politica

Gianna che sostiene tesi e illusioni per le elezioni regionali

A cura di lineaitaliapiemonte.it

L’assessore Gianna Pentenero è la competitor di Alberto Cirio alle prossime elezioni regionali. Sarà una campagna elettorale soporifera, si dice, senza inquietudini, senza grandi battaglie. Il centrodestra veleggia verso le urne in clima di bonaccia, nessuno si aspetta colpi di scena, che infatti, molto probabilmente, non ci saranno. Ma due considerazioni si possono fare. La prima: Giovanna Pentenero, per tutti Gianna, non è da prendere sottogamba. Di più: inaspettatamente, dal cappello del Pd è uscito il candidato migliore e più credibile. Gianna non si atteggia, non starnazza, non si sente obbligata a tirar fuori un’aggressività maschia per dimostrare parità (cosa che invece è una triste cifra stilistica di molti esponenti politici donne), ha un approccio da vicina di casa affidabile e rassicurante, ha seguito un’infinità di crisi industriali quindi conosce in modo diretto l’evoluzione, o meglio involuzione, del tessuto industriale locale, conosce chi ci lavora e chi ci lavora conosce lei. Non per niente la parola “lavoro” viene immediatamente evocata: “Da questo momento ci attende un lavoro duro e complesso. Vorrei costruissimo questo percorso velocemente e tutti insieme, nella consapevolezza che ce la si può fare: nulla è impossibile” ha affermato dopo l’investitura avvenuta all’assemblea regionale del Pd di sabato scorso. D’altra parte certo non è una novellina della politica. Quasi sessantenne, chivassese di nascita, con una formazione universitaria di educatrice, ha iniziato la carriera politica come sindaco di Casalborgone, paesino con meno di duemila anime e ora ricopre l’incarico di assessore al lavoro e attività produttive del Comune di Torino. Ma tra Casalborgone a Torino c’è la carica di assessore all’istruzione con la giunta Bresso dal 2005 al 2010, anno in cui viene rieletta in Regione e nel 2014 l’assessorato piemontese al lavoro con la presidenza Chiamparino. Insomma non s’è fatta mancare nulla. Quello che manca è, al momento, l’accordo per il campo largo (ancora non l’hanno fatto e di questa espressione già non se ne può più) con il M5S che anzi , un secondo dopo la sua designazione ha rovesciato il tavolo dicendo sostanzialmente: il Pd scegliendo di fare tutto da solo ha mandato in vacca mesi di contatti, ora non se ne parla. Lei, Gianna, sarà per la formazione da educatrice, sarà per un carattere portato a parlamentarizzare le crisi, non demorde e dice il contrario: “Almeno parliamoci”. Vedremo. Intanto eccoci alla seconda considerazione. Ma è così sicuro che al centro sinistra convenga ‘sto benedetto campo largo? Non avrebbe più senso rinunciare a un accordo che non può fare altro che spersonalizzare ulteriormente un partito già in crisi di identità? Non sarebbe meglio avere il coraggio di contarsi, ricompattarsi, fare la traversata nel deserto e poi presentarsi alle elezioni tra cinque anni con una fisionomia chiara e riconoscibile, magari in grado di riconquistare credibilità e consenso presso chi si era perso per strada? Gianna, come la protagonista della canzone di Rino Gaetano, fa bene a sostenere le tesi e, per questo periodo elettorale, anche le illusioni. Ma poi dovrà mettersi a lavorare per il futuro.   Patrizia Corgnati (foto Sicurezza e Lavoro)

Regionali, Giuseppe Conte: “Ora un nostro candidato”

Dopo le parole dell’ex premier Giuseppe Conte alle 18 nella diretta su X, pare che il campo largo si sia irrimediabilmente ristretto. Ha detto il leader di M5S: “Sul Piemonte è in vista una svolta. Abbiamo lavorato con generosità col Pd. Abbiamo avuto difficoltà oggettive. Il Pd ha avuto una fuga in avanti scegliendo il proprio candidato (Gianna Pentenero, ndr) Noi ne prendiamo atto. M5s designerà una propria candidata o un proprio candidato. Ciò non significa che il Pd diventerà un nemico”.

