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Storie d’amore e libertà ai tempi della Cortina di ferro

Informazione promozionale / LIBRI

C’è un lui e c’è una lei, perché questo è un intreccio d’amore che si esalta nella fusione di due anime talmente distanti da risultare combaciabili. La passione è il loro filo conduttore, passione che si travasa dall’impegno sociale al sesso e viceversa.

 

DALLA KELETI ALL’ASTORIA  Il ciliegio di Csala

L’atmosfera è quella di un universo lontano – seppure geograficamente vicino – e il ritmo è incalzante, come quello della giovinezza – per qualcuno reale, per altri riacquistata nella maturità.
Romanzo storico, perché i fatti e il loro preciso contorno sono quelli della Cortina di ferro con le sue violente contraddizioni fuori dal tempo e dall’Europa del XX secolo. Siamo nell’Ungheria sul finire del 1956, nei tre mesi paradossalmente più caldi dell’anno, dove si incontrano i due popoli che l’autrice oggi frequenta nella sua esistenza reale: veneto e magiaro, per cui nulla dei profumi, dei sapori, dei luoghi è inventato e tutto si amalgama con vicende in qualche modo conosciute o comunque narrate da chi le ha vissute. C’è un lui e c’è una lei, perché questo è un intreccio d’amore che si esalta nella fusione di due anime talmente distanti da risultare combaciabili. La passione è il loro filo conduttore, passione che si travasa dall’impegno sociale al sesso e viceversa.

Ritmo incalzante, spezzato a tratti dall’immersione nel calendario politico dell’anno del Turbine (nome in codice dell’occupazione sovietica dell’Ungheria), con protagonisti lontani eppure vicini: il premier Nagy, Andropov capo del Cremlino, Nenni con le sue proteste e Togliatti e Ingrao che borbottano per i 110 intellettuali comunisti italiani critici verso il colpo di mano di Mosca.
Chi parla nel linguaggio secco ed essenziale in questa sorta di diario emozionante, è l’italiano che viene dalla drammatica esperienza di minatore in Belgio; chi lo avvince e ossessiona è l’irrequieta creatura “rocciosa come un uccellino”. La danza erotica si concede delle pause o avviene piuttosto viceversa; e si respirano l’incanto dei riflessi del Balaton, il profumo del pan di zenzero e del carbone fumante, la scodella di latte di capra da bere in fretta prima che il treno riparta, le marce militari alla radio di stato, le parole proibite sussurrate in biblioteca o nelle sontuose terme Szekenyi o nei caffè letterari che tanto ricordano gli incontri clandestini del nostro Risorgimento.

Un nuovo senso della vita riappare improvvisamente con gli occhi e il cuore di una ragazzina di vent’anni. Ci sono i vicini che ascoltano, ci sono le spie, l’Armata Rossa che staziona in città già prima della rivoluzione gentile e i soldati ungheresi che si strappano dai berretti la stella rossa per solidarizzare con i fratelli smaniosi di libertà. Eppure non è raro incontrare un cervo che si aggira tra le case, perché lì la natura mostra ancora i suoi segni. E c’è un segreto, il terribile segreto. Non voluta, dalle macerie di quel sogno di indipendenza, vedrete emergere quell’immagine che Eugène Delacroix dipinse nel suo La libertà che guida il popolo: la donna, personificazione dello spirito nazionale, che sulle barricate offre indomita al nemico il petto scamiciato. E poi c’è il ciliegio, il ciliegio di Csala.

L’AUTRICE

Sabrina Tonin nasce nel 1957 in un paesino da sempre dedito a commerci con i Paesi dell’Est, che diventano una sua seconda Patria. Lavora e vive infatti tra il Veneto e Budapest. Dopo il liceo si diploma alla Scuola Politecnica di Milano sotto la guida di Bruno Munari. Appassionata di letteratura, pittura, architettura e musica lirica, ama la scrittura che pratica per diletto personale fino al 2020, quando decide di partecipare a numerosi Concorsi letterari, ottenendo riconoscimenti anche internazionali. Nell’anno trascorso dal suo debutto vengono pubblicati quattro romanzi, Dalla Keleti all’Astoria è il suo primo lavoro, che lega la sua Patria natia a quella adottiva.

