Dalla Liguria il presidente del Piemonte, Sergio Chiamparino, lancia una proposta di coordinamento tra le Regioni del Nord-ovest sul fronte delle infrastrutture. Il governatore è intervenuto ieri all’assemblea di Confindustria a Genova, dove ha sostenuto che “avendo realtà economiche e interessi comuni, queste Regioni costituiscano su progetti infrastrutturali delle strutture di governance leggere, non parlo di consigli di amministrazione o nuovi enti, che ci consentano di elaborare piani strategici e, su questa base, di dialogare con le nostre comunità e di negoziare con il Governo nazionale e l’Europa per far procedere le nostre strategie” Secondo Chiamparino queste governance leggere “non vanno limitate a Tav e Terzo valico, che sono opere imprescindibili se vogliamo costruire un futuro all’insegna dello sviluppo, della sicurezza e del miglioramento ambientale, o alle piattaforme logistiche, ma possono essere allargate ad altri temi come i collegamenti aeroportuali, ad esempio, o il turismo. Se poi riuscissimo a implementare questo disegno con una maggiore acquisizione di autonomia, attraverso l’utilizzo delle opportunità che ci consente l’articolo 116 della Costituzione, questo servirebbe alle nostre comunità e al nostro Paese”.
Ristabilire il contatto con la natura, ascoltarne i suoni, percepire i suoi umori e cercare con essa un rapporto più profondo. Questi sono i propositi di una vacanza green, avvolti da alberi e piante, nel cuore di un bosco, di una selva, non “oscura”, ma radiosa e piena di energia
La necessità di ridare valore al nostro rapporto con l’ambiente naturale circostante è oggetto di importanti studi scientifici che hanno confermato quanto il rintanarsi, ripararsi e farsi proteggere da esso sia alla base nel nostro benessere, del nostro equilibrio interiore e di quanto questo favorisca la calma influendo perfino sul battito cardiaco e sulla pressione arteriosa. Questa esperienza non consiste solamente nel respirare aria pura scappando dalla morsa cittadina fonte di stress e inquinamento, ma è rivivere uno spirito fiabesco in un ambiente che ci evoca l’avventura romantica, un teatro incantato dove i ritmi sono rallentati, un luogo fatato dove praticare shinrin-yoku, per esempio, che in giapponese vuol dire letteralmente “trarre giovamento dall’atmosfera dei boschi”. Già Henry David Thoreau, filosofo e poeta americano, intorno al 1850, si era fortemente interessato alla relazione uomo-natura. La sua opera – Walden, Vita nei boschi – si basa sulla sua personale esperienza durante la quale aveva riscoperto i valori propri del ambiente naturale in antitesi con la società, portatrice di interessi materialistici. “L’inverno dell’umano scontento incominciava a risvegliarsi”, scriveva, con la consapevolezza, dopo un lungo soggiorno passato in una capanna sulle sponde del lago, che l’uomo può essere felice anche con poco. Tra i più suggestivi luoghi per una vacanza verde troviamo Attrap’Revês, un glamping in Provenza, un confortevole campeggio dove dormire in vere e proprie bolle in mezzo al bosco, sotto le stelle. Il Treehotel a Harads, in Svezia. Casette in legno sugli alberi a pochi chilometri dal circolo polare artico, un luogo quasi inviolato dal turismo, un’esperienza irripetibile. Sette minuti e poi la pace” ovvero 7 minuti di funivia per arrivare al Vigilius Montain Resort, in Trentino Alto Adige, un rifugio in legno e vetro dove stare bene in mezzo alla natura e ritrovare se stessi lasciando tutto il resto a valle. La Locanda Aescher, incastonata nella roccia, paesaggio mozzafiato, posizione unica, protagonista di una copertina del National Geographic. In Italia ci sono molti altri hotel e sistemazioni immerse nella natura, lontani dalla faticosa quotidianità e avvolti da paesaggi meravigliosi e incontaminati .Sul sito www.ecobnb.it se ne possono trovare diversi, mentre sul sito di Green Pearls le proposte riguardano tutto il globo e sono legate a progetti ecologici di salvaguardia e protezione della natura.
Maria La Barbera
Una donna di 79 anni avrebbe gettato dell’acido sul viso di un commesso di un supermercato di Alessandria della Rocca, nell’Agrigentino. La donna è stata identificata e arrestata dai carabinieri, con l’accusa di lesioni personali gravissime. da chiarire il movente dell’aggressione. Il commesso, di 49 anni, un quarantanovenne, è stato portato dall’elisoccorso e al reparto grandi ustioni dell’ospedale di Palermo in prognosi riservata.
