redazione il torinese

Tibet, il paese ai confini del cielo

Mandala di Sabbia Disegnare un Mandala non è una cosa semplice; è un rito che mira ad una palingenesi dell’individuo e ai cui particolari questo deve Partecipare con tutta l’attenzione che l’importanza del risultato da ottenere richiede: un errore, una svista o una dimenticanza rendono l’opera inefficace. Non solo perché, come in ogni atto magico, la Perfezione è garanzia di successo, ma anche perché ogni manchevolezza è il segno della disattenzione. Nel monastero di Sera Jhe, ci sono due collegi, Sera Jhe e Sera Mhe con 4,000 Monaci. SI trova a Bylakuppe nello stato del Karnataka (sud dell’India) a 900 metri di altezza, in una zona di insediamenti tibetani.Ci sono 15,000 profughi e altri Monasteri di scuole differenti. All’interno del monastero esistono scuole elementari, medie e superiori, per poi passare ad un insegnamento Universitario per giungere al Dottorato di Filosofia Buddihista fino al titolo di Ghesce.

 

 

Gli Incontri ed il Programma del Mandala di Sabbia dal 28 al 30 Settembre 2018 a Giaveno

 

Venerdì 28 Settembre

 

ore 10,00

Inaugurazione dell’esposizione “L’Arte delle Nevi”

interviene Carlo Giacone Sindaco di Giaveno

Villa Favorita in Via XXIV Maggio, 1

 

dalle ore 10,30 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 18,30

Realizzazione del Mandala di Chenresik, il Signore della Compassione

a cura dei Monaci del Jadrel Khanzen di Sera Jhe,

Villa Favorita

 

dalle ore 15,00 alle 16,30

Il Ven. Ghesce Sonam Sherab ed il Ven Lama Shartrul Rinpoche incontrano

gli allievi dell’Istituto “Blaise Pascal” e le altre scuole del territorio

all’Istituto Maria Ausiliatrice, Via Maria Ausiliatrice, 55

 

alle ore 21,00

Conferenza di Bruno Portigliatti “Il mito di Shambahala

un aspetto esoterico del Buddhismo Tibetano”

e del Ven. Lama Shartrul Rinpoche su

“Il Tantra di Kalachakra, la Ruota del Tempo”

Aula magna dell’Istituto Pacchiotti, Via Giacinto Pacchiotti, 51

 

Sabato 29 Settembre

 

dalle ore 10,30 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 18,30

Proseguimento del Mandala di Chenresik, il Signore della Compassione

a cura dei Monaci del Jadrel Khanzen di Sera Jhe e visita dell’esposizione

Villa Favorita

 

ore 16,00

Tavola Rotonda su

“Dualismo, non dualismo fra devozione del Divino e autorealizzazione”

Intervengono i relatori:

Avv. Fabrizio D’Agostini, il Ven. Pajin Tulku Rinpoche

Prof. Don Ermis Segatti, il Ven Lama Shartrul Rinpoche

Svamini Shuddhananda Ghiri

Aula Magna dell’Istituto Pacchiotti

 

alle ore 20,00

Cena con i Monaci con degustazione di alcuni piatti

della cucina tibetana

È gradita la prenotazione entro il 25 settembre

Rina 335.61.36.433, Carmela 392.131.95.53

Sede dell’Associazione Nazionale Alpini

Gruppo Giaveno Valgioie Via caduti sul Lavoro, 1

 

Domenica 30 Settembre

 

dalle ore 10,30 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 18,30

Visita della Mostra e del Mandala di Chenresik

dei Monaci di Sera Jhe

Villa Favorita

 

ore 16,30

Cerimonia di Chiusura e intervento di

Edoardo Favaron, Consigliere Delegato

alla Cultura della Città di Giaveno

e Dissoluzione del Mandala di Chenresik

Parco Comunale “Maria Teresa Marchini”

