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C’era una volta Barriera di Milano

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COSA SUCCEDE(VA) IN CITTA’ / Per noi “ragazzacci ” di Barriera il limite dell’orizzonte era la Stura. Oltre il fiume c’era un’altra dimensione. Al fondo di via Botticelli una cava di ghiaia estratta dalla Stura. Si formavano montagne, paesaggio lunare, dove era doveroso fantasticare. Ogni tanto qualche baruffa con i ragazzini rom. Niente di che, tutto nella norma. In estate, finalmente,  smettevo i pantaloni lunghi per i più pratici pantaloncini. Superga basse rigorosamente blu. Un paio a stagione. I Jeans no. Erano per la Montagna. Luglio e Agosto nelle valli di Viù.

In Barriera una banda,  ed in Montagna un’altra. Le avventure sono iniziate in Piazza  Respighi. Si giocava ininterrottamente a Ligia e biglie. Ero il solito fortunato. Mio padre era il mio fornitore di bioni. Sfere di ferro smontate. Secondo la grandezza potevano valere da 10 fino a cento biglie di vetro. Generalmente una biglia di vetro grande valeva 10 di piccole. Sempre di vetro. Le mettevi in fila e colpite diventavano tue. Nel gioco me la cavavo. Altro orizzonte il cinema Zenit,  oltre la ferrovia. Univa lo scalo di Vanchiglia con la linea centrale morendo al Parco Sempione dove c’era e c’è ancora la piscina. Due  grandi vasche dove c’era anche un trampolino olimpionico inizi anni 70, poi  venne costruito lo spazio per i più piccoli.  Prima nello sterrato corsa campestre.  Le prime volte allo Zenit mi ci portò mio padre .14 30 della domenica. Allora si poteva entrare anche a proiezione iniziata. La facevano da padrone i film di Cow- boy con il mitico Giuliano Gemma. Il duro per antonomasia. Al ritorno mille domande. Era diventato un gioco. Forse ero asfissiante,  mi sembra di ricordare di un padre divertito e tutto sommato contento di un figlio curioso e  irriverente. Poi venne il fatidico giorno: al cinema ci puoi andare da solo. Libertà allo stato puro. Età, direi, 7 – 8 anni. Che poi solo non ero. Nel branco ci sentivamo sicuri. Non penso d’ aver visto tutti i film di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia. Sono tantissimi. Una considerevole parte sì. E l’ uomo dei pop corn.  Patatine , bibiteeee, poooppp- corrrnnnn. Passava tra un tempo e l’altro. E giù risate. Allora c’ erano le visioni fino al 5° passaggio. Tranne quelli della coppia siciliana. Qualche settimana in prima visione e poi direttamente alla quarta visione. La quinta visione  nei cinema parrocchiali
Al Michele Rua ho visto tutti i classici polpettoni. 10 comandamenti.  Ben – hur e il classico ed intramontabile Via col Vento. Tutto. Ovviamente,  innaffiato da coca- cola e liquirizia. Tutto dosato. Dovevano bastare i pochi soldi. Non c’era l ansia dell’appuntamento. Sapevi che qualche amico lo  trovavi. Difficilmente amiche. Allora non si usava. A me piaceva “vagare” da un punto all’ altro. Dai giardini di via Mercadante all’oratorio, passando per piazza Respighi.  A metà anni 60 la piazza si completò. Vennero costruite le case del Toro. L’ assicurazione. Le prime case costruite in prefabbricato. Un intero isolato. Prima c’ era un campo di calcio.  Ogni tanto arrivava un circo decisamente “sgarrupato ” dando un tocco di felliniana memoria ad una Barriera che cresceva. Tante costruzioni,  tanti alloggi in vendita e la classe operaia diventava ceto medio. Poche le donne che lavoravano. Per lo più nei negozi alimentari. Reggeva ancora l’ idea della mamma angelo del focolare. Donne con una straordinaria capacità di risparmio ed oculatezza nello spendere. O donne,  come mia madre,  che lavoravano,  in nero, da pantalonaie. Donne con una straordinaria capacità di lavoro. Eravamo ancora nel pieno boom economico,  anche se il vento dello sviluppo si stava chetando. Noi “ragazzacci” non capivamo e ci sentivamo appagati dalle biglie e ai cinema di periferia. Si spostava il limite del proprio orizzonte. Questo sì. E spostando il limite,  oltre qualcos’altro,  crescevamo. Sempre meno ragazzacci e sempre più uomini. La Barriera è rimasta.  Da dove arrivi,  le tue radici e la strada che ti ha formato. Ora rimane ( solo ) il ricordo. E già qualcosa per dire ai nostri figli da dove arriviamo. Per alcuni di noi , già nonni,  per i nipoti. Si chiama identità. Identità collettiva. Di quelle bande in cui ci si sentiva coperti. Eravamo ragazzacci ma non delinquentelli. Perché vedevamo nelle nostre madri e nei nostri padri dei modelli. Ora vorremmo essere dei modelli per i nostri figli e  i nostri nipoti.

