Novembre 2018- Pagina 4

Infrastrutture, Chiamparino lancia il “patto del Nord Ovest”

Dalla Liguria il presidente del Piemonte, Sergio Chiamparino, lancia una proposta di coordinamento tra le Regioni del Nord-ovest sul fronte delle infrastrutture. Il governatore è intervenuto ieri all’assemblea di Confindustria a Genova, dove  ha sostenuto che “avendo realtà economiche e interessi comuni, queste Regioni costituiscano su progetti infrastrutturali delle strutture di governance leggere, non parlo di consigli di amministrazione o nuovi enti, che ci consentano di elaborare piani strategici e, su questa base, di dialogare con le nostre comunità e di negoziare con il Governo nazionale e l’Europa per far procedere le nostre strategie” Secondo Chiamparino queste governance leggere  “non vanno limitate a Tav e Terzo valico, che sono opere imprescindibili se vogliamo costruire un futuro all’insegna dello sviluppo, della sicurezza e del miglioramento ambientale, o alle piattaforme logistiche, ma possono essere allargate ad altri temi come i collegamenti aeroportuali, ad esempio, o il turismo. Se poi riuscissimo a implementare questo disegno con una maggiore acquisizione di autonomia, attraverso l’utilizzo delle opportunità che ci consente l’articolo 116 della Costituzione, questo servirebbe alle nostre comunità e al nostro Paese”.

Una vacanza nel bosco, l’incanto e la calma ritrovata

Ristabilire il contatto con la natura, ascoltarne i suoni, percepire i suoi umori e cercare con essa un rapporto più profondo. Questi sono i propositi di una vacanza green, avvolti da alberi e piante, nel cuore di un bosco, di una selva, non “oscura”,   ma radiosa e piena di energia

La necessità di ridare valore al nostro rapporto con l’ambiente naturale circostante è oggetto di importanti studi scientifici che hanno confermato quanto il rintanarsi, ripararsi e farsi proteggere da esso sia alla base nel nostro benessere, del nostro equilibrio interiore e di quanto questo favorisca la calma influendo perfino sul battito cardiaco e sulla pressione arteriosa. Questa esperienza non consiste solamente nel respirare aria pura scappando dalla morsa cittadina fonte di stress e inquinamento, ma è rivivere uno spirito fiabesco in un ambiente che ci evoca l’avventura romantica, un teatro incantato dove i ritmi sono rallentati, un luogo fatato dove praticare shinrin-yoku, per esempio, che in giapponese vuol dire letteralmente “trarre giovamento dall’atmosfera dei boschi”. Già Henry David Thoreau, filosofo e poeta americano, intorno al 1850, si era fortemente interessato alla relazione uomo-natura. La sua opera – Walden, Vita nei boschi – si basa sulla sua personale esperienza durante la quale aveva riscoperto i valori propri del ambiente naturale in antitesi con la società, portatrice di interessi materialistici. “L’inverno dell’umano scontento incominciava a risvegliarsi”, scriveva, con la consapevolezza, dopo un lungo soggiorno passato in una capanna sulle sponde del lago, che l’uomo può essere felice anche con poco. Tra i più suggestivi luoghi per una vacanza verde troviamo Attrap’Revês, un glamping in Provenza, un confortevole campeggio dove dormire in vere e proprie bolle in mezzo al bosco, sotto le stelle. Il Treehotel a Harads, in Svezia. Casette in legno sugli alberi a pochi chilometri dal circolo polare artico, un luogo quasi inviolato dal turismo, un’esperienza irripetibile. Sette minuti e poi la pace” ovvero 7 minuti di funivia per arrivare al Vigilius Montain Resort, in Trentino Alto Adige, un rifugio in legno e vetro dove stare bene in mezzo alla natura e ritrovare se stessi lasciando tutto il resto a valle. La Locanda Aescher, incastonata nella roccia, paesaggio mozzafiato, posizione unica, protagonista di una copertina del National Geographic. In Italia ci sono molti altri hotel e sistemazioni immerse nella natura, lontani dalla faticosa quotidianità e avvolti da paesaggi meravigliosi e incontaminati .Sul sito www.ecobnb.it se ne possono trovare diversi, mentre sul sito di Green Pearls le proposte riguardano tutto il globo e sono legate a progetti ecologici di salvaguardia e protezione della natura.