Torino, Montaruli (Fdi): “Appello al ministro Piantedosi, rafforzare ulteriormente misure”

“Un’altra violenza con machete non potrebbe lasciare Torino immobile. In attesa che il Comune faccia la sua parte decidendosi a controllare e riqualificare i nostri quartieri, l’impegnò per l’ordine pubblico e la sicurezza deve continuare – a dichiararlo è la vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Augusta Montaruli -. Se venisse confermata la notizia si tratterebbe dell’ennesima azione violenta che ci lascia sbigottiti. Mi appello al ministro Piantedosi. A Torino serve uno sforzo aggiuntivo per dare un colpo decisivo a chi pensa che si possa scorrazzare con un’arma in mano e colpire senza pietà. Molto è stato fatto dal Governo Meloni e ora, giorno dopo giorno, è necessario non abbassare l’attenzione e potenziare i controlli in quelle aree che ancora soffrono un problema di sicurezza. Siamo sempre stati ascoltati ed è per questo che vogliamo portare all’attenzione del Viminale anche questo episodio”.

Associazione Coscioni, “digiuno di dialogo” sul suicidio medicalmente assistito

Tre attivisti piemontesi dell’Associazione Luca Coscioni iniziano dalla mezzanotte di oggi un “digiuno di dialogo” per chiedere a ciascun Consigliere regionale di impegnarsi per ottenere la votazione sulla proposta di legge “Liberi Subito”, la legge regionale dell’Associazione Luca Coscioni sul “suicidio medicalmente assistito”.  Si tratta di: Marco Riva Cambrino, Paola Stringa, Andrea Turi. La richiesta, in vista del Consiglio Regionale di domani 19 marzo, è quella di votare la proposta di legge, prima che il Consiglio stesso sia sciolto per le elezioni.

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – In una lettera inviata a tutti i Consiglieri gli attivisti scrivono: “È con profonda preoccupazione che constatiamo il protrarsi da ormai otto mesi dell’attesa di una decisione su questa delicata questione, che riguarda direttamente la libertà e la dignità alla fine della vita. Terminare la consiliatura regionale senza aver  votato la legge significherebbe anche umiliare un istituto di partecipazione popolare e danneggiare così la credibilità dell’istituzione Regione Piemonte, tradendo la fiducia nella democrazia dimostrata da 11.400 cittadine e cittadini di ogni credo politico e religioso che hanno depositato la proposta. Di fronte a questa situazione, come cittadini, e sostenitori dei diritti umani fondamentali e della partecipazione democratica, abbiamo deciso di intraprendere un digiuno di  dialogo con voi per chiedervi di non girare la testa dall’altra parte e di assumervi la responsabilità di una  decisione, qualunque essa sia. Chiediamo però che non siano lasciati senza risposta le cittadine  e cittadini piemontesi, chi ha firmato la proposta e, ancor di  più, chi  vive in condizioni di  sofferenza insopportabile e vuole garanzie sulle modalità di attuazione dei propri diritti. Siamo disponibili e interessati a ogni forma di dialogo e di confronto con voi e a fornire ulteriori informazioni e motivazioni riguardo alla decisione di intraprendere il digiuno”