Patrizio Tosetto

Imprenditori si diventa a scuola con il progetto Diderot

A  CURA DI  FONDAZIONE CRT. PIÙ DI 2000 RAGAZZI ALLA SCOPERTA DELL’INDUSTRIA DEI VIDEOGIOCHI

Al via il primo febbraio nelle scuole superiori di Torino, del Piemonte e della Valle d’Aosta la linea didattica “Rendere possibile un’impresa impossibile”

Come nasce un videogioco? A partire dall’1 febbraio, oltre 2.000 studenti piemontesi e valdostani andranno a “scuola” di videogame industry con il progetto Diderot di Fondazione CRT. Processo creativo, marketing, implicazioni etiche, “game addiction” saranno gli argomenti che verranno affrontati dalle classi iscritte alla linea didattica “Rendere possibile un’impresa … impossibile” del progetto di Fondazione CRT rivolto a tutte le scuole del Piemonte e della Valle d’Aosta.

Il percorso formativo – che prevede la possibilità di attivare gli incontri in modalità didattica a distanza – è realizzato in collaborazione con la Cooperativa Pandora per stimolare lo spirito imprenditoriale dei più giovani, ed è ideato da Mario Acampa, attore, regista e autore. I ragazzi verranno coinvolti in vere e proprie lezioni-spettacolo curate da tre divulgatori: Matteo Macchio, Viviana Laura Pinto e Jessica Redeghieri.

Gli studenti si confronteranno con casi studio, analizzeranno la catena del valore, scopriranno le principali aziende produttrici di videogiochi e potranno trasformarsi in veri e propri influencer in grado di valutare e promuovere i prodotti dell’intrattenimento. Rifletteranno sul mondo del gaming in ottica economica e di marketing, ripercorrendo esempi che hanno rivoluzionato l’industria dell’intrattenimento, sempre più in crescita. Non mancherà anche un focus su temi “caldi” legati ai videogiochi: dai possibili messaggi discriminatori alla sostenibilità.

Il Progetto Diderot della Fondazione CRT, rivolto alle scuole di ogni ordine e grado del Piemonte e della Valle d’Aosta, porta in classe discipline non curricolari e, nello stesso tempo, approfondisce materie tradizionali con metodologie innovative: dalla matematica alla tutela della salute e dell’ambiente, dalla prevenzione alle dipendenze all’astronomia. La partecipazione è gratuita per tutte le scuole. Giunto alla quindicesima edizione, quest’anno il progetto ha superato le 80.000 iscrizioni.

 

 

Il calendario dei primi appuntamenti di “Rendere possibile un’impresa…impossibile” per provincia:

1 febbraio, IIS Bona di Biella

2 febbraio, IIS Alfieri di Asti

3 febbraio, IS Barletti di Ovada, Alessandria

8 febbraio, ITC Da Vinci di Borgomanero, Novara

9 febbraio, IIS Guala di Bra, Cuneo

10 febbraio, ITC Galilei di Avigliana, Torino

10 febbraio, IIS Galileo Ferraris di Crescentino, Vercelli

19 febbraio, ISILTEP di Verrès, Aosta

Carmagnola, nuovi buoni spesa per le famiglie

Nuova iniziativa del Comune di Carmagnola per l’erogazione di ulteriori 60.000 euro in buoni spesa a sostegno degli acquisti delle famiglie, con Love Box a tema per la festa di San Valentino

 

Dal 12 febbraio al 14 marzo 2021

presso gli esercizi commerciali della città che aderiscono all’iniziativa
www.comune.carmagnola.to.it

www.facebook.com/cuorinvetrinacarmagnola

Dopo “Natale con i tuoi”, dal 12 febbraio al 14 marzo 2021 e in collaborazione con Ascom Confcommercio Carmagnola, il Comune di Carmagnola propone una nuova iniziativa che prevede l’erogazione di buoni spesa a sostegno degli acquisti delle famiglie carmagnolesi.

Questa volta la campagna prende il nome di “Cuori in Vetrina” perché inizia in concomitanza con la festa di San Valentino e perché vuole esprimere l’amore, il cuore, con il quale la Città di Carmagnola vuole sostenere i propri commercianti e i propri cittadini.

