redazione il torinese

Moncestino, la Storia diventa attualità

Il passato, talvolta, è più attuale del presente. E non occorre riferirsi ai grandi eventi, sovente ci sono piccoli accadimenti che dimostrano realtà più ampie. Sovente si è battuto il tasto sul rigore amministrativo e contabile ai tempi del Regno di Sardegna, prima dell’Unità d’Italia. La controprova arriva da un libro che racconta la storia di un piccolo paese collinare, Moncestino, estrema propaggine settentrionale della Provincia di Alessandria, confinante con la Città Metropolitana di Torino e con la Provincia di Vercelli. Nel volume, stampato nel 1993 in una edizione limitata a 500 copie, “Moncestino – Storia e tradizioni”, l’autore Romano Ghitta, sindaco di Moncestino dal 1970 sino alla sua scomparsa nel 1991 (e segretario comunale in diversi centri dell’allora Provincia di Torino, ultimo fu Villardora) narra di un “ Morbo epidemico bovino sul finire del Settecento”: In pratica il 22 dicembre del 1795 l’allora sindaco Giobatta Porta adotto una deliberazione con la quale si prendeva atto della morte di quattro buoi, proprietà di tal Giovanni Cerutti, per un mordo epidemico. Per rimuoverli il sindaco non era riuscito a coinvolgere nessuno dei concittadini in quanto tutti i proprietari di animali bovini si erano rifiutati anche se precettati e l’unico cavallo del paese era stato dichiarato non idneo dal maniscalco “perché troppo vecchio e debolissimo”. Per questo il 21 dicembre si era recato a Varengo, allora comune, oggi frazione di Gabiano, e con l’aiuto del segretario comunale “si accordò con cinque uomini robusti, che chiesero un compenso di 75 lire, oltre le cibarie (che ammontavano a lire 5) per eseguire il trasporto e l’interramento dei tre animali morti”, i quali vennero poi sotterrati nelle giare di Moncestino. Il Porta, e qui siamo davvero in altri tempi, nonostante gli sforzi e l’impegno che aveva profuso, venne richiamato dal Prefetto “perché aveva speso una cifra superiore a quella spesa nel Comune di Morano per detto morbo epidemico”. Unica consolazione per il Porta fu il sostegno avuto all’unanimità dal Consiglio comunale di Moncestino e poter costatare che il morbo non si era ulteriormente esteso. Un altro legame di Moncestino, ma con la storia più recente sono le proprietà che Luigi De Vecchi, padre di Cesare Maria, quadrumviro della Marcia su Roma e capo fascismo torinese aveva sul territorio comunale, testimoniate da un busto che lo ricorda nel palazzo municipale, memoria che non ci sarebbe stata se si fosse riferita al figlio superfascista e monarchico.

Massimo Iaretti

 

 

 

 

Quando gli umoristi si scambiano gli auguri di Natale

Con tanti auguri sorridenti 15 dicembre 2017 / 14 gennaio 2018 Palazzo Lomellini, Carmagnola


Atmosfera natalizia, ma anche tanto buonumore nella mostra di fine anno a Palazzo Lomellini (Carmagnola) che, dal 15 dicembre 2017 al 14 gennaio 2018 presenta Con tanti auguri sorridenti”, una singolare raccolta di divertentissime tavole realizzate da umoristi famosi per lo scambio degli auguri di Natale. Una serie di foglietti, stampe originali o tipografiche, fotocopie colorate e ciclostili, raccolti dall’Editrice Il Pennino di Torino, in un periodo di circa venticinque anni.

Il percorso espositivo, curato da Dino Aloi, presenta una raccolta di disegni e biglietti, in larga parte inediti, provenienti da collezioni private: circa 300 modi diversi di farsi gli auguri realizzati da 90 firme dell’umorismo, fra autori nazionali ed internazionali. Si passa da disegni dell’umorista Giorgio Cavallo, inviati negli anni Sessanta, a sue opere originali realizzate per le occasioni festive, per arrivare ad una collezione che parte dagli anni Ottanta e giunge fino ai nostri giorni. Affascinante la varietà della tipologia espressiva che spazia dalle fotocopie colorate in originale, alle cartoline stampate in tipografia o con il sistema digitale, fino ad arrivare ai file inviati attraverso la posta elettronica, sempre in maggior crescita nell’ultimo periodo.