Piazza Papa Giovanni XXIII

Depuriamoci dalle tossine accumulate per accogliere l’autunno

In qualunque periodo dell’anno, ma soprattutto nelle fasi di  passaggio autunnale e primaverile è essenziale supportare il  benessere dell’organismo seguendo un’alimentazione sana e  varia, in grado di assicurare non soltanto un apporto energetico  adeguato alle esigenze fisiche e mentali, ma anche tutti quei  micronutrienti essenziali per mantenere un metabolismo  efficiente e difese immunitarie ottimali.  I processi di depurazione avvengono fisiologicamente all’interno del nostro organismo e sono responsabili del nostro benessere.  Fegato, reni, intestino e pelle sono gli organi che hanno la  funzione di eliminare le tossine e le sostanze in eccesso; ma  per aiutare l ’organismo a depurarsi naturalmente, dobbiamo  imparare ad affrontare il cambiamento di stagione,  assicurandoci e sostenendo una buona funzionalità dei fisiologici processi depurativi. A questo scopo abbiamo due  validi alleati ad aiutarci: la dieta e l’immensa “farmacia della  Natura!” In autunno siamo spesso soggetti a stanchezza, sonnolenza o  malumore, vediamo come la natura può venirci in contro e quali  sono le buone pratiche; un consiglio fondamentale, è non  perdere mai di vista il vostro obiettivo, che deve essere quello di stare bene, quindi la prima cosa da fare nel cambio di stagione  è  depurare. Le erbe per la depurazione sono preziose alleate, sia fresche che essiccate, sono una vera e propria miniera d’oro, non solo danno incredibili benefici per la nostra salute, non solo aggiungono sapore senza bisogno di grassi, sale o zucchero, ma sono anche un’elevata concentrazione di antiossidanti, vitamine e minerali. Per aiutare il corpo a espellere le tossine è possibile aggiungere alla propria dieta alcune erbe dalle proprietà  disintossicanti, come bardana, tarassaco, cardo mariano e carciofo, che  agiscono sul fegato e sulla cistifellea stimolando la produzione  di bile e il lavoro dei reni, favorendo cosi la diuresi, questo mix depurativo sotto forma di tisana, aiuterà il vostro organismo nel  processo detossinante.
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Ilaria Chionetti Pininfarina
Studio di Consulenza in Medicina Psicosomatica tel. 011/50000
Giornalista scrittrice, consulente in nutrizione e comportamento
alimentare

Auto storiche alla conquista di Ivrea

Piazza Ottinetti, nel cuore di Ivrea, la città dalla rosse torri, ha ospitato domenica 23 settembre la Giornata nazionale del veicolo storico, organizzata dal Club ruote storiche in Canavese. Particolarmente apprezzata, per tutta la giornata, è stata l’esposizione statica dei veicoli 1940 – 1960, tra i quali anche una Lancia Aprilia del 1939

Massimo Iaretti

 

Frosinone Juventus 0-2. La soddisfazione di Allegri

Massimiliano Allegri, dopo Frosinone-Juventus: “Ci aspettavamo questa partita: noi venivamo da una partita giocata  in dieci per 70 minuti – dice il ct bianconero – e  loro da 5 reti incassate. Poi nella ripresa i ragazzi sono riusciti a portare con velocità e calma la palla nell’area avversaria e così è arrivato il gol”. Aggiunge Allegri: “In mezzo al campo nel primo temp non mi piaceva quando  Emre Can si abbassava troppo. Nel primo tempo abbiamo faticato a dare ampiezza”. A proposito di Dybala:  “ha bisogno di giocare. L’ho sempre detto:  la corsa è  sua qualità fisica migliore”.

 

(foto Claudio Benedetto www.fotoegrafico.net)

Sbarca a Torino l’Hollywood peel

Parole d’ordine: luminosità, pulizia della pelle, compattezza, tonicità. Perché se “scolpire” e rimodellare forme e lineamenti è il trend estetico degli ultimi anni, dall’ovale del viso agli occhi, dalle labbra fino al seno ed al corpo,

