Giovedì 2 febbraio 2023 alle 17.00 Toolbox CoworkingVia Agostino da Montefeltro 2, Torino |
La Clean Cities Campaign, campagna europea per la transizione delle città verso le Zero Emissions, di cui Legambiente è partner, inizia il suo viaggio a Torino. Durante l’evento, si presenteranno i dati del Dossier “Mal’Aria 2023”, redatto annualmente da Legambiente per denunciare l’emergenza smog nelle città italiane. A seguire, ci sarà una Tavola Rotonda con amministrazioni locali, associazioni e sindacati per capire come la città di Torino sta rispondendo all’obiettivo di raggiungimento di neutralità climatica entro la fine del 2030. L’evento si terrà a Torino giovedì 2 febbraio 2023 alle ore 17.00 presso Toolbox Coworking, in Via Agostino da Montefeltro 2. Programma: – Introduzione istituzionale di Alice De Marco, Direttrice di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – Presentazione del Dossier Mal’Aria 2023 da parte di Andrea Minutolo, Responsabile dell’ufficio scientifico di Legambiente Nazionale – Tavola Rotonda, facilitata da Sergio Capelli, di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, con: · Chiara Foglietta, Assessora all’ambiente del Comune di Torino · Gianfranco Guerrini, Consigliere Delegato all’ambiente della Città Metropolitana di Torino · Roberto Mezzalama, Rappresentante dell’Osservatorio Civico per il Clima di Torino · Angelo Robotto, Direttore generale di ARPA Piemonte · Claudio Magliulo, Responsabile italiano di Clean Cities Campaign · Andrea Poggio, Responsabile Mobilità Sostenibile di Legambiente Onlus |
GALLO – RAVETTI – ROSSI (PD): “DAL PD PROPOSTE CHIARE FIN DALL’INIZIO DELLA LEGISLATURA. ADESSO E’ TARDI. NO AL SEGGIO PER IL SECONDO PRESIDENTE SCONFITTO. IL PD E’ PER LE COALIZIONI. IL CENTRODESTRA NON CI PROVOCHI PERCHE’ SENZA DI NOI NON SI FARA’ NESSUNA RIFORMA”
31 gennaio 2022 – “Da quattro anni il Partito Democratico ribadisce l’importanza di modificare la legge elettorale piemontese. Per colpa del centrodestra ci siamo ridotti a discutere di un tema tanto delicato e articolato soltanto nell’ultimo anno di legislatura. La nostra posizione è sempre stata chiara. Abbiamo chiesto che venisse introdotta la parità di genere per adeguare ai tempi un Consiglio regionale desueto. Abbiamo affermato l’importanza della rappresentanza territoriale, insistendo perché venissero trovate forme, attraverso le quali tutti i territori fossero equamente rappresentati. Abbiamo, poi, sottolineato l’importanza di abolire il listino, redistribuendo i 10 Consiglieri eletti con premio di maggioranza sui collegi delle preferenze, diluendo la competizione, aumentando la rappresentatività territoriale e offrendo maggiori possibilità. Il centrodestra invece di lavorare sulla nostra proposta, dopo quattro anni di tira e molla, ha depositato una proposta di legge che prevede l’introduzione di un flipper inaccettabile nella ripartizione dei resti, inserisce una soglia di sbarramento che è un attacco alla coalizione di centro sinistra e introduce misure che aumentano i costi della politica. A quattro mesi dalla scadenza dei termini chiediamo alla maggioranza di fermarsi! La nostra posizione oggi è chiara: limitarci a introdurre la preferenza di genere come richiesto dalle norme nazionali e lasciare l’attuale legge elettorale così com’è senza alcuna soglia di sbarramento” dichiarano il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo, Il Vicepresidente della VII Commissione Domenico Ravetti e il Consigliere Pd Domenico Rossi.
“Inoltre l’introduzione dei sottosegretari, proposta dal centrodestra – proseguono gli esponenti dem – a nostro parere è un ampliamento inutile. Diciamo no all’aumento dei costi della politica! Vogliamo, poi, chiarire che siamo contrari all’elezione di diritto del secondo presidente sconfitto. Se vogliamo inserire questo meccanismo che contraddistingue le elezioni comunali, inseriamo anche il ballottaggio fra i due candidati presidente più votati, come il M5S aveva proposto nel 2015”.
