Da Sidone, fortezza crociata in Libano, al Guado di Giacobbe, dalle sorgenti dell’antica Seforia a Tiberiade, l’archeologia delle crociate non finisce di stupire ricercatori, storici e archeologi.

L’ultima riunione del mese in notturna sulla pista di Vinovo, sabato 23 luglio, avrà un doppio sottofondo musicale. In programma infatti c’è l’appuntamento conclusivo con le note dal vivo per il programma di HippoJazz, organizzato da Dimensione Jazz sul palo dell’ippodromo. Ma negli ampi spazi della struttura torinese troveranno anche spazio le spettacolari supercar americane. Un evento organizzato dal nuovo gruppo ‘Special Cars‘ al quale parteciperanno diverse auto americane che fanno parte del gruppo West Custom, il Registro Nazionale delle Mustang e la collaborazione di Octanes Garagem una delle officine di riferimento per auto a stelle e strisce. Per tutto il pubblico, come al solito con ingresso gratuito a partire dalle 17, anche la possibilità di cenare all’Hippo-Trattoria sulla terrazza panoramica ma anche lo street food organizzato da una nota Pro Loco. In pista in programma prevede otto buone corse, compreso l’appuntamento con i Gentlemen. Il trotto tornerà poi mercoledì 3 agosto prima della breve paura estiva fino a sabato 27 agosto.
Non è un colpo di scena come vogliono far credere politica e sindacati quello della volontà di acquisizione della Pernigotti di Novi ligure da parte del fondo speculativo finanziario JP Morgan.
Piuttosto sembra il segnale chiaro di un calo del sipario, che nessuno vuol davvero svelare.
Dalla vendita alla famiglia Averna, da parte del discendente del fondatore Stefano Pernigotti, alla cessione ai Toksoz, turchi proprietari di un gruppo industriale. Dalla crisi, allo spezzatino, dai repentini e frequenti cambi di rotta della proprietà all’inutile vicenda giudiziaria, fino ad arrivare alla sospensione delle trattative per la vendita dello storico marchio di Novi Ligure e all’annuncio dell’arrivo della JP Morgan in salsa draghiana. Sono sbiaditi gli annunci del 2018 di ministri e politici che consideravano il salvataggio di un
marchio storico che ha fatto grande il territorio già dato come avvenuto. Le uniche certezze sono che dei 92 dipendenti superstiti ne resterebbero 25, forse. Se pensiamo che una decina di anni fa erano oltre 200, i conti sono presto fatti.
Eppure a ben vedere una misura che nessuno vuole considerare ci sarebbe, ma appena accennata i proponenti vengono ignorati se non derisi. Ci riferiamo al Workers Buy Out (WBO), misura che consente di costituire una nuova impresa, di solito in cooperativa, attraverso l’acquisizione da parte dei lavoratori dell’azienda origine (o di un ramo di produzione della stessa) entrata in crisi.
In questo modo i lavoratori diventano soci ordinari o soci cooperatori. Per poter usare questo strumento occorre che l’azienda non sia già decotta, ma è necessario, infatti, che sia ancora possibile riconvertire la crisi verso una condizione di operatività e di positività produttiva.
Oltre al salvataggio di posti di lavoro, il wbo si traduce anche in un patrimonio di competenze e know how, quote di mercato mantenute, occupazione preservata per un territorio e una comunità di riferimento.
E pensare che in Italia (dati: maggio 2019) le società cooperative esito di WBO attualmente attive impiegano oltre 4 mila dipendenti e generano un fatturato totale di circa 490 milioni di euro.
In ogni caso, ogni euro investito ha un ritorno economico per lo stato attraverso il pagamento degli oneri sociali, dell’Irpef pagata dai lavoratori, dell’imposta redditi pagata dalla società e sul mancato utilizzo degli ammortizzatori sociali.
Vero è che per fornire alla neocostituita cooperativa le risorse iniziali necessarie per avviare l’attività, i soci cooperatori devono mettere a disposizione risorse proprie, ad esempio i propri risparmi personali o il TFR, ma vorrebbe da chiedersi cosa sia davvero più rischioso: se contare sulle proprie forze e poche risorse o sulle inaffidabili promesse imprenditoriali, politiche e sindacali già viste e sentite ripetutamente.