con questa tecnica innovativa si ottiene per il viso una luminosità che pochi altri trattamenti, seppur efficaci e ed effettuati con sofisticate apparecchiature, riescono ad ottenere.Si tratta di un innovativo sistema ad alta tecnologia per la pulizia profonda della pelle del volto e per la riduzione di pori dilatati e di punti neri adatto alle donne di ogni età la cui procedura indolore, si compone di due fasi. Nella prima, viene spalmato sul volto un gel contenente carbonio in grado di penetrare nei pori. Nella seconda fase, che si effettua dopo pochissimi minuti, si illumina la pelle con un raggio laser, facendo più passaggi sul viso. Questo strumento laser q-switched emette in tempi della durata di nanosecondi una luce infrarossa che viene assorbita dalle micro-particelle di carbonio. Queste si rompono, si vaporizzano e puliscono in modo indolore i pori da tutto il materiale che le ostruisce. La pelle del viso diviene luminosa e compatta.Come dire? La moderna e sofisticata medicina estetica mette a disposizione trattamenti che consentono di attenuare le rughe e ‘invecchiare meglio’, senza ricorrere ai ritocchini della chirurgia estetica. C’è una Clinica a Torino nella quale si effettua il trattamento amato dalle celebrità e loro ‘segreto di bellezza’. Si tratta di Shibumi Med, centro specializzato nella medicina estetica e con apparecchiature all’ avanguardia, diretto dal dottor Marco Finiguerra, sito in corso Galileo Ferraris 2 (telefono 011/2386795). www.shibumimed.com

Barbara Aimar

 

Migrazioni, in 45 mila al festival

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Sono stati in 4.500 a rispondere all’invito della prima edizione del Festival delle Migrazioni – Siediti vicino a me, partecipando dal 20 al 23 settembre 2018 a Torino alla quattro giorni di appuntamenti sui temi della migrazione, della convivenza e del dialogo condiviso, tra gli spazi di San Pietro in Vincoli, Sermig – Arsenale della Pace, Scuola Holden e Cottolengo

Il festival, organizzato nell’ambito del programma di eventi di Terra Madre IN, è ideato dalle Compagnie torinesi A.C.T.I. Teatri Indipendenti, AlmaTeatro Tedacà, con il sostegno di Regione Piemonte,Fondazione Piemonte dal Vivo e Compagnia di San Paolo, con il patrocinio della Città di Torino e il patrocinio dell’Ordine Assistenti Sociali del Piemonte, in collaborazione con Sermig – Arsenale della Pace,Scuola Cottolengo, Scuola Holden e associazioni che si occupano di migrazione presenti sul territorio. Tra spettacoli teatrali, workshop tematici, reading, concerti, momenti di convivialità e laboratori, i 27 eventi in programma hanno sempre registrato il tutto esaurito, a testimonianza di come pur essendo alla sua prima edizione il festival sia stato accolto dal pubblico con entusiasmo e partecipazione.La realizzazione del festival è stata possibile grazie a 60 persone tra staff, tecnici e volontari impegnati per un anno e mezzo di lavori, coinvolgendo 50 ospiti e 130 artisti provenienti da 25 Paesi diversi. Questi numeri si sono tradotti, nel corso della quattro giorni, in occasioni di condivisione e di confronto.Ne è un esempio la Cena delle cittadinanze di sabato sera che ha riunito alla stessa lunghissima tavolata allestita presso l’ex Cimitero di San Pietro in Vincoli più di 500 persone provenienti da ogni parte del mondo, che hanno condiviso il cibo portato da casa, scambiando tra vicini di posto pasta al forno con riso somalo con uvetta e spezie; e che dopo hanno ballato sulle note afro-jazz dei Kora Beat.Grande emozione per le due voci femminili del festival: giovedì sera la scrittrice e cantante Gabriella Ghermandi, ha incantato il pubblico della Scuola Holden con l’Atse Tewodros Projects, un concerto che mette in dialogo artisti etiopi e italiani, raccontando con la musica storie della tradizione etiope. A chiudere il festival è stata Ottavia Piccolo con lo spettacolo Occident Express accompagnata dall’Orchestra multietnica di Arezzo: in scena la storia vera di Haifa, anziana donna irachena che nel 2015 percorre 5.000 km per sottrarre la nipotina alla guerra.Il pubblico è intervenuto numeroso anche alla rappresentazione dell’opera da camera Katër i Radës. Il naufragio basato su un testo di Alessandro Leogrande, prodotto dalla Biennale di Venezia e realizzato da Koreja Cantieri Teatrali; così come ha affollato San Pietro in Vincoli in occasione dell’irriverente spettacolo I Veryferici, attraverso cui gli Shebbab Met Project raccontano in provocatoria la vita nelle periferie di diverse città.Ottima inoltre la partecipazione agli incontri, che hanno proposto approfondimenti e punti di vista diversi sul tema della migrazione: da quello sul caporalato e le lotte intraprese contro lo sfruttamento con Yvan Sagnet a Frontiere rivali, frontiere solidali sul contrastato passaggio in Francia dei migranti, a Quelli che se ne vanno. La nuova emigrazione italiana con Enrico Pugliese, per trattare di un altro tipo di esodo: quello dei giovani italiani.A chiudere la serie di incontri lo scrittore indiano Amitav Ghosh che domenica ha presentato La Grande Cecità. Il cambiamento climatico e l’impensabile, in dialogo con l’etnopsichiatra Roberto Beneduce.

