Occupazioni di ieri e di oggi

Non tutto ciò che luccica è oro. Ho letto che degli studenti dell Einstein lottavano per studiare, mi sono inorgoglito d’essermi diplomato in questo liceo. Il primo di Barriera, di periferia.

Mi informo ma, sembra, che le cose non stiano proprio così. Cerco di andare per ordine. Mi arriva un link di Potere al popolo. Già il nome è tutto un programma. Contrari al 41 bis e per la “liberazione”. Accusano il preside Marco Chiauzza di aver impedito l’occupazione della scuola. E bene che ha fatto. Conosco il preside da quasi 50 anni.  Persona degnissima e soprattutto democratica e con un curriculum politico di tutto rispetto.
Li ha cacciati, chiedendo l’intervento della DIGOS perché i capoccia degli eventuali occupanti non erano studenti del liceo.
Seconda fase, un altro gruppo di studenti occupa la scuola perché vuole studiare.
Il tutto avviene nella sede di via Bologna. Più mi raccontano più non ci capisco nulla. O perlomeno deduco che ha solo imperato il caos senza obbiettivi. Potevano fare diversamente? Noi nel 1976 lo abbiamo fatto, mi pare in modo decisamente logico e così non caotico. Sinteticamente cerco di spiegarmi. Contesto storico.
Il liceo Einstein era solo in via Pacini con oltre ottocento studenti. Per me e per molti di  noi era l’anno della maturità. Erano i primi anni dei decreti delegati. Gli studenti  eleggevano i propri rappresentanti. La sinistra la faceva da padrone, nel senso politico del termine.
Due le organizzazioni maggiormente rappresentative.  Avanguardia Operaia e Giovani Comunisti. Ed altre piccole frattaglie di estremisti. Inesistente la destra.
I primi volevano occupare la scuola contestando la bozza di riforma scolastica  ai vari livelli. Si riunì la cellula dei giovani comunisti ( di cui facevo parte) tutti contrari. A quel punto mi venne un’idea: e se trasformasssimo una protesta in una proposta? Detto fatto. Assemblea e tutti, o quasi tutti d’accordo.  Ora bisognava organizzarci in questo modo: mattina lezioni tradizionali ed al pomeriggio lezioni alternative. Ovviamente sia le lezioni tradizionali come quelle alternative erano fatte da insegnanti. Dunque il primo incontro con i sindacati confederali degli insegnanti.
Poi la rassicurazione al Preside che avremmo vigilato contro il vandalismo. Terzo, elezioni di un comitato che sovraidendeva tutto con relativi resposabili. Organizzammo una piccola e spartana mensa e il servizio d’ordine. In sintesi tutti in classe e solo svolgendo specifici lavori si poteva stare nei corridoi. Incredibile no? Si contestava ordinatamente. Vero che vennero i poliziotti ma non per reprimere. Erano poliziotti che quasi segretamente organizzavano il sindacato di polizia. Allora non era possibile perché la polizia era un corpo militare.
Con alcuni di quei poliziotti ci ritrovammo anni dopo sulla stessa barricata contro terroristi di destra come di sinistra. Avevamo deciso che il tutto sarebbe durato una settimana. Poi saremmo tornati alla normalità. Anche perché gli esami di maturità erano incombenti. Ottenendo poco o nulla.
Quel poco, in quel mentre fu tutto.  Si poteva fare qualcosa di diverso. Anni in cui la fiducia nel cambiamento era totale. Non tutto fu perfetto visto che la vita, in molti casi , è l’elogio all’imperfezione. Ci fu chi stette a casa,  ad esempio, nonostante potesse liberamente partecipare alle lezioni tradizionali. Ma si sa che la perfezione non è  di questa vita. Ovviamente la classe politica di allora come di oggi non fece nulla e nel non fare nulla ha peggiorato la situazione. Peccato, con miriadi di occasioni mancate. Ma qualcosa è cambiato, o ha cominciato a cambiare in noi. In noi e per noi e soprattutto per i nostri figli.
In questi mesi Sara (mia figlia) lo ha dimostrato.  Laureata a Roma ora fa la magistrale a Torino.  Novembre: dovrebbe rilaurearsi. In un esame ha preso 25.  Lo ha rifiutato e la seconda volta ha preso 23.
Aveva rifiutato il 25 perché le abbassava la media. Dunque? Lo ha rifatto per la terza volta prendendo 27. Direi decisamente grande. E io spero che quella nostra autogestione di quasi 50 anni fa abbia contributo alla sua attuale tenacia nello studiare. Ieri come oggi. E direi per sempre studiare.  Scusate, dimenticavo: sia Alice che Sara hanno studiato al liceo Scientifico Albert Einstein. Quello di Barriera che è diventato caput mundi. Almeno per la famiglia Tosetto.

PATRIZIO TOSETTO

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