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FVCG: IL BATTITO DEL VECCHIO CUORE GRANATA TRA LE PAGINE DI UN LIBRO

cuore granata 2toro flagGli autori, entrambi tifosi granata da anni e con esperienza pregressa nel mondo della letteratura (ricordiamo che Flavio Pieranni ha già pubblicato con la Bradipolibri i volumi “CuriosiToro” e “Gridalo forte”, mentre Luca Turolla è stato dapprima libraio e poi editore lui stesso a partire dal 1999), ci spiegano perché hanno utilizzato un acronimo come titolo del libro

 

FVCG. Un acronimo senza senso, per alcuni. Per molti, quattro lettere che racchiudono in sé un significato profondo, prezioso, denso di passione: Forza Vecchio Cuore Granata. Questo è anche il titolo scelto per il primo dizionario enciclopedico del Grande Torino, scritto da Flavio Pieranni e Luca Turolla ed edito da Bradipolibri. Un libro unico nel suo genere, comprendente oltre 200 foto  d’epoca e più di 1250 voci che, in ordine rigorosamente alfabetico, ripercorrono la storia della squadra degli Immortali.

 

Il volume, che si inserisce all’interno della collana dedicata allo sport accanto ad altri 13 titoli riguardanti il Toro, è stato presentato dagli autori stessi   presso il “Capriccio Bar – Piatto Sprint” di via Filadelfia 41, già teatro di numerose altre iniziative. E quale location migliore, visto che il locale sorge proprio di fronte allo stadio Filadelfia, che ha visto giocare quegli uomini straordinari di cui il libro racconta?

 

Gli autori, entrambi tifosi granata da anni e con esperienza pregressa nel mondo della letteratura (ricordiamo che Flavio Pieranni ha già pubblicato con la Bradipolibri i volumi “CuriosiToro” e “Gridalo forte”, mentre Luca Turolla è stato dapprima libraio e poi editore lui stesso a partire dal 1999), ci spiegano perché hanno utilizzato un acronimo come titolo del libro

 

cuore granata3“ Perché è l’unico acronimo utilizzato per una squadra che abbia connotazioni positive”, dicono, ed in effetti la mente non può che correre al poco lusinghiero ACAB (All Cops Are Bastards, ovvero tutti i poliziotti sono bastardi) utilizzato dagli Hooligan a partire dagli anni ’70.

 

E’ un libro ricco di aneddoti, curiosità e particolari sconosciuti ai più, scritto, spiegano ancora gli autori “…per raccontare in modo originale il Grande Torino, per esaltare il lato sportivo, ma anche quello sociale e storico, e per rimarcare che il Grande Torino non è solo patrimonio della Città e del tifo granata, ma di tutta Italia…”

 

Il lavoro di ricerca è stato estenuante ma appassionante al contempo, raccontano, ed è stato necessario scandagliare attentamente talmente tanti giornali d’epoca e libri da rendere impossibile riportare le fonti in appendice (per chi lo volesse, esse possono essere richieste inviando una mail a fvcg@bradipolibri.it, indirizzo al quale inoltre si possono inviare ulteriori aneddoti riguardanti gli Immortali).

 

Presenti alla serata anche la sig.ra Carla Maroso, moglie del compianto Virgilio, che ha raccontato del primo incontro col Campione che in seguito sarebbe diventato suo marito; Umberto Motto, primo capitano del Torino dopo la tragedia di Superga; Salvatore Lo Presti, collaboratore delle quattro testate giornalistiche sportive italiane ed autore del primo libro sul Grande Torino.

 

“ E’ un libro che merita di stare sul comodino dei veri tifosi granata” dice Lo Presti in merito all’opera di Pieranni e Turolla. E, forse, sul comodino di qualsiasi amante dello sport, indipendentemente dai colori della fede calcistica.

