ilTorinese

Sei donna? Fatti coraggio

Che uomini e donne siano trattati in modo diverso dalla nostra società, specialmente da quella occidentale, è sotto gli occhi di tutti.

Nei miei viaggi qua e là per il mondo ho avuto modo di osservare le consuetudini locali, conoscere la legislazione dei vari Paesi e devo dire che gli unici Paesi dove tale situazione sembra non esistere sono Israele e i Paesi scandinavi.

In realtà anche in Paesi che sembrerebbero moderni esistono discriminazioni anacronistiche: nello Stato del Vermont (USA) una moglie deve chiedere il permesso al marito per indossare la dentiera, mentre nel Massachusetts è illegale che la donna stia sopra l’uomo durante il coito. Meglio di tutti l’Arkansas dove il marito può picchiare la moglie, ma soltanto una volta al mese, o l’Arizona dove è vietato detenere in casa più di due vibratori.

Tornando a noi, il suffragio universale, cioè la possibilità anche per le donne di recarsi a votare ha esattamente 78 anni: il 1° febbraio 1945, infatti, fu emanato il decreto legislativo luogotenenziale n. 23 che concedeva il diritto di voto alle donneche avessero compiuto il 21° anno di età. Persino Papa Pio XII, con molta calma, il 21 ottobre 1945 si dichiarò favorevole al suffragio femminile.

In realtà tale provvedimento prevedeva solo l’elettorato attivo; occorre attendere il decreto n. 74 datato 10 marzo 1946 perché le donne potessero essere candidate.

Col passare degli anni vi sono state alcune conquiste non da poco per le donne, ma sempre a velocità ridotta.

La possibilità per le donne di accedere alle Forze armate è una novità di questo millennio: solo nell’anno 2000, a seguito dell’entrata in vigore della legge n. 380/1999, le donne hanno potuto indossare la divisa, non soltanto in Esercito, Marina ed Aeronautica, ma anche nei Carabinieri e nella Capitaneria di Porto. Tuttavia, dopo oltre 20 anni di rodaggio, le donne in divisa ammontano a non più di 18000 unità, cioè soltanto poco più del 6 per cento sul totale del personale in divisa.

E che dire della politica? La forma repubblicana, dopo 76 anni, annovera una sola Presidente del Senato, tre Presidenti della Camera e, finalmente dall’anno scorso, una Presidente del Consiglio dei Ministri.

Quanto occorrerà attendere per un Presidente della Repubblica donna?

E’ evidente che tale anomalia tipicamente italiana e di pochi altri Paesi non dipenda dalla mancanza di materiale umano ma dal poco interesse dei politici nei confronti della nostra società.

Ho sempre sostenuto, nei miei libri, nelle mie conferenze e nei miei articoli che se il mondo fosse governato da un numero maggiore di donne funzionerebbe meglio; questo è il motivo per cui, da uomo, mi batto perché alle donne possano realmente venir riconosciuti i diritti naturali e legali, e siano finalmente rimossi gli ostacoli di ogni genere alla loro completa realizzazione.

Abbiamo illustri esempi di conquiste femminili: Samantha Cristoforetti, Margherita Hack, Maria Montessori, Rita Levi Montalcini, Miuccia Prada, Alda Merini, Marisa Bellisario solo per citarne alcune e solo in Italia. E cosa dire di Maria Skłodowska Curie, Patty Smith, Coco Chanel, Valentina Tereskova, Evita Peron o la pakistana Malala Yousafzai, ancora più meritevole di nota visto il Paese di cui parliamo?

Per contro alcuni mestieri e professioni sembrano inadatti ai maschi: quando cercate qualche COLF indicate “una”, “referenziata”: un uomo è incapace di pulire? È impedito? Non sa usare una lavatrice o un ferro da stiro?  Perché istintivamente pensiamo alla donna che rifarà la camera in hotel e non al suo omologo di sesso maschile? O alla cassiera dell’ipermercato? Come sono solito fare quando devo documentarmi ho sguinzagliato alcuni miei collaboratori nei supermercati di un po’ tutta Italia e, mi sarei stupito del contrario, quelli di proprietà di francesi ed italiani impiegano esclusivamente (o quasi) donne alla cassa, mentre quelli di proprietà tedesca hanno uomini.

