ilTorinese

Presentati a Bruxelles i prodotti di eccellenza del Piemonte

I prodotti agroalimentari d’eccellenza del Piemonte protagonisti fino al 3 febbraio 2023 nella sede del Parlamento europeo a Bruxelles, con la mostra fotografica “Piemonte: l’esperienza che non ti aspetti”: 25 pannelli dove vengono messe in evidenza non solo una tradizione enogastronomica tra le più celebri al mondo, ma anche alcune peculiari attrattive come i Laghi, le fioriture primaverili e il circuito delle Residenze Reali sabaude. Dai vini al riso, dal miele alla pasticceria fino ai salumi, ai formaggi e alla pasta fresca, senza trascurare il re Tartufo Bianco e le nocciole, la mostra è una passerella completa delle bontà piemontesi ambasciatrici di una ricchezza unica.

Un’iniziativa voluta dall’Assessorato alla Cultura, Turismo e Commercio della Regione Piemonte e realizzata grazie all’organizzazione dell’europarlamentare piemontese Alessandro Panza, in collaborazione con Visit Piemonte, le Agenzie Turistiche Locali, le Enoteche regionali e i Consorzi di tutela piemontesi. L’esposizione è stata inoltre affiancata il 31 gennaio da un convegno sul tema rivolta ai media internazionali, con gli interventi dell’europarlamentare Alessandro Panza, degli assessori regionali alla Cultura, Commercio e Turismo Vittoria Poggio e all’Agricoltura e cibo Marco Protopapa. Con loro, lo chef stellato Pasquale Laera del ristorante Borgo Sant’Anna a Monforte d’Alba.

«Una bella vetrina per promuovere il territorio, trasformando le eccellenze in uno strumento di promozione turistica – dichiara l’europarlamentare piemontese Alessandro Panza del gruppo Lega-Identità e DemocraziaLa nostra produzione enogastronomica, così come tutto il Made in Italy, è un patrimonio da tutelare e non da criminalizzare, come invece purtroppo accade sempre più spesso nei palazzi di Bruxelles”.

«É un piacere tornare a Bruxelles per promuovere il Piemonte, dopo il successo degli incontri dello scorso ottobre, e con un focus specifico sui prodotti che consentono alla nostra enogastronomia di essere una delle più rinomate d’Italia e una vera eccellenza trasversale della nostra offerta turistica sottolinea l’assessore regionale alla Cultura, Turismo e Commercio, Vittoria Poggio Ricordo che uno studio di ENIT e ISNART solo pochi mesi fa ha rivelato che il Piemonte è la regione italiana più presente nei pacchetti turistici dedicati al food&wine degli operatori europei, e che le colline enogastronomiche di Langhe, Roero e Monferrato si confermano una meta sempre più internazionale. In questo contesto, il mercato belga e del Benelux in generale è a tutti gli effetti uno tra i più interessanti per la nostra offerta turistica e momenti di promozione come questi hanno l’obiettivo di consolidare la comunicazione sulla nostra regione».

“A Bruxelles, nella sede del Parlamento europeo presentiamo le eccellenze agroalimentari e vitivinicole made in Piemonte, prodotti di qualità certificata, DOP, DOC, DOCG, IGP che oggi hanno un valore di mercato complessivo di 1,5 milioni di euro. Il cibo e il vino made in Piemonte, oltre alla qualità si caratterizzano per il forte legame con i territori di produzione, punti di forza che in questi anni hanno contribuito a costruire un’offerta turistica completa e rendere così maggiormente attrattiva la nostra regione. Questo grazie anche alle attività di promozione svolte da Consorzi di tutela, Enoteche regionali, associazioni di produttori in collaborazione con le Agenzie turistiche locali e ai protagonisti della ristorazione, cuochi e chef stellati che scelgono i nostri prodotti di qualità”, dichiara l’assessore regionale all’Agricoltura e Cibo Marco Protopapa.

