“Nessuno, nella mia posizione, può chiamarsi fuori. Sono a disposizione della comunità democratica il Piemonte sta andando male: la sanità fa acqua da tutte le parti, servono servizi sanitari e sociali efficienti, trasporto pubblico per tutti i territori. È indispensabile che i fondi del Pnrr vengano ben utilizzati per rilanciare l’economia: sono cose che la giunta Cirio non ha fatto e non sta facendo. Sono quindi a disposizione del partito”. Così Chiara Gribaudo, deputata di Cuneo e vicepresidente nazionale del Partito Democratico, ha sciolto le riserve su una sua disponibilità a candidarsi a presidente del Piemonte contro Alberto Cirio alle prossime regionali 2024.
Poste italiane cerca personale per Torino e provincia
Poste Italiane ricerca in provincia di Torino portalettere da inserire con contratto a tempo determinato. Per potersi candidare è sufficiente inserire la propria candidatura sulla pagina web del sito istituzionale di Poste https://www.posteitaliane.it, nella sezione “Carriere” dedicata a “Posizioni Aperte” in cui sono indicati i requisiti per poter partecipare alla selezione.
I candidati saranno inseriti con contratto a tempo determinato in relazione alle specifiche esigenze aziendali.
I requisiti richiesti per la candidatura sono il possesso di un diploma di scuola media superiore con votazione minima 70/100 o diploma di laurea, anche triennale, con votazione minima 102/110 e patente di guida in corso di validità idonea per la guida dei mezzi aziendali. Per la sola provincia di Bolzano è necessario essere anche in possesso del patentino del bilinguismo.
Le risorse individuate si occuperanno del recapito postale (pacchi, lettere, buste, raccomandate, etc.) nell’area territoriale di propria competenza.
Ieri mattina agenti della Polizia municipale, su richiesta dell’Agenzia Territoriale per la Casa, nel corso di un’operazione di sgombero e verifica dello stato delle cantine dei complessi Atc di via Biglieri, hanno chiuso l’accesso a 5 cantine dove sono stati rinvenuti giacigli di fortuna, masserizie e vecchi mobili e, dopo aver sgomberato i locali e i corridoi, Atc ha fatto sostituire le vecchie porte sfondate con porte antintrusione.
L’operazione, che ha interessato tutte le 16 scale dei complessi, ha inoltre permesso di scoprire che due alloggi, al momento non assegnati, erano stati occupati abusivamente. Gli appartamenti sono stati recuperati e si è provveduto a sostituire le serrature. Oltre a ciò sono stati eseguiti interventi di riparazione delle luci e di serrature dei portoncini di alcune scale.
“L’operazione che è stata realizzata su richiesta dell’Agenzia – ha dichiarato il presidente dell’Atc Emilio Bolla – ha dimostrato, ancora una volta, come sia indispensabile prestare un’attenzione costante al rispetto della legalità, fondamentale per la convivenza civile, soprattutto nei quartieri popolari dove si registra un’elevata fragilità dei residenti che giustamente invocano una maggior sicurezza. Ringrazio la Polizia Municipale per la collaborazione – ha aggiunto Emilio Bolla – e gli abitanti dei complessi che hanno contribuito attivamente alle operazioni di pulizia, disponendo il ritiro dei rifiuti ingombranti negli spazi di loro pertinenza”.