Il Piemonte poi conta già alcuni casi di successo di recupero d’impresa, in particolare: la cooperativa Pirinoli di Roccavione (CN), la Cooperativa Italiana Pavimenti di Sommariva Bosco (CN) e la trentennale esperienza della Nuova Crumière di Villar Pellice (TO).
Ci sono state inoltre alcune interessanti novità introdotte dall’ultima legge di bilancio: uno sgravio contributivo totale per le società cooperative che si costituiscono, a decorrere dal 1° gennaio 2022, l’esonero dal versamento del 100% dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro, per un periodo massimo di 24 mesi dalla data della costituzione della cooperativa, ad uno specifico regime di aiuto sulle risorse del Fondo crescita sostenibile. Perfino la Commissione europea ha approvato recentemente l’incentivo per le operazioni di workers buyout previsto dalla legge di Bilancio 2022, che si aggiunge ai finanziamenti agevolati a favore delle cooperative di lavoratori erogati dal Ministero dello Sviluppo economico.
Nessuno vuole nascondere che il costo di acquisizione del marchio storico potrebbe essere proibitivo ma, piuttosto che condannare famiglie e lavoratori ad un triste ed annunciato epilogo, come Italexit crediamo valga la pena di mettere al centro del dibattito questa misura. Non riusciamo a comprendere perché manchi la volontà anche solo di un confronto e perché si continuino a intrattenere relazioni unicamente con i sindacati, che negli ultimi anni non hanno saputo fornire risposte né soluzioni concrete ai bisogni delle troppe famiglie coinvolte dalle crisi. Noi siamo a vostra disposizione!
Luciano Bosco coordinatore nazionale Italexit per l’Italia con Paragone
Jessica Costanzo deputata torinese Commissione Lavoro Pubblico e Privato
L’indagine più recente è di aprile 2022 a cura dell’Istituto Piepoli: affronta in modo ampio il tema del disagio provato nell’esercizio della professione: il 58% riferisce di non sentirsi sicuro sul luogo di lavoro e teme aggressioni, il 71% lamenta un aumento dello stress da carico di lavoro, paura del contagio, problemi organizzativi, l’11% dei medici generici e il 4% degli ospedalieri dichiara patologie e disturbi di cui prima del Covid non soffriva, come l’insonnia. Altro dato rilevante, il 75% sostiene di non riuscire più a conciliare vita lavorativa e famiglia.
Da una ricerca Anaao condotta tra novembre 2021 e marzo 2022 su 958 medici ospedalieri è emerso invece che il 71% di loro ha sofferto di burn out, il 31,9% ha denunciato disturbi dello spettro ansioso, il 38,7% depressivi. A soffrire maggiormente di questi disturbi le donne e i giovani.
È stato anche ricordato lo studio condotto nel 2020 dalla Federazione dei medici di medicina generale su un campione di 246 medici di famiglia in Piemonte: il 37% ha riferito di presentare sintomi da sindrome depressiva, il 32% da sindrome post traumatica da stress, il 75% disturbi legati all’ansia. Tra le principali cause scatenanti non essere stati dotati nelle prime fasi di dispositivi di protezione individuale (41%), non aver ricevuto informazioni adeguate per proteggere la propria famiglia (48%) né linee guida diagnostico terapeutiche per curare i pazienti (61%).
Giustetto ha spiegato che a febbraio 2022 è partito un gruppo di lavoro interordini sullo stress e il burn out nelle professioni di cura, con l’obiettivo di individuare delle linee guida da suggerire alle Asl per interventi di sostegno psicologico, l’attivazione di sportelli di ascolto e trattamenti psicoterapici dedicati.
Domande per approfondire il tema sono state poste dai consigl
Il documento è in realtà un vero e proprio atto di indirizzo sulle politiche alimentari della nostra città che dettaglia, nella parte dove impegna Sindaco e Consiglio comunale ad attivarsi, una quindicina di punti estremamente precisi per affrontare nel migliore dei modi la questione del cibo.
