ilTorinese

Al Velodromo Francone la Turin International Cyclocross

Per gli appassionati di ciclismo canavesani e torinesi domenica 23 novembre è in programma un appuntamento da non mancare al Velodromo Francone di San Francesco al Campo, la quarta edizione della gara Turin International Cyclocross, patrocinata dalla Città Metropolitana di Torino,  nata nel 2022 e diventata ormai una classica del ciclocross Internazionale.  Tre anni orsono gli organizzatori idearono la manifestazione per completare l’ampio mosaico delle attività del Velodromo Francone con un importante evento europeo e mondiale di ciclocross, una festa del ciclismo capace di unire  un passato coraggioso a un futuro tutto da scrivere.
L’obiettivo è stato raggiunto e il successo è tanto più importante  perché è proprio a San Francesco al Campo che negli anni Sessanta del Novecento iniziò l’attività del ciclocross nel Canavese.

Le prime tre edizioni della Turin International Cyclocross hanno richiamato al Velodromo Francone oltre 500 atleti e almeno duemila spettatori.
Le gare di domenica 23 novembre si svilupperanno lungo un anello di poco meno di tre chilometri nell’area del Velodromo, tracciato e attrezzato per ottenere dagli atleti le massime performance. Arrivo e partenza saranno sulla pista del Francone , proprio sotto le tribune. L’ingresso è libero perché la disciplina ha bisogno di farsi conoscere e di attrarre sempre nuovi appassionati.

Per i non agonisti le categorie ammesse saranno i giovanissimi della categoria G6 femminile e maschile, per gli agonisti gli esordienti uomini e donne al secondo anno, per gli atleti internazionali gli junior donne e uomini, gli under 23 e gli élite femminili e maschili, per gli amatori gli Élite Sport e i Master maschili e femminili. Le gare sono aperte ai tesserati della Federazione Ciclistica Italiana e agli Enti convenzionati con la FCI. Il programma agonistico inizierà alle 8.50 con la competizione degli amatori iscritti alla FCI e agli enti della Consulta .
Al termine di ogni prova del mattino saranno effettuate le premiazioni delle singole gare.

