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Otto corse e ballo delle debuttanti a Vinovo

Ci sono molti motivi per non perdere le prossime notturne a Vinovo, a cominciare da quella di sabato 9 luglio. In mezzo alle 8 corse in programma, al via dalle 19, una in particolare. Quella del debutto ufficiale dei 2 anni, impegnati come sempre succede alle prime uscite sulla distanza del miglio. Praticamente impossibile fare pronostici, ma ci sono alcuni dati interessanti. Già pronto è apparso Emerson, l’allievo di Salvatore De Lorenzo, ma anche Ecram, allievo di Marco Smorgon che con i puledri ha sempre saputo lavorare benissimo. E poi Tiberio Cecere, altro apprezzato allenatore, presenterà Escobar Fi affidato ad Andrea Guzzinati mentre Mauro Baroncin arriva con Explosive Axe ed Embargo, nelle mani di Andrea Farolfi e Lorenzo Besana. Corsa principale il Premio Etiopia che vedrà al via buoni cavalli di 5 anni e oltre. Sette in tutto, sempre sul miglio del turf torinese con lo svedese Attack Diablo reduce da un successo nella sua penultima uscita, insieme ad Andrea Guzzinati. Sulla sua strada avversari tosti come Arnold Cup che Cosimo Cangelosi affida a Pietro Gubellini e Bora La Torre, del team Baroncini-Farolfi, sempre pronta a piazzare la zampata vincente.

La serata di trotto infatti sarà arricchita dalle note di ‘Italian Swing‘, uno dei tre appuntamenti per l’Hippo Jazz Beinasco Sport&Festival in collaborazione con Dimensione Jazz: il vocalist Angelo Mastrangelo proporrà un mix del miglior repertorio italiano (Lelio Luttazzi, Nicola Arigliano, Bruno Martino, Fred Buscaglione, Bruno Lauzi), accompagnato da un quartetto swing. Non è l’ultimo appuntamento in programma, perché la rassegna si chiuderà sabato 23 con la serata speciale della festa e del raduno di auto sportive Mustang ed il concerto Jazz in tema ‘America’ e ogni volta sarà anche tempo di corse.

Come al solito, ingresso libero e gratuito, con possibilità di cenare sulla terrazza Green dell’Hippo-Trattoria.

13 LUGLIO, LA PRIMA DI ‘APERILUPO’ A VINOVO

Questa è una data da segnare con il circoletto rosso. Perché mercoledì 13 luglio sarà una giornata doppiamente speciale per l’Ippodromo di Vinovo, in pista come fuori. É la serata della Selezione Nord per il Campionato Femminile dei 3 e 4 anni, con la Tris Quarté Quinté. Ma anche quella di un gemellaggio tra sport e natura. Ad aprire il programma infatti, dalle 18.30, ci sarà per la prima volta “Aperilupo“, un incontro dedicato alla presenza e all’importanza del lupo nei nostri territori.

Subito prima delle corse in programma, sono previsti gli interventi di esperti come i guardiaparco Luca D’Angelo e Patrick Stocco, moderati da Fiodor Verzola. Il primo aperitivo dedicato al lupo all’Ippodromo di Vinovo, in collaborazione con Parchi Reali Torino (prenotazione obbligatoria chiamando lo 011.4993381 oppure info@parchireali.to.it (consigliata un’età dagli 8 anni in su). Impossibile mancare.

Giovane accoltellato da due uomini in scooter

Un ragazzo, verso le 23, è stato accoltellato dopo essere stato aggredito da due uomini in sella a uno scooter. Lo hanno colpito e sono fuggiti indisturbati. L’episodio è avvenuto a Vercelli in corso Prestinari. Il giovane è stato soccorso dal 118 e sul posto sono intervenuti carabinieri e Polizia.

