ilTorinese

I cento anni di Enrico Berlinguer

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Un secolo fa nasceva a Sassari Enrico Berlinguer. Il 25 maggio del 1922 era un giovedì e in Italia il fascismo si preparava alla presa del potere imponendo con la forza la dittatura del regime. Il padre era l’avvocato Mario Berlinguer, antifascista e discendente da una famiglia nobile, ufficiale durante la Grande guerra e in seguito, dopo la Liberazione, esponente del Partito d’Azione e a lungo parlamentare socialista.  

La madre, Mariuccia Loriga, era cugina della madre di Francesco Cossiga e figlia del medico igienista Giovanni Loriga, un sassarese di Osilo che si occupò delle condizioni mediche e sociali dei lavoratori specializzandosi nello studio della medicina del lavoro tanto da venire considerato uno dei padri della disciplina. Nella città più estesa della Sardegna, nel nord-ovest dell’isola dei Quattro Mori, trascorse infanzia e adolescenza, frequentando il liceo classico Azuni e iscrivendosi a 18 anni, nel 1940, alla facoltà di Giurisprudenza. A metà agosto del 1943 si iscrisse al Pci clandestino ricevendo la tessera nella serra del comunista pistoiese Renato Bianchi. Il ventunenne Berlinguer costituì e divenne segretario del circolo giovanile comunista che, alla fine di quell’anno, contava una cinquantina di aderenti tra giovani operai e studenti. In una Sardegna sempre più povera e  affamata, nel gennaio del 1944, il futuro segretario generale del Pci e i militanti del movimento giovanile comunista parteciparono attivamente ai cosiddetti moti del pane di Sassari, rivendicando la distribuzione di generi alimentari, in particolare pane, pasta olio. Arrestato, Berlinguer rimase in prigione quattro mesi, fino al 25 aprile di quell’anno. Il rapporto di polizia scrisse che “il B., seguendo la nota prassi comunista, si è chiuso in un assoluto mutismo”. A settembre si trasferì a Roma con la famiglia e successivamente a Milano dove lavorò nel Fronte della gioventù, il movimento politico fondato da Eugenio Curiel per coordinare l’arcipelago delle organizzazioni giovanili antifasciste. La sua carriera politica nel Pci iniziò nel gennaio del 1948, quando a ventisei anni entrò nella direzione del partito e meno di un anno dopo diventò segretario generale della FGCI, la Federazione giovanile comunista. Nel corso dei trentacinque anni che seguirono la sua vita, il pensiero e l’azione si intrecciarono con la storia della nazione.

Compromesso storico, austerità, eurocomunismo, questione morale sono termini del lessico berlingueriano che danno la misura dell’importanza del suo ruolo nella storia della sinistra non solo italiana. Enrico Berlinguer morì l’11 giugno del 1984 a Padova, durante un comizio elettorale per il rinnovo del parlamento europeo. Aveva solo sessantadue anni. Le immagini che restano nella memoria, per lo più in bianco e nero, ci rimandano il suo viso scavato, il corpo minuto. Una velata malinconia nello sguardo, il timbro di una voce antica. Quella stessa voce che proponeva con lucidità una visione del mondo nuova; la necessità di osare scelte più avanzate, di cambiamento, dove impegnare i destini di un popolo che si diceva comunista ma di un tipo del tutto originale, italiano e democratico, innervato nella Costituzione repubblicana. Sembrava un uomo fragile e delicato, Enrico Berlinguer. Gentile, riluttante, pacato, colto. Uomo di unità, affezionato alle speranze dei giovani, schivo e apparentemente inadatto alla leadership al punto che, come qualcuno disse, stava male prima di ogni incontro televisivo. Un uomo, secondo Alfredo Reichlin (scomparso nel marzo del 2017, con il quale ebbi l’onore di lavorare quand’era direttore de L’Unità, glorioso giornale che ora non c’è più) che per conformazione fisica e psicologica “poteva fare il bibliotecario”, ma che si dimostrò un eccezionale e insostituibile “capo di un popolo”. La folla che lo salutò in occasione dei funerali per le strade del centro di Roma fu la testimonianza più evidente dell’amore che il popolo italiano provava per questo uomo gracile e forte allo stesso tempo, partito dalla Sardegna non per fare la “carriera politica” ma per “impegnarsi nella politica”. Tra quei drammatici fotogrammi che accompagnano i suoi ultimi istanti in piazza della Frutta ce n’è uno, quasi impercettibile a un osservatore poco attento: quello del suo ultimo sorriso alla folla, dopo aver pronunciato le sue ultime parole “...lavorate tutti, casa per casa, azienda per azienda, strada per strada, dialogando con i cittadini”.