«Visit Piemonte è qui a Bruxelles con la Regione a testimoniare il lavoro dei tanti, tra istituzioni e operatori, che alimentano la ricchezza della nostra proposta turistica dove montagne, colline, laghi e pianure, 94 aree protette e oltre 20mila km di itinerari trekking e ciclo-escursionistici si affiancano alla semplice perfezione dell’enogastronomia, fatta proprio di quei prodotti naturali e di qualità oggetto della mostra – aggiunge Beppe Carlevaris, presidente del CdA di Visit Piemonte – ingredienti di una cucina che – coniugando tradizione e innovazione, creatività e autenticità – è capace di trasmettere le tante anime del Piemonte a tavola. Un viaggio dei sapori dove vino, tartufo, prodotti d’eccellenza e ben 45 ristoranti stellati rappresentano veri punti di forza».

Ex nihilo nihil fit, nulla si genera dal nulla

Raccolta di poesie di Alessia Savoini

Era maggio, giorno 16. Da qualche tempo il passo mi fu ostile, pochi metri si ridussero nella massima distanza di sopportazione, un’estorsione dalla colonna ripiegava nell’osso, come una lacerazione improvvisa. Non potevo stanziare sul fianco destro, ma fu l’unica legge dei ‘non’, quando qualcosa vuole ucciderti non si preannuncia, è un tuffo sordo. Ex nihilo nihil fit, nulla si genera dal nulla, per quel principio di conservazione e ostinata presenza, per la necessità inespugnabile di giustificarla, la presenza.
Depongo la mia parola al valico, oggi è il giorno in cui si fa materia, pietra bianca, e livida. Ho raccolto i semi e le scorie, umiliato la forma e rinnovata la grazia, con l’alba ho patteggiato una piccola zolla, imparando a dimenticare tutti i nomi con cui invocare il sole. Il 2022 è stato per me un anno che ne ha contenuti dieci, districati tra la cura e la spina, ricurva nell’incavo di una fessura contingente, malattia come rivelazione della misura.
Questa breve raccolta, che ha preso forma nei mesi di chemioterapia, vuole essere il riassunto di un processo ancora in fase di inseminazione, la parola che svela la parola e ne osserva il dispiegamento, la paura, l’accettazione, l’abbandono, il ritrovamento. È il resoconto finale di un piccolo parto, perché se tutti gli eventi sono neutri, allora questa piccola morte è stato il processo di una seconda incarnazione, certamente più consapevole, doloroso come ogni nascita.
Alessia Savoini
Da oggi è acquistabile al link https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/poesia/649521/ex-nihilo-nihil-fit/#commenti e nei vari punti Feltrinelli.
Illustrazione: Sara Buffoni
Fotografia: Alessia Savoini

Gerla 1927 ed ENGIM insieme per un nuovo progetto dedicato ai giovani

Gerla Palestro, in corso Palestro 14 a Torino,  è il primo ristorante in Italia che sceglie di affiancarsi ad una scuola di formazione professionale per aiutare centinaia di giovani a costruire il proprio futuro.

Molti sono i casi di scuole alberghiere che hanno aperto il loro locale ma è la prima volta che un grande gruppo della ristorazione sceglie di mettere uno dei suoi locali a disposizione della formazione dei giovani in maniera strutturata e continuativa.

L’obiettivo è trasformare un’esperienza di gusto per i clienti in un’esperienza di vita per i ragazzi. Offrire loro una “palestra” professionalizzante che gli permetta di imparare sul campo dai professionisti, affiancando colleghi di lunga esperienza così da entrare subito nelle dinamiche di un vero ristorante: conoscere le materie prime, gli ingredienti, i tempi della cucina e quelli del servizio, imparare l’accoglienza vivendola in prima persona.

In Gerla Palestro si alterneranno ogni giorno una decina degli oltre 300 allievi ENGIM frequentanti percorsi di formazione nel settore HoReCa, provenienti non solo dall’attiguo centro di formazione Artigianelli di Torino ma anche dalle altre sedi della Fondazione ENGIM Piemonte Ets: Torino San Luca (zona Mirafiori Sud), Nichelino, Pinerolo, Chieri, Sommariva del Bosco e Carmagnola.