 

Maria La  Barbera

 

 

 

 

Anziana lancia acido sul volto di un commesso del supermercato

DALLA SICILIA

Una donna di 79 anni avrebbe gettato dell’acido sul viso di un commesso di un supermercato di  Alessandria della Rocca, nell’Agrigentino. La donna è stata identificata e arrestata dai carabinieri, con l’accusa di lesioni personali gravissime. da chiarire il movente dell’aggressione. Il commesso, di 49 anni, un quarantanovenne, è stato portato dall’elisoccorso e al reparto grandi ustioni dell’ospedale di Palermo in prognosi riservata.

“Ciao Darwin”, il casting a Torino

17 e 18 DICEMBRE 2018

Per partecipare al casting (solo maggiorenni) potete:inviare una email a d.bonolis@sdl2005.it oppure a v.cinelli@sdl2005.it con i vostri dati anagrafici, il vostro recapito telefonico ed una fotografia (inclusa la seguente dichiarazione liberatoria: “Autorizzo il trattamento dei miei dati personali ai sensi dell’art. 13 del Regolamento Europeo 679/2016, così come da informativa Privacy presente sul sito www.sdl.tv).

Preso il pirata della strada che ha investito e ucciso l’ex panettiere

E’ stato fermato dai carabinieri il pirata della strada che lunedì mattina ha investito e ucciso a Gassino  Vittorio Barosso, un ex panettiere 89 enne. Si tratta di un uomo di 36 anni, di  Sciolze, conducente di un furgone bianco. L’accusa è omicidio stradale e omissione di soccorso. Durante l’interrogatorio ha detto di aver pensato di aver investito un animale.

“Aspettando il Piccolo Principe”

A Monforte d’Alba, al via gli appuntamenti programmati per la quinta edizione di “Vivolibro”

Sarà “Il Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupéry (libro senza tempo, pubblicato per la prima volta nel 1943 a New York e tradotto in circa 250 lingue) il protagonista di “Vivolibro 2019″, la manifestazione in programma dal 20 al 26 maggio prossimo – a cadenza biennale ideata dalla Fondazione Bottari Lattes nel 2011, per avvicinare i bambini delle scuole elementari alla lettura e stimolarne l’interesse alla conoscenza, alla comprensione dell’altro e all’accoglienza delle diversità. Dedicata a personaggi della letteratura per l’infanzia o della narrativa internazionale che più di altri abbiano saputo fare breccia nell’immaginario dei bambini (da Marco Polo a Don Chisciotte, da Pinocchio a Mr. Fogg), “Vivolibro” giunge il prossimo anno alla sua quinta edizione. E, come nella precedente,  la Fondazione Bottari Lattes propone, una serie di appuntamenti dal titolo “Aspettando Il Piccolo Principe”, che si terranno alla Biblioteca Pinacoteca “Mario Lattes” di Monforte d’Alba (in via Garibaldi,14), con il sostegno della Biblioteca Civica “Giovanni Ferrero” di Alba (Centro Rete del Sistema Bibliotecario delle Langhe) e dell’Associazione Culturale “La Nottola di Minerva”. Il primo incontro è per venerdì 30 novembre alle ore 16.30 con “Santibriganti Teatro”. Una lettura animata dal racconto di Saint-Exupéry, fra le opere letterarie più celebri e amate del XX secolo, farà rivivere ai bambini la storia del Piccolo Principe e dei personaggi da lui incontrati nel suo viaggio, avvicinandoli ai temi universali presenti nell’opera, come il senso della vita e il significato dell’amore e dell’amicizia. Al termine della lettura sarà offerta una merenda a tutti i partecipanti. L’appuntamento è a ingresso libero e gratuito. Gli incontri continueranno a gennaio 2019 con la proiezione del film di animazione “Il Piccolo Principe” uscito nel 2015, un laboratorio artistico a cura di Monica Bono e molto altro.

g. m.

