redazione il torinese

TORINO-CHIEVO 1-2: fischi e fiaschi allo Stadio Olimpico

chievo torotoro flagMARCATORI: 19′ pt Benassi al 19’, 33′ pt aut. Bruno Peres, 26’ st rig. Birsa.

 

TORINO (3-5-2): Padelli, Maksimovic, Glik, Moretti; B. Peres, Benassi (27 st Vives), Gazzi, Obi (12’ st Farnerud), Avelar; Immobile, Belotti (14′ st Maxi Lopez). A disp. Ichazo, Castellazzi, Molinaro, Zappacosta, Jansson, Gaston Silva. All. Ventura.

 

CHIEVO: Seculin, Frey, Dainelli (1’ st Spolli), Cesar, Gobbi; Birsa (dal 34’ del s.t. Costa), Pinzi, Radovanovic, Castro; M’Poku (16’ st Floro Flores), Inglese.  A disp. Bizzarri, Bressan, Sardo, Damian, Pellissier. All. Maran.

 

Fischi e fiaschi in quel dell’Olimpico espugnato dagli avversari del Chievo che costringono i granata ad un 2-1 meritato. Non delle migliori la prestazione dei padroni di casa che nelle ultime dieci partite hanno vinto solo una volta, e non dei più rosei neanche il rapporto tra tifosi e Ventura, altamente contestato per le sue scelte. La decisione del tecnico di mettere dal primo minuti Obi e Avelar, non ancora in forma ottimale, non è stata forse la più azzeccata, così come i cambi degli unici che spingevano un po’ in avanti la squadra: Immobile e Benassi oggi in gol. Per il resto soliti schemi di gioco, solita squadra che si spegne dopo la mezz’ora e, complice anche un autogol di Peres, lascia liberi gli avversari di trovare la vittoria.

 

Tutto sembra filar liscio come l’olio, in realtà, nella prima parte di gara che vede già da subito i granata impegnare in difesa gli avversari. Sul quarto d’ora è infatti Benassi che dal limite prova la botta e obbliga Seculin ad alzare la palla in corner. Bastano 3′ al numero 15 granata per non sbagliarla di nuovo: Immobile dalla sinistra serve un cross perfetto per il tap-in dell’1-0. Ha sete di gol e voglia di far bene il centrocampista di casa, oggi alla sua terza rete stagionale, tanto che al 24′ si rende ancora pericoloso dalla trequarti, ma questa volta Seculin ci mette la toppa. Non da meno il compagno Ciro Immobile che poco prima della mezz’ora spreca ingenuamente un’occasione da gol: sponda di testa di Belotti che serve Immobile, ma due tentativi falliti, entrambe ottime opportunità per mettere al sicuro il risultato. Scoccata la mezz’ora sembra ridestarsi anche la squadra di Maran, finora rimasta a guardare, e lo fa con Birsa che riceve palla da Pinzi ma da buona posizione angola troppo la palla terminata a lato. Tutto sembrava troppo bello per essere vero per Ventura, ed infatti non lo era. Tanto che al 35′ Bruno Peres ci mette lo zampino segnando un autogol su un inserimento di Castro in area.

 

Caricati dal pareggio i giocatori del Chievo al ritorno in campo non hanno timore a rendersi pericolosi anche loro. E’ infatti di nuovo Birsa dal limite dell’area a tentare la conclusione messa in corner da Moretti. Alla crescita dei clivensi risponde ancora Benassi, decisamente il migliore tra i suoi, che quasi al quarto d’ora viene servito da Immobile e manda il pallone di poco lontano dal palo alla destra di Seculin. E’ ancora Chievo però al 20′ con Inglese che libero in aria cerca il sorpasso evitato però dai guantoni di Padelli. A poco serve, in realtà, perché subito dopo un’ingenuità di Avelar su Castro decide il rigore trasformato da Birsa. Il toro cerca goffamente di limitare i danni ma ormai la frittata è fatta: il Chievo vince per la prima volta sul campo del Torino e supera in classifica gli avversari che rimangono fermi a 28 punti. Troppo pochi per un Torino che era partito in quarta e rallentando la corsa si è ritrovato in salita.