Avranno occasione di fare esperienza in Gerla Palestro gli allievi più giovani dell’obbligo formativo beneficiando dell’innovazione metodologia che permette loro di “staccarsi” dall’aula e fare lezione direttamente nel ristorante, oppure attraverso le ore di stage previste durante l’anno formativo. Gli allievi degli ultimi anni saranno inseriti con la forma più strutturata dell’apprendistato duale e sarà possibile il coinvolgimento anche degli adulti disoccupati e delle fasce deboli attraverso i tirocini. Una vera e propria vetrina della formazione, dell’apprendimento sul campo e dell’apprendistato formativo in particolar modo.

Gerla Palestro, che ha inaugurato il 10 gennaio, è l’ultimo locale aperto da Gerla 1927 in città. Dal lunedì al sabato, dalle 9 alle 21, il servizio parte con le colazioni, prosegue con il pranzo e termina all’aperitivo. La particolarità del locale è l’atmosfera da “piola” che si respira sin dal mattino. Sul bancone, accanto agli immancabili croissants, vengono servite torte da credenza preparate dalla Pastry Chef Evi Polliotto e a pranzo il menù propone le specialità piemontesi: vitello tonnato, acciughe al verde, insalata russa, battuta di fassona, tajarin, spezzatino…

Nel 2019 – dichiara Roberto Munnia, presidente del gruppo Gerla avevamo già creato con ENGIM la Gerla Academy ma dopo il lockdown ci siamo resi conto che c’è bisogno di qualcosa di più. Bisogna avvicinare i ragazzi al bar, alla sala, alla cucina trasmettendo loro l’entusiasmo che in troppi casi è venuto meno durante il lockdown. I giovani sono importantissimi – il gruppo Gerla ha 170 dipendenti, età media 30. Ed è dovere di noi imprenditori della ristorazione accompagnarli nel loro percorso. Arrivando dal mondo della meccatronica, in passato ho avuto modo di constatare che i ragazzi che avevano frequentato le Scuole Allievi Fiat e Scuola SKF portavano con sé un valore aggiunto, avevano una marcia in più. Ad oggi, anche nel settore della ristorazione nasce l’esigenza di riuscire ad avere a disposizione personale preparato a comprendere cosa significa creare valore nel servizio. Per fare ciò, non è sufficiente insegnare cosa significa lavorare in un ristorante, bisogna viverlo!”

“Il nostro – prosegue la pastry chef del Gruppo Gerla Evi Polliotto – è un mestiere che richiede sacrifici ma sa regalare soddisfazioni incredibili. Dara la possibilità ai giovani di vivere al nostro fianco, da colleghi, ci permette di andare oltre il semplice insegnamento e di far toccare loro con mano il futuro”.

“L’apprendimento sul campo è fondamentale per gli allievi della formazione – spiega Marco Muzzarelli, direttore nazionale di Fondazione ENGIM. Dare la possibilità di sperimentarsi in un vero ristorante sin dai primi anni di formazione, vuol dire facilitare e accelerare il loro processo di apprendimento sia delle competenze professionali, sia di quelle trasversali acquisibili solo on the job.

Come ente di formazione professionale non ci siamo mai tirati indietro di fronte alle sfide di un mondo del lavoro sempre meno stabile e in questi anni ci siamo messi direttamente in gioco avviando imprese formative ENGIM su tutto il territorio italiano. Ma quando capita di incontrare un gruppo leader nel settore food, come Gerla, che in questi anni ha investito energie e risorse insieme ad ENGIM con spirito di corresponsabilità e impegno reciproco, non si p che cogliere al volo l’opportunità di avere la sua fattiva collaborazione per una formazione sul campo di alta qualità, a beneficio del futuro dei giovani lavoratori.

