La Polizia Stradale di Brescia ha fermato il conducente di un autobus, sul quale stava salendo una scolaresca, perché è risultato positivo all’alcoltest. Una pattuglia ha controllato un pullman di alunni delle superiori pronti per una gita e l’uomo non era nelle condizioni di guidare: alle 7 e 30, aveva un tasso alcolico superiore al consentito.
Edizione numero tredici per MiTo Settembre Musica. La nuova Stagione si svolgerà dal 3 al 19 settembre. Gli appuntamenti saranno 128. Il tema di quest’anno è “Geografie”. Il cartellone presentato dal direttore artistico e compositore Nicola Campogrande, si presenta molto corposo. Inaugurazione il 3 settembre alla Scala di Milano e il 4 al Teatro Regio di Torino, con la Israel Philharmonic Orchestra diretta da Zubin Mehta e con la pianista Martha Argerich. Eseguiranno il “Concerto n.2 per pianoforte e orchestra” di Beethoven e la “Symphonie fantastique” di Berlioz. Il concerto di chiusura il 19 settembre all’Auditorium Rai, con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai diretta da John Axelrod, con il soprano Rachel Harnisch e di Tine Thing Helseth alla tromba. Verranno eseguite musiche di Debussy, Qigang Chen, Mahler. Grandi protagonisti tra i direttori: Myung Whun Chung, Yuri Temirkanov, Marin Alsop, Zubin Metha, Daniele Rustoni. Tra i solisti Katia e Marielle Labeque, Alexander Romanovsky., Martha Argerich, Giovanni Sollima, Mario Brunello, Rachel Harnsich. MITo ha commissionato un brano a Philip Glass composto per un gruppo di sole percussioni dal titolo “Perpetulum”, verrà eseguito dal Third Coast Percussion. Riconfermato il giorno dei Cori. Il 7 settembre nel pomeriggio si esibiranno 10 cori, vi sarà anche Mario Brunello con il Coro del Friuli Venezia Giulia mentre alla sera alle OGR, il pubblico è invitato a cantare diretto da Michael Gohl. Repertorio da Puccini a Oscar Peterson. Vi sarà anche la prima esecuzione assoluta di “La terra dei cachi” di Elio e le storie tese nella versione per coro di Raffaele Cifani.
Pier Luigi Fuggetta
In centinaia ai funerali di Paolo Tenna
Nella chiesa di San Massimo, in via Mazzini a Torino, a Paolo Tenna, centinaia di persone hanno preso parte ai funerali dell’imprenditore torinese del cinema, Paolo Tenna, morto il 30 maggio a Roma nella caduta dalla finestra della sua stanza d’albergo, nei pressi del Quirinale. E’ intervenuta alla cerimonia funebre anche la sindaca Chiara Appendino, con la fascia tricolore, in rappresentanza della città. Il parroco e amico Franco Manzo ha ricordato gli anni trascorsi da Tenna come boy scout “forse deriva da quell’esperienza – ha detto il sacerdote – quel grande amore per la vita, la famiglia, per le persone e per il lavoro per cui aveva una grande passione”. Hanno preso la parola familiari e amici del defunto: la figlia Maria Sole di 9 anni, i fratelli, gli attori Ricky Tognazzi e Simona Izzo, il regista Emanuele Caruso, il presidente della Film Commission , Paolo Damilano, Michele Coppola di Intesa Sanpaolo.
SEQUESTRATI BENI PER OLTRE 1 MILIONE E MEZZO
La Divisione Anticrimine della Questura di Torino ha sequestrato beni per un valore di 1.650.000 euro a una coppia, un cittadino albanese di 54 anni e una italiana di 44, entrambi con precedenti a carico.
Le indagini hanno evidenziato il reinvestimento di denaro di provenienza illecita in una serie di immobili riconducibili alla coppia ma formalmente intestati alla donna. Gli accertamenti condotti hanno anche documentato una sproporzione tra il valore dei beni posseduti e il reddito dichiarato. Si ritiene che il cittadino albanese, pur risultando nullatenente, abbia fornito un notevole apporto alla crescita del patrimonio economico facente capo alla convivente.
Tra i beni sequestrati, figurano, in particolare: una società che ha sede a Sommariva del Bosco, in provincia di Cuneo; 1 immobile ubicato a Nichelino; 4 immobili e un terreno siti a Carmagnola; 4 immobili a Sommariva del Bosco e altri 14 a San Giacomo Vercellese. Sono stati anche sequestrati alcuni conti correnti e fondi azionari.