Pagina fb:

https://www.facebook.com/sabrinatoninart

Il libro è acquistabile ai seguenti link:
https://www.ilfilodiariannaedizioni.eu/?product=dalla-keleti-allastoria-il-ciliegio-di-csala

https://www.amazon.it/Dalla-Keleti-allAstoria-ciliegio-Csala/dp/B09KNGJ9X9/ref=sr_1_1?crid=2YIT2XR4P3EM1&keywords=dalla+keleti+all+astoria&qid=1642931431&s=books&sprefix=dalla+keleti+a%2Cstripbooks%2C78&sr=1-1

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“Il fascino dell’imperfezione. Dialoghi con Domenico Quirico”

Presentazione del libro di Tiziana Bonomo al “FuoriLuogo” di Asti

Sabato 22 gennaio, ore 17,30

Asti

Interviste. Racconti. Documenti. Titolo: “Il fascino dell’imperfezione. Dialoghi con Domenico Quirico”. Al centro dell’intervista-narrazione quel grande professionista della cronaca giornalistica che tutti conosciamo: Domenico Quirico, astigiano, classe ’51, narratore acuto per “La Stampa” della “Primavera araba”, di guerre, rivoluzioni, migrazioni, rapito in Libia (per due giorni) nell’agosto del 2011 e il 9 aprile del 2013 in Siria per cinque terribili lunghi mesi, fino all’8 settembre. Cinque capitoli (“La lettura”, “L’accoglienza”, “L’Europa”, La vita”, “La fede”) “spalmati” con profonda sensibilità e il calore di una vivida tenuta emozionale in 280 pagine – e oltre settanta immagini – edite da “Jaca Book”, il primo libro di Tiziana Bonomo (torinese, alle spalle un lavoro  nel campo del marketing e nella comunicazione di grandi aziende internazionali, nonché nel 2016 vulcanica ideatrice e fondatrice di “ArtPhotò”, con cui promuove e sperimenta progetti legati alla fotografia di documentazione e di impegno sociale) “cerca di svelare – si legge nella prefazione – la percezione originale di un narratore del nostro tempo, restituendo la sua testimonianza vissuta in drammatica presa diretta sugli avvenimenti storici più rilevanti degli ultimi trent’anni”. Presentato nei giorni scorsi alla Biblioteca Civica “Nicolò e Paola Francone” di Chieri, l’opera prima (ne auspichiamo davvero altre) della Bonomo sarà presentata sabato 22 gennaio (ore 17,30) presso la “Casa della Cultura – FuoriLuogo” di via Govone 15 ad Asti. A moderare l’incontro, Davide Ruffinengo. Folgorata sulla via di Damasco dalla lettura di “Esodo. Storia del nuovo millennio”, in cui Quirico racconta dei viaggi fatti in compagnia dei migranti nei principali luoghi del Pianeta da cui essi partono e “in cui sostano e si riversano”, Tiziana Bonomo inizia un’opera di positivo stalkeraggio nei confronti del giornalista le cui parole “mi avevano fortemente commossa”. “Pazientemente – racconta – ho letto tutti i suoi libri, raccolto tutti i suoi articoli, le interviste televisive, gli incontri e le lezioni magistrali”. Il tutto per tre anni. Letture intervallate da numerosi incontri. Domande e domande. Riflessioni. Interrogativi. La voglia di capire, per bocca di chi li aveva vissuti e ne aveva scritto con coraggio e  limpida verità i grandi fatti della Storia. “Così ben presto – ancora Tiziana – la qualità delle nostre conversazioni ha fatto nascere in me l’ambizione di farlo conoscere a fondo attraverso un libro”. Idea accettata da Quirico, il cui consenso “mi ha spinto a proporre le interviste in maniera diretta, con il fascino della sua parola e con le imperfezioni (di qui il titolo del libro) che la generano”.

