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Beer food, cibo e musica a Carmagnola

TRE GIORNI ALL’INSEGNA DEL DIVERTIMENTO, DEL BUON CIBO, DELLA BIRRA ARTIGIANALE CON TANTA MUSICA ED ATMOSFERE LATINE CON IL ‘BEER FOOD FESTIVAL LATINO’ DAL 29 AL 31 LUGLIO

 

A fine luglio, da venerdì 29 a domenica 31, a Carmagnola si incontrano la cucina tradizionale latina, le leccornie degli streetfooder italiani e il sapore e la qualità dei birrifici artigianali.

Saranno presenti anche alcuni stand di artigianato tipico.

 

La ‘Città del Peperone’ ospiterà in piazza Italia, ingresso via Gobetti, ilBeer Food Festival Latino’, offrendo un cocktail vincente tra buona cucina, buon bere e tanti momenti di spettacolo dal ritmo sudamericano, un vero e proprio ‘ponte’ tra i due mondi, il tutto a cura di D&N Eventi, associazione Chef dal Mondo e CreativaMente, con il patrocinio del Comune.

 

E la proposta è davvero varia e rivolta a tutti: si inizia il venerdì con DJ e ‘Schiuma party’, dedicato ai più giovani e ‘aperitivo’ per il sabato quando ci saranno scuole di ballo, Percussioni, Samba e Reggae con i Timbales, artisti latini e, a seguire, ancora musica e DJ. Infine la domenica carmagnolese sarà animata dal Reggaetondei Bandyta e dalla partecipazione di scuole di ballo con ballerine e ballerini professionisti.

 

Inoltre, poiché il ‘Beer Food Festival Latino’ è organizzato pensando a tutti, per l’intera durata dell’evento saranno presenti giochi gonfiabili per il divertimento di grandi e piccini.

 

Si può seguire il programma aggiornato su

 

https://www.facebook.com/deneventisrl

 

https://www.deneventi.it

Una ragazza di Bardonecchia alle finali di Miss Grand Prix

Yaremi Tournour il 6 agosto a Pescara tra le 24 pretendenti

C’è anche una ragazza di Bardonecchia (TO) tra le 24 aspiranti reginette che sabato 6 agosto a Pescara andranno a caccia della prestigiosa fascia di “Miss Grand Prix” nella finalissima nazionale presentata da Jo Squillo.
La studentessa 19enne Yaremi Tournour, 1,69 di altezza con l’ambizione di diventare una fotomodella, sarà in Abruzzo già la sera di giovedì 4 agosto per partecipare alla serata di presentazione delle 24 finaliste in piazza del mare a Giulianova (TE) condotta dall’attore e influencer Luca Onestini.
Sabato sera poi la finale per contendersi la corona posata lo scorso anno sulla testa della bresciana Gabriella Bonizzardi che, come da tradizione, incoronerà a Pescara la nuova reginetta.
Trampolino di lancio per numerose protagoniste nel mondo dello spettacolo, della televisione e del cinema (tra le altre Tessa Gelisio, Raffaella Fico, Carlotta Maggiorana), il concorso di bellezza organizzato da patron Claudio Marastoni è uno dei più conosciuti e consolidati in Italia, forte di una storia ormai più che trentennale e di una struttura organizzativa capace anche di battere il lockdown (Miss Grand Prix si è infatti regolarmente svolto anche nel 2020 e 2021).
Per seguire l’avventura in finale di Yaremi basta collegarsi ai canali social (Fb e IG) del concorso: Miss Grand Prix.

Miss Italia: Ludovica, 18 anni, eletta Miss Torino

MISS TORINO. IL SUO SOGNO? “DIVENTARE UN MEDICO SENZA FRONTIERE”

