SPETTACOLI- Pagina 122

Denny Mendez torna sul palco in “Cose di ogni giorno” 

15 APRILE
TEATRO BLU – BURIASCO

16 APRILE
TEATRO VECCHIO MERCATO – GASSINO TORINESE

DENNY MENDEZ TORNA A TEATRO NEI PANNI DI RINA IN COSE DI OGNI GIORNO

Il Nodo con Ambra Angiolini e Arianna Scommegna

Giovedì 20 aprile, ore 21

Teatro Concordia, Venaria Reale (TO)

 

Una madre e un’insegnante in un intenso confronto che parla di bullismo e di rapporti genitori-figli

 

 

Ambra Angiolini e Arianna Scommegna danno voce ad un intenso confronto madre/insegnante sul rapporto genitori/figli e sulle ragioni intime che generano il bullismo. Due donne forti alle prese con una questione delicata ed attualissima sul mondo dell’adolescenza.

Heather Clark e Corryn Fell non sono solo l’insegnante e la madre di Gidion. Il loro conflitto, come quello tra Medea e Giasone, tra Dioniso e Penteo, tra Eteocle e Polinice, racchiude in sé tutti noi come singoli individui e tutti noi come società. La madre e l’insegnante di Gidion combattono per salvare sé stesse dal baratro della colpa e forse per cercare un senso ad una morte tanto orribile. Nel frastuono e nel clamore della loro battaglia non si accorgono che solo una voce resta muta e lontana: quella del figlio.

Il titolo originale, Gidion’s Knot, rimanda al nome del giovane Gidion, ma è anche un gioco di parole: in inglese suona come gordian’s knot, il “nodo gordiano”. Il nodo gordiano è un nodo che non si può districare, se non tagliandolo di netto. La metafora del titolo è dunque molto chiara: esistono conflitti che non possono più essere sciolti, ma solo recisi e dunque non bisognerebbe mai trovarsi in circostanze tanto estreme da risultare irrecuperabili. Al centro della questione un incandescente dialogo su valori e responsabilità, fra il mondo della scuola, in continua trasformazione, e quello della famiglia. Educare la generazione di domani è la più sacra e la più alta responsabilità umana. Trascurarla è un atto gravissimo che porta ineluttabilmente ad altrettante gravissime conseguenze.

 

Giovedì 20 aprile, ore 21

Il Nodo

Di Johnna Adams

Regia di Serena Sinigaglia

Con Ambra Angiolini e Arianna Scommegna

Biglietti: intero 18 euro + d.p. – ridotto 16 euro + d.p. – in abbonamento

 

Info

Teatro della Concordia, corso Puccini, Venaria Reale (TO)

www.teatrodellaconcordia.it

011 4241124 – info@teatrodellaconcordia.it

Rock Jazz e dintorni a Torino. I Coma Cose e i Modena City Ramblers

/

GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Lunedì. Al Cafè Des Arts si esibiscono i Manomanouche.

Martedì. Al Teatro Alfieri suonano i Fast Animals and Slow Kids.

Mercoledì. All’Imbarchino sono di scena Demetrio Cecchitelli, Annalized e Rosso Polare. Al Blah Blah suonano gli Hopeless.All’Hiroshima Mon Amour si esibiscono gli Ok.Danke.Tschüss. Al Magazzino sul Po sono di scena Lucy Kruger & The Lost Boys.

Giovedì. Al cinema i Metallica presentano il nuovo disco 72 Seasons. All’Hiroshima Mon Amour si esibiscono i Tropea. AllaSuoneria di Settimo è di scena Giovanni Truppi. Allo Spazio 211si esibiscono Emidio Clementi e Corrado Nuccini. Al Cafè Neruda suona il trio del sassofonista Barend Middelhoff. Allo Spazio Kairos è di scena Lastanzadigreta. Al Cap 10100 suona il pianista Matthew Lee. Allo Ziggy si esibisce Young Signorino.

Venerdì. Al Magazzino sul Po sono di scena Arcano 16 e Mambo Melon. Al Jazz Club suona Dario Lombardo &The Blues Gang.Al Folk Club suonano i Motus Laevus. Al Blah Blah sono di scena gli Stormo. Allo Spazio 211 si esibiscono Tommaso Cerasolo, Mao e Bunna.

