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“Ci vorrà molto per trascinarmi via da te”

MUSIC TALES LA RUBRICA MUSICALE

Ci vorrà molto per trascinarmi via da te

Non c’è niente che cento o più uomini potrebbero fare

Benedico le piogge laggiù in Africa

Ci vorrà un po’di tempo per fare le cose che non abbiamo mai fatto

I cani selvatici ululano nella notte

Mentre crescono irrequieti desiderando qualche solitaria compagnia

So che devo fare ciò che è giusto

Sicuro come il Kilimangiaro si eleva come l’Olimpo sopra il Serengeti

Cerco di curare ciò che c’è nel profondo, spaventato da ciò che sono diventato”

Sono certa che se dico “Toto” tutti voi sappiate di chi parlo; ma potrebbe esserci qualcuno che ha sentito Africa ma magari sa poco della band che l’ha portata alle classifiche mondiali.

I Toto sono un gruppo musicale rock statunitense formatosi a Los Angeles nel 1976, famosi per uno stile musicale che combina elementi provenienti dalla musica rock, in particolare progressive rock, hard rock, con pop, soul, funk, R&B e jazz, che li rende apprezzati da un pubblico molto variegato. Durante la loro carriera hanno pubblicato, ad oggi, quattordici album in studio, otto dal vivo, una colonna sonora di film (Dune del 1984), diverse raccolte di successi e venduto più di 40 milioni di dischi.

Forse non tutti sanno che la scelta del nome della band deriva dal batterista Jeff Porcaro, che al momento della registrazione delle prime demo aveva appena visto il film Il mago di Oz, in cui il cane di Dorothy, la protagonista del film, si chiama “Toto”. Toto, dunque, venne utilizzato da Jeff Porcaro per personalizzare le prime cassette-demo registrate in studio. Solo successivamente il nome divenne definitivo: fu David Hungate, bassista del complesso, a far notare che in Latino la parola toto significa “totale”, “che comprende tutto”. Toto venne così ritenuto il nome ideale per identificare il repertorio musicale della band che nella sua carriera avrebbe abbracciato a 360 gradi tutti i generi.

Il singolo Africa dei Toto, rilasciato il 10 maggio 1982 in Europa e qualche mese più tardi, il 30 ottobre 1982, negli Stati Uniti d’America, è diventato nel tempo un brano conosciuto in tutto il mondo e amato da milioni di persone.

Appartenente all’album “Toto IV” e scritta nel 1981 da David Paich e Jeff Porcaro, Africa ha conquistato il cuore del pubblico e ha raggiunto la vetta della classifica Billboard Hot 100 negli Stati Uniti.

Nel video musicale, diretto da Steve Barron, la band si trova all’interno di una biblioteca, mentre vengono mostrati spaccati della cultura africana.

La canzone è stata utilizzata innumerevoli volte in film e serie televisive, ma ci furono polemiche quando la CBS la utilizzò durante la copertura televisiva del funerale dell’ex presidente sudafricano, Nelson Mandela.

Nonostante questa controversia, Africa continua a rimanere un brano emozionante e coinvolgente riguardo al Continente africano e ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della musica.

L’aria, in Africa, ha un significato ignoto in Europa: piena di apparizioni e miraggi, è, in un certo senso, il vero palcoscenico di ogni evento.”

Karen Blixen

Adoro la versione di questa ragazza… spero piaccia anche a voi

CHIARA DE CARLO

https://www.youtube.com/watch?v=0xLvn5wU68o

Chiara vi segnala i prossimi eventi …mancare sarebbe un sacrilegio!

scrivete a musictales@libero.it se volete segnalare eventi o notizie musicali!

Bonollo 1908: “Bene il rilancio di Ballor”. E il nuovo design di Of Amarone punta ai mercati internazionali

Di Maurizio Tropeano

Ricerca e innovazione. Bonollo 1908 celebra i 25 anni di OF Amarone Barrique – “ Nel 1999 abbiamo rotto gli schemi di un settore tradizionalmente molto restio al cambiamento. Fino ad allora la grappa era diffusamente considerata un prodotto contraddistinto da un carattere forte, duro, non elegante. Con OF le cose sono cambiate ed oggi esiste una nuova categoria di grappe, quelle eleganti, invecchiate in barrique…. ” – e guarda con ottimismo al percorso iniziato due anni fa con il rilancio sul mercato dei prodotti di Ballor, lo storico brand nato a Torino nel 1856 e che i cinefili hanno conosciuto attraverso la Prunella, il liquore della disastrosa serata del trio Fantozzi, Filini e Calboni all’Ippopotamo nel Secondo Tragico Fantozzi. “Ad ora, però, – spiega Elvio Bonollo, quarta generazione (nel consiglio d’amministrazione con il padre Bruno, il fratello Filippo e il cugino Luigi) alla guida dell’attività – il liquore che nasce dalla macerazione delle bacche di prugnolo selvatico non rientra nei nostri piani che sono ispirati all’entusiasmo dei fondatori negli anni della Ballor di fine Ottocento. Ci siamo innamorati della loro passione per la qualità assoluta delle ricette che ritroviamo anche nella nostra passione famigliare tesa al continuo perfezionamento dei nostri liquori e dei nostri distillati”.
Dal suo punto di vista “non si tratta di un’operazione vintage ma di una precisa scelta industriale maturata a partire dal 2015 quando abbiamo acquisito il marchio che punta a conquistare una generazione di consumatori tra i 30 e i 40 anni”.