In Piemonte, infatti, in ormai otto mesi di tempo, dopo il deposito avvenuto lo scorso 28 agosto delle 11.400 firme raccolte a favore di  “Liberi Subito”, il Consiglio regionale ancora non si è espresso. Per questo Marco Cappato e Filomena Gallo, tesoriere e segretaria dell’Associazione Luca Coscioni, insieme a Davide Di Mauro, Coordinatore del Comitato promotore della legge di iniziativa popolare “Liberi subito” nei giorni scorsi avevano rivolto un appello al Presidente della Regione Alberto Cirio e convocato un presidio davanti alla sede del Consiglio Regionale. Oltre 500 firme sono state raccolte in pochi giorni a favore di questo appello: decine di sindaci, assessori, accademici hanno espresso il loro sostegno alla richiesta. Tra le personalità anche Giorgio Airaudo, segretario generale CGIL Piemonte e i sindaci di Biella, Pinerolo, Moncalieri, Settimo  e altri nell’area metropolitana torinese, l’attrice e scrittrice Luciana Littizzetto, il matematico Piergiorgio Odifreddi, il magistrato Vladimiro Zagrebelski, il gruppo musicale dei Subsonica, il filosofo Giovanni Fornero e il climatologo Luca Mercalli.

AVS: “Pentenero ottima, ma impegno per campo progressista”

Elezioni regionali in Piemonte

Alleanza Verdi Sinistra Piemonte, resa edotta dagli organi di stampa della indicazione di Gianna Pentenero quale candidata Presidente designata unitariamente dalla Direzione piemontese del Partito democratico, nel riconoscerne le qualità umane e politiche, ribadisce il proprio indefesso e coerente impegno per la costruzione dell’unità del campo democratico-progressista, l’unica condizione capace di offrire una reale alternativa alle destre di Cirio e restituire fiducia ed entusiasmo alle cittadine e cittadini piemontesi. Rivolgiamo pertanto un nuovo appello al M5S a lavorare insieme per fermare la distruzione del servizio sanitario pubblico, il crollo dei salari, per avviare davvero una riconversione ambientale sostenibile per tutte e tutti. Serve più unità e coraggio tutti insieme!

Alleanza Verdi Sinistra Piemonte

Fiammetta Rosso

Mauro Trombin

Marrone (Fdi): “Tolleranza zero contro lo spaccio di droga”

L’assessore regionale Maurizio Marrone ha commentato sui social il recente incremento della presenza dei militari  di “Strade sicure” in zone di Torino come  Barriera di Milano e san Salvario contro lo spaccio di droga. “Da quando al governo dell’Italia c’è Giorgia Meloni le richieste del territorio vengono ascoltate. Tolleranza zero per lo spaccio di droga!”. Marrone lancia anche una stoccata al Pd: ” Chissà come rilancerà il PD che da una parte chiede più presidi delle forze armate e dall’altra frigna contro la “militarizzazione”? Ma, soprattutto, che ci importa?”

Il fair play di Cirio: “Con Pentenero campagna basata sul rispetto”

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Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ieri ha commentato con fair play la notizia della candidatura di Gianna Pentenero  come sua avversaria del Centrosinistra alle elezioni regionali di giugno 2024. “E’ una persona che ha una grande conoscenza della macchina amministrativa regionale. È il miglior presupposto per una campagna elettorale fatta sul rispetto delle persone e degli avversari”. Intanto le prove di “campo largo” tra Pd e M5S in Piemonte stentano a decollare nonostante l’invito di Pentenero al dialogo tra le due forze politiche. Le distanze su temi come la Tav e le tensioni del passato tra Lo Russo e Appendino sembrano non lasciare speranze per un’alleanza.

Elezioni regionali, +Europa: “Valutare le opzioni”

“Bene che il PD sia uscito dall’ impasse che lo teneva bloccato da mesi con la proposta di Gianna Pentenero come candidata alla guida del Piemonte rivolta agli altri soggetti della coalizione di cui, lealmente, facciamo parte. Auspichiamo che presto venga convocato il tavolo della coalizione per confrontare questa proposta con eventuali altre indicazioni”. Così il coordinatore regionale di+Europa Flavio Martino in una nota a commento della conclusione dell’ Assemblea regionale del PD di questa mattina. “Lavoriamo per allargare la coalizione il più possibile verso l’ area liberaldemocratica fino a rendere contendibile la guida della nostra regione a Cirio e Marrone”, ha concluso.