Mara Martellotta

Geopolitica, il vuoto di potere dura poco

IL PUNTASPILLI di Luca Martina

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Un principio chiave della geopolitica è che il vuoto di potere non dura mai a lungo. Quando un territorio perde controllo o influenza da parte di un attore, un altro (spesso avversario) tende a colmare immediatamente quel vuoto. La Cina ne è l’esempio più evidente, avendo saputo sfruttare questa dinamica per estendere la propria influenza su un insieme sempre più ampio e variegato di Paesi, rappresentato dall’evoluzione, intervenuta negli ultimi anni, del gruppo dei “BRIC”, irresistibile polo di attrazione per una nuova generazione di Paesi “non allineati” (coloro che durante la Guerra Fredda non si schieravano formalmente con nessuno dei grandi blocchi di potere nelle relazioni internazionali)… con l’Occidente.
Il termine “BRIC” è stato coniato nel 2001 da Jim O’Neill, economista di Goldman Sachs nel suo articolo “Building Better Global Economic BRICs”. L’acronimo BRIC indicava: Brasile, Russia, India e Cina. La tesi proposta da O’Neil era che queste economie emergenti avrebbero dominato l’economia globale entro il 2050 grazie alla loro crescita rapida, popolazione numerosa e risorse naturali abbondanti.
Risale a qualche anno dopo, nel 2006, il primo incontro informale tra i ministri degli esteri dei BRIC all’Assemblea Generale ONU al 2009 il primo vertice ufficiale a Ekaterinburg (Russia), dove fu formalizzata la cooperazione. Nel 2010 avviene poi l’ingresso del Sudafrica, trasformando il gruppo in BRICS. Dal primo gennaio 2024, il mondo ha a che fare con una versione riveduta ed allargata dei BRICS: ai cinque membri originari (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica) si sono infatti aggiunti Egitto, Etiopia, Iran, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti ed Indonesia (l’Argentina ha declinato l’invito). Il BRICS+, così viene ora definito, rappresenta oltre il 46% della popolazione mondiale, produce circa il 37% del PIL globale a parità di potere d’acquisto (grafico seguente, aggiornato a fine 2022) e controlla quasi la metà della produzione petrolifera mondiale e una quota significativa di materie prime strategiche. Agli 11 Paesi membri si sono aggiunti recentemente altri 10 “Paesi partner” (categoria introdotta nel 2024): Bielorussia, Bolivia, Cuba, Kazakistan, Malesia, Nigeria, Thailandia, Uganda, Uzbekistan e Vietnam.
Questi ultimi non sono membri a pieno titolo, ma partecipano ai vertici, alle riunioni ministeriali e possono contribuire ai documenti ufficiali.
Sebbene non costituiscano una minaccia diretta, le forme alternative di cooperazione Sud-Sud sono spesso meno trasparenti e più bilaterali: l’UE, per esempio, non ha un rapporto unitario con i BRICS+ ma solo relazioni con i singoli Paesi (ad es. accordi con India, Brasile, Sudafrica).La volontà di creare una valuta comune (o di accrescere l’utilizzo di valute locali) potrebbe inoltre indebolire il sistema di pagamenti internazionali (SWIFT) ed il dollaro, con effetti indiretti sul commercio internazionale. Si corre così il rischio di perdere influenza e rapporti economici nei Paesi emergenti, dove la New Development Bank (NDB) e la cooperazione BRICS+ offrono alternative più rapide e a condizioni meno restrittive. La NDB, fondata nel 2015 con sede a Shanghai, è il braccio finanziario dei BRICS e con l’allargamento del BRIC ha ampliato la sua base di capitali e membri ed ha come obiettivo quello di finanziare importanti progetti infrastrutturali nei Paesi membri, offrendo un’alternativa alla Banca Mondiale e al FMI, promuovendo gli scambi in valute locali e riducendo la dipendenza dal biglietto verde.
I principali finanziatori della NDB sono i Paesi fondatori dei BRICS, che hanno contribuito in modo paritario alla sua costituzione con un capitale autorizzato di 100 miliardi di dollari (versato per 52,7). Ogni Paese fondatore ha quote uguali e diritti di voto paritari, a differenza di istituzioni come il FMI o la Banca Mondiale (dove il peso dipende dalla quota detenuta ed è maggiore per i Paesi più importanti).La NDB ha inoltre creato il Contingent Reserve Arrangement (CRA) “si tratta di una piattaforma di sostegno finanziario reciproco alla quale i membri dei BRICS possono ricorrere in caso di difficoltà nella bilancia dei pagamenti. Il CRA è pienamente operativo ed è accessibile in qualsiasi momento su iniziativa di uno dei membri. Attraverso il CRA, i membri si impegnano a fornire riserve internazionali per un importo complessivo fino a 100 miliardi di dollari USA, così ripartiti: Cina (41 miliardi USD), Brasile (18 miliardi USD), India (18 miliardi USD), Russia (18 miliardi USD) e Sudafrica (5 miliardi USD). I nuovi membri dei BRICS possono richiedere l’adesione al CRA, che sarà valutata dal Consiglio Direttivo dell’organismo, in conformità al Trattato per l’istituzione del BRICS Contingent Reserve Arrangement, datato 15 luglio 2014. Ad oggi, nessun Paese partecipante ha dovuto richiedere risorse al CRA.”
Dal 2021, la NDB ha accolto nuovi membri che partecipano anche finanziariamente ma non hanno diritto di veto e la governance rimane equamente distribuita tra i fondatori: Bangladesh, Emirati Arabi Uniti, Egitto, Algeria, Colombia e Uzbekistan.
Questi Paesi non hanno lo stesso peso decisionale dei fondatori ma contribuiscono al capitale e possono accedere ai finanziamenti. I principali progetti (120) finanziati dalla NDB dal 2016 sono stati pari a circa di 35 miliardi di dollari, ancora poca cosa rispetto ai 120 miliardi erogati nel solo 2025 dalla World Bank ma sono certamente destinati a crescere esponenzialmente nei prossimi anni. Ciò che deve preoccupare maggiormente l’occidente è il fatto che non si tratta della “semplice” creazione di un’area di libero scambio bensì di sistema commerciale e finanziario alternativo a quello attuale, dominato dal dollaro, con evidenti intenti da parte della Cina di coalizzare intorno a sé un sempre maggior numero di Paesi, con conseguenze potenziali di ampia portata (non solo economica). La globalizzazione ha prodotto certamente degli effetti indesiderati (e passi frettolosi, come l’ammissione della Cina nel WTO) ma ha comunque consentito una crescita economica accelerata ed una riduzione della povertà globale che l’ascesa dei movimenti populisti e l’accresciuta importanza dei Paesi non allineati con i valori rappresentati dall’Europa e gli Stati Uniti rischia ora di ostacolare. Compito dei Paesi occidentali sarà quello di seguire con attenzione quanto sta avvenendo e contribuire a riportare tutto nell’alveo di una corretta competizione tra aree fisiologicamente concorrenti ma comunque parti di un sistema di scambi sempre più integrato e produttivo di reciproci benefici.
Non riuscirci ci esporrà ad un futuro sempre meno stabile e difficile da prevedere.