Gerla 1927 è nato dall’ambizioso progetto di Roberto Munnia che, dopo aver rilevato nel 2012 lo storico locale Gerla di Corso Vittorio Emanuele II a Torino, ha creato, apertura dopo apertura, una realtà imprenditoriale solida ed in continua crescita, ben radicata in Piemonte ma con lo sguardo rivolto al mondo. Oggi Gerla1927 conta 22 locali tra caffetterie, pasticcerie e ristoranti. Visione, fiducia nel valore delle persone e costante attenzione alla qualità delle materie prime e del servizio sono i valori che guidano le scelte del Gruppo, attivo in 3 aree di business: produzione, ristorazione e banqueting, istruzione e formazione professionale. Oltre al Presidente, Roberto Munnia, il gruppo può contare su un team di professionisti le cui abilità ed esperienze si rivelano strategiche per il successo.

www.gerla1927.com

Fondazione ENGIM Piemonte Ets è presente sul territorio piemontese con 7 centri di formazione e 4 sportelli di servizi al lavoro. Le attività coinvolgono quasi 2000 allievi ogni anno in 128 corsi, con un successo formativo che si attesta a 412 qualifiche e diplomi professionali conseguiti, l’avvio di 41 contratti di apprendistato e il 73% degli allievi occupati a due anni dal diploma (dati 2021).

Sul territorio sono operative due imprese formative: BARtigianelli e AgriENGIM. Nato a fine 2020 ed ospitato all’interno del Collegio Artigianelli a Torino, BARtigianelli è gestito dagli allievi del corso di operatore di sala e bar della sede formativa Torino Artigianelli e permette loro di apprendere in un ambito scuola/lavoro. AgriENGIM è l’Impresa formativa della sede di Chieri che impegna gli allievi, tramite borse-lavoro, nella produzione ortofrutticola e florovivaistica e nella trasformazione agroalimentare.

Fondazione ENGIM Piemonte Ets è parte di ENGIM – Ente Nazionale Giuseppini del Murialdo, che opera in Italia e all’estero nell’ambito della formazione professionale e della cooperazione internazionale come emanazione della Congregazione di San Giuseppe – Giuseppini del Murialdo, fondata nel 1873 per iniziativa di san Leonardo Murialdo. Presente con 30 centri formativi in Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Lazio e Sicilia, frequentati da circa 9000 studenti ogni anno, ENGIM è accreditata per l’obbligo formativo, la formazione continua, la formazione superiore, l’orientamento e i servizi per il lavoro.

Superenalotto, vinti oltre 100 mila euro con un ‘5’ nel Torinese

Al Superenalotto è stato centrato nel Torinese uno dei tre ‘5’  in Italia da 106.721,96 euro. La vincita presso il punto vendita La Genzianella in via Po a Chivasso con schedina a cinque pannelli. Un’altra vincita in Piemonte, a Borgomanero in provincia di Novara e la terza a Bari.

San Sebastiano, un gioiello d’arte a Pecetto

Domenica 5 febbraio è un’occasione per visitarla perché è quasi sempre chiusa tranne la prima domenica di ogni mese grazie agli alpini di Pecetto che aprono le porte dell’edificio religioso ai turisti. È la chiesetta del cimitero di Pecetto Torinese, la chiesa di San Sebastiano, davanti al mercato delle ciliegie e dei prodotti agricoli, nella parte meridionale del paese, su un poggio da cui parte la strada per Revigliasco.
Si passa spesso in auto da quelle parti, lungo le colline tra Chieri e Moncalieri, un saliscendi continuo ma sono pochi quelli che si fermano, tranne che nel periodo delle ciliegie. Ai lati della chiesa due enormi cipressi sembrano proteggerla.
Vista dall’esterno non emoziona un granché ma lo spettacolo è tutto all’interno. Superato il portone ci si trova di fronte a un ciclo di affreschi del Quattrocento mozzafiato che ricopre gran parte delle pareti. Un gioiello dell’arte del ‘400, quasi una cappella Sistina in miniatura, tornata all’antico splendore dopo un accurato intervento di restauro degli affreschi finanziato dal Comune di Pecetto, proprietario della chiesa, situata nella parte meridionale del paese, a fianco del cimitero, su un poggio da cui parte la strada per Revigliasco.
La chiesa risale al Duecento ma fu totalmente ricostruita nella prima metà del Quattrocento. L’interno, a tre navate, è illuminato da due rosoni. Tra le molte scene affrescate spiccano sulla volta del presbiterio l’incoronazione della Vergine e il martirio di San Sebastiano trafitto dalle frecce (1440-1450), opere del pittore chierese Guglielmetto Fantini, seguace di Giacomo Jaquerio, l’imponente crocifissione dipinta sulla parete di fondo da Antonius de Manzaniis e l’affresco raffigurante la Natività, di Jacopino Longo, allievo della scuola di Macrino d’Alba.
Nella volta del presbiterio si ammirano anche alcuni episodi della Passione di Cristo e momenti della vita di San Sebastiano, di Sant’Antonio e degli Evangelisti. Per vedere la chiesa il primo appuntamento è domenica 5 febbraio dalle ore 10                                Filippo Re