Eppure, secondo la mentalità tuttora imperante, un uomo è da preferire perché non resta incinto e non si assenta uno o due giorni al mese per problemi legati al ciclo.

E quand’anche una donna riesca ad occupare un posto ambito o, comunque, una occupazione che possa essere indifferentemente ricoperta da maschi e femmine si troverà a dover combattere contro una tradizione che rende difficoltoso fare carriera se sei donna a parità di titoli ed esperienza con gli omologhi maschi eche, almeno nelle aziende private, vede gli stipendi femminili inferiori a quelli maschili, a parità di mansioni ed anzianità si intende.

E che dire del trattamento che alcuni meccanici, artigiani, commercianti di materiali tecnici, imbianchini, ecc riservano alle donne sole? Inevitabilmente, pensando che una donna non conosca i prezzi o quale sia il problema da risolvere, presentano preventivi gonfiati rispetto a quelli che avrebbero presentato ad un cliente uomo o si inventano guasti inesistenti. Non tutti si comportano così, sia ben chiaro, ma una grossa sacca di resistenza all’evoluzione sociale esiste ed è trasversale a regioni, età, cultura del cliente.

C’è, però, un rovescio della medaglia: trovarsi in un posto di lavoro totalmente femminile è come assistere alle venationes di romana memoria: litigi, invidie, pettegolezzi, paura che la collega usi mezzi poco leciti per fare carriera ricordano le lotte tra gladiatori e leoni nell’arena.

Una soluzione potrebbe essere l’eliminare dei ruoli di genere (cameriera=donna,  manutentore=uomo, fattorino=uomo e così via) ed adibire personale di entrambi i sessi a qualsiasi mansione.

Poiché non mi pare che le scelte imprenditoriali adottate nei decenni scorsi abbiano portato la nostra economia a livelli record,cosa ci costa provare? Utilizzando più donne nei settori maschili avremmo meno assenze quando la febbre sale a 37,5 °C mentre, mettendo più uomini nei ruoli tipicamente femminili, questi capiranno, giunti a casa, cosa voglia dire lavorare a casa e fuori.

Sergio Motta

Silvia Grua: “I colori della salita”

Il Panathlon Ivrea e Canavese, presieduto da Francesco Rao, si ritrova nella sede
sociale di Crotte di Strambino, presso il ristorante “Bistrot”, giovedì 23 febbraio
alle ore 20 per una serata in cui verrà presentato il libro di Silvia Grua: “I colori
della salita” (“ho sorriso alla vita fino al tetto del mondo”).
Silvia Grua è una podista e ciclista. Classe 1975, vive in un paesino del basso
canavese, in provincia di Torino. Bimba tranquilla, con la crescita ha sviluppato la sua
vera natura attraverso lo sport. Prima macinando chilometri di corsa, poi scoprendo il
piacere della pedalata in montagna, ha capito che la sua felicità era “riempirsi gli
occhi” dei colori del mondo che ci circonda. A 34 anni ha incontrato sul suo percorso
per due volte la parola “cancro”. Ma è proprio grazie agli insegnamenti della pratica
agonistica che è riuscita a rialzarsi. Non solo. Ha deciso di percorrere le strade in salita
che le ha riservato la vita, con l’obiettivo di testimoniare e sensibilizzare le persone
sulla prevenzione e sostenere la ricerca sui tumori. Con questo proposito, il 4
settembre 2021 ha conquistato sulle strade di casa il suo Everesting, una sfida
incredibile: raggiungere in bicicletta il dislivello positivo di 8.848 metri, pari all’altezza
del monte Everest, il tetto del mondo.