“L’opera di Tiziana Bonomo – sottolinea Riccardo Crisci, presidente di ‘FuoriLuogo’- è semplicemente importante, non ci sono altri termini per definirla. Testimonia ed al tempo restituisce il valore del lavoro del giornalista Domenico Quirico, riuscendo sapientemente a trasmetterne tutta la portata. Grazie alla moderazione di Davide Ruffinengo, dal palco si offrirà la possibilità di conoscere più da vicino innumerevoli sfumature del nostro mondo contemporaneo. Sarà un pomeriggio intenso e che lascerà infiniti spunti di riflessione”.

All’incontro, con l’autrice sarà presente anche Domenico Quirico. Prenotazione fino ad esaurimento posti a: eventi@fuoriluogoasti.com

Accesso consentito solo con esibizione del “ Super Green Pass”.

g.m.

Nella  foto:   Tiziana Bonomo

 

Gabriele Galantara. Satira, editoria e grafica

Venerdì 21 GENNAIO alle ore 17,30 al Centro “Pannunzio” in via Maria Vittoria 35H, Dino Aloi e lo storico Pier Franco Quaglieni in dialogo con l’autrice, presenteranno il libro di Emanuela Morganti “Gabriele Galantara. Satira, editoria e grafica (1892 – 1937)”, Pacini Editori. Un ritratto a tutto tondo di un artista poliedrico, la cui sterminata produzione figurativa spazia dall’illustrazione alla caricatura, dalla grafica propagandistico – pubblicitaria all’editoria, famoso per essere stato il fondatore, con Guido Podrecca, del settimanale satirico “L’Asino”.

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Chiara Gamberale “Il ventre paterno” – Feltrinelli- euro 18,00
L’inizio di questo 15esimo romanzo della scrittrice romana vi affonda immediatamente una lama nel cuore. A parlare è il piccolo Rocco di 9 anni la cui famiglia in paese è chiamata i “Senzaniente”. Conosciamo subito la sua disperata povertà, quando il bimbo implora la bottegaia di dargli un po’ di latte per la madre che ha appena partorito il fratellino e ha i seni secchi. Non otterrà nulla e la mamma morirà di stenti e fame 3 giorni dopo.
Quel bimbo poi ha avuto il suo riscatto: ha sgobbato duramente ed è diventato ricco proprietario di un supermercato, ma la ferita di quella miseria se la porterà dentro per sempre.
22 anni dopo sarebbe diventato il padre della protagonista di questa storia, la 39enne Adele e il legame tra i due è strategico nella storia. Perché anche dal grembo paterno impariamo a chiedere e ricevere amore.
Rocco ha cresciuto i figli nel culto del dovere ed è stato inflessibile in questo dictat che è anche il suo modo di esplicitare l’affetto. La primogenita Adele è legatissima a quel padre che è stato il suo primo grande amore. Lei, venuta al mondo al posto dell’agognato maschio, ha assorbito tutte le alte aspettative paterne ed è cresciuta trovando forza in quell’amore che l’ha fatta sentire unica e con un posto speciale nel mondo affettivo di Rocco.

E’ diventata una donna indipendente, anche se si sta barcamenando in una fase lavorativa incerta. Negli anni 90 aveva partecipato a un reality insieme ad altre ragazze ricoverate come lei per gravi disturbi alimentari; la notorietà le aveva garantito la conduzione di un programma televisivo intitolato con un gioco di lettere
“L’adelescenza”.
Ora alla soglia dei 40 anni la fase adolescenziale sembra abbondantemente superata e il programma sta per passare in mani più giovani.

A un primo sguardo Adele pare sapere cosa vuole dalla vita e non avere problemi nