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L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Antonio Caprarica “E non vissero per sempre felici e contente” -Electa Junior- euro 19,90

Questo libro è dedicato ai lettori più giovani, ma è godibilissimo anche dagli adulti perché, con la sua bravura di giornalista navigato, Antonio Caprarica (storico corrispondente Rai da Londra, scrittore e saggista) ha riassunto in brevi e chiarissime biografie le vite di 50 tra regine e principesse “fuori di fiaba” (come recita il sottotitolo).

Caprarica è uno dei massimi esperti di monarchia, soprattutto di quella inglese, che ci ha raccontato in molteplici libri; ora è al suo primo libro per ragazzi e per giovani-adulte che magari sognano la favola. E dimostra che quando ci si cala nella storia scopriamo che le cose spesso non sono andate esattamente nella direzione del “vissero per sempre felici”.

Si parte da 20 secoli fa con quella che è considerata la prima regina d’Inghilterra, Boadicea, a capo della tribù degli Iceni, nel primo secolo d. C.: una guerriera che guidò i Britanni contro i Romani e incontrò una fine violenta.

Poi scorrono i destini tragici di innumerevoli teste femminili coronate o in procinto di esserlo. Tra le vicende più crudeli c’è l’assassinio dei Romanov. Alexandra Romanova, l’ultima zarina sfortunata che, sperando di guarire il figlio dall’emofilia, entrò nella scia pericolosa di Rasputin. Nel pieno della rivoluzione russa del 1917, fu imprigionata con lo Zar Nicola II, le granduchesse Olga, Tatiana, Maria, Anastasia e il piccolo Aleksej; tutti trucidati in un sotterraneo a Ekaterinburg. Poi sepolti in un bosco, e i loro resti saranno ritrovati e riesumati solo nel 1998 e nel 2008.

Più vicino a noi le tragiche morti di Grace Kelly e lady D. La prima da regina di Hollywood planò nel principato monegasco che navigava in acque paludose. All’epoca il vero padrone di Monaco era l’armatore Aristotele Onassis che pensò di risollevarne le sorti facendo sposare Ranieri dapprima con Marylin Monroe (che però disse no perché troppo presa da Kennedy) e poi puntò sulla splendida Grace Kelly che era all’apice della carriera di attrice.

Dà da pensare la sua morte prematura, nel 1982 a soli 52 anni, quando per un aneurisma cerebrale perse il controllo dell’auto precipitando giù dalla curva “il gomito del diavolo” (quella diventata famosa per il film “Caccia al ladro” che aveva interpretato al fianco di Cary Grant).

Si vocifera di una sorta di maledizione scatenata in passato da una gitana, che avrebbe gettato una cappa di sventura sulla Rocca dei Grimaldi; dopo la tragica morte di Casiraghi e le dicerie sull’infelicità di Charlene, se si è superstiziosi magari ci si crede un po’. Caprarica dedica due capitoli a Caroline e ai suoi amori difficili e a Charlene dallo sguardo triste e le assenze ingiustificate.

Ripercorre anche la vicenda di Diana Spencer, che per Caprarica è stata la più bella, la più infelice e ingannata, la più triste di tutte. Vittima di un destino amaro, quello del matrimonio sbagliato perché lei e il principe Carlo erano totalmente incompatibili. Donna di fascino eccezionale incontrò la morte in un incidente d’auto sotto il ponte dell’Almà a Parigi: morte che la proiettò direttamente nella leggenda.

E alla corte inglese l’infelicità investì anche la Regina Vittoria dopo la morte del marito; mentre la principessa Margaret, sorella di Elisabetta, morì malamente a 71 anni dopo aver disceso la china dell’infelicità.

Poi ci sono tante altre regine e principesse in ordine sparso, dai paesi scandinavi al Giappone. Caprarica non ne dimentica nessuna e chiude con la 51esima biografia in continuo corso di aggiornamento, quella dell’attuale regina Elisabetta, da 70 anni sul trono, la più longeva e capace di tutte.

 

Alba Donati “La libreria sulla collina” -Einaudi- euro 17,00

Quando un sogno che sembra sfiorare la pazzia finisce invece per avverarsi e risultare vincente su più fronti: è questa la linfa del libro di Alba Donati che racconta nascita, fatica e successo della minuscola libreria che nel 2019 ha deciso di aprire a Lucignana sull’Appennino Lucchese.

Lei, nata in una famiglia povera ma bellissima dentro, per anni ha lavorato nell’editoria, poi l’azzardo raccontato in queste pagine.

Ad un certo punto della sua vita decide di cambiarla in modo radicale; via dalla frenesia della città, si torna alle origini, dritta filata nel borgo in cui è nata e cresciuta, nell’Alta Toscana, tra Prato Fiorito e le Alpi Apuane.

E’ lì che decide di rimettere a nuovo un vecchio rudere di famiglia e trasformarlo in una minuscola libreria, nello spicchio di paese abitato da appena 180 anime.

Bella sfida decisamente, e bellissimo diventa il suo angolo di paradiso. Grazie ad una campagna di crowdfunding su Facebook raccoglie il denaro per aprire la sua libreria in legno: colori pastello che sanno di magia e fate, un giardino in miniatura colorato di fiori, poltrone Adirondack, oggetti vari e assortiti che parlano di vita, tazze di tè offerte ai viandanti lettori.

Dietro il cancello verde sabbia è questo il mondo che attende lettori che arrivano da ogni dove grazie al passaparola. Non è una libreria come le altre; piuttosto una sorta di cottage letterario, organizzata come quelle di casa in cui conserviamo solo i libri più amati, e dove gli incontri sbocciano in rapporti significativi, amicizie, interessi condivisi.

 

In 188 pagine la poetessa Alba Donati ci regala un memoir personale che è anche poema familiare, storie di paese, incontri e avventure varie, libri ordinati dai clienti.

Le difficoltà non mancano, come l’incendio che distrusse la libreria in una manciata di ore….e poi la ricostruzione con l’aiuto della comunità, perché questo angolo diventa il cuore del borgo solitario. Sono raccontati 6 mesi di vita della libreria, lock-down compreso, colpi di scena e miracolose donazioni di denaro che permettono la sopravvivenza di questa splendida, magica impresa. Passate parola anche voi che lo leggerete……

 

Irene Graziosi “Il profilo dell’altra” -Edizioni e/o- euro 18,00

Questo è il libro di esordio della 30enne Irene Graziosi, collaboratrice di svariate testate giornalistiche e dal 2018 creatrice del progetto Venti (serie di contenuti video che prendono spunto dai libri per trattare e approfondire argomenti di attualità, rivolti a persone giovani su Instagram e Youtube) insieme alla famosa youtuber e scrittrice Sofia Viscardi.