Editrice: Capovolte
Illustrazione: Libero Ciuffreda
Illustrazione di copertina: Laura Ciriello
Per info e prenotazioni 349/55.91.345
Informazioni sulla scrittrice: www.capovolte.it

Giornata di raccolta del farmaco, dal 7 al 13 febbraio

OLTRE 1 MILIONE DI MEDICINALI


In una delle oltre 5.500 farmacie che aderiscono in tutte le città italiane si donano uno o più medicinali da banco. Serve più di 1 milione di farmaci per oltre 1.800 realtà socio-assistenziali. La Raccolta dura una settimana e aiuterà almeno 400.000 persone in condizioni di povertà sanitaria. L’iniziativa è possibile grazie a 22.000 volontari e 18.000 farmacisti

4.02.2023. Anche quest’anno, si svolgerà la GRF – Giornata di Raccolta del FarmacoDurerà una settimana, da martedì 7 a lunedì 13 febbraio. In oltre 5.200 farmacie che aderiscono in tutta Italia (espongono la locandina dell’iniziativa e l’elenco è consultabile su www.bancofarmaceutico.org), sarà chiesto ai cittadini di donare uno o più medicinali da banco per i bisognosi.

I farmaci raccolti (nel 2022, 479.470 confezioni, pari a un valore di 3.819.463 €) saranno consegnati a 1.800 realtà assistenziali che si prendono cura di almeno 400.000 persone in condizione di povertà sanitaria offrendo gratuitamente cure e medicine. Il fabbisogno segnalato a Banco Farmaceutico da tali realtà supera il milione di confezioni di medicinali. Si invitano cittadini ad andare apposta in farmacia per donare un farmaco.

Serviranno, soprattutto, analgesici e antipiretici, antiinfiammatori per uso orale, preparati per la tosse, farmaci per dolori articolari e muscolari, antimicrobici intestinali e antisettici.

La GRF si svolge sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, con il patrocinio di AIFA e in collaborazione con Cdo Opere SocialiFederfarmaFofiFederchimica Assosalute, Egualia – Industrie Farmaci Accessibili BFResearchIntesa Sanpaolo è Partner Istituzionale dell’iniziativa. La GRF è realizzata grazie all’importante contributo incondizionato di IBSA Farmaceutici, Teva Italia, EG Stada Group e DHL Supply Chain Italia e al sostegno di DOC Generici,  Piam Farmaceutici, Zentiva e Chiapparoli Logistica.

La Raccolta è supportata da RAI per la Sostenibilità – ESGMediafriendsLa7Sky per il sociale, e Pubblicità Progresso.

L’iniziativa è possibile grazie al sostegno di oltre 18.000 farmacisti (titolari e non) che oltre a ospitare la GRF la sostengono con erogazioni liberali. Anche quest’anno, sarà supportata da più di 22.000 volontari.

«La crisi internazionale ha causato un aumento del costo della vita che si ripercuoterà sulle famiglie povere, sulle stesse realtà assistenziali a cui si rivolgono quando hanno bisogno d’aiuto, ma anche su tante famiglie non povere. Donare un farmaco per chi non può permetterselo è un modo per esprimere, attraverso un semplice gesto di gratuità, il meglio della nostra umanità e per dare un segnale di speranza; una speranza di cui la nostra società, scossa prima dal Covid e ora dalla guerra alle porte dell’Europa, sente forte il bisogno, e che riecheggerà forte, sabato 11 febbraio (il giorno più importante della settimana di Raccolta), anche in occasione della Giornata Mondiale del Malato», ha dichiarato Sergio Daniotti, presidente della Fondazione Banco Farmaceutico onlus.