L’anti-Cirio del Pd è Gianna Pentenero. Sarà lei a sfidare il governatore uscente del Piemonte

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La decisione dell’assemblea regionale del Pd è arrivata in queste ore. Sarà l’assessora comunale di Torino al Lavoro e alla Polizia municipale  Gianna Pentenero (che in passato ha già ricoperto ruoli in Regione)  la candidata del centrosinistra alla presidenza del Piemonte. Toccherà a lei sfidare il presidente uscente e ricandidato Alberto Cirio.

Il Centro o è inclusivo o non è

LO SCENARIO POLITICO  di Giorgio Merlo

Diciamoci la verità. Del Centro, nel nostro paese se ne parlerà ancora a lungo per la semplice
motivazione che in Italia storicamente si governa “dal centro” e “al centro”. E, di conseguenza,
anche chi teorizza o pratica la radicalizzazione del conflitto politico se approda al Governo è
costretto, piaccia o non piaccia, a coltivare – seppur maldestramente – una ‘politica di centro’.
Per questi motivi quando si parla del Centro, o di un partito di Centro, il dibattito non è destinato a
cadere. E adesso, seppur all’interno di una cornice ancora caratterizzata da un forte impianto
bipolare, la domanda di Centro è più forte del passato. Anche solo di un passato recente. Ma
questo luogo politico, pur senza rimpiangere nostalgicamente il passato, deve rispondere ad
alcuni ingredienti di fondo che, del resto, sono emersi in modo palese anche dal recente voto in
Sardegna e, in maggior misura, in Abruzzo. Ed è abbastanza evidente che questo trend è
destinato a rafforzarsi anche in vista delle prossime elezioni europee.
E gli ingredienti di fondo di quest’area politica sono sempre quelli che hanno caratterizzato per
svariati decenni la cosiddetta “politica di centro” all’interno un contenitore centrista. E cioè,
cultura di governo, capacità inclusiva, leadership diffusa, cifra riformista, disponibilità al confronto
e al dialogo, rifiuto della radicalizzazione, cultura della mediazione, senso dello Stato e cultura
delle alleanze. Ingredienti che, collegati insieme in modo virtuoso e dinamico, contribuiscono a
consolidare un vero e proprio progetto politico di Centro.
Ora, è altresì evidente che non possono essere singoli partiti personali e guidati da un capo
indiscusso ed indiscutibile gli strumenti più idonei per declinare concretamente, ed efficacemente,
un luogo politico centrista. Perchè, appunto, l’area centrista è credibile solo se è inclusiva e se, al
contempo, non radicalizza il confronto con gli altri attori politici. Al riguardo, è abbastanza facile
spiegare il trend positivo, seppur non inarrestabile, di Forza Italia alle ultime elezioni regionali e la
continua caduta – o meglio il non decollo – dei partiti di Renzi da un lato e di Calenda dall’altro. E
la ragione di fondo risiede anche e soprattutto nel nuovo corso di Forza Italia e di chi la guida in
questa fase politica, ovvero Antonio Tajani.
Insomma, senza scomodare pesanti analisi politologiche e senza avventurarsi in mille analisi del
voto, le ragioni di questo trend questa volta sono tutte politiche e quindi abbastanza facili da
decifrare. E cioè, per poter ricostruire – o costruire – una vera area centrista nel nostro paese,
anche in un sistema bipolare e maggioritario, sono necessari indubbiamente il progetto politico
ma anche, e soprattutto, uno “stile” politico e un “metodo” di comportamento che sono alternativi
al populismo anti politico e demagogico, al massimalismo radicale ed estremista e al sovranismo
oltranzista.
Ecco perchè, e mai come in questo momento, “cultura del progetto” e “cultura del
comportamento” saranno fortemente intrecciati se si vuol nuovamente dispiegare una credibile
‘politica di centro’ nel nostro paese.