Ed ecco Miss Torino. Miss Italia ha eletto ieri sera nella splendida cornice della Terrazza del Golden Palace la reginetta più attesa del Piemonte in una notte tutta torinese che, finalmente, ha riportato il concorso anche sotto la Mole. Era da tempo, infatti, che una selezione ufficiale non avveniva in città. Ci ha pensato Mirella Rocca. La prescelta è stata la bella Ludovica Tullio, 18 anni, studentessa al Liceo Scientifico Majorana di Moncalieri. Il suo sport preferito è la pallavolo, il suo sogno nel cassetto: “E’ quello di diventare medico senza frontiere poiché credo nella collaborazione e nella solidarietà e soprattutto mi piace rendermi utile per chi ne ha davvero bisogno. Ovviamente i desideri e gli obbiettivi non si fermano qui – ha spiegato la Miss che adesso accederà di diritto alle prefinali regionali – Ho deciso di partecipare a Miss Italia proprio per esplorare un nuovo mondo nel quale è molto importante credere in se stessi e non abbattersi alla prima difficoltà. Miss Italia è una grande opportunità per rompere quel muro di insicurezze che a volte ci creiamo da soli. L’emozione che ho provato questa sera è indescrivibile. Tanta felicità, il cuore mi batteva velocissimo, a stento posso crederci. Ringrazio la giuria, Mirella Rocca e ovviamente la mia famiglia e i miei amici. In bocca al lupo a tutte le ragazze”. Il secondo e terzo posto sono andati rispettivamente a: Arianna Roselli, 24 anni, e Alessandra Boassi, 22 anni. Terzo, quarto e quinto posto a: Chiara Pertile, Asia Gentile e Annalisa Scala.

I vantaggi della pet therapy

Fu lo psichiatra infantile americano Boris M. Levinson a coniare a metà degli anni ‘60 il termine Pet Therapy, dall’unione dei termini Pet (animale domestico) e Therapy. Lo psicologo Carl Rogers nel 1970 propose una cornice concettuale in cui inserire la Pet Therapy indicando in un corpo, una mente, le emozioni e l’ambiente circostante, un campo energetico in continuo cambiamento per cui, quando un animale viene introdotto nel campo energetico del paziente, l’esperienza è in grado di cambiare la vita di quella persona. Da allora sono stati condotti numerosi studi al riguardo che, insieme ai risultati sul campo, hanno portato al riconoscimento formale della Pet Therapy.

In Italia è stata riconosciuta dal Ministero della Salute (allora Sanità) con DM del 2003 ma limitatamente ad anziani e bambini e solo più recentemente è stata utilizzata anche come supporto per migliorare la qualità della vita in varie forme di disabilità.

Sono così sorte alcune equipe multidisciplinari composte da veterinari, etologi, medici, psicologi, educatori cinofili, ecc, per la scelta del giusto abbinamento animale-paziente e la corretta applicazione della terapia.

Da tempo sono noti, anche se ancora in fase di studio, alcuni effetti della presenza degli animali accanto ai soggetti umani sui disturbi comportamentali quali deficit di attenzione, difficoltà di apprendimento o aggressività, sui valori della pressione arteriosa, sul sonno ecc.

La sola presenza dell’animale come pure il contatto con il pelo di gatti e cani (ma non solo) è in grado di abbassare i valori della pressione arteriosa e di ridurre la frequenza cardiaca. Studi recenti hanno messo in rilievo come il contatto fisico con l’animale induca una riduzione dei livelli degli ormoni secreti in risposta allo stress (cortisolo) e, al contempo, un aumento nella produzione di ormoni e neurotrasmettitori in grado di determinare emozioni positive (endorfine e dopamina).

Il risultato immediato è un miglioramento dello stato di salute percepito dal singolo, ma come effetto correlato si assiste ad un miglioramento nelle relazioni interpersonali attraverso la stimolazione dell’ossitocina.

Recentemente si è cominciato ad utilizzare gli animali domestici e di compagnia nei luoghi di cura, particolarmente nelle case di cura e nelle residenze per anziani, non soltanto per gli effetti già citati ma perché gli anziani si sentono responsabilizzati nella cura dell’animale e hanno un sostituto dei propri cari assenti nella comunicazione.

Nel caso di soggetti autistici, la sola presenza di cani durante le sedute ha portato ad un miglioramento del livello di attenzione e della frequenza delle interazioni sociali, verbali e non, con una evidente riduzione delle stereotipie comportamentali, cioè di quei movimenti effettuati senza apparente scopo, tipici di questo disturbo.

Sono evidenti i risultati ottenuti con la onoterapia (asini) e la ippoterapia (cavalli) sui soggetti affetti da ritardo mentale.L’ippoterapia, in modo particolare, si è rivelata utile nella riabilitazione post trauma cerebrale e in generale nelle patologie neurologiche che comportano disturbi motori. Anche i delfini, grazie alle loro abilità comunicative e alla loro sensibilità nel comprendere il comportamento non verbale umano, sono impiegati utilmente nelle terapie, laddove si disponga di un acquario idoneo.