In quel sorriso  è racchiusa l’anima di Berlinguer. La bellezza di chi ha scelto di occuparsi in maniera disinteressata degli altri; di avere uno scopo nella vita che va oltre se stessi. In quel sorriso è racchiuso un manifesto politico, troppo in fretta archiviato dopo la sua morte e troppo strumentalmente rispolverato per esigenze di propaganda. Il sorriso di un uomo che è ancora tra noi perché le sue intuizioni politiche e culturali avevano scavato nel profondo della crisi italiana, ne avevano tirato fuori i nervi scoperti attraverso i quali si poteva vedere il futuro della nostra società e dell’Europa. Un uomo fatto passare per un conservatore e che, all’opposto, sapeva leggere con visionaria lucidità il cambiamento in corso, cercando di proporre una via d’uscita democratica, non populista. Berlinguer riuscì ad affrontare un tema ostico e da molti mal digerito come l’austerità che non aveva nulla a che vedere con le ricette neoliberiste e monetarie ma con l’idea di affrontare il tema dei consumi e della produzione all’interno di una società più giusta, sobria, solidale, democratica, attraverso una migliore distribuzione dei redditi e una condivisa responsabilità tra le classi che esistevano (e che esistono) ancora. Un discorso che affascinò il cattolicesimo progressista e che confermò quella diversità dei comunisti italiani che si fondava non certo sulla purezza ideologica ma sull’appartenenza a una comunità e a un’idea della politica basata su una visione morale (e non moralista) intesa come servizio, studio, avanzamento e lotta democratica. Si dirà che il mondo è cambiato, è più veloce, ha altre esigenze, e che sono stati commessi tanti errori lungo il cammino. Non c’è nulla di più vero. Gi stessi che sostengono queste tesi spesso argomentano le loro analisi con la denuncia su come il nostro paese sia cambiato in peggio, per la crisi e per lo spazio esiguo che hanno le giovani generazioni, per l’assenza di futuro.

Forse è cambiato in peggio anche perché, invece di contrastare alcune derive, le abbiamo assecondate; perché si è stati troppo indulgenti nello sposare parole d’ordine, modi di essere, ideologie che non appartengono a una parte che si propone di essere la parte dei più deboli; perché così tanto impegnati a ricercare il futuro si è pensato, più volte in questi anni, di trovarlo gettando via le lezioni del passato. Ecco perché, senza nostalgie ma con il senso dell’attualità, riemerge potente l’insegnamento di Berlinguer. Perché non basta un tweet per “riempire la propria vita”, ma occorre riscoprire il pensiero lungo, quello che invita a guardare al mondo con realismo e creatività, innovazione e obiettivi proiettati nel futuro. Quel “pensiero lungo” che non è ideologia arrugginita né fuga dalla realtà, manca molto alla politica di oggi. E Berlinguer qui pensieri lunghi li cercava nelle suggestioni che arrivavano dall’ambientalismo, dal pacifismo, dai movimenti delle donne. Con il sorriso di chi diceva: “Noi siamo convinti che il mondo, anche questo terribile, intricato mondo di oggi può essere conosciuto, interpretato, trasformato, e messo al servizio dell’uomo, del suo benessere, della sua felicità. La lotta per questo obiettivo è una prova che può riempire degnamente una vita”. Parole dette con un sorriso, dolce e determinato. Parole di Enrico Berlinguer.

Marco Travaglini

 

Ricerca antitumorale, il Poli scende in campo

LA RICERCA ANTI-TUMORALE DEL POLITECNICO DI TORINO FINANZIATA DALLO EUROPEAN RESEARCH COUNCIL DELLA COMMISSIONE EUROPEA

 

La ricerca della professoressa Valentina Cauda del Dipartimento DISAT è stata selezionata da ERC tra i vincitori delle sovvenzioni “Proof of Concept” per esplorare il potenziale commerciale o sociale dei progetti di ricerca di frontiera.

Il finanziamento, del valore di 150 mila euro, fa parte del programma di ricerca e innovazione Horizon Europe dell’Unione Europea

 

Il progetto AI CUrES (AI to predict Cancer metastasis using Ultra-Echo-Sono imaging) – sviluppato dalla professoressa Valentina Cauda del Dipartimento di Scienza Applicata e Tecnologia-DISAT al Politecnico di Torino – mira a proporre nuove metodologie per la diagnosi precoce delle metastasi tumorali, acquisendo nuove conoscenze nella fase iniziale della loro formazione con un approccio in tempo reale e possibilmente predittivo, che può essere decisivo per il futuro dei pazienti oncologici.

Grazie al carattere particolarmente innovativo e al grande impatto potenziale di questo progetto, la professoressa Cauda è stata selezionata tra i 55 progetti beneficiari del contributo ERC PoC-2022 da parte dello European Research Council della Commissione Europea. la sovvenzione è finalizzata alla realizzazione di “Proof of Concept”, cioè prototipi dimostrativi per esplorare il potenziale commerciale o sociale dei progetti di ricerca di frontiera. AI CUrES è stato selezionato tra 96 progetti presentati da ricercatori e ricercatrici ERC di tutta Europa e prevede un finanziamento di 150 mila euro, parte del programma di ricerca e innovazione Horizon Europe dell’Unione Europea.

Le metastasi sono la principale causa di morte delle malattie tumorali e costituiscono ancora oggi un’emergenza clinica irrisolta, che richiederebbe un intervento tempestivo sia in termini di diagnosi precoce sia di terapie preventive da attuare quanto prima, non solo contro il tumore primario, ma soprattutto nei primi stadi di formazione delle metastasi. La metastasi è il risultato di un complesso meccanismo, ancora oggi oggetto di molti studi, che vede la circolazione di materiale biologico, in particolare vescicole extracellulari (EVs), dal sito del tumore primario verso altri tessuti.