NOTIZIE DAL PIEMONTE

Nasce a Torino, con Green Pea Building, l’edificio del futuro per gli uomini del futuro

Nasce a Torino, con Green Pea Building, l’edificio del futuro per gli uomini del futuro

Addio a Camillo Olivetti

Di Pier Franco Quaglieni

Camillo Olivetti è mancato a Milano dove viveva da molti anni con l’amatissima Giulia Radaelli e dove ogni giorno giocava a Golf dopo una vita passata ai vertici industriali; era il pronipote del fondatore della Olivetti, Camillo. A volte era bonariamente infastidito con chi lo confondeva con il prozio, specie quando ricevette ad Ivrea Giovanni Paolo II in fabbrica. Non osarono andare De Benedetti o Colaninno, ma fu Olivetti a rappresentare il volto bello di un’azienda che altri stavano affossando.Ed è incredibile il silenzio de “La Stampa” nel non aver annunciato la morte di Camillo che, per altro, non fu mai un vip, anzi fu contro il vippume piemontardo e volgare imperversante,  coerente con un costume di riservatezza che apparteneva al suo stile. Figlio di Arrigo e di Elena Olivetti, era nipote di Adriano,era stato nella direzione generale Nel consiglio di amministrazione della “ Olivetti “ e,  dopo l’allontanamento della famiglia dall’industria di Ivrea, era stato presidente della Fergat, avendo dimostrato grandi capacità imprenditoriali e poi la saggezza di ritirarsi a vita privata almeno vent’anni fa. Era un Olivetti, ma non si può dire che abbia seguito pedissequamente le idee della famiglia perché Camillo ebbe sempre il coraggio di scelte difficili e anticonformiste, liberali e anticomuniste. Le sue idee non erano vicine a quelle di Adriano perché Camillo fin da giovane segui’ una sua strada autonoma rispetto alle tradizioni famigliari. Inizialmente percepii che non aveva una gran simpatia per me e per i miei giovani amici Castelli, Bassani, Puliatti e Curione, confondendoci con i molti postulanti che si rivolgevano per aiuti a suo Padre. Poi capì subito la serietà di intenti del Centro Pannunzio che avevamo messo su con suo padre e Mario Soldati.  Ci conoscemmo alla fine degli Anni 60 a Villa Luisa dove viveva ad Ivrea suo padre, ma il nostro rapporto divento’ più vero dal 1994 quando ricordai ai funerali la sorella Luisa dedita personalmente ad opere di quotidiana beneficenza. Erano due fratelli molto diversi tra loro, Luisa che era ai limiti della trasandatezza e Camillo sempre elegantissimo nei suoi doppi petti gessati di fattura anglosassone. Poi ho scoperto che anche Camillo sosteneva un ente di beneficenza, ma non voleva darlo a vedere.Per anni aveva abitato a Ivrea e nel Canavese si dilettava ad andare a caccia.  Accetto’ di diventare presidente del Centro Pannunzio in un momento molto difficile per la cultura e per il Centro medesimo. Accetto’ più per l’amicizia che si era creata negli anni con me che per il legame storico con la sua famiglia da cui volle mantenere anche una certa, orgogliosa distanza. Camillo sapeva cogliere il bello della vita e aveva un innato senso dell’ironia. Viveva a Milano, godendo dell’amore intenso della sua Giulia , del conforto di una cerchia ristretta di amici, dei viaggi e dei soggiorni a Cannes. Aveva alto il senso di un’appartenenza storica, ma sapeva anche coniugarla senza spocchia con la vita di tutti i giorni e con i piaceri della vita. L’unico dissenso con lui fu la sua amicizia con Vittorio Feltri che, dopo averlo conosciuto di persona, mi lascio’ molto perplesso. Ma con Camillo Feltri si limitava a giocare a golf e a scambiare qualche parola ….

Nella foto Camillo Olivetti (a sinistra) con il prof Quaglieni

A congresso 13 mila testimoni di Geova torinesi

Un evento mondiale all’insegna della pace

Il congresso virtuale dei Testimoni di Geova “Cercate la pace”sarà disponibile in oltre 500 lingue

Mentre la guerra in Europa preoccupa e domina l’attenzione dell’opinione pubblica, i circa 13mila Testimoni di Geova di Torino e dell’intera area Metropolitana, si uniranno a milioni di persone nel resto del mondo per il loro congresso annuale. Quest’anno il tema è “Cercate la pace”.
“Questo congresso è la dimostrazione che raggiungere la pace è possibile: i Testimoni di Geova si riuniranno a livello mondiale, anche in zone di conflitti come la Russia e l’Ucraina, per seguire in contemporanea questo entusiasmante programma”, ha affermato Daniele Clementi, portavoce locale dei Testimoni di Geova. “Il valore dei principi biblici supera i confini nazionali, le differenze etniche e le barriere linguistiche”.
I Testimoni di Geova organizzano congressi in tutto il mondo da oltre 100 anni. Anche quest’anno, come avvenuto negli ultimi due anni a motivo della pandemia, il congresso si terrà in modalità virtuale. Il programma sarà suddiviso in sei appuntamenti video che saranno pubblicati gradualmente nei mesi di luglio e agosto. La prima parte del programma è giàdisponibile per lo streaming o il download.  
Daniele Clementi aggiunge: “Gli argomenti di quest’anno ruotano attorno al tema della pace e toccano vari aspetti della vita. Si parlerà di come avere pace interiore nonostante malattie, problemi economici, disastri naturali o altre difficoltà, e di come mantenere rapporti pacifici con gli altri e all’interno della famiglia. E poi verrà spiegato perché l’amicizia con Dio può portare alla vera pace”.
Tutti sono invitati a seguire l’evento dal sito jw.org, o tramite l’applicazione gratuita JW Library, nella sezione JW Broadcasting, oppure su varie piattaforme di streaming. Il programma è gratuito e non è richiesta alcuna registrazione.
Per maggiori informazioni si può visitare il sito ufficiale dei Testimoni di Geova, jw.org.

La “Torino che non ti aspetti”: in Contrada Guardinfanti 

Torino ha delle particolarità che perfino i torinesi spesso non conoscono.

Allora caliamoci per un attimo in Contrada Guardinfanti, pieno centro storico racchiusa tra le vie Barbaroux, Stampatori, Santa Maria e dei Mercanti, il cuore più antico dell’Augusta Taurinorum.

Ora ha conservato altre peculiarità, intanto è ricca di artigiani, alcuni di storica tradizione accanto ad altri di più recente costituzione ma capaci di offrire competenze tecniche e passioni come solo un artigiano sa fare. E poi succedono cose davvero strane. Vi accompagniamo in via dei Mercanti.

 

Al numero 3/d intanto la Tipolitografia dei Mercanti di Emanuela Zannetti, una donna piena di risorse e carica umana. Nel suo negozio e laboratorio (dove tiene corsi di calligrafia) tutto quanto è oggetto di legatoria ma soprattutto personalizzabile è creato. Dalle scatole per opere di artisti agli oggetti della memoria (album, percorsi….). Bisogna entrare, osservare e farsi prendere dai suoi racconti e dai propri desideri. Poco distante al 3 della stessa via ecco un cortile di quelli tipici delle case a ringhiera.

Qui su un balconcino la domenica alle ore 18 prende vita il Concertino del Balconcino, creato da due musicisti di punk lirico Daria Spada e Cristan Maxime che con queste performance che ormai hanno una serie di appassionati frequentatori, offrono l’opportunità ad attori, cantanti, attori di esibirsi e dare prova del proprio talento. Basta contattarli.

Ma non è tutto. Sempre al 3 di via del Mercanti, più precisamente ad un citofono a titolo di anticipazione del Concertino, alle ore 17,45 ecco che prende vita Radio Citofono, la radio senza obbligo di frequenza, animata da Gabriella Squilibra che intrattiene chi attende lo spettacolo con uno proprio dal titolo “Parole e magia” dove si analizza il significato di una parola prescelta dalla sua etimologia fino alla lettura delle carte sempre attraverso il collegamento del citofono.