 

… Essere del Toro non è una scelta di vita. È piuttosto una scelta che la vita ha fatto su di te, affidandoti il compito prezioso e meravigliosamente romantico di tramandare una storia senza paragoni nello sport mondiale. Questo libro è stato scritto esattamente per questa ragione. Questo libro è custode di un fuoco sacro accesosi il 4 maggio 1949 fra i rottami di un aeroplano e che ogni singolo tifoso del Toro è chiamato a non far spegnere mai.”

 

(dalla prefazione a cura di Mauro Berruto, CT della squadra nazionale italiana di pallavolo dal 2011 al 2015 e medaglia di bronzo ai Giochi Olimpici di Londra 2012)

 

 

Chiara Mandich

La memoria di Bruno Caccia a Ceresole d'Alba dove il magistrato aveva profondi legami

bruno cacciaLa municipalità di questo comune del Roero, al confine con la Città Metropolitana di Torino (Carmagnola è a breve distanza) negli anni gli ha dedicato gli impianti sportivi, qui si sono tenute alcune commemorazioni, e a parlare di lui è venuto anche Giancarlo Caselli, che negli anni gli è succeduto alla guida della procura torinese

 

L’arresto del sessantaduenne, panettiere nella borgata Parella di Torino, originario di Gioiosa Jonica, in quanto sospettato di essere il presunto assassino di Bruno Caccia, è rimbalzata su tutti i media nazionali e non. Sarà ora la Giustizia a dover fare il proprio corso e gettare così piena luce sull’omicidio del procuratore della Repubblica di Torino avvenuto il 26 giugno del 1983, in quello che, in un primo tempo (si era nel pieno degli “Anni di piombo”) sembrò un delitto legato al terrorismo, ma che successivamente si rivelò come deciso dalla ndrangheta. Oltre a Torino c’è un altro luogo dove la notizia dell’arresto del presunto omicida ha avuto un notevole rilievo, ed è Ceresole d’Alba. Qui la sua famiglia aveva (ed ha tuttora) un casa, dove il magistrato si recava spesso e aveva forti legami.

 

E qui tornano spesso i familiari. I suoi figli, Paola, Cristina e Guido, infatti, non hanno mai cessato di chiedere che venga fatta completamente luce sul delittuoso fatto che gli portò via il padre, in una giornata di fine luglio di tanti anni fa. La municipalità di questo comune del Roero, al confine con la Città Metropolitana di Torino (Carmagnola è a breve distanza) negli anni gli ha dedicato gli impianti sportivi, qui si sono tenute alcune commemorazioni, e a parlare di lui è venuto anche Giancarlo Caselli, che negli anni gli è succeduto alla guida della procura torinese. Su Bruno Caccia è stata incentrata una tesi di laurea del ceresolese (non abita più in paese ma ha mantenuto un forte legame con le sue origini) Piermario Demichelis, che si è laureato in Lettere all’Università di Torino con Nicola Tranfaglia. “Avevo tredici anni – spiega il professor Demichelis – ma ricordo bene il giorno in cui avvenne il delitto e quanto era stimato Caccia in paese”. Nel suo interessante elaborato affrontò il fenomeno della diffusione delle mafie al Nord ed in Piemonte, poi analizzò la vicenda  legata a Bruno Caccia dal momento dell’efferato delitto sino alla pronuncia della Corte di Cassazione, infine, venne fatta l’analisi di come il delitto venne sottovalutato dagli organi di informazione. “Mi ha colpito come questa notizia ebbe un riscontro massiccio sugli organi di informazione sino al momento in cui venne seguita la pista del terrorismo e come, invece, quando questa cadde venne trattato come un caso di cronaca”.

 

In sostanza i media non colsero il fatto che si era trattato del primo omicidio di un magistrato al Nord, nel caso un procuratore della Repubblica, al di fuori delle regioni ad alta intensità di malavita organizzata. C’erano stati certo i casi del procuratore di Palermo Scaglione e di Rocco Chinnici, ma erano in Sicilia. E Il procuratore di Genova, Coco, era caduto con la sua scorta qualche anno prima, ma sotto il piombo delle Brigate Rosse, quindi tutt’altro tipo di delitto. Adesso l’auspicio, a Ceresole d’Alba, come a Torino, come ovunque, è che il procedimento che è stato aperto possa finalmente fare totalmente luce su questa tragica vicenda.

