ilTorinese

“Vivere a colori” di Bruno Casetta al Con/Temporray Spaces

Inaugura martedì primo ottobre in via Santa Teresa

 

Inaugura martedì primo ottobre 2024, alle ore 18.30, presso Con/Temporary Spaces di via Santa Teresa ( ex teatro Macario) la mostra intitolata “Vivere a colori” di Bruno Casetta, curata da Ermanno Tedeschi, visitabile fino al 15 ottobre prossimo.

L’esposizione, composta da una ventina di opere, racconta il favoloso immaginario dell’artista che in ogni dipinto, tra colori sgargianti e ambientazioni iconiche, ha dato forma alla gioia di vivere e all’energia creativa che da sempre lo caratterizzano.

“Autenticità, semplicità, solarità e gentilezza sono le caratteristiche che contraddistinguono Bruno Casetta – spiega Ermanno Tedeschi, curatore della mostra – l’artista è protagonista di un’arte mai banale ed è un pittore sempre attento alla realtà che lo circonda”.

Si tratta di una pittura figurativa e immaginaria, che ritrae natura e luoghi familiari, quali il mercato di Porta Palazzo, i paesaggi torinesi, i tram, dettagli come i grappoli d’uva, fabbriche dismesse, elefanti e panorami marini, esprimendo emozioni di felicità e tristezza”.

Bruno Casetta nasce a Torino nel 1959, compie gli studi artistici da autodidatta e inizia nel 1979 a frequentare corsi per giovani pittori presso il Museo Jeau Des Pommes di Parigi e in seguito frequentando gli studi di amici pittori torinesi. Partito dagli impressionisti a Parigi, si è poi dedicato alla pittura espressionista e fauvista, studiando Delonnay e elaborando una pittura vorticistica che caratterizzerà le sue prime opere. È continua la sua ricerca sul colore, sul suo movimento e linguaggio, che lo hanno portato a elaborare una pittura figurativa molto personale.

 

Mara Martellotta

Referendum, +Europa: 500mila firme raggiunte. Piemonte protagonista

“Abbiamo raggiunto le 500.000 firme necessarie per presentare il referendum cittadinanza ampiamente prima della scadenza ed essendo partiti solo il 6 settembre, con uno sprint negli ultimi giorni che non ha precedenti. Ora inizia la vera sfida” dichiara in una nota Andrea Turi, portavoce di +Europa Torino. Prosegue: “solo una settimana fa eravamo in conferenza stampa in Sala Musy per lanciare, assieme agli altri partiti e associazioni, la mobilitazione torinese per chiedere ai cittadini piemontesi di sostenere la richiesta di referendum per diminuire da 10 a 5 anni i tempi di soggiorno continuativo necessari per richiedere la cittadinanza. Di lì a poco sarebbe arrivata la firma del sindaco Stefano Lo Russo. La risposta è stata eccezionale e senza precedenti: più di 40.000 firme delle 500.000 raccolte sono di cittadini piemontesi che evidentemente sono stufi della retorica nostrana sulla cittadinanza e chiedono un cambio di passo. In questa stessa giornata la maggioranza di centrodestra ha bloccato sul nascere il dibattito sullo ius scholae, sono evidentemente scollati dalla realtà.” Conclude: “ora inizia la vera sfida, col vaglio delle Corti e poi la celebrazione del referendum nella prossima primavera assieme ai quesiti sull’autonomia differenziata e sul jobs act”.