Uno dei vantaggi più immediati della Pet Therapy è rappresentato dal canale comunicativo: laddove può essere difficoltoso comunicare verbalmente, l’interazione con gli animali favorisce l’espressione immediata delle emozioni, grazie all’attivazione del cosiddetto “cervello rettiliano” sia da parte del paziente che dell’animale. La presenza dell’animale sembra liberare la persona dalle riserve che in genere funzionano da freni inibitoriostacolando la relazione terapeutica e limitando o posticipando il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Questo perché si parte dal presupposto che nella relazione uomo-animale ci sia una totale assenza di pregiudizi e quindi la possibilità di instaurare legami autentici che predispongono l’individuo all’apprendimento di abilità relazionali generalizzabili anche al contesto sociale umano.

Ci sono però delle controindicazioni: non è possibile ricorrere alla Pet Therapy con pazienti zoofobici (almeno non prima di aver estinto le eventuali fobie), pazienti ipocondriaci o con psicosi gravi che possono esitare in maltrattamenti rivolti all’animale stesso.

In ogni caso, ogni qualvolta sia possibile, crescere con un animale, com’è emerso da numerose evidenze scientifiche, influisce positivamente sullo sviluppo della personalità aumentando l’autostima, la fiducia in se stessi e migliorando l’empatia, cioè la capacità di comprendere lo stato d’animo altrui ed il senso di responsabilità, specie quando i piccoli vengano incaricati della cura dell’animale.

Non ultimo, crescere in presenza di un animale domestico (cani, gatti, roditori, uccelli) permette di non sviluppare allergie (pelo, forfora e altro) da adulti.

 

Sergio Motta

Cristiana Francesia

Il coma, la coscienza sospesa per un tempo più o meno lungo e il risveglio

Fra le numerose domande che si pongono i medici riguardo il funzionamento del cervello, molte rimangono ancora oggi senza risposta; negli ultimi decenni sono stati compiuti progressi enormi, impensabili in epoche precedenti la nostra, ma il mistero del funzionamento del cervello è ancora lontano dall’essere risolto completamente.

Uno dei lati più oscuri, nonostante sia fra i più studiati, è quello che riguarda lo stato di “coma”, in cui pazienti che sembrano semplicemente addormentati, risultano del tutto indifferenti, almeno in apparenza, a molte delle stimolazioni cui possono venire sottoposti.

Le domande principali che ci si pone di fronte ad un paziente entrato in coma sono essenzialmente: “Si potrà svegliare di nuovo?”; La sua sensibilità è ancora presente, completa o meno? “

E poi il più angosciante: “Riesce a sentirmi e a capire cosa gli dico?”

Con il termine coma, si intende uno stato di incoscienza prolungato in cui una persona risulta   estranea al proprio ambiente, pur risultando viva e in apparenza addormentata, ma differenza di quel che capita durante il sonno profondo, il soggetto non viene svegliato da nessuna stimolazione, anche da quella dolorosa.

Lo stato di coma è provocato da una lesione al cervello che può dipendere da svariate cause; il danno cerebrale può essere dovuto ad un aumento della pressione intracranica, ad un sanguinamento, ad un insufficiente apporto di ossigeno alle cellule cerebrali, o a una alterazione metabolica che è stata causa di un accumulo di tossine, come nel caso di accumulo di ammoniaca in alcune malattie del fegato, o di anidride carbonica provocato da un grave attacco d’asma. Nell’insufficienza renale possono accumularsi anomale quantità di urea e ancora le droghe e alcol assunto in grandi quantità possono causare lesioni neuronali a livello encefalico.

Le cellule cerebrali sono molto sensibili e delicate di fronte a simili agenti traumatici, per cui la lesione può essere, nei casi meno gravi, temporanea ed anche reversibile, ma può residuare anche in una lesione permanente.

La mancanza di ossigeno per alcuni minuti provoca la morte cellulare dei tessuti cerebrali. Il danno cerebrale anossico può derivare da un infarto (arresto cardiaco), un violento trauma cranico da sintomi di annegamento, overdose di droga o da un avvelenamento.

Nel caso di un evento traumatico diretto al capo vi può essere un edema a carico del tessuto cerebrale che, essendo contenuto nella scatola cranica, una struttura rigida ed inestensibile, può aumentare di molto la pressione endocranica determinando una compressione verso il tronco cerebrale in cui sono contenutestrutture delicatissime, fra queste le aree responsabili della eccitazione e della consapevolezza, oltre a quelle relative al controllo del respiro e del battito cardiaco.