Basta naturalmente appoggiare l’orecchio! Sempre in zona, poco distante da lì, in una bottega piccolissima che rischia di non essere vista, opera la Dottoressa delle Bambole, Greta Canalis, altra giovane artigiana in via Barbaroux 7 che grazie ad una profonda e mirata formazione. restaura bambole antiche e moderne. Perché nulla vada perso soprattutto quando legato a bei ricordi.

Adelaide Valle

Ravetti (Pd): Peste suina drammatica realtà

 “LA GIUNTA CIRIO RISPONDE CON ANNUNCI”

“Condivido la posizione espressa da Coldiretti Alessandria. Non c’è più tempo per discutere sulla peste suina africana e sui gravi danni che sta procurando al settore agricolo. Occorre decidere, individuare soluzioni concrete e bisogna farlo immediatamente” dichiara il Consigliere regionale del Partito Democratico Domenico Ravetti.

“Chiediamo certezze – prosegue l’esponente dem – I ritardi per agricoltori, commercio e attività outdoor sono purtroppo una realtà che deve scontrarsi, quotidianamente, con il problema della fauna selvatica e dei danni che sta producendo. Ai loro appelli sono corrisposti soltanto annunci da parte della Giunta regionale e della maggioranza di centrodestra, specchio del mondo surreale nel quale vive chi governa la Regione. La Giunta Cirio si sta distinguendo per la sua lontananza dai cittadini e dai tanti problemi che stanno vivendo. Le soluzioni esistono basterebbe avere la volontà e il coraggio di praticarle”.

Settore piemontese del farmaco: il 5,71% sul totale nazionale. Rilancio dell’industria della life science

IL PIEMONTE APRE UNA NUOVA FASE

Bioindustry Park e Città della Salute cerniera ideale con i grandi poli europei e italiani Un quarto delle startup italiane del settore è incubato nei centri di ricerca regionali

Colleretto Giacosa

Il Piemonte si trova a cavallo tra due aree leader globali nelle life sciences: il bacino padano con Lombardia ed Emilia, e il Rhône-Alpes. Si viene così a creare un asse inedito che potrebbe replicare o addirittura estendere la Biovalley che già si è sviluppata tra Alsazia, Baden-Guttenberg e l’area di Basilea. È questo uno dei temi discussi sulla base dello studio “L’industria della life science, il futuro del Piemonte?” nel corso di un evento promosso da Confindustria PiemonteIres Piemonte e UniCredit.

Lo studio parte dai dati globali. Nel mondo sono in fase di studio 15.000 nuovi farmaci, di cui 7.000 sono già in fase clinica. Gli investimenti stimati tra il 2019 e il 2024 sono pari a mille miliardi di dollari. Nel nostro Paese la filiera delle scienze della vita registra un valore della produzione di oltre 225 miliardi di euro, un valore aggiunto di 100 miliardi e 1,8 milioni di addetti. Il valore aggiunto totale (considerando anche l’indotto) corrisponde al 10% del PIL nazionale. Analizzando i grandi poli europei, la sola Biovalley che è oggi l’hot-spot leader in Europa, comprende 40 istituzioni scientifiche, 900 aziende (incluso il 40% delle più grandi aziende farmaceutiche del mondo), 100.000 studenti e più di 11 Life Science Parks. A Lione il polo Life science and health dà lavoro 72.500 persone, il 12% di tutta l’occupazione locale, con 2.100 stabilimenti con dipendenti e 1.600 studi clinici condotti ogni anno. A Milano, solo lo Human Technopole è una realtà in grado di attrarre 1.500 ricercatori, e si sta sviluppando all’interno di una filiera della salute che ha generato nel 2018 oltre 25 miliardi di euro di valore aggiunto e un indotto di oltre 24 miliardi.