Sabato. Al Cap 10100 suonano i Fuera. Al Concordia di Venaria arrivano i Coma Cose. Al Folk Club suona il Quartetto The Longest Johns preceduto da El Pony Pisador. Allo Ziggy si esibiscono Resti e Aspartame. Al Magazzino sul Po si esibisce Lepre.

Domenica. All’Hiroshima Mon Amour è discena il rapperAlfa.

Pasqua è sinonimo di open air, open air è sinonimo di This is Indie

DOMENICA 9 APRILE 2023 ore 14

SPAZIO211

VIA CIGNA 211, 10155, TORINO

THIS IS INDIE

Open Air di Pasqua

Pasqua è sinonimo di open air, open air è sinonimo di This is Indie 💛

Tutto il meglio della musica indie e del nuovo pop italiano, da Calcutta a Tananai, da Lazza a Liberato, dagli Arctic Monkeys ai Franz Ferdinand, passando da quelle hit Instagram e Tik Tok che ognuno di noi ha sentito almeno una volta scrollando i social.

8 ore di musica in cui suoneremo:
CALCUTTA, BLANCO, RKOMI, COSMO, MADAME, COEZ, PSICOLOGI, FRAH QUINTALE, THEGIORNALISTI, GAZZELLE, MACE, ARIETE, PINGUINI TATTICI NUCLEARI, CHIELLO, LIBERATO, POP X, MYSS KETA, CARL BRAVE x FRANCO126, COMA COSE, LA RAPPRESENTANTE DI LISTA, SANGIOVANNI, MARA SATTEI…

 

ma anche:
ELODIE E MARRACASH, FEDEZ E ACHILLE LAURO, ELISA E TIZIANO FERRO, ZERO ASSOLUTO E NEGRAMARO, E POI ARCTIC MONKEYS, THE STROKES, THE BLACK KEYS, JET, BLUR, FRANZ FERDINAND, THE FRATELLIS, VAMPIRE WEEKEND, MUSE, PHOENIX, MGMT, TAME IMPALA…

CONCERTINI
Gabriel Zanaga
Lunar
Meez
+ more TBA

 

DJ SET
This is Indie

 

CHILL-OUT AREA
Porta il tuo asciugamano e buttati sul prato!

 

FOOD TRUCK
Panino e birrette immancabili!

DOORS H 14

 

BIGLIETTO SUPER EARLY BIRD 5€ + DDP

BIGLIETTO EARLY BIRD 10€ + DDP

BIGLIETTO REGULAR 15€ + DDP

 

PREVENDITE ATTIVE

clicca il bottone qui di seguito

Libri, mostre e spettacoli per la Pasqua a Bardonecchia

La mostra “Firmato Tuttorosa”, gli spettacoli di Estemporanea, la presentazione del libro di Gioele Urso “L’assassino dei pupazzi”.

Ed ancora appuntamenti in Biblioteca per i più piccoli e non solo. Per questi giorni di Pasqua l’Amministrazione Comunale di Bardonecchia con Estemporanea e la Biblioteca presenta una ricca offerta di eventi.

Dal 6 aprile, e per tutto il mese, al Palazzo delle Feste sono presentate in mostra le realizzazioni di Salvatore Tuttorosa e del figlio Riccardo. Dipinti, realizzazioni in legno, tanto colore per “pezzi unici” testimoni di una ultratrentennale attività che, dalla bottega di Vanchiglia a Torino, ha portato i lavori di questi artigiani in tutto il mondo.

Sabato 8 aprile si torna a teatro per Scena 1312 con Estemporanea. Sul palco “Gipsy Jazz”, le corde dei 20 Strings e i fiati dei Fratelli Lambretta insieme per un omaggio alla musica del grande Django Reinhardt.


Il 9 aprile, alle 21, Gabriele Mirabassi al clarinetto e Simone Zanchini alla filarmonica in scena con “Il gatto e la volpe “: la goliardia dei ritmi del Sud America e la profondità del vecchio swing si mescolano ai suoni del jazz moderno.

 

Nuovo appuntamento, ultimo della Stagione invernale, con Scena 1312 Books. Il 10 aprile, alle 17.30 nel Foyer del Palazzo delle Feste, il giornalista e giallista torinese Gioele Urso presenta il suo ultimo libro, “L’assassino dei pupazzi”. Si tratta del completamento della trilogia del Commissario Montelupo. Uno scorcio della Torino Noir e non solo.