Come confermato da recenti ricerche, credo che sia possibile sfruttare le EVs specificamente prodotte da un tumore primario, qui nello specifico derivanti dal cancro del colon-retto, per comprendere meglio il potenziale metastatico di un tumore – spiega la professoressa Valentina Cauda – In AI CUrES combineremo le nanotecnologie e una tecnica di imaging multimodale ad alta risoluzione alle EVs, per monitorare la loro circolazione in ambiente biologico, lavorando dalle colture cellulari in vitro, agli organoidi 3D, fino ad arrivare ai modelli in vivo, per avvicinarci passo dopo passo alla complessità del corpo umano. L’uso di algoritmi di intelligenza artificiale aiuterà nell’elaborazione delle immagini raccolte sulle EVs in circolazione emesse dalle cellule tumorali alle cellule riceventi. Questo lavoro ha come visione futura l’ambizione di prevedere i possibili esiti clinici nei pazienti affetti dal tumore al colon retto, nonché in un futuro remoto estendibile ad altre patologie oncologiche, e di aiutare a impostare terapie preventive in maniera tempestiva”.

Al Politecnico la professoressa Cauda guida il TrojaNanoHorse Lab con un gruppo di ricerca di quasi 20 persone al DISAT. Il TNH Lab è stato lanciato nel 2016 grazie al suo ERC Starting Grant “TrojaNanoHorse” da 1,5 milioni di euro, da cui deriva non solo il progetto “AI CUrES”, ma anche l’ERC “PoC XtraUS”, tuttora in corso, che terminerà nel mese di agosto. Il laboratorio offre un asset di ricerca multidisciplinare nel campo della nanomedicina, studiando l’uso delle nanoparticelle per la terapia del cancro e la sua diagnosi.

Maggiori informazioni dedicate al progetto AI CUrES finanziato sono disponibili al seguente link: https://www.tnhlab.polito.it/AI_CUrES/

Maggiori informazioni sullo European Research Council-ERC

 

ERC, istituito dall’Unione europea nel 2007, è la principale organizzazione europea di finanziamento per la ricerca di frontiera di eccellenza. Finanzia ricercatori creativi di qualsiasi nazionalità ed età, per la realizzazione di progetti in tutta Europa. ERC offre quattro schemi di sovvenzioni principali: Starting Grants, Consolidator Grants, Advanced Grants e Synergy Grants. ERC è guidato da un organo di governo indipendente, il Consiglio scientifico. Dal 1° novembre 2021, Maria Leptin è Presidente di ERC. Il bilancio complessivo di ERC dal 2021 al 2027 è di oltre 16 miliardi di euro, nell’ambito del programma Horizon Europe, sotto la responsabilità del Commissario europeo per l’Innovazione, la Ricerca, la Cultura, l’Istruzione e la Gioventù, Mariya Gabriel.

In totale, circa 1530 progetti PoC hanno ricevuto finanziamenti dal 2011. Con i fondi aggiuntivi, ricercatori e ricercatrici ERC possono, ad esempio, verificare la fattibilità pratica di concetti scientifici, esplorare opportunità commerciali o preparare domande di brevetto. Secondo una recente indagine, più della metà dei ricercatori che hanno ottenuto sovvenzioni PoC hanno creato aziende o trasferito i risultati delle loro ricerche ad aziende già esistenti.

Come candidarsi alla prossima tornata di finanziamenti?

 

Ricercatori e ricercatrici ERC possono ancora candidarsi per i finanziamenti PoC in due ulteriori tornate del bando nel 2022. La prossima scadenza sarà il 29 settembre 2022. Ulteriori informazioni su come candidarsi per il PoC

Il Dito di Dio: Pablo Trincia racconta il disastro della Costa Concordia

Al Salone del Libro di Torino

Erano le 21:45 quando la Costa Concordia naufragava nelle acque gelide dell’ arcipelago toscano nei pressi dell’Isola del Giglio in una fredda notte del 13 gennaio del 2012, impattando contro gli scogli delle “Scole” e riportando una falla lunga 36 metri sul lato sinistro della carena.
Qualche ore dopo, il gigante marittimo- dal valore stimato di 450 milioni di euro- si inclinava sul lato di dritta, con uno sbandamento prossimo ai 90°, naufragando definitivamente a 00:42.
La Costa Concordia è stata la più grande nave della Marina Mercantile italiana, assumendo il ruolo di ammiraglia fino al 2007. Il suo ultimo viaggio era iniziato a Savona con a bordo 4.229 persone (di cui 3.216 passeggeri e 1.013 membri dell’equipaggio). La crociera “Profumo d’Agrumi” prevedeva una rotta dislocata su tutto il Mediterraneo passando da Marsiglia, Barcellona, Palma di Maiorca, Cagliari, Palermo, Civitavecchia per concludere la rotta proprio nella città di partenza, Savona.
Durante quella tragica notte di dieci anni fa, moriranno 32 persone, di cui 27 passeggeri e 5 membri dell’equipaggio diversi per età e nazionalità.
Per omaggiare e raccontare la vita e l’intreccio tragico e magico dei destini delle persone a bordo, Pablo Trincia- autore televisivo e giornalista- scrive e legge “Il dito di Dio” podcast originale Spotify. Lo abbiamo incontrato al Salone Internazionale del Libro a Torino dove ha letto e raccontato alcune storie tratte del suo ultimo libro “Romanzo di un naufragio” (Einaudi editore), sequel letterario del podcast.

Uno dei grandi protagonisti di questa tragica storia è stato l’assurdo e misterioso incrocio dei destini delle persone presenti a bordo. Quanto è stato importante questa tematica nello sviluppo narrativo del podcast prima e del libro poi?