Info e prenotazioni:

archiviobiblioteca@fondazionebottarilattes.it  Tel. 0173/78.646

eventi@fondazionebottarilattes.it  Tel. 0173/78.92.82

WEB fondazionebottarilattes.it | FB Fondazione Bottari Lattes | TW @BottariLattes | YT FondazioneBottariLattes

 

Giovedì Scienza: tutto esaurito per Piero Angela

Giovedì 29 Novembre ore 21.00. AULA MAGNA CAVALLERIZZA REALE – UNIVERSITÀ DI TORINO

Esauriti in meno di due ore i biglietti per l’appuntamento di domani di GiovedìScienza che vedrà protagonisti i due grandi divulgatori scientifici, Piero Angela e Luca Perri, e la responsabile dei progetti spaziali e consulente scientifico della NASA, dell’ASI e dell’ESA Amalia Ercoli FinziTorino dimostra la propria sete di conoscenza e la voglia ascoltare dal vivo il racconto di queste menti brillanti, sensibili ed empatiche. Tre vite dedicate alla scienza, una passione infinita per la ricerca, una curiosità primordiale e la voglia di trasmettere e condividere scoperte e conoscenze. Sarà una serata diversa che per riscoprire il metodo scientifico come luogo d’incontro tra persone e visioni del mondo. Dato il grande successo dell’appuntamento sarà allestito nell’aula rettorato uno streaming aperto e gratuito, sarà inoltre possibile seguire la diretta dell’incontro sulla pagina facebook di GiovedìScienza (www.facebook.com/lascienzaindiretta/)