La lezione di Olmi tra le montagne del Trentino

Da Venezia sugli schermi “Vermiglio” di Maura Delpero

PIANETA CINEMA a cura di Elio Rabbione

Il risveglio nella grande stanza piena di letti dove ci si dorme in due, in tre; il secchio del latte riempito dalla mungitura della vacca, là nella stalla; il padre, un vecchio maestro, che ama Chopin e Vivaldi e che mette i suoi piccoli (e grandi) allievi dinanzi alle suggestioni della parola e della poesia, forte come una torre di difesa e da sempre ancorato a una educazione che non ammette repliche, una madre che ha messo al mondo una decina di figli, quelle rimasti e quelli che ha dovuto seppellire, ogni giorno ad affannarsi nella cucina per non far mancare nulla a quelle bocche, la zia sentenziosa, anche un giovane disertore di quell’ultimo anno della guerra del ’40, che qualcuno in paese tratta da vigliacco ma che in quella famiglia ha trovato rifugio e protezione, lui lontanissimo da quella sua Sicilia che dal nordico Trentino, dallo sperduto paese di Vermiglio, si distanzia di parecchie spanne: tutti attorno al tavolo, un pezzo di pane e una scodella di quel latte caldo. Fuori il bianco della neve e la sua faticosa compattezza (ma ci sarà lungo l’arco della vicenda l’avvicendarsi delle stagioni) e le montagne alte, sovrastanti tutti e tutto, protettive ma anche separazione dal resto dell’umanità, in mezzo alle quali la guerra con gli eccidi e le bombe e le battaglie appare tranquillamente lontana. Ma sempre la grande Storia a raccogliere le piccole storie, di ogni giorno e di ogni anno.

Maura Delpero, nata a Bolzano, pressoché cinquantenne, se n’è andata alla Mostra di Venezia circondata da nomi d’autori altisonanti e dal macigno delle grandi produzioni e se ne è tornata con il Leone d’Argento Gran premio della Giuria. Cinque anni fa, dopo un passato di corto e mediometraggi, il primo importante successo con il premiatissimo “Maternal” a Locarno, selezionato in seguito per un centinaio di festival, carico di riconoscimenti, acquistato al di qua come al di là dell’Atlantico. Oggi con “Vermiglio” continua il proprio cammino guardando principalmente alla figura della donna, alla maternità e alla sessualità, alle rivoluzioni che coltiva e che le stanno intorno, ai sensi colpa che in qualche caso la devastano, ai tradimenti subiti. Un cammino condotto con grande grazia, con pacatezza, con una ricchezza di soffici particolari come raramente s’incrociano sullo schermo, in un racconto che non mostra mai attimi di stanchezza, guardando al passato con occhio critico ma anche facendo inevitabilmente sua la quotidianità del presente, in un panorama cinematografico che ha nel cinema di Ermanno Olmi il proprio sicuro punto d’attracco e la sua indimenticabile lezione. Delpero costruisce momenti che possono nascere quasi dal nulla ma che hanno in sé una invidiabile robustezza, regala la bellezza dell’ambientazione del fuori e dell’interno, riempie le immagini di luci e di ombre anche grazie all’ottima fotografia di Michail Kričman, di oggetti, di facce che restano nella memoria, di innocenti complicità, di ribellioni verso l’autorità dei padri e verso le filosofie antiche, di fatica e di sentimenti, di situazioni d’affetto e di egoismi (la moglie, che ha nuovamente partorito, rinfaccia al suo uomo di non averle mai offerto un mazzo di fiori al termine delle tante gravidanze, mentre lui è pronto a rimproverare il figlio maggiore d’aver “rubato” dal cortile dei vicini quei fiori per portarli a sua madre).

All’interno della forza e della musicalità del dialetto – e non poteva essere diversamente -, in quello che Delpero ha definito “un paesaggio dell’anima, un ‘lessico famigliare’ – momenti fatti di un presente che coltiva felicità momentanee (l’incontro tra il ragazzo di Sicilia e la maggiore delle figlie del maestro, la stretta di mano e i bigliettini con il cuore disegnato, la promessa e il matrimonio e la festa di nozze sul grande prato) e di dolore (il ritorno di lui a guerra finita e la scoperta di come sia già sposato); di futuro, con la più piccola delle sorelle che potrà felicemente continuare gli studi; mentre l’altra sceglierà la strada del convento, nella volontà di cancellare quegli istinti e quel peccato che da sempre la inseguono. Emozioni nette, precise, ben delineate, uno sguardo, una confessione, un sorriso e una lacrima, tutto disseminato in un racconto che lascia conoscere e apprezzare senza mezzi termini una autentica autrice. Sempre coadiuvata da un manipolo di interpreti eccellenti, la maggior parte visi sconosciuti al grande pubblico, ma da tenere a mente: non il granitico Tommaso Ragno e Orietta Notari, che piace sempre di più ritrovare sullo schermo al di là dei palcoscenici teatrali, ma le efficaci sorprese che sono Martina Scrinzi (la sposa abbandonata) e Roberta Rovelli e Anna Thaler e Rachele Potrich. Una autentico successo, che a Torino un unico esercente cinematografico sta ospitando in una delle proprie sale: a significare che per l’occasione il coraggio è davvero mancato.