Tutti i numeri del festival:

4.500 persone che hanno ballato, mangiato, parlato, scherzato, ascoltato e che hanno assistito agli spettacoli: 4.500 persone che si sono sedute una accanto all’altra!

180 ospiti provenienti da 25 Paesi diversi accolti

27 eventi in programma

40 kg di riso cucinato durante la Cena della cittadinanze dalle donne della Associazione Africa sub-sahariana e II generazione

200 litri di tè e 30 kg di biscotti offerti nelle pause tra un incontro e l’altro

60 persone che hanno consumato litri non quantificabili di caffè, tra staff, tecnici e volontari

3.000 foto scattate

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Il Festival delle Migrazioni – Siediti vicino a me è un invito collettivo a incontrarsi per riflettere sulle resistenze culturali, sulla convivenza, sul concetto di comunità e accoglienza, che vede in dialogo la popolazione italiana autoctona, le persone di diverse provenienze che da anni sono residenti qui e sono diventate cittadine italiane, le seconde e terze generazioni, chi da poco è arrivato nella nostra città e vive nei centri di seconda accoglienza, tutti da considerarsi come soggetti culturali attivi del nostro territorio.

Il Festival delle Migrazioni – Siediti vicino a me è un dialogo contro la paura, un’occasione per combattere l’idea che il fenomeno migratorio sia comparso improvvisamente in tempi recenti. Allo stesso tempo raccontare le storie dei protagonisti di tali migrazioni è un modo per rendere il fenomeno meno astratto e dar loro un’identità, per evitare facili semplificazioni e strumentalizzazioni.

 

www.festivaldellemigrazioni.it

OLIMPIADI INVERNALI: LAVORIAMO ANCORA PER NON PERDERE UNA GRANDE OCCASIONE.

Il consigliere regionale Gian Luca Vignale del Movimento nazionale sovranista scrive al presidente della Regione Sergio Chiamparino

 

 

Ill.mo Presidente,

dopo la recente quanto cocente esclusione delle montagne olimpiche e di Torino dalla candidatura ai Giochi olimpici invernali del 2026, una parte della classe politica e dirigente piemontese e ha iniziato l’oramai consueta caccia al responsabile, puntando il dito contro l’uno o l’altro a seconda dello schieramento di appartenenza.

 

Da torinese e amante delle montagne piemontesi ricordo cosa furono le Olimpiadi del 2006 e quale impatto positivo diedero alle nostre montagne, a Torino e a tutto il Piemonte. Per questo motivo non mi interessa – oggi – puntare il dito contro qualcuno. Non certo perché non vi siano evidenti responsabilità, ma semplicemente perché credo che questa caccia al colpevole rischi di escludere la nostra regione dall’organizzazione delle Olimpiadi del 2026.

 

Sono convinto – e spero – che si possa ancora recuperare e che nulla sia andato perduto. Ma serve un intervento forte e compatto. Così come il presidente del Veneto, Luca Zaia ha svolto il suo ruolo di governatore, riuscendo a sostenere in modo compatto la candidatura di Cortina, ora tocca a Lei imporre la voce del Piemonte, consapevole che i grandi successi ottenuti nella storia del Piemonte sono stati frutto della tenacia della nostra gente e della sua classe politica.