Il destino nella storia della Costa Concordia è tutto: è lo scheletro che regge il racconto. Infatti, ogni persona che presente quella notte sulla nave, ci è finita per uno strano intreccio di date, eventi e coincidenze. Questo è l’elemento dominante della narrazone. Tutti abbiamo un destino, ma quando finisci in quelle situazioni ti domandi “perchè proprio io sono arrivato in quel posto a quella determinata ora?”.

I destini delle vite dei passeggeri della Concordia sembra essersi intrecciati anche dopo quella tragica notte. Quanto è stato complesso per te raccontare il prima e il dopo delle vite dei protagonisti – inconsapevoli – di quella tragedia?

Molto, ascoltare le vicende delle persone presenti sulla nave è stato difficile. Mi sono trovato a commuovermi più di una volta, però è anche bello quando il racconto diventa così intenso.

L’altro grande protagonista di questa storia è stato il Comandante Francesco Schettino. Hai sottolineato la difficoltà di “mettersi nei panni” di un soggetto che ha compiuto le azioni che tutti conosciamo, per garantire una lettura più oggettiva possibile. Quanto è stato complesso distaccarsi da un giudizio morale su di lui? Pensi di esserci riuscito?

Sì, penso di averlo raccontato senza giudizio ma semplicemente narrando i fatti. Non mi sono messo a giudicarlo: lo aveva già fatto un tribunale oltre che tutto il mondo. L’ho semplicemente raccontato.

Passando all’iconografia della nave (un gigante da 290,20 metri di lunghezza e da 35,5 metri di larghezza), quali sono state le tue prime sensazioni quando hai visto le immagini di quel colosso riverso sul un lato e quasi completamente naufragato nelle acque dell’Arcipelago toscano?

Faceva impressione vedere delle immagini del genere in TV perché è qualcosa che non vedi abitualmente. Quando raccontavo la storia ho sempre cercato di tenerla a mente e l’ho guardato un sacco di volte. Inoltre ho cercato tutte le fotografie possibili perché volevo raccontarla bene. E’ un’immagine fortissima ed è anche il motivo per cui questa storia è rimasta così impressa nella testa delle persone.

La tua carriera da podcaster inizia nel 2017 con “Veleno”, inchiesta realizzata con la collaborazione della giornalista Alessia Rafanelli e narrata in sette puntate.
Trovo un legame tra quella storia e questa: il tragico destino che accomuna intere famiglie e le lega definitivamente. Sembra che tu sia particolarmente legato ai racconti che hanno come protagonisti le famiglie. E’ così?

E’ una domanda molto bella perché è vero. Mi piace l’idea di raccontare i nuclei familiari perché sono il primo mondo che abbiamo intorno a noi ed la prima cerchia di cui facciamo parte. Sono ricche di persone, caratteri e comportamenti che mi affascinano. Per la stessa ragione sono appassionato dalla letteratura latino-americana che ha come protagonista intere generazioni familiari tutte legate da un filo rosso. Quindi penso di avere una particolare propensione a questa tipologia di racconto.

Valeria Rombolà

Città della Salute, costi in aumento

DAL CONSIGLIO REGIONALE

L’aumento dei costi edili si ripercuote sulle gare per le Città della Salute di Torino e Novara. Nel corso dell’informativa in quarta Commissione sullo stato di avanzamento dei lavori per realizzare le due strutture, l’assessore regionale alla Sanità ha spiegato che si sta lavorando con Anac per trovare un meccanismo che consenta di rivedere i prezzi, evitando che le gare vadano deserte. La Regione ha predisposto un emendamento per chiedere l’estensione delle procedure di revisione dei prezzi anche per le gare in corso prima del 27 gennaio e, in attesa che venga recepito, l’Azienda Città della Salute di Torino ha prorogato di tre mesi i termini per le ditte che entro fine maggio avrebbero dovuto presentare il progetto definitivo, in modo che i lavori possano comunque essere affidati entro fine anno, come da cronoprogramma.

Sempre per la Città della Salute di Torino – ha aggiunto l’assessore – dal settembre scorso procedono i lavori di bonifica del lotto 1, su cui sorgerà l’Ospedale. Se non ci saranno intoppi, tale operazione si concluderà entro la fine dell’estate.

Rispetto al progetto originario della Giunta precedente, è stato previsto che il Regina Margherita non entri a far parte del Parco della Salute di Torino e che i 100 posti previsti per l’area pediatrica vengano destinati all’area ostetrico-ginecologica senza aumento di costi e senza variare la gara in corso.

Un discorso a parte – ha sottolineato l’assessore – va fatto sul taglio dei 641 posti operato a suo tempo dalla precedente Amministrazione e che oggi impone una riflessione sull’offerta di cura complessiva, tenendo conto della necessità di assicurare a Torino e ai suoi cittadini un adeguato numero di posti letto per le patologie ad alta intensità che richiedono ospedalizzazione. Scenari che sono al vaglio della Cabina di regia, anche alla luce  delle incognite rappresentate dal costo finale della bonifica e del manufatto, ad affidamento avvenuto.