Nelle persone con diabete, si può verificare il coma, quando i livelli di zucchero nel sangue rimangono molto alti. Questa è una condizione nota come iperglicemia. Anche I’ ipoglicemia, o glicemia troppo bassa, può portare al coma. Questo tipo di coma è solitamente reversibile una volta corretto il livello di zucchero nel sangue. Tuttavia, l’ipoglicemia prolungata può portare a danni cerebrali permanenti e coma persistente

Lo stato di incoscienza che si viene a determinare può causare gravi danni: dallo stato vegetativo persistente (se il paziente riesce a svegliarsi) alla morte (se il paziente trascorre molti anni in coma).

Un’altra causa del coma è rappresentata dalle infezioni del sistema nervoso centrale, come la meningite o I’ encefalite

E’ importante notare che la respirazione, il battito cardiaco e la digestione fanno tutti parte del sistema nervoso autonomo e possono continuare la loro funzione in maniera automatica, durante il periodo dello stato di coma, ma altri pazienti avranno bisogno di aiuto per respirare, per mantenersi idratati; sarà necessario assisterli per alimentarsi, un processo che di solito avviene per via endovenosa e che viene impiegato in tutti coloro che entrano in coma.

Esiste un trattamento efficace per il coma? Il trattamento dipende dalla causa. Le persone vicine al paziente in coma dovrebbero fornire ai medici quante più informazioni possibili per aiutare i medici a determinare la causa responsabile di quello stato . Una pronta assistenza medica è fondamentale per il trattamento di condizioni potenzialmente reversibili. Ad esempio, se c’è un’infezione che colpisce l’encefalo, potrebbero rendersi necessaria la somministrazione di antibiotici. Il glucosio può essere necessario in caso di shock diabetico. La chirurgia può anche essere imprescindibile per alleviare la pressione sul cervello dovuta all’edema o per rimuovere una massa tumorale che determina analoga compressione sui tessuti cerebrali.

Purtroppo, più a lungo una persona rimane nella condizione di coma, peggiore è la prognosi. Anche così, molti pazienti possono svegliarsi dopo molte settimane in coma. Tuttavia, nonostante il ritorno alla stato di normale coscienza, possono residuare disabilità significative.

Lo stato di coma raramente dura più di 2-4 settimane. L’esito dipende dalla causa, dalla gravità e dalla sede della lesione. Le persone possono uscire dal coma con problemi fisici, intellettuali e psicologici; alcune persone possono rimanere in coma per anni o addirittura decenni. Un caso riportato nella letteratura medica riferisce di un paziente rimasto in coma per ben 42 anni.

Un caso interessante è quello di un uomo risvegliatosi dopo uncoma, insorto a seguito di una rovinosa caduta, dopo ben 19 annidi impossibilità forzata alla partecipazione al normale svolgimento e progressione della vita quotidiana. Il paziente è stato amorevolmente accudito dalla moglie e dai familiari che lo hanno mobilizzato. passivamente, facendo in modo che i suoi muscoli non si atrofizzassero e non si formassero piaghe da decubito.

Al suo risveglio è rimasto sbalordito da tutti i cambiamenti avvenuti nel mondo, che osservava stupito, come se fosse, d’improvviso, venuto a trovarsi in un altro mondo.

Jan Grzebski, un ferroviere polacco venne a trovarsi in coma dopo un incidente avvenuto nel 1988 e e si è risvegliato nel 2007.

A quel tempo, come amava raccontare vi era uno stato di semi povertà nel paese, la carne era razionata, si trovava per lo più solo aceto e per fare il pieno di benzina occorreva sottoporsi a lunghe attese, a causa delle lunghe code che venivano a formarsi ovunque.

Al risveglio, guardava meravigliato gli undici nipoti nel frattempo e le grandi catene di supermercati, che non aveva visto in precedenza, in cui si poteva comprare letteralmente di tutto, ma ciò che più lo ha sorpreso è stato  vedere praticamente tutte le persone camminare per strada con i cellulari in mano, senza dubbio uno dei cambiamenti più iconici del 21° secolo, entrato nelle nostre vite gradualmente. Un oggetto a cui ci siamo abituati giorno dopo giorno, ma che, di certo avrebbe stupito chiunque di noi, se assente dagli ani settanta, avesse riaperto gli occhi vent’anni dopo, ignaro di tutto quel che l’inarrestabile progresso, aveva prodotto nel mondo.

Rodolfo Alberto Neri

Tra leggerezza e tricot, il tocco delicato di Susanna Guernelli

La passione per la moda è sempre stata un suo pallino ed è da questo leitmotiv che nasce l’idea di creare qualcosa di artigianale, unico e dal gusto un po’ retrò.