Il Piemonte può invece contare oltre un quinto delle 571 imprese censite da Assobiotec, piazzandosi al secondo posto dopo la Lombardia, mentre è leader nell’incubazione di start-up, con il 24% del totale nazionale. Il cuore pulsante di questo ecosistema è il Bioindustry Park Silvano Fumero, oggi società benefit, creato negli anni’ 90 con una governance mista pubblica (Finpiemonte, Città Metropolitana di Torino, Camera di Commercio di Torino, Confindustria Piemonte e Confindustria Canavese) e privata. Oltre 27.000 metri quadri sono adibiti a laboratori, uffici, impianti pilota.  Sono 42 i soggetti insediati tra cui 5 grandi imprese, una media, 29 piccole, 4 centri di ricerca, 2 associazioni e la Fondazione ITS Biotecnologie e Nuove Scienze della vita, per un totale di più di 600 addetti. Uno sviluppo accelerato dal Polo di innovazione BioPmed, che integra importanti punti di forza nella ricerca (4 Università, Politecnico di Torino e centri di ricerca quali Fondazione Edo ed Elvo Tempia, Centro di Biotecnologie Molecolare MBC, INRIM Istituto nazionale di ricerca metrologica, Istituto zooprofilattico sperimentale del Piemonte e della Valle d’Aosta), multinazionali del farmaco di importanza internazionale quali Bracco Imaging,  Merck Serono-RBM, AAA – Advanced Accelerator Applications a Novartis Company, insieme a piccole medie imprese che hanno saputo attingere a fondi di venture capital. A questa realtà consolidata, si affiancherà il Parco della Salute, della Ricerca e dell’Innovazione di Torino in grado di generare ulteriori sinergie fra sanità, ricerca, didattica, imprenditoria e residenzialità. L’obiettivo è ospitare più di 500 ricercatori, costituendo un’adeguata massa critica per sostenere la competizione internazionale nella filiera della salute, e accelerare il trasferimento tecnologico.

Il Piemonte si sta muovendo nella giusta direzione, forte della sinergia fruttuosa tra pubblico e privato, tra centri di formazione e ricerca avviata nell’ultimo ventennio. Penso all’importanza che ha avuto per il Bioindustry Park la presenza tra i soci fondatori del Gruppo Bracco, una delle realtà italiane più importanti nel settore e che, insieme a Merck, è stata propulsore grazie all’investimento costante in ricerca e innovazione e a interlocutori pubblici attenti a valorizzare l’opportunità. Oggi il Bioindustry Park può essere modello per lo sviluppo di un distretto con vision internazionale e attrattivo per le molte aziende interessate a investire nel comparto. Con un occhio di riguardo, sempre, allo sviluppo della ricerca, che è alla base di ogni ideazione, e alla capacità di fare rete anche trasversale con settori diversificati” spiega Fiorella Altruda, presidente Bioindustry Park.

Confindustria Piemonte ha inserito il settore della Life Science fra i 10 obiettivi verticali, 10 settori produttivi, 10 eccellenze sui quali puntare per il futuro della nostra economia, con il Piano Industriale del Piemonte, grazie agli investimenti che saranno resi possibili attraverso le risorse del PNRR e della prossima programmazione europee. Quello di oggi è un ulteriore confronto per la messa a terra delle risorse e permettere alle nostre Imprenditrici, ai nostri Imprenditori e ai nostri concittadini di cogliere le opportunità offerte dal PNRR e dai Fondi Strutturali per una nuova visione del futuro con, al centro, il lavoro e la ricostruzione della ricchezza, non solo economica ma anche sociale e culturale” ha sottolineato Marco Gay,  presidente di Confindustria Piemonte.

La natura senza precedenti della pandemia da Covid-19 ha dimostrato ancora una volta l’importanza di investire in ricerca e nell’innovazione, in tutti i settori dell’economia e, in particolare, in Life Science, dove le aziende biotecnologiche, farmaceutiche e di dispositivi medici sono state fondamentali per contenere e risolvere la crisi sanitaria. L’innovazione è per UniCredit una priorità e oggi più che mai, deve parlare un linguaggio globale. Con UniCredit Start Lab favoriamo le connessioni tra le start-up e le controparti sia industriali che finanziarie. In Italia, negli ultimi anni, abbiamo messo in contatto le start-up più promettenti con oltre 700 aziende e 800 investitori” ha spiegato Giusy Stanziola, del Start Lab & Development Programs di UniCredit.