Per quanto riguarda Novara, ha poi spiegato l’assessore, dopo che le sette aziende concorrenti non hanno presentato offerte giudicando i massimali insostenibili, abbiamo chiesto all’Azienda di effettuare una revisione dei prezzi che è stata pari a 79 milioni. Il Ministero ha inoltre chiesto di aggiungere 20 milioni per eventuali imprevisti. L’aumento del prezzo per Novara è stato dunque di  99 milioni, per un totale di 419 milioni.  Rimane invariata la parte costruttiva  del progetto.

Il dibattito è stato aperto dal Pd, che ha sottolineato la necessità di procedere speditamente con entrambe le Città della Salute e l’importanza di programmare i posti letto per Torino anche alla luce del previsto rifacimento del Maria Vittoria e dell’Amedeo di Savoia e del futuro ospedale dell’Asl To5.

Luv ha chiesto che la Commissione effettui un sopralluogo ai cantieri della Città della Salute di Torino e ha insistito sulla necessità di privilegiare fonti ecocompatibili per l’approvvigionamento energetico.

Monviso ha sottolineato, soprattutto per Torino, la necessità di valutare la situazione delle vie, mentre il M5s ha evidenziato come, nel caso di Novara, il dimensionamento risalga a più di un decennio fa e che, se esso fosse più simile a quello dei nuovi nosocomi, si potrebbe forse pensare a qualche margine sui costi. Sul punto i tecnici dell’Assessorato hanno ribadito che i vincoli architettonici ed urbanistici previsti dal piano regolatore di Novara e storici del Parco della Battaglia hanno previsto un intervento diffuso orizzontalmente, incrementando spazi di collegamento.

La Lega si è dichiarata disponibile a fare quanto sarà necessario per contrarre al massimo le tempistiche affinché le due opere vedano la luce.

La Commissione ha poi iniziato le prime determinazioni sulla Proposta di legge 187, Riconoscimento delle attività di tatuaggio e dermopigmentazione, di cui è prima firmataria la capogruppo del M5s.

Il provvedimento intende disciplinare l’attività di tatuaggio e dermopigmentazione per garantire, soprattutto dal punto di vista sanitario, chi vi si sottopone. Si prevedono corsi formativi e di aggiornamento per gli operatori e ne viene normata l’attività. Alla Giunta regionale, acquisito il parere della Commissione, toccherà adottare il regolamento attuativo che individui, tra l’altro, i requisiti e i criteri di priorità per l’accesso a contributi per la realizzazione di tatuaggi con finalità mediche per ridurre il disagio psicologico delle persone che si sono sottoposte a interventi di asportazione e ricostruzione dell’areola mammaria. Si prevede, per quest’ultimo fine, lo stanziamento di 87,5 mila euro per il 2022 e di 175 mila per il 2023 e il 2024.

La Pdl viene ora inviata al Cal per il parere, mentre la consultazione dei soggetti interessati si svolgerà nella seduta di Commissione di lunedì 13 giugno. Relatori in Aula saranno per la maggioranza Fi e per la minoranza M5s, Pd e Luv.

 

Linee ferroviarie sospese, Pd: la Regione solleciti analisi costi

 “LA GIUNTA DI CENTRODESTRA SOLLECITI DA TRENITALIA L’ANALISI DEI COSTI DI RIATTIVAZIONE”

Tra il 2012 e il 2013 la Giunta Cota sospese 12 linee ferroviarie, che oggi potrebbero essere riattivate per intercettare i viaggiatori provati dal caro energia e dal caro carburanti e per contribuire al miglioramento della qualità dell’aria.

Nel rispondere alla mia Interrogazione sulla riattivazione della linea ferroviaria Asti-Chivasso, l’Assessore regionale ai Trasporti ha affermato di “aver richiesto a Trenitalia, per ciascuna delle linee sospese del territorio piemontese, un allegato che riporti, a mo’ di “catalogo”, una stima dei corrispettivi necessari per la riattivazione del servizio”. Questa stima aggiornata sarebbe quanto mai opportuna, essendo necessario potenziare il trasporto ferroviario in un momento di caro energia, caro carburanti e crisi climatica. Sappiamo già che la riattivazione dell’intera linea Asti-Chivasso costerebbe 45 milioni di euro, che la riapertura a fini esclusivamente turistici della tratta Chivasso-Brozolo costerebbe tra 2,2 e 4,8 milioni di euro, mentre la riattivazione della Pinerolo-Torre Pellice costerebbe 1 milione di euro/anno, ma queste stime sono passibili di aggiornamenti al rialzo a causa del caro energia e dell’aumento dei costi delle materie prime. Sappiamo anche che la linea Pinerolo-Torre Pellice è inclusa nel contratto di servizio Trenitalia del Servizio Ferroviario Metropolitano e nel PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile) della Città Metropolitana di Torino, a differenza della linea Chivasso-Asti che non compare. La Città Metropolitana sta anche affidando uno studio comparativo, finanziato dal fondo del Ministero per il PUMS, che analizzi le diverse opzioni di riqualificazione della linea Pinerolo-Torre Pellice, mentre non sta facendo alcuno studio sulla Asti-Chivasso.

Se da un lato, quindi, accogliamo con favore la richiesta a Trenitalia di fornire stime aggiornate sui costi di riattivazione di tutte le linee ferroviarie sospese (che comprendono anche linee importanti come la Alessandria-Ovada, la Asti-Casale-Mortara, la Casale-Vercelli, la Asti-Castagnole-Alba, la Cuneo-Mondovì e la Santhià-Arona), dall’altro ribadiamo che non si può prendere in considerazione la riapertura isolata di una sola linea, anche se a scopi esclusivamente turistici, omettendo una seria analisi di tutte le linee, che approfondisca non solo i costi infrastrutturali, ma anche i flussi, l’accessibilità delle fermate e l’adattamento degli orari.

