Piccole e grandi intese. Da trent’anni se la giocano i soliti

Grande scatto in avanti di Sergio Chiamparino nella lotta dei sondaggi verso il candidato del centrodestra,  fino a ieri in pole position nel vincere le elezioni in Regione Piemonte . Intorno alla Tav si sta giocando quasi tutto. Chiara Appendino si è già  giocata il tutto per tutto per essere considerata un po’ diversa dai suoi sodali pentastellati. Ma l’aver tentato di tenere un piede in due scarpe non paga.    Il terreno della Tav è troppo scivoloso, soprattutto ora con 23 km di galleria in Italia e l’80 % dell’insieme delle strutture in Francia. Poi ci sono i soliti dietrologi. Fanno notare che le 7 pasionarie c’erano e ci sono sempre state dietro le quinte della politica torinese. Evidenziano chi erano e vogliono (forse) diventare. Dei loro rapporti familiari e parentali. Si sono fidate di Chiara e sono rimaste bruciate dalla sua giovane inesperienza e (forse) non si fidano dei partiti esistenti. Con poche certezze, così come c’è la difficoltà di Cirio di rappresentare l’intero schieramento di centrodestra. Ed eccoli i tartufai di notizie e di segnali che chiedono: è realistico l’accordo tra Forza Italia e il Chiampa? Il nostro Governatore ce la mette tutta. Non facile ma non impossibile. Come l’Araba fenice ritorna la possibilità di un accordo sotterraneo tra i berlusconiani e il Chiampa supportato da mille liste civiche. La notizia delle notizie è l’arrivederci del nostro Piero Fassino. Ciau Turin, vado fora a travaié. Ingrata città, ti voglio tanto bene ma non mi hai capito. Ha fatto il sindaco per dovere d’ufficio girando il mondo per far investire capitali qui. Zero riconoscenza da parte degli imprenditori che solo ora si sono accorti di aver sbagliato abbracciando Chiara Appendino.
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Il vicesindaco sfilerà con i gruppettari al corteo No Tav. Mai così in basso le istituzioni locali. I fassiniani non ci sono più ed hanno rotto le righe. Dio per tutti e tutti per sè. Metà da una parte e metà dall’altra. Persino la decennale collaborazione tra Paola Bragantini e Nadia Conticelli sembra rotta. Magari un gioco delle parti con sfondo la candidatura alle regionali. Spunta  poi la candidatura di Mauro Marino. Proprio lui, giovane repubblicano Presidente del Consiglio Comunale di Torino, tra gli inventori di Allenza per Torino e (forse) inventore di Valentino Castellani, grande amico dell’allora potentissimo Enrico Salza, antichissimo amico di Sergio Chiamparino. Ora grande sponsor politico delle Si Tav . Corsi e ricorsi storici. Con alcuni dettagli: sono passati più di 25 anni . Sembra un secolo. E le cavallette pentastellate in tre anni hanno fatto un deserto e l’ hanno chiamato decrescita infelice. Mai demordere. Mauro Marino ha aiutato in modo esemplare Renzi e Boschi. Competente di finanza e buon avvocato. Inoltre affine proprio a questo mondo di alta borghesia torinese. Repubblicano, e tutti conoscevano le simpatie della famiglia Agnelli verso i Repubblicani di Ugo La Malfa. Solo Umberto era democristiano. Una pecora nera in famiglia c’ è sempre.
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Solo che ora non c’ è più la Fiat  e gli Agnelli sono cittadini del mondo. E già qualcuno comincia nel dire che Mauro Marino potrebbe essere un buon candidato a sindaco. Da una parte l’industriale Boglione e dall’altra appunto Marino. I conti tornano anche perché la nostra Chiara Appendino non regge più. Non conta più nulla e le hanno voltato tutti le spalle. E chi a suo tempo si é sbagliato giura che non si sbaglierà più. Ci vuole sia in Regione che in consiglio comunale un governo amico della Tav, pure i francesi ce lo chiedono. Parlare con Toninelli o la Castelli del caso è del tutto inutile. Sono il solito malfidente. Il grande sponsor di Mauro Marino è Mauro Laus. Essendo lucano non dovrebbe far parte del giro da trent’anni. Lui non ha imparato il torinese. Ma è uomo intelligente e  capace di aspettare i tempi maturi. Nel mentre, con il suo nuovo ruolo di senatore, è grande estimatore di Matteo Renzi che non molla e dà direttive al gruppo come al partito. Matteo Renzi che in tempi non sospetti ha detto che Gallo non va bene per fare il segretario regionale. Matteo Renzi che essendo toscano è un attento conoscitore dei cosiddetti poteri forti . Un po’ come noi torinesi: un occhio ai poveri e una notevole attenzione alla finanza e industria . Viceversa non si andrebbe da nessuna parte. Sergio Chiamparino è rientrato in gioco, su questo non ci sono dubbi. 70 anni come non sentirli. Vedremo se simile sorte toccherà al PD. Una cosa è sicura, il centrodestra non sta a guardare.
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Sono stato a Trino dal vice sindaco Roberto Rosso. Anche qui ( forse ) la storia si ripete. Il Roberto Rosso che ha perso con Sergio Chiamparino. Il Roberto Rosso che non andando d’ accordo con Enzo Ghigo ne ha denunciato la scorrettezza: al ballottaggio mi ha boicottato. Ora che Enzo Ghigo è tra i più accaniti sostenitori dell’accordo con Chiampa. Roberto Rosso che nella Sala di Camillo Benso Conte di Cavour nel Comune di Trino mi ripeteva : “con Fratelli d’ Italia desidero dire la mia alle regionali. Non si vince o si perde la Regione solo con Torino. Anzi il centrodestra vince soprattutto fuori da Torino. Sono anche consigliere comunale di Torino. E anche a Torino sono cambiate le cose…nella continuità”. Tre anni sono bastati per capire che con i pentastellati non c’è molto da capire.
Tre anni per capire che se la giocano i soliti, da trent’anni a questa parte.
Patrizio Tosetto
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