Susanna Guernelli, professoressa di chimica all’Università di Bologna, coltiva fin da piccola la passione per il crochet, alternando corsi di telaio all’esercizio dei ferri da maglia.

Dalla nonna eredita l’abilità del decoro manuale e il gusto per il bello, tanto che oggi le sue mani intrecciano con garbo e creatività la trama delle morbide sciarpe della linea “MY”.

Ridare vita a filati di pregio inutilizzati  – spiega Susanna – ma anche produrre con materiali come ciniglia, lana, canapa e cotone permette un recupero sostenibile senza incidere sulla qualità del capo”.

Nel 2004 nasce ufficialmente “MY”, pensata inizialmente per i più piccini: dalle babuche realizzate a crochet per i neonati fino ad arrivare al cuore delle donne milanesi, complice il noto marchio “La Milanesa” che decide di acquistare alcune delle sue creazioni. Da questo momento in poi “MY” diventa per molti sinonimo di artigianalità, esclusività e cura dei dettagli, le stesse caratteristiche che Susanna declina in ogni accessorio non solo dedicato alle donne come sciarpe, borse, fiori creati a maglia e unici nel loro genere, ma anche nella linea Kid, dai gilet ai maglioni, passando per i cappellini, rigorosamente in fibra naturale.

La voglia di lavorare con le mani – prosegue la creativa bolognese – ha radici nella cultura popolare antica, tramandata da mia nonna e che considero un prezioso dono da non disperdere. Partendo dal materiale, che può essere un tessuto o un colore, studio la migliore commistione di antico e moderno”.

La pandemia degli ultimi due anni ha rappresentato però un punto di arresto per i progetti di “MY”, Susanna aveva finalmente trovato un concept store nel cuore del vivace capoluogo dell’Emilia Romagna, che rispecchiava il suo modo di intendere l’artigianalità e l’accoglienza del cliente ma il Covid ha fermato tutto. Tutto tranne la creatività e la voglia di riprendere in mano quel lavoro che tanto ama: con il supporto del brand “La Milanesa”, “MY” ha creato “Ripartiamo insieme dopo il Covid”, una piccola capsule di borse e flowers da appuntare ad abiti e accessori, per personalizzare anche la più semplice delle mise.

Una meraviglia per gli occhi e per i sensi, perdersi tra la sofficità dei filati e la leggerezza delle trame, un piacere a cui ogni donna non dovrebbe rinunciare. Curiosare tra i petali di fiori in cotone e lino, in quelli realizzati in lurex o addirittura nelle shopper a rete con l’interno foderato è una delizia.

La gamma dei colori dedicati alla produzione di borse spazia dai neutri alle nuance più accese, insomma ce n’è per ogni gusto e per ogni desiderio, personalizzabile e soprattutto realizzabile!

MY” ha recentemente collaborato con un’altra artigiana piemontese, Sara Battaglino, creatrice del marchio albese “Un tè da matti”, che produce borse in pellami colorati e morbissimi.

L’idea nasce dalla volontà di “vestire” le shopper con un tocco estivo, la rete.

E dalle sapienti abilità di due creative infaticabili nascono gli “abiti” in filato lavorato a rete che colorano e distinguono le borse di Sara.

Opere d’arte di fattura interamente made in Italy ma soprattutto con la preziosità dell’handmade, un lusso che oggi pochi riescono ancora a portare avanti, sia per i costi dei materiali, delle ore di lavoro sia per il dilagare delle produzioni seriali e commerciali.

La qualità, l’amore per il prodotto e la ricerca continua premiano chi realizza, ma soprattutto appagano chi decide di acquistare un capo unico e senza tempo, riconoscendo l’eccezionale valore dell’artigianalità italiana.

Daniela Roselli

Street Lights su Fb: per conoscere e vivere nuovi angoli di città

Caro Direttore,  mi chiamo Alessandro Valente ho 56 anni  e vivo ad Alpignano.