 

Valeria Tuberosi

L'Islam nel Bel Paese e il buon esempio del Marocco

comunitaislamLA GANGALA VERSIONE DI GIUSI /

di Giusi La Ganga

 

I giovani marocchini in Europa, e particolarmente in Italia, frequentano moschee la cui predicazione incita alla violenza, cosa che non avviene nelle moschee di casa. E la ragione, ahimè, è assai inquietante.  I luoghi di culto in Italia sono quasi tutti realizzati con soldi provenienti dall’Arabia Saudita, soprattutto tramite fondazioni ad hoc, che sono portatori della versione wahabita dell’Islam, gravida di suggestioni radicali e violente

 

Il mondo nell’era della globalizzazione è un mondo complesso, policentrico, non facile da comprendere e da decifrare. La crisi in Siria, il rapporto con la Russia di Putin e con l’Iran sciita, le vicende del prezzo del petrolio, la stagnazione in Europa e mille altre questioni, richiedono tutte analisi complesse e soluzioni difficili. La politica sembra invece essere malata di “sbrigatività”. Il peso del web, le oscillazioni dell’opinione pubblica, l’emotività di crescenti minoranze di cittadini porta a continue semplificazioni, che, amplificate dalla velocità di comunicazione, inducono ad errori e a visioni prive di qualsiasi lungimiranza. Questa premessa per introdurre il racconto di un piccolo ma significativo episodio.

 

Qualche giorno fa incontro, su segnalazione di una vecchia amica, un giovane marocchino, cresciuto a Torino e impegnato in numerose attività artistiche e di spettacolo. E’ una buona occasione per raccogliere qualche informazione sul Marocco e sullo scontro in atto nel mondo islamico. Mi conferma che il Marocco è sostanzialmente esente, per ragioni storico-politiche e assetti istituzionali, dalla presenza di un islamismo radicale e terroristico. Ma, aggiunge, finora…  Infatti, mi racconta, c’è una generazione di nuovi marocchini, quasi tutti cresciuti in Europa, che sta iniziando a diffondere una religione molto più aggressiva.  Incuriosito, mi faccio spiegare.  I giovani marocchini in Europa, e particolarmente in Italia, frequentano moschee la cui predicazione incita alla violenza, cosa che non avviene nelle moschee di casa. E la ragione, ahimè, è assai inquietante.  I luoghi di culto in Italia sono quasi tutti realizzati con soldi provenienti dall’Arabia Saudita, soprattutto tramite fondazioni ad hoc, che sono portatori della versione wahabita dell’Islam, gravida di suggestioni radicali e violente.

 

Se in Italia vi fossero moschee finanziate diversamente, la predicazione avrebbe contenuti religiosi e non politici, ma qui in Italia, mi dice, l’opinione prevalente è quella che per questi scopi i mussulmani devono arrangiarsi con soldi propri.E quindi un popolo tranquillo e con una forte propensione alla modernità si ritrova compartecipe di progetti assolutamente diversi e largamente non condivisi. Piccolo esempio di mancanza di lungimiranza. Nelle politiche di accoglienza questo è un tema che meriterebbe di essere approfondito. Ma se qualcuno lo facesse, apriti cielo!

 

Albania: l'ultima frontiera del Mediterraneo

 

 Gli articoli precedenti sono visibili cliccando sul link Vetrina 1 , in alto sopra il titolo

 

La giornalista della Gazzetta traccia un quadro realistico del Paese delle Aquile, sottolineando che esistono tanti problemi da risolvere, come le strade da risistemare e l’abusivismo edilizio e scrive ancora nel suo pezzo: ” l’Albania è ricca di bellezze mozzafiato, ma non è bella al 100%. Il mare, senz’altro, è una mirabile sorpresa: le perle del sud – da Dhermi a Ksamil, passando per la vivacissima e un po’ caotica Saranda – di certo non deludono. Acqua cristallina, spiagge da sogno (sabbia, ciottoli o scogli da cui tuffarsi nel blu) e abbuffate di pesce (ben cucinato) a prezzi davvero ridicoli per noi italiani sono più che sufficienti a trasformare un viaggio in un’esperienza meravigliosa”.

Torino, 80 anni di storia urbana fotografati dal cielo

mappa cittàLa postazione multimediale Vista dall’alto sarà presente in piazza Palazzo di Città 8f nei consueti orari di apertura (lunedì 15-18, da martedì a venerdì 10-18)

 

Torino vista dal cielo, da giovedì 28 gennaio presso Urban Center Metropolitano. Sarà possibile scoprire l’evoluzione urbanistica della città  attraverso le centinaia di immagini aeree che mostrano le trasformazioni urbane dal 1936 a oggi. Con un click la mappa navigabile è da oggi alla portata di tutti in una nuova postazione multimediale.

 

Il progetto sarà presentato mercoledì 27 gennaio ore 17 presso l’Urban Center Metropolitano (piazza Palazzo di Città 8/f – Torino) nell’ambito del Piemonte Visual Contest, concorso su digitale, dati e creatività organizzato da Consiglio regionale, Consorzio TOP-IX e CSI Piemonte. Tema di questa terza edizione sono le trasformazioni sociali, culturali ed economiche del territorio piemontese, che i partecipanti dovranno rappresentare attraverso progetti digitali di visualizzazione dati, mappe digitali, storytelling e data journalism.

 

Le i immagini aeree mostrano infatti come è cambiata in otto decenni  la fisionomia del capoluogo regionale. I fotogrammi  sono ora disponibili anche in formato digitale e consultabili con supporti elettronici grazie alla realizzazione di uno strumento di visualizzazione basato su un programma open source QGIS, ideato come supporto innovativo per i tecnici comunali. L’intero archivio storico aerofotogrammetrico, conservato e curato dal Servizio Informativo Territoriale e dalla Divisione Catasto e Tributi della Città di Torino, in collaborazione con il CSI Piemonte che ha fornito l’ausilio tecnico, sarà ospitato presso l’Urban Center per diventare sempre più accessibile a tutti i cittadini. Una possibilità che si aggiunge alle tante già disponibili attraverso il sito del Geoportale della Città.

 

Dalla postazione multimediale il pubblico potrà scoprire la trasformazione individuando un’area o addirittura scegliendo uno specifico indirizzo: appariranno le immagini dei 15 voli aerei cittadini che mostreranno quali interventi sono avvenuti sulla zona, oppure selezionare un anno specifico, dal 1936 al 2013. Tra le curiosità anche la presenza di aree annerite o tagliate: sulle immagini più datate infatti intervenne il Ministero della difesa che, all’epoca del rilevamento, rese inaccessibili le zone sensibili come le caserme o punti considerati strategici.

 

Per maggiori informazioni: www.urbancenter.to.it

Per partecipare al Piemonte Visual Contest: regolamento e premi su

www.piemontevisualcontest.eu

 

Le foto provengono dall’Archivio fotografico della Città di Torino

SETTIMANA RICCA DI EVENTI A SAN SEBASTIANO PO

san sebastiano po

Mercoledì 10 l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Beppe Bava organizza le celebrazioni per la Giornata della Memoria degli italiani d’Istria, Dalmazia e Venezia Giulia

 

Quella che si sta per aprire è una settimana ricca di iniziative per San Sebastiano Po, comune del Chivassese. Martedì 9 febbraio si chiudono i festeggiamenti del carnevale con il pranzo il società alla Società Operaia Colombaro. Mercoledì 10, invece, l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Beppe Bava organizza le celebrazioni per la Giornata della Memoria degli italiani d’Istria, Dalmazia e Venezia Giulia, trucidati in una pulizia etnica alla fine della seconda guerra mondiale dai titini. Sabato 13, poi, parrocchia e circolo culturale organizzano una serata pro oratorio Regina Pacis con la proiezione di fotografie del campeggio 2015, mentre l’amministrazione comunale mette “in campo” l’iniziativa “Thè anziani in biblioteca”. E domenica all’Usr Ancora c’è la tradizionale fagiolata ed in parrocchia si celebra la “Giornata del malato”.

 

Massimo Iaretti

San Mauro, il Pd verso il voto

pd manifesto

 E Dallolio ? A quanto sembra il primo cittadino uscente non è intenzionato a farsi da parte e starebbe lavorando ad una propria lista civica

 

Si avvicinano le elezioni e cresce la fibrillazione nel Partito democratico, la maggiore componente della maggioranza che sostiene l’attuale sindaco Ugo Dallolio, all’inizio indipendente ma con tessera soltanto nell’ultima fase del suo mandato. E’ stato completato nei giorni scorsi nelle mani del presidente della sezione Pd, Ferdinando Raffero, il deposito delle candidature per le primarie che si terranno all’inizio del prossimo mese: in corsa ci sono due “capitani di  lungo corso” della politica sanmaurese, da un lato Maria Vallino, attuale presidente del consiglio comumale, dall’altro Pino Morvillo, già consigliere comunale, con una lunga esperienza di lavoro maturata all’estero. All’ultimo momento, però, Numinato Licari, un quarantenne con un buon curriculum professionale. E Dallolio ? A quanto sembra il primo cittadino uscente non è intenzionato a farsi da parte e starebbe lavorando ad una propria lista civica, comprendente – forse (ma qui è tutto nell’ipotetitico) – anche pezzi della sua attuale maggioranza. Ma questa è una storia tutta da scrivere.

 

Massimo Iaretti

 

La scelta di Barbara: aiutare gli altri con il sorriso e fare della bellezza interiore il proprio mantra

silli3silli1silli2Incontriamo Barbara Silli a Ciriè. Ci sta attendendo con il più piccolo dei tre figli, Giulio che gioca con un trattore nuovo. Finalmente ci presentiamo. Ci colpisce naturalmente il suo sorriso, che è una delle chiavi per capire cosa pensa la dottoressa Silli, di professione medico all’ospedale di Lanzo e modella per amore della vita. Bionda, occhi verdi, alta. Un fisico da modella, appunto. Ma la sua vocazione è fare il medico e farlo con il sorriso

 

Dottoressa Silli, ci spieghi come è nata questa passione per i servizi fotografici?

Nel mio lavoro di medico ospedaliero ogni giorno mi prendo cura dei pazienti; sovente ti trovi a fare i conti con malattie gravi e sei chiamata giustamente a spiegare a chi ti sta davanti o ai loro parenti ciò che non vorresti dire in quel momento ed allora ecco che entra l’energia pura della vita che mi aiuta ad affrontare la giornata e dire la verità con dolcezza e con la massima comprensione e compassione per il prossimo. Le emozioni della vita che ritrovo nella bellezza della natura, in un bel tramonto o in un angolo del paesaggio delle miei valli di Lanzo . Analogamente accade nello spazio che mi riservo nel tempo libero a posare come modella; l’obiettivo fotografico immortala la mia immagine e in un certo senso coglie il mio stato d’animo per quello che sto facendo e mi aiuta a ricaricarmi e a ripartire.

 

Essere modella, per Lei, è quindi un modo per trovare le energie dentro se stessa ed è come fare il pieno di luce… quando ha iniziato?

Si, è come se mi rigenerassi, dice sorridendo Barbara Silli. Una notte mentre il più piccolo dei miei figli non dormiva ho trovato su internet la possibilità di un servizio fotografico con un buono sconto. Ho deciso di provare, mi ha dato una grande emozione positiva e da allora coltivo l’hobby di fotomodella e passo dopo passo partecipo a sfilate e organizzo eventi. L’attività organizzativa è no-profit. Per “Stare Insieme” (pagina facebook) che nasce dall’amore e dalla volontà di stare insieme appunto nelle diverse occasioni, in qualsiasi evento e condividere lavori, interessi e passioni. Un modo per fare squadra in questo momento così difficile; aiutarci reciprocamente. E così proviamo a migliorare noi stessi e il mondo. Almeno ci proviamo!

 

Quindi possiamo dire madre, moglie, medico, modella e promotrice di eventi…

Si è proprio così. Cerco di conciliare tutto! Mi organizzo: il tempo per la famiglia, per il lavoro , e per i servizi fotografici e gli eventi come le sfilate. In primis mi occupo dei miei figli, naturalmente, come tutte le mamme. Giulio ha tre anni, Alessandro nove e Federica undici. Federica mi segue attivamente e partecipa anche lei con passione. Mi piace ricordare tra i tanti eventi che organizziamo quello avvenuto a San Carlo Canavese a cui hanno partecipato almeno 450 persone. Una presentazione di abbigliamento donna, uomo, bimbo e intimo con quattro negozi diversi. Ad fine agosto dello scorso anno a Cafasse una grande emozione collettiva ha pervaso la sfilata vintage di abiti da sposa in collaborazione con la pro-loco: più di cinquanta abiti sono stati reindossati e cosa dire delll’abito nero ( tempo di guerra) del 1944 di mia nonna che ho indossato per l’occasione: una felicità immensa!

 

Quali sono i sogni nel cassetto della dottoressa Barbara Silli?