 

 

Ed ancora appuntamenti in Biblioteca, a tema pasquale, per i più piccoli ma non solo. Venerdì 7 aprile, alle 16, “Cip Cip…e cioccolato “. Letture dai 3 ai 10 anni.
Sabato 8 aprile, alle 16, invece, Silvana Conte e Franco Ugetti raccontano la tradizione e realizzazione delle uova di Pasqua.

Cantieri, progetto di alta formazione e ricerca artistica

Formazione, sperimentazione e ricerca per le arti performative

Al via ad aprile la prima parte dei workshop di alta formazione: protagonisti Ferracchiati e Muñoz

Parte il 12 aprile, a Torino, l’edizione 2023 di Cantieri, progetto di alta formazione e ricerca artistica dedicato a professioniste e professionisti delle arti performative, ideato e organizzato da Play with Food festivalCasa Fools e Sineglossa, con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo e la collaborazione del Circolo dei lettori.

Cantieri 2023 si articolerà in quattro workshop gratuiti, che si terranno ad aprile e giugno 2023 a Torino. I partecipanti sono stati selezionati attraverso una call for artists, conclusasi il 19 marzo, che ha registrato più di 120 candidature dall’Italia e dall’Europa.

L’obiettivo del progetto, la cui ideazione nel 2022 emerge dalle criticità del settore performativo evidenziate dal periodo pandemico, è promuovere e sostenere la formazione e la professionalizzazione degli artisti che operano nell’ambito delle arti performative, offrendo gratuitamente preziose occasioni di alta formazione e sperimentazione con professionisti di eccellenza, momenti di confronto e scambio con colleghi, operatori, incontro con il pubblico e opportunità produttive.

I progetti Cantieri 2023 e Food Data Digestion sono sostenuti dalla Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del bando “ART~WAVES. Per la creatività, dall’idea alla scena” che guarda al consolidamento dell’identità creativa dei territori attraverso il sostegno alla programmazione nel campo delle performing arts e alla produzione creativa contemporanea, unendo ricerca, produzione, offerta e distribuzione in una logica di ecosistema per rafforzare le vocazioni artistiche del territorio.

Tra il 12 e il 20 aprile si terranno i primi due workshop.

MI FA MALE L’AUTOFICTION! è l’emblematico titolo del workshop di drammaturgia che Liv Ferracchiati, drammaturgo, regista e scrittore, condurrà al Circolo dei lettori dal 12 al 14 aprile, in concomitanza con le repliche dello spettacolo Uno spettacolo di fantascienza dell’autore umbro, in scena dall’11 al 16 aprile al Teatro Gobetti per la stagione del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale.

L’autofiction nasce come genere di scrittura narrativa, molto utilizzato anche in teatro, che trasforma la finzione in un inestricabile groviglio di verità e inganno. Obiettivo del laboratorio è individuare un motore tematico che inneschi la scrittura, cercare di definire cosa sia scrittura autobiografica e cosa non lo sia e verificare come, partendo da un input di carattere personale, sia impossibile non ricorrere all’invenzione.
Cosa trasforma, quindi, l’esperienza in arte? Qual è la differenza tra l’essere un autore e raccontare fatti propri? Ma soprattutto, è possibile scrivere in modo puramente autobiografico?

Liv Ferracchiati (Todi, Italia, 1985) si diploma in regia teatrale presso la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano nel 2014, dopo una laurea in Letteratura Musica e spettacolo – Lettere e Filosofia presso l’Università La Sapienza di Roma.

Nel 2016  mette in scena il suo primo lavoro, Todi is a Small Town in the Center of Italy e intanto, fonda la compagnia teatrale The Baby Walk per la quale scrive e dirige La Trilogia sull’identità: Peter Pan guarda sotto le gonneStabat Mater (Premio Hystrio – Nuove scritture di Scena 2017) Un eschimese in Amazzonia (Premio Scenario 2017 ).  Nel 2017 la Biennale di Venezia gli dedica una personale. 

In dialogo con i testi del canone realizza due riscritture personali di classici: La tragedia è finita, Platonov da Cechov (menzione speciale alla Biennale di Venezia nel 2020) e Hedda Gabler. Come una pistola carica da Ibsen (nel 2022,  produzione Piccolo Teatro di Milano).

Chiamato per l’edizione speciale dell’École des Maîtres 2020 dedicata ai drammaturghi europei scrive Uno spettacolo di fantascienza, attualmente in tournée. Ferracchiati oggi è artista associato presso il Piccolo Teatro di Milano con il quale sta realizzando una nuova scrittura a partire da Il gabbiano di Anton Čechov. Nel 2021 ha pubblicato il suo primo romanzo Sarà solo la fine del mondo.