La Giunta di centrodestra adotti un approccio strutturale e non frammentario e dica finalmente che intende mettere risorse finanziarie per potenziare il trasporto su ferro. Nei trasporti è l’offerta che genera la domanda, quindi per incentivare il trasporto su ferro, che è quello col minor impatto sulla qualità dell’aria, bisognerebbe aumentare l’offerta di linee ferroviarie, invece di ridurla.

Le aree interne del nostro Piemonte meritano investimenti e non risparmi.

MONICA CANALIS Consigliera regionale del Partito Democratico e Vicepresidente della III Commissione del Consiglio regionale

Con il “Masters of Magic World Tour 2022”, Torino diventa per quattro giorni “Capitale mondiale della magia”

E’ qui la grande magia!

Da giovedì 26 a domenica 29 maggio

Una “Convention” al “Mastio della Cittadella” e un week-end di “Gran Gala Show” al “Teatro Alfieri”1500 illusionisti e oltre 30 star internazionali, una maratona di più di 100 ore consecutive di altissimo spettacolo articolate in una cinquantina di eventi per 4 giorni di full immersion nel mondo travolgente della più straordinaria arte della magia. Questo è “Masters of Magic World Tour” , il più importante spettacolo del “magico” al mondo, che letteralmente travolgerà la città da giovedì 26 a domenica 29 maggio, con la sua XX edizione, trasformando Torino in “Capitale mondiale della magia”. Cuore della kermesse, prodotta da “Masters of Magic” (“engagement company” leader nella produzione di eventi live e televisivi) sotto la direzione artistica di Walter Rolfo (coach ed esperto in processi percettivi), per la regia di Alessandro Marrazzo, sarà il “Gran Gala Show” in programma sabato prossimo 28 maggio alle 17 e alle 21 e domenica 29 alle 15 e alle 19 al “Teatro Alfieri” di piazza Solferino 4 a Torino. A salire sul palco dell’ “Alfieri”, insieme a Walter Rolfo, saranno la super star Dan Sperry per la prima volta in Italia con le sue illusioni uniche e taglienti, accanto a uno dei maghi più amati e seguiti d’Italia,  Raul Cremona, e insieme a lui il campione mondiale di mnemonica Vanni De Luca, l’artista del “Cirque du Soleil” specializzato in giocoleria orizzontale Victor Moiseev, il contorsionista australiano figlio d’arte, Captain Frodo, il giovane trasformista coreano Man Ho Han, il fantasista Ernesto Planas, il campione del mondo di manipolazione Niek Takens e il gruppo Campione del Mondo di grandi illusioni Magus Utopia che presenterà per l’occasione uno spettacolo al confine tra teatro e magia.  Due ore di pura meraviglia e incanto! E intanto in attesa del “Gran Gala”, al “Mastio della cittadella”, si terrà giovedì 26 la “Cerimonia di apertura” o “Convention 2022” che proseguirà fino a domenica 29 maggio. Anche qui si susseguiranno nomi di altissimo livello: da Richard Wiseman, professore di psicologia e illusionista britannico di fama mondiale, al già ricordato Raul Cremona fino al mentalista e concorrente di “Italia’s Got Talent 2019”Andrea Paris, al campione europeo di cartomagia Francesco Fontanelli e al giovane duo di talento Jack Nobile & Hyde, fino allo straordinario “Freak Show” in programma giovedì notte, in memoria del mago Jabba (al secolo Piero Ustignani), di recente scomparso. Da rammentare che “Master of Magic” sarà, anche quest’anno, occasione di lancio per giovani talenti del settore che potranno concorrere al Premio Internazionale “Trofeo Victor Balli”, fra i più importanti riconoscimenti al mondo, al “Campionato Italiano di Magia”, i cui concorrenti vengono selezionati durante l’anno in tutt’Italia per poi sfidarsi nel “Gran Finale” e alla “Grolla d’Oro”, che consacra i migliori artisti dell’illusione al mondo, e che quest’anno verrà assegnato a Richard Wiseman, ospite a Torino venerdì 27 maggio. E non finisce qui. La magia di questa XX edizione del “Masters of Magic World Tour” quest’anno raggiungerà anche la “Reggia di Venaria”, dove, dal 2 al 5 giugno, l’evento proseguirà, fra close-up e corner magici in grado di stupire e incantare i grandi e anche i più piccini, animando di spettacolari performance di street-magic i giardini della “Reggia”, Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO. Il programma si inserisce all’interno del calendario di eventi ed attività culturali della “Venaria” dedicate al tema del “Gioco”.

Per info: tel. 348/0011257 o www.masterofmagicconvention.com

g.m.

Nelle foto:

–       Passerella

–       Raul Cremona

–       Walter Rolfo

Valentino, ripristino del manto erboso nel prato dell’Eurovillage

 

 

Il manto erboso del prato nel Parco del Valentino, nell’area dove si è radunata la folla per i concerti di Eurovillage, verrà ripristinato e riqualificato grazie ai lavori che hanno preso il via  e che avranno una durata di circa due settimane. A questo primo intervento ne seguirà un secondo, già programmato per il prossimo autunno.