 

Massimo Iaretti

L'inchiesta del "Torinese" sul turismo in città: ecco i commenti dei nostri lettori sul web

GRAN MADRENegli ultimi anni, i numeri del turismo torinese e piemontese sono sempre stati superiori a quelli medi del Paese. Merito delle politiche di rilancio che hanno saputo trasformare il volto della città e della regione, producendo effetti anche sulla percezione del pubblico italiano e internazionale. La Torino “grigia città dell’auto” ormai non esiste più. Ecco i commenti di alcuni dei nostri lettori all’inchiesta di Luca Briatore pubblicata sul “Torinese”, apparsi sulla nostra pagina facebook

 

http://www.iltorinese.it/boom-turistico-torino-sesta-citta-darte-in-concorrenza-milano-lombardia/

 

Francesca Fasano
Francesca Fasano Sono strafelice di ciò, era ora, ieri per la prima volta dei turisti mi han fermata per delle indicazioni di autobus, non capitava dal 2006,viva torino e continuamo a ringraziare le olimpiadi chehan dato inizio a tutto

Franca Gianni Ferrero
Franca Gianni Ferrero Cari turisti, non fermatevi alle apparenze e date poco ascolto ai servizi televisivi, Torino è una bellissima città reale, di grande interesse storico e culturale. I detrattori ci sono e ci saranno sempre. Ma voi, cari turisti saprete apprezzare ciò che la mia bellissima città offre.

Ivan Massaron
Ivan Massaron Da Torinese, sono conscio che ogni città ha le sue luci e ombre. Torino in particolare non è mai stata spinta come città turistica, avendo sino a poco tempo fà un’altra fonte di reddito, l’auto. Mentalità piemontese, prettamente chiusa, o di comodo

Laura Fezia
Laura Fezia A Torino ci sarebbe un enorme patrimonio artistico e archeologico da valorizzare, oltre a quello già “in chiaro”, ma vanno cambiate mentalità e amministrazione per rendere la città una meta turistica sempre più appetibile.

Licia Messina
Licia Messina Torino è una città fantastica e sono felice che in molti la stiano scoprendo.
Mi dispiace invece che venga costantemente ignorata dai media.
Pare che in Italia esistano solo Roma, Venezia, Firenze e Napoli. Con tutto il rispetto per le città menzionate, non è proprio così!!!

Mariana Asaftei
Mariana Asaftei Amo Torino ed e una bellissima citta pero….cammino sulla strada.e pieno di cacca di cane e questa e colpa di tanti menefreghisti.che nn se ne frega un.c…….. si deve imparare il rispetto di se stesso e poi avrano rispetto anche per gli altri e per la citta dove vive

Cristina Vecchio
Cristina Vecchio la città è bella, ma c’è ancora tanto da fare. DOvete ancora pulirla e non dare la colpa ai cani per la cacca ma ai padroni che non puliscono, le carte nei cestini e non per terra e idem per i mozziconi. alcuni parti della città puzzano davvero e non solo per lo smog… benvenuti i turisti Emoticon grin ma abbassiamo anche un po i prezzi della cultura… così che la maggioranza possano accedervi ( turisti e non ) Emoticon grin

Ivana Siniscalchi
Ivana Siniscalchi Finalmente Torino ha capito dove puntare l’obbiettivo!!!! l’arte e le bellezze di una città, vanno valorizzate!!!!!!……amo la mia città!!!!