Torino, il preside dell’Einstein: “Occupazione violenta è squadrismo fascista”

“Sono iscritto a un partito di sinistra radicale, ma questo non è il mio metodo”

“Questo è squadrismo fascista, perchè se c’è una cosa che caratterizza questo metodo è bloccare la scuola, l’insegnamento e la cultura. Ed è quello che hanno fatto gli studenti che hanno occupato la scuola con la violenza, impedendo ai loro compagni di seguire le lezioni e poi tentando di bloccare all’interno chi voleva uscire e abbandonare l’occupazione”. Marco Michele Chiauzza, dirigente scolastico del liceo ‘Einstein’ di Torino, spiega alla Dire il suo stato d’animo dopo l’occupazione della sede di Via Bologna del liceo che dirige, e a seguito della diffusione delle immagini che stanno rimbalzando sui social. Immagini in cui si vede il braccio di un adulto, probabilmente un agente della Digos in borghese, stringersi attorno a uno degli occupanti per qualche secondo, in un momento di concitazione.

Raggiunto dalla Dire, Chiauzza spiega di non aver visto il video, e di non poterlo quindi commentare. Ma aggiunge anche che in quel momento la Digos stava permettendo a chi voleva uscire dalla scuola occupata, di dirigersi fuori dal cancello, mentre gli occupanti, stretti in un cordone, volevano bloccare le uscite.

Il dirigente racconta la vicenda dall’inizio: già nei giorni precedenti, infatti, il tentativo di occupazione degli studenti era nell’aria. Per questo il preside, lunedì, aveva concesso agli studenti uno dei tre piani dell’edificio di Via Bologna per svolgere dibattiti e assemblee, mentre al primo e al secondo piano si svolgevano regolarmente le lezioni. Ma al termine della giornata scolastica, gli studenti in assemblea non avevano voluto abbandonare gli spazi, decidendo di proseguire nella protesta, e occupando di fatto la scuola.

“gli studenti che sono rimasti all’interno hanno impedito l’accesso a docenti e personale. Così ho dovuto rivolgermi alle forze dell’ordine, con cui ero già in contatto- spiega il dirigente- la Digos mi ha detto che la procedura avrebbe previsto un dialogo con gli studenti. La proposta che gli avrebbero fatto, d’accordo con me, era appunto quella di proseguire con l’autogestione di un piano dell’istituto, in cui si sarebbero potuti svolgere incontri e lezioni, ma facendo entrare docenti e personale. Gli studenti non hanno accettato, e a quel punto due-tre agenti in borghese, che non sono mai entrati all’interno della scuola, hanno chiesto se c’era qualcuno che avrebbe voluto lasciare l’istituto. Così hanno provato a creare un varco per gli alunni che volevano uscire, tra cui un ragazzo autistico, che è riuscito a superare il cancello solo con l’intervento delle forze dell’ordine”.

Il preside spiega che in quel momento l’azione di resistenza da parte degli studenti è stata possibile “solo grazie alla presenza di giovani esterni alla scuola: i nostri interni non avrebbero la capacità di gestire questi strumenti tattici”. Chiauzza aggiunge anche che “le forze dell’ordine hanno provato a tenere aperto il cancello che altrimenti si sarebbe richiuso perchè ha una chiusura automatica. Intanto c’erano studenti che non riuscivano ad uscire e “stavano iniziando a scavalcare i cancelli”, spiega.