Tornando ai dati dello studio, oggi il settore piemontese del farmaco in senso stretto, pesa in termini di imprese attive per il 5,71% sul totale nazionale, e circa l’8,8%, comprendendo anche i dispositivi biomedicali e il 7% sul totale dei servizi. In termini di addetti vale il 4,5% per il segmento manifatturiero e il 9,4% per quello dei servizi. Per quanto attiene alla produzione dei farmaci il Piemonte vale invece l’1% in termini di occupati e fatturato, e il 2,2% dell’export, pari a quasi un miliardo nel 2021. In Piemonte ci sono 39 aziende in questo settore, e circa tremila sono gli occupati. La crescita del fatturato è costante a ritmi del 30% negli ultimi cinque anni, e del valore aggiunto (+36%). Ancora meglio la redditività, con un costo per addetto che è passato da 57.813 euro nel 2016 a 64.9992 euro, a fronte di ricavi pro-capite per lavoratore saliti da 331.987 a 401.091 euro. La Lombardia genera 14,4 miliardi di ricavi dalle vendite, il Piemonte è staccato ad appena 801 milioni. Il comparto delle apparecchiature elettromedicali ed elettroterapeutiche registra un export di 800 milioni, di cui il Piemonte detiene una quota del 10%. Le vendite equivalgono a 160 milioni, raddoppiate rispetto al 2016.

Lungo tutta la filiera Life Science, decisivo è infine il ruolo del capitale umano. Secondo lo studio va sviluppata la formazione del medico ricercatore, per cui in Italia manca il sostegno e il coordinamento delle piccole esperienze frammentarie in corso. Nell’ambito dei corsi di laurea in biotecnologie e medicina sono da potenziare percorsi di formazione alla ricerca, integrati con i programmi di specializzazione e di dottorato, per consentire a studenti di alto potenziale l’avvio di una carriera nel campo della ricerca. Serve poi lo sviluppo dei dottorati industriali per favorire il trasferimento tecnologico, coinvolgendo le imprese del settore Life Science. Fondamentale sarà anche avviare con il sistema privato un tavolo di confronto, e Confindustria Piemonte ha ribadito l’impegno a fornire il suo contributo come interlocutore intermedio.

 

Il té e le erbe medicinali cinesi: incontro alla Gam

INCROCI =||= CROSSROADS

PUBLIC PROGRAM per la mostra Una collezione senza confini

Sabato 9 luglio ore 15:30 durata 2 ore

I TÈ E LE ERBE MEDICINALI CINESI: TRADIZIONE E CURA DEL CORPO

INCONTRO CON ZHEN ZHEN ZHU, ESPERTA DI MISCELE DI ERBE E TÈ PREGIATI

 

Diagnostic Room di Chen Zhen, 2000, 6 disegni: inchiostro di china su carta, legno, vasi da notte, metallo, vetro, paglia, cenere di giornali, 378 erbe medicinali cinesi, zucche. Acquisto da privato, 2000

 

 

 

La GAM di Torino organizza un ciclo di incontri legato alla mostra Una collezione senza confini. Arte Contemporanea Internazionale dal 1990 dedicato all’inclusione sociale e al coinvolgimento di nuovi pubblici. INCROCI nasce nell’ambito del programma “La democratizzazione della cultura” ideato e promosso dalla Phillips Collection di Washington DC e dalla Missione Diplomatica degli Stati Uniti in Italia, iniziato lo scorso maggio con due giornate che hanno visto protagonista l’artista Marcos Lutyens.

Il progetto prevede un focus sulle opere di quattro artisti: William Kentridge, Marina Abramović, Antony GormleyChen Zhen scelte tra le 57 esposte in mostra.