“Per quanto riguarda la proposta di introdurre la soglia di sbarramento del singolo partito al 4% siamo pronti a dare battaglia. Non possiamo accettare una legge che prevede l’esclusione di quelle forze politiche che da anni compongono il centrosinistra. Il centrodestra non provochi il Pd e la coalizione di centrosinistra perché tanto, senza di noi, la riforma della legge elettorale non si farà” concludono Gallo, Ravetti e Rossi.
Il tribunale di Torino, concluso il processo-bis, ha assolto Michele Padovano, ex calciatore di Juventus e Napoli. Fu coinvolto nel 2006 in una indagine per la quale fu accusato di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti. In primo grado erano stati chiesti 24 anni, poi ridotti a 8 anni e 6 mesi dalla Cassazione con rinvio. Ieri l’assoluzione.
Susa romana. Le foto dei lettori
Testimonianze dell’antica Roma e non solo. Susa è ricca di tesori architettonici, come mostrano questi scatti di Loredana Frisoli.
Sino a domenica 5 febbraio, al Carignano, “Maria Stuarda” di Friedrich Schiller
C’è un angelo, due grandi ali bianche sulle spalle, al convergere delle due scale che monumentalizzano l’allestimento scenico della “Maria Stuarda” schilleriana proposta – in un ibrido persuasivo di classicismo e di rockettaro – da Davide Livermore, produzione Teatro Nazionale di Genova, Teatro Stabile Torino – Teatro Nazionale e Centro Teatrale Bresciano. Una macchina teatrale all’apparenza schematica e semplice, firmata da Lorenzo Russo Rainaldi, ma altresì poggiante su tre piani di rappresentazione, dura, coinvolgente, immersa in quel colore rosso che è simbolo del sangue e della violenza, come rosso è il sipario che scende dall’alto come la mannaia di un boia. Quell’angelo è la fatalità, è il Caos e il caso, è la Storia che ogni cosa mescola e ogni cosa decide, è la mente arbitraria degli uomini. È la occasione improvvisa e cieca che ogni sera, al cadere di una piuma sulla destra o sulla sinistra del palcoscenico, decide quale delle due attrici rivesta il ruolo della regina scozzese e quale quello di Elisabetta d’Inghilterra.
Due leonesse che si fanno la guerra e che tendono a sbranarsi, uno scontro frontale dove l’una è obbligata a soccombere e l’altra a prevalere, un rinfacciarsi assassinii e invidie, affrontare rivalità e supplizio, esprimere durezza e preghiere, due regine e due attrici di rango, si usa dire quando ti trovi davanti una simile bravura, Elisabetta Pozzi e Laura Marinoni. La mia serata al Carignano ha “previsto” Pozzi/Elisabetta e Marinoni/Maria, pronte a calarsi in un attimo nei gesti e nelle parole e nella psicologia del ruolo capitato; e in quel contesto rutilante, in quella impronta modernamente feroce impressa da un regista che sinora forse mai ti ha lasciato con l’amaro in bocca (anche negli allestimenti lirici scaligeri si è respirata un’aria di vitale rivoluzione) è stato necessario immediatamente e inevitabilmente dimenticare le austere coppie del passato, Ferrati/Zareschi, Brignone/Proclemer, Cortese/Falk, Lolliée/Bonaiuto e forse altre ancora che hanno abitato i palcoscenici e la vecchia tivù in bianco e nero. Siamo lontani secoli, le sonorità che invadono la scena (le musiche sono di Mario Conte, Giua con la voce bella ed efficace accompagna una chitarra elettrica che si pone a lato della scena ma che si fa anche personaggio in mezzo agli altri attori) tendono a quasi impoverire le parole forti del testo, a sovrastarle, ma poi sopraggiunge il peso delle due attrici a reimporsi e a rovesciare ogni attimo di incertezza.