«Anche quest’anno le farmacie partecipano attivamente alla Giornata di Raccolta del Farmaco. Un’iniziativa importante per dare un aiuto concreto a chi ne ha bisogno. La responsabilità sociale è nel DNA della farmacia e questo si traduce anche nell’attenzione e nella sensibilità alle disuguaglianze sanitarie, purtroppo presenti in molte parti del nostro Paese come del mondo. I farmacisti in farmacia sono a contatto con i cittadini e sono consapevoli che, purtroppo, negli ultimi anni si è verificato un aumento del disagio economico e della povertà sanitaria, a causa di situazioni contingenti come l’emergenza pandemica e l’inasprimento della crisi internazionale, con il conseguente aumento del caro-vita. La fiducia che i cittadini ci accordano ogni giorno è testimonianza del nostro impegno quotidiano, come professionisti della salute, nei confronti della comunità e dei più fragili», ha dichiarato Marco Cossolo, presidente di Federfarma Nazionale.

«La Federazione dei farmacisti continua nel suo impegno al fianco di Banco Farmaceutico per offrire un aiuto concreto alle persone più vulnerabili, supportando la raccolta dei medicinali di cui c’è maggiore ed effettivo bisogno – commenta Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (FOFI) -. La crisi economica in atto ha inasprito la già diffusa povertà sanitaria con conseguenze negative sulle condizioni di salute di molti italiani. Di fronte a questa situazione, il contributo di tutti è essenziale per aiutare chi è in difficoltà. Un sentito ringraziamento va agli oltre 18mila farmacisti che si sono messi a disposizione di questa importante iniziativa di solidarietà, confermando il valore sociale dell’impegno profuso quotidianamente sul territorio al servizio dei cittadini. Grazie anche ai tanti volontari e a tutti gli italiani che, con la loro generosità, consentiranno di raccogliere i medicinali necessari a sostenere chi è costretto a rinunciare a curarsi e a curare i priori cari».

Piemonte arido, siccità estrema. Il Po ha sempre più sete

Il Piemonte ha il primato di regione più arida d’Italia secondo il report settimanale dell’Osservatorio Anbi sulle risorse idriche.

L’area centro-orientale  segna un bilancio idrologico a 12 mesi che può essere considerato ancora di siccità estrema. Le condizioni del fiume Po restano drammatiche con portate che rimangono “largamente deficitarie a monte e che peggiorano man mano che ci si sposta verso il delta” si legge nel report, dimezzate rispetto alla media del periodo. I valori sono  inferiori all’anno scorso.

In Piemonte la situazione è più compromessa compromessa nei bacini idrografici sud-occidentali. Nei   laghi  i livelli del Maggiore rimangono inferiori di circa mezzo metro rispetto alla media storica.

Caselle decolla, Ryanair lancia nuove rotte estive e aumenta i voli attuali

IL PIÙ GRANDE OPERATIVO DA TORINO PER L’ESTATE: 4 NUOVE ROTTE (35 TOTALI) E PIÙ DI 310 VOLI SETTIMANALI

Ryanair  ha annunciato il proprio operativo da Torino per l’estate 2023, che prevede 4 nuove rotte (35 in totale) per Alicante, Stoccolma, Porto e Vilnius, oltre all’aumento delle frequenze su 5 destinazioni popolari già esistenti come Bruxelles, Cagliari, Valencia, Pescara e Siviglia.

L’operativo di Ryanair da Torino per l’estate 2023 prevede:

  • 2 aeromobili basati
  • Investimento di 200 milioni di dollari a Torino
  • 35 rotte di cui 4 nuove – Alicante, Stoccolma, Porto e Vilnius (+220% rispetto al periodo pre Covid)
  • Oltre 310 voli settimanali
  • Aumento delle frequenze su 5 rotte: Bruxelles, Cagliari, Pescara, Siviglia e Valencia
  • Oltre 1.800 posti di lavoro totali (inclusi 60 diretti)

Nell’estate 2023, Ryanair opererà oltre 310 voli settimanali da/per Torino, offrendo ai clienti e ai visitatori una scelta imbattibile alle tariffe più basse per prenotare le meritate vacanze dell’estate 2023. Questa crescita è sostenuta dall’investimento di 200 milioni di dollari di Ryanair sull’Aeroporto di Torino, con 2 aeromobili basati e oltre 1.800 posti di lavoro.