Nei primi giorni, per celebrare la festa degli innamorati, diversi esercenti aderenti all’iniziativa proporranno delle particolari Love Box con menù speciali, confezioni, pacchetti e idee regalo a tema.

I negozi aderenti alla campagna saranno identificabili grazie all’esposizione della locandina e di palloncini a forma di cuore. Come già accaduto nel periodo natalizio, i buoni del valore di 10 euro caduno saranno erogati direttamente dai commercianti, sotto forma di compartecipazione alla spesa dei clienti.

Sono inoltre in cantiere ulteriori iniziative legate alla Festa della Donna e per il finanziamento della campagna verranno utilizzati i fondi messi a disposizione dallo stato per il sostegno alla spesa delle famiglie nel contesto della pandemia.

COME VERRANNO EROGATI I BUONI AI CITTADINI

I buoni saranno erogati dai commercianti con le medesime modalità dell’iniziativa natalizia: n. 1 buono da 10 Euro su una spesa di 20 Euro; 2 buoni su una spesa di 40 Euro e 3 buoni su una spesa di minimo 60 Euro. I buoni spesa saranno applicabili ai clienti, per un massimo di 3 buoni a persona, entro il 14 marzo. I negozianti saranno rimborsati dal Comune, previa presentazione della distinta dei buoni erogati entro il 30 aprile 2021.

DOVE TROVARE MAGGIORI INFORMAZIONI

L’elenco degli esercizi aderenti e le promozioni applicate dai singoli esercizi saranno disponibili sulla pagina facebook www.facebook.com/cuorinvetrinacarmagnola, sui canali social e sul sito del Comune.

Presso gli esercizi aderenti sarà esposta inoltre la locandina dell’iniziativa.

LE DICHIARAZIONI DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

Dichiarano il sindaco Ivana Gaveglio e l’assessore al commercio, Gian Luigi Surra: “Ci auguriamo che la ricaduta di questi buoni sui cittadini e sugli esercizi commerciali abbia efficacia e possa costituire un aiuto concreto. Notoriamente, il periodo successivo alle festività natalizie e ai saldi è un periodo difficile per il commercio e quest’anno le difficoltà sono ancora accentuate dalle gravi conseguenze della pandemia”.

‘La Classe’ sonda i bassi istinti dell’umanità

Dalcher sul suo ‘La Classe’: “Perché mai dovremmo essere proprio noi quelli immuni all’estremismo?”

In un’epoca di intrecci già letti e solo rielaborati Christina Dalcher con il suo nuovo romanzo La Classe‘, edito da ‘Nord ci regala un cameo destinato ad entrare di diritto nell’olimpo dei capolavori visionari della letteratura internazionale. Era veramente difficile riuscire a costruire un libro più innovativo e avvolgente rispetto al suo precedente lavoro ‘Vox‘, recensito nei mesi scorsi proprio dal nostro portale, eppure Dalcher ci è riuscita in modo magistrale e proprio per tale ragione le abbiamo chiesto di poterci confrontare sulla trama de ‘La Classe‘ e sulla sua visione del mondo, una visione dove l’umanità si trova sempre a doversi confrontare con i suoi istinti più bassi e pericolosi.

Continua a leggere:

http://strumentipolitici.it/dalcher-sul-suo-la-classe-perche-mai-dovremmo-essere-proprio-noi-quelli-immuni-allestremismo/

I problemi dei “lavoratori fragili”

Caro Direttore, oggi, in occasione della festività della Madonna di Lourdes, nonché della giornata mondiale del malato, il gruppo “Lavoratori fragili uniti per sopravvivere” 