“Ciao Darwin”, il casting a Torino
17 e 18 DICEMBRE 2018
Per partecipare al casting (solo maggiorenni) potete:inviare una email a d.bonolis@sdl2005.it oppure a v.cinelli@sdl2005.it con i vostri dati anagrafici, il vostro recapito telefonico ed una fotografia (inclusa la seguente dichiarazione liberatoria: “Autorizzo il trattamento dei miei dati personali ai sensi dell’art. 13 del Regolamento Europeo 679/2016, così come da informativa Privacy presente sul sito www.sdl.tv).
E’ stato fermato dai carabinieri il pirata della strada che lunedì mattina ha investito e ucciso a Gassino Vittorio Barosso, un ex panettiere 89 enne. Si tratta di un uomo di 36 anni, di Sciolze, conducente di un furgone bianco. L’accusa è omicidio stradale e omissione di soccorso. Durante l’interrogatorio ha detto di aver pensato di aver investito un animale.
“Aspettando il Piccolo Principe”
A Monforte d’Alba, al via gli appuntamenti programmati per la quinta edizione di “Vivolibro”
Sarà “Il Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupéry (libro senza tempo, pubblicato per la prima volta nel 1943 a New York e tradotto in circa 250 lingue) il protagonista di “Vivolibro 2019″, la manifestazione – in programma dal 20 al 26 maggio prossimo – a cadenza biennale ideata dalla Fondazione Bottari Lattes nel 2011, per avvicinare i bambini delle scuole elementari alla lettura e stimolarne l’interesse alla conoscenza, alla comprensione dell’altro e all’accoglienza delle diversità. Dedicata a personaggi della letteratura per l’infanzia o della narrativa internazionale che più di altri abbiano saputo fare breccia nell’immaginario dei bambini (da Marco Polo a Don Chisciotte, da Pinocchio a Mr. Fogg), “Vivolibro” giunge il prossimo anno alla sua quinta edizione. E, come nella precedente, la Fondazione Bottari Lattes propone, una serie di appuntamenti dal titolo “Aspettando Il Piccolo Principe”, che si terranno alla Biblioteca Pinacoteca “Mario Lattes” di Monforte d’Alba (in via Garibaldi,14), con il sostegno della Biblioteca Civica “Giovanni Ferrero” di Alba (Centro Rete del Sistema Bibliotecario delle Langhe) e dell’Associazione Culturale “La Nottola di Minerva”. Il primo incontro è per venerdì 30 novembre alle ore 16.30 con “Santibriganti Teatro”. Una lettura animata dal racconto di Saint-Exupéry, fra le opere letterarie più celebri e amate del XX secolo, farà rivivere ai bambini la storia del Piccolo Principe e dei personaggi da lui incontrati nel suo viaggio, avvicinandoli ai temi universali presenti nell’opera, come il senso della vita e il significato dell’amore e dell’amicizia. Al termine della lettura sarà offerta una merenda a tutti i partecipanti. L’appuntamento è a ingresso libero e gratuito. Gli incontri continueranno a gennaio 2019 con la proiezione del film di animazione “Il Piccolo Principe” uscito nel 2015, un laboratorio artistico a cura di Monica Bono e molto altro.
g. m.