Roberto Castelli
Roberto Castelli Io ho scoperto che Torino è una città splendida, un MUST per qualsiasi turista italiano o straniero. Ricca di arte e storia nonché di verde. di ville meravigliose subito fuori porta. Peccato che gli amministratori siano stati incapaci di valorizzarla…

Giorgio Ricciardelli
Giorgio Ricciardelli Se la competizione sarebbe milano vince Torino senza problema che preferisco pure a roma

Adriano Sarto
Adriano Sarto Torino come bellezza,luogo di storia e di arte non è seconda a nessuna città,se mai è tra le ultime in fatto di amministratori,vedi sindaco e presidente di Regione

Anna Capello
Anna Capello Torino e bellissima, in confronto a Milano se la vince alla grande , era ora che i turisti venivano a vedere la bellezza di Torino

Mariana Asaftei
Mariana Asaftei Secondo me vincera Milano.perche sono piu uniti invece a Torino ho visto tanto egoismo……tutti bravi a comentare pero nessuno pronto a unirsi con gli altri per il bene di Torino

Melina Dimasi
Melina Dimasi Sono felicissima per Torino…era ora che il turismo importante si accorgesse di questa straordinaria città.

Viola Delbosco
Viola Delbosco Dopo aver visto il servizio di Striscia la Notizia su via Germagnano (discarica a cielo aperto e topi da fogna), fuochi tossici senza posa, luridume da cloaca, me ne starei ben lontana da una città che ha pretese di eleganza con punte di snobismo

Anna Capello
Anna Capello Un cantante torinese Francesco trimani canta una canzone a torino c’è, un valore aggiunto alla nostra meravigliosa città

Laura Alpignano
Laura Alpignano Torino città d’arte …bellissima !
Milano forse capitale della moda …e poi?….bohhh non saprei

Pietro Lazzaro
Pietro Lazzaro E che arte ci sarebbe in una delle città più squallide che esistano?……..dopo il duomo cosa c’è in quell’agglomerato urbano con viabilità da medioevo….

Giuseppe Audino
Giuseppe Audino Ormai c’è rimasto solo il turismo tutto il resto è praticamente sparito l’offerta non manca ma bisogna lavorare ancora.

Giuliano Maghini
Giuliano Maghini L’ ostensione della sindone ha tappato l’ incapacità a cambiare in meglio questa città, solo il “salotto” beneficia di attenzioni, il resto è degrado e bronx !!!! e i dati sono del 2014….

Enrico Acquafresca
Enrico Acquafresca Io voglio la Torino industriale. Un giorno ci pentiremo di avere snobbato l’industria.

Tamara Mazzabò
Tamara Mazzabò Torino è una città fantastica venite s visitarla…raccontarla è impossibile!!!

Pietro Lazzaro
Pietro Lazzaro Guardi che parlavo di milano….io sono di Torino…….è andata a vedere la sacra di s.Michele?….

Carlo Quaranta
Carlo Quaranta Carissimi Turisti,non limitatevi a transitare solo sulla nostra tangenziale,ma uscite dalle tante porte che portano in Citta’ e, li’ scoprirete quanto grande sia la nostra storia, la nostra cultura.Grazie.

"Il Milione" all'Astra per Capodanno

astra teatroIl divertente vaudeville è rivisitato dal trio Beltramo / Insegno / Iossetti in prima nazionale

 

Protagonista delle festività e del Capodanno al teatro Astra è lo spettacolo Il Milione, un appassionante e divertente vaudeville di inizio Novecento composto da Georges Berr e Marcel Guillemaud. A assicurarne il successo è la comicità del trio Beltramo/Insegno/Iossetti,  in una nuova proposta in prima nazionale.

 

Il Milione fu rappresentato per la prima volta nel 1910 a Parigi al Theatre du Palais Royal, in piena Belle Epoque e conobbe il successo che quell’epoca spensierata accordava al genere del vaudeville. Nel 1930 Rene’ Clair trasse liberamente da quel testo un film che riscosse un successo ancora maggiore. Questa nuova riscrittura conferma che Il Milione non ha perso negli anni la sua freschezza nel raccontare le peripezie di un pittore squattrinato che vinse alla lotteria il milione,  che dà il titolo alla commedia, ma perse la giacca che conteneva il biglietto vincente… di qui iniziava, aiutato dagli amici, la fantomatica ricerca dell’indumento, che passava da una mano all’altra.

 

Per la serata di Capodanno, al termine dello spettacolo, si proseguirà con un brindisi e intrattenimento dopo mezzanotte.