Torino – Empoli 1-2

Empoli batte Torino 2-1 e passa il turno in Coppa Italia. I toscani agli ottavi incontreranno la Fiorentina.

Ekong porta in vantaggio l’Empoli nel primo tempo su un assist perfetto di Haas.

Adams pareggia nella ripresa, Haas consegna la vittoria agli azzurri.

Stresa, il Plauso di USIC ai Carabinieri per l’operazione di contrasto alla prostituzione

La Segreteria Regionale Piemonte e Valle d’Aosta dell’Unione Sindacale Italiana Carabinieri (USIC) ringrazia i militari della Stazione Carabinieri di Stresa e del Comando Provinciale di Verbania per la professionalità dimostrata durante l’importante operazione di ieri, 24 settembre, volta al contrasto dell’attività di prostituzione in alcuni centri massaggi cinesi sul territorio provinciale.

Il Segretario Generale Regionale, Dott. Leonardo Silvestri, ha dichiarato: “L’operazione condotta dai Carabinieri di Stresa, con il supporto del Comando Provinciale di Verbania, è un chiaro esempio dell’impegno costante dell’Arma nel difendere la sicurezza della nostra comunità. Grazie a questa operazione, sette strutture illegali sono state chiuse, tutelando non solo i cittadini, ma anche le vittime dello sfruttamento. Questo intervento rafforza la fiducia dei cittadini nelle nostre forze dell’ordine e dimostra la determinazione nel contrastare l’illegalità. Auspichiamo – conclude – che la scala gerarchica possa riconoscere l’importante lavoro svolto dai militari, anche in virtù della grande risonanza mediatica dell’operazione, che ha posto fine a una situazione di degrado e sfruttamento, dando così grande lustro all’Arma dei Carabinieri”.

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‘Ndrangheta, boss e altri 5 in manette

È stato arrestato Francesco D’Onofrio  in una operazione contro la ‘ndrangheta in Piemonte che sferra un duro colpo alla criminalità organizzata. Anche altre cinque persone sono state fermate a Torino e nell’area metropolitana accusate di associazione mafiosa, ricettazione, estorsione aggravata e detenzione illegale di armi. L’operazione Factotum, della guardia di finanza di Torino è avvenuta con il supporto del Servizio centrale investigazione criminalità organizzata di Roma, sotto il coordinamento e su disposizione della Direzione distrettuale antimafia torinese.

Garante dei detenuti: “Sovraffollamento, suicidi e aumento di minori in carcere”

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“Riavviare e valorizzare la Cabina di regia tra istituzioni e potenziare le risposte sulla Sanità penitenziaria” sono due delle richieste formulate dal Garante regionale delle persone detenute Bruno Mellano nel corso dell’illustrazione – oggi in Aula – della relazione annuale del proprio Ufficio.

Prendendo le mosse dalle conclusioni del convegno Carcere: il ruolo delle Regioni, svoltosi nell’ottobre scorso a Torino, Mellano ha aggiunto, tra le richieste, la necessità “di fare sistema con le politiche attive del lavoro, la formazione professionale, la scuola e i progetti avviati con il privato sociale e il territorio”.