Info e prenotazioni:
archiviobiblioteca@fondazionebottarilattes.it – Tel. 0173/78.646
eventi@fondazionebottarilattes.it – Tel. 0173/78.92.82
WEB fondazionebottarilattes.it | FB Fondazione Bottari Lattes | TW @BottariLattes | YT FondazioneBottariLattes
Giovedì Scienza: tutto esaurito per Piero Angela
Giovedì 29 Novembre ore 21.00. AULA MAGNA CAVALLERIZZA REALE – UNIVERSITÀ DI TORINO
Esauriti in meno di due ore i biglietti per l’appuntamento di domani di GiovedìScienza che vedrà protagonisti i due grandi divulgatori scientifici, Piero Angela e Luca Perri, e la responsabile dei progetti spaziali e consulente scientifico della NASA, dell’ASI e dell’ESA Amalia Ercoli Finzi. Torino dimostra la propria sete di conoscenza e la voglia ascoltare dal vivo il racconto di queste menti brillanti, sensibili ed empatiche. Tre vite dedicate alla scienza, una passione infinita per la ricerca, una curiosità primordiale e la voglia di trasmettere e condividere scoperte e conoscenze. Sarà una serata diversa che per riscoprire il metodo scientifico come luogo d’incontro tra persone e visioni del mondo. Dato il grande successo dell’appuntamento sarà allestito nell’aula rettorato uno streaming aperto e gratuito, sarà inoltre possibile seguire la diretta dell’incontro sulla pagina facebook di GiovedìScienza (www.facebook.com/lascienzaindiretta/)
Dal pomeriggio di lunedì, scorrono prima di ogni proiezione sugli schermi del TFF36 immagini dei film di Bernardo Bertolucci, tra il rosso di Novecento e il bianco e nero delle prime prove. Un montaggio preparato velocemente, un omaggio dovuto (che avrà la sua giornata domenica prossima, quando al Massimo 3 verranno proiettati Novecento, Il conformista e Io ballo da sola). Lui dice: “Come vorrei vedere oggi un film di Bergman in 3D, come vorrei vedere oggi un film di Fellini in 3D, come vorrei vedere il mio prossimo film in 3D. Credo che quella rivoluzione tecnologica che oggi vediamo operare nel cinema sia un tappeto volante su cui bisogna saltarci sopra”. Ha detto Emanuela Martini: “Un visionario, un intellettuale, soprattutto un sognatore. Bernardo Bertolucci, dopo la rivoluzione, ha fatto il cinema come non immaginavamo più di farlo: più grande della vita, e per questo capace di restituirci tutta la vita, e la Storia, e la memoria, e il futuro, nelle loro profondità”. E ogni volta scatta forte l’applauso. Ciao Bernardo.
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Intanto l’Ufficio Stampa del festival consegna le prime cifre, le prime affluenze. Nel primo weekend (venerdì 23 – domenica 25), oltre all’aumento degli accrediti rispetto allo scorso anno, si registra anche un aumento di biglietti venduti, passando dai 15.459 della passata edizione ai 16.174 di oggi. Una leggera flessione al contrario per gli abbonamenti, siamo passati ai 603 odierni contro i 667 del 2017, mentre gli incassi complessivi nei tre giorni ammontano a 164 mila euro a fronte dei duemila in più precedenti.
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Forse il più bel film visto finora al festival è The guilty del regista danese Gustav Möller, 85’ serrati, di quelli che senti di dover ammirare fotogramma dopo fotogramma, non una sbavatura, una tensione fatta di voci concitate e di brevi silenzi, di domande e dell’attesa delle risposte che a volte non arrivano immediate
L’attore protagonista si chiama Jakob Cedergren, c’è da sperare che la giuria si ricordi sia di lui che del film. L’uomo è incollato ad un tavolo e ad uno schermo, auricolare e microfono sempre in funzione, telefonate in cerca di aiuto, anche stupide a tratti o di drogati colpevolizzati e mandati al diavolo. Confinato al pronto intervento telefonico, per un’indagine interna, si saprà, un collega coinvolto: riceve la chiamata di una donna che sostiene di essere stata rapita, che forse è sotto il terrore di un’arma, accusa il proprio compagno. Tutto accade in tempo reale, sotto le luci fredde di un’unica stanza, la macchina da presa fatta di primissimi piani che tirano fuori emozioni, rabbie, timori, solitudini, voglia di riscatto, in una dura descrizione come raramente ricordiamo di avere visto sullo schermo, in una lotta ad ogni secondo tra realtà e apparenza, in uno spasmo che corre diritto verso la sequenza finale. Un thriller ma certo non soltanto, una sequenza di immagini esatte, di emozioni autentiche, capaci di far provare allo spettatore una perfetta, lenta immedesimazione. Sul terreno della debolezza corre al contrario Angelo, produzione Austria/Lussemburgo firmata da Markus Schleinzer (alla sua opera seconda), che ha coinvolto pure la nostra Alba Rohrwacher, 111’ suddivisi in tre capitoli, tediose immagini a camera fissa e tediosa la vicenda di cui non sentivamo davvero la necessità. Che è quella di Angelo Soliman, personaggio del Settecento viennese, storicamente qui adattato alle leggi del cinema, strappato al continente africano all’età di sette anni, nato forse nel Camerun o forse in Nigeria, venduto a una duchessa, battezzato e istruito, paggio alla corte di principi, promosso al rango di “Moro principesco”, conoscitore di ben cinque lingue, viaggiatore, chiamato a far parte di delegazioni impegnate in diverse corti, amico di musicisti (Mozart che si ricordò di lui per uno dei personaggi del Flauto Magico e Haydn), iniziato alla Loggia massonica nella capitale austriaca. Un matrimonio segreto gli negò in seguito la protezione del suo principe e alla morte, nel 1796, l’imperatore Giuseppe II volle che il suo corpo venisse scuoiato e impagliato, posto in una teca e mostrato al pubblico, tra animali e oggetti del vecchio continente: sino al giorno (i moti del ’48) in cui la collezione imperiale sistemata nella biblioteca dell’Hofburg venne spazzata via da una granata e dall’incendio che ne seguì. Il film ci rende tutto questo in maniera sbiadita, in un anonimato che non fa altro che elencare dei fatti, senza alcuna emozione, poveramente, quadro dopo quadro, e non sono certo sufficienti l’ambientazione (dove concorrono peraltro incomprensibili apporti di oggi) e i costumi o le bellurie della fotografia a farcelo accettare a cuor leggero. Se il tema del lavoro ha trovato al festival il proprio giusto spazio, attualissimo, anche la famiglia con le disgregazioni che si formano all’interno, con l’assenza di questo o quel genitore, con i figli spinti a crescere troppo in fretta occupa più di un titolo. Tematiche più che simili le abbiamo già saggiate nei giorni scorsi, anche qui applausi e pollici versi si confondono, per qualche tentativo riuscito davvero malaccio ti chiedi che cosa abbia spinto i selezionatori a metterlo in concorso. Tra i cattivi, Nervous translation della giovane regista filippina Shireen Seno, storia di una bambina di otto anni, perennemente chiusa in casa, una madre impegnatissima con il lavoro e per nulla affettiva, un padre assente che comunica con la figlia attraverso nastri registrati che puntualmente le invia. La piccola, oltre a crescersene tutta sola, è obbligata a impiegare il proprio tempo: e la regista registra ogni dettaglio dei suoi giochi, della preparazione e della cottura di cibi in una piccola cucina in miniatura, per tanti interminabili minuti, sicura delle proprie scelte, dei tempi impiegati, del vuoto quotidiano di cui si vuole dare testimonianza ma che bisticcia tremendamente con le leggi della sintesi e del montaggio. Non si approda a nulla. Con buona fuga dello spettatore. Mentre una gran bella maturità si apprezza nell’adolescenziale All these small moments dell’americana Melissa Miller, dove l’impacciato Howie deve combattere contro le debolezze di due genitori che sono lì lì per dividersi, contro le ansie di un fratello minore che forse vorrebbe crescere più di lui, contro i primi desideri per una ragazza, pure lei affettivamente male in arnese più grande di lui e incontrata per caso una mattina in autobus, contro i sinceri sentimenti di una compagna di scuola, triste e bullizzata. Howie, sconquassato fuori e dentro di sé, tira dritto per la sua strada, vivendo giorno dopo giorno quanto più può, trincerandosi nella calma e mettendo ordine con il prevalere dei veri sentimenti. La regista, alla sua opera prima, quei piccoli momenti ce li lascia gustare tutti, con intelligenza, con un’osservazione intima e costante, con i tanti particolari colti al volo che costruiscono il film, con gusto e con ironia. Speciale il giovane protagonista Brendan Meyer, tutto vero, dalla testa alle scarpe.
Elio Rabbione
Nelle foto grandi: Jakob Cedergren è l’ottimo interprete di “The Guilty” del danese Gustav Möller; una scena del deludente “Angelo” dell’austriaco Markus Schleinzer; “All these small moments” dell’americana Melissa Miller, altro film applaudito in questi giorni al Torino Film Festival
Massimiliano Allegri festeggia su Twitter la qualificazione bianconera agli ottavi di Champions League conseguita con un turno di anticipo in occasione della vittoria con il Valencia. “Raggiungere il primo traguardo di tappa stagionale così è un premio per il lavoro quotidiano dei ragazzi. Ci aspetta un dicembre importante, da giocare con la stessa energia”. C’è in ballo il primo posto nel girone a Berna scontro lo Young Boys nell’ultimo turno. La vittoria garantirebbe alla Juve la sicurezza di piazzarsi davanti davanti al Manchester United.
(foto: Claudio Benedetto www.fotoegrafico.net))