“Alla fine ho consegnato la chiave del cancello agli studenti occupanti, che altrimenti rischiano di rimanere chiusi all’interno, e comunicato alle famiglie che non ho più la gestione di quella sede, quindi domani gli alunni non potranno seguire le lezioni”. Secondo il preside, “la violenza è stata quella degli occupanti, che hanno spintonato e tirato per i capelli il personale, nel tentativo di occupare. Noi abbiamo tentato in tutti i modi una mediazione. E se esiste quel video, è perchè l’intenzione è quella di provocare e creare poi una mobilitazione”. Si parla già infatti di possibili altre manifestazioni e occupazioni nelle altre sedi dell’Einstein e non solo. Ma il preside dice che una mobilitazione potrebbe esserci anche da parte degli studenti contrari all’occupazione: “Su più di 1.500 studenti nei vari plessi, solo una trentina era lì questa notte, più altri trenta-quaranta esterni. Due dei quattro rappresentanti di Istituto sono arrabbiati e delusi”.

“Io ho una tessera di un partito e sono stata candidato con la sinistra radicale- commenta infine il preside- ma questo è squadrismo fascista. Forse i miei compagni non saranno d’accordo, ma questi sono metodi squadristici”.

«Agenzia DIRE»

MamaClean, a Torino il bucato si fa con un’App

In Italia 1 famiglia su 3 abbandona i propri capi preferiti nel cesto della biancheria o nell’armadio per paura di rovinarli. MamaClean è la lavanderia che ritira e consegna i capi a domicilio e se ne prende cura in modo artigianale.

 Dal lancio ufficiale avvenuto lo scorso maggio, con oltre 8.000 capi trattati in meno di 8 mesi, sono migliaia i torinesi che si affidano alla lavanderia a domicilio numero uno in Italia. Niente lavatrici da fare, pile di vestiti da stirare o code in lavanderia. A Torino e provincia il bucato si fa con un’App.

Con MamaClean prendersi cura del bucato è semplice e veloce: basta scegliere da sito o app il servizio più adatto alle proprie esigenze, selezionare luogo, giorno e ora di ritiro e consegna e un incaricato si occuperà della presa e riconsegna dei capi a casa, in ufficio o in portineria.

I servizi offerti sono molteplici e incontrano le esigenze di tutti: lavaggio e stiratura dei capi formali, lavaggio a secco per i capi più delicati e ancora cura dei tessuti di casa, come divani, tendaggi o tappeti. Tutto questo comodamente a domicilio e a prezzi competitivi.

Mancava un brand che si prendesse cura dei brand che indossiamo ogni giorno” spiega Francesco Malmusi, modenese di nascita ma milanese d’adozione, che dopo 7 anni di esperienza nel mondo del lusso e 10 alla guida di MamaClean in qualità di Founder e CEO, ha scommesso sull’idea di espandere il servizio nelle principali città italiane. “Con MamaClean abbiamo voluto coniugare il servizio artigianale delle lavanderie di una volta con le esigenze e la velocità del mondo di oggi. Questo è prima di tutto una rassicurazione per il cliente – che sa esattamente a chi affida i suoi capi – e permette inoltre a noi di avere il controllo sulla qualità del servizio, dall’inizio alla fine”.

A prendersi cura dei capi sono esperti artigiani locali altamente qualificati. Infatti, tra gli obiettivi ambiziosi di MamaClean, vi è quello di salvare la lavanderia Made in Italy. La scelta di chiudere accordi commerciali con una lavanderia storica della città di Torino va proprio in questa direzione: mettere tecnologia all’avanguardia a servizio degli artigiani, soprattutto post pandemia. Se poi a questo si aggiungono i benefici ambientali ed economici in termini di risparmio di acqua ed energia, e di filtraggio delle microplastiche rilasciate dai tessuti durante il lavaggio, il vantaggio di utilizzare una lavanderia professionale è indubbio.