 

 

Mi rivolgo quindi a Lei per provare, insieme ai sindaci delle valli olimpiche ed eventualmente

della città di Torino, a non gettare tutto alle ortiche e per lavorare insieme per riportare in Piemonte e nelle nostre montagne ciò che ad esse tocca quasi di diritto. Senza complessi di inferiorità, ma anche con il realismo dovuto. Diventino davvero le Olimpiadi delle Alpi in cui le nostre montagne siano protagoniste.

 

In ultimo mi permetto di darLe un consiglio: non cada nel “tranello” delle risorse che in questi giorni il Sindaco Sala e il Presidente Zaia hanno messo in campo. Anche il Piemonte potrà onorare una parte delle spese necessarie per organizzare le Olimpiadi. In molte occasioni ho attaccato Lei e la Sua amministrazione, sappia che in questo momento sono al fianco di chi cerca – aldilà degli schieramenti di appartenenza – di difendere il nostro territorio. Conti sul mio sostegno per riportare le olimpiadi invernali in Piemonte.

 

Con speranza,

 

Gian Luca Vignale

 

 

 

 

 

 

Giochi 2026, Martina: “Un pasticcio”

Nel dibattito sui Giochi olimpici  2026 interviene anche Maurizio Martina: “Spero che Chiamparino abbia un ruolo di guida nella vicenda  Olimpiadi. Certo non ci volevano i passi falsi della sindaca Appendino. Il Comune  mi sembra in grande difficoltà rispetto a quello che ha annunciato e  poi non è riuscito a fare: mi sembra un pasticcio”. Parola del segretario del Pd, in visita a Torino al Salone del Gusto.

DOG LOVERS’ DAY, LA LE.I.D.A.A. DELL’ON. BRAMBILLA PREMIA I CANI EROI

Dai “cani eroi” di Genova e del soccorso alpino al “dog show” con i più simpatici amici di tutti i giorni. Anche quest’anno la Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, fondata e presieduta dall’on. Michela Vittoria Brambilla, ha organizzato a Milano il “Dog Lovers’ day”, manifestazione nata per celebrare la plurimillenaria amicizia tra uomo e cane. Protagonisti, innanzitutto, i cani-eroi. A cominciare da quelli di Genova, che sono intervenuti tra le macerie del ponte Morandi come per tante altre emergenze del passato e che l’on. Brambilla ha voluto premiare. Tante le storie che i loro partner umani nelle operazioni di soccorso, i vigili del fuoco, hanno potuto raccontare. Come i loro colleghi del soccorso alpino, dove i cani sono da sempre protagonisti, i cani da salvataggio in ambiente acquatico, i cosiddetti cani “allerta diabete” capaci di segnalare iper- ed ipoglicemie. “Premiando questi magnifici animali e i loro conduttori – prosegue – abbiamo voluto ricordare a tutti che i cani non ci danno solo fedeltà ed affetto incondizionati, ma letteralmente salvano delle vite. Da tempo se n’è accorta anche la stampa, nazionale e internazionale, che giustamente esalta le loro eccezionali capacità. Dobbiamo ricordarcene anche noi. Alla generosità degli animali troppo spesso corrispondono indifferenza e spesso crudeltà da parte degli uomini”. Ospiti d’onore al “Dog Lovers’ day” di quest’anno i cuccioli di “Luce”, la cagnetta “incaprettata” in Calabria soccorsa dalla LE.I.D.A.A di Cosenza che, prima di morire, ha partorito 11 cuccioli. A circa tre mesi da quel drammatico avvio, gli otto piccoli sopravvissuti al primo impatto con la vita – Artù, Daisy, Fiocco, Birichino, Kira, Lara, Holly, Alissa – sono tutti in buone condizioni di salute, adottati in Lombardia da famiglie che li adorano, ed oggi acclamati come star dalla platea di appassionati nella sala dell’Istituto dei ciechi. La più piccola e gracile, Alissa, vive con la famiglia dell’on. Brambilla. Il video della loro storia è visionabile su YouTube all’indirizzohttps://www.youtube.com/watch?v=Ws3oKvLIah4&t o scaricabile all’indirizzohttps://drive.google.com/file/d/1TLXeaZosXxqJzOaGlb8frOf8usvS-72d/viewAlla sfilata conclusiva, invece, hanno partecipato gli animali che tutti i giorni allietano la vita dei loro amici umani. Premi per il più bello, il più cicciottello, quello che somiglia di più all’amico umano. Il Dog Lovers Day, promosso dalla World Dog Alliance, di cui la Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente è portavoce per l’Italia,
si tiene anche a Taiwan e a Shanghai, per rilanciare la richiesta di mettere al bando il consumo e il commercio della carne di cane nei Paesi, soprattutto dell’Estremo Oriente, dove sono, purtroppo, ancora diffusi.