Da Torino, Eddie Wilson di Ryanair ha dichiarato:

“Ryanair è lieta di offrire ancora più scelta ai cittadini e ai visitatori di Torino per l’estate 2023 con il lancio del nostro nuovo più grande operativo da Torino per l’estate 2023, che opererà oltre 310 voli settimanali su 35 rotte, incluse 4 nuove per Alicante, Arlanda, Porto e Vilnius.

In occasione del primo anniversario della nostra base di Torino, Ryanair continua a impegnarsi per la crescita della regione, sostenendo il turismo, nuovi posti di lavoro e una spinta all’economia locale, con oltre 13 milioni di passeggeri trasportati da/per Torino da inizio operazioni. Siamo quindi molto lieti di aver rinnovato per il secondo anno la nostra partnership con la Camera di Commercio di Torino e Turismo Torino per la promozione del territorio nei mercati esteri.

Per celebrare il nostro nuovo operativo da Torino per l’estate 2023, stiamo lanciando una promozione speciale, con tariffe a partire da soli €29,99 per viaggiare tra aprile e ottobre 2023 solo su Ryanair.com”.

Andrea Andorno, Amministratore Delegato di Torino Airport ha dichiarato:

“Siamo felici che l’investimento fatto da Ryanair sul nostro scalo abbia portato all’aumento dell’offerta anche per la prossima estate, grazie all’aggiunta di prodotti che proseguiranno dalla stagione invernale, come Stoccolma e Vilnius, e che hanno aperto nuovi mercati sinora non serviti quali la Svezia e la Lituania; a queste si aggiungono le novità di Porto, in Portogallo, ed Alicante, in Spagna, due destinazioni completamente inedite per il nostro network. Tutti i voli internazionali sinora attivati hanno alimentato nuovi flussi turistici per Torino e per il Piemonte, generando una ricaduta positiva e un valore condiviso per tutto il territorio e siamo certi che i collegamenti aggiuntivi contribuiranno ad accrescerne ulteriormente l’attrattività”.

Per festeggiare i nuovi collegamenti di Ryanair, l’aeroporto di Torino lancia una promozione speciale dedicata ai parcheggi: acquistando online entro il 5 febbraio una sosta da effettuare nei mesi di febbraio e marzo 2023, i passeggeri potranno usufruire di uno sconto del 30% su tutti i parcheggi ufficiali acquistati sul canale ecommerce di Torino Airport.

“Costruiamo il Terzo Polo a Chieri”

Sabato 4 febbraio a Chieri, in Via Vittorio Emanuele II 10 dalle 15 alle 19, abbiamo programmato il primo banchetto del 2023 del Terzo Polo in città. 

Dal 2019 siamo presenti e attivi per far crescere il territorio del Chierese-Carmagnolese.
Il 10,93% delle preferenze a Chieri, alle ultime elezioni politiche del 25 settembre 2022, rappresenta un’ottima base di partenza.
Invitiamo tutti i cittadini interessati al progetto a venirci a trovare al gazebo e a scrivere all’indirizzo mail: terzopolo.chieri@gmail.com.
Costruiamo insieme il Terzo Polo a Chieri!

 

Pier Antonio Pasquero
Coordinatore Italia Viva del Chierese e Carmagnolese

Un macchinario per la riabilitazione di piccoli pazienti donato dalla DiaSorin al Regina Margherita

Donato all’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino un macchinario rivoluzionario per la riabilitazione dei piccoli pazienti.

 

DiaSorin e Progetto per gli Ospedali e l’Infanzia hanno donato all’Ospedale Infantile Regina Margherita della Città della Salute di Torino uno strumento innovativo per la riabilitazione, realizzato da Khymeia, che permetterà un importante avanzamento tecnologico delle terapie riabilitative di quei piccoli pazienti che hanno subito interventi di chirurgia ortopedica complessa.