In questo scorrevole libro passa dietro le quinte dei social che oggi imperano e ci restituisce il back stage dell’era social con tutte le sue derive e brutture. Quei social sui quali passiamo tempo infinito e a cui soprattutto i giovani si ispirano alla ricerca di modelli luccicanti. L’etere è invaso da video e stories pieni di buoni sentimenti, spesso finti; una su tutte l’idea della sorellanza che in realtà occulta striscianti invidie, faide, boicottaggi e spesso un vuoto siderale.

Protagonista è una ragazza come tante, Maia, che era una brillante studentessa di psicobiologia a Parigi e la cui vita viene sconvolta dalla morte della sorella minore Eva. Schiacciata da questa tragedia, abbandona gli studi e si trasferisce con il fidanzato in quel di Milano, dove sostanzialmente conclude ben poco. Poi l’incontro che rappresenta una svolta.

Entra nell’orbita della nota influencer appena maggiorenne, Gloria Linares, seguita da oltre 2 milioni di follower e rincorsa dalle griffe più importanti.

Gloria posta la sua vita in continuazione, ma di fatto è una sorta di contenitore vuoto. Il compito di Maia è proprio quello di fornirle una personalità, scrivendo ogni frase che l’altra pronuncerà mandando in visibilio le masse. Diventa la content strategist di Gloria con la quale instaura un rapporto che scoprirete leggendo il romanzo.

Le vicende delle due ragazze, e soprattutto il corollario di business che avvolge le vite in vetrina delle influencer, sono al centro di queste pagine; diventano spunto per mettere a fuoco i ruoli archetipici di questa nostra era così social addict.

Un mondo di cartapesta dove «se tutti pensano che tu sia una cosa, tu diventi quella cosa» e Gloria è la personificazione di una star del web. Perfettamente al centro di un circo mediatico in cui apparire è ciò che più conta, in cui si è famose per essere famose e non per qualcosa che si fa, per l’insistenza con cui si pubblica una personalità smussata e dai contorni molto labili. E c’è il contorno non secondario di brend, pubblicità, contratti milionari, ma anche tonnellate di finzione…a partire dalle pseudo amiche che più fetenti e livorose non potrebbero essere.

Insomma vengono a galla parecchie ipocrisie e balza agli occhi il rischio di vivere e annaspare in un mondo luccicante, dove la sincerità è merce introvabile, e non ci sono tante voci amiche che ti dicano le cose come stanno. E’ anche in quest’ottica che possiamo leggere il rapporto tra Gloria e Maia, nella frase che la prima dice alla seconda «Ti voglio vicina perché mi dici la verità»…anche se poi non tutto andrà secondo copione.

 

 

Sarah Vaughan “Anatomia di uno scandalo” -Einaudi- euro 19,00

E’ ispirata a questo romanzo l’omonima serie televisiva su Netflix articolata in 7 episodi, una sorta di dramma politico fedelissimo al libro della Vaughan. La trama, ricca di colpi di scena, si dipana intorno a uno scandalo che da privato finisce per diventare una slavina che cambia le sorti della politica e dei vertici del governo britannico.

Tutto parte dalla famiglia bella, perfetta e armoniosa del parlamentare di spicco James Whiteouse (sullo schermo interpretato da Rupert Friend), membro del partito del primo ministro inglese. E’ felicemente sposato con Sophie (una Sienna Miller intensa e in particolare stato di grazia), con due figli in età scolare.

A scompigliare le carte del quadretto idilliaco è la notizia che sta per essere sbattuta in prima pagina dalla stampa: James ha avuto una bollente relazione con una sua giovane assistente, Olivia Lytton ( a cui dà volto e lacrime Naomi Scott).

In un primo tempo i danni di questa brutta faccenda, diventata pubblica, sembrano essere contenuti nel perimetro di un momento di debolezza, nei contorni di una scappatella; la moglie tradita decide di passare oltre l’onta, e mantenere unita la sua famiglia.

Poi però la palla di neve e fango si ingigantisce a dismisura trasformandosi in una slavina che

si chiama accusa di stupro.

Olivia alza il tiro e accusa James di averla aggredita e violentata in una manciata di minuti che cambieranno tutto.

James viene trascinato in tribunale e deve difendersi dall’infamia che sta creandogli il vuoto intorno. Sophie, dapprima convinta della sua innocenza, inizia a vacillare. Il governo deve decidere che posizione assumere; il primo ministro difende James -nonostante i malumori nel partito- perché quella sembra un’amicizia di lunga data e intoccabile….ma magari sotto c’è altro.

Il romanzo è sapientemente giocato su flasback del passato, quando James studiava a Oxford e faceva parte del Club dei Libertini; gruppo elitario di universitari (in parte ispirato al Bullingdon Club, società di cui era membro il primo ministro Boris Johnson). E suo compagno e amico di quegli anni era stato proprio il primo ministro in carica per cui James lavora.

A dare battaglia in tribunale è l’avvocato –apparentemente irreprensibile- e totalmente votato al suo lavoro, una durissima Kate Woodcroft (interpretata perfettamente da Michelle Dockery), specializzata nella difesa delle donne da violenze e soprusi.

Poi la trama si infittisce e si delineano meglio i contorni di un processo che sembra stia per smascherare un mostro, continue sciabolate tra difesa e accusa, con un finale totalmente a sorpresa….

Incipit Offresi a Federico Callegaro

La nuova letteratura italiana delle scrittrici con background migratorio alla scuola Holden

Il 17 giugno si terrà Diversity leadership in letteratura: incontro organizzato da Nuove Radici APS e Consolato Generale degli Stati Uniti d’America della sede milanese

Le loro storie si ambientano tra l’Italia e l’Europa ed esplorano la complessità̀ delle nostre società̀ caratterizzate da una crescentemulticulturalità

Diversity leadership in letteratura è il workshop realizzato con la collaborazione del concorso Lingua Madre e di Nili, network italiano leader per l’inclusione volto a conoscere una nuova generazione di scrittori e scrittrici multietnici.

17 giugno 2022 alla scuola Holden di Torino si terrà la nuovatappa del progetto itinerante dedicato alle nuove generazioni di italiani con passato migratorio dal titolo Diversity Leadership in letteratura, in cui si parlerà del nuovo trend che sta emergendo. Una nuova generazione di scrittori e scrittrici con background migratorio. Molti di questi volti nuovi di penna sono donne, le cui opera si concentrano su temi di identità e diversità. Il progetto diversity leadership nasce dalla collaborazione tra Nuove Radici World, il Consolato degli Stati Uniti d’America, Nuovi Profili e della piattaforma Idem network (acronimo di inclusion, democracy, empowerment, melting) con l’intento di creare una rete di giovani che siano protagonisti di nuove visioni.