Sono stati premiati nel Dog Lovers’ Day

Nella categoria GRANDI

1° classificato: Bernie, condotto da Chiara dell’associazione “Abbaio come Voglio”

2° classificato: Angelo, condotto da Donatella Tarsetti

3° classificato: Dagobert, condotto da Maria Rosa Paleni

Nella categoria MEDI

1° classificato: Balù, condotto da Gianpiera De Cecco

2° classificato: Gino, condotto da Maurizio Dragone

3° classificato: Charly, condotto da Teresa Cargiuli

Nella categoria PICCOLI:

1° classificato: Willy, condotto da Nicole Lumbruoso

2° classificato: Flap, condotto da Adriano Pezzano

3° classificato: Chuck, condotto da Sofia Merli

Nella categoria MINI: Tiganà, condotta da Antonella Garfagna

Nella categoria LA PUPA: Lindor, condotta da Carla Facchini

Nella categoria IL BULLO: Victor, condotto da Gianpiera De Cecco

Nella categoria NONNETTO: Cruciverba, condotto da Marina Monticelli

Nella categoria LO SMILZO: Dandelion, condotto da Maria Rosa Paleni

Una premio è andato anche a tutti i cuccioli di Luce, con i rispettivi proprietari:

Artù adottato da Lucia e Francesco, Milano. Adora molto le coccole e, tutte le volte che lo portano a passeggio, non vede l’ora di ricevere i complimenti e le carezze delle persone che incontra per strada. A settembre Artù accompagnerà qualche volta al lavoro Francesco che di professione fa l’architetto e ha la possibilità di tenerlo in studio.

Daisy, adottata da Andrea, Daniela e Leon, Rho. Con loro vive anche Doky, il Jack Russell adottato poco più di un anno fa, che è stato subito felice di avere una nuova sorellina con cui giocare e combinare marachelle. Adottata a Luglio, Daisy ad Agosto ha seguito la sua nuova famiglia in montagna; una volta finite le vacanze, insieme a Doky accompagnerà Daniela, libera professionista, a lavoro.

Fiocco e Birichino, adottati da Petra e Mario, Calolziocorte. Sono sempre stati i due fratelli più inseparabili del gruppo. Così, quando Petra e Mario, un coppia di Calolziocorte senza figli li hanno visti non se la sono sentita di separarli e li hanno adottati insieme. Di questa scelta coraggiosa non se ne sono mai pentiti: a distanza di due mesi li amano tantissimo e con loro giocano in giardino e fanno lunghe passeggiate nel parco. Fiocco e Beri vanno d’accordo con gli altri cani e con tutte le persone che, vedendoli così belli e dolci, li fermano per coprirli di carezze.

Kira, adottata da Debora, Pedro e i loro figli Manuel, Michele e Christian (Olgiate Molgora) che già la adorano. Amano giocare insieme, in casa o in cortile, oppure nel giardino dei nonni. Kira adora, inoltre, le passeggiate; sembra non stancarsi mai! Con loro resta anche un pesciolino rosso, Capitan Nemo, in onore del cartone della Pixar.

Lara, adottata da Margherita, Stefano e dal figlio Enrico. Oggi abita a Lecco e vive in simbiosi con la sua nuova mamma: le dorme in braccio ascoltando il battito del cuore, vanno insieme al lavoro e all’aperitivo con le amiche. Per lei la famiglia ha cambiato anche i piani delle vacanze, la Provenza anziché l’Albania, così i due cagnolini hanno potuto viaggiare con loro in auto e correre felici in campagna. Dopo un attimo di gelosia, ora le cose vanno meglio anche con Bau, felicissimo di avere una nuova amica di giochi.