Il dispositivo medicale, detto “VRRS Evo” è il più avanzato, completo e clinicamente testato sistema di realtà virtuale per la riabilitazione e teleriabilitazione presente al mondo, il secondo a essere stato installato all’interno di una struttura ospedaliera in Italia. Il macchinario è stato donato al reparto di Ortopedia e Riabilitazione dell’ospedale, diretto dal Dottor Alessandro Aprato, e è stato inserito in uno spazio riabilitativo completamente rinnovato, riallestito con ambientazioni giocose e divertenti, per accogliere i piccoli pazienti in un ambiente a misura di bambino.

Il valore aggiunto di questo strumento è dato dalla possibilità di umanizzare il percorso riabilitativo dei bambini inserendo l’esercizio terapeutico nell’ambito di un contesto ludico e all’interno di un’ambientazione stimolante per i bambini stessi. Con questa donazione continua l’impegno del progetto per gli Ospedali e l’Infanzia, conosciuto come “Progetto Pinocchio”, sostenuto da DiaSorin dal 2014, con l’obiettivo di migliorare la vita in ospedale dei piccoli degenti, negli ambiti fondamentali della loro quotidianità, dall’istruzione, alle cure mediche e agli esami diagnostici.

“Ringrazio il Progetto Pinocchio e DiaSorin per questa donazione – afferma Giovanni La Valle, Direttore Generale della Città della Scienza e della Salute di Torino – Questa apparecchiatura fortemente innovativa ci proietta verso il futuro con la possibilità di migliorare il nostro approccio terapeutico e riabilitativo verso i bambini. Questo strumento rafforza le competenze tecnologiche della nostra struttura che, insieme all’esperienza dei nostri medici, rendono l’Ospedale Regina Margherita e Città della Salute un centro d’eccellenza in Italia, riconosciuto internazionalmente per la sua trasversalità in ambito terapeutico”.

“La donazione di questo strumento all’avanguardia – spiega Andrea Jacopo Fava, Presidente dell’Associazione impegnata sul fronte dell’umanizzazione degli ambienti ospedalieri a misura di bambino – rappresenta uno sguardo verso il futuro per l’Ospedale Regina Margherita perché certamente pionieristico rispetto all’approccio riabilitativo classico in aiuto ai fisiatri. I bambini, principali fruitori di questa tecnologia hanno dovuto essere spesso sottoposti a interventi molto complessi, e sono soggetti a un percorso riabilitativo piuttosto lungo. Grazie a questo strumento avranno la possibilità di vivere l’esperienza della riabilitazione quasi fosse un’avventura, all’interno di un ambiente divertente e confortevole. Sono orgoglioso di aver dedicato il nostro impegno a questo progetto e di avere nuovamente ritrovato il coinvolgimento di DiaSorin, con la speranza e la certezza che possa essere utile nel futuro a tutti i bambini oggetto delle amorevoli cure dell’ospedale”.

MARA MARTELLOTTA

 

www.progettoinfanziaospedali.it

www.diasoringroup.com/.it/sostenibilità/progetti/progetto-pinocchio

I bandi regionali per l’assegnazione di vigneti a DOCG

Vini del Piemonte di qualità:  Gavi, Barolo, Barbaresco, Asti e Roero Arneis.

 

I Consorzi di tutela delle Docg Gavi, Barolo, Barbaresco, Asti, Roero hanno previsto un’espansione degli ettari vitati nei propri territori di produzione e hanno presentato alla Regione Piemonte una programmazione annuale o triennale al fine di ottenere il riconoscimento di nuovi vigneti Docg.

L’Assessorato all’Agricoltura della Regione Piemonte ha pertanto aperto i bandi regionali 2023 rivolti alle aziende agricole piemontesi per richiedere l’assegnazione delle superfici vitate destinate alla produzione delle Docg dei Consorzi di riferimento.

In virtù della sempre più presente richiesta sul mercato dei vini piemontesi di qualità, la Regione Piemonte si è attività aprendo i primi bandi secondo le esigenze espresse da questi Consorzi di tutela. Aumenteranno così in modo graduale la superficie di vigneti per la produzione dei vini eccellenti a denominazione di origine controllata e garantita”, precisa l’assessore all’Agricoltura e cibo della Regione Piemonte Marco Protopapa.