 vorrebbe sensibilizzare e sollecitare chi di dovere a risolvere la situazione dei lavoratori “fragili”, che da circa un anno attendono risposte concrete.
Il gruppo “Lavoratori fragili uniti per sopravvivere” conta 700 persone ed è nato con lo scopo di condividere più informazioni possibili, in questo periodo di pandemia, tra lavoratori cosiddetti fragili (persone con grave disabilità, immunodepressione, patologie oncologiche, in terapia salvavita, con trapianto d’organo, etc. etc.), impossibilitati ad eseguire lavoro agile per mansione.
La malattia non se la cerca nessuno, ti piomba improvvisamente addosso stravolgendo non solo la tua vita ma anche quella delle persone che ti sono accanto.
Oggi tante persone si ricorderanno di noi, come fanno esattamente il 3 Dicembre, in occasione della giornata mondiale per la disabilità.
Viviamo in un mondo strano, in cui siamo invisibili agli occhi di tutti, politici compresi, che però ci “ricordano” il 3 Dicembre (giornata mondiale della Disabilità) e l’11 Febbraio, spesso con frasi fatte, ma poco “sentite”. Vorrei dire, a tutti coloro che si ricordano di noi persone fragili solo in determinate “occasioni”, che abbiamo un cuore che batte tutto l’anno e meritiamo di essere visti tutto l’anno. Non sappiamo che farcene delle tante belle parole quali “solidarietà”, “uguaglianza dei diritti”, “inclusione”, spese nelle giornate celebrative, quando per il resto dell’anno veniamo ignorati nei fatti. Le belle parole di circostanza stridono con il dato di fatto che ad oggi ai lavoratori fragili (immunodepressi, disabili gravi, oncologici, in terapia salvavita, malati rari, etc.) non sia stata riconosciuta la non computabilità nel comporto dell’assenza (precauzionale) dal lavoro parificata a ricovero ospedaliero, per proteggersi dall’eventuale contagio da Covid sul posto di lavoro (tutela ai sensi dell’art. 26 comma 2 Dl “Cura Italia” e successivi).
Esiste, allo stato attuale, una disuguaglianza tra lavoratori fragili. Quelli di serie A, più tutelati, i cui contratti di lavoro (CCNL) non conteggiano il ricovero nel comporto (periodo massimo in cui il lavoratore assente per malattia/ricovero conserva il posto di lavoro). Dall’altro lato, vi sono i lavoratori fragili di serie B, più penalizzati in quanto in base allo specifico contratto lavorativo il “ricovero” viene conteggiato nel comporto, cioè va a sommarsi alle assenze già fatte (per malattia o per precedenti ricoveri non legati alla pandemia), con conseguenti tagli di stipendio e rischio di licenziamento.
Attendiamo ancora che chi ci governa ponga fine a questa disuguaglianza, attraverso una norma, un decreto o una circolare ministeriale, in cui si dica esplicitamente che l’assenza-ricovero per tutti i lavoratori fragili, dipendenti pubblici e privati, non debba essere conteggiata nel periodo di comporto. Solo attraverso questo atto ufficiale si porrà fine a tale disuguaglianza, che perdura ormai da un anno.
La nostra vita è già difficile ed anche il fatto che non siamo stati inseriti da subito nel piano vaccinale anti-Covid come categoria di persone da vaccinare in via prioritaria (poiché ad elevato rischio), rende l’idea di quanto siamo “considerati”.
In questa giornata mondiale del malato, noi lavoratori fragili chiediamo al nuovo Governo, che sta per “nascere”, di vederci e di sopperire a tale mancanza.
Ci auguriamo che la Madonna di Lourdes ci dia la forza per andare avanti, nonostante la malattia e l’indifferenza di molta gente.

Lavoratori fragili uniti per sopravvivere

La Giornata del numero unico 112

Giovedì 11 febbraio, in occasione della Giornata Europea del Numero Unico Emergenza – NUE 112, alle ore 15 gli Assessorati alla Sanità e alla Protezione Civile della Regione Piemonte apriranno virtualmente le porte della centrale del Numero Unico Emergenza 112 di Saluzzo diretta da Walter Occelli, una delle due centrali presenti in Regione Piemonte.

L’iniziativa, intitolata “Sirene amiche – La conoscenza che salva la vita”, intende richiamare l’attenzione sul corretto utilizzo del Numero Unico di Emergenza oltre che sul funzionamento strategico della Centrale unica di risposta, attraverso la guida dei professionisti del settore.

Prenderanno parte all’appuntamento di Saluzzo l’assessore regionale alla Sanità Luigi Genesio Icardi e l’assessore regionale alla Protezione Civile Marco Gabusi, oltre a diverse altre cariche istituzionali.

Il responsabile della Centrale operativa regionale Emergenza Covid del Dirmei, Fabiano Zanchi, illustrerà i servizi erogati dal nuovo numero verde 800.95.77.95, attivo dal 1° febbraio 2021 e fortemente voluto dalla Regione Piemonte per rispondere alle domande dei cittadini sulle necessità pratiche legate alla pandemia.

All’evento interverrà Marco Pappalardo, presidente dell’associazione no profit FormInLife, presente sul territorio piemontese da diversi anni e impegnata nella diffusione della cultura del soccorso e delle manovre salva vita, grazie al costante impegno dei suoi volontari, per la maggior parte professionisti sanitari medici e infermieri specialisti in emergenza.

Verranno inoltre premiate le Associazioni che hanno donato volontariamente la propria opera per supportare il precedente numero verde informativo regionale.

L’evento, riservato in presenza soltanto agli invitati, verrà diffuso in diretta social sulla piattaforma Facebook dalle pagine di FormInLife e degli assessori regionali presenti.