Nell’avvicendarsi dei personaggi della corte elisabettiana, maschili e femminili, dentro gli abiti e le palandrane e le uniformi firmati da Anna Missaglia – mentre per le due sovrane si sono scomodati Dolce&Gabbana, ma per un gran bel vedere, visto che lamé e stoffe e colori, ed eleganza e ricchezza, la vincono alla grande -, Livermore come non ti aspetteresti mescola le carte, ogni cosa all’insegna ancora una volta del caso e del disordine (“in questo tempo così fluido a livello di gender, possiamo vedere con occhi diversi personaggi che normalmente tenevamo sospesi in teche di vetro, dandoli per scontati”: ma è proprio soltanto una moderna fluidità a generare simili cambiamenti? Livermore è troppo intelligente per affidarsi alle scelte del momento), andando ad affidare a tre attrici ruoli maschili, del resto precisi, scavati, tesi e duramente resi, a partire da Linda Gennari che è un ottimo Mortimer e da Gaia Aprea che è Talbot conte di Shrewsbury (ma è pure una umanissima quanto attenta nutrice, con la bravura di sempre) e da Olivia Manescalchi che attraversa il Cavaliere Paulet e l’Ambasciatore di Francia e il Segretario di Stato, in una lodevolissima trasformazione. Forse rimangono più imprecisi nella loro unicità Giancarlo Judica Cordiglia e Max Nicosia, quest’ultimo dibattuto per pura ragion di stato, avventuriero e calcolatore, diviso tra i due cuori regali e artefice di un angolo erotico sfacciatamente buttato da Livermore in palcoscenico e che il vecchio Schiller, sin dalla prima rappresentazione a Weimar, nel gennaio del 1800, manco si sarebbe sognato.
Della bravura delle due protagoniste s’è detto, Marinoni nei toni sofferti di Maria e Pozzi in quelli regalmente feroci di Elisabetta: su di lei e sulla sua solitudine e forse anche sulla sua sconfitta si chiude la vicenda. E quei lamenti che si fanno rantoli belluini sono l’ultimo lampo di un’attrice che ammiriamo da sempre. Tutto è un attimo, mi pare voglia dirci Livermore con quella sarabanda finale, con quel finale con tanto di passerella e di ammiccamenti al pubblico caricatissimo d’applausi, con quell’allegria obbediente che ci riporta a Poli o a Trionfo: anche quella vicenda è un grumo ormai dissolto nel fluido della Storia, e noi oggi siamo qui a guardare in faccia altre malvagità.
Elio Rabbione
Le immagini dello spettacolo sono di Alberto Terrile
Il “Pizzone”, nato dall’insieme di organico e carta, il “Peperattolo”, frutto di organico e latta non differenziati, la “Tazziglia”, ibrido tra ceramica e vetro: sono questi i rifiuti “anomali” protagonisti della nuova campagna di sensibilizzazione di Amiat Gruppo Iren, dal titolo “La differenziata, fatta male, genera mostri”.
L’iniziativa, realizzata in collaborazione con la Città di Torino, vuole stimolare i cittadini nell’adottare comportamenti corretti nella gestione dei rifiuti, con un messaggio chiaro: gettare i materiali separati negli appositi contenitori permette di realizzare una raccolta differenziata migliore, evitando la creazione di “mostri” di rifiuti che non è possibile differenziare.
La campagna è declinata su tre soggetti rappresentativi di errori comuni nella separazione dei rifiuti, dal cartone della pizza gettato sporco nella raccolta carta alla ceramica conferita erroneamente nel vetro.
La campagna, che verrà diffusa dal 30 gennaio 2023, verrà declinata su molteplici canali: affissioni statiche e dinamiche in vari formati, advertising e contenuti digitali.
“Gli sforzi che la Città e AMIAT hanno fatto e faranno per aumentare la raccolta differenziata sono inutili senza la fattiva collaborazione dei Cittadini, – commenta Paola Bragantini, Presidente Amiat Gruppo Iren – per questo è importante non dare per scontato nulla, e tornare a spiegare che i cattivi comportamenti generano mostri. La raccolta differenziata fatta bene aiuta la Città ad essere più bella e sostenibile”.
“Rafforzare la coscienza civica e l’attenzione all’ambiente è un tassello indispensabile nel percorso intrapreso verso una città più sostenibile – commenta l’assessora alle Politiche per l’Ambiente Chiara Foglietta –. Per questo è importante continuare a creare occasioni per sensibilizzare la cittadinanza su questi temi e insieme lavorare d’intesa con AMIAT, come stiamo facendo, per migliorare l’efficienza del servizio. Una raccolta di qualità – conclude l’Assessora – è imprescindibile per il recupero, il riciclo e il futuro reimpiego dei materiali, che ne estenda il ciclo di vita”.
Il Comune controlla lo stato dell’edificio come misura precauzionale sulla sicurezza
Il settore Manutenzioni del Comune di Volpiano ha disposto alcune indagini tecniche per verificare lo stato dei solai della scuola «Guglielmo da Volpiano»; l’intervento è stato previsto come misura precauzionale per verificare la sicurezza dell’edificio, anche in seguito al violento nubifragio dell’estate scorsa che aveva danneggiato una parte del tetto. I lavori comprendono: l’osservazione all’infrarosso del solaio mediante un’analisi termografica che permette di individuare infiltrazioni attive e stati ammalorati dei laterizi e dell’intonaco, l’individuazione delle caratteristiche geometriche dei solai (larghezza e interasse dei travetti, geometria degli alleggerimenti, spessori degli strati di finitura), la battitura manuale per individuare eventuali sfondellamenti e l’affinamento tramite microfono per avere un quadro preciso della situazione. Il costo dell’intervento è di 36mila euro.