Le loro storie si ambientano tra l’Italia e l’Europa ed esplorano la complessità̀ crescente delle nostre società̀ caratterizzate da una multiculturalità sempre crescente dove pensieri, valori, tradizioni e modernità si fondono tra loro. Nelle future generazioni, infatti, la diversità e l’inclusione sono destinati a crescere ed evolversi, grazie al mutare della contaminazione culturale. Sono tutti elementi e valori che fanno emergere anche all’interno del dibattito pubblico differenze, similitudini e diritti di una civiltà che guarda al futuro innovandosi.

Il workshop sarà il momento ideale per far luce sulle forme narrative emergenti che mettono in primo piano la diversityattraverso differenti generi letterari. Storie intense che in questo periodo storico risuonano e rispecchiano un contesto sociale in evoluzione dove la nuova generazione si confronta ed esprime valori e idee con il coraggio di far emergere e sostenere le uguaglianze nelle diversità

“Interpreti del multiculturalismo, con questi giovani e appassionati scrittori sta nascendo un nuovo linguaggio e una nuova narrazione che mette al centro temi cardini delle nuove generazioni: diversità e inclusione. Il workshop che si svolgerà presso la scuola Holden di Torino sarà un momento importante per mettere a confronto le voci delle autrici che a più mani stanno scrivendo il romanzo corale del nuovo mondo. I partecipanti potranno conoscere lo storytelling che oggi più che mai può ribaltare visioni stereotipate e far comprendere l’importanza della multiculturalità”. Spiega Cristina Giudici, direttrice della testata web nuoveradici.world dedicata all’analisi e al racconto sulle migrazioni e sui nuovi cittadini italiani.

Tra le scrittrici presenti ci saranno:

Sabrina Efionayi, che ha cominciato a scrivere a 16 anni con lo pseudonimo di Sabrynex e ha appena pubblicato il romanzo Addio a domani (Einaudi), diventato un caso letterario
Yeniffer Lilibell Aliaga Chávez, autrice e illustratrice di racconti per bambini
Rajae El Jamaoui che lavora come mediatrice culturale e coltiva la passione per la traduzione cui vorrebbe dedicarsi in futuro (con Aspettando la primavera ha vinto il Premio Speciale Torino Film Festival della XVI edizione del Concorso letterario nazionale Lingua Madre)
Lala Hu, docente e ricercatrice di marketing all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, autrice nel 2020 del suo primo libro di narrativa, Semi di tè (People)
Natalia Marraffini che dal 2019 insegna alle scuole superiori e nel 2020 ha esordito con il libro Off-line. Zona Rossa per Porto Seguro Editore e dal 2021 produce il suo podcast Confessioni di una millennial
Il poeta Mohamed Amine Bour, in arte Asterio che nel 2022 ha vinto con la poesia Alam Amal Dolore Speranzai il premio COSTRUZIONI FANTASTICHE.

Le cittadine di origine straniera in questi testi non si limitano a scrivere solo storie di autofiction ispirate alle proprie esperienze. Questo tema è solo una delle possibilità che loro hanno a disposizione per raccontare e raccontarsi. Sappiamo tutti che le biografie delle donne sono spesso un racconto nel racconto ma vederlo solo così è limitante. Le loro storie mostrano una finestra sul mondo che tutti noi dobbiamo iniziare a esplorare. I generi letterali utilizzati sono svariati e vanno dalla commedia dell’assurdo alla fantascienza perché ogni storia ha un linguaggio proprio dove potersi immergere per viaggiare con la mente e non solo. Chi racconta, costruisce mondi, con l’intento di aprire le porte e mostrare le possibilità” commenta Daniela Finocchi, ideatrice e responsabile del Concorso Lingua Madre e partner del workshop diversity leadership nella letteratura.

 

E’ possibile iscriversi al workshop cliccando al seguente link

Workshop Diversity Leadership nella Letteratura

 

Quaglieni a Bricherasio presenta “Passione per la libertà”

Domenica 19 giugno  alle ore 16, ospite al Palazzo dei Conti di Bricherasio, a Bricherasio Pier Franco Quaglieni presenterà il suo libro “Passione per la libertà“ eccezionalmente nel parco del palazzo legato alla storia dei Marchesi Cacherano di Bricherasio e dei conti Calleri di Sala. Nel libro viene ricordato anche  Paolo Macchi Cacherano di Bricherasio che fu amico del prof. Quaglieni, mancato tre anni fa.

L’amore di Loredana per Torino nel segno di F&L

Loredana Cella, curatrice di numerosi libri dedicati alla nostra città
Solare ed intraprendente sono i due aggettivi che meglio descrivono Loredana Cella, scrittrice e curatrice di diversi libri su Torino.
Loredana è nata e cresciuta nel cuore della nostra città, ricevendo l’influenza letteraria di scrittori illustri quali Carlo Fruttero e Franco Lucentini.
Gli occhi di Loredana si illuminano quando condivide con me i suoi ricordi d’infanzia a casa Fruttero: aveva solo sei anni ed era rimasta affascinata da quell’immensa libreria che caratterizzava il salone della casa; finchè un bel giorno, all’età di quattordici anni, fu proprio il signor Carlo a darle in prestito la sua collezione di libri di Pirandello, per avvicinarla al meraviglioso mondo della letteratura e del teatro di cui ancora oggi non può più farne a meno.
Nel mentre, Loredana inizia a lavorare come contabile ma non perde la passione e la dedizione per la letteratura a tal punto da trasformarla nel tempo in una professione.
Oggi è sia curatrice che scrittrice. Il suo amore per la città di Torino la portano a scrivere, insieme a Giuliano Vergnasco, il libro “Piazza Statuto e Porta Susa: un nuovo borgo per una futura capitale”, alla ricerca dei dettagli e delle curiosità più recondite che ogni torinese vorrebbe sapere. Come curatrice ricordiamo i libri “Piemontesi per sempre”,”Torinesi per sempre” e il recente “A Torino centro: storie quotidiane del cuore metropolitano” editi da Edizioni della Sera.
In questo ultimo libro, diversi autori raccontano aneddoti sulla nostra bellissima città: si ricordano le emozioni provate alle giostre che negli anni settanta riempivano Piazza Vittorio, le vicissitudini e le trasformazioni che il Baloon ha subito nel corso del tempo, la nascita della Torino cinematografica e gli aspetti più cupi e oscuri dell’esoterismo che ha sempre caratterizzato la nostra città. I racconti si susseguono incalzanti e la varietà di stili e di temi lo rendono avvincente fino all’ultima pagina, facendo diventare il libro un
 “must have” che ogni Torinese dovrebbe tenere sul comodino fino a lettura ultimata perchè, d’altronde, il vero amore per la nostra città passa dalla curiosità e dal ritrovamento di ciò che Torino è stata e ha rappresentato.
Ma le sorprese di Loredana non finiscono qui. Mentre parliamo, mi racconta di molti dei suoi progetti, uno in particolare che trovo davvero affascinante: la creazione di un salotto letterario nel centro di Torino.
Ad oggi, quest’idea è ancora virtuale e viene trasmessa grazie alla sua pagina Facebook “Il caffè letterario di Lory”, ma il desiderio di Loredana di trasformarlo in un vero e proprio luogo di ritrovo sociale aleggia tra le sue parole ed io per prima mi auguro che questo progetto possa concretizzarsi, ricreando così quegli spazi di ispirazione che hanno caratterizzato la vita culturale dei torinesi intellettuali, i quali hanno perso l’abitudine di ritrovarsi vis a vis in seguito all’avvento delle community che si sono create con il rapido sviluppo tecnologico.
La passione che Loredana ha per la città è davvero nobile e sembra quasi una vocazione. Per chi volesse restare aggiornato sugli eventi dedicati alla città può seguire “Il caffè letterario di Lory”, mentre è possibile acquistare i libri su Torino inviando un messaggio alla pagina Facebook o recandosi alla Feltrinelli del centro.
Tra i testi di recente uscita ricordiamo, inoltre, il titolo “Blu come…”, un libro diverso dal solito e dall’aspetto curioso; un viaggio emozionale all’interno del colore e di tutte le sensazioni ed i ricordi che ad esso possiamo associare.
Irene Cane