 


Ricerca e innovazione, dunque. “A New York abbiamo trovato un libro usato dai barmen del 1908 dove nel Brooklyn Cocktail si suggeriva di utilizzare il vermouth Ballor. In questa lunga ricerca abbiamo recuperato anche altro materiale storico che abbiamo iniziato a catalogare e che prima o poi esporremmo. Questa ricostruzione, che andrà ancora avanti, ci ha permesso di recuperare delle ricette che i nostri maestri distillatori e liquoristi hanno iniziato a reinterpretare con la stessa ossessione per la qualità, ma in chiave anni Venti del Duemila”.
E così sono stati rilanciati il Vermouth, il Gin e, da meno di un anno, l’Amaro unendo il meglio della tradizione storica con la più evoluta esperienza e capacità liquoristica dell’azienda padovana.

Bonollo 1908, rafforza la sua presenza nel mondo dei liquori e dei distillati con un’incidenza sui mercati internazionali pari al 20%. Nel 2023 i ricavi complessivi aziendali hanno evidenziato una crescita sull’anno precedente superando gli ottanta milioni di euro.
Il distillato di punta è OF: “Con il nostro lavoro siamo riusciti a sdoganare la grappa dal concetto di inferiorità proprio del passato, promuovendo un modello di consumo che valorizza la sua più entusiasmante caratteristica: il suo incredibile potenziale edonistico”. Un modello che sarà “sempre più centrale per il futuro”. Per celebrare questo primo quarto di secolo, l’azienda nata nel 1908 e localizzata a Mestrino e Conselve, in provincia di Padova, ha lanciato il nuovo design di OF e un nuovo motto – Taste OF Beauty – “che riflette l’evoluzione dell’esperienza multisensoriale di OF”.
Protagonista del restyling – un lavoro lungo tre anni realizzato in collaborazione con Robilant Associati – è l’intera collezione OF. C’è un nuovo decanter “dalle linee morbide ma decise, che custodisce l’eleganza e la ricchezza sensoriale di ogni prodotto”. E un codice cromatico personalizzato legato all’essenza dello specifico distillato: “Il ramato delicato per OF Amarone Barrique, l’arancione per OF Dorange che richiama la solarità siciliana e l’arancia che ne esalta la ricetta, il verde per celebrare le note fresche e balsamiche di OF Amaro”.

Per fare grappa “non serve consumare suolo perché utilizziamo ciò che resta dopo l’ottenimento del vino: nella vinaccia c’è ancora un’incredibile ricchezza aromatica che può essere trasformata in un distillato entusiasmante. OF nasce soprattutto da un lavoro appassionato di ricerca e innovazione”. Una filosofia che è stata applicata nel rilancio di Ballor e che in questi anni ha portato ad investimenti significativi anche sull’economia circolare, dalla produzione di energie rinnovabili, grazie al recupero del biogas generato dai residui di distillazione e della lavorazione delle vinacce nell’impianto di Conselve, alla costruzione di un innovativo magazzino automatico al servizio della logistica a Mestrino.

La Regione: “Nel piano energetico il nucleare non c’è ancora”. Stati Uniti d’Europa: “perché la Giunta non si è attivata?”

Interrogazione della consigliera Vittoria Nallo

Nella seduta di ieri del Consiglio regionale del Piemonte è tornato in scena il tema del nucleare grazie all’interrogazione presentata dalla consigliera di Stati Uniti d’Europa, Vittoria Nallo.
“Nel Piano energetico ambientale (Pear) non sono ancora stati inseriti gli impianti del ciclo nucleare” è il succo della risposta da parte dell’assessore alle infrastrutture strategiche, Enrico Bussalino, Questo perché, ha spiegato l’assessore “la Regione non ha ricevuto da parte del Ministero alcuna richiesta normativa, riguardante l’energia nucleare, da valutare e, quindi, questa tipologia non è presente nel Pear”. La consigliera di Stati Uniti d’Europa aveva chiesto come la Giunta regionale intendesse muoversi, alla luce delle recenti dichiarazioni dei ministri dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto e delle imprese e made in Italy, Adolfo Urso, concernenti l’iniziativa governativa in materia di energia nucleare. In particolare – aveva rilevato Nallo – “per valorizzare le competenze tecnologiche, scientifiche e industriali piemontesi”.

