50 anni fa, quando il PCI era davvero una “gioiosa macchina da guerra”

Accidenti…mi stavo dimenticando. Sono arrivato in zona Cesarini. 15 giugno 1975,  per la prima volta ho votato. Che emozione e non solo perché votavo. Prima ed unica volta che ho fatto lo scrutatore. Scuola Gabelli. Sabato , domenica e lunedì. Chiusura seggi alle 14 e poi scrutini. Si potevano dare 5 preferenze in comune, tre preferenze in Regione e uninominale in provincia. Ed allora votava oltre il 90% degli elettori. Ore di punta con code disciplinate. Il Pci superava in Barriera abbondantemente il 50 % dei voti e sempre nel Pci erano vietate le campagne personali.
Ci pensa il partito con la stampa dei fac simili  e le relative preferenze. Diego Novelli capolista in tutta la città e poi a ” degradare ” fino alle zone. Ed anche lì noi giovani comunisti potevano derogare a un solo nome. Piero Fassino allora segretario provinciale della Federazione giovani comunisti. Divento’ consigliere comunale confermandosi uno dei cavalli di razza della scuderia Berlingueriana.
Per verità storica fu scelto e proposto da Ugo Pecchioli capo partigiano ed amico e compagno del padre di Pietro Fassino. Amici dai tempi della resistenza. Magari ci illudevamo ma eravamo convinti di fare la Storia. Grande vittoria! Tutte le grandi città d m’Italia furono governate dalla sinistra. Da Napoli e Roma, da Torino a Venezia Passando per Milano. Felicità all’ennesima potenza. Ma anche un’occasione di dimostrare le nostre capacità organizzative e una forma di auto finanziamento. Come? Semplice. In ogni seggio c’erano almeno 2 scrutatori  comunisti con l’indicazione di non farsi riconoscere e vigilare contro i sempre possibili brogli. Percepivamo  una indennità che era interamente versata al partito. Anzi,  quando avuta la designazione firmavamo la delega al responsabile amministrativo provinciale che passava all’incasso.
Poi , in ogni seggio c’era il rappresentante di lista che finito lo scrutinio telefonava in sezione per dare il dato dei voti di lista. La sezione telefonava alla zona di partito e la zona telefonava alla federazione, la federazione a Botteghe Oscure che sapeva i dati un giorno prima del ministero dell’interno .
Il paradosso era che gli altri partiti per sapere in tempo reale i dati telefonavano, appunto a pci. Ovviamente internet non si sapeva cosa era. Telefonini non erano minimamente ipotizzabili. Sono passati 50 anni giusti giusti.
Eppure, almeno una volta mi sembra ieri.
Una sola volta ho fatto lo scrutatore.
Poi o il rappresentante di lista o il ” raccoglitore di dati”. Probabilmente fu l’unica vera vittoria elettorale del Pci. Nel 76 la Dc recupero’ terreno , di fatto quasi azzerando i partiti centristi. Vero che 8 anni dopo con la morte di Berlinguer, alle elezioni europee il PCI divenne il primo partito. Ma c’era già aria di crisi che portò Occhetto nel voler cambiare nome e dunque linea politica. Il discorso della Bolognina è del 1991. In meno di vent’anni tutto era cambiato. Si è persa anche quella allegria mista a felicità. Si è persa ma non dimenticata. Ed alla fine non siamo tantissimi nel ricordare , oramai per una questione di età. Una ultima considerazione: comunque 50 anni non passati invano.

PATRIZIO TOSETTO

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