Volpiano, una serata in compagnia di Marco Malvaldi


Giovedì 16 giugno lo scrittore incontra il pubblico “in modo autentico e informale”

Giovedì 16 giugno alle 21 nella Sala Polivalente di Volpiano (via Trieste 1) è in programma «In viaggio con Marco Malvaldi», una serata per conoscere lo scrittore toscano «in modo autentico e informale»; voce fuori campo Davide Ruffinengo, ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria al numero 011.9882344 oppure 339.4673821.

Sottolinea la presentazione: «Dal suo esordio con “La briscola in cinque” all’ultimo romanzo “Chiusi fuori”, scritto con Samantha Bruzzone, Marco Malvaldi ha prodotto una bibliografia intrigante e geniale. Malvaldi si definisce un umorista ma con i suoi libri, oltre a un talentuoso intrattenimento, ha confezionato storie, rivitalizzato il giallo classico, divulgato scienza e riproposto personaggi come Ernesto Ragazzoni, Pellegrino Artusi e Leonardo Da Vinci».

Il 19 giugno a Macugnaga gli scrittori di montagna

Domenica 19 giugno la Chiesa Vecchia di Macugnaga ospiterà, nel piccolo cimitero a fianco, la cerimonia di inaugurazione della lapide che completa l’elenco dei soci del Gruppo Italiano Scrittori di Montagna scomparsi a tutto il 2021.