Ho creato un gruppo su facebook chiamato Street Lights, dove posto foto notturne di ambienti urbani, io e il mio cane Valentino di 12 anni adottato 3 mesi fa al canile andiamo alla ricerca della bellezza notturna di aree urbane. Torino e comuni limitrofi. Ma l’idea è applicabile a qualsiasi centro urbano partendo dal presupposto che la bellezza è ovunque e la gente sta perdendo la voglia di fare due passi alla sera per scoprire cosa si nasconde dietro quella viuzza e per fare due chiacchiere…si potrebbe anche istituire un concorso fotografico basta un cellulare o una macchinetta compatta. Mi piacerebbe far conoscere questa idea e far nascere  una nuova tendenza che  faccia uscire i cittadini per fare loro scoprire la bellezza di angoli unici e dimenticati: della serie non esiste solo il centro, pur bellissimo.
Tra l’ altro ho fatto una ricerca e non trovo pagine simili alla mia

Alessandro e Valentino (dog)

https://www.facebook.com/groups/982269492506775/?ref=share

Con CNA Federmoda, alla Torino Fashion Week: otto brand made in Turin indipendenti e gli stilisti di domani

Villa Sassi, 11 luglio

 

Lunedì 11 luglio alle h. 17,30 gli studenti di tre scuole moda torinesi e alle h. 20.30 otto stilisti torinesi indipendenti di CNA Federmoda, insieme, grazie al contributo della Camera di Commercio di Torino, presenteranno le loro collezioni per il settimo anno consecutivo attraverso la sfilata Made in Italy. A seguire ci sarà un concerto dei Just Quartet di Torino.

Saranno tre primari istituti moda torinesi ad aprire la sfilata “Made in Italy” di CNA Federmoda, alle ore 17,30. Presentano i propri lavori in tandem le studentesse e gli studenti dell’Associazione Scuole Tecniche San Carlo di Torino e dell’Agenzia Formativa Scuola Professionale Orafi E.G. Ghirardi per un abbinamento perfetto tra alta sartoria e gioielleria artigiana. A chiudere la passerella degli stilisti di domani sono gli studenti del percorso di studi Sistema Moda dell’I.I.S. Romolo Zerboni di Torino, che collabora con enti locali, aziende e atelier di Torino e provincia.

Fioridiluna, brand della stilista italo-vietnamita Nga Dang, propone abiti realizzati all’uncinetto a tema floreale dall’allure unica, ispirati alla storia del Ricamo di Lanzo che conquistano le donne di ogni età e si adattano perfettamente alle loro forme. Soho di Daniela Bosco è un marchio che fa della sostenibilità il proprio punto di forza e i suoi outfit, esempio di moda etica, traggono ispirazione dal vintage e dal riuso dei materiali e ne fanno una testimonial convinta del movimento dell’upcycling. Anyta Style di Sara Marrari è un brand legato all’abbigliamento per il ballo che nasce dalla passione della stilista Sara Marrari per la danza. I suoi capi sono studiati per le atlete che durante l’esibizione o la gara devono indossare un capo che ne faciliti i movimenti e abbiano un perfetto effetto scenico. Camden Style di Rossella Calabrò propone outfit da giorno e da sera che rievocano il passato, ma uniscono la praticità più attuale, e in cui corsetti e stringivita sono i protagonisti assoluti. Inside di Carmen Miucci racconta il sogno professionale ormai compiuto di lavorare nel mondo del fashion che si traduce in capi dal taglio sartoriale curato e unico. La giovanissima fashion designer Daiana Rat, alla sua prima passerella, porta sul red carpet di Villa Sassi il suo approccio positivo verso il mondo che traduce in abiti pieni di vitalità e colore. Laboratorio Sartoriale di Federica Pitton realizza abiti su misura studiati per enfatizzare la fisicità femminile, perché è il vestito che deve adattarsi al corpo e all’anima della donna.  I gioielli di Patrizia Giachero, attraverso il brand Patrizia J, realizzati con i materiali del bosco, a tema green (bacche, legni e frutti invecchiati), sapientemente abbinati a perle e filati naturali, sfileranno in abbinamento alle stiliste Nga Dang e Federica Pitton.

 

Il casting e le sfilate sono a cura di Fashion Team, il maquillage di GV Make up Academy supported by Kryolan e l’hairstyling di Wella Professionals supported by Giovio & Silvestro. Il digitale è firmato da Sei Stream e le foto da Paolo Ratto e Erik Castello.

 

Torino Fashion Week

Moda, ma anche cultura e inclusione per la settima edizione della Torino Fashion Week che unisce momenti istituzionali, talk sulla giustizia sociale e sui cambiamenti climatici, B2B, cocktail party e dj set. Perché la TFW è a tutti gli effetti un evento culturale innovativo e internazionale oltre che la prima fashion week al mondo a dedicare spazio agli stilisti emergenti e la prima a riportare la moda a Torino.