Nelle giornate del 24 e 25 maggio, compatibilmente con le condizioni meteo, si procederà con le lavorazioni preparatorie. Successivamente la ditta specializzata passerà agli interventi sul terreno, con una leggera erpicatura necessaria ad arieggiarlo, la trasemina del prato e le successive irrigazioni di soccorso.

Per consentire la germinazione dei semi e la formazione del nuovo tappeto erboso il prato verrà transennato per almeno un paio di settimane, fino a quando si verificherà un buon livello di sviluppo ed attecchimento dell’erba.

Anche una piccola porzione del prato adiacente, interessato dagli eventi collegati a Eurovillage, sarà oggetto di riqualificazione con le stesse modalità.

L’assessore alla Cura della città ha evidenziato la rapidità con cui viene avviato l’intervento di ripristino, che si è reso necessario perché l’area è stata messa sotto stress con il passaggio, complessivamente, di circa 220 mila persone durante Eurovillage. Ha inoltre preannunciato che a breve verrà convocato il tavolo del comitato di gestione del Parco – con le associazioni ambientaliste, i circoli remieri e gli enti interessati – per discutere dei progetti legati al PNRR che riqualificheranno ampie zone del Valentino.

Street art per ricordare Battiato

A un anno dalla scomparsa del Maestro Franco Battiato, lo street artist John Sale, lo ricorda con la frase estrapolata da una sua celebre canzone – e in un istante ritorna la voglia di vivere a un’altra velocità-. La poesia, la filosofia e la musica delle sue canzoni, ci parlano di mondi, spazi, e dimensioni altre nelle quali il Maestro continuerà a vibrare.

 Giovanni Saldì: Torino portici di Piazza castello lato Galleria Subalpina

Effetto Ucraina, Pil +2,2 per cento nel primo trimestre, +1 all’inizia del secondo

L’andamento del ciclo economico regionale stimato in anteprima dal Comitato
Torino Finanza. Si sente l’effetto Ucraina, ma non solo. La regione cresce meno della
media nazionale. L’anno scorso l’incremento era stato del 6,1%.

Come era prevedibile, la guerra in Ucraina frena il Pil del Piemonte, che però nel primo scorcio di quest’anno
aveva già rallentato. Lo mettono in evidenza i dati raccolti dal Comitato Torino Finanza della Camera di
Commercio di Torino, che è in grado di misurare l’attività economico-produttiva regionale in tempo quasi
reale (e con largo anticipo sui dati Istat) attraverso un modello statistico definito “PilNow Piemonte”, ad alto
grado di affidabilità.

Nei primi 40 giorni del II trimestre si è registrato un contributo positivo alla variazione trimestrale del Pil di
appena l’1%. Una frenata economico/produttiva che già si era registrata nei primi tre mesi dell’anno: la
variazione del Pil regionale è stata stimata del +2,2%, rispetto allo stesso trimestre del 2021, sensibilmente
inferiore alla variazione italiana dello stesso periodo, che è stata del 5,75%. Gli indici presi in considerazione
dal PilNow dimostrano che in Piemonte la guerra sta frenando nuovamente i consumi.

Allungando lo sguardo retrospettivamente all’intero 2021, PilNow evidenzia una ripresa piemontese del
6,1%, lievemente inferiore a quella nazionale (6,6%). I ricercatori del Comitato Torino Finanza fanno però
notare che se in Piemonte il ciclo economico delude, è anche vero che non si sono ancora sentiti gli effetti
del PNRR, poiché il grosso degli investimenti deve ancora essere realizzato.

Dunque, dopo il rimbalzo del 2021 rispetto a un 2020 pesantemente condizionato dalla pandemia,
l’economia piemontese fa registrare un rallentamento di passo, pur se si è giunti al 4° trimestre consecutivo
di espansione. Una ripresa che però non ha ancora ripristinato i livelli precedenti di produzione e di reddito.
Sono stati recuperati 18 miliardi di Pil dal minimo pandemico, ma ne mancano 7 per tornare a prima della
pandemia e 14 per raggiungere il precedente massimo del 2008.

Tornando ai dati del I trimestre di quest’anno, la riduzione di crescita non è stata determinata solo dalla
guerra, che ha pesato per un solo mese; hanno inciso la difficoltà del settore europeo dell’auto, avvolto di
incertezze sia dal lato dell’offerta che della domanda, e in attesa degli incentivi, che tardano sempre gli
acquisti. Così come non è trascurabile l’effetto dell’inflazione da materie prime, per i ritardi prodotti e forse
anche per la riduzione di investimenti.

“I dati che stiamo vedendo – afferma Vladimiro Rambaldi, Presidente del Comitato Torino Finanza –
mostrano che la ripresa del 2021, pur buona (+6,1%), è tuttavia da considerarsi, per ora, un puro rimbalzo,
dato che le due percentuali successive, trimestrali, sono molto scese, anche se gli ultimissimi dati sono parziali.
Pesa la guerra, di sicuro, ma non deve essere un alibi. La crescita si ottiene solo con gli investimenti e se la
vogliamo davvero gli investitori pubblici devono impegnarsi nella realizzazione del Pnrr, e aggiungerei nella
attuazione del POR Fesr e del Fondo di Sviluppo e Coesione (FSC), senza i ritardi che in passato abbiamo avuto
nella programmazione e nella sua attuazione. Gli investitori privati per parte loro hanno ancora condizioni di
facilità dei finanziamenti e non devono perdere l’occasione di investire in un contesto di costo del denaro che
non si è mai avuto dall’unità d’Italia ad oggi e che l’inflazione minaccia di interrompere. Il tempo di impegnarsi
è dunque questo. Tra l’altro, come dimostra il tasso di disoccupazione, le risorse umane non mancherebbero,
ovviamente investendo nella loro formazione”.