L’evento prevede la benedizione alle 9,00 del mattino alla quale farà seguito una esecuzione di canti della montagna con il coro Monte Rosa e la Santa Messa nella chiesa dedicata a Santa Maria, uno dei simboli del paese ai piedi della parete Est del Rosa. Il Gruppo Italiano Scrittori di Montagna – Accademia di arte e di cultura alpina (G.I.S.M) nacque a Torino il 14 aprile 1929 per iniziativa di alcuni alpinisti e intellettuali appassionati di montagna come Agostino Ferrari e Adolfo Balliano. Una scelta compiuta in aperta polemica e in opposizione al trasferimento del Club Alpino Italiano a Roma e all’inquadramento dell’alpinismo nello “sport fascista”, aggregando al CONI il sodalizio fondato a Torino da Quintino Sella nel 1863. Ai fondatori del GISM risultava inaccettabile e riduttiva la definizione di alpinismo come semplice “sport”, omettendone i valori ideali, la creatività spirituale e artistica di un’ascensione dove non conta la competizione ma il senso dell’avventura, l’esempio virtuoso di un rapporto sostenibile tra l’uomo e l’ambiente montano. Dell’evento venne data notizia nel giugno del ’29 sulla rivista “Alpinismo” e una trentina di aderenti iniziarono a riunirsi almeno una volta all’anno per scambiare idee, proporre iniziative, progettare azioni sui temi legati alla montagna. Venne bandito un concorso per un opera di letteratura alpina con un premio in denaro di 2000 lire ( circa duemila euro di oggi). Fu creata una particolare categoria di soci onorari e tra i primi a potersi fregiare di questo titolo ci furono il torinese Guido Rey — alpinista, scrittore di montagna, fotografo artistico e nipote di Quintino Sella, ribattezzato il “poeta del Cervino” per il volume monumentale che dedicò alla terza montagna più alta d’Italia — e il francese Paul Guiton, uno dei pionieri della letteratura alpina, autore di numerosi libri sulla Savoia e le Alpi del Delfinato. Il 20 luglio 1929, in occasione della riunione al Colle del Lautaret della Giuria del Prix Littéraire des Alpes Françaises, fu proprio Paul Guiton a salutare la nascita del Gruppo con un telegramma di simpatia e fraternità inviato ad Adolfo Balliano, Segretario del GISM. Contribuirono alla prima fase costituente del GISM altri importanti scrittori dell’epoca come Giovanni Bobba (coautore con Luigi Vaccarone e Alessandro Martelli della prima guida della Alpi Occidentali), Franco Grottanelli, Attilio Viriglio (direttore del Museo della Montagna, autore di biografie e racconti di montagna), il Conte Carlo Toesca di Castellazzo (alpinista che per un quarto di secolo svolse l’incarico di presidente dell’Unione Escursionisti di Torino),Giuseppe Lampugnani (autore con i fratelli Giovanni Battista e Giuseppe Fortunato Gugliermina del volume “Vette”sulle ascensioni nei gruppi del Rosa, Cervino e Monte Bianco dal 1896 al 1921 ) e Ugo De Amicis, autore di racconti e alpinista il cui impegno letterario patì il confronto con la fama del padre Edmondo, celebre autore di Cuore. Tra i primi soci illustri che aderirono all’associazione non va dimenticato Luigi Amedeo di Savoia, il Duca degli Abruzzi. L’esponente della casa reale, notissimo esploratorein poco più di un decennio, tra il 1897 e il 1909, compì le celebri spedizioni in Alaska, al Polo Nord (a bordo della “Stella Polare”) e le ascensioni sulle vette delle Alpi e sulle più alte montagne d’Africa e Asia. L’attività del GISM, grazie agli autorevoli frequentatori delle montagne, pose in risalto gli ideali dei pionieri, da Quintino Sella in poi, inculcando nei giovani soprattutto l’amore per le vette e vallate alpine. Un impegno culturale svolto attraverso articoli sulle riviste specializzate, pubblicazione di volumi in apposite collane come “La picozza e la penna”, ideata e promossa da Adolfo Balliano, editando dal giugno del 1943 un proprio mensile intitolato semplicemente “Montagna”, utile e funzionale per dar voce ai soci dell’associazione. Lo scarno statuto originario venne modificato precisando le categorie dei soci fondatori ordinari e simpatizzanti (o aggregati) e la sigla GISM (Gloriae Itinera Super Montes) venne interpretata come associazione di persone che ai monti dedicano attività artistica e culturale (scrittori, pittori, architetti, fotografi, giornalisti) e cioè gruppo di letteratura arte e cultura alpina. L’attività del sodalizio si intensificò e la lista dei soci, a riprova dell’eco positiva che l’iniziativa stava riscuotendo nell’ambiente culturale alpino, si arricchì con le adesioni dell’Abate Henry ( come socio onorario), di Dino Buzzati (giornalista e autore di Barnabo delle montagne, Il segreto del bosco vecchio, Il deserto dei Tartari) e dell’alpinista Piero Ghiglione (scrisse Dalle Ande all’Himalaya e Le mie scalate nei cinque continenti), il saggista esperto in toponomastica Giovanni De Simoni, il poeta Giovanni Bertacchi, il giornalista e autore della Guida sciistica del Sestriere Guido Tonella. Il GISM annoverò tra i suoi aderenti anche le autorevoli firme di Camillo Giussani, Sandro Prada, Aurelio Garobbio, Gaspare Pasini, l’ingegner Giovanni Bertoglio (redattore della “Rivista mensile” del CAI dal 1953 al 1976 e presidente della Biblioteca Nazionale del Club alpino), Stefano Soardi (tra i fondatori dell’Unione Giovani Escursionisti Torinesi), lo scrittore canavesano di Montalto Dora Salvator Gotta, autore del celebre romanzo per ragazzi “Piccolo alpino” e, più tardi, lo scrittore e alpinista Cesare Maestri, il “ragno delle Dolomiti”. A Macugnaga, ai piedi della parete Est del Monte Rosa, la più alta delle Alpi, il piccolo cimitero degli alpinisti accanto alla Chiesa Vecchia ospita una grande lapide con gran parte dei nomi dei soci scomparsi del GISM. Decine e decine di nomi famosi tra scrittori e amanti della montagna come Giulio Bedeschi ( autore di “Centomila gavette di ghiaccio”),Carlo Passerin d’Entreves, il compositore torinese Leone Sinigaglia che fu vittima dell’Olocausto, Gianni Aimar (giornalista torinese, autore di varie opere sul celebre “re di pietra” e sulla gente del Monviso), alpinisti come Cesarino Fava e Riccardo Cassin, uno dei più forti scalatori del Novecento, l’etnologo e scrittore Fosco Maraini. Sotto il portichetto, in basso, riposano anche i resti di Ettore Zapparoli, scrittore e musicista che il grande scalatore Emilio Comici definì “l’unico vero alpinista solitario”. Zapparoli, anch’esso socio del GISM, scomparve durante un’ascensione sul Rosa nell’agosto del 1951. Il suo corpo non venne ritrovato fino all’estate del 2007 quando vennero alla luce un femore, alcune costole, un dito e dei brandelli di abiti che l’esame del Dna attribuì allo sfortunato rocciatore lombardo, amico di Dino Buzzati e Guido Rey. Dalla nascita del Gruppo Scrittori Italiani di Montagna sono trascorsi più di novant’anni, nelle sue file sono passati gran parte dei nomi più illustri dell’alpinismo e della cultura italiana, impegnati nel dar voce alla bellezza, ai silenzi e ai valori delle montagne. In conclusione è giusto ricordare, tra le figure più significative, Spiro Dalla Porta Xydias, scomparso nel 2017 a quasi cent’anni, per più di trenta presidente del GISM e Accademico del Club Alpino Italiano. Era nato a Losanna da genitori triestini e greci il 21 febbraio 1917, nello stesso giorno di Emilio Comici, anch’esso triestino. In qualche modo Spiro si sentiva l’erede spirituale del più grande talento alpinistico nel periodo compreso tra le due guerre. Affermava che “l’arte ha il difetto di innalzare solo lo spirito, l’alpinismo innalza tutto l’essere umano, compreso il suo corpo. La montagna ti offre il concetto dell’alto, dell’avvicinarsi al cielo. È una via e in questo senso è un dono”. Se il GISM continuerà a produrre cultura, a sostenere la conoscenza della montagna e dei valori che rappresenta, immaginandone un futuro possibile è anche grazie a tutto il lavoro e alle esperienze manifestatesi nell’arco dei decenni per far comprendere quanto le montagne hanno da offrire.

Marco Travaglini

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Raynor Winn “Il sentiero del sale” -Feltrinelli- euro 19,00

Il destino si accanisce, con la sua artiglieria più pesante, sulla coppia protagonista di questa storia vera; vissuta e scritta da Raynor Winn, che oggi vive in Cornovaglia con il marito Moth. Insieme hanno percorso la lunga costa sudoccidentale della Gran Bretagna: a piedi, camminando per intere giornate, dormendo in tenda sotto il cielo asciutto o scrosciante, su spiagge esposte alle tempeste e alle maree.

Raynor e Moth sono una coppia consolidatissima e unita; cresciuti insieme, respirano uno grazie all’altro, sono indivisibili, anche di fronte al disastro. Per ingenuità e fiducia mal riposta in quello che riteneva un amico, Moth ha fatto investimenti sbagliati che l’hanno rovinato. Lui e la moglie si ritrovano in tribunale a difendersi da soli, senza possibilità di ottenere giustizia.

Hanno perso tutto. I risparmi di una vita e soprattutto la fattoria nel Galles, che avevano ristrutturato insieme, dove avevano vissuto per 32 anni e cresciuto due figli. Era la loro unica fonte di sostentamento, con gli animali e gli ospiti paganti. Adesso è stata pignorata e si ritrovano sul lastrico, costretti ad andarsene nel giro di pochi giorni, senza i soldi per sopravvivere, né un tetto sulla testa. Ma la disgrazia non finisce qui.

Moth da tempo è dolorante e bloccato nei movimenti; dopo una via Crucis attraverso svariate diagnosi, c’è il verdetto dell’ultimo luminare consultato, ed è nefasto. Una sentenza di morte, lenta ma inappellabile perché gli viene diagnosticata una rara malattia degenerativa dell’encefalo che l’avrebbe distrutto poco a poco nel corpo, nella mente e infine fatto morire soffocato. Nessuna cura possibile, solo l’attesa infernale.