Fra le richieste, quella di realizzare nelle politiche locali interventi suggeriti dal quadro d’azione del MUFPP (Milan Urban Food Policy Pact), patto internazionale sottoscritto da 160 città di tutto il mondo per rendere sostenibili i sistemi alimentari, garantire cibo sano e accessibile a tutti, preservare la biodiversità, lottare contro lo spreco e riconoscere la valenza strategica “human rights oriented”, partecipativi, democratici, sostenibili, interculturali, resilienti, giusti, salutari.
C’è poi la richiesta di assumere una strategia alimentare che introduca o rafforzi, negli appalti pubblici della Città inerenti la fornitura di cibo, clausole sociali per valorizzare gli elementi di sostenibilità degli alimenti e della loro catena produttiva: cibo biologico, alimenti provenienti dal commercio equo e solidale, dal circuito produttivo carcerario, dal circuito produttivo “mafia free”, e cibo proveniente dalla filiera locale.
La mozione prosegue impegnando l’Amministrazione a valorizzare i mercati alimentari cittadini quali luogo d’incontro tra campagna e città e proponendo di potenziare gli spazi destinati ai produttori locali oltre ad avere un’attenzione particolare per momenti di solidarietà alimentare in cui venga esaltata la dimensione comunitaria di iniziative e progetti di recupero delle eccedenze.
Inoltre, aggiornare la mappatura del sistema territoriale alimentare su scala cittadina e metropolitana per realizzare una piattaforma digitale e multilingue che renda visibili le pratiche di eccellenza realizzate nei diversi ambiti tematici: ambientale, economico, culturale, educativo e sociale.
Elaborare un’agenda strategica alimentare cittadina capace di indirizzare e implementare le politiche integrate del cibo della Città e della Città Metropolitana, sviluppare un piano di raccolta fondi europei, di cooperazione internazionale e filantropici per alimentare le politiche del cibo della Città di Torino.
Nel presentare la mozione, Ciampolini ricorda che il cibo è uno snodo intorno al quale si muovono interessi fondamentali e il tema delle politiche del cibo è strettamente legato al futuro delle città. Per questa ragione e per evitare speculazioni, il cibo deve essere considerato un “bene comune” di piena proprietà di tutti i cittadini e dei soggetti organizzati che si impegnano per tutelarlo e preservarlo all’interno delle comunità locali ed è importante che gli enti locali si attrezzino per affrontare le trasformazioni inerenti la produzione, distribuzione, scambio di cibo, bene essenziale per la vita individuale e collettiva.
Per la capogruppo di Torino Domani: “Torino, a differenza di Roma e Milano, non ha ancora una politica del cibo che regoli e renda trasparenti i processi necessari alla sostenibilità della produzione, dello scambio, della commercializzazione del cibo. Per questo abbiamo lavorato per raccogliere dati e informazioni su tutto ciò che la città di Torino ha fatto e promosso rispetto alla tematica del cibo, al fine di realizzare una mozione che impegni il Consiglio comunale a produrre un atto di indirizzo: senza questo passaggio non potranno mai esserci processi istituzionali durevoli idonei a trasformare le sperimentazioni progettuali in politiche innovative del cibo”.
Nel corso del dibattito, sono intervenuti a favore del documento Elena Apollonio (Lista civica), Alberto Saluzzo (PD), Alice Ravinale (Sinistra Ecologista). Silvio Viale (Lista civica) ha espresso la volontà di astenersi.
La vicesindaca Michela Favaro ha annunciato la creazione, da parte dell’assessora Chiara Foglietta, di un tavolo interassessorile per affrontare in modo innovativo e moderno alle politiche del cibo in città.
La mozione è stata approvata con 25 voti a favore e 5 astenuti.
Continua la saga che ci sta regalando (si fa per dire…) colpi di scena a non finire in questo 2022.
Durante una pandemia di dimensioni bibliche, esplosa da più di due anni e che continua a ribellarsi alle contromisure messe in atto, si è verificato, nella vicina Russia, il risveglio rabbioso di uno dei più temuti signori della guerra.
Vladimir, l’Impalatore delle libertà, Putin vuole riportare i confini del suo impero dove erano stati, col ferro e col fuoco, fissati dai suoi predecessori sovietici e il resto del mondo si trova ora impegnato in un’epica battaglia del bene contro il male.
Una volta messi in movimento gli eserciti le merci hanno cessato di circolare liberamente e una crisi energetica ci sta riportando ad un passato, gli anni Settanta, non abbastanza lontano per non ricordarne le gravi ripercussioni sociali ed economiche.
Un altro grande impero, quello cinese, rimane sornione in prudente osservazione, pronto a cogliere i frutti del nuovo disordine mondiale ed accrescendo, giorno dopo giorno, la sua sfera di influenza, specie nei Paesi emergenti (che, dopo la crisi sanitaria, devono affrontare quelle energetica ed alimentare).
Nel Regno Unito Boris Johnson rassegna alla regina le sue dimissioni da leader del Partito conservatore e da premier del governo: a tre anni di distanza dal trionfo elettorale la perdita di credibilità non lasciava altra scelta a BoJo che resterà in sella fino al compimento, questo autunno, della transizione ad un nuovo governo.
Nel frattempo a Nara, lontano dalle pianure ucraine dove infuria il conflitto, un importante condottiero, Shinzo Abe, ex capo del governo nipponico, cadeva sotto i colpi di un attentatore mentre si apprestava a compattare, in vista delle elezioni politiche, le truppe del partito liberal democratico (l’ LDP).
L’evento lascia sotto shock tutti i giapponesi che si ricompattano ed alle urne confermano in massa la leadership del partito al governo, l’LDP, e del suo primo ministro Fumio Kishida (rafforzato dalla scomparsa del suo principale avversario politico interno).
Il cordoglio mondiale lascia però ben presto spazio alle notizie di scottante attualità.
Da tutt’altra parte del globo, il capo di Stato più potente del mondo, Joe Biden, fa visita al cuore del regno del petrolio salutando il principe Mohammed Bin Salman (accusato di essere il mandante, nel 2018, dell’uccisione di un giornalista nel consolato saudita di Istanbul) con il “pugnetto” dell’amicizia e inaugura così la nuova stagione della “realpolitik” con il Paesi del Golfo. L’accoglienza ricevuta dal presidente statunitense non è stata troppo calorosa e solo nelle prossime settimane si potranno iniziare a valutare gli effetti, a cominciare dal prezzo del barile, di questo viaggio.
In Cina, intanto, il presidente Xi Jinping ricompare in pubblico dopo due settimane, giusto in tempo per assistere alla pubblicazione dei dati ufficiali sulla crescita-zero del PIL nel secondo trimestre: nella prima metà dell’anno il progresso si è ridotto ad un misero 2,5%, ben lontano dall’obiettivo dichiarato del 5,5%.
La riapertura delle città dell’impero di mezzo (chiuse per COVID negli scorsi mesi) dovrebbe aiutare Xi ad affrontare il Congresso Nazionale del Partito Comunista di novembre con il vento alle spalle ma senza dimenticare che, dietro di lui, c’è il primo ministro Li Keqiang che, con il suo atteggiamento critico, potrebbe in futuro diventare un pericoloso avversario.
Le terre emerse (per quanto? Il cambiamento climatico incombe…) sono in subbuglio e non hanno certamente aiutato le dimissioni, nella patria della grande bellezza e dei piccoli interessi di bottega, del governo presieduto da Mario Draghi.
Stimatissimo in Europa per la sua capacità di agire senza lasciarsi troppo trascinare dagli interessi di parte e, per lo stesso motivo, temuto come la criptonite dai partiti, l’ex presidente della BCE potrebbe lasciare a metà il lavoro che stava consentendo all’Italia di riguadagnare credito internazionale e, con questo, l’accesso ai copiosi fondi messi a disposizione dal Next Generation EU. Gentili lettori: benvenuti nella “House of the Draghi”!
Per chi se lo domandasse, rispondo che, purtroppo, non si tratta di una serie fantasy ma solo di un gigantesco reality. E per giunta di pessimo gusto.