Questo ciclo di appuntamenti permette a culture e idee differenti di incontrarsi. L’arte è una pratica terapeutica, ha effetti sulla salute e sul benessere della psiche, dello spirito e del corpo. Le opere scelte per il Public Program contengono il racconto di un’esperienza personale dell’artista che rimanda ad altri insegnamenti per un confronto intellettuale, emotivo e fisico. Tutti gli appuntamenti prevedono una presentazione dell’opera da parte del curatore della mostra, un approfondimento a cura dello specialista di altra disciplina e una attività pratica. I temi includono il disegno e l’intessitura, la cristalloterapia, la meditazione e la pratica yoga e l’uso delle erbe per la cura del corpo.

Il programma nasce da un’idea di Antonella Angeloro, Arianna Bona con Roberta Lo Grasso, il Dipartimento Educazione GAM e Angela Benotto – Ufficio Relazioni Internazionali di Fondazione Torino Musei.

 

 

Sabato 9 luglio ore 15:30

I TÈ E LE ERBE MEDICINALI CINESI: TRADIZIONE E CURA DEL CORPO

INCONTRO CON ZHEN ZHEN ZHU, ESPERTA DI MISCELE DI ERBE E TÈ PREGIATI

Dialogo con l’opera di Chen Zhen, Diagnostic Room, 2000

 

Zhen Zhen Zhu è un’esperta in miscele di erbe e tè pregiati che, per curiosità e interesse personale, ha iniziato un percorso di studio approfondito sulle proprietà benefiche di queste foglie. Tale passione ha radici nelle sue origini cinesi, che l’hanno stimolata a ricercare e combinare gusti e sapori con conoscenze sulla medicina tradizionale del suo paese. Per far conoscere meglio la sua cultura e i suoi tè, nel 2019 ha fondato il marchio Zhencha, seguito da uno shop online personale che, non solo è aperto alla vendita di svariati prodotti riguardanti il mondo del tè e delle tisane, ma è anche un luogo di condivisione in cui pubblica articoli divulgativi e informativi.

Nelle famiglie cinesi la conoscenza delle proprietà benefiche delle erbe medicinali e del loro uso si tramanda di generazione in generazione. Così Zhen Zhen Zhu ha ereditato, ampliato e approfondito con studi personali, nozioni sulle pratiche per la cura del corpo.

Durante l’incontro, consegnandoci usanze ed esperienze della tradizione cinese, condividerà informazioni peculiari illustrando le proprietà benefiche di alcune erbe contenute nei 378 cassetti che fanno parte dell’installazione di Chen Zhen. A seguire, una degustazione di tè e tisane dalle proprietà curative con spiegazione di come depurare e curare il fisico anche attraverso miscele di erbe da bere.

 

 

Chen Zhen, nato a Shangai nel 1955 da una famiglia di medici, è stato uno dei primi artisti cinesi a mettere in relazione cultura orientale e occidentale. Nel 2000, Chen ha portato in GAM il suo progetto Eloge de la Magie Noire, in cui interpreta la magia quale forza non-razionale capace di risanare: l’artista, seguace sia della medicina occidentale sia di quella cinese, affetto da una rara forma di anemia che lo avrebbe portato a una morte prematura, dichiarava: “come artista, il mio sogno è di diventare un medico. Fare arte ha a che fare con il guardare sé stessi, esaminare sé stessi e come si vede il mondo”. Ancora, riflettendo sulle possibilità di cura, Chen Zhen asseriva: “sto studiando la medicina cinese, progetto legato direttamente al mio stato di salute ma anche alla mia percezione del mondo dell’arte. Da millenni i cinesi adoperano le erbe. Secondo la medicina cinese la salute non significa assenza di malattia, ma un modo di vivere equilibrato. Credo nella scienza, ma questo non mi impedisce di credere anche in altri mezzi. Voglio adoperare il mio corpo come un laboratorio di riflessione che mi permetta di allargare la mia visione del mondo e dell’arte.”