Piccole e grandi intese. Da trent’anni se la giocano i soliti

Grande scatto in avanti di Sergio Chiamparino nella lotta dei sondaggi verso il candidato del centrodestra,  fino a ieri in pole position nel vincere le elezioni in Regione Piemonte . Intorno alla Tav si sta giocando quasi tutto. Chiara Appendino si è già  giocata il tutto per tutto per essere considerata un po’ diversa dai suoi sodali pentastellati. Ma l’aver tentato di tenere un piede in due scarpe non paga.    Il terreno della Tav è troppo scivoloso, soprattutto ora con 23 km di galleria in Italia e l’80 % dell’insieme delle strutture in Francia. Poi ci sono i soliti dietrologi. Fanno notare che le 7 pasionarie c’erano e ci sono sempre state dietro le quinte della politica torinese. Evidenziano chi erano e vogliono (forse) diventare. Dei loro rapporti familiari e parentali. Si sono fidate di Chiara e sono rimaste bruciate dalla sua giovane inesperienza e (forse) non si fidano dei partiti esistenti. Con poche certezze, così come c’è la difficoltà di Cirio di rappresentare l’intero schieramento di centrodestra. Ed eccoli i tartufai di notizie e di segnali che chiedono: è realistico l’accordo tra Forza Italia e il Chiampa? Il nostro Governatore ce la mette tutta. Non facile ma non impossibile. Come l’Araba fenice ritorna la possibilità di un accordo sotterraneo tra i berlusconiani e il Chiampa supportato da mille liste civiche. La notizia delle notizie è l’arrivederci del nostro Piero Fassino. Ciau Turin, vado fora a travaié. Ingrata città, ti voglio tanto bene ma non mi hai capito. Ha fatto il sindaco per dovere d’ufficio girando il mondo per far investire capitali qui. Zero riconoscenza da parte degli imprenditori che solo ora si sono accorti di aver sbagliato abbracciando Chiara Appendino.
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Il vicesindaco sfilerà con i gruppettari al corteo No Tav. Mai così in basso le istituzioni locali. I fassiniani non ci sono più ed hanno rotto le righe. Dio per tutti e tutti per sè. Metà da una parte e metà dall’altra. Persino la decennale collaborazione tra Paola Bragantini e Nadia Conticelli sembra rotta. Magari un gioco delle parti con sfondo la candidatura alle regionali. Spunta  poi la candidatura di Mauro Marino. Proprio lui, giovane repubblicano Presidente del Consiglio Comunale di Torino, tra gli inventori di Allenza per Torino e (forse) inventore di Valentino Castellani, grande amico dell’allora potentissimo Enrico Salza, antichissimo amico di Sergio Chiamparino. Ora grande sponsor politico delle Si Tav . Corsi e ricorsi storici. Con alcuni dettagli: sono passati più di 25 anni . Sembra un secolo. E le cavallette pentastellate in tre anni hanno fatto un deserto e l’ hanno chiamato decrescita infelice. Mai demordere. Mauro Marino ha aiutato in modo esemplare Renzi e Boschi. Competente di finanza e buon avvocato. Inoltre affine proprio a questo mondo di alta borghesia torinese. Repubblicano, e tutti conoscevano le simpatie della famiglia Agnelli verso i Repubblicani di Ugo La Malfa. Solo Umberto era democristiano. Una pecora nera in famiglia c’ è sempre.
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Solo che ora non c’ è più la Fiat  e gli Agnelli sono cittadini del mondo. E già qualcuno comincia nel dire che Mauro Marino potrebbe essere un buon candidato a sindaco. Da una parte l’industriale Boglione e dall’altra appunto Marino. I conti tornano anche perché la nostra Chiara Appendino non regge più. Non conta più nulla e le hanno voltato tutti le spalle. E chi a suo tempo si é sbagliato giura che non si sbaglierà più. Ci vuole sia in Regione che in consiglio comunale un governo amico della Tav, pure i francesi ce lo chiedono. Parlare con Toninelli o la Castelli del caso è del tutto inutile. Sono il solito malfidente. Il grande sponsor di Mauro Marino è Mauro Laus. Essendo lucano non dovrebbe far parte del giro da trent’anni. Lui non ha imparato il torinese. Ma è uomo intelligente e  capace di aspettare i tempi maturi. Nel mentre, con il suo nuovo ruolo di senatore, è grande estimatore di Matteo Renzi che non molla e dà direttive al gruppo come al partito. Matteo Renzi che in tempi non sospetti ha detto che Gallo non va bene per fare il segretario regionale. Matteo Renzi che essendo toscano è un attento conoscitore dei cosiddetti poteri forti . Un po’ come noi torinesi: un occhio ai poveri e una notevole attenzione alla finanza e industria . Viceversa non si andrebbe da nessuna parte. Sergio Chiamparino è rientrato in gioco, su questo non ci sono dubbi. 70 anni come non sentirli. Vedremo se simile sorte toccherà al PD. Una cosa è sicura, il centrodestra non sta a guardare.
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Sono stato a Trino dal vice sindaco Roberto Rosso. Anche qui ( forse ) la storia si ripete. Il Roberto Rosso che ha perso con Sergio Chiamparino. Il Roberto Rosso che non andando d’ accordo con Enzo Ghigo ne ha denunciato la scorrettezza: al ballottaggio mi ha boicottato. Ora che Enzo Ghigo è tra i più accaniti sostenitori dell’accordo con Chiampa. Roberto Rosso che nella Sala di Camillo Benso Conte di Cavour nel Comune di Trino mi ripeteva : “con Fratelli d’ Italia desidero dire la mia alle regionali. Non si vince o si perde la Regione solo con Torino. Anzi il centrodestra vince soprattutto fuori da Torino. Sono anche consigliere comunale di Torino. E anche a Torino sono cambiate le cose…nella continuità”. Tre anni sono bastati per capire che con i pentastellati non c’è molto da capire.
Tre anni per capire che se la giocano i soliti, da trent’anni a questa parte.
Patrizio Tosetto

L’omaggio a Bertolucci, i ragazzi e la solitudine, ancora la famiglia con i suoi problemi