“Occorre inoltre affrontare – ha proseguito – le questioni relative ai servizi dedicati al disagio mentale: le Articolazioni per la tutela della salute mentale (Atsm), le Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems) e i servizi dedicati sul territorio” e ha richiamato l’attenzione sulla prossima riapertura del Centro per il rimpatrio (Cpr) di corso Brunelleschi, a Torino.

Mellano, il cui mandato scadrà nel febbraio 2025, ha sottolineato che “le funzioni del Garante non sono limitate entro il perimetro del carcere ma si estendono all’esecuzione penale esterna, in continua espansione, se si considera che, a livello nazionale, al 31 dicembre 2023 erano 60.166 i detenuti in carcere e 130.406 persone erano seguite dagli Uffici per l’esecuzione penale esterna (Uepe)”.

Per quanto riguarda la giustizia minorile Mellano si è, inoltre, soffermato “sul fortissimo incremento, negli ultimi tre anni, dei detenuti nel sistema penale minorile: 318 al dicembre 2021; 400 al dicembre 2022; 495 al dicembre 2023 e 580 all’agosto 2024. Una situazione che, a causa di crescenti disagi, proprio all’inizio di agosto ha provocato una rivolta all’Istituto minorile Ferrante Aporti di Torino dove, su una capienza massima di 46 posti, i detenuti erano 60 e da settimane una dozzina dormivano su brandine da spiaggia aggiunte nelle stanze”.

Mellano ha anche puntato l’attenzione sull’alto numero di suicidi, “che dall’inizio dell’anno sono 73 in Italia, di cui 6 in Piemonte, mentre in tutto il 2023 sono stati 69, di cui 5 nella nostra regione” e sui procedimenti penali per tortura e violenza in corso a Biella, Cuneo, Ivrea e Torino.

“Il Garante – ha sottolineato – si è costituito parte civile a Torino e a Ivrea e intende farlo anche a Biella e a Cuneo grazie al patrocinio ‘pro bono’ del presidente della Camera penale del Piemonte occidentale e della Valle d’Aosta”.

Il dibattito è stato aperto da Domenico Rossi – intervenuto per il Pd con Nadia Conticelli ed Emanuela Verzella – che ha sottolineato come, di anno in anno, le criticità denunciate rimangano più o meno le medesime, suggerendo di “provare a elencare i problemi in modo puntuale e tentare di risolverli dandoci delle scadenze. Occorre, inoltre, puntare su lavoro e formazione perché è chiaro che più le persone hanno titoli di studio elevati meno hanno possibilità di andare in carcere”.

Roberto Ravello (Fdi) ha rivendicato “che il Piemonte, con la rete dei Garanti comunali, è tra le Regioni più avanzate d’Italia” e dichiarato la contrarietà “a indulti, amnistie e abolizione delle carceri minorili”, illustrando “quanto fatto dal Governo negli ultimi venti mesi per la sicurezza all’interno del carcere, per il sovraffollamento, per la rieducazione e il reinserimento dei detenuti”. Ha invece espresso riserve sulla decisione del Garante di costituirsi “parte civile nei processi contro la polizia penitenziaria senza averlo mai fatto in nessun procedimento nei confronti della popolazione carceraria quando si è resa responsabile di disordini e distruzioni”.

Giulia Marro – intervenuta per Avs con Alice Ravinale – ha evidenziato come “il ruolo del Garante sia fondamentale, essendo l’unica voce che porta dal carcere le istanze di chi è dentro, diversamente da chi ci lavora che può rivolgersi ai propri sindacati di riferimento”, ha espresso preoccupazione “per il nuovo Ddl sicurezza proposto dal Governo, che rischia di inasprire l’emergenza carceraria il cui effetto sono sovraffollamento, suicidi e scioperi della fame e per l’aumento delle persone tossicodipendenti in carcere perché manca il personale medico e gli educatori per seguirli”.

Gianna Gancia (Lega) ha affermato di “avere a cuore i seri problemi delle persone con disagio mentale e psichiatrico: dobbiamo fare in modo che chi ne soffre venga curato, ma non nel sistema carcerario, soprattutto per chi ha commesso reati minori”. Anche lei ha espresso qualche perplessità “sulla costituzione di parte civile, perché credo che le guardie carcerarie lavorino in un clima di forti difficoltà”.