Holly, adottata da Roberta e la sua famiglia: il figlio undicenne Filippo, la mamma Rita e Lia, una meticcia di cinque anni. Holly e Lia vanno al parco almeno tre volte al giorno, hanno già fatto amicizia fra di loro e giocano senza sosta. Anche se Roberta non può portare Holly con sé a lavoro, lei e la sua famiglia le dedicano tutte e attenzioni, non lasciandola quasi mai sola e suddividendosi i compiti per darle tutto ciò di cui ha bisogno.

Alissa adottata da Michela Vittoria Brambilla. Quando la figlia Stella l’ha vista è stato amore a prima vista: una tenera palla di pelo marroncino, tra tanti batuffoli bianchi. E’ una cucciola molto vivace, quasi iperattiva, che rosicchia e morde tutto quello che le capita a tiro. Il suo giocattolo preferito è una piccola paperella di gomma, appartenuta un tempo a Stella, e che lei stessa ha voluto regalarle. Arrivato il momento di partire per le vacanze, Alissa ha ovviamente seguito tutta la famiglia a Cesenatico.

IL MATRIMONIO SECONDO GIVERSO

GIVERSO Gioielli si differenzia come un’antica gioielleria di una famiglia assolutamente unita per amore, esperienza e innovazione di un estro ormai oggi riconosciuto come unico, altamente qualitativo soprattutto per l’assoluto valore dei materiali