Dal pomeriggio di lunedì, scorrono prima di ogni proiezione sugli schermi del TFF36 immagini dei film di Bernardo Bertolucci, tra il rosso di Novecento e il bianco e nero delle prime prove. Un montaggio preparato velocemente, un omaggio dovuto (che avrà la sua giornata domenica prossima, quando al Massimo 3 verranno proiettati Novecento, Il conformista e Io ballo da sola). Lui dice: “Come vorrei vedere oggi un film di Bergman in 3D, come vorrei vedere oggi un film di Fellini in 3D, come vorrei vedere il mio prossimo film in 3D. Credo che quella rivoluzione tecnologica che oggi vediamo operare nel cinema sia un tappeto volante su cui bisogna saltarci sopra”. Ha detto Emanuela Martini: “Un visionario, un intellettuale, soprattutto un sognatore. Bernardo Bertolucci, dopo la rivoluzione, ha fatto il cinema come non immaginavamo più di farlo: più grande della vita, e per questo capace di restituirci tutta la vita, e la Storia, e la memoria, e il futuro, nelle loro profondità”. E ogni volta scatta forte l’applauso. Ciao Bernardo.

 

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Intanto l’Ufficio Stampa del festival consegna le prime cifre, le prime affluenze. Nel primo weekend (venerdì 23 – domenica 25), oltre all’aumento degli accrediti rispetto allo scorso anno, si registra anche un aumento di biglietti venduti, passando dai 15.459 della passata edizione ai 16.174 di oggi. Una leggera flessione al contrario per gli abbonamenti, siamo passati ai 603 odierni contro i 667 del 2017, mentre gli incassi complessivi nei tre giorni ammontano a 164 mila euro a fronte dei duemila in più precedenti.

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Forse il più bel film visto finora al festival è The guilty del regista danese Gustav Möller, 85’ serrati, di quelli che senti di dover ammirare fotogramma dopo fotogramma, non una sbavatura, una tensione fatta di voci concitate e di brevi silenzi, di domande e dell’attesa delle risposte che a volte non arrivano immediate