Il rosa e il grigio

L’ASSOCIAZIONE CHE PROMUOVE E VALORIZZA I TALENTI DELLE DONNE.

Nata nel 2017 da un gruppo di 11 tra professioniste e professionisti provenienti da settori e ambiti diversi,l’Associazione il rosa e il grigio ha come denominatore comune l’interesse e l’impegno a favore delle pari opportunità e della valorizzazione dei talenti delle donne. Grazie all’impegno continuo, ad una serie di interventi ed azioni come seminari, eventi, tavole rotonde, approfondimenti, studi e pubblicazioni ma anche attività formative e l’assiduo dialogo con istituzioni e soggetti dell’economia, dell’università e dell’organizzazionelavoro, il rosa e il grigio è una realtà in costante crescita.

L’Associazione, con sede a Torino, è figlia dell’esperienza progettuale dal titolo Il rosa e il grigio. Donne, invecchiamento attivo e presenza nei luoghi di decisione, realizzata tra il 2014 e il 2016 con la partecipazione del Dipartimento Politiche per la Famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri nell’ambito delle Iniziative di promozione dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni. Il progetto aveva proposto un ampio percorso di passaggio di esperienze e di competenze (azioni di formazione, di sensibilizzazione, occasioni di dialogo e di confronto, interviste e testimonianze video) da donne senior già impegnate in posizioni di governance a donne junior disposte a mettersi in gioco.

Questo gruppo, unito da obiettivi comuni e da un sodalizio mirato alla valorizzazione del genere femminile attraverso un impulso  professionale e di carriera in tutti gli ambiti, sostiene e promuovel’accesso delle donne nei luoghi di decisione; inoltre si avvale di una rete  di attori e associazioni come InclusioneDonna, che neraccoglie a sua volta più di cinquanta di alto livello, che lavorano con le donne e per le donne sull’intero territorio nazionale.

La presidentessa de Il rosa e il grigio, la Dr.ssa Monica Andriolo, attraverso una breve intervista ci spiega quali sono gli obiettivi dell’Associazione.

Dottoressa Andriolo quali sono le azioni che consentono una migliore visibilità delle donne e delle loro competenze, spesso di  alto livello, all’interno delle aziende?

Certamente è fondamentale che sia data loro la possibilità di essere inserite in ruoli importanti e quindi di partecipare a riunioni, incontri e momenti di scambio in cui possano mettere a disposizione le loro competenze. Ovviamente non basta la presenza, per esempio con semplici ruoli di segreteria o meramente operativi, ma è necessario che sia data loro voce e che siano ascoltate le loro opinioni  e le loro idee.

Come si rafforza nelle donne la capacità di leadership e di esercizio all’influenza?

L’opportunità di parlare in contesti importanti e la consapevolezza di essere ascoltate sono due passi fondamentali verso quello che viene chiamato empowerment che consiste, appunto, nella possibilità per le donne di essere leader e di influenzare le situazioni in cui si trovano ad operare.

Non bastano le competenze che le donne possiedono, che spesso sono pari se non più ampie rispetto a quelle degli uomini , ma è importante che queste siano davvero riconosciute e che trovino lo spazio giusto per esprimersi.

Le donne attualmente sono messe nella condizione di governare, amministrare e dirigere?

Ci sono ancora molti ostacoli. Si pensa come prima cosa, e forse legittimamente, alla maternità: esistono ancora resistenze e perplessità nel dare ruoli apicali a donne che abbiano anche carichi di cura. Inoltre perché parlare di carichi solo per le donne? Sarebbe ben meglio parlare di condivisione delle responsabilità. Persiste inoltre una abitudine a scegliersi tra pari e tra simili che porta gli uomini a creare team a larga maggioranza maschile ed a scegliersi reciprocamente come collaboratori.

Quali sono le strade da percorrere per far percepire la differenze di genere come risorsa positiva?

È fondamentale individuare role model femminili, finché infatti i modelli sono solo maschili (senza nulla togliere all’importanza degli uomini di valore) diventa difficile trovare dei punti di riferimento e degli esempi che consentano di far comprendere davvero a tutti che le donne ci sono e sanno dare il meglio.

Maria La Barbera 

Poste Italiane: Torino al centro della parità di genere

Sono 233 le donne con incarico di responsabilità nella provincia di Torino che operano al servizio della rete più capillare d’Italia e sempre più orientata ai bisogni dei cittadini. Poste Italiane viene riconosciuta anche come azienda Leader nella gestione delle Risorse Umane grazie alla certificazione Top Employer

Poste Italiane confermal’importanza del contributo della provincia di Torino per il conseguimento dei risultati legati alla sostenibilità, all’inclusione e alla parità di genere. Infatti, con i suoi 420 Uffici Postali, 42 Centri di Distribuzione e quasi 4100 dipendenti, di cui 233 donne con incarico di responsabilità, la provincia di Torino ha avuto un ruolo determinante nel conseguimento dei tre importanti riconoscimenti ottenuti dalla Società.