“Per quanto concerne gli ‘impianti a ciclo nucleare’ – ha continuato l’assessore -, compete alla Direzione Ambiente una ‘gestione residuale’ degli impianti nucleari piemontesi che sono in corso di messa in sicurezza e disattivazione. Gli impianti presenti in Piemonte sono: la centrale nucleare ‘E. Fermi’ di Trino – Vercelli; i depositi Eurex e Avogadro a Saluggia – Vercelli; l’azienda Fabbricazioni Nucleari a Bosco marengo – Alessandria.

Fermi, Eurex e FN di Bosco Marengo sono affidate alla Sogin per la bonifica ambientale mentre, Avogadro è di proprietà dell’omonima società.

La Regione esprime il parere sulle autorizzazioni ministeriali alla disattivazione e alle modifiche degli impianti del ciclo nucleare”, ha concluso Bussalino.

La consigliera Nallo  ha replicato  che “sull’importanza di far diventare la nostra regione un attore chiave nel programma nazionale per lo sviluppo dell’energia nucleare  abbiamo ricevuto una risposta che desta forti preoccupazioni.
L’Assessore si è limitato a dichiarare che la Regione non ha ricevuto alcuna normativa dal Governo, dimostrando un totale disinteresse verso questo tema. È preoccupante che la Giunta non abbia ritenuto opportuno attivarsi sin da subito per giocare un ruolo proattivo.
Significativo inoltre che il Ministro Pichetto Fratin, piemontese di nascita, non abbia avviato alcuna interlocuzione con l’attuale Giunta.
Ci aspettiamo un’azione concreta, a partire da un confronto con il Governo, per far sì che le competenze scientifiche, tecnologiche e industriali del Piemonte possano contribuire in modo sostanziale alla costruzione del futuro energetico del Paese”.

 

Carlo Chatrian è il nuovo direttore del Museo nazionale del Cinema

Carlo Chatrian ha ricevuto oggi l’incarico di Direttore del Museo Nazionale del Cinema – Fondazione Maria Adriana Prolo, e resterà in carica per un quinquennio.

 

La scelta di Carlo Chatrian è stata unanime. Il Comitato di Gestione dell’Ente ne ha apprezzato la visione strategica, maturata nel corso della lunga esperienza internazionale, e la notevole chiarezza di vedute in relazione al posizionamento del Museo negli anni a venire, ritenendo il suo profilo il più idoneo a ricoprire il ruolo di Direttore della Fondazione.

 

«Accolgo questa nuova avventura con entusiasmo», dichiara Carlo Chatrian. «Non vedo l’ora di iniziare a lavorare con il personale del Museo e di affiancare la loro competenza e professionalità mettendo al servizio di quest’istituzione, che sento vicina, le conoscenze maturate in anni di lavoro all’estero e la passione che da sempre mi anima».

 

Il Comitato ringrazia Domenico De Gaetano per aver guidato il Museo in questi anni complessi, riuscendo nell’impresa di far crescere i visitatori e renderlo un polo culturale attrattivo e di caratura internazionale, aprendolo ai nuovi linguaggi del cinema.

 

Carlo Chatrian (Torino, 1971), scrittore e giornalista, ha iniziato la sua carriera collaborando con riviste di cinema. È stato programmatore e consulente di diversi e istituzioni: Museo Nazionale del Cinema di Torino, Filmmaker Doc di Milano, Alba International Film Festival (di cui è stato anche vicedirettore), Courmayeur Noir in Festival, Festival dei popoli di Firenze, Cinéma du Réel di Parigi, Cinémathèque suisse di Losanna, Visions du Réel di Nyon e direttore della Fondazione Film Commission Vallée d’Aoste.

Dal 2012 al 2018 è stato direttore artistico del Festival di Locarno, e dal 2020 al 2024 direttore artistico del Festival di Berlino.