 

Segnaliamo grandi maestri come Osvaldo Cavandoli, ideatore di Mr. Linea per i Caroselli della Lagostina, Marco Biassoni, altro protagonista con il suo Re Artù di indimenticabili siparietti per la Gran Pavesi. E come se non bastasse, si possono osservare i disegni di Bruno Bozzetto, tra i più apprezzati registi del cinema di animazione mondiale, così come quelli di Marilena Nardi, artista amata in tutto il mondo grazie al suo tratto elegante e poderoso.

Tra gli altri si potranno ammirare i colori sfolgoranti di Giuliano, le trovate di Bruna e Paparelli o l’eleganza dei francesi Rousso, Million, San Millan e Ballouhey e ancora la freschezza di Milko e di Bernardi o le geniali trovate di Origone. La mostra è realizzata in collaborazione con il giornale on line www.buduar.it che da alcuni anni dedica uno speciale proprio agli auguri che gli umoristi si scambiano a Natale.

 

Anche questa volta il pubblico di Palazzo Lomellini potrà ammirare, nelle sale della Civica Galleria d’Arte Contemporanea, una mostra di notevole valore artistico, un’esposizione di opere nelle quali l’arguzia e l’abilità di ciascun disegnatore impreziosiscono il messaggio augurale, con esiti di grande fantasia e raffinata giovialità. Sarà un invito a vivere le prossime festività aggiungendo ai tanti auguri che dispenseremo, il dono semplice e sempre molto gradito di un sorriso sincero.

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Elenco artisti, realizzatori dei biglietti di auguri:
Pierre Ballouhey, Ferruccio Alessandri, Dino Aloi, Anja e Benny Naselli,
Athos Careghi, Gianni Audisio, Fabio Bacci, Franco Bacci, Carlo Baffi,
Orazio Bartolozzi, Battì (Batti Manfruelli), Giovanni Beduschi, Belli
(Gastone Bellincampi), Franco Bergamasco, Adolf Born, Aldo Bortolotti,
Bruno Bozzetto, Franco Bruna, Gianni Carino, Ernesto Cattoni, Michele
Cavaliere, Sergio Cavallerin, Giorgio Cavallo, Osvaldo Cavandoli, Davide
Ceccon, Cesar (Cesare Lo Monaco), Gianni Chiostri, Christine Traxeler,
Mariano Congiu, Lido Contemori, Marco De Angelis, Paolo Del Vaglio,
Franco Donarelli, Sergio Fedriani, Cinzia Ghigliano, Ghino Corradeschi,
Roberto Giannotti, Guido Giordano, Giox (Giovanni Sorcinelli), Giuliano
Rossetti, Antonio Guarene, Emilio Isca, Gianni Isidori, Alfio Leotta, Enzo
Lunari, Dario Mairano, Ugo Marantonio, Marco Biassoni, Antonio
Mascia, Melanton (Antonio Mele), Claudio Mellana, Milko Dalla Battista,
Georges Million, Moise (Paolo Moisello), Gaspare Morgione, Marilena
Nardi, Franco Oneta, Franco Origone, Palex (Alessandro Prevosto), Danilo
Paparelli, Carlo Peroni, Raymond Peynet, Marlene Pohle, Mihaita
Porumbita, Massimo Presciutti, Bruno Prosdocimi, Riccardo Bernardi,
Liviano Riva, Robert Rousso, Oscar Sacchi, Eugenio Saint Pierre, Ugo
Sajini, François San Millan, Giusepe Scapigliati, Fabio Sironi, Giorgio
Sommacal e Augusto Rasori, Giovanni Soria, Carlo Squillante, Carlo
Sterpone, Achille Superbi, Lucio Trojano, Antonio Tubino, Gianfranco
Uber, Antonio Vedù, Pino Zac (Giuseppe Zaccaria), Rino Zanchetta,
Leonardo Zaza, Silvia Ziche, Fabrizio Zubani.