Il primo traguardo di Poste Italiane è la conferma per il secondo anno consecutivo di essere entrata nel Bloomberg Gender Equality Index (GEI), l’indice di riferimento mondiale sulla parità di genere. La grande attenzione che da sempre l’Azienda rivolge a tematiche come l’inclusione e la parità di genere ha portato, nella provincia di Torino, ad avere 233 uffici dove la presenza è “rosa” nelle funzioni di responsabilità.

Anche per quest’anno, inoltre, a Poste Italiane è stata assegnata la certificazione “Top Employer, cheseleziona in tutto il mondo le aziende che si distinguono per le migliori politiche di gestione delle risorse umane. Infatti, in tutte le sedi della provincia di Torino, ogni giorno vengono promossi corsi di formazione per la crescita professionale dei lavoratori e rafforzati i programmi di welfare, garantendo i servizi essenziali in piena sicurezza e nella salvaguardia della salute sia dei dipendenti sia dei cittadini, con uno sguardo attento alle esigenze delle fasce più fragili.

La certificazione del Top Employers Institute premia l’impegno di Poste Italiane, che ha da tempo inserito in modo strutturale le tematiche ESG (Environmental, Social and Governance) all’interno delle sue strategie aziendali poiché promuovere una cultura di impresa inclusiva, finalizzata a conciliare lavoro e vita familiare non è soltanto un modo per investire nel capitale umano e nel futuro dell’azienda, ma rappresenta una condizione necessaria per affrontare con successo le sfide del mercato e continuare a creare valore nel tempo.

“L’impegno che Poste Italiane ha assunto per la promozione della parità di generecommenta l’Amministratore Delegatoè coerente anche con gli obiettivi generali del Paese per una ripresa economica sostenibile e con quanto programmato all’interno del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (cd. “Recovery Plan”), che vede nella lotta alle disuguaglianze di genere un presupposto fondamentale”.

Infine, grazie alla sua presenza capillare nella provincia di Torino, alla vicinanza ai cittadini, alle istituzioni e alle imprese locali, Poste Italiane è stata certificata tra i 50 marchi più forti al mondo secondo Brand Finance ‘Global 500’ 2021, scalando la classifica di ben 12 posizioni rispetto allo scorso anno.

Il Giorno del Ricordo

Dall’8 al 26 febbraio 2021, in occasione del Giorno del Ricordo che si celebra il 10 febbraio, le vetrine dell’Ufficio relazioni con il pubblico del Consiglio regionale (in via Arsenale 14G angolo via Lascaris a Torino) ospitano i sedici pannelli espositivi della mostra fotografica “L’Istria, l’Italia, il mondo. Storia di un esodo: istriani, fiumani e dalmati a Torino”.

La tragedia delle foibe e l’esodo dall’Istria e dalla Dalmazia sono una ferita sulla quale nel nostro Paese era stata stesa per troppo tempo una densa cortina di silenzio – dichiara il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia – Una vicenda terribile e drammatica, carica di significato e di storia, segnata dal dolore, dalle paure e speranze delle decine di migliaia di persone che hanno vissuto quell’intricato momento storico, caratterizzato dallo scontro tra nazionalismi feroci ed esasperati. Le istituzioni e tutti coloro che ricoprono responsabilità pubbliche hanno il compito di promuovere ogni iniziativa utile alla memoria di quella orribile vicenda”.

Le foibe e l’esodo dal confine orientale costituiscono una pagina drammatica della storia italiana, una ‘sciagura nazionale’ come l’ha definita il Presidente Mattarella. Il Giorno del Ricordo – afferma Mauro Salizzoni, vicepresidente del Consiglio regionale delegato al Comitato Resistenza e Costituzione – è una preziosa occasione per approfondire, commemorare e condividere una memoria comune. Furono migliaia e migliaia i profughi costretti ad abbandonare Istria, Dalmazia e Venezia Giulia. Il Piemonte fu la seconda regione d’Italia per numero di arrivi: alla fine del 1946 a Torino risiedevano 343 cittadini provenienti dai quei territori, dieci anni dopo erano più di 8 mila. Erano italiani ma in Italia si sentirono esuli. Troppo spesso accolti con indifferenza, talvolta con ostilità e ospitati in strutture in disuso. Questa mostra e le altre iniziative rendono omaggio a italiani esuli in patria, raccontandoci pagine di storia e di umanità”.