Continuare ad impegnarmi in quello che sto facendo… E se possibile fare ancora di più! Vorrei viaggiare, conoscere tutte le culture, leggere un milione di libri e vedere mille spettacoli teatrali. Insomma… voglio continuare ad emozionarmi per la vita…che è meravigliosa.

 

Frambo

FOR A SMILE ONLUS in aiuto ai bambini a rischio povertà in Italia

smile.2Migliorare la qualità della vita dei bambini di tutto il mondo, soddisfacendo le loro necessità di “acqua.cibo.salute.sviluppo” attraverso la raccolta fondi e la sensibilizzazione dell’opinione pubblica. È questa la missione di FOR A SMILE ONLUS, associazione torinese che proprio nel 2016 festeggia 10 anni di vita.

 

Dal 25 gennaio FOR A SMILE ONLUS ha attivato un progetto umanitario per aiutare gli oltre 1.400.000 bambini da 0 a 10 anni che sono a rischio povertà in Italia. Sono i nostri vicini della porta accanto, famiglie che non riescono più a provvedere alle necessità dei loro figli, emarginati perché poveri.

 

Fino al 14 febbraio, quindi, donando 2€ via sms al 45594 da TIM, Vodafone, Wind, 3, PosteMobile, CoopVoce, Tiscali o chiamando da rete fissa Vodafone e TWT o 2/5€ chiamando il 45594 da rete fissa Telecom Italia, Infostrada, Fastweb e Tiscali, si potranno attivare speciali BONUS SOLIDALI spendibili dalle famiglie in difficoltà, per l’acquisto di prodotti a scaffale infanzia (0-10 anni) e medicine, oppure per pagare la retta della refezione scolastica. La raccolta fondi continuerà inoltre fino a fine marzo sul portale di Crowdfunding di Wind, http://windforfund.derev.com/

 

Un sistema tecnologicamente innovativo e “democratico”

 

Gli adulti residenti in Italia con ISEE <10.000€ con almeno un figlio a carico dai 0 ai 10 anni potranno candidarsi telematicamente al Bando Nazionale(attivo dal 1° Marzo al 30 Giugno 2016) sul portale della Onlus www.forasmile.org. Una volta definito l’ammontare delle donazioni raccolte, sarà al stabilito il numero esatto di Bonus attivabili in base al range acquisito e sarà stilato e pubblicato sul sito l’elenco dei beneficiari, identificati con il numero di protocollo assegnato alla richiesta inoltrata tramite il sito. Un sistema tecnologicamente innovativo e “democratico”, grazie a un software che calcola il range di ogni candidatura secondo parametri matematici ben definiti e che suddivide i bonus attivabili in percentuale omogenea su tutto il territorio nazionale.

 

Altra peculiarità dell’iniziativa è la modalità di erogazione del bonus solidale, del valore di 150€ cad. I bonus verranno infatti caricati direttamente sulla Tessera Sanitaria dei singoli beneficiari, che potranno così acquistare il bene scelto tramite un POSdedicato, attivo in circuiti autorizzati a copertura nazionale.

 

Il progetto dedicato nello specifico ai bambini a rischio povertà in Italia è giunto alla sua seconda edizione. Nel 2015 furono oltre 20.000 le famiglie di tutta Italia iscritte e candidate al Bando per ricevere il bonus solidale. Grazie ai 150.000 euro raccolti l’anno scorso, furono 1.000 le famiglie che beneficiarono del bonus di 150 euro. Una cifra raggiunta anche grazie al supporto di una testimonial d’eccezione, Paola Rivetta, anchorwoman del TG5, che da anni è volto, voce e cuore della Onlus, e ai media partner Mediafriends, La7 e Sky.

E "JOY" INVENTO’ IL MOCIO PER TUTTE LE CASALINGHE

joy3PIANETA CINEMA / a cura di Elio Rabbione

 

 L’anima del film è Jennnifer Lawrence, dolce, caparbia, combattiva, disarmata, contro se stessa e contro tutti, un’attrice che cresce (ancora nella cinquina delle migliori interpreti per i prossimi Oscar, già premiata per il precedente Lato positivo di Russell) e migliora di film in film, costruendo qui su di sé una gamma di espressioni, di gesti, di certezze e di angoli deboli che davvero la fanno sempre più ingigantire di fronte ad altri volti della sua generazione

 