La mostra aperta sino al 28 gennaio 2024
Il 2023 scelto nelle mostre della Reggia di Venaria come l’anno del cibo: il compimento con una grande, affascinante quanto sontuosa mostra, distribuita in 14 sale, che ha aperto ieri per concludersi il 28 gennaio prossimo, “Sovrani a tavola. Pranzi imbanditi nelle corti italiane”. Una mostra fortemente voluta da Guido Curto, Direttore generale del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude e affidata alla conoscenza e alla cura di Andrea Merlotti con la collaborazione di Silvia Ghisotti e Clara Goria, nell’elegante allestimento di Lorenzo Greppi. Duecento (ma il numero si amplia se andiamo a conteggiare quanto di meraviglie è posato sulle tavole imbandite) tra dipinti, arredi da tavola, splendidi servizi di porcellana e d’argento provenienti dalle varie corti italiane – una collaborazione preziosa alla mostra e un viaggio che si snoda tra Capodimonte e Caserta, tra il Quirinale e il Palazzo Reale di Milano, tra Palazzo Pitti e il Palazzo Reale di Napoli sino a quelli di Torino e Firenze: tacendo dei molti prestiti da collezioni privale e musei italiani ed esteri -, un racconto particolareggiato che parte tra il Cinque e il Seicento per giungere sino ai pranzi del Quirinale sabaudo. Che è qui, oggi e per i mesi futuri, tra le mura del Castellamonte, l’ultimo ospite del racconto, pieno di fascino e di stupore per il visitatore, come gran finale della mostra, quasi il suo fiore all’occhiello, “fotografando” e appropriandosi dello sfarzo del Salone delle Feste del palazzo che fu dei papi, lo stesso dove il Presidente della Repubblica ospita i tanti Capi di stato in visita per i pranzi di gala. Il lungo tavolo, tra lampadari sospesi e tele e arazzi, suddiviso in tre parti con altrettanti servizi per dare vita alla “mise en place”, derivati dal gusto della principessa Margherita, dal 1878 prima regina d’Italia, e legati ai canoni d’eleganza settecenteschi. Con la predilezione per la porcellana di area germanica, Meissen in primo luogo, qui rappresentata dal servizio a “Fiori blu con corona reale e dorature” per il pranzo e il servizio “a medaglioni con rilievi Dulong”, cui si ispira l’elegante “Medaglioni” della Richard Ginori per la tavola presidenziale.
Momenti che esprimono fascino e curiosità quelli dei pranzi dei sovrani sebbene raramente trattati dagli artisti. Di qui la grande ricerca dei curatori, per portare alla luce le occasioni pubbliche come quelle private delle teste coronate, non trascurando le rappresentazioni simboliche, le allegorie che racchiudono momenti e personaggi lontani nel tempo: in mostra, di anonimo fiammingo del finire del XVI secolo, “Il pranzo degli Asburgo”, proveniente da Varsavia, ovvero tre generazioni d’Asburgo, succedutesi sul trono delle Fiandre tra il ‘500 e il ‘600, Carlo V e Filippo II al centro della scena, a servirli i governatori di quei paesi, con un probabile Emanuele Filiberto ossequioso nei confronti del potente imperatore. Tra il pubblico (per i numerosi ospiti ammessi) e il privato altalena il “Banchetto offerto da Clemente IX a Cristina di Svezia il 9 dicembre 1668”, tramandatoci in grafica da Pierre-Paul Sevin, dove il pontefice occupa, davanti a una tavola riccamente imbandita, una posizione sopraelevata rispetto a quella della regina, in evidente segno di sudditanza e di rispetto, due silenziosi mondi chiusi in sé, se si pensa, ci dicono le cronache, che soltanto alla fine del pranzo venne offerta una poltrona a Cristina, accanto a Clemente, perché potesse avere con lui qualche attimo di conversazione.