Il termine ultimo per la presentazione delle domande per la richiesta di assegnazione delle superfici Docg di Barolo, Barbaresco, Gavi è il 10 febbraio; per l’Asti è il 15 febbraio e per il Roero il 3 marzo. Maggiori dettagli sul sito della Regione Piemonte al link https://www.regione.piemonte.it/web/temi/agricoltura/viticoltura-enologia/superfici-iscrivibili-schedario

Congo Italia. Ripensare il passato

In mostra a Palazzo Madama, gli scatti in bianco e nero realizzati in Congo, nei primi decenni del Novecento, dall’ingegnere-fotografo Carlo Sesti

Fino al 27 febbraio

Una laurea in ingegneria civile acquisita a Padova con l’idea di impegnarsi da subito nell’ambito delle costruzioni ferroviarie, un covare da tempo quel sottile irrequieto “mal d’Africa” (condiviso, a inizi Novecento, da tanti illustri e meno illustri personaggi) e una passione “ribollente” per la fotografia: c’è indubbiamente tutto questo nella decisione di Giuseppe Carlo Sesti (Modena, 1873 – Torino, 1954) di lavorare, dal 1900 al 1919, alle dipendenze della “Compagnie du chemin de fer du Congo”, dal 1902 “Compagnie du chemin de fer du Congo supérieur aux Grands Lacs africains” .

E’ lui stesso a raccontare nella biografia “Pioniere d’Africa”, scritta da Riccardo Gualino nel 1938 per i tipi di “F.lli Treves Editori”, la sua decisione di partire per il Congo: “Le ombre di Livingstone e degli altri grandi pionieri turbavano da anni i miei pensieri. Che cosa c’era laggiù in quei luoghi misteriosi? Oh, poter evadere dal nostro piccolo mondo per andare in quell’Africa sconfinata e tenebrosa, a ricercarvi emozioni impensate e ignote avventure!”. Ed è proprio da quell’Africa (prima “Stato libero del Congo” e poi, dal 1908 al 1960, “Congo belga”) esplorata – macchina fotografica, sempre, fedele compagna di strada – in vaste zone, dal Kivu al Russisi ai territori intorno al lago Albert-Edwuard, che arrivano le immagini impresse su oltre trecento lastre, di cui sedici esposte oggi in mostra (fino a lunedì 27 febbraio) al primo piano di “Palazzo Madama” a Torino. Seguendo i modelli di una certa fotografia colonialista dell’epoca , le immagini, stampate in sale d’argento in occasione della mostra, sono parte di un nucleo di 343 lastre realizzate da Sesti e conservate oggi al “Museo di Antropologia ed Etnografia” dell’“Università di Torino”, recentemente restaurate grazie al progetto “Strategia Fotografia 2020” del “Ministero della Cultura”. In esse ritroviamo frequenti stereotipi di altri fondi fotografici dello stesso periodo: paesaggi, popolazioni indigene, compagni di lavoro, i nudi di donna molto in voga fra i colonizzatori dell’epoca, così come i ritratti in divisa bianca e caschetto. L’occhio indugia sui particolari cristallizzati con rigore e curiosità, documentando una realtà non facile ma, tutto sommato, ben accetta e senza mai una palese critica (che, se possibile, non avrebbe guastato!) allo sfruttamento coloniale. La rassegna in “Palazzo Madama” si inserisce nell’ambito della seconda edizione (ispirata al tema delle “Radici”) del “Black History Month Torino”, dedicato alla storia e alla cultura afrodiscendente, promossa dall’ “Associazione Donne Africa Subsahariana e Seconda generazione”. Accanto alle  foto di Carlo Sesti, nel “Museo” di piazza Castello,  troviamo esposte anche alcune “figure di potere” realizzate in legno dalle popolazioni Luba e Songye, che furono acquisite da un altro ingegnere, Tiziano Veggia (1893-1957), durante il suo soggiorno in Congo e donate nel 1955 al “Museo Civico di Torino – Palazzo Madama”.