Info: Comune di Carmagnola Ufficio Cultura 011.9724238

www.palazzolomellini.com

piazza S. Agostino 17

Orario:  

giovedì, venerdì, sabato 15,30 – 18,30

domenica 10,30 – 12,30 / 15,30 – 18,30

inaugurazione venerdì 15 dicembre ore 18,00

ingresso libero

 

 

Il Piano contro la violenza di genere

Ė passato in giunta il Piano triennale degli interventi per contrastare la violenza di genere, in attuazione della legge 4/2016, per il quale lunedì scorso è stato espresso nella IV Commissione del Consiglio regionale del Piemonte parere favorevole all’unanimità: «Si tratta di un passaggio fondamentale per continuare a realizzare gli obiettivi previsti dal documento. È innegabile che sono molto soddisfatta del lavoro che stiamo facendo tutte e tutti insieme, a dimostrazione che la via migliore per portare avanti politiche efficaci è la concertazione e il dialogo» – ha dichiarato Monica Cerutti, assessora alle Pari Opportunità della Regione Piemonte. Il Piano triennale degli interventi per contrastare la violenza di genere 2017-2019 prevede la realizzazione di otto obiettivi volti a consolidare la rete dei Centri antiviolenza e delle case rifugio, porre attenzione all’inserimento/reinserimento socio-lavorativo, prevenire i fenomeni di tratta, formare le operatrici e gli operatori, sperimentare interventi sugli autori della violenza, sostenere i figli e le figlie di vittime di femminicidio e le vittime di violenza assistita. «Voglio sottolineare 2 obiettivo del Piano: la promozione dell’impiego del Fondo di solidarietà per il patrocinio legale alle donne vittime di violenza e maltrattamenti, strumento previsto dalla legge 4/2016, che si è dimostrato utile soprattutto per le donne che non possono accedere al gratuito patrocinio; il lancio di campagne di informazione e sensibilizzazione che contribuiscano a diffondere la cultura del rispetto. Si tratta di due aspetti che a mio avviso sono fondamentali perché il contrasto alla violenza di genere passa anche attraverso la denuncia e le pari opportunità» – ha dichiarato Monica Cerutti. «Il sistema però non può prescindere dal finanziamento di progetti che sostengano chi sul territorio opera al contrasto della violenza sulle donne. I percorsi che abbiamo finanziato coprono attività differenziate. Due le novità di questi giorni. La prima è il sostegno al gruppo appartamento per donne vittime di violenza sole o con figli che verrà realizzato dentro “Cascina Graziella” nel comune di Moncalvo, in provincia di Asti. Si tratta di un progetto, finanziato con 150.000 euro di fondi regionali, che è significativo perché viene riconvertito un immobile confiscato alle mafia. La seconda è il risultato del bando regionale di accesso al finanziamento per la realizzazione di interventi e attività sperimentali nei confronti degli autori di violenza di genere, che premia cinque progetti sulle province di Torino, Cuneo, Biella, Verbania e Alessandria per un totale di 115.000 euro di risorse. Quello degli autori di violenza è un tema che deve essere necessariamente affrontato perché costituisce l’altra faccia della medaglia. Il contrasto alla violenza di genere non avrà mai veri risultati se non incentiveremo anche una presa di coscienza nella componente maschile» – ha concluso  Cerutti.

ROBERTO BOLLE AND FRIENDS SOLD OUT AL REGIO PER CHIUDERE IL 2017

Torna grande richiesta il ballerino italiano più famoso al mondo: Roberto Bolle, che chiude il 2017 con uno degli appuntamenti più attesti della Stagione. I tre appuntamenti in programma sono sold out

 

Roberto Bolle sale sul palcoscenico del Regio con le étoiles più scintillanti del momento: Alicia Amatriain (dal 2002 Prima Ballerina del Balletto di Stoccarda), Young Gyu Choi (Principal del Dutch National Ballet di Amsterdam dal 2016), Maria Eichwald (International Guest Artist), Dorothée Gilbert(Étoile del Ballet de l’Opéra di Parigi, dal 2007), Marcelo Gomes (Principal Dancer, American Ballet Theatre, New York), Kimin Kim (Principal Dancer, Balletto del Teatro Mariinskij, San Pietroburgo dal 2012), Anna Ol (Prima Ballerina del Dutch National Ballet, Amsterdam dal 2015), Christine Shevchenko (Principal Dancer, American Ballet Theatre, New York dal 2017). Il programma della serata è sul sito del Teatro http://www.teatroregio.torino.it/node/6810/locandinae anche le foto ufficiali http://www.teatroregio.torino.it/area-stampa/foto

Per ulteriori informazioni: www.teatroregio.torino.it e www.sistemamusica.it.