Le fedi di Giverso Gioielli sono tutte realizzate a mano in oro certificato etico Fairmined e conforme alla Chain of custody del RJC. Prima gioielleria certificata etica in Piemonte e seconda a livello nazionale (www.giversogioielli.it/responsabilita-etica – Giverso Gioielli : 78. Corso Bramante – Torino) . Quest’ultimo dettaglio li differenzia di gran lunga nel panorama del mercato orafo, dando loro grande unicità e altissimo livello di qualità. Con questo marchio che li contraddistingue, Giverso Gioielli sono davvero professionisti all’avanguardia, non solo precisi nel proprio lavoro ma anche attenti operatori sul mercato nel rispetto di coloro che lavorano nelle miniere, le più certificate, laddove non vige lo sfruttamento del personale addetto ai lavori e dove l’inquinamento estrattivo è ridotto ai minimi termini. Inoltre, tutte le fedi create da Giverso Gioielli appartengono ad un nome e portano con se’ una pergamena descrittiva che ne rileva il significato del nome. Una domanda piuttosto ricorrente, alla luce di un grande avvenimento quale il matrimonio e quella che dice : mi sposo….e adesso ? Quante, quante domande al sol pensiero della conquista di questa notizia. Alla ricerca allora della wedding planner d’assalto e di tutto quanto possa in qualche modo colorare di meraviglia questo avvenimento. Giverso Gioielli, risponde che le dicerie di strada come quelle dei salotti più eleganti, enunciano innumerevoli e squillanti definizioni rivolte al matrimonio. Generalmente pare che all’aggettivo “classico” si dia ormai un’accezione negativa . I giovani sposi come anche coloro , i più “diversamente adulti”, che sul matrimonio avevano e hanno già costruito storie infinite, fiorite e fantasiose da raccontare ai posteri, con gioie e dolori da giostrare a seconda delle situazioni, tendono ormai oggi a voler dare allo stesso una diversa connotazione, cercando quindi di organizzare “l’evento della vita” in modo meno convenzionale, dove originalità, stile e addirittura finalità dello stesso , possano divenire davvero non solo una nuova tendenza ma una risoluzione al volere più significativo e incontaminato. Il matrimonio è quindi per molte persone , si’ una “istituzione” estremamente tradizionale, ma per molte altre sta fortunatamente diventando un tramite all’apparenza statico nella sua modalità di riconoscimento, ma che invece si bea anche di un movimento più personalizzato, veloce, davvero alternativo e innovativo , con risultati a volte persino estremamente bizzarri, discutibili ma meravigliosamente autentici. Ci fu un tempo una sposa inglese ad esempio che balzò all’onore delle cronache perché predispose una dettagliatissima tabella di marcia delle nozze che prevedevano addirittura i tempi esatti in cui il suo futuro marito avrebbe potuto andare in bagno. Oppure, si racconta che una giovane sposa mise al collare dei suoi due deliziosi barboncini bianchi le fedi nuziali destinate al suo matrimonio, ma che a due passi dall’altare i due cani si misero ad abbaiare creando tra loro una rissa mai vista ,che finì poi in un fuggi fuggi generale, che andò a sfogarsi nella corte della chiesa con le fedi ormai scomparse tra l’acciottolato antistante. Ma vissero comunque felici e contenti, tutti! La storia della fede nuziale ad esempio ci porta ai concetti più autentici appartenenti a lealtà e fedeltà, per un anello che simbolicamente legherà due persone per tutta la vita. Non a caso fides in latino significa fede, anche se la sua prima e antica accezione si legò alla lealtà del cittadino romano alla sua amata patria e non alla fedeltà tra due persone che scelgano di unirsi spontaneamente nel vincolo del matrimonio in un amore eterno. E come il significato di fede cambiò in quell’epoca così remota, discostandosi dalla sua più antica definizione, perché non cercare di rendere differente anche la struttura della sua forma “classica”, oggi così convenzionale a tutti ma certamente poco considerata nella sua scelta, nel rispetto del suo vero significato di “amore”. Amore dovrebbe essenzialmente rappresentare la libertà delle scelte, la spontaneità del pensiero e della sua evoluzione, la carezza delle forme , dei colori e non solo nella loro unicità, ma nell’originalità e nell’autenticità di ciò che veramente vorremmo portare con noi per tutto il resto della nostra vita. Tendenzialmente quindi l’abolizione dei vecchi concetti legati al simbolo del matrimonio e non certo la dissacrazione dello stato di fatto che per nulla al mondo dovrebbe cambiare per tutti ma solo per coloro che lo desiderano, potrebbe divenire un tramite “leggero e amabile” di scelta, atto alla soddisfazione di coloro che amano disegnare o far costruire da altrui , maestri orafi e non solo, la loro fede nuziale. Per cui il risultato , la rivoluzione più innovativa, sarà la libertà del pensiero legato davvero al proprio volere e non a quello della convenzionalità più spicciola. Pochi sanno oltretutto che , nella lontana epoca romana, la fede veniva sì conferita ai coniugi come simbolo di unione matrimoniale, ma innanzitutto l’anello nuziale stava a rappresentare e a consolidare una forte protezione personale per avvalorare ulteriormente la forza di un esorcismo contro le tentazioni e gli attacchi di spiriti maligni che inducono all’adulterio. Per cui portarla sempre è una buona protezione oltre che un simbolo. Di ferro, argento, oro , oro etico, platino , o di qualsiasi altra lega, l’anello nuziale ha acquisito e conquistato ovviamente nel tempo e soprattutto nell’epoca attuale, un significato decisamente più nobile e veritiero di quello che aveva nell’antichità pagana , non appena la Chiesa lo costituì come simbolo di alleanza indissolubile tra i coniugi. Tutta una serie di motivi concatenati tra loro, ci portano quindi a pensare che la scelta di una fede nuziale non sia solo il risultato di una passeggiata tra le gioiellerie più o meno note del pianeta terra e neppure una ricerca alla “copia” migliore dell’originale ormai a tutti noi noto, ma diviene una sorta di premio raffinato, atto a coronare ulteriormente il grande evento del matrimonio . E’ una sorta di viaggio nell’anima e nello spirito che più ci appartengono, lontano dalle mode di massa e dalle solite convenzioni, protagonista assoluta della nostra consapevolezza più veritiera di ciò che davvero la nostra percezione più intima ci sussurra. La grande azienda Giverso Gioielli, ormai leader tra gli operatori del settore e sul panorama del pubblico torinese, porta i suoi sposi per mano in un mondo a parte, dove il viaggio per la vita diviene innanzitutto un credo etico e romantico , che non solo incentiva l’estro artistico dei suoi maestri orafi , ma che innanzitutto fa la differenza nella scontatezza di oggi e mette all’avanguardia la ricerca e la risoluzione più affascinante di domani.

Monica Di Maria di Alleri

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