Si prosegue dal 16 al 20 aprile Casa Fools con A WORKSHOP ON TRUST, masterclass di clownerie condotta da Gabriela Muñoz, artista messicana nota in tutto il mondo.

La fiducia è un fattore fondamentale nel clown‚ dove il buon esito del lavoro dipende da tutti i presenti: clown, tecnici e spettatori uniti insieme da un patto. La fiducia è strettamente connessa alla disponibilità dei partecipanti a mettersi nelle mani dei clown per farsi condurre nel loro universo, lasciarsi sollevare in aria per poi tornare a terra. Fondamentale è creare un accordo con gli spettatori, basato proprio sulla fiducia, in modo che accettino il viaggio con slancio, senza fare domande. Il workshop si concentra sull’esperienza ludica del clown per creare confidenza con il pubblico e con le proprie azioni. Partendo dal silenzio, andremo alla ricerca dell’autenticità, lasciandoci alle spalle approcci intellettuali, reazioni preorganizzate e idee preconcette. Là, troveremo la nostra voce, la nostra verità, la nostra fiducia, quindi il nostro potere di connetterci.

Gabriela Muñoz ha terminato i suoi studi presso la London International School of Performing Arts (LISPA) sulla base della pedagogia di Jacques Lecoq, seguendo un corso post-laurea di 2 anni e un corso annuale presso la School of Physical Theatre di Londra.

Dal 2010 ad oggi con gli spettacoli di Chula The Clown, suo pseudonimo, ha girato il mondo. Perhaps Perhaps Quizas, il suo primo spettacolo di clown, è stato replicato in vari festival di clown e teatro in tutto il mondo: America, Australia, Brasile, Colombia, Repubblica Ceca, Cina, Finlandia, Francia, Georgia, Italia, Lituania, Messico, Nuova Zelanda, Romania, Scozia, Spagna, Svezia e Regno Unito.

Nel 2020, per celebrare i suoi 10 anni da clown, pubblica un libro (Chula The Clown) edito da Sicomoro Ediciones. Nello stesso anno ha ricevuto una medaglia al merito internazionale dal Congresso di Città del Messico nel campo della promozione culturale.

Attualmente collabora con il direttore d’orchestra Alondra de la Parra in The silence of sound, uno spettacolo sinfonico per clown e orchestra che ha avuto la sua prima mondiale al Festival PAAX GNP nel 2022.

Il suo ultimo spettacolo, Julieta, ha debuttato nel maggio 2022 con il sostegno di MICC (Marché International du Cirque Contemporain), FONCA e in coproduzione con Chamäleon Berlín, TOHU e Ruhrfestpiele, Recklinghausen. Tutta la musica dello spettacolo è composta da brani originali composti da Natalia Lafourcade.

Cantieri 2023 proseguirà a giugno con i workshop di Mariano Dammacco (recitazione) e Andrea Cerri (organizzazione).

Cantieri è un progetto di:

PLAY WITH FOOD – LA SCENA DEL CIBO

Play with Food è dal 2010, in Italia, il primo e unico festival di teatro e arti performative interamente dedicato al cibo e alla convivialità, organizzato a Torino da Associazione Cuochilab, con la direzione artistica di Davide Barbato. Nel 2015 la rivista Hystrio, nel dossier Teatro e cibo,  indica Play with Food come esperienza di riferimento tra le programmazioni artistiche dedicate a questo tema. Tra le molte compagnie ospitate nel corso delle edizioni: Lella Costa,  Sara Bertelà, Michele Sinisi, Ninni Bruschetta, Teatro delle Ariette, Gabriele Vacis, Frosini/Timpano, I Sacchi di sabbia, Cuocolo/Bosetti, Abbiati/Capuano, Carlo Massari, Daniele Ninarello, Maria Pilar Pérez, Claudio Massari, Stivalaccio teatro, Collettivo LunAzione.