Due incidenti mortali in due diverse zone della città questa notte. Le vittime sono due motociclisti. Il primo scontro in via Montegrappa, il secondo in corso Regina Margherita. Nel primo incidente è morto un uomo di 60 anni, mentre la donna di 26 anni che guidava una Bmw X3 non aveva la patente poiché la licenza di guida le era stata ritirata dalla polizia municipale: essendo lei di origine moldava, non l’aveva convertita in una patente valide in italia. Era negativa all’alcoltest e non avrebbe dato la precedenza alla Vespa che giungeva da via Montegrappa. In corso Regina una Fiat Panda stava girando a sinistra per corso Potenza e lì è avvenuto lo scontro con il motociclista. Ferito anche il passeggero dell’auto trasferito al Maria Vittoria in codice giallo. Illeso invece il conducente, 40 anni marocchino. I veicoli sono sotto sequestro.
Noia, inciviltà e ricorso facile alla violenza. Si riassume con queste poche parole il comportamento alla base di un episodio che si è consumato in centro a Rivoli.
Un ventenne italiano è stato picchiato, ad Aprile, con una spranga di ferro per due euro da 5 ragazzi, di cui tre minorenni, annoiati. Senza scrupoli e senza vergogna hanno portato a termine il loro raid nonostante la presenza di diversi testimoni. La loro spavalderia è stata punita perché proprio un testimone ha trovato a terra il documento perso da uno degli aggressori durante la fuga.
Ieri mattina i Carabinieri di Rivoli, nel torinese, hanno notificato le due ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dai Tribunali ordinario e per i minorenni di Torino.
Destinatari dei provvedimenti sono 5 giovanissimi, di cui 2 poco più che maggiorenni e 3 minorenni, tutti responsabili di tentata rapina aggravata in concorso, lesioni personali e porto ingiustificato di strumenti atti ad offendere.
A incastrarli le indagini condotte dai carabinieri della Stazione Carabinieri di Rivoli dopo il grave episodio di violenza che ha avuto quale vittima nell’aprile scorso un 20enne del luogo.
Il giovane mentre tornava a casa intorno all’una di notte in compagnia del fratello è stato avvicinato dal gruppetto dei 5 che dapprima gli ha sbarrato la strada, per poi chiedergli la consegna di 2 euro. Al rifiuto opposto dal giovane, i ragazzi hanno reagito colpendolo violentemente con calci e pugni e con una spranga di ferro, il tutto sotto gli occhi del fratello della vittima, rimasto inerme e sgomento, e di alcuni passanti.
Dopo averlo picchiato, cagionandogli lesioni giudicate guaribili con 35 giorni di prognosi, il gruppo è scappato.
Fondamentale è stata la collaborazione dei cittadini che hanno assistito increduli alla violenza. Un testimone ha raccolto da terra il documento di identità perso da uno dei fuggitivi e lo ha subito consegnato ai carabinieri di Rivoli.
A Leo il premio “Mario Soldati” per la Cultura
Si può dire che Giampiero Leo abbia iniziato a fare politica ben prima della Laurea in Giurisprudenza conseguita a pieni voti: fin dalle elementari, da quando, come primo della classe, rifiutò l’invito della maestra a fare il capoclasse perchè non era stato eletto democraticamente, e non accettò l’incarico finchè non venne votato all’unanimità dai suoi compagni
Aperto e stimato esponente del mondo cattolico italiano, Giampiero Leo ha attraversato la rivoluzione studentesca, gli anni di piombo, la politica della prima e della seconda Repubblica rispondendo con il dialogo anche a chi, con violenza, voleva impedirgli di esprimersi, e mantenendo sempre intatto il suo autentico idealismo, che trova radici ben salde non solo nel movimento “Comunione e Liberazione”, ma anche nella sua appassionata dedizione al mondo dei giovani, della cultura, dei diritti umani che ha espresso in ogni ruolo politico, dalla carica di primo Assessore alla Gioventù d’Italia all’ultradecennale esperienza di Assessore Regionale alla Cultura-straordinaria, tale da farlo apparire come ideale Assessore alla Cultura anche in futuro- , fino alla vice Presidenza del Comitato dei diritti umani della Regione Piemonte. Se non ci fosse, Giampiero Leo lo si dovrebbe inventare: la sua continua ricerca di un confronto positivo attraverso il dialogo, l’autentico entusiasmo che contagia interlocutori di ogni credo e ideologia gli hanno fatto conseguire un consenso trasversale, come raro esempio di un primo della classe benvoluto da tutti, a dimostrazione, caso anche più raro, di come l’intelligenza del cuore possa convivere con la vocazione politica.