Parrebbe una favola se non fosse la storia vera, magari cinematograficamente aggiustata dalle libertà della sceneggiatura scritta da David O. Russell con l’aiuto di Annie Mumolo, con la giovanissima Joy che nel chiuso della sua cameretta, sotto lo sguardo incuriosito della migliore amica, costruisce piccole invenzioni (metti caso, un collare luminoso per evitare che cani e gatti venissero investiti la notte), con Joy (nomen omen, ma tragicamente al contrario) che, cresciuta, deve combattere contro una madre perennemente a letto a sorbirsi soap opera televisive, contro un ex marito, aspirante cantante sulle orme di Tom Jones e nullafacente, relegato a vivere nella cantina di casa, contro un padre che svogliatamente gestisce un vecchio garage e amoreggia con una nuova fiamma, contro la sorellastra che le fa lo sgambetto a ogni occasione, contro un mondo che le chiede di fare da punto d’equilibrio tra i rapporti familiari, di ipotecare la casa, di pagare le bollette, di allevare due figli, che la schiaccia (soltanto la nonna Mimi la comprende e la sorregge, ma ben presto se ne va all’altro mondo) quando, per intuizione e necessità, dà alla luce il perfetto Miracle Mop, ovvero il mocio che asciuga e pulisce ogni cosa per strizzarsi da solo senza che vengano coinvolte le mani delle laboriose casalinghe. Ma siccome nella Grande America dei sogni “l’ordinario incontra sempre lo straordinario”, ecco che Joy Mangano (figlia di due italo-americani che oggi può vantare un patrimonio di circa 50 milioni di dollari), intraprendente e testarda in un susseguirsi di lacrime e sorrisi, con pugnalate alle spalle non soltanto dai biechi sfruttatori ma pure sotto il tetto di casa, ecco che un giorno si buttò davanti alle telecamere e dagli studi della QVC, fantasmagorico canale di televendite, riuscendo a far passare il proprio prodotto.

 

David O. Russell ce l’ha messa tutta per raccogliere attorno ad un personaggio fatti e fatterelli che costruissero una storia, quando poi questa storia sembrava (sembra?) avere poca consistenza un film sullinvenzione del mocio, via! -; e ce l’ha messa tutta per descrivere ancora una volta un ambiente familiare, di quelli strambi e spericolati, sbriciolati e grondanti corrosive miserie, ma assai meglio aveva fatto con The Fighter o con Il lato positivo; e certo ce l’ha messa tutta per tornare a regalarci una scrittura e una realizzazione a fuochi d’artificio come erano quelle che un paio d’anni fa avevano decretato il successo di pubblico e di critica per American Hustle Lapparenza inganna. Questa volta si cade piuttosto nel macchiettismo (ne va di mezzo in primis De Niro), si arruffano le carte in un finale che non sempre brilla per chiarezza, si svuota il giochino del self-made woman senza che veramente ne abbiamo avvertito la piena realtà. L’anima del film è Jennnifer Lawrence, dolce, caparbia, combattiva, disarmata, contro se stessa e contro tutti, un’attrice che cresce (ancora nella cinquina delle migliori interpreti per i prossimi Oscar, già premiata per il precedente Lato positivo di Russell) e migliora di film in film, costruendo qui su di sé una gamma di espressioni, di gesti, di certezze e di angoli deboli che davvero la fanno sempre più ingigantire di fronte ad altri volti della sua generazione.

 

 

Come sarà il Parco della Salute di Torino

molinette2molinette“Non sarà semplicemente un nuovo e grande ospedale – hanno precisato il presidente Sergio Chiamparino e l’assessore Saitta alla presentazione dello studio nell’Aula magna delle Molinette – ma una scommessa tecnologica, un polo integrato per la ricerca e le grandi eccellenze cliniche”

 

Sanità e formazione clinica, didattica, ricerca e residenzialità d’ambito: sono i quattro poli funzionali individuati dallo studio di fattibilità economica per la realizzazione del Parco della salute, della Ricerca e dell’Innovazione di Torino (PSRI), un documento approvato  dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore alla Sanità, Antonio Saitta.

 

“Non sarà semplicemente un nuovo e grande ospedale – hanno precisato il presidente Sergio Chiamparino e l’assessore Saitta alla presentazione dello studio nell’Aula magna delle Molinette – ma una scommessa tecnologica, un polo integrato per la ricerca e le grandi eccellenze cliniche”.

 

Il Parco sorgerà nell’area ex Avio-Oval a Torino (193.073 mq di proprietà della Regione Piemonte e 124.277 appartenenti alla società F.S. Sistemi Urbani), una zona già oggetto di un’ampia riqualificazione urbanistica e funzionale. Dal punto di vista sanitario, il Psri ospiterà le attività e le strutture ad alta complessità attualmente presenti nei quattro presidi ospedalieri dell’Azienda ospedaliera universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino, ovvero il San Giovanni Battista (Molinette), il Sant’Anna, il Regina Margherita e il CTO. Per quanto riguarda la ricerca e la didattica, invece, vi saranno trasferite tutte le attività relative alla Facoltà di Medicina e di Chirurgia dell’Università degli Studi di Torino.

 

“Si tratta dell’intervento infrastrutturale più importante per la città di Torino da oggi ai prossimi dieci anni – ha dichiarato Chiamparino – In Giunta abbiamo approvato lo studio di fattibilità e nella prossima riunione approveremo la delibera che stanzia, sui bilanci 2015 e 2016, i 12,5 milioni di euro indispensabili per sbloccare la tranche da 250 milioni attualmente ferma a Roma. Abbiamo indicato un crono-programma preciso e ci impegniamo al rispetto di quanto indicato: su questo progetto mettiamo in gioco tutta la nostra credibilità politica e amministrativa”.

 

I poli funzionali individuati dallo studio di fattibilità sono così ripartiti:

 

– Polo della Sanità e della Formazione clinica: circa 127.000 metri quadri di superficie, per una capienza complessiva di 1.040 posti letto;

–  Polo della Didattica: un’area di 51.000 mq, ripartiti tra le attività dei corsi di Laurea (31 mila metri quadrati) e quelle connesse alla formazione per l’assistenza ospedaliera;

– Polo della Ricerca: 10.000 mq a disposizione di un’utenza di un migliaio di persone, tra docenti, assistenti, dottorandi e personale ausiliario;

–  Polo della Residenzialità d’ambito: una superficie di circa 5.000 mq per servizi di foresteria, dedicati agli ospiti in permanenza temporanea per le attività presso gli altri Poli.

“Nella parte sanitaria è ovviamente prevista la presenza di attività medico chirurgiche di base coerenti con un Dea di 2° livello”, ha precisato l’assessoreSaitta, che, sui tempi e le procedure di realizzazione, ha inoltre sottolineato come“la costruzione dell’intero Parco della Salute di Torino sarà articolata in due lotti: il primo riguarderà il Polo della Sanità e della formazione clinica e il Polo della ricerca, il secondo interesserà il Polo della didattica e della residenzialità d’ambito”.

 

Per il 1° lotto il costo stimato del è pari a 505.876.000 euro, ripartiti in 479.700.000 per il Polo della Sanità e 26.176.000 per il Polo della Ricerca. La sostenibilità economico-finanziaria del progetto è garantita da 250 milioni di euro messi a disposizione dal Ministero della Salute (ex art. 20), ai quali si aggiungono fondi regionali per 12,5 milioni e il fondo istituito presso la Cassa Depositi e Prestiti per la copertura dei costi della progettazione preliminare, una cifra complessiva di 3,5 milioni di euro.

 

Per il 2° lotto il costo stimato è di 121.890.000 euro, ripartiti in 109.626.000 per il Polo della didattica e 12.624.000 per la foresteria. Entro 3 mesi, si concluderanno gli approfondimenti per definire la sostenibilità economica e il dimensionamento dell’incubatore, tenendo conto del consolidamento ed ampliamento di quello già presente in via Nizza.

 

Per quanto riguarda la componente di edilizia e impianti si ricorrerà alla procedura di concessione di costruzione e gestione, con l’affidamento in gestione dei soli servizi strettamente connessi alle opere realizzate, e quindi non sanitari: manutenzione di opere e impianti, gestione energia e calore. Il costo per la Pubblica amministrazione sarà così determinato da due componenti: contributo in conto capitale finalizzato a ridurre il costo dell’investimento, e canone di disponibilità insieme a quello relativo ai servizi. “Nell’autunno 2016 – ha concluso l’assessore Saitta – partiremo con la procedura di gara, e nel 2017 arriveremo alla sottoscrizione del contratto”.

Presentazione del Parco della Salute

 

matteo.vabanesi@regione.piemonte.it

 

(foto: il Torinese)