L’attore protagonista si chiama Jakob Cedergren, c’è da sperare che la giuria si ricordi sia di lui che del film. L’uomo è incollato ad un tavolo e ad uno schermo, auricolare e microfono sempre in funzione, telefonate in cerca di aiuto, anche stupide a tratti o di drogati colpevolizzati e mandati al diavolo. Confinato al pronto intervento telefonico, per un’indagine interna, si saprà, un collega coinvolto: riceve la chiamata di una donna che sostiene di essere stata rapita, che forse è sotto il terrore di un’arma, accusa il proprio compagno. Tutto accade in tempo reale, sotto le luci fredde di un’unica stanza, la macchina da presa fatta di primissimi piani che tirano fuori emozioni, rabbie, timori, solitudini, voglia di riscatto, in una dura descrizione come raramente ricordiamo di avere visto sullo schermo, in una lotta ad ogni secondo tra realtà e apparenza, in uno spasmo che corre diritto verso la sequenza finale. Un thriller ma certo non soltanto, una sequenza di immagini esatte, di emozioni autentiche, capaci di far provare allo spettatore una perfetta, lenta immedesimazione. Sul terreno della debolezza corre al contrario Angelo, produzione Austria/Lussemburgo firmata da Markus Schleinzer (alla sua opera seconda), che ha coinvolto pure la nostra Alba Rohrwacher, 111’ suddivisi in tre capitoli, tediose immagini a camera fissa e tediosa la vicenda di cui non sentivamo davvero la necessità. Che è quella di Angelo Soliman, personaggio del Settecento viennese, storicamente qui adattato alle leggi del cinema, strappato al continente africano all’età di sette anni, nato forse nel Camerun o forse in Nigeria, venduto a una duchessa, battezzato e istruito, paggio alla corte di principi, promosso al rango di “Moro principesco”, conoscitore di ben cinque lingue, viaggiatore, chiamato a far parte di delegazioni impegnate in diverse corti, amico di musicisti (Mozart che si ricordò di lui per uno dei personaggi del Flauto Magico e Haydn), iniziato alla Loggia massonica nella capitale austriaca. Un matrimonio segreto gli negò in seguito la protezione del suo principe e alla morte, nel 1796, l’imperatore Giuseppe II volle che il suo corpo venisse scuoiato e impagliato, posto in una teca e mostrato al pubblico, tra animali e oggetti del vecchio continente: sino al giorno (i moti del ’48) in cui la collezione imperiale sistemata nella biblioteca dell’Hofburg venne spazzata via da una granata e dall’incendio che ne seguì. Il film ci rende tutto questo in maniera sbiadita, in un anonimato che non fa altro che elencare dei fatti, senza alcuna emozione, poveramente, quadro dopo quadro, e non sono certo sufficienti l’ambientazione (dove concorrono peraltro incomprensibili apporti di oggi) e i costumi o le bellurie della fotografia a farcelo accettare a cuor leggero. Se il tema del lavoro ha trovato al festival il proprio giusto spazio, attualissimo, anche la famiglia con le disgregazioni che si formano all’interno, con l’assenza di questo o quel genitore, con i figli spinti a crescere troppo in fretta occupa più di un titolo. Tematiche più che simili le abbiamo già saggiate nei giorni scorsi, anche qui applausi e pollici versi si confondono, per qualche tentativo riuscito davvero malaccio ti chiedi che cosa abbia spinto i selezionatori a metterlo in concorso. Tra i cattivi, Nervous translation della giovane regista filippina Shireen Seno, storia di una bambina di otto anni, perennemente chiusa in casa, una madre impegnatissima con il lavoro e per nulla affettiva, un padre assente che comunica con la figlia attraverso nastri registrati che puntualmente le invia. La piccola, oltre a crescersene tutta sola, è obbligata a impiegare il proprio tempo: e la regista registra ogni dettaglio dei suoi giochi, della preparazione e della cottura di cibi in una piccola cucina in miniatura, per tanti interminabili minuti, sicura delle proprie scelte, dei tempi impiegati, del vuoto quotidiano di cui si vuole dare testimonianza ma che bisticcia tremendamente con le leggi della sintesi e del montaggio. Non si approda a nulla. Con buona fuga dello spettatore. Mentre una gran bella maturità si apprezza nell’adolescenziale All these small moments dell’americana Melissa Miller, dove l’impacciato Howie deve combattere contro le debolezze di due genitori che sono lì lì per dividersi, contro le ansie di un fratello minore che forse vorrebbe crescere più di lui, contro i primi desideri per una ragazza, pure lei affettivamente male in arnese più grande di lui e incontrata per caso una mattina in autobus, contro i sinceri sentimenti di una compagna di scuola, triste e bullizzata. Howie, sconquassato fuori e dentro di sé, tira dritto per la sua strada, vivendo giorno dopo giorno quanto più può, trincerandosi nella calma e mettendo ordine con il prevalere dei veri sentimenti. La regista, alla sua opera prima, quei piccoli momenti ce li lascia gustare tutti, con intelligenza, con un’osservazione intima e costante, con i tanti particolari colti al volo che costruiscono il film, con gusto e con ironia. Speciale il giovane protagonista Brendan Meyer, tutto vero, dalla testa alle scarpe.

 

Elio Rabbione

 

 

 

Nelle foto grandi: Jakob Cedergren è l’ottimo interprete di “The Guilty” del danese Gustav Möller; una scena del deludente “Angelo” dell’austriaco Markus Schleinzer; “All these small moments” dell’americana Melissa Miller, altro film applaudito in questi giorni al Torino Film Festival

Allegri commenta la qualificazione: “Merito del lavoro quotidiano della squadra”

Massimiliano Allegri festeggia su Twitter la qualificazione bianconera agli ottavi di Champions League conseguita con un turno di anticipo in occasione della vittoria con il Valencia. “Raggiungere il primo traguardo di tappa stagionale così è un premio per il lavoro quotidiano dei ragazzi. Ci aspetta un dicembre importante, da giocare con la stessa energia”. C’è in ballo il primo posto nel girone a Berna scontro lo Young Boys nell’ultimo turno. La  vittoria garantirebbe alla Juve la sicurezza di piazzarsi davanti davanti al Manchester United.

 

(foto: Claudio Benedetto www.fotoegrafico.net))