Il mondo crolla addosso ai due «Quella non era la vita di Moth; era la nostra vita. Noi eravamo uno, eravamo fusi, intrecciati l’uno nelle molecole dell’altro….esisteva solo la nostra vita» scrive Raynar.

Ed è così che decidono di avventurarsi verso un futuro incerto, zaino in spalla con lo stretto necessario e più leggero possibile, un budget di 10 sterline al giorno, una tenda e gambe in spalla per 1.013 chilometri lungo il South West Coast Path, il sentiero che si snoda lungo la costa occidentale della Perfida Albione. Da Minehead nel Somerset fino a Pole nel Dorset, attraverso Devon e Cornovaglia passando per l’estremità di Last end.

Il romanzo racconta questa loro seconda vita. Alle prese con fame, sete, una manciata di soldi, la vita all’aperto e dormire sotto il cielo, a difendersi dalla violenza della natura ma anche fondendosi con essa che sa regalare paesaggi e situazioni di una bellezza struggente. Loro due soli alla volta di un destino incerto e senza programmi. Un peregrinare che ha il profumo del riscatto, viaggio salvifico e lei che si sente comunque a casa perché era Moth la sua dimora. Ovunque andassero la natura del loro legame era più intatta che mai.

 

Nita Prose “La cameriera” -La nave di Teseo- euro 21,00

E’ un esordio riuscitissimo quello della canadese Nita Prose, 49enne che da anni è editor per Simon & Schuster (di cui è anche vicepresidente) ed ha lavorato con importanti autori. Vive a Toronto ed ora è passata dall’altra parte scrivendo il suo primo romanzo, subito catapultato in vetta alle classifiche dei best seller del “New York Times” e del “Toronto Star”.

La cameriera” è in corso di traduzione in più di 35 paesi e diventerà anche un film interpretato da Florence Pugh (la bravissima interprete di Amy nel film “Piccole donne” di Greta Gerwig).

Il romanzo è in parte un mistery vecchio stampo con un’atmosfera gialla alla Agatha Christie, sapientemente miscelato ad una sorta di storia “Feel good” e un’antieroina che, da apparente perdente, finisce per vincere.

Protagonista-narratrice è la 25enne Molly, cameriera ai piani del Regency Grand Hotel di New York. Caschetto nero, gran lavoratrice, un po’ ingenua e truffata da un ex fidanzato. E’ maniaca di pulizia ed ordine, perfetta per il lavoro che svolge. Legata alla nonna che l’ha cresciuta ed educata, morta da poco, al ricordo della quale ricorre continuamente quando è in difficoltà.

Una mattina trova morto nel letto della sua suite il miliardario signor Blake. E’ il marito di Giselle, altra ospite dell’hotel con la quale ha fatto amicizia, tanto che la signora vuole solo lei.

Possiamo dire che sotto una certa luce quello della house keeping è un ruolo che ha parecchio in comune con l’investigare.

Noi non conosciamo gli angeli che ci rifanno il letto e il bagno; ma loro sanno moltissimo di noi. Quando mettono ordine nelle stanze di hotel e raccolgono brandelli di caos e bagagli semi aperti, riescono a interpretarlo, scoprendo cose anche segrete degli ospiti.

All’autrice l’idea della trama è scattata quando in un hotel londinese ha spaventato senza volerlo la cameriera che stava rassettando la sua stanza. In quel frangente si è resa conto di quanto fosse intimo e invisibile il lavoro di quella donna, e da lì ha iniziato a dare voce alla protagonista.

Molly è diventata amica e confidente della moglie del morto, sa che era un arido prepotente e che trattava malissimo la consorte. I primi sospetti cadono proprio su Molly che, per difendersi dall’accusa, finisce per rivelarsi un’investigatrice acuta nel notare anche i minimi dettagli, anche se non sempre riesce ad interpretarli in modo corretto ed è un po’ maldestra. Ma sarà lei a guidare noi lettori verso la soluzione del misfatto.

 

Eshkol Nevo “Le vie dell’ Eden” -Neri Pozza- euro 18,00

Sono tre storie di media lunghezza, solo apparentemente indipendenti tra loro, perché il collegamento lo rintracciamo man mano che scorrono le pagine.

Sono tre confessioni avvolte da un clima emotivo che le accomuna. Tre memorie difensive per fare luce su delitti diversi: un omicidio, un’accusa di molestie sessuali e una sparizione che fa pensare a un suicidio o a un delitto. Il loro principale trait d’union è il sottofondo generale di ben calibrate dosi di ambiguità e reticenza.

Protagonisti delle vicende sono persone comuni, due uomini e una donna -Omri, Ahser ed Heli- alle prese con figli, divorzi, delusioni, tradimenti, lavoro e la ricerca di una sorta di Eden nel quale rifugiarsi. Invece le loro vite finiscono nel vortice della bufera.

Il musicista Omri è coinvolto nel caso di uno strano incidente che ha provocato la morte di un giovane turista israeliano. L’aveva incontrato in Bolivia; si chiamava Ronen ed era in viaggio di nozze con Mor, donna la cui vita s’intreccia pericolosamente a quella di Omri .

Il dottor Asher Caro è un primario che rischia di perdere tutto, a partire dalla carriera, per aver sfiorato per sbaglio il seno della giovane specializzanda Liat. E forse più che un impulso irrefrenabile si tratta di un forte senso di protezione ….tutto da dimostrare.

Infine Heli si avventura con il marito Ofer nella solita passeggiata, poi lui entra in un frutteto e non ne esce più. Così lei precipita nell’occhio del ciclone delle ricerche e dei sospetti: la sua vita coniugale viene messa a ferro e fuoco e qualcosa verrà alla luce.

Tre storie e tre protagonisti che per difendersi sono costretti a scandagliare le loro vite, mettersi completamente a nudo, ripercorrere sentimenti, affetti, litigi, incomprensioni, segreti e non detti.

Al centro ci sono i complessi rapporti umani. Sotteso a queste vicende è il disperato affanno di dire una volta per tutte la verità, come si sono svolti i fatti. Ma quanto sono attendibili le versioni di chi sta per vedere naufragare la propria vita?

Il 51enne scrittore israeliano – nipote dell’ex Primo ministro Levi Heshkol (dopo Ben Gurion e prima di Golda Meir) considerato uno dei padri fondatori dello Stato d’Israele- si riconferma abilissimo nell’infilarsi nelle menti dei personaggi; instilla nel lettore il dubbio, portandolo a chiedersi se il personaggio stia dicendo il vero oppure manipoli i fatti di fronte alla prospettiva di perdere tutto.

 

Arianna Farinelli “Gli ultimi americani” -Mondadori- euro 18,50

La scrittrice, nata a Roma nel 1975 e trasferitasi negli Usa nel 2001, in questo romanzo porta a galla contraddizioni e difetti della leggendaria New York; quella che nell’immaginario collettivo sembra il centro di un mondo affascinante, mentre sotto la superficie si annidano anche parecchie incongruenze.