La mostra “L’Istria, l’Italia, il mondo”, curata da Enrico Miletto, affronta il tema della partenza forzata nel 1947 degli italiani dalle terre d’origine sulla costa jugoslava, dell’arrivo e dell’accoglienza, prima in Italia e poi a Torino, della vita nei campi profughi cittadini e nelle Casermette di Borgo San Paolo, il trasferimento nelle “case rosse” del villaggio di S. Caterina nel quartiere di Lucento, l’inserimento nel tessuto cittadino, il lavoro e il tempo libero dei profughi. Un viaggio che dà voce alla storia di un’intera comunità che è riuscita ad integrarsi nella realtà torinese, pur mantenendo vivo nel tempo il significato delle proprie origini.

Il progetto da cui è nata la mostra è stato realizzato dall’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea di Torino (Istoreto), in collaborazione con l’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia.

L’esodo di gran parte della popolazione italiana dell’Istria di Fiume e della Dalmazia, rappresenta uno dei passaggi più travagliati della storia contemporanea italiana. Uno spostamento forzato di popolazione che ha coinvolto il 90% del gruppo nazionale italiano in terra jugoslava, costretto a lasciare la propria terra nativa e a dirigersi verso i territori italiani, dove trova posto all’interno dei molti campi profughi sparsi nella penisola, oppure migra verso mete più lontane come l’Australia o il continente americano. Una traiettoria che ha toccato in modo significativo anche Torino. Ed è proprio l’analisi della parabola dei profughi istriani fiumani e dalmati all’interno del contesto torinese che la mostra si propone di analizzare.

Nelle vetrine dell’Urp saranno esposti anche alcuni volumi della biblioteca della Regione Piemonte “Umberto Eco” sull’esodo dal confine orientale, disponibili per il prestito su prenotazione.

Elenco bibliografia tematica disponibile per il prestito
http://www.cr.piemonte.it/web/per-il-cittadino/biblioteca-della-regione/biblioteca
http://intranet.istoreto.it/esodo/ 

 

Gli eventi al Polo del ‘900

In occasione del Giorno del Ricordo il Polo del ‘900 di Torino organizza diverse iniziative anche grazie al sostegno del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale.

MARTEDI 9 FEBBRAIO 2021, alle 15.30seminario di studi online “Novecento di Confine. Ricerche e comunicazione”, coordinato da Riccardo Marchis, dell’Istituto storico della Resistenza di Torino. Nell’occasione verranno presentati i volumi di Enrico Miletto “Novecento di confine. L’Istria, le foibe, l’esodo” (Milano 2020) e di Lucia Cinato “Voci di tedeschi in fuga. L’intervista autobiografica come contributo alla memoria collettiva” (Alessandria 2020).
Interviene per un saluto istituzionale il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia.

Fabio Todero (IRSML di Trieste) e Simona Leonardi (Università di Genova) dialogano con gli autori e con gli studenti della 5^AM dell’IIS Avogadro, della 5^ F del Liceo Gioberti e della 5^B EN dell’IIS Natta di Torino. Il seminario è organizzato dall’Istoreto con il sostegno del Consiglio regionale del Piemonte, dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, dell’USR Piemonte, del Polo del ’900, del Dipartimento di Lingue e Letterature straniere e Culture Moderne dell’università di Torino e dell’Anpi.

Per iscriversi all’incontro online scaricare il modulo all’indirizzo:

Novecento di confine. Ricerche e comunicazione

MERCOLEDI 10 FEBBRAIO 2021, ore 18evento online sui canali dell’Istituto di studi storici Gaetano Salvemini dal titolo “La frontiera orientale: guerra, foibe, esodo”. Con la presentazione del libro dello storico Claudio Vercelli “Frontiere contese a Nordest. L’Alto Adriatico, le foibe e l’esodo giuliano-dalmata”, Edizioni del Capricorno, Torino 2020. Dialogheranno con l’autore Marco Brunazzi, Istituto Salvemini, ed Enrico Miletto, Fondazione Nocentini e Università di Torino.

Info: www.istitutosalvemini.it – info@istitutosalvemini.it –3281160194.