Consigliere comunale parcheggia in uno stallo riservato ai disabili

Esprimo la mia profonda indignazione per un episodio avvenuto Lunedì 10 Novembre a Torino, dove un consigliere comunale del Partito Democratico, Pierino Crema, ha parcheggiato, nel parcheggio Santo Stefano, la propria auto in uno stallo riservato alle persone con disabilità, senza apparente autorizzazione.
Il veicolo è stato notato da diversi cittadini mentre occupava uno spazio destinato a chi ogni giorno affronta difficoltà di mobilità.
Un gesto che, oltre a violare le regole del codice della strada, rappresenta una mancanza di rispetto verso chi ha maggiori bisogni.
Ritengo che chi ricopre incarichi pubblici debba dare l’esempio, rispettando le norme e tutelando i diritti di tutti i cittadini.
Un comportamento del genere, se confermato, richiede una presa di posizione chiara da parte dell’Amministrazione comunale e l’applicazione delle sanzioni previste.
Il rispetto degli stalli riservati non è solo una questione di legge, ma un segno concreto di civiltà e sensibilità.
Mi auguro che episodi simili non si ripetano e che da questa vicenda possa nascere una riflessione più ampia sul tema del rispetto delle persone con disabilità.

Giuseppe Iannò

Consigliere comunale di Torino

I prezzi al consumo a Torino: ecco i prodotti che salgono e quelli che scendono

Nel mese di Ottobre 2025 a seguito della rilevazione dei prezzi effettuata dall’Ufficio di Statistica della Città, l’indice complessivo dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC) è risultato pari al 120,7 (Base Anno 2015=100) segnando una variazione del -0,3% rispetto al mese precedente e del +0,9% rispetto al mese di Ottobre 2024 (tasso tendenziale).

I prezzi dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto segnalano +0,2% sul mese precedente e +1,9% su ottobre 2024. I prezzi dei prodotti a media frequenza d’acquisto segnalano una variazione del -0,7% rispetto al mese di settembre 2025 e del +0,7% rispetto all’anno precedente. I prezzi dei prodotti a bassa frequenza d’acquisto segnalano una variazione del -0,4% rispetto al mese precedente e del -0,6% rispetto a ottobre 2024.

Nella tipologia di prodotto dei BENI si rileva -0,3% su base congiunturale e INVARIATO su base tendenziale.

I prodotti in rilevazione hanno subito queste variazioni:

Beni Alimentari +0,2% sul mese precedente e +1,8% sull’anno precedente,

Beni Energetici -0,9% sul mese precedente e -3,7% sull’anno precedente,

Tabacchi INVARIATO sul mese precedente e +3,2% sull’anno precedente,

Altri Beni -0,5% sul mese precedente e -0,1% sull’anno precedente.