Non ci sono nascosti neppure brani dei vari backstage, come quelle cucine alle spalle del settecentesco doge di Venezia Alvise Pisani o quello che può essere inteso come una studiatissima coreografia quel “Convito nuziale di Elisabetta Farnese” tramandatoci dallo Spolverini: un banchetto organizzato a Parma in occasione delle nozze di Filippo V con Elisabetta nel 1714, la sposa e la madre sotto un ampio baldacchino, in primo piano un gruppo di paggi sgambettanti in livrea rossa, rigorosamente tutti di rango nobiliare, che, dopo aver ricevuto le varie pietanze dalle cucine, le porta su grandi piatti d’argento ai gentiluomini di bocca, in uniforme scura, dai quali arriveranno, passando da mani a mani, alle commensali, ogni cosa sotto lo sguardo e il chiacchiericcio delle dame e dei gentiluomini della corte. Un rito, fatto di preparativi e vivande e uomini (assai relativo lo spazio lasciato alle donne, impiegate in mansioni ben umili, per cui raro ne è l’incrocio: per cui godetevi “La cuoca” di Bernardo Strozzi, nell’atto di preparare un tacchino, mentre già un pentolone scalda sul fuoco e un’anfora d’argento, segno di ricchezza del committente, fa bella mostra di sé in primissimo piano; proveniente dai Musei genovesi), uomini che potevano divenire vere e proprie celebrità, come quel Leonardo Gamucci, responsabile dell’approvvigionamento alimentare della corte fiorentina, immortalato da Giusto Suttermans o il nano Morgante, alias Braccio di Bartolo, intento a porgere la coppa di vino a Cristina di Lorena nella tela di Domenico Cresti detto il Passignano, proveniente da Vienna.
Da non perdere nelle sale successive, le delizie dei re, come “I fichi” e “I datteri” e il “Tartufo”
(usato tra le corti come doni, in special modo quella sabauda), tele commissionate dal granduca Cosimo III a Bartolomeo Bimbi per il suo casino della Topaia; e le immagini delle bevande esotiche, il caffè, la cioccolata e il tè, frutto degli ampi commerci della Compagnia delle Indie che hanno il potere, tra l’altro, di dare il via ai tanti servizi in pregiata porcellana, magari con i decori cinesi e giapponesi che verranno in seguito imitati dalle manifatture europee. Gioiello di queste sale “Un tè a Evian”, opera di Ludwig Guttenbrunn del 1787, proprietà di una nobildonna inglese che l’ha volentieri ceduta per la mostra e quindi esposta per la prima volta al pubblico: il quadro a olio, di non rilevanti dimensioni (43,2 x 57,8 cm), racconta il rito pomeridiano del tè all’interno della sala di una residenza nobiliare sul lago di Ginevra. Carlo Emanuele, principe di Piemonte, e la consorte Maria Clotilde di Borbone sono ospiti di due dame inglesi: un momento assai privato in cui il sovrano non disdegna di servire amabilmente la bevanda alla sua dolce metà.
Ancora carrellate su piatti e posate raffinatissime, servizi da dessert che hanno radici in Sèvres o in Meissen, coppe dai più delicati colori, tazzine e “rinfrescatoi da gelato”, la “marronière” che richiama un piccolo cesto di vimini vanno ad abbellire le tavole reali, in un susseguirsi di pezzi preziosi sempre più ricercati. Quando il “popolino” conquisterà la libertà di stampa, ci sarà anche posto per le caricature (attardatevi nella sala 10) e il pranzo delle loro maestà fu il momento più ironizzato, sovrani che inghiottono poveracci o tagliano il mondo come più loro fa comodo. Con il passare del tempo “L’illustrazione italiana” o “La domenica del Corriere” avrebbero immortalato le cene di gala con sempre maggiori particolari. Non vanno persi i vari menu che su carte preziose accompagnavano l’impazienza e il gusto degli ospiti: in un cartoncino del marzo 1911, accanto ai sette brani che delizieranno le divine orecchie, Léhar Verdi e Puccini in primis, andiamo a leggere che i “pollastri alla Montebello” saranno accompagnati dal Barbaresca Manissero e che gli “sparagi con salsa maltese” verranno gustati con il Grande Spumante Cinzano. Altri tempi.
Elio Rabbione
Nelle immagini, Pittore Fiammingo, “Il pranzo degli Asburgo”, 1599 circa, olio su tela, Varsavia, Muzeum Narodowe; Ilario Giacinto Mercanti detto lo Spolverini (Parma 1657 – Piacenza 1734), “Convito nuziale di Elisabetta Farnese”, 1717 – 1721 circa, olio su tela, Parma, Collezioni d’Arte del Comune; Ludwig Guttenbrunn (1750-1819), “Un tè a Evian”, 1787, olio su tavola, collezione privata; il Salone delle Feste al Quirinale.
Inizia a entrare nel vivo la stagione del pattinaggio di figura che nel weekend vedrà protagonisti molti tra i migliori atleti nazionali nella prima prova del Campionato Italiano Elite, organizzata da Ice Club Torino e PAT Torino e dedicata alla memoria di Franco Masoero.
Teatro dell’evento sarà la pista 1 del PalaTazzoli per un weekend ad alto tasso tecnico e con spettacolo assicurato dalla presenza, su tutti, della coppia di bronzo agli ultimi Mondiali, quella formata da Sara Conti e Niccolò Macii. Senza contare, ovviamente, il numeroso contingente di atleti piemontesi tra i circa sessanta iscritti nelle varie categorie. Short Program che avvierà il sabato dalle ore 13, mentre la domenica sarà dedicata al Free Skating con il ghiaccio che si farà bollente già dalle 8.30.
Martedì 3 ottobre, alle ore 10:30, si terrà in piazza Annunziata la cerimonia inaugurale del bicentenario della fondazione della Scuola di Cavalleria, di cui Venaria Reale fu prima sede con la costituzione della Regia Scuola Militare di Equitazione da parte del Re di Sardegna Carlo Felice.
Attraverso Regio Viglietto del 15 novembre 1823, il sovrano dispose la fondazione della Scuola al fine di istruire nell’equitazione i giovani allievi dei Corpi di Cavalleria, gli Ufficiali di ogni Arma nonché i componenti della Corte.
Ulteriori dettagli: https://www.comune.venariareale.to.it/it/news/celebrazioni-per-i-200-anni-della-scuola-di-cavalleria
Riceviamo e pubblichiamo – “LA CORTE DI APPELLO RIGETTA IL RECLAMO DELLE MAMME: ANTONELLA DEVE ADOTTARE”
La coppia è stata, inoltre, condannata al pagamento delle spese legali. F.Gallo (avvocato della coppia e Ass.Coscioni): “Una decisione che non tutela l’interesse dei minori ma rispecchia orientamento politico attuale contro famiglie omogenitoriali”
Link alla DECISIONE della Corte di Appello di Torino
28 settembre 2023 – La Corte di Appello di Torino, confermando la decisione dei giudici di primo grado, ha rigettato il reclamo presentato da Antonella e Claudia, unite civilmente e mamme di due gemelli tramite fecondazione eterologa all’estero, che chiedevano di essere riconosciute entrambe come mamme legittime dei propri figli. I giudici di secondo grado hanno infatti affermato che le due madri non hanno diritto a essere riconosciute come tali nell’atto di nascita, visto il divieto di accesso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita alle coppie di persone dello stesso sesso (articolo 5, legge 40 del 2004). In più, hanno condannato la coppia al pagamento delle spese di giudizio, pari circa 4.857 euro a favore del Comune di Trofarello. Il caso è seguito dal team legale dell’Associazione Luca Coscioni.
Dichiara l’avvocata Filomena Gallo, difensore della coppia e segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni: “La decisione della Corte d’Appello non sembra essere stata adottata a tutela dell’interesse dei minori, anzi sembrerebbe una decisione che rispetta l’orientamento politico attuale privo di effettivo fondamento normativo. Ne è un chiaro segnale la pesante condanna al pagamento delle spese di giudizio disposta dai giudici. Non solo si nega il diritto di Antonella e Claudia di essere riconosciute entrambe madri dei propri figli, non solo si nega a due bambini il diritto di essere riconosciuti come figli legittimi dallo Stato, ma addirittura si condannano due donne, che vorrebbero solo essere riconosciute legalmente entrambe come madri a maggiore tutela dei propri figli, senza discriminazioni, a pagare tutte le spese di giudizio per un totale di circa 4.857 euro al Comune convenuto. Claudia e Antonella hanno deciso di continuare la battaglia giudiziaria affinché i loro figli abbiano piena tutela con due genitori legittimi, senza nessuna forma di discriminazione rispetto ai figli nati da coppie di sesso diverso che pure accedono alle tecniche di fecondazione assistita eterologa e che per legge sono genitori legittimi, senza dover ricorrere all’adozione come si consiglia alle coppie dello stesso sesso”.