Sempre MERCOLEDI 10 FEBBRAIO, tra le 18 e le 20, in diretta dalla webradio dal Fondo Tullio De Mauro si svolge la seconda parte dell’incontro intitolato “Adotta un negazionista” che vedrà protagonisti i ragazzi e le ragazze delle scuole superiori invitati, insieme ai loro professori, a indagare sul significato della parola ‘negazionismo’ oggi, in riferimento a un recente articolo di Michele Serra l’invito sarà quello di combattere il fenomeno attuale “casa per casa, mail per mail, chat per chat […] Salvarne uno per educarne cento”. A cura della Rete Italiana di Cultura Popolare in collaborazione con Fondo Tullio De Mauro, IIS Aalto Sella Lagrange, IIS Bosso Monti e Liceo Einstein. Accesso libero da www.tradiradio.org
Info: organizzazione@reteitalianaculturapopolare.org

 

fcalosso

mtravaglini

Meritocrazia Italia, un webinar sulle competenze

Il 10 febbraio alle 18  una diretta Facebook sulla pagina di Meritocrazia Italia Piemonte affronterà l’argomento ‘PIU COMPETENZE PER LA QUALITÀ DELLA VITA IN PIEMONTE con l’obiettivo individuare come rafforzare il capitale umano piemontese per rispondere alla rinnovata consapevolezza del cittadino/viaggiatore/turista, accelerata dal Covid19.

 

Un comparto che ha senza dubbio sofferto più di tutti a causa dei ripetuti “lockdown” e della difficoltà tuttora persistente e che ora necessità di impegno profondo, professionale, innovativo. L’argomento sarà sviluppato dal Coordinamento Regionale del Piemonte di Meritocrazia Italia, un’associazione culturale nata circa 2 anni fa con l’intento di dare vita ad un progetto aggregativo, fondato sulla valorizzazione del merito e dell’equità, della formazione e dell’impegno sociale ed ambientale.

PIU COMPETENZE PER LA QUALITÀ DELLA VITA IN PIEMONTE è parte di un programma trasversale per rafforzare l’offerta di ospitalità piemontese nel far progredire le iniziative di sviluppo ed il ruolo che la governance ha nel promuovere la formazione di competenze per il nuovo mercato del lavoro e sostenere la sua crescita, che in questo incontro sarà declinato per il mondo del turismo e dell’ospitalità, ma si presta ad essere ampliato a qualsiasi altra professione legata allo sviluppo sociale, in cui l’accoglienza giochi un ruolo determinante.

“Le esperienze accumulate nel tempo in numerosi territori, non solo del Piemonte, riportano sempre alla riflessione che le competenze sono essenziali – spiega Enza Laretto, Coordinatrice Regionale di Meritocrazia Italia Piemonte – ed è sempre più indispensabile ampliare le reti di collaborazione per fare fronte alle mutate esigenze del mercato, specie in occasioni distorsive come quella pandemica che stiamo vivendo”.
Il divario digitale ancora sentito e la necessità di nuove “soft skills” costituiscono l’ossatura dell’evento che alla presenza di Massimo Gotta, vicepresidente nazionale di Meritocrazia Italia, vedrà confrontarsi:

⦁ Fabio Borio (Federalberghi Torino) sul tema del LEGAME CON IL TERRITORIO;
⦁ Marco Novarese (Università del Piemonte Orientale) sul tema dell’INNOVAZIONE;
⦁ Bartolomeo Vassallo (RESforma) sul tema della COMPETITIVITÀ;
⦁ Massimo Infunti (Impronta) sul tema dell’ECOSOSTENIBILITÀ;
⦁ Gianni Ferrero (CPD – Consulta Persone in Difficoltà) sul tema della TUTELA DELLE PERSONE

Il quesito su cui avrà luogo il confronto è: Servono nuove competenze professionali nel turismo piemontese affinché questo incida positivamente sulla qualità della vita di turisti e cittadini in Piemonte?

Il 10 febbraio 2021 h. 18,00 sulla pagina facebook @meritocraziaitaliapiemonte, l’evento è gratuito.

Le fasi del progetto comprendono l’analisi della percezione della qualità della vita presente come vissuta dal turista e dal cittadino, un’indagine sulle competenze che possono migliorare la qualità della vita percepita dal cittadino e dal turista, compresa la loro interazione.
Oltre all’ascolto e al confronto con tecnici, sarà lanciato un sondaggio pubblico a cui è possibile già partecipare https://www.survio.com/survey/d/R9U9M5I8W1A7U4C3F.

MERITOCRAZIA ITALIA PIEMONTE intende presentarsi alla popolazione piemontese ed avviare un nuovo tipo di dialogo con tutti i cittadini perché possano partecipare concretamente alla “ripartenza” ed essere motore di una nuova crescita sociale e di una rivoluzione culturale basata sulla riaffermazione di un solido sistema che valorizzi l’Uomo e le sue capacità.

In allegato il testo integrale del comunicato.

L’occasione è gradita per inviare i nostri migliori saluti.