Con grande tristezza comunichiamo la scomparsa avvenuta il 18 luglio 2022, all’età di 93 anni, di Ezio Gribaudo, Presidente Onorario dell’Accademia Albertina, artista di fama internazionale, padre della nostra Presidente Paola Gribaudo.
Ezio Gribaudo, la cui arte ha portato in alto il nome di Torino nel mondo, è stato un artista in grado di rivendicare sempre la sua autonomia di giudizio e di pensiero, il rigore di un percorso artistico sincero e consapevole, pronto al dialogo ed al confronto.
Gribaudo nasce a Torino nel 1929, svolge gli studi al Liceo Artistico e, per un breve periodo, all’Accademia di Brera, per passare poi alla Facoltà di Architettura al Politecnico di Torino.
L’artista si è contraddistinto per uno sperimentalismo eclettico, in sintonia con le istanze più avanzate dell’avanguardia novecentesca, rivendicanti una stretta relazione tra arte e vita.
Il suo percorso artistico può essere sintetizzato, da un lato, da due simboli della modernità rinascimentale: Gutemberg e Piero della Francesca. Il primo, inventore dell’”uomo tipografico”, rende Gribaudo conscio dell’importanza della diffusione del libro e della cultura, il secondo è l’artista colto ed ermetico per eccellenza, campione dell’uso antropocentrico e volumetrico della prospettiva, testimone del suo tempo ma di pari pronto a celare il reale dietro la magia del simbolo e la sospensione metafisica dell’immagine.
Infatti da un lato Gribaudo porterà avanti con grande successo un’attività e di editore di libri d’arte di alto livello, di cui sarà valida prosecutrice la figlia Paola, mentre il suo percorso di sperimentatore artistico, corroborato dalla frequentazione dei grandi maestri del Novecento, come Lucio Fontana, Pablo Picasso, Jean Dubuffet, Henry Moore, Francis Bacon, per citarne alcuni, lo porterà dapprima a cimentarsi con originali prove tra Informale e pop, con un costante sotteso richiamo al classico, poi ad elaborare dei “brand” di lavoro che rimarranno costanti nel tempo, come i “Logogrifi”, i “Metallogrifi”, i “Teatri della Memoria”, i “Dinosauri” , in una iconografia in bilico tra presenza ed assenza, tra immagine ed astrazione.
Ezio Gribaudo è stato uno degli artisti italiani più attivi a livello internazionale nel secondo Novecento: innumerevoli le sue partecipazioni a prestigiose rassegne pubbliche e private e le onorificenze ricevute. La sua morte coincide con la pubblicazione di una ampia autobiografia pubblicata da Skira “La Bellezza ci salverà”.
Il suo esempio di artista geniale, aperto, autenticamente cosmopolita, sempre disponibile all’ascolto ed al confronto, rimarrà saldo nella memoria dell’Accademia Albertina.
La camera ardente, per un ultimo saluto al maestro, sarà allestita nel Salone d’Onore dell’Accademia Albertina, mercoledì 20 luglio dalle h. 10 alle h 13.
I funerali si svolgeranno giovedì 21 luglio alle h. 10.30 presso la Chiesa della Gran Madre a Torino.
Il Direttore
Edoardo Di Mauro
I Vice Direttori
Laura Valle
Salvo Bitonti
Nel corso di un’operazione dei Carabinieri di Torino sono state effettuate misure cautelari nei confronti di sei italiani e due albanesi che, secondo gli investigatori, gestivano lo spaccio di cocaina tra la Valle di Susa e l’area occidentale di Torino. Gli arrestati avrebbero ricoperto differenti ruoli all’interno del gruppo, dal grossista, alla distribuzione, ai venditori al dettaglio e spacciatori di piccolo calibro. Due degli arrestati di oggi sono fratelli albanesi. La droga, nascosta nel cruscotto delle auto, arrivava da Milano con un corriere.
Una firma che mette in moto una serie di attività condivise e coordinate per lo sviluppo culturale, ambientale e socio-economico per complessivi 21 milioni di euro. All’accordo attuativo hanno aderito la Regione Piemonte, la Città Metropolitana, la Città di Torino, il Consorzio Residenze Reali, l’Ente di gestione delle Aree Protette dei Parchi Reali, la Fondazione Ordine Mauriziano.
La prima azione è la creazione del “Distretto Reale Stupinigi”, un logo che diventa un vero e proprio marchio di qualità per il riconoscimento dell’intero territorio e delle attività finalizzate al recupero urbanistico, architettonico, culturale, paesaggistico e naturalistico. L’istituzione della de.co (denominazione comunale) “Distretto Reale Stupinigi” permetterà di tutelare e valorizzare le tipicità tradizionali locali, agro-alimentari, artigianali, turistico-ricettive e culturali.
Per quanto riguarda le infrastrutture, sono ripresi i lavori della variante di Borgaretto che consentirà di collegare, entro la fine del 2022, la SP 174 a Borgaretto, dalla rotatoria Palmero, con la SP 143 a Tetti Valfrè nel comune di Orbassano. Saranno completati i percorsi ciclabili che partono da Vinovo, Orbassano e parco Sangone, fino al polmone verde di Stupinigi, grazie al bando Next Generation We – Competenze, strategie, sviluppo delle pubbliche amministrazioni, promosso dalla Fondazione Compagnia di San Paolo. In programma anche il progetto di prolungamento della linea 4 dal fondo di corso Unione Sovietica ai poderi settecenteschi che fanno da preludio alla Palazzina. La progettazione preliminare dell’opera sarà realizzata con i fondi del PUMS – Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, ottenuti dalla Città Metropolitana di Torino.
L’accordo attuativo del protocollo di valorizzazione riguarda anche il restyling dei poderi San Carlo e San Raffaele e la riqualificazione del giardino storico della Palazzina di Caccia di Stupinigi. Il progetto di recupero dei poderi riguarda una porzione già parzialmente utilizzata dell’antico complesso agricolo denominato “concentrico” che costituiva il cuore pulsante del borgo di Stupinigi. Il piano, completamento autofinanziato dagli operatori economici presenti nei poderi per circa 1 milione 860mila euro, è stato curato e diretto da Coldiretti Torino e prevede il recupero delle strutture storiche e il loro rilancio in ambito commerciale e ricettivo con la creazione di nuovi servizi legati ai prodotti e alle tradizioni locali, tra cui anche il ripristino del servizio di noleggio bici.
Con il progetto di restauro del Parco Storico della Palazzina di Caccia di Stupinigi, invece, la Fondazione Ordine Mauriziano ottiene i fondi del PNRR tramite il bando del ministero della Cultura dedicato ai parchi e ai giardini storici, finanziato dall’Unione Europea attraverso i fondi NextGenerationEU. Il finanziamento di 1.983.083,33 euro (pari al 100% della somma richiesta) consentirà di coniugare il recupero del disegno caratteristico del giardino, unico nelle sue forme e configurazione ed espressione della genialità di Filippo Juvarra, e la sua componente botanica originale con le esigenze di tutela ambientale presenti.
A livello operativo, con la firma dell’accordo attuativo sono stati definiti i ruoli e quantificate le quote economiche di compartecipazione a carico di ciascun ente, è stato attivato un “fondo cassa” comune annuale di 30.500 euro per la realizzazione di alcune attività condivise di valorizzazione ed istituita una segreteria tecnico-amministrativa. Il Comune di Nichelino è stato individuato come Ente capofila, le quote di competenza sono state definite su base demografica: 40,22% Nichelino, 19,94% Orbassano, 15,16% Beinasco, 13,03% Vinovo, 6,79% None, 4,87% Candiolo.
Tutti i progetti sono raccolti nel Masterplan “Azioni per la valorizzazione e lo sviluppo del Distretto dei Comuni del Protocollo” condiviso con la Regione Piemonte e costantemente aggiornato. Il Masterplan quest’anno sarà digitalizzato, grazie al finanziamento di Fondazione CRT, così da rendere interattiva la conoscenza e la partecipazione di tutti i cittadini.