Commenta Andrea Cisotto, assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Volpiano: «Avere dei luoghi pubblici sicuri è fondamentale per la nostra amministrazione, a maggior ragione per quanto riguarda le scuole, perciò abbiamo commissionato queste indagini per capire se sono necessari degli interventi».
Sì a Lorusso e a Cirio
“Sulle Olimpiadi di Milano/Cortina del 2026 l’approccio del Sindaco di Torino Stefano Lorusso e
del Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio non fa una grinza per un semplice motivo. E
cioè, la priorità – al di là della incresciosa rinuncia politica di Torino al tempo governata dai 5 stelle
– va data alla non dispersione delle risorse pubbliche per quanto riguarda l’utilizzazione dei singoli
siti di gara. E la disponibilità, sobria ma tenace, dimostrata dai vertici istituzionali torinese e
piemontese, conferma che l’iniziativa assunta in queste ultime settimane coglie nel segno. Detto
in altre parole, se gli impianti già esistenti o previsti in quelle località garantiscono anche un
significativo risparmio delle – ingenti – risorse pubbliche necessarie, ben venga. Se, invece, su
questo versante il quadro finanziario complessivo che emerge da Milano/Cortina 2026 rischia di
essere troppo esoso, l’iniziativa di Lorusso e di Cirio prima che di natura politica o vagamente
territoriale è semplicemente di buon senso e realisticamente percorribile”.
Giorgio Merlo, Sindaco Pragelato, Consigliere Nazionale Anci.
A poco più di un anno dalla sua pubblicazione, la giornalista e scrittrice Mara Martellotta presenterà la seconda edizione della sua opera, scritta a quattro mani con l’artista fiorentino e già docente presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze Andrea Granchi, “Il tempo sospeso”(Gian Giacomo Della Porta Editore, 2021).
La presentazione avverrà venerdì 10 febbraio prossimo, presso la sede del Centro Servizi Vol.To, in Via Giolitti 21, in occasione di un DF Talk organizzato dall’associazione stessa, nell’ambito di un dialogo con il giornalista Eugenio Giannetta.
La scrittura di Mara Martellotta, semplice e incisiva, vera nel condurre con estrema sincerità tutte quelle analisi sociali e sensazioni che hanno coinvolto tutti noi durante l’emergenza Covid, dialoga e trova armonia con le opere dell’artista fiorentino Andrea Granchi, autore di tutti i lavori presenti all’interno del libro, collegati visivamente e tematicamente agli scritti della giornalista, creando nel lettore una sorta di realtà emotiva aumentata dall’intensità che la parola acquisisce attraverso l’immagine, e viceversa.
Un libro che, oggi, assume la funzione storica della memoria, della testimonianza che aiuta una società a metabolizzare meglio eventi del passato, soprattutto se traumatici come quello appena trascorso.
Un’opera attuale, proprio perché attuale è la Storia.
Il vero contributo di queste pagine risiede nell’utilità che la buona letteratura, e l’arte in generale, devono assumere nei confronti di una società: quello di elevarne la consapevolezza attraverso la parola scritta e la rappresentazione, attraverso la condivisione, anche emotiva, di aspetti soggettivi che devono diventare oggettivi nell’universalità dei sentimenti e di ciò che più ci accomuna.
Statale 24 “del Monginevro”, limitazioni al traffico
Anas ha programmato l’esecuzione dell’ispezione ricorrente della galleria ‘Cesana’, nell’ambito dell’omonimo territorio comunale lungo la strada statale 24 “del Monginevro”.
Per consentire lo svolgimento delle attività in sicurezza, dalle 22:00 di mercoledì 1 febbraio alle 6:00 di giovedì 2 febbraio la galleria sarà chiusa al traffico.
Durante la chiusura i veicoli con peso inferiore a 26 tonnellate saranno deviati sulla vicina ex statale 24. I mezzi con peso superiore alle 26 tonnellate potranno raggiungere la Francia percorrendo la A32 con proseguimento al Traforo del Frejus.
(foto di repertorio)