 Mara Martellotta

Biglietto intero 50 euro, ridotto 45 euro.

Teatro Astra. Via Rosolino Pilo 6. Il Milione, fino al 10 gennaio 2016.

Fondazione Teatro Piemonte Europa.

Bere bene come una volta: "il vino di Egidio"

vino egidio 2Daniela e il fratello Andrea hanno dato vita al sogno che loro padre (Egidio) non è mai riuscito a realizzare: vendere vino sfuso di qualità 

 

Una “bottega” come quelle di una volta. E’ “il vino di Egidio”, in Corso Rosselli, 82  a Torino.  Daniela e il fratello Andrea hanno dato vita al sogno che loro padre (Egidio) non è mai riuscito a realizzare: vendere vino sfuso di qualità come si faceva una volta: Barbera, Dolcetto, Grignolino, Nebbiolo, Arneis e Favorita, tutti vini provenienti da piccole aziende a conduzione vino egidiofamigliare. “Abbiamo anche vino in bottiglia,  – dice Daniela – pochi marchi perché vogliamo sapere cosa berrà il nostro cliente al quale consiglieremo vini da noi assaggiati e dei quali conosciamo la vita. Per il Natale confezioniamo cesti e cassette con dolci tipici piemontesi e panettoni artigianali.” Tradizioni che si accompagnano anche all’innovazione: la bottega ha infatti anche una pagina facebook. 

Antiterrorismo, lunghe code al Frejus

Al Monte Bianco attivato piano di protezione civile

frejus1Si sono ridotte a poco a poco le lunghe cose (anche di quattro ore) formatesi ieri ai tunnel del Frejus e del Monte Bianco al confine con la Francia, per i controlli antiterrorismo. Per gli  automobilisti si sono attivati Protezione civile e Croce Rossa. I controlli della dogana francese hanno rallentato il rientro di molti francesi ed emigrati oltralpe. Al Frejus si sono registrati tre chilometri di coda tra Oulx e Bardonecchia in direzione del tunnel. analoga situazione  al Monte Bianco, dove è stato attivato un piano di Protezione civile.

Il clima, il biologico e la felicità

buthan vecchio orienteGARAU2IL MONDO DEL BIO / di Ignazio Garau *

 

Mentre a Parigi i governi di tutto il mondo trattavano per trovare un accordo (dopo oltre 20 anni di dibattiti, mediazioni e intese mancate), il piccolo Regno del Buthan ha offerto un dono a tutto il pianeta promettendo di conservare i propri boschi per sempre!

 

Questo racconto bisognerebbe iniziarlo con il classico “C’era una volta”. C’era una volta un piccolo regno, in Asia, la cui economia era basata esclusivamente sull’agricoltura. Un giorno il paese decide di sorprendere tutto il mondo e dichiara di essere il primo Stato con le carte in regola per diventare la prima nazione BIO del globo. Un paese biologico al 100%! Ma questa non è una favola, è una storia vera ed è una storia di oggi!

 

Stiamo parlando di un piccolo regno incastonato sulle pendici dell’Himalaya, il Bhutan, stretto tra i due giganti asiatici, la Cina e l’India. Il Bhutan ha da tempo sviluppato una particolare attenzione alla tutela ambientale e al benessere dei suoi cittadini. Non a caso qui il PIL (prodotto interno lordo) è stato sostituito con un altro indicatore, più adeguato, il cosiddetto FIL (felicità interna lorda), per considerare, oltre ai parametri economici, anche e, soprattutto, il benessere psicofisico della comunità.

 

Il Ministro dell’Agricoltura del Bhutan ha affermato: ”Abbiamo sviluppato una strategia graduale: non pensiamo di passare al biologico in una notte. Sono state identificate le colture adatte a passare immediatamente alla coltivazione biologica e quelle che avranno bisogno di anni. In alcune zone sarà semplice, in altre molto più complicato, ma vogliamo raggiungere il nostro obbiettivo per ridurre l’impatto che abbiamo sul pianeta, grazie alla collaborazione dei contadini e dei cittadini. Il nostro desiderio è vivere in armonia con la natura“. In questo paese i suoi abitanti hanno rinunciato a uno sviluppo rapido e devastante per preservare l’ambiente naturale e il piccolo regno assorbe già oggi il triplo delle emissioni nocive prodotte dalla sua popolazione.