Molinette, le corde per riparare il cuore già operato

36e Giornate Cardiologiche Torinesi, che si terranno a Torino dal 19 al 21 settembre

 

È possibile riparare per la seconda volta la valvola mitrale con corde in goretex a cuore battente, presso la Cardiochirurgia dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino (diretta dal professor Mauro Rinaldi).   La riparazione della valvola mitralica è ormai un intervento eseguito in molti Centri in tutto il mondo. Alle Molinette sono ormai vent’anni che questo intervento viene eseguito in chirurgia mininvasiva, mediante un’incisione di pochi centimetri nel torace di destra. Durante le 36e Giornate Cardiologiche Torinesi, che si terranno a Torino dal 19 al 21 settembre 2024, presso il Polo Aldo Moro dell’Università degli Studi di Torino (via Sant’Ottavio 18), dirette dai professori Mauro Rinaldi, Gaetano Maria De Ferrari e Fabio Verzini, la dottoressa Cristina Barbero presenterà l’esperienza del Centro, riportando i dati di quasi 2500 pazienti. Ma come anche nei migliori Centri del mondo non sempre l’intervento è risolutivo e così una piccola percentuale di pazienti (1 – 2% dopo un anno e 8 – 10% dopo dieci anni) è necessario un secondo intervento. Nessuno vorrebbe mai essere rioperato al cuore, tanto più se questo secondo intervento deve essere eseguito con una sternotomia completa (poiché passare due volte dalla stessa via comporta dei rischi) e fermando una seconda volta il cuore. E così l’équipe del professor Rinaldi ha ideato una strategia per riparare per la seconda volta la valvola mitrale, ma senza dover riaprire né fermare il cuore. Il professor Stefano Salizzoni presenterà, sempre in occasione delle Giornate Cardiologiche Torinesi, la più grossa casistica mondiale di impianto di neocorde a cuore battente in quei pazienti nei quali l’insufficienza mitralica si è ripresentata, questa volta facendo però una piccola incisione nel torace di sinistra. E senza l’utilizzo della circolazione extracorporea. E così la Cardiochirurgia universitaria dell’ospedale Molinette di Torino continua a rimanere nell’élite mondiale della chirurgia mitralica, diffondendo le proprie tecniche ed “esportando” i medici formati alle Molinette: il dottor Paolo Centofanti all’ospedale Mauriziano di Torino; il dottor Matteo Attisani al San Giovanni Bosco di Torino; il professor Giovanni Marchetto all’ospedale San Gerardo di Monza; la dottoressa Suad El Qarra all’AOU di Parma; il professor Francesco Patanè al Papardo di Messina; il professor Davide Ricci al San Martino di Genova. Inoltre il professor Salizzoni continua a diffondere queste tecniche, assieme all’indispensabile cardiologo ecocardiografista, il dottor Alessandro Vairo, in tutto il mondo con numerose missioni di insegnamento in Cina, Giappone, Canada e numerosi Paesi europei.

Venerdì nell’orto e yoga nel parco al Castello di Miradolo

Comitato DOC a Casale tra storia e futuro

Festa del Vino del Monferrato al castello
                                                                                                                                                        DOMENICA 22 SETTEMBRE

Al mattino con inizio alle 10,30 in sala Marescalchi nel Castello di Casale Monferrato gli archivisti Wanda Gallo e Francesco Benatti presenteranno documenti e fotografie degli archivi del Comitato DOC, quelli del Circolo Ottavi, del Fondo Paolo Desana e del Fondo Arturo Marescalchi,  preziosissimi ed assolutamente unici nel loro genere.

 

Alla sera con inizio alle ore 21.00 nella Manica lunga Giorgio Milani presenterà con Monica Massa e Massimiliano Limonetti l’Intervista Impossibile a Federico Martinotti.

Paura tra i passanti: uomo si aggira brandendo un’ascia

Nei giorni scorsi aveva spaventato i vicini sparando colpi di pistola (poi rivelatasi una scacciacani) in aria. Affidato dai Carabinieri agli servizi  assistenziali, una volta liberato l’uomo ha minacciato i passanti brandendo un’ascia e urlando per le strade. I fatti si sono verificati a Fontanetto Po. Sono nuovamente intervenuti i carabinieri, un’ambulanza della Pat e una medicalizzata della Croce rossa di Chivasso.

Dirigente medico timbrava il cartellino ma usciva dall’ospedale

È accaduto il 13 settembre: i Carabinieri del Reparto Operativo di Torino hanno notificato la misura cautelare dell’obbligo di permanenza nella città di Torino, emessa dal GIP del Tribunale del capoluogo nei confronti di un dirigente medico in servizio presso l’Ospedale Pediatrico Regina Margherita.
Contestualmente è stato emesso dalla Procura di Torino un avviso di garanzia che è stato notificato all’indagato unitamente alla misura cautelare. L’accusa, ancora provvisoria che dovrà essere vagliata in sede di giudizio, è di truffa aggravata ai danni dell’Azienda Ospedaliera per false attestazioni circa la presenza in servizio.
In sintesi, il dirigente medico, con incarico direttivo, una volta entrato in reparto certificava la sua presenza mediante badge ma in alcuni casi usciva per svolgere affari personali non attinenti con la professione. Il tutto ovviamente con l’aggravante di avere un ruolo dirigenziale di controllo sul personale da lui gestito. In totale, sono stati individuati oltra settanta episodi, tutti al vaglio dell’Autorità Giudiziaria.