Conclude Filomena Gallo: ““la Corte d’Appello di Torino, nel rigettare il reclamo di Antonella e Claudia, non solo ha affermato che due madri non hanno diritto di essere indicate come tali nell’atto di nascita dei propri figli, con la grave conseguenza che per il nostro ordinamento la madre intenzionale non è riconosciuta come tale anche dalla legge e quindi tra questa e i bambini non sussiste alcun rapporto di filiazione; ma ha anche affermato che l’interesse dei minori è comunque tutelato, vista la possibilità di ricorrere all’adozione in casi particolari. La Corte d’Appello forse dimentica che la stessa Corte costituzionale ha evidenziato l’inidoneità di questo istituto a garantire la migliore tutela possibile ai minori nati a seguito di tecniche di procreazione medicalmente assistita eseguite all’estero. Questa posizione dei giudici torinesi, inoltre, dimostra come la magistratura in questo caso non abbia a mente la situazione di fatto in cui la famiglia è inserita: suggerisce di ricorrere all’adozione in casi particolari, ma forse dimentica che questo significa instaurare un nuovo giudizio, con lunghi tempi d’attesa e profonde criticità connesse anche alla necessità che la madre intenzionale sia giudicata idonea ad adottare dai servizi sociali. Come se non avesse finora dimostrato di essere una brava madre”.
LA STORIA DI ANTONELLA E CLAUDIA
Antonella e Claudia, unite civilmente nel 2021, decidono di allargare la propria famiglia accedendo alla procreazione medicalmente assistita mediante fecondazione eterologa in Spagna. Dopo 9 mesi nascono due gemelli in Italia. Alla richiesta di indicazione, nell’atto di nascita dei gemelli, di entrambe le madri come genitrici, il Comune di Trofarello rifiuta e indica come madre solamente Claudia, che aveva portato avanti la gravidanza e partorito.
La coppia si rivolge all’Avvocata Filomena Gallo, Segretaria dell’Associazione Luca Coscioni, che ne assume la difesa, insieme al gruppo legale di studio e difesa nato in seno all’Associazione Luca Coscioni*, e ricorre al Tribunale di Torino per ordinare al Comune la rettifica degli atti di nascita dei gemelli, indicando come genitrice anche Antonella. Il Tribunale rigetta la domanda e la coppia quindi propone un reclamo davanti alla Corte di Appello di Torino che conferma la decisione di primo grado e condanna al pagamento delle spese di giudizio la coppia.
*Collegio legale di studio e difesa composto dagli Avvocati: Filomena Gallo, Francesca Re, Rocco Berardo, Massimo Clara e Edoardo Carmagnola e dalla dott.ssa Alessia Cicatelli.
Biometano: accolto emendamento di Forza Italia
“Grazie al nostro intervento inoltre permettiamo anche di mantenere attivi gli impianti di biometano delle imprese agricole medio piccole. Si tratta di una vittoria fondamentale per il settore agricolo, composto da decine di piccoli operatori territoriali. I ricavi generati da questi impianti contribuiscono in modo significativo ad aumentare i ricavi delle loro attività contribuendo in modo ormai indispensabile alla loro sopravvivenza”.
VANCHIGLIA DIVENTA UN TEATRO A CIELO APERTO
Il 1° ottobre via Bava verrà chiusa al traffico per tutto il giorno: in strada un susseguirsi di performance artistiche, laboratori, concerti e mostre per celebrare il teatro nella forma più popolare. Protagonisti del Festival, oltre agli artisti, anche commercianti, artigiani e associazioni di Vanchiglia, insieme per consolidare l’identità culturale del quartiere
Torino, settembre 2023 – Torino ha un nuovo festival teatrale: domenica 1° ottobre lungo via Bava andrà in scena la prima edizione del “Festival delle Arti Popolari”, una manifestazione gratuita organizzata da Casa Fools per diffondere l’arte e il teatro tra le persone.