 

All’apertura della Conferenza di Parigi, il Presidente americano Barack Obama aveva ricordato che se non si interviene per ridurre la pressione climatica che riduce la disponibilità di acqua e di suolo fertile, le guerre sono destinate ad aumentare. Un rapporto dell’Istituto tedesco Adelphi, commissionato dai paesi del G7, diffuso durante la Conferenza, conferma questa preoccupazione. Nel mondo sono in corso 79 conflitti determinati da cause ambientali e, di questi, ben 19 sono considerati di massima intensità. 

 

Il conflitto che sta distruggendo la Siria vede tra le cause anche la terribile siccità che ha messo in ginocchio il paese tra il 2006 e il 2011 e che ha provocato massicce migrazioni di contadini e pastori verso le città: oltre un milione e mezzo di abitanti (su un totale di 22 milioni) è stato costretto a abbandonare le proprie abitazioni nelle zone rurali per concentrarsi nelle aree urbane. Così come lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi ha provocato la distruzione degli ecosistemi in Nigeria. Oppure la guerra civile in Darfur, nel Sud del Sudan, per il controllo delle scarse risorse idriche. O, ancora, gli scontri legati alla costruzione della diga Sardar Sarovar sul fiume Narmada, in India. La sfida contro il riscaldamento del pianeta è anche una sfida per la sicurezza globale, ha confermato il nostro Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni.

 

Mentre a Pechino viene emesso per la prima volta l’allarme rosso per inquinamento e lo smog e il ministro dell’Ambiente inglese Liz Truss indica i cambiamenti climatici tra le cause delle alluvioni seguite alle piogge torrenziali e ai venti impetuosi della bufera Desmond abbattutasi sull’Inghilterra settentrionale, mentre i cambiamenti climatici innescano guerre che insanguinano diverse aree del pianeta e a Parigi i grandi della Terra raggiungono una difficile mediazione (un accordo che rappresenta un passo avanti, ma che da solo non è sufficiente, come sottolineano scienziati e ambientalisti), ecco che il gesto, e le scelte, del piccolo Regno del Bhutan assumono l’importanza di indicare il percorso per cambiare il mondo: un esempio da ammirare e da seguire, una scelta da non sottovalutare, accecati come siamo dai parametri di un’economia finanziaria che, alla fine, ci ha lasciato in brache di tela.

 

Il dono del regno himalayano, uno dei paesi più piccoli e più fragili al mondo, che è pure tra quelli con il minor impatto globale sulle risorse naturali, annunciato dagli emissari del re alla Conferenza di Parigi per dare il proprio contributo alla lotta contro l’incremento delle concentrazioni di carbonio nell’atmosfera, è quello di impegnarsi a mantenere per sempre coperto di foreste almeno il 60% della superficie nazionale, che sarà conservato “in perpetuo”, come “patrimonio collettivo del mondo”.

 

La testimonianza e l’allarme lanciato dal Bhutan è che se lo sviluppo mondiale non diventa subito sostenibile, a rischiare la catastrofe non è l’ambiente, ma la vita umana. “Proteggere il nostro Paese avvolgendolo di foreste – ha affermato Jigme Khesar Namgyel Wangchuck re del Bhutan – non è un’utopia nostalgica ispirata dal valore della biodiversità, ma l’ultima opzione che ci resta per salvarci la vita”.

 

 

* Ignazio Garau

Presidente Italiabio

ciao@italiabio.net

Francesco in video: un papa di "Rassa Nostrana"

papa esclusiva pallonepapa autopapa vitt 22Il Pontefice, con le sue parole,  ha voluto condividere i valori profondi che caratterizzano i piemontesi ma anche un richiamo alle proprie origini

 

Papa Francesco, nel corso della visita a Torino  ha citato la poesia “Rassa Nostrana” di Nino Costa.