Nella tipologia di prodotto dei SERVIZI si registra -0,3% su base congiunturale e +2,2% su base tendenziale.

Sono state riscontrate le seguenti variazioni:

Servizi relativi all’Abitazione +0,2% sul mese precedente e +2,7% sull’anno precedente,

Servizi relativi alle Comunicazioni -0,2% sul mese precedente e -0,2% sull’anno precedente,

Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona -0,7% sul mese precedente e +3,4% sull’anno precedente,

Servizi relativi ai Trasporti -0,5% sul mese precedente e +1,9% sull’anno precedente,

Servizi vari +0,1% sul mese precedente e +0,5% sull’anno precedente.

L’inflazione di fondo al netto degli energetici e degli alimentari freschi segnala -0,3% rispetto al mese precedente e +1,4% rispetto all’anno precedente.

L’Indagine dei Prezzi al Consumo è stata effettuata secondo le disposizioni e le norme tecniche stabilite dall’ISTAT.

I dati relativi al mese di Ottobre si possono consultare sul sito: http:/www.comune.torino.it/statistica/

Malore alla guida a Venaria: auto finisce contro due veicoli in sosta

Bastano pochi secondi e l’incidente è inevitabile: un’Alfa Romeo 147, dopo una sbandata improvvisa, finisce addosso a due veicoli parcheggiati al bordo strada. È successo nella tarda mattinata di oggi a Venaria Reale, in corso Papa Giovanni XXIII. Il conducente, un uomo anziano, è stato sorpreso da un malore durante la guida, che potrebbe aver causato la perdita di controllo del mezzo, ed è stato trasportato all’ospedale Maria Vittoria di Torino da un’ambulanza della Croce Reale, allertata dal 118 Azienda Zero. Le sue condizioni non destano preoccupazioni.
Sul posto è intervenuta la polizia locale per i rilievi. La viabilità ha subito deviazioni al traffico e non sono mancati disagi per la linea bus 11 del GTT, costretta a cambiare provvisoriamente percorso verso Torino già dal capolinea di via Leopardi.