Il claim della Torino Fashion Week 2022, che grazie ad Autoingros avrà la Lancia Y Alberta Ferretti come auto ufficiale, è La moda veste la pace tema attuale non solo per la cronaca di questi mesi, ma perché in passerella ci saranno, tra le altre, sia una delegazione di stilisti ucraini sia Maki e Tukwini Mandela rispettivamente figlia e nipote del Premio Nobel per la Pace Nelson Mandela il cui tour italiano sarà supportato da Leasys Rent.

Villa Sassi, dimora seicentesca della collina torinese un tempo residenza di principi e baroni, farà da sfondo alle sfilate che si terranno in live streaming sulla pagina Facebook Torino Fashion Week e in presenza il 10 e 11 luglio e il 13 e 14 luglio sia al pomeriggio che alla sera e al termine di ogni sfilata ci sarà un cocktail party gestito in collaborazione con Villa Sassi (Str. al Traforo di Pino 47).

La “Torino che non ti aspetti”: in Contrada Guardinfanti 

Torino ha delle particolarità che perfino i torinesi spesso non conoscono.

Allora caliamoci per un attimo in Contrada Guardinfanti, pieno centro storico racchiusa tra le vie Barbaroux, Stampatori, Santa Maria e dei Mercanti, il cuore più antico dell’Augusta Taurinorum.

Ora ha conservato altre peculiarità, intanto è ricca di artigiani, alcuni di storica tradizione accanto ad altri di più recente costituzione ma capaci di offrire competenze tecniche e passioni come solo un artigiano sa fare. E poi succedono cose davvero strane. Vi accompagniamo in via dei Mercanti.

 

Al numero 3/d intanto la Tipolitografia dei Mercanti di Emanuela Zannetti, una donna piena di risorse e carica umana. Nel suo negozio e laboratorio (dove tiene corsi di calligrafia) tutto quanto è oggetto di legatoria ma soprattutto personalizzabile è creato. Dalle scatole per opere di artisti agli oggetti della memoria (album, percorsi….). Bisogna entrare, osservare e farsi prendere dai suoi racconti e dai propri desideri. Poco distante al 3 della stessa via ecco un cortile di quelli tipici delle case a ringhiera.

Qui su un balconcino la domenica alle ore 18 prende vita il Concertino del Balconcino, creato da due musicisti di punk lirico Daria Spada e Cristan Maxime che con queste performance che ormai hanno una serie di appassionati frequentatori, offrono l’opportunità ad attori, cantanti, attori di esibirsi e dare prova del proprio talento. Basta contattarli.

Ma non è tutto. Sempre al 3 di via del Mercanti, più precisamente ad un citofono a titolo di anticipazione del Concertino, alle ore 17,45 ecco che prende vita Radio Citofono, la radio senza obbligo di frequenza, animata da Gabriella Squilibra che intrattiene chi attende lo spettacolo con uno proprio dal titolo “Parole e magia” dove si analizza il significato di una parola prescelta dalla sua etimologia fino alla lettura delle carte sempre attraverso il collegamento del citofono.

Basta naturalmente appoggiare l’orecchio! Sempre in zona, poco distante da lì, in una bottega piccolissima che rischia di non essere vista, opera la Dottoressa delle Bambole, Greta Canalis, altra giovane artigiana in via Barbaroux 7 che grazie ad una profonda e mirata formazione. restaura bambole antiche e moderne. Perché nulla vada perso soprattutto quando legato a bei ricordi.

Adelaide Valle

Il té e le erbe medicinali cinesi: incontro alla Gam

INCROCI =||= CROSSROADS

PUBLIC PROGRAM per la mostra Una collezione senza confini

Sabato 9 luglio ore 15:30 durata 2 ore

I TÈ E LE ERBE MEDICINALI CINESI: TRADIZIONE E CURA DEL CORPO

INCONTRO CON ZHEN ZHEN ZHU, ESPERTA DI MISCELE DI ERBE E TÈ PREGIATI

 

Diagnostic Room di Chen Zhen, 2000, 6 disegni: inchiostro di china su carta, legno, vasi da notte, metallo, vetro, paglia, cenere di giornali, 378 erbe medicinali cinesi, zucche. Acquisto da privato, 2000

 

 

 

La GAM di Torino organizza un ciclo di incontri legato alla mostra Una collezione senza confini. Arte Contemporanea Internazionale dal 1990 dedicato all’inclusione sociale e al coinvolgimento di nuovi pubblici. INCROCI nasce nell’ambito del programma “La democratizzazione della cultura” ideato e promosso dalla Phillips Collection di Washington DC e dalla Missione Diplomatica degli Stati Uniti in Italia, iniziato lo scorso maggio con due giornate che hanno visto protagonista l’artista Marcos Lutyens.