Alberto Unia (M5s) ha ribadito la necessità di aprire una discussione “per cercare di trovare soluzioni affinché la detenzione rappresenti sempre più un’occasione per i detenuti per crescere e per imparare in maniera continuativa”, facendo riferimento “a un’epoca in cui si parlava di progetti di lavori socialmente utili sia all’esterno sia all’interno del carcere”.

Silvio Magliano (Lista Cirio) ha sottolineato “la necessità di impegnarsi sui temi della Sanità penitenziaria e sulla formazione e l’inserimento nel mondo del lavoro, strumenti insostituibili per aiutare i detenuti a riscattarsi e a diminuire i rischi di recidiva grazie anche al contributo del Terzo settore e delle associazioni no profit”.

Paolo Ruzzola (Fi), osservando che “il numero dei detenuti e il conseguente sovraffollamento, fonte di esasperazione e di proteste, sia in ulteriore aumento” ha ricordato “l’importanza di accrescere il numero del personale e aiutare i detenuti a riscattarsi per evitare il rischio di recidiva. Alla certezza della pena dobbiamo affiancare politiche educative e di reintegrazione nel tessuto sociale”.

Un corso di difesa aperto alle donne di tutte le età

Giornata promossa da Fdkm e Unione Sindacale Italiana Carabinieri Piemonte e Valle d’Aosta

Sabato mattina 28 settembre a partire dalle 8,45 si svolgerà un evento importante di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne. L’iniziativa si terrà presso la palestra della scuola Borione in via Borione 5 a Gassino Torinese.

Gli organizzatori, gli atleti e gli enti patrocinatori:

Evento aperto a tutti

L’evento, aperto al pubblico, vedrà la presenza di esponenti delle istituzioni e sarà occasione per fare il punto sul tema della violenza contro le donne e sulle iniziative da adottare, ad incominciare dal corso di difesa che verrà presentato. Si tratta di un primo appuntamento al quale ne seguiranno altri due rispettivamente il 26 ottobre e 25 novembre.

Ecco la locandina con tutte le informazioni 

 

Investe e accoltella l’ex compagna: la donna è in condizioni critiche

Dopo il femminicidio di ieri sera a Torino, questa mattina a Soriso, in provincia di Novara, un senegalese di 50 anni ha cercato di uccidere l’ex moglie. L’ha attesa di fronte alla scuola frequentata da figlio, l’ha investita con l’auto e poi l’ha accoltellata.  È ricoverata in gravi condizioni in ospedale e l’uomo è in stato di fermo. Gli inquirenti stanno ricostruendo le dinamiche dell’aggressione.

 

Ius Scholae, Nallo (Sue): “Cirio abbia più coraggio”

Nel dibattito sullo Ius Scholae in Consiglio regionale è intervenuta anche la consigliera regionale di Stati Uniti d’Europa Vittoria Nallo

“Come al solito il Presidente Cirio è riuscito a sostenere tutto e il contrario di tutto. Proprio nelle ore in cui il Referendum Cittadinanza sta raggiungendo le necessarie 500.000 firme, al centrodestra è mancato il coraggio, quello che ci si aspetterebbe da coloro che sono chiamati a rappresentare l’intera Regione. Come lista Stati Uniti D’Europa continueremo a portare avanti la proposta sullo Ius Scholae perché riteniamo che i ragazzi che abbiano completato un ciclo di studi in Italia debbano essere considerati italiani a tutti gli effetti, e non cittadini di serie B.
Citando Winston Churchill, vero statista che del coraggio fece una virtù imprescindibile, “Il coraggio è giustamente considerato la prima delle qualità umane, perché è la qualità che garantisce tutte le altre”. Ci auguriamo che il Presidente Cirio possa trovare il coraggio che è mancato oggi in questa aula.