CASA FOOLS

La Compagnia Fools (composta da Luigi Orfeo, Roberta Calia e Stefano Sartore) nel 2018 rileva a Torino l’ex Caffè della Caduta, nasce così Casa Fools, spazio teatrale che si pone come obiettivo la valorizzazione di artisti, musicisti, attori e compagnie professionali, con un occhio di riguardo ai giovani esordienti. L’idea alla base di Casa Fools è quella di dar vita ad un luogo aperto alla comunità che funga da incubatore di legami, dove la cultura sia il mezzo e non il fine, un luogo dove entrare in contatto con se stessi e con gli altri.  Casa Fools è un teatro dalla natura informale e accogliente di una Casa.  Una Casa con un Teatro dentro, un Teatro di tutti. Dove artisti e spettatori possono confrontarsi in un continuo dialogo.

SINEGLOSSA

Sineglossa è un’organizzazione culturale che applica i processi dell’arte contemporanea alle sfide del nostro tempo, per costruire modelli virtuosi di sviluppo sostenibile. Il nostro approccio si ispira all’idea di un “Nuovo Rinascimento”: attraverso la contaminazione tra discipline umanistiche e scientifiche, ricerchiamo soluzioni belle, sostenibili e inclusive. Per questo lavoriamo all’interno di ecosistemi ibridi che coinvolgono artistз, scienziatз, imprenditorз e umanistз — ma anche università, pubbliche amministrazioni e comunità locali. Crediamo nel fondamentale ruolo sociale della cultura e ci impegniamo a promuovere un’innovazione a base culturale. Sineglossa sviluppa progetti in una dimensione costituzionalmente e ambiziosamente europea. Siamo partner ufficiale del New European Bauhaus, un progetto ambientale, economico e culturale lanciato dalla Commissione Europea a gennaio del 2021, che ha l’obiettivo di combinare design, sostenibilità, accessibilità e investimenti per realizzare l’European Green Deal.

MAO Museo d’Arte Orientale ospita Le Salamanda

Per il penultimo appuntamento del public program della mostraBuddha10 il MAO Museo d’Arte Orientale ospita Le Salamanda per una performance che mescola dub, house lo-fi, rullanti reggaeton, ritmi dembow, ambient e sintesi vocale in un avvolgente bozzolo di toni armoniosi.

Le Salamanda sono un duo di dj e produttrici di musica ambient leftfield di Seoul composto da Uman Therma (Sala) e Yetsuby (Manda). Il duo si è fatto conoscere al pubblico internazionale con i primi due album: Allez! (Good Morning Tapes, 2020) e Sphere (Metron Records, 2021) e con i mixtape che realizzano per diverse stazioni radio globali tra cui Seoul Community Radio, NTS e LYL.

Il titolo del nuovo album “ashbalkum” (Human Pitch) deriva da un modo di dire coreano che indica la consapevolezza che la “realtà” altro non è che sogno. Espressione di un ambient ultraterreno, il quarto disco del duo, dischiude un portale verso un universo parallelo, dove verità e fantasia sono la stessa cosa.

Un mondo onirico costruito da paesaggi sonori ambientali e ritmi minimali, un punto di vista affascinante su come interagiamo con il mondo che ci circonda, dove il linguaggio, la natura e il nostro stesso essere sono infinitamente mutevoli.

Il calendario completo degli eventi sul sito.

Un gioco di specchi e il rifiuto della vecchiaia che avanza

Sugli schermi “Il ritorno di Casanova”

PINETA CINEMA a cura di Elio Rabbione

Tanti quanti hanno raccontato le gesta di Giacomo Casanova, del grande amatore, del Cavalier de Seingalt, delle sue prodezze e delle prigioni, delle continue debolezze e della necessità di un sostentamento tra le varie corti europee: dallo spensierato e giovanile Comencini all’Accorsi di Battiato, dal più che romanzato Lasse Hallström a Fellini con gli ultimi aneliti e un girotondo con la bambola meccanica, sino al “Mondo nuovo” di Scola, inteso a descrivere tutto il disfacimento dell’uomo sorpreso dalla Rivoluzione francese. Personaggio famoso, forse abusato ma nulla a confronto dei “patrioti” d’oltralpe che continuano a cavalcare ancora in questi giorni il mito dei tre moschettieri dumasiani, quasi come fosse carne fresca. Quel disfacimento lo accarezza l’ultimo Salvatores, prendendo le mosse dal “Ritorno di Casanova” che Arthur Schnitzler scrisse, nel 1917, a specchio del dissolvimento e agli ultimi walzer dell’impero viennese. Il gioco del doppio, nello spazio e nel tempo, il trascorrere degli anni e l’incubo della vecchiaia che annulla, senza freni.