Protagonisti della storia sono Alma, aspirante scrittrice che collabora con un quotidiano italiano, uno scrittore che è figlio di un ricco uomo d’affari colombiano che ha chiesto asilo politico in America e sua moglie Lola, immigrata clandestina dalla Colombia.

I fatti si svolgono a New York, ma arrivano da un passato lontano, che risale ai paesi di origine dei personaggi.

Alma è scappata da un quartiere povero e difficile della periferia romana; da anni si è trasferita negli Stati Uniti, è divorziata ed alquanto insicura. Una sera, nel corso di un reading, conosce lo scrittore diventato famoso, che è in compagnia della moglie Lola. E’ l’avvio di un triangolo attraverso il quale ci conduce la scrittrice in modo coinvolgente.

Lo scrittore e Lola sono cresciuti insieme nell’azienda colombiana del padre di lui, ricco possidente ben introdotto nella politica del paese. La madre, donna instabile e fragile, invece ha origine tedesche ed è figlia di un nostalgico del regime nazista che rimpiange la Germania di Hitler e disprezza il paese che lo ospita. Lo scrittore è figlio unico, cresciuto nella ricchezza e nel lusso della fazenda paterna dove la madre di Lola svolgeva la mansione di governante.

Da amici d’infanzia, lo scrittore e Lola -che alla notevole bellezza unisce forza interiore, indipendenza e una mente particolarmente vivace- crescendo si trasformano in innamorati. Poi le loro vite si erano separate, ma non si erano dimenticati l’uno dell’altra e del loro legame profondo.

Anni dopo si erano ritrovati a New York, dove lui, rifugiato politico, era diventato scrittore di successo e fama. Lola invece è un’immigrata clandestina.

Il legame che si sviluppa non è solo quello tra Alma e lo scrittore che diventano amanti occasionali, ma anche quello tra l’italiana e Lola.

Due donne diverse con background differenti, ma entrambe approdate e ancorate a New York. In comune hanno un passato permeato di violenza: Alma quello in un quartiere difficile, per Lola invece una Colombia travagliata.

Tra di loro l’alchimia nasce spontanea e, nonostante condividano lo stesso uomo, si riconoscono in parte anime affini. Si intendono profondamente e vanno avanti insieme, ben oltre il rapporto che le lega allo scrittore. Sullo sfondo c’è la strenua ricerca di un luogo da eleggere meta finale, cercando di superare traumi e dolori del passato.

Salvatore Tropea La metamorfosi silenziosa. Torino era anche così

 

“La metamorfosi silenziosa. Torino era anche così” è il titolo del libro di Salvatore Tropea, che ha vissuto e raccontato la sua città negli anni, percorrendo in lungo e in largo, vedendola gradatamente mutare e potendo notare i piccoli cambiamenti di cui molti, forse, non si sono resi conto e che i più giovani non possono percepire.
Chi oggi passeggi per le vie di Torino osserva una città dove tutto appare al suo posto, dalle strade alle piazze. Eppure c’è qualcosa che risulta modificato da una metamorfosi silenziosa che ha coinvolto corso Marconi 10, la roccaforte della Fiat, gli spazi dell’informazione e della politica, sia ufficiale, sia non, luoghi di cultura e di piacere, disseminati in tutta la città.
È stato un gioco rimettere a posto le tessere di un mosaico che non ha la pretesa di una ricostruzione storica, ma vuole offrire uno sguardo attraverso il tempo per raccontare la vita di alcune parti di Torino. E risponde alla curiosità di leggere una città, intercettandone la direzione di sviluppo, gli orientamenti, gli umori e le abitudini.

Mara Martellotta

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Lura Goria

Mazo de la Roche “Il padrone di Jalna” -Fazi- euro 18,00
Ecco il quarto capitolo della saga di Jalna, di Mazo de la Roche, (dopo “Jalna”, “Il gioco della vita” e “La fortuna dei Finch”) in cui la scrittrice canadese -di enorme successo negli anni Trenta- ha narrato la storia della famiglia Whiteoak proprietaria della vasta tenuta in Canada. Una delle saghe più famose della letteratura del 900.
Ora, dopo la morte della matriarca Adeline, la famiglia rischia di perdere tutto.
A dirigere il clan è Renny che ha preso in mano le redini della famiglia e della tenuta, nella quale vivono i 3 zii anziani, fratelli e sorelle con le rispettive famiglie. Un bel guazzabuglio di personalità diverse da gestire, tra rancori vecchi e nuovi, intrighi….insomma la commedia umana sciorinata in una delle saghe più intriganti di tutti i tempi.
Renny si trova a fronteggiare, prima di tutto, la penuria di denaro; poi a tormentarlo c’è la decisione dell’amministrazione locale che, per ampliare la strada, ha deciso di abbattere le querce secolari al confine della tenuta. Quegli alberi sono il simbolo di Jalna e Renny intende proteggerli a qualsiasi costo.
Ma i problemi non si limitano a questo. La sua natura di donnaiolo sta mettendo parecchio in crisi il suo rapporto con Alayne; per di più si scontrano sull’educazione della figlia Adeline. La ragazza ha ereditato la tempra dell’omonima nonna e dà parecchio filo da torcere.
Ma queste solo alcune delle questioni che vi coinvolgeranno in una lettura appassionante.

Roy Jacobsen “Gli invisibili. Saga dei Barrøy” -Iperborea- euro 18,00
E’ il primo volume della quadrilogia che il pluripremiato scrittore norvegese ha dedicato alla storia di una famiglia di pescatori che vivono su un’isola minuscola a sud delle Lofoten.
Jacobsen, che è anche sceneggiatore e autore di libri per bambini, è uno dei più importanti scrittori norvegesi contemporanei ed è stato in lizza tra i finalisti dell’International Booker Prize nel 2017.
La saga narra la storia di tre generazioni di una famiglia di pescatori alle prese con la vita difficile e la sopravvivenza, a partire dall’inizio del secolo scorso. Vivono su una sperduta, minuscola isola, una delle migliaia che spuntano dal mare al largo delle coste norvegesi dello Helegeland, a sud delle isole Lofoten.
E’ su quell’impervio fazzoletto di terra brulla che vivono i Barrøy: hanno lo stesso nome dell’isola e sono gli unici abitanti di quello spazio.
Ci sono il vecchio Martin e la moglie Maria –donna inquieta che arriva da un’altra isola e rimane sempre un po’ estranea-. I figli Hans e Barbro, folle e coraggiosa, l’unica a fuggire davvero. E poi la piccola Ingrid che cresce in questa realtà, dove scorrazza impavida alla scoperta delle meraviglie possibili su una lastra di ghiaccio, incurante del pericolo in agguato.