Brand, aziende e realtà locali hanno creduto nel nostro progetto e siamo felici di semplificare la vita di migliaia di torinesi. – aggiunge Malmusi – Il nostro obiettivo su Torino è di raddoppiare gli utenti entro la fine dell’anno e di raggiungere un fatturato a 6 cifre. Ma a noi non piace stare fermi. Molto presto la rivoluzione della lavanderia Made in Italy raggiungerà le principali città italiane.

Per ulteriori informazioni e per prenotare i servizi MamaClean non vi resta che visitare il sito web all’indirizzo mamaclean.it. E per i nuovi clienti 10% di sconto sul primo ordine.

A Beinasco il nuovo Polo del lavoro


Ne fanno parte la sede decentrata del Centro per l’impiego
di Orbassano e uno sportello accreditato ai servizi al lavoro.
L’impegno è di potenziarlo ulteriormente. 

A un anno dall’apertura a Beinasco, nel Torinese, di una sede distaccata del Centro per l’impiego di Orbassano il presidio territoriale si rafforza con la nascita di un Polo del lavoro. Oltre al Centro per l’impiego ne fa ora parte anche uno sportello accreditato ai servizi al lavoro gestito dalla cooperativa Orso. E l’impegno, per il futuro, sarà integrare nuove realtà per potenziare ulteriormente la filiera di soggetti pubblici e privati – quali aziende, consorzi ed enti di formazione professionale (uno dei quali di imminente apertura a poche decine di metri) – finalizzata a fornire alle comunità di Beinasco e dei comuni limitrofi servizi di orientamento e opportunità formative e occupazionali. 

Il progetto, che ha preso corpo nei locali comunali di Beinasco in viale Risorgimento 14, è stato voluto fortemente dall’amministrazione comunale, che già a gennaio 2022 aveva sottoscritto un accordo con l’ente regionale per le politiche attive del lavoro Agenzia Piemonte Lavoro per l’apertura di uno sportello, e che contestualmente, grazie alla convenzione con la cooperativa Orso, accreditata da Regione Piemonte, ha sostenuto la nascita di uno sportello accreditato ai servizi al lavoro (Sal) nella stessa sede. 

L’annuncio della nascita del Polo del lavoro è stato ufficializzato nei giorni scorsi  alla presenza dell’assessore regionale all’Istruzione, lavoro, formazione professionale, diritto allo studio universitario Elena Chiorino e del sindaco di Beinasco Daniel Cannati. Sono intervenuti anche la responsabile del Centro per l’impiego Stefania De Simone insieme all’operatrice Enrica Robioglio, e la responsabile del Sal di Beinasco della cooperativa Orso Gianclaudia Zotti. Imprenditori del territorio hanno poi testimoniato l’efficacia dei servizi messi a disposizione dal Centro per l’impiego per la loro attività professionale. 

Elena Chiorino: «Il progetto del Polo del lavoro nasce grazie alla grande capacità di visione pragmatica dell’amministrazione comunale, supportata da una politica regionale che opera da sempre in questa direzione. In sinergia con le amministrazioni locali, lavoriamo con l’obiettivo di dare opportunità sia a chi può lavorare sia al nostro territorio per costruire un futuro di dignità e di lavoro». 

Daniel Cannati: «Il territorio di Beinasco si conferma terreno fertile per mettere a disposizione dei cittadini tutti i servizi finalizzati all’occupazione, tema quanto mai centrale». 

Stefania De Simone: «Il Polo del lavoro integra perfettamente, in un riconoscimento reciproco, il ruolo del Centro per l’impiego, che continua a essere la porta di accesso alle politiche del lavoro, e quello dei Sal, che erogano servizi più mirati di accompagnamento al lavoro». 

Gianclaudia Zotti«Grazie alla cooprogettazione con il Comune di Beinasco, abbiamo l’opportunità di portare i nostri servizi anche in questo territorio, in un’ottica di inclusione sia verso le persone che si rivolgono a noi sia verso le altre realtà della rete».  

