e leggi approvate. Ma, all’atto pratico, le cure domiciliari in Piemonte, sono ancore e sempre in enorme difficoltà per carenza di personale. Per potenziare tale servizio, infatti, il primo e unico passo da fare è assumere e creare team con il personale adeguato per coprire il territorio. Il problema è grave e generalizzato.

Ciò che accade nell’Asl TO4, dove la carenza d’organico ormai è di cinque unità, è solo la punto dell’icebreg. Se la Regione, e le Aziende sanitarie, davvero intendono puntare sulle cure domiciliari allora lo devono dimostrare oggi, subito, con i fatti e non a parole. Assumendo il personale adeguato per attivare il servizio in tutta la regione. Perché la situazione, così com’è oggi, non è più sostenibile e i pochi professionisti che sono impegnati in questo gravoso compito sono allo stremo delle forze a causa dei carichi di lavoro non più gestibili”.

I tumori rari: Torino leader nella ricerca

Torino balza agli onori della cronaca nel campo medico-scientifico grazie a uno studio altamente innovativo nel campo oncologico, che ha avuto grande risalto sulla prestigiosa rivista ‘Cancers’, intitolato “Antiangiogenic Therapy in Clear Cell Renal Carcinoma”.

Il termine antiangiogenesi indica una scoperta clinica del medico statunitense Judah Folkman, che aveva pubblicato un documento in cui svelava che ogni tumore fabbrica piccoli vasi sanguigni per nutrirsi. Trovò, quindi, una terapia per ridurre e bloccare questo processo grazie al quale il cancro poteva essere “soffocato” bloccandogli i rifornimenti sanguigni.

L’analisi ora diffusa dalla rivista Cancers ha preso in considerazione tutti gli studi compiuti da esperti mondiali nel settore dei carcinomi renali, uno dei tanti “tumori rari” nel vasto panorama delle neoplasie, pervenendo a valutazioni approfondite sulla validità ed efficacia dei farmaci finora utilizzati. Valutazioni che consentiranno di migliorare la cura di queste malattie, con grandi ricadute benefiche sui pazienti e sulla loro qualità di vita.

L’équipe è stata guidata dal professor Alessandro Comandone (che i membri del gruppo chiamano affettuosamente “Caposquadra”), direttore del Dipartimento di oncologia dell’ospedale San Giovanni Boscodi Torino, ed è composta da Federica Vana, (Gruppo Italiano Tumori Rari), Tiziana Comandone (Scuola di Farmacia ospedaliera dell’Università di Torino) e Marcello Tucci(Dipartimento di Oncologia dell’Ospedale Cardinal Massaia di Asti).

Sono definiti Tumori Rari (TR) le neoplasie con incidenza annua inferiore a 6 casi su 100 000 abitanti, un numero apparentemente minuscolo, ma che, applicato alle quasi 200 diverse tipologie classificate, raggiunge il 20% del totale dei tumori che si registrano annualmente nel mondo; rari singolarmente, quindi, ma consistenti nel loro complesso.

Lo studio e la cura dei tumori rari sono un’attività delicata che comporta un forte impegno da parte di gruppi di specialisti di diverse discipline, ognuno con un ben definito campo di conoscenze ma insufficienti, da sole, a risolvere i problemi di cura.

Per sviluppare questa preziosa attività di coordinamento nella ricerca e nell’assistenza, è stato costituito a Torino, 25 anni fa, il Gruppo Italiano Tumori Rari (GITR), una ONLUS che ha lo scopo di stimolare la ricerca clinica sui TR, di definire percorsi diagnostico-terapeutici e assistenziali per i malati di neoplasie a bassa incidenza, di creare una cultura tra gli operatori sanitari con corsi e congressi, di diffondere la conoscenza sui TR nella società civile.

Presidente è proprio Alessandro Comandone, da anni impegnato in questo settore. “Il fondamento dell’azione del GITR “- rileva il professor Comandone  – “è quello di favorire l’approccio pluridisciplinare alle neoplasie rare. Infatti nessuno specialista (medico, biologo, ricercatore, psicologo) è in grado di affrontare da solo diagnosi e terapia di tumori così diversi e complessi. Un punto delicato è il supporto psicologico per superare lo choc di diagnosi di tumori rari, che creano ansie e smarrimento sia per il paziente sia per i famigliari”.

Anni di ricerche hanno portato a risultati confortanti: alcuni TR che comportavano una sopravvivenza di pochi mesi oggi sono curati con “cocktail” di farmaci che allungano la durata (con una buona qualità della vita) a 3/5 anni. “La nostra filosofia prevede cure personalizzate”ricorda Comandone – ”proprio perché ogni malattia è diversa dalle altre e ogni paziente reagisce in maniera diversa ai farmaci. Purtroppo, a causa della rarità di queste fattispecie, è praticamente impossibile fare prevenzione (come fortunatamente si riesce a fare con altri tumori largamente diffusi come il cancro alla mammella o al colon), perché lo screening avrebbe un costo insostenibile”.

Il GITR da anni lavora in coordinamento con altri centri di ricerca (in Piemonte sono stretti i rapporti con Candiolo), in un’ottica di collaborazione che evita sovrapposizioni di azioni nella ricerca e consente di mettere a disposizione della comunità scientifica tutti i progressi compiuti dai “gruppi leader” in ogni gruppo di TR in cui ha raggiunto livelli di eccellenza.

Il nuovo studio elaborato, che consentirà un notevole salto in avanti nella ricerca e nella cura delle neoplasie rare, sarà presto oggetto di illustrazione e approfondimento in un convegno che il professor Comandone conta di organizzare nei prossimi mesi a Torino.

Gianluigi De Marchi