Con la collaborazione del fedelissimo Italo Petriccione, l’oggi è immerso in un ottimo bianco e nero e il colore scalda al riparo della luce delle candele  (sembra di aver fatto un salto nel “Barry Lyndon” di Kubrick) un elegante Settecento. Oggi Leo Bernardi, regista in piena crisi professionale, che inizia a sentire le pesanti decadi degli anni e soprattutto accusa le intromissioni di quelle nouvelle vague di giovani artisti che un’unica opera hanno fatto per vederli entrare nelle grazie dei critici famosi, lui e il giovane Lorenzo Marino a guardarsi in un cagnesco misurato dai sorrisi sul red carpet della Mostra veneziana, è impegnato nel montaggio del suo ultimo film, “Il ritorno di Casanova”, come Gabriele Salvatores in un riflettente gioco di specchi, ancora Schnitzel a proporre precise parole e azioni. Leo è stanco, disamorato, solitario, assillato da un modernismo che respinge.

L’inizio del film è pronto ma non c’è nient’altro, il montatore di sempre, l’eterno Gianni (un eccellente Natalino Balasso) che lo guida e lo spinge, può fare ben poco. Anche il produttore preme, sogna il film in concorso a Venezia. C’è anche dell’altro, in Leo: l’imbattersi in una ragazza lontana dal suo mondo (Silvia, Sara Serraiocco), fieramente indipendente, una ragazza che ama i campi e gli animali, l’innamoramento e la passione, non ultima certo la consapevolezza del trascorrere degli anni, il disfacimento fisico e sentimentale, il respingimento di una paternità per cui non sa offrire sicurezze.

Respinge il proprio mondo, quel mondo fino a ieri cercato, quei paparazzi che gli piombano in albergo sono da allontanare, potesse da annientare con un fioretto in mano. E Giacomo? Grottescamente schizzato in questa sua ricerca amorosa senza fine, incontra sulla strada che lo riporta a Venezia il suo vecchio amico Olivo, la cui casa (e la moglie) lui frequentò un tempo: oggi tra quelle stesse stanze si mette alla ricerca della più giovane Marcolina, quasi una scommessa per lui, un corteggiamento rifiutato, visto che la ragazza ha occhi e sensi per il giovane tenente Lorenzi. Un corteggiamento da cercare nel suo termine finale anche con l’inganno; ma non sarà altro per Casanova che ancora una conferma delle sembianze della vecchiaia mentre Lorenzi reclama giustizia con un duello, entrambi emblematicamente spogli di ogni abito, guardando lo spettatore ai vecchi “Duellanti” di Ridley Scott o alla lotta delle figure maschili del Ken Russell di “Donne in amore”, duello in cui Lorenzi perirà. Le ultime scene sono affidate ai momenti del cinema dei nostri giorni, sulla spiaggia del Lido, Leo e Silvia si ritrovano, forse in un futuro di maggiore serenità.

Ironico, illusorio, per certi versi commovente, tanta malinconia negli occhi e qualche attimo di rilassatezza, a tratti troppa leggerezza d’intenti, spavaldo nella ricerca del corpo (altrui, maschile o femminile che sia), chiuso nella contrapposizione senza tempo tra Arte e Vita, scuro nella sottolineatura della vecchiaia che non risparmia, costruito su un montaggio che non lascia respiro allo spettatore, emozionalmente refrattario, il “Casanova” di Salvatores, tante cose troppe cose, dovrebbe crescere nello spirito del pubblico, dovrebbe catturarlo, le parti “antiche” dovrebbero via via acquistare nel disegno dell’autore e ottenere nel loro svolgersi maggior peso: al contrario finiscono con l’essere le più debolmente narrate, e semplicemente, seppure l’amara consapevolezza di un ammirevole Fabrizio Bentivoglio riempia la narrazione. La parte “moderna”, dove Toni Servillo comincia ad accusare la stanchezza di una qualche ripetitività – i movimenti, le pause, gli sguardi -, appare con il peccato del già visto, già conosciuto (non facciamo neppure il richiamo all’”8 1/2” felliniano), il gioco di specchi tra i doppi tripli personaggi, davanti e dietro la macchina da presa, nel passato e nel presente, finiscono con l’essere macchinosi, al di fuori di ogni più limpido sguardo.