Fra i servizi che il Polo per il lavoro mette a disposizione del pubblico: orientamento e sostegno alla ricerca attiva del lavoro nel territorio, supporto all’inserimento occupazionale delle persone con disabilità, revisione del curriculum, cogestione dei progetti finanziati, buoni servizi. 

I contatti sono, per la sede di Beinasco del Centro per l’impiego di Orbassano,
3341039676, info.cpi.orbassano@agenziapiemontelavoro.it; per i servizi al lavoro della cooperativa Orso, 348 8288909, aglavorobeinasco@cooperativaorso.it 

Un nuovo auditorium nella ex caserma De Sonnaz

 

E’ stata approvata, su proposta dell’Assessore Mazzoleni, la delibera  che autorizza la realizzazione di nuovo Auditorium all’interno della ex Caserma Ettore De Sonnaz, oggi headquarter in costruzione di Reply spa, azienda leader nel settore IT da oltre 12 mila dipendenti.

Il recupero e la rifunzionalizzazione della Caserma è avvenuto in seguito alla sottoscrizione, nel 2014, di un Protocollo d’Intesa tra il Comune di Torino, il Ministero della Difesa e l’Agenzia del Demanio per la razionalizzazione e la valorizzazione di alcuni immobili militari presenti nel territorio comunale, e successivamente con l’utilizzo dello strumento dell’Accordo di Programma in variante al PRG. La Proprietà ha quindi presentato istanza per l’intervento di ristrutturazione e rimessa in funzione di tutto il complesso immobiliare secondo quanto prescritto dalla scheda normativa derivante dalla citata variante urbanistica. La società Reply ha scelto di affidare il progetto di rinascita della caserme a un primario studio di progettazione internazionale.

La proposta di delibera al Consiglio, approvata oggi in Giunta, permetterà la realizzazione di un nuovo auditorium all’interno di questo compendio. Commenta l’Assessore Paolo Mazzoleni: “Si tratta di un intervento molto interessante: una eccellenza a livello internazionale nel settore dell’innovazione digitale, che ha recuperato un importante edificio storico nel centro di Torino per farne la propria sede direzionale, si doterà di un Auditorium per la realizzazione di eventi legati al suo core business. Con questa convenzione, la Città ne permette non solo la realizzazione, ma ne dichiara l’interesse pubblico e potrà organizzare eventi a tema digital, con il supporto di un apposito comitato paritetico. Una forma innovativa di partnership pubblico/privato, che supporta l’attrazione e l’investimento sulla nostra città a partire da un realtà di primo piano, nata a Torino e che a Torino ha deciso di rimanere. “

Il nuovo Auditorium avrà 100 posti e verrà realizzato nel piano interrato dell’edificio.

Grimaldi (Verdi Sinistra) a Donzelli: dichiarazione di guerra e sabotaggio della Commissione antimafia

“Ci si è accorti di ciò che ha detto Donzelli? Ha suggerito che Cospito stia agendo come portavoce della mafia, ma soprattutto che abbia incontrato boss mafiosi al 41 bis. La cosa più grave, però, è che abbia detto a verbale che ‘non è l’unico incontro che ha avuto Cospito’, poiché ‘mentre parlava con i mafiosi… incontrava i parlamentari Serracchiani, Verini, Lai e Orlando che andavano a incoraggiarlo nella battaglia’.  Un’affermazione di una gravità inaudita. Fuori da quest’aula non avrebbe retto nemmeno lo scudo dell’insidacabilità del Parlamento” – dichiara il Vice-capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra, Marco Grimaldi.

“Presidente Meloni, che il portavoce del suo partito accusi chi sta chiedendo la revoca del carcere duro per Cospito di connivenza con la mafia e il terrorismo è una dichiarazione di guerra” – prosegue Grimaldi. – “Farlo nel giorno dell’istituzione della Commissione antimafia, senza poi chiedere scusa né smentire, ha tutta l’aria di un sabotaggio voluto”.