Seguite il Teatro Regio sui nostri social media, e per questa produzione utilizzate l’hashtag: #bolletour2017

Il caso Gerusalemme

FOCUS INTERNAZIONALE  di Filippo Re

Riconoscendo Gerusalemme come capitale dello Stato di Israele, Trump mira a rafforzare l’asse strategico con l’Arabia Saudita in funzione anti-iraniana ma accende la rivolta del mondo musulmano guidata dal sultano Erdogan

(AP Photo/Carlos Osorio)

Telefona al Papa, si consulta con i leader del mondo islamico, lancia strali a Stati Uniti e Israele, guida la ribellione dei musulmani, dal Nord Africa all’Indonesia, contro la scelta di Trump di spostare a Gerusalemme l’ambasciata americana riconoscendo di fatto la Città Santa come capitale dello Stato ebraico. Incontra Putin, diventato lo zar del Medio Oriente, e indossa i panni del “sultano” Recep Tayyip Erdogan ben consapevole che, insieme al leader del Cremlino, ha tutto da guadagnare dagli eventi in corso. Mentre Putin, il vincitore della guerra siriana, raccoglie i frutti del disimpegno occidentale dalla regione e vede crescere i suoi consensi nel mondo arabo sempre più ostile all’America, l’uomo forte di Ankara si erge come fiero condottiero neo-ottomano della comunità islamica universale contro l’Occidente infedele e bellicoso. Al capo della Cristianità Erdogan ha stretto idealmente la mano dopo le dichiarazioni preoccupate del Pontefice che, criticando l’annuncio americano, ha chiesto rispetto per lo “status quo” di Gerusalemme. Erdogan definisce “irresponsabile” la decisione dell’inquilino della Casa Bianca perchè “andrà tutto a beneficio dei terroristi”. É una vittoria per il presidente turco che viene acclamato da una parte all’altra del mondo musulmano come il vero “difensore della Città Santa”, colui che ammonisce il presidente degli Stati Uniti che il riconoscimento di Gerusalemme capitale di Israele rappresenta “una linea rossa per tutti i musulmani” e porterà alla rottura delle relazioni diplomatiche con Israele.

 

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E pensare che meno di due anni fa Erdogan affermava: “Israele ha bisogno di una potenza regionale come la Turchia. E anche noi, dobbiamo riconoscerlo, abbiano bisogno di Israele perchè è una realtà dell’area”. Ma quello era un altro Medio Oriente, molto diverso da quello attuale. Turchi e russi erano in rotta di collisione per l’abbattimento del jet russo da parte dei turchi nel novembre 2015 al confine con la Siria e per le sanzioni imposte da Mosca ad Ankara. E mentre infuriava la guerra siriana Putin rivelava il suo piano di dividere la Siria in tre parti, curdi compresi, suscitando l’ira di Ankara e rischiando uno scontro frontale con la Turchia. Oggi Putin e Erdogan sono amici e alleati e decidono insieme, con nostalgie imperiali, il futuro della Siria e dell’intera regione. L’offensiva del comandante della Mezzaluna contro gli Stati Uniti e Israele è partita da piazza Fatih, dalla moschea di Maometto II, sulla sommità del quarto colle della Roma d’Oriente, dove un tempo sorgeva la chiesa costantiniana dei Santi Apostoli che il Conquistatore fece demolire 564 anni fa per costruire la sua moschea. Non si tratta solo di manie di grandezza quando il neo “sultano” rispolvera le glorie del passato imperiale. Di frequente fa riferimento ai sultani ottomani, pensando che nel Paradiso islamico dovrà spiegare la sua strategia in politica estera a personaggi come Maometto II e Solimano il Magnifico. Nel frattempo, da Istanbul infiamma l’islam, radicale e moderato, parla da capo della Fratellanza musulmana più che da presidente di un grande Paese, da 65 anni pilastro sud-orientale della Nato, ma oggi sempre meno stabile e credibile. Piace ai musulmani vedere che con forza guida la riscossa dei Paesi islamici e riunisce nella sua Istanbul una grande assise con i leader dei 57 Stati membri dell’Organizzazione della cooperazione islamica (Oic) per un vertice straordinario che ricompatta una volta tanto sunniti e sciiti per un obiettivo comune. In un colpo solo vede aumentare il consenso interno e si presenta come grande potenza nel risiko mediorientale. La decisione di Trump su Gerusalemme muove nuovamente lo scenario levantino.