Un omaggio lungo un mese per i cinquant’anni del teatro Regio di Torino

Quattro settimane di opere tutte le mattine, uno speciale e un grande teatro progettato da Carlo Mollino

 

Il teatro Regio di Torino festeggia i cinquanta anni dalla sua riapertura, quando fu realizzato da Carlo  Mollino e inaugurato il 10 aprile 1973, dopo che un incendio lo distrusse nel 1936.

La Cultura omaggia la prestigiosa istituzione musicale torinesecon uno speciale che durerà quattro settimane, ricco di spettacoli in onda su RAI 5 tutti i giorni dal lunedì  al venerdì  alle 10 del mattino, dal 3 al 28 aprile.

Venerdì  14 aprile, lo speciale intitolato “Regio 50, ci si mette molto tempo per diventare giovani” si concentrerà sulla storia delteatro Regio, raccontata  attraverso le voci dei più grandi e assidui protagonisti del suo palcoscenico, da Raina Kabaivanska, protagonista dei “Vespri siciliani”,  per la regia di Maria Callas che inaugurarono il teatro, a Gianandrea Noseda, che ne è  stato il direttore musicale per lunghi anni, passando a Davide Livermoore, Stefano Poda, Barbara  Frittoli, Michele Pertusi e molti altri.

Il fondatore del Museo Mollino di Torino, Fulvio Ferrari, e la fotografa Deka Mohamed Osman guideranno  gli spettatori alla scoperta del progetto affascinante e visionario che contraddistingue questo teatro. Verranno presentate immagini catturate da droni acrobatici che riescono a infilarsi negli spazi più  segreti.

Lo speciale, per la regia di Roberto Giannarelli, sarà replicato domenica 16 aprile alle 20.15.

La prima settimana di opere mattutine si apre lunedì 3 aprile, mentre sempre domenica 16 aprile, in occasione della giornata di porte aperte del teatro, dalle 10 alle 21.15, su RAI 5 andrà in onda una lunga maratona delle più importanti produzioni operistiche realizzate al Regio e trasmesse integralmente o attraverso il racconto dello storico programma RAI “Prima della prima”.

Lunedì 3 aprile viene  trasmesso il Boris Godunov di Musorgkij, grande affresco della Russia tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento. La regia è di Andrej Koncalovskij e la direzione musicale  di Gianandrea  Noseda.

Martedì 4 aprile si proseguirà  con il Don Carlo di Giuseppe Verdi, sul podio il maestro Gianandrea Noseda e la regia, le scene e i costumi sono firmati da Hugo de Ana.

Mercoledì 5 aprile si proseguirà con il Barbiere di Siviglia di Rossini nell’edizione firmata da Vittorio Borelli e diretta da Giampaolo Bisanti.

Giovedì 6 aprile prossimo sarà  la volta di un’opera di Vivaldi, l’Incoronazione di Dario. Direttore d’orchestra e clavicembalo Ottavio Dantone, la regia è  di Leo Muscato. La settimana si concluderà  venerdì 7 aprile con il Tancredi di Rossini  nella messinscena del 1985, per la regia teatrale  di Pier Luigi Pizzi e la direzione musicale di Bruno Bartoletti. Protagonista la grande voce di Lucia Valentini Terrani.

MARA MARTELLOTTA

Il torinese Gabriele Taurisano sbarca su Netflix

Un ragazzo pieno di talento il piemontese Gabriele Taurisano, classe 2006, che vive a Torino.

Non è nuovo nell’ambiente cinematografico; già da piccolissimo aveva partecipato a due puntate della fiction Rai “Non uccidere” a fianco di Miriam Leone. E poi, il suo ultimo successo: il film Al di là del mare, del regista Carlo Alberto Biazzi, che vedremo da settembre sulla piattaforma Chili e Chili UK, anche qui affiancato da grandi attori del calibro di Eros Pagni e Serena Grandi.

Ora, la sua nuova grande sfida sarà la seconda stagione di Diari (Di4ri, come scritto nel titolo originale), una serie tv targata Netflix.

La seconda stagione potrebbe seguire il gruppo di giovani protagonisti di Marina Piccola, un paesino su un’isola italiana, alle prese con le sfide della terza media, e le decisioni sul loro futuro mentre si accingono ad affrontare il cambiamento rappresentato dalla scuola superiore.

Considerato che la prima stagione di Di4ri è stata girata tra agosto e dicembre 2021, mentre le nuove puntate entrano in produzione a febbraio 2023, ci aspettiamo di vederle arrivare su Netflix entro la fine dell’anno