VI.G

Galleria Aversa: una storia di serietà e passione per l’arte

Informazione promozionale

Dialogo con Roberto Aversa

Nel cuore di Torino, all’interno del settecentesco Palazzo Luserna di Rorà, la Galleria Aversa rappresenta da oltre sessant’anni uno dei punti di riferimento nazionali per la pittura dell’Ottocento e del Novecento. Fondata nel 1963 da Biagio Aversa e dal 1973 ospitata nel prestigioso edificio progettato da Amedeo Galletti, la galleria è oggi guidata dal figlio Roberto insieme al nipote Jacopo, continuando una tradizione che unisce rigore, competenza e un inconfondibile understatement sabaudo.
La Galleria Aversa ha contribuito negli anni a preservare e valorizzare la grande pittura italiana: dalla scuola piemontese — Fontanesi, Delleani, Avondo, Pittara, Reycend — alla tradizione napoletana con Irolli, Pratella e Mancini, fino ad autori come Alberto Pasini, cui la galleria dedicò una importante mostra-omaggio nel 1986. Nel Novecento propone maestri della figurazione e dell’informale storico, tra cui Casorati, Carrà, Morandi, Gallizio, Fontana, Capogrossi e Matta. Accanto all’attività espositiva, offre consulenze, valutazioni, restauri ed expertises, curando anche l’archivio delle opere inedite di Carlo Bossoli e collaborando con l’Archivio dei Pittori Piemontesi dell’Ottocento.
Abbiamo incontrato Roberto Aversa per farci raccontare lo spirito che guida la galleria e il suo sguardo sul futuro.
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Le origini e la visione
«La galleria nasce nel 1963 da un’intuizione di mio padre», spiega Aversa. «Da subito ha scelto di concentrarsi sull’Arte Moderna, quella che va dalla metà dell’Ottocento agli artisti attivi fino agli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento. È un periodo che sentiamo profondamente nostro e che continua ad avere grande rilevanza culturale».
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Qualità prima della firma
Il mercato cambia, ma per Aversa il criterio resta immutato.
«Oggi più che mai il collezionista attento guarda alla qualità dell’opera, non solo al nome. Una bella opera di un artista considerato “minore” può avere più valore di un lavoro mediocre di un autore celebre. Questo principio guida tutte le nostre scelte».
Perché continuare a puntare sull’Ottocento e sul Novecento
In un mondo dominato dal digitale e dall’arte globale, la scelta della Galleria Aversa appare controcorrente. Ma Aversa la rivendica con convinzione:
«Come si usa dire, tutta l’arte è contemporanea: ogni artista esprime la sua epoca. Così ogni galleria segue ciò che sente più vicino. La nostra identità è questa, ed è ancora oggi perfettamente in linea con la sensibilità dei collezionisti».
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Il valore della storia
Il prestigio della galleria non deriva solo dalle opere, ma anche dalla continuità della famiglia Aversa e dal legame con la città.
«Se dovessi riassumere la nostra forza, direi: serietà. È ciò che ha definito il nostro modo di lavorare per oltre sessant’anni».
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La sede nel Palazzo Luserna di Rorà aggiunge un ulteriore livello di profondità: un luogo che racconta secoli di storia torinese e conferisce alla galleria un carattere unico.
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Mostre, cultura e un collezionismo accessibile
Tra le iniziative più importanti spicca la mostra autunnale PROPOSTE, appuntamento fisso per esperti e appassionati. Ma tutta l’attività espositiva è pensata come un servizio culturale.
«Vogliamo che chi entra in galleria trovi un’occasione per avvicinarsi all’arte, anche senza investimenti importanti. La cultura artistica deve essere accessibile: questo è sempre stato uno dei nostri obiettivi».
L’esperienza del visitatore
Che cosa vuole offrire la galleria a chi varca la sua soglia?
«Accoglienza, competenza e trasparenza. Che si tratti di un collezionista esperto o di un visitatore alla prima esperienza, deve sentirsi in un luogo serio e affidabile».
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Guardando avanti
Sul futuro, Aversa non ha dubbi:
«Continueremo a lavorare come abbiamo sempre fatto: con serietà, rispetto per i clienti e rifiuto di qualsiasi approccio speculativo. Le persone che si rivolgono a noi non sono “polli da spennare”, ma amanti dell’arte. E meritano onestà e professionalità».
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Tre parole per la Galleria Aversa
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Aversa conclude con le tre parole che meglio descrivono la sua realtà:
«Serietà, competenza e un sabaudo understatement».
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Tre valori che continuano a guidare una delle istituzioni artistiche più solide e riconosciute del panorama torinese.
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Pentenero (PD): “Cirio tratta l’autonomia come un tema elettorale”

17 novembre 2025 – “Ancora una volta il presidente Cirio affronta un tema delicatissimo come l’autonomia differenziata con fretta e superficialità, piegandolo alle esigenze della campagna elettorale. È evidente che la sua accelerazione sia dettata più dalle imminenti elezioni regionali in Veneto che da una reale visione per il futuro del Piemonte. L’autonomia differenziata dovrebbe essere invece un tema di confronto, approfondimento e convergenza” dichiara la Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale, Gianna Pentenero, commentando la notizia della firma delle pre-intese da parte del ministro Calderoli con le Regioni Veneto, Lombardia, Piemonte e Liguria dei prossimi giorni.

“L’autonomia è una questione che comporta rischi enormi e, solo se ben gestita, qualche possibile opportunità. Ma è troppo importante per essere trattata come un passaggio burocratico o un atto di propaganda. Non esiste autonomia differenziata senza garanzie di uguaglianza e senza risorse certe: altrimenti si rischia di creare cittadini di serie A e di serie B, indebolendo la coesione nazionale e penalizzando proprio i territori più fragili” prosegue la Presidente del Gruppo Pd.

 “Il Partito Democratico ribadisce che la fretta è una cattiva consigliera e che non si dovrebbe ridurre un tema cruciale a una bandiera elettorale. Il Piemonte merita serietà, trasparenza e un confronto vero, non scorciatoie dettate dalla campagna elettorale” conclude Gianna Pentenero.