 

Costo: 15 € compresa visita al museo

Posti limitati prenotazione obbligatoria infogamdidattica@fondazionetorinomusei.it

 

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Liguria medievale

Dolceacqua affascinò Claude Monet, “il luogo è superbo, scrisse il pittore impressionista verso la fine dell’Ottocento, vi è un ponte che è un gioiello di leggerezza”.

È il vecchio ponte sul torrente Nervia che insieme alle rovine del castello dei Doria attira ogni anno migliaia di turisti mentre dall’altro lato del Ponente nel piccolo borgo di Noli, nel savonese, spicca la chiesa di San Paragorio, un gioiello di architettura romanica. In mezzo al Ponente ligure c’è naturalmente tanto altro, svettano cattedrali e battisteri a Ventimiglia, Sanremo e ad Albenga, monumenti medievali a Taggia, Triora, nell’entroterra di Imperia e di Finale, a Savona e a Varazze. E ancora Pigna sui colli con le sue terme, Sant’Ampelio a Bordighera, Andora e Apricale, uno dei borghi più incantevoli della Liguria, dove, come a Dolceacqua, è possibile passeggiare nei suggestivi vicoli del paese fino ai resti del castello della Lucertola. “Liguria medievale”, il libro del novarese Simone Caldano, Edizioni del Capricorno, ci accompagna a scoprire e visitare 55 tra paesi, borghi e città, da ponente a levante, oltre a Genova. Un libro in più da portare in vacanza in Liguria che d’estate viene presa d’assalto da migliaia di piemontesi. E per ricordarci che questa regione non è solo una terra di belle spiagge e raffinati ristoranti ma c’è anche altro che merita di essere conosciuto e ammirato. A Levante, seguendo il percorso ideato da Caldano, docente e storico dell’architettura e dell’urbanistica, scopriremo, tra l’altro, Camogli con il castello della Dragonara, l’Abbazia di San Fruttuoso tra Portofino e Camogli, Rapallo, San Nicolò dell’Isola a Sestri Levante, Levanto, le chiese medievali di Vernazza e Riomaggiore nelle Cinque Terre, Porto Venere e il castello di Lerici, una fortezza sul mare così grandiosa da sembrare, scrive l’autore, “un imponente vascello pronto a salpare e a solcare i mari”. La Commenda di San Giovanni di Prè, di fronte al Museo del Mare Galata e al Porto antico, apre la sezione del libro dedicata a Genova e al suo entroterra, perché, spiega Caldano, “è il monumento medievale che “dà il benvenuto” al visitatore che si avventura in città, sia per la posizione fuori dalle mura sia per la vicinanza alla stazione Principe. In una città importante come la Superba non poteva certo mancare un prestigioso insediamento dei Cavalieri di San Giovanni, i futuri Cavalieri di Malta”. Per secoli la Commenda fu un essenziale punto di riferimento e di ritrovo per pellegrini e viandanti che si imbarcavano a Genova diretti alle Crociate in Terra Santa. E poi il duomo di San Lorenzo, “da sola questa splendida cattedrale basterebbe a sfatare i preconcetti di coloro che vedono in Genova una città povera in termini di patrimonio artistico. Attorno al complesso vescovile lo storico Caldano ci invita a seguire due itinerari che toccano le chiese di San Donato, Santa Maria di Castello, Santi Cosma e Damiano, il Museo di Sant’Agostino, Porta Soprana, San Matteo e Santo Stefano. Nell’entroterra genovese raggiungiamo Montoggio con il castello dei Fieschi, di cui oggi restano soltanto alcuni ruderi. Posto a guardia dell’alta Valle Scrivia divenne nel Quattrocento proprietà dei Fieschi, una delle più potenti famiglie genovesi dell’epoca. A Vobbia invece scopriremo le rovine del castello della Pietra nel parco regionale dell’Antola. Ora buona lettura e godetevi il fascino della Liguria..                                         Filippo Re