“L’interesse dell’Italia
– ricordano al Museo – per l’immenso territorio congolese si manifesta a fine Ottocento, quando numerosi lavoratori italiani (medici, ingegneri, tecnici, magistrati e militari) furono impiegati dallo ‘Stato Indipendente del Congo’ di Leopoldo II del Belgio nel sistematico sfruttamento delle risorse della regione. Ai primi del Novecento una campagna internazionale denunciò le atrocità subite dalle popolazioni, inducendo il Belgio a istituire la colonia”.

Un passato troppo spesso e ingiustamente dimenticato e che oggi, nel contesto di una società profondamente multiculturale, è quanto mai necessario ripensare. A questo dovrebbero servire anche le quattro settimane di eventi, laboratori, mostre, convegni e occasioni di riflessione sulla storia africana, il colonialismo, la migrazione e la contemporaneità in diversi luoghi del territorio, organizzate fino a domenica 26 febbraio – in occasione del “Black History Month Torino” – nella “Sala Feste” e nella “Corte Medievale” di “Palazzo Madama”.

Prenotazione obbligatoria: blackhistorymonthto@gmail.com

Gianni Milani

“Congo Italia. Ripensare il passato”

Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica, piazza Castello, torino; tel. 011/4433501 o www.palazzomadamatorino.it

Fino al 27 febbraio

Orari: lun. merc. giov. ven. sab. e dom. 10/18; mart. chiusura

 

Nelle foto:

–       “Ritratto di famiglia”, 1900 – 1919

–       “Passaggio del treno”, 1900-1919

–       “Maniema”, Villaggio a nord del lago Alberto Nyanza, 1904-1906

–       “Sculture raffiguranti figure protettrici (Mankishi), Popolazione Songye, ante 1951. Dono Tiziano Veggia, 1955. Torino, Palazzo Madama

“Viaggio della memoria attraverso l’esodo delle genti del confine orientale” per il Giorno del Ricordo

Si intitola “Viaggio della memoria attraverso l’esodo delle genti del confine orientale” la mostra con cui quest’anno il Consiglio regionale celebra il Giorno del Ricordo, il 10 febbraio.

La mostra, che sarà esposta dall’1 al 15 febbraio 2023 nelle vetrine dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico di via Arsenale 14/G, è organizzata dalla sezione di Torino dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia – ANVGD.

L’inaugurazione si svolgerà mercoledì 1° febbraio alle 11 nei locali dell’Urp di via Arsenale 14/G a Torino, alla presenza del presidente del Consiglio regionale del Piemonte Stefano Allasia e dei rappresentanti dell’associazione ANVGD: Antonio Vatta e Andor Brakus presidente e vicepresidente, i consiglieri Nello BelciWalter Cnapich e Giuliana FilippovicMario Biasiol autore del plastico, l’autore Egidio Rocchi.

L’esposizione è divisa in tre parti: l’esodo vero e proprio con le partenze degli esuli, la descrizione dei luoghi che sono stati da loro forzatamente abbandonati nei territori della ex Jugoslavia ed infine il plastico del villaggio di baracche di corso Polonia a Torino (attuale corso Unità d’Italia) che, sorto nel 1947 sulle rive del Po per ospitare profughi e sfollati provenienti da diverse zone, venne smantellato soltanto nel 1961 in vista delle manifestazioni per l’anniversario dell’Unità d’Italia.

Le tre sezioni sono raccontate attraverso una quindicina di fotografie e 12 dipinti realizzati dagli esuli che, traferiti a Torino, non hanno mai dimenticato la propria terra di origine: Luigi Buranello, Maria Cervai, Luigi Cnapich, Piero De Gennaro, Algerio De Luca, Antonio Donorà, Gianfranco Gavinelli, Michele Privileggi, Aurelia Pusar, Alfredo Sficco, Aldo Sponza, Tullio Tulliach.