 

A settant’anni dalla morte, il Consiglio regionale del Piemonte ricorda il poeta piemontese, con un video dedicato all’emigrazione dalla nostra regione, che copre un secolo di storia, tra il 1870 e il 1970.

 

Il Pontefice, con le sue parole,  ha voluto condividere i valori profondi che caratterizzano i piemontesi ma anche un richiamo alle proprie origini di figlio di emigrante piemontese, ricordando la figura e gli insegnamenti impartitegli da nonna Rosa.

 

Il filmato è pubblicato nella social tv crpiemonte.tv  e riporta la lettura della poesia di Costa, “Rassa Nostrana”, tratta dalla collana “Sal e Pèiver” del 1924, da parte di Albina Malerba, direttrice del Centro Studi Piemontesi, e l’intervista al critico letterario Giovanni Tesio.

 

Ecco il link al video:

http://www.crpiemonte.tv/cms/memoria/item/1896-piemonte-memoria-14-papa-francesco-e-rassa-nostrana

 

(Foto: il Torinese)

 

 

 

Inizio 2016 con visite da record per l'Egizio e la Reggia di Venaria

egizio 22venariaPrevista un’affluenza elevata anche da qui all’Epifania

 

Lo scorso anno sono stati 772.912  i visitatori del Museo Egizio a Torino. 3.415 ingressi il 31 dicembre e il 2016 è cominciato con quasi 4.500 presenze. Prevista un’affluenza elevata anche da qui all’Epifania: le prenotazioni on line sono in via di esaurimento fino al 5 gennaio. Dall’8 gennaio riprenderanno le visite scolastiche. Inizia invece con 6.251 ingressi il 2016 della Reggia di Venaria. Da Santo Stefano sono stati 24.771, rispetto ai 18.000 dell’anno precedente).

Bambini 2.0 e mamme orgogliose dei loro piccoli "eroi"

cellulari bambinitosettoSTORIE DI CITTA’ /

di Patrizio Tosetto

 

Ho capito, non sono per questi tempi. Appartenendo alla generazione che dopo Carosello doveva andare a nanna. Forse ai miei tempi babbo e mamma esageravano. ora sicuramente queste mamme sbagliano. Poi, in fondo sono affari loro

 

Camminando per andare in ufficio. Come un “cane da tartufo”. Sempre con l’orecchio “vigile” è stato naturale ascoltare. Uscito da un Bar in corso Casale 3 giovani mamme parlavano orgogliosamente dei propri figli lasciati a scuola. Difficile non sentirle. Voce forte ed orgogliosa. Capito l’argomento mi sono attardato per comprendere meglio .Interdetto tra me e me su ciò che facevo.

 

Troppo curioso. Convinto che capendo questi dettagli si può anche arrivare ad un pensiero generale. Proprio così, frammenti di vita, registrando cosa succede. L’oggetto del loro orgoglio era il crollare dei figli, fino a sfinirsi,  dal sonno davanti ai moderni telefonini tra giochi, o continui messaggi con amici. ripetendo:  il mio bambino. Ora tarda, perdita di sonno. Alle scuole elementari. Ho capito, non sono per questi tempi. Appartenendo alla generazione che dopo Carosello doveva andare a nanna. Forse ai miei tempi babbo e mamma esageravano. ora sicuramente queste mamme sbagliano. Poi, in fondo sono affari loro.

 

Scappando dallo smog ho la fortuna di continuare nel camminare a riva di Po. Penso al preside che ha fatto un appello ai genitori : controllate i telefoni dei vostri figli. Si riferiva soprattutto alle molestie e al bullismo.

 

Mi pare ovvio. Non è in questione il telefonino. E l’uso improprio che ne viene fatto. L’unica medicina per questa malattia è educazione ed un minimo di cultura. Care mamme, non è bello che i vostri figli stiano tutte le sere attardati con i telefonini. Non è bello né educativo soprattutto per il loro futuro.