Tantissimi attori e attrici, circensi, acrobati, musicist* e ballerin* si esibiranno in strada con performance poetiche e sfavillanti per tutto il giorno. La sera la festa si sposterà presso il palco, allestito per l’occasione in collaborazione con Parade78, dove andrà in scena una serrata line up con incursioni di teatro, stand up comedy, musica e opera lirica. Tra gli artisti coinvolti: Bandaradan, Dom Urban Drummer, Alberto Cipolla, Tom Newton e tanti altri. Nel corso della giornata anche un ricco palinsesto di laboratori, giochi teatrali per bambini, mostre e talk. Dalla mattina sarà attivo anche l’angolo food&drink con i food truck di Rafiky, La Panzerotteria e La Locanda Leggera.
Una giornata di festa in strada possibile grazie alla rete con il quartiere: protagonisti del Festival, insieme agli artisti, saranno gli artigiani, le associazioni e i commercianti di Vanchiglia, presenti lungo la via con postazioni per l’esposizione e la vendita. Sono tante le attività della zona che hanno risposto alla chiamata di Casa Fools aderendo all’iniziativa. La manifestazione, infatti, è un punto di partenza per innescare un rinnovamento nel volto del quartiere partendo dal teatro e dalla cultura.
Da anni Casa Fools, teatro indipendente codiretto da Roberta Calia, Luigi Orfeo e Stefano Sartore, lavora per ricostruire la comunità attraverso l’arte, abbattendo le barriere e i pregiudizi legati a certi luoghi della cultura. Non solo attraverso una politica dei prezzi contenuta, ma anche facendo partecipare attivamente il pubblico alla vita del teatro, coinvolto fin dall’inizio nella direzione artistica.
Anche il Festival delle Arti Popolari è stato voluto e sostenuto dal pubblico: grazie al crowdfunding organizzato nei mesi scorsi, è stata portata a termine la raccolta fondi che ha permesso di coprire una consistente parte dei costi. “Vogliamo trasformare via Bava in un teatro a cielo aperto – esordisce Luigi Orfeo – vogliamo che il teatro occupi la strada e la restituisca ai cittadini per condividere arte, poesia e umanità. Il Festival delle Arti Popolari è una festa per rendere la cultura il collante per la comunità”. “Per noi popolari sono le forme d’arte che nascono e vivono per le persone – prosegue Roberta Calia – che fioriscono tra le fasce della popolazione, lungo le vie e le piazze. Espressioni artistiche che uniscono e sperimentano i generi senza tabù, con l’obiettivo principale di far interagire spettatori e artisti”.
Il Festival sarà anche l’occasione per inaugurare la nuova stagione teatrale 23/24 “Lympha”: da ottobre a dicembre la stagione darà spazio a spettacoli e concerti in collaborazione con le compagnie e gli artisti del territorio, per supportare i professionisti che decidono di restare ed essere una risorsa per la città. Da gennaio a maggio 2024, invece, andrà in scena la programmazione scelta insieme agli abitanti del quartiere tramite il Collettivo Cartellone Condiviso, con produzioni nazionali e internazionali.
Il Festival delle Arti Popolari ha ricevuto il patrocinio della Città di Torino e della Circoscrizione 7. Il Festival è realizzato con il contributo di +Risorse della Fondazione Sviluppo e crescita CRT, di Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del bando “Linee Guida in ambito culturale”, del Comune di Torino e del MiC nell’ambito del bando ‘Circoscrizioni, che spettacolo… dal vivo!’ della Città di Torino con il progetto “KILOMETROZERO – Teatro Circo e Musica per il territorio”. Il Festival delle Arti Popolari è sostenuto da Iren.