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Se in senso conflittuale o in direzione della ripresa concreta del processo di pace tra israeliani e palestinesi lo vedremo nei prossimi mesi. Certamente ha avuto l’effetto di mobilitare l’intero mondo musulmano, da Rabat a Jakarta, e di mettere a rischio quanto di positivo è stato raccolto negli ultimi tempi come il Trattato di pace tra Israele e la Giordania del 1994 che re Abdallah minaccia di rivedere ma per il resto, al di là delle solite oceaniche e violente manifestazioni di protesta che hanno coinvolto migliaia di persone è praticamente fallita quella “terza Intifada” che avrebbe dovuto, nelle intenzioni dei musulmani, sconvolgere l’intera regione. Mentre l’Unione Europea esprime grande preoccupazione e assicura che nessuno dei Paesi europei sposterà le proprie ambasciate da Tel Aviv, su Trump si abbatte la collera dell’Onu che rifiuta ogni soluzione unilaterale per i negoziati. Per padre Patton, Custode di Terra Santa, questa decisione non fa che provocare danni irreparabili e aggiungere violenze. Nel nuovo Medio Oriente che si sta delineando bisognerà fare i conti con l’inarrestabile espansione russa nel Mediterraneo orientale e con la forza emergente di una Turchia che non si accontenta di un ruolo di secondo piano.

 

dal settimanale “La Voce e il Tempo” Filippo Re

 

Traffico e smog, Osvaldo Napoli (FI): “Sospendere moratoria è assurdo”

Il commento di Osvaldo Napoli, capogruppo di Forza Italia a Palazzo Civico

“La decisione di sospendere la moratoria sullo stop del traffico e di bloccare, a partire dal 27 dicembre, anche le auto Euro 5 è un provvedimento privo di ogni buon senso. Per due ragioni molto semplici: la prima è che questo blocco riguarda la sola città di Torino, e quindi è destinato a creare caos per chi deve entrare o uscire dalla città. Un minimo di accortezza avrebbe dovuto indurre a un coordinamento con i Comuni dell’Area metropolitana per evitare disagi ed equivoci. La seconda ragione, ancora più semplice della prima, riguarda la natura in sé del provvedimento. Bloccare anche le auto Euro 5, che sono il contingente più numeroso e lasciare libertà di circolazione a poche migliaia di auto Euro 6, appare, ed è, discriminatorio. Tanto vale fissare il blocco completo della circolazione, magari in una fascia oraria più ristretta. A meno che il provvedimento del Comune, ma non osiamo neppure pensarlo, non sia un invito ai torinesi a cambiare la loro auto per comprarne una Euro 6”.  

Grazie ai trapianti salvate tre donne la notte di Natale

Nella notte di Natale all’ospedale Molinette di Torino tre donne sono state salvate grazie al dono più grande: la donazione di organi ed ai relativi trapianti. Un vero miracolo del Natale. Il 24 dicembre era deceduta una donna di 48 anni per un’emorragia cerebrale, presso l’ospedale torinese Maria Vittoria.  La maratona della Città della Salute di Torino, coordinata dal Centro regionale trapianti (diretto dal professor Antonio Amoroso), è iniziata in tarda notte tra il 24 ed il 25 con un trapianto di entrambi i polmoni su un’unica ricevente, una donna di 52 anni, affetta da BPCO (Bronco pneumopatia cronico ostruttiva). Il trapianto durato circa 5 ore, effettuato dall’équipe del professor Mauro Rinaldi, è tecnicamente riuscito ed ora la paziente si trova in terapia intensiva cardiochirurgica.  Poco dopo è stato effettuato un raro trapianto combinato fegato – rene su una donna di 59 anni, affetta da epatopatia policistica. Per quanto riguarda il fegato la prima parte è stata effettuata dall’équipe del professor Mauro Salizzoni, mentre la seconda per il rene ha visto in sala operatoria gli urologi del professor Paolo Gontero ed i chirurghi vascolari del dottor Maurizio Merlo, coadiuvati dai nefrologi del professor Luigi Biancone. Il doppio intervento durato circa 7 ore è tecnicamente riuscito ed ora la paziente si trova in terapia intensiva del dottor Pier Paolo Donadio.
Infine il secondo rene è stato trapiantato il giorno di Natale su una donna di 44 anni, affetta da glomerosclerosi. L’intervento di circa 4 ore, effettuato dalle medesime équipe del rene precedente, è tecnicamente riuscito ed ora la donna si trova in terapia intensiva dei trapianti renali.
Le cornee e la cute donate si trovano ora presso le relative banche dei tessuti.
Grandi doni per un miracolo di Natale.

Il Consiglio dell’Unione Valcerrina approva una mozione per tutelare la lingua e la letteratura piemontese

Il Consiglio dell’Unione dei Comuni della Valcerrina ha approvato all’unanimità una  mozione presentata dal consigliere Massimo Iaretti (consigliere del Comune di Villamiroglio dove è capoguppo della lista Progetto Villamirogtlio MPP, in rappresentanza delle minoranze) riguardanti la tutela della lingua piemontese. Il documento impresa l’Unione a rappresentare alla Regione Piemonte, in particolare al presidente Sergio Chiamparino, all’assessore alla cultura Antonella Parigi ed al presidente del Consiglio reginale, Mario Laus, l’istanza di farsi portavoce presso il
governo nazionale affinché il piemontese venga riconosciuto e tutelato come lingua
minoritaria ai sensi della legge 482 del 1999 sulle “Norme di tutela delle minoranza
linguistiche storiche”. In secondo luogo la mozione impegna l’Unione della Valcerrina a
promuovere, ed eventualmente, patrocinare d’intesa con i Comuni che ne fanno parte ed
altri esterni ad essa, iniziative che siano finalizzate a tutelare, valorizzare e diffondere lo studio della lingua e della letteratura piemontese. “Il piemontese – spiega Iaretti, che è anche presidente del Movimento Progetto Piemonte – è  un idioma diffuso in maniera pressochè esclusiva nel territorio della Regione Piemonte e la lingua piemontese è stata riconosciuta come tale già nel 1981. Inoltre anche l’Unesco ha scelto di inserirla fra le lingue in pericolo, meritevoli di tutela”. E nonostante il riconoscimento avvenuto nel 1999 da parte dell’assemblea di Palazzo Lascaris come “lingua regionale”, a tuttoggi non è stata inserita, a livello centrale, tra quelle tutelate dalla normativa nazionale. “E’ una vera contraddizione in termini – dice ancora Massimo Iaretti – perché per molti
emigrati è rimasta il vincolo che li tiene legati alla Madre Patria dei loro genitori, ancora
parlata nell’uso comune in famiglia. Ho avuto modo di costatare direttamente che ci
sono figli di emigrati della nostra regione, specialmente in Sud America, che non
parlano italiano, avendo come madre lingua lo spagnolo, ma si esprimono perfettamente
in piemontese. Ed è davvero un controsenso che qui si lasci morire una lingua ed una
letteratura storica, mentre, ad esempio in Argentina, in atenei come quelli di Cordoba o
di Rosario vi sono dei laboratori linguistici, oltre tutto molto frequentati, di
piemontese”. Di qui la decisione di presentare una mozione, che è stata approvata senza
alcuna obiezione, dal Consiglio, cui seguiranno a breve anche iniziative concrete per
raggiungere l’obiettivo prefissato, e che sarà presentata anche ad altri enti locali.

Addio a Provvisiero, il papà della Gam

Torino ha perso una sua figura storica, non solo appartenente al mondo della vecchia Dc, ma anche a quello dell’impresa edile più tenace e prestigiosa, con la morte di Sebastiano Provvisiero, fondatore della Secap, la società edile che realizzò a Torino varie opere, tra cui la Gam. Originario della Campania, apparteneva a una famiglia di costruttori ( già il nonno lo era nel 1863 e da lui Sebastiano eredito’ il nome). La vittoria dell’appalto dell’acquedotto nelle Valli di Lanzo aveva portato la sua impresa in Piemonte. I funerali si svolgeranno mercoledì mattina 27 dicembre alle 11 nella chiesa della Madonna degli Angeli in via Carlo Alberto. Il figlio Giuseppe è l’attuale presidente dell’Ance Piemonte. La famiglia Provvisiero vanta oltre quattro generazioni di costruttori e nell’ultimo decennio la loro impresa Secap ha saputo rinnovarsi, leggendo l’evoluzione del mercato delle costruzioni. A cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta l’impresa introduceva anche i servizi di manutenzione e nel 2000 Sebastiano Provvisiero diventava presidente della Secap trasformata in Spa, mentre il figlio Giuseppe prendeva le redini della gestione, diventandone prima amministratore delegato e poi attuale presidente. Tra i lavori che ha realizzato l’impresa di Sebastiano Provvisiero figurano l’ampliamento dell’ospedale Molinette, la costruzione dell’istituto di Fisica dell’Università di Torino e un gran numero di residenze popolari e istituti scolastici.

Mara Martellotta