A Borgaro arriva Mark the Hammer

Mescolando abilmente musica e comicità, Mark the Hammer offre uno sguardo irriverente e politicamente scorretto sul processo di creazione artistica degli spettacoli dal vivo.

Sul palco protagonista anche l’Intelligenza Artificiale, con la quale Mark, esperto e grande conoscitore, si sfida costantemente. Grazie all’uso dell’AI il pubblico verrà coinvolto diventando parte integrante dello spettacolo e vivendo un’esperienza interattiva e unica, come se entrasse fisicamente all’interno di un video dell’artista. Le persone in sala diventeranno addirittura decisivi in alcuni momenti del live.

La produzione, insieme a Mark, tengono a sottolineare e precisare che tutto lo spettacolo è assolutamente inedito, canzoni comprese. Per un live basato sull’effetto sorpresa.

L’artista nel dettaglio dichiara:

Come creare un live show senza alcun talento” non è un live delle mie canzoni già pubblicate. In effetti, tecnicamente non è nemmeno un concerto, anche se c’è moltissima musica! 

È uno show sperimentale che vuole rappresentare tutte le mie passioni (ed ossessioni): musica, comedy, intelligenza artificiale e… satira.

Lo spettacolo è altamente scorretto e sconsigliatissimo sotto i 14 anni.

Ci sarà una band? No. Sarò da solo sul palco? No.

Vi ho confuso? Bene così… Preparatevi ad essere stupiti!

LA BIOGRAFIA DI MARK THE HAMMER

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Mark The Hammer, al secolo Marco Arata, è un musicista e polistrumentista classe ‘86.

Nato a Genova, inizia a suonare all’età di otto anni il pianoforte; a quindici anni aggiunge la batteria, a sedici la chitarra, a diciassette il basso e non smette mai di cantare.

Nel 2006 diventa chitarrista di J-AX e uno YouTuber, diventando famoso su questa piattaforma grazie alle “sfide impossibili” e a tutorial ironici su come creare canzoni senza avere alcun talento oppure a come sfruttare follemente tutti gli AI attualmente disponibili sul web.

Dal giorno d’iscrizione ad oggi ha così superato i 170 milioni di visualizzazioni.

Grazie al successo sul web Mark pubblica cinque album e centinaia di musiche e canzoni

originali. Ora tocca al teatro con lo spettacolo “Come creare un live show… senza alcun

talento” che ha sperimentato già nei club ottenendo un grandissimo successo.

Per conoscere al meglio personaggio e follia di Mark The Hammer è possibile visitare i suoi canali ufficiali

https://www.youtube.com/markthehammerhttps://www.instagram.com/markthehammer86/

IL TOUR

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Le date del tour 2025 di Mark The Hammer già annunciate sono le seguenti:

  • venerdì 14 novembre: GENOVA – Teatro Govi

  • venerdì 21 novembre: VERONA – Teatro Alcione

  • sabato 22 novembre: Borgaro Torinese (TO) – Teatro Atlantic

  • domenica 30 novembre: MILANO – Santeria Toscana

Il Teatro Atlantic è sito all’interno del complesso alberghiero dell’Hotel Atlantic in Via Lanzo 163 a Borgaro Torinese.

INFO BIGLIETTI

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I biglietti di tutte le date del tour sono in vendita:

Per maggiori informazioni contattare

Dimensione Eventi all’indirizzo e-mail biglietteria@dimensioneeventi.it

www.dimensioneeventi.it

FB /dimensioneeventi.it

IG /dimensioneeventi

I marchesi Scozia. Dal Monferrato alla Campania

Il feudo astigiano di Calliano, elevato a marchesato dai Gonzaga di Mantova, fu affidato dopo lunghe vertenze al primo marchese Carlo Bernardino Scozia, padre della contessa Maria Anna Caterina, moglie del marchese di San Giorgio Antonino Felice Gozzani. Giunti in Italia nel XIII secolo, gli Scozia si inserirono nel territorio napoletano nel 1550 provenienti dal Monferrato. Nello Stemmario delle Famiglie Italiane del 1780, manoscritto in sei tomi di Gaetano Montefuscoli conservato nella Biblioteca Universitaria di Napoli, è stato ritrovato lo scudo araldico dei nobili Scozia di Somma Vesuviana. Le partiture dello stemma rappresentano a sinistra don Pietro Antonio Scozia, marito di Sanchez de Luna e a destra la croce nera di Cornelia Marzano, moglie di Scipione Scozia. Della nobile e ricca famiglia che possedeva a Somma Vesuviana una residenza estiva secolare con palazzo e masserie con vigneti, conosciamo antiche memorie specialmente della scrittrice e filosofa Costanza Scozia che frequentava i migliori salotti letterari napoletani e di lei restano oggi pochi sonetti e qualche scritto filosofico conservati dal gesuita Mattia Doria.

L’insigne poetessa visse l’infanzia con la sorella donna Carlotta nel tempio degli Escorziati di Napoli, il conservatorio per nobili fanciulle e per le due sorelle entrambe nate a Somma Vesuviana. Ultimo discendente degli Scozia napoletani fu Pasqualino, morto senza figli nel 1838, marito di donna Teresa Rogadei, abitanti all’Infrascata di Napoli. Pasqualino era figlio di Michele Scozia e Maria Celaja, pronipote ed unico erede di Costanza. La relazione tra le famiglie Scozia monferrine e napoletane è emersa grazie alla collaborazione di Alessandro Masulli, giornalista pubblicista Ordine Giornalisti della Campania, editore e redattore del Mediano di Napoli e archivista del Comune di Somma Vesuviana che ha ritrovato i processi familiari dell’epoca presso l’Arcidiocesi napoletana. L’ultima Scozia di Calliano fu la marchesa Tarsilla, moglie del principe don Francesco Guasco,  marchese di Bisio, Verduno, Gavi e nuovo signore di Murisengo, fondamentale genealogista alessandrino. Il castello cuneese di Verduno fu in parte ricostruito dall’architetto Juvarra e ceduto agli ospedali San Giovanni e Carità di Torino, acquistato dal re Carlo Alberto e utilizzato per lunghi periodi di soggiorno da Oddone, figlio di Vittorio Emanuele II e Maria Adelaide. Lo stemma gentilizio di casa Scozia fu abbellito con “due rostri di nave nelle antiche memorie chiamati anche scogli”, dal motto “A bon rendre”.
Armano Luigi Gozzano

Con tre milioni di euro si chiudono le vicende legali sulla costruzione del grattacielo Piemonte

Si è chiuso l’iter economico legato alla costruzione del Palazzo della Regione Piemonte con un accordo bonario tombale equivalente a 3,1 milioni di euro a fronte di una richiesta da parte dei soggetti che avevano realizzato parte dell’opera pari a 17 milioni di euro.

La controparte ha infatti accettato la transazione proposta dall’assessore al Patrimonio Gian Luca Vignale approvata dalla Giunta lo scorso 22 settembre che, ad accordo raggiunto e cadute le clausole di riservatezza, è stata pubblicata oggi sul Bollettino Ufficiale.

Grazie a questa proposta si mette fine alle vicende legate alla realizzazione dell’edificio di Piazza Piemonte. Come è noto sul grattacielo abbiamo ereditato una situazione difficile e siamo riusciti, con determinazione, a concludere i lavori e trasferire tutto il personale nella nuova sede che è pienamente operativa dal 2023. Con questa transazione concludiamo anche le questioni legali garantendo all’ente un importante risparmio rispetto alle richieste avanzate. Degli oltre 17 milioni di rilievo si chiude con un accordo bonario di 3 milioni, come certificato anche dai tecnici e dall’avvocatura regionale. Questo rappresenta una soluzione vantaggiosa per l’ente e consente di mettere fine alle controversie e pendenze non ancora affrontate o definite con le aziende costruttrici”, affermano il presidente Alberto Cirio e l’assessore Gian Luca Vignale.