L‘Antiq’aria ed Muncalè
Il 2 giugno, in contemporanea con la Festa della Repubblica, si è svolto a Moncalieri “Antiq’aria”, il mercato dell’antiquariato che ogni prima domenica del mese vede più di 150 variopinte bancarelle snodarsi per tutto il centro storico della cittadina piemontese
Le merci in esposizione sono le più varie, tutte all’insegna dell’old-fashioned style: oggetti e mobili antichi, giocattoli, accessori per l’arredo della casa, abbigliamento, bijoux, libri, stampe, pizzi e tessuti, attrezzi da lavoro e di precisione, cartoline, fotografie, oggetti da collezione (monete, francobolli) e anche prodotti per il restauro.
La manifestazione parte solitamente dalla piazza di Borgo Navile – che però in questo mese di giugno non può ospitare banchi, a causa di lavori pubblici – e sale attraverso la Porta Navina, prosegue per via San Martino e giunge infine alla suggestiva Piazza Vittorio Emanuele II, con i suoi bei portici, ove si affacciano il Palazzo Comunale, la Collegiata di Santa Maria della Scala e la Chiesa di San Francesco.
Iniziando a visitare il mercato partendo dalla Porta Navina, possiamo accennare a qualche curiosità di carattere storico sui palazzi e sui monumenti che man mano si incontrano salendo verso la piazza principale.
E proprio riguardo alla Porta Navina, forse non tutti sanno che il disegno originale era molto semplice e che è stata più volte rimaneggiata nei secoli XV-XVI; l’aspetto attuale viene raggiunto verso la metà del XIX secolo, quando venne aggiunta una loggia con quattro archi; questa porta difendeva l’ingresso alla città da ponente ed è l’unica rimasta delle originarie porte difensive medievali; infatti, secondo i documenti più antichi, le porte dovevano essere quattro, tant’è che nelle incisioni settecentesche la città appare difesa da quattro porte: Mediolanensis, Rivigliasca, Taurinensis e Piacentina. La Porta Navina è appunto l’antica Porta Mediolanensis ed è nota come “Navina” in quanto vicina al porto fluviale a carattere commerciale che si trovava proprio qui, dove il Po formava un’ampia ansa; per secoli i Cavalieri Templari custodirono tale porta come via di transito, quale antico affaccio delle imbarcazioni sul Po. Un altorilievo di bronzo ricorda il “Proclama di Moncalieri” firmato da Vittorio Emanuele II il 20 novembre 1849.
Proseguendo la passeggiata tra le bancarelle, ci si diverte a guardare quanto siano cambiati, nel corso del tempo, gli oggetti più comuni, come ad esempio le teiere e gli orologi da tavolo; si rivedono materiali e forme oggi in disuso, ma il fascino dell’antiquariato è proprio questo: riassaporare quell’atmosfera di sobria eleganza che solo gli oggetti provenienti dal passato sono in grado di rievocare…. E gli espositori lo sanno molto bene, infatti sono abilissimi nel mettere in bella mostra i propri tesori, allestendo ogni banco con amorevole cura, per attirare l’attenzione e lo sguardo del visitatore sui dettagli, sui colori, sui giochi di luce del sole, che illumina le stoffe cangianti e le fa brillare come pietre preziose.
Giunti in piazza Vittorio Emanuele II, alla nostra destra possiamo ammirare la Chiesa di San Francesco, che è direttamente collegata con il Real Collegio di Carlo Alberto, situato subito dietro la Chiesa, tramite un ponte coperto visibile a sinistra, nell’omonima via Real Collegio. La sua costruzione risale al 1200, originariamente in stile gotico; venne poi abbattuta verso la metà del 1700 e ricostruita più o meno come la vediamo oggi, con la severa facciata in cotto; degni di nota sono i dipinti interni realizzati da Tommaso Juglaris, pittore locale.
Ai due lati della piazza, come già accennato, si snodano i portici: in origine lignei, nel ‘700 vennero rifatti in muratura, mantenendo comunque botteghe e locande; tra queste, merita una visita la Gelateria artigianale Gasprin, che dal 1929 offre gelati e panna montata di altissima qualità. Consiglio: armatevi di pazienza perchè nei fine settimana, specialmente nella bella stagione, la gelateria è presa letteralmente d’assalto, ma la bontà del gelato vale senz’altro l’attesa.
Possiamo infine ammirare la Collegiata di Santa Maria della Scala: costruita in stile romano-gotico nella prima metà del 1300, dall’imponente facciata rimaneggiata nel XIX secolo, con l’inserimento del rosone e della balaustra, la Chiesa è caratterizzata da tre navate con absidi terminali; la quarta navata venne più tardi, con l’inserimento di cappelle sepolcrali di famiglie nobili. Un recente restauro ha ripristinato la struttura originaria, con le navate divise da pilastri a fascio e coperta da volte a crociera. L’abside barocca reca lo splendido coro intagliato nel legno di noce, opera dei chieresi Francesco e Domenico Riva. Caratteristica è l’ultima cappella a sinistra, sede nel ‘500 della compagnia del SS. Sacramento e del gruppo del S. Sepolcro (ora trasferito entrando a sinistra), in terracotta dipinta, rappresentante la deposizione di Gesù nel sepolcro: è un’opera di arte fiamminga del ‘400, unica nel suo genere in Italia.