Un microcosmo di creature la cui vita è poco più che sussistenza: poca terra coltivabile, esigui pascoli per il bestiame, la pesca solo quando le tormente, gli uragani e le tempeste di neve e ghiaccio lo consentono.
Un nucleo in cui i ruoli sono precisi e ben definiti: gli uomini a pescare, le donne, Maria e Barbro, invece riparano le reti da pesca, raccolgono le uova di edredone, cucinano il poco che hanno.

E’ la natura gigantesca e potente che qui fa da sovrana, domina le loro esistenze e non fa sconti. Orizzonte sconfinato, silenzio, paesaggi che mutano con il volgere delle stagioni scandiscono vita e occupazione dei Barrøy. E balza agli occhi il fortissimo contrasto tra uomo e natura.
Eppure il legame della famiglia con l’isolotto è simbiotico, un cosmo in miniatura dove la lotta per la sopravvivenza non concede tregua. I personaggi nutrono l’inconfessabile desiderio di andarsene verso lidi più ospitali; l’idea della fuga però resta un sogno, perché il legame con l’isolotto è più forte di tutto il resto, una sorta di idillio che nulla può scalfire.

Ayesha Harruna Attah “Zainad conquista New York” -Marcos Y Marcos- euro 18,00
E’ il terzo romanzo della scrittrice ghanese Ayesha Harruna Hattah, una delle voci più interessanti della narrativa africana contemporanea. Racconta le peripezie di una giovanissima immigrata di colore, appena 20 anni e tanti sogni nel cassetto.
Vuole diventare disegnatrice di fumetti e dare vita ad una propria graphic novel a New York, città che la fa sentire al centro della vita. Mentre la sua famiglia rimasta in Ghana vorrebbe per lei un percorso più tradizionale, Zainad ha deciso di seguire uno stage estivo in America, per poi frequentare i corsi alla School of Visual Arts di New York. Così plana nella sfolgorante Big Apple…..dove non tutto luccica come potrebbe sembrare.
Allora seguiamo Zainab che vaga alla ricerca di una casa. Impresa complessa, che si scontra subito con un materasso pulcioso nella stanza che avrebbe dovuto affittare per ben 500 dollari, e dalla quale fugge con una scusa prima ancora di aver disfatto il bagaglio.
Il sogno americano si rivela piuttosto complicato da realizzare e le difficoltà intralciano continuamente il suo cammino.
Le case in affitto non sono quelle promesse dalle agenzie, lo stage è più noioso di quello che pensava e, poiché siamo nel 2006, la tragedia delle Torri Gemelli ha accentuato il clima di sospetto nei confronti degli stranieri. Ma Zainab non molla e passa da una sistemazione all’altra, a partire dall’ospitalità angusta di parenti nel Bronx.
La bellezza del romanzo alberga soprattutto nel continuo dialogo interiore tra Zainab e le voci di tre sue antenate che sente rimbombare nella testa e l’accompagnano nell’avventura.
Sono la trisnonna Jamila, la bisnonna Zeina e la nonna Mma Fati, che le parlano, la consigliano, la guidano, la sgridano all’occorrenza e soprattutto la ispirano continuamente. Tre voci potenti che si avvicendano nella sua testa fin dai primi passi sul suolo straniero.
E al di là degli incontri, delle soluzioni, e delle amicizie che stringerà Zainab, il romanzo diventa un affascinante spaccato di vita della giovane; arricchito dalle voci del passato che ci danno la misura della potenza della tradizione, ma anche del cammino verso l’emancipazione. Voci ancestrali che ricompattano storia familiare, nostalgie, malinconie e tanto altro ancora.

Julia Chapman “Appuntamento con la morte” -Neri Pozza- euro
Julia Chapman è lo pseudonimo di Julia Stagg, conosciuta autrice britannica di romanzi gialli; questo è il primo capitolo della serie poliziesca “The Dales Detective Series”, articolata in 7 volumi, ambientata nelle verdi e apparentemente tranquille colline dello Yorkshire, nel cuore dell’Inghilterra.
La storia si svolge nel villaggio di Bruncliffe, che in realtà non esiste; l’autrice ha volutamente inserito uno spicchio di finzione nel mezzo di una vera mappa, perché il mondo in cui è ambientato il giallo è reale.
Il piccolo paese ha un passato di prosperità industriale, ma ora le fabbriche sono dismesse e parecchi posti di lavoro andati in fumo. La comunità si è rinserrata in se stessa, tutti sanno tutto degli altri, le notizie corrono veloci di bocca in bocca, nulla sfugge e si guarda sempre con sospetto chi non ne fa parte.
Su questo sfondo si dipana la trama gialla, con morti sospette e un’improbabile coppia di detective a svolgere le indagini.

Lì vive e si arrabatta come può Delilah Metcalfe, esperta informatica che cerca di guadagnarsi da vivere con un’agenzia di appuntamenti online, “La Dales Dating Agency” DDA. Però gli affari non vanno per niente bene e lei è sempre a contrattare con la banca per ottenere dilazioni nei pagamenti. Non le resta che affittare un piano del caseggiato, così da ricavare almeno un’entrata fissa.

Ed ecco che a scuotere la sonnolenta cittadina arriva su una moto rombante una sorta di figliol prodigo, è Samson O’Brien, cresciuto a Bruncliffe, con alle spalle un passato turbolento e un padre alcolizzato.
Samson aveva lasciato la cittadina oltre 10 anni prima, ora è un ex agente di Scotland Yard sotto copertura, ma sospeso dal servizio e in attesa di sapere se può tornare alla sua vita londinese oppure se deve reimpostare il suo futuro.
Nel frattempo ha deciso di tornare a casa ed aprire un’agenzia investigativa. Quando Delilah scopre che il suo affittuario è lui, la cosa non le aggrada per nulla. I due si conoscono da sempre, sono cresciuti insieme, ma tra loro non correva buon sangue ed anche ora abbondano incomprensioni e battibecchi.
Fin qui la parte più divertente, ma la morte è al centro della trama. Viene scoperto il corpo senza vita di Richard Hargreaves, falciato da un treno sotto il quale sembra si sia buttato di sua volontà. Suicidio o meno, era un cliente della DDA, dunque pessima pubblicità per gli affari di Delilah.
Poi, in fondo a Gordale Scar viene trovato anche il cadavere di Martin Foster, altro cliente della ragazza. E un terzo morto è in arrivo. Tutti e tre avevano partecipato alla stessa serata di speed-date….quali donne avevano scelto?
A Delilah non resta che chiedere l’aiuto di Samson e vedremo dove li condurranno le indagini….in pagine intriganti, ma senza troppo orrore e nel solco della migliore tradizione del giallo inglese.