Il progetto prevede un focus sulle opere di quattro artisti: William Kentridge, Marina Abramović, Antony GormleyChen Zhen scelte tra le 57 esposte in mostra.

Questo ciclo di appuntamenti permette a culture e idee differenti di incontrarsi. L’arte è una pratica terapeutica, ha effetti sulla salute e sul benessere della psiche, dello spirito e del corpo. Le opere scelte per il Public Program contengono il racconto di un’esperienza personale dell’artista che rimanda ad altri insegnamenti per un confronto intellettuale, emotivo e fisico. Tutti gli appuntamenti prevedono una presentazione dell’opera da parte del curatore della mostra, un approfondimento a cura dello specialista di altra disciplina e una attività pratica. I temi includono il disegno e l’intessitura, la cristalloterapia, la meditazione e la pratica yoga e l’uso delle erbe per la cura del corpo.

Il programma nasce da un’idea di Antonella Angeloro, Arianna Bona con Roberta Lo Grasso, il Dipartimento Educazione GAM e Angela Benotto – Ufficio Relazioni Internazionali di Fondazione Torino Musei.

 

 

Sabato 9 luglio ore 15:30

I TÈ E LE ERBE MEDICINALI CINESI: TRADIZIONE E CURA DEL CORPO

INCONTRO CON ZHEN ZHEN ZHU, ESPERTA DI MISCELE DI ERBE E TÈ PREGIATI

Dialogo con l’opera di Chen Zhen, Diagnostic Room, 2000

 

Zhen Zhen Zhu è un’esperta in miscele di erbe e tè pregiati che, per curiosità e interesse personale, ha iniziato un percorso di studio approfondito sulle proprietà benefiche di queste foglie. Tale passione ha radici nelle sue origini cinesi, che l’hanno stimolata a ricercare e combinare gusti e sapori con conoscenze sulla medicina tradizionale del suo paese. Per far conoscere meglio la sua cultura e i suoi tè, nel 2019 ha fondato il marchio Zhencha, seguito da uno shop online personale che, non solo è aperto alla vendita di svariati prodotti riguardanti il mondo del tè e delle tisane, ma è anche un luogo di condivisione in cui pubblica articoli divulgativi e informativi.

Nelle famiglie cinesi la conoscenza delle proprietà benefiche delle erbe medicinali e del loro uso si tramanda di generazione in generazione. Così Zhen Zhen Zhu ha ereditato, ampliato e approfondito con studi personali, nozioni sulle pratiche per la cura del corpo.

Durante l’incontro, consegnandoci usanze ed esperienze della tradizione cinese, condividerà informazioni peculiari illustrando le proprietà benefiche di alcune erbe contenute nei 378 cassetti che fanno parte dell’installazione di Chen Zhen. A seguire, una degustazione di tè e tisane dalle proprietà curative con spiegazione di come depurare e curare il fisico anche attraverso miscele di erbe da bere.

 

 

Chen Zhen, nato a Shangai nel 1955 da una famiglia di medici, è stato uno dei primi artisti cinesi a mettere in relazione cultura orientale e occidentale. Nel 2000, Chen ha portato in GAM il suo progetto Eloge de la Magie Noire, in cui interpreta la magia quale forza non-razionale capace di risanare: l’artista, seguace sia della medicina occidentale sia di quella cinese, affetto da una rara forma di anemia che lo avrebbe portato a una morte prematura, dichiarava: “come artista, il mio sogno è di diventare un medico. Fare arte ha a che fare con il guardare sé stessi, esaminare sé stessi e come si vede il mondo”. Ancora, riflettendo sulle possibilità di cura, Chen Zhen asseriva: “sto studiando la medicina cinese, progetto legato direttamente al mio stato di salute ma anche alla mia percezione del mondo dell’arte. Da millenni i cinesi adoperano le erbe. Secondo la medicina cinese la salute non significa assenza di malattia, ma un modo di vivere equilibrato. Credo nella scienza, ma questo non mi impedisce di credere anche in altri mezzi. Voglio adoperare il mio corpo come un laboratorio di riflessione che mi permetta di allargare la mia visione del mondo e dell’arte.”

 

Costo: 15 € compresa visita al museo

Posti limitati prenotazione obbligatoria infogamdidattica@fondazionetorinomusei.it

 

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