“L’elaborazione del Comitato Torino Finanza ci mostra un Piemonte che resiste alle conseguenze della
pandemia e della guerra in Ucraina, ma con trend inferiori sia alla media nazionale e che al primo trimestre
dell’anno. Il rallentamento economico e produttivo, dovuto anche alla difficoltà nel reperimento di materie
prime e all’incertezza rispetto all’evoluzione della situazione geo-politica dei prossimi mesi, ha un impatto
negativo sulle nostre imprese e sui nostri imprenditori, oltre che sulle famiglie. Adottare politiche energetiche
più sostenibili a livello nazionale, cercando di contenere l’inflazione e la disoccupazione, ci consentirà di
riprendere quel cammino di crescita a cui tutti quanti guardiamo” commenta Gian Paolo Coscia, presidente
Unioncamere Piemonte.

Dal 2008 Intanto l’indice PilNow si arricchisce di nuovi indicatori e ora ne include due sul mercato del lavoro,
come la disoccupazione e la Cig. Il tasso di disoccupazione, considerando anche coloro che non cercano lavoro
ma lavorerebbero e coloro che non sarebbero disponibili, pur formalmente cercandolo, è pari al 12,3%. E
dalla prossima pubblicazione, attesa per la prima metà di agosto, il PilNow sarà arricchito da ulteriori
indicatori, compresi anche dati di origine finanziaria, che contribuiranno a diminuire il margine di errore
dell’indice.

PILNOW
È un indice che fornisce un giudizio sintetico, tempestivo, istantaneo, dell’andamento economico del
Piemonte. Include variabili dell’economia reale tempestivamente rilasciate e che sono correlate alla
congiuntura economica generale. Alcune tengono conto dell’andamento economico dal lato dell’offerta,
ossia dal lato della produzione (ad esempio consumi di energia elettrica sulla rete e passaggi di veicoli pesanti
sulle autostrade che attraversano il Piemonte a al traforo del Frejus). Altre variabili sono incluse in quanto
collegate prevalentemente alle attività di consumo.

Asti – Chivasso: servono almeno 45 milioni

Una stima dei costi di riattivazione al servizio viaggiatori dell’intera linea Asti-Chivasso – effettuata nel 2021 da Rfi – ammonta a circa 45 milioni di euro; una cifra che, alla luce degli incrementi del costo materiali dell’ultimo periodo, potrebbe non essere sufficiente.

Questa la risposta fornita dall’assessore regionale all’Agricoltura per conto di quello ai Trasporti all’interrogazione formulata dal Partito Democratico sugli intendimenti e azioni che la Giunta intende mettere in atto per la riattivazione del servizio e per lo studio dei costi.

La consigliera nonchè vice presidente della Terza Commissione si è resa promotrice della richiesta a Trenitalia, per ciascuna delle linee sospese del territorio piemontese, di un allegato che riporti, a mo’ di “catalogo”, una stima dei corrispettivi necessari per la riattivazione del servizio”.

Questa stima aggiornata sarebbe quanto mai opportuna, essendo necessario potenziare il trasporto ferroviario in un momento di caro energia, caro carburanti e crisi climatica.

La linea ferroviaria venne chiusa per cedimenti infrastrutturali delle gallerie Brozolo e Cortanze, dopo aver riscontrato problemi legati alla tenuta chimico-fisica del rivestimento delle gallerie, ha proseguito l’assessore. Sono diversi i lavori necessari, come il livellamento dei binari, la messa in sicurezza delle gallerie (costo stimato circa 17 milioni di euro), la sostituzione di cavi e apparecchiature danneggiate o non più efficienti.

La riapertura della sola tratta Chivasso-Brozolo comporterebbe una spesa di circa 12,7 milioni di euro e a tale scopo è stata inoltrata richiesta a Rfi di quantificare gli interventi necessari per una riapertura a fini esclusivamente turistici.

L’assessorato intende tener conto di quanto emergerà in Commissione Trasporti e delle risorse aggiuntive che il Consiglio regionale metterà a disposizione, tenuto conto che l’ammontare complessivo per il servizio ferroviario è di 200 milioni di euro.

La linea Asti-Chivasso è ricompresa nel decreto interministeriale sulla classificazione a uso turistico delle tratte ferroviarie dismesse o sospese, caratterizzate da particolare pregio culturale, paesaggistico e turistico condiviso in Commissione Infrastrutture, Mobilità e Governo del territorio della Conferenza delle Regioni e Province Autonome.

Nel corso della seduta è stata fornita risposta anche all’interrogazione del gruppo del Partito Democratico su: “Licenze software antivirus dei dispositivi in uso in Regione”.

La presente comunicazione è mancante di virgolettati e nomi secondo quanto disposto dall’art.9 c.1 della legge 22 febbraio 2000 n.28 in tema di par condicio nei periodi pre elettorali e referendari.