Il vicepremier Luigi di Maio, a oltre 70 anni di distanza, si accorge che c’è un franco francese (CFA ) che fa da scudo per 15 Paesi africani che, liberamente, lo vogliono soppesandone pro e contro e attacca nuovamente la Francia
Questo perché, dovendo rincorrere il suo alleato Matteo Salvini, non trova di meglio che prendersela con i cugini francesi in modo scomposto, generico e senza senso. A questo si aggiunge il ritorno di Alessandro Di Battista che gli dà man forte; “rentré” (per dirla alla francese) di cui non sentivamo affatto la mancanza. C’è da sperare che Di Battista che ha in programma una scampagnata in India lo tengano là come hanno fatto con i due Marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone . Continuare così a farci nemici da tutte le parti senza cercare alleanze per tutelare i nostri interessi ci porterà alla rovina. Se da un lato siamo convinti che le frontiere debbano essere controllate e non si portare portare 2 miliardi di africani in Italia, dall’altro lato, crediamo che attaccare sempre tutti e in particolare i francesi, senza essere “giustificati” da un fallo di reazione ci mette dalla parte del torto.
La Francia ha molte colpe, ma attaccarla così è controproducente Se per merito di Luigi Di Maio, noi siamo stati rozzi negli attacchi, i francesi sono stati più scaltri. Il richiamo dell’ambasciatrice italiana in Francia, Teresa Castaldo non è infatti avvenuto da parte del ministro degli Esteri, ma bensì da parte di Nathalie Loiseau, ministro per gli Affari Europei francesi.È inutile dire che per i due ambasciatori (Christian Masset a Roma e Teresa Castaldo a Parigi) non è un compito facile mantenere il dialogo e al contempo rappresentare i rispettivi governi. È già capitato che alcuni ambasciatori venissero convocati in passato, per esempio dal ministro Tremonti quando Lactalis comprò Parmalat (2011) o dalla Farnesina in occasione dell’incidente a Bardonecchia (marzo 2018), così non s’era mai visto. Si possono far valere le proprie ragioni, ma la classe non è acqua! Tralasciando l’immagine Di Battista che strappa la banconota francese (CFA), purtroppo in Italia è sempre campagna elettorale. Il voto europeo di primavera si avvicina e sarà una guerra senza esclusioni di colpi e, come in guerra, i morti ci saranno da tutte le parti,ma sarebbe ora che il buon senso facesse capolino da tutte le parti, in Italia, ma anche Oltralpe. In fatto di buon senso, l’accordo di Francia e Germania stipulato ad Aquisgrana che richiama il ricordo alla Linea Sigfrido non ne dimostra molto!
Tommaso Lo Russo