L’altare di destra è l’ex altare maggiore e conserva l’urna delle reliquie del Beato Bernardo di Baden, patrono di Moncalieri; nel 1958 fu eretto il nuovo altare in onore del Beato e fu eseguito l’ultimo restauro.
Rugiada Gambaudo
Alla scoperta dei tesori del Duomo
Uno spaccato sulla vita della Chiesa e poi la salita per godere di una delle più belle viste panoramiche su Torino
In una città come Torino, che vanta un Duomo contenente la preziosa reliquia della Santa Sindone, custodita all’interno della Cappella della Sacra Sindone, capolavoro indiscusso del Guarini, non poteva mancare un museo capace di illustrare la storia della Chiesa torinese.
A fianco della Cattedrale, in piazza San Giovanni, sorge, infatti, il Museo Diocesano, nato più di un decennio fa, nel 2008 per volontà del cardinale Severino Poletto, nella chiesa inferiore del Duomo, a sua volta costruito sui resti di tre preesistenti chiese paleocristiane. Dal Museo Diocesano si può accedere alla Torre campanaria, da cui si gode di uno splendido panorama sulla città.
Il museo è stato voluto e progettato dalla Diocesi torinese ed il suo allestimento vuole valorizzare le opere contenute al suo interno, mostrandone il loro significato e la loro origine. Le aree tematiche in cui si articola l’allestimento sono rappresentate da tre momenti distinti della vita cristiana, il Battesimo, la Comunione e la devozione mariana al culto dei Santi.
Merita una vita il Museo diocesano già solo per poter ammirare il fonte battesimale custodito al suo interno, risalente al Quattrocento, il trattato di architettura di Leon Battista Alberti, la Madonna con Sant’Anna di Antoine de Lonhy, San Nicola da Bari di Girolamo Giovenone ed altri dipinti. La sala principale del museo è quella riservata alla liturgia del Verbo e all’altare, che sono presentati secondo le indicazioni fornite dal Concilio di Trento (1545-1563) e dal Concilio Vaticano II (1962-65). Accanto agli oggetti sacri, che sono parte fondante nella celebrazione dell’Eucarestia, comprendenti anche paramenti e statue di epoca barocca, il visitatore potrà ammirare il complesso ligneo scultureo raffigurante la Crocifissione, risalente alla metà del Seicento, ed il frontale dell’altare in argento del Settecento. Altrettanto interessante risulta la sala dedicata al culto mariano, di cui sono testimonianza non soltanto le sculture e gli ex voto lignei, ma anche l’altare dedicato alla Vergine del Rosario.
Fa ora parte delle collezioni permanenti del Museo Diocesano anche il dipinto dal titolo “Trionfo della morte”, realizzato nel 1627 dall’allora giovane pittore Giovanni Battista Della Rovere. È anche noto come ” Specchio della vita umana”.
Meritano anche una particolare attenzione le sezioni architettoniche che sono state rinvenute durante gli scavi risalenti agli anni Novanta, comprendenti resti risalenti ad epoca romana, un sepolcro medievale e parti del battistero di San Giovanni Battista. Recentemente, infatti, sotto l’edificio dell’attuale Duomo, sono state rinvenute proprio le rovine dell’originario complesso episcopale torinese, comprendente tre chiese risalenti al 500-600 d.C., la prima dedicata al Salvatore, una seconda a San Giovanni Battista (che diede poi il nome al Duomo costruito da Domenico della Rovere) ed una terza a Santa Maria. Di particolare interesse archeologico e storico è stato il rinvenimento di un cimitero risalente all’antichita’, posto davanti alla chiesa del Salvatore. Altre sepolture sono poi state scoperte sotto il pavimento attuale della Cattedrale, accanto a tombe comprendenti resti di uomini e donne, risalenti a un periodo di tempo molto ampio, compreso tra la fine dell’epoca romana e quella del Medio Evo.
Il Museo Diocesano ospita periodicamente delle interessanti mostre, tra cui la più recente, aperta fino al 9 giugno prossimo, si intitola “L’ultima Cena”, e comprende tredici opere pittoriche di artisti di respiro internazionale, ispirate a questo tema universalmente noto. L’esposizione è frutto di una proficua collaborazione tra il Museo Diocesano di Torino ed Parco d’Arte Quarelli di Roccaverano, nell’Astigiano.
Mara Martellotta
Orario di visita. Mercoledì 14- 18, ven- sab- dom 10- 18.
Museo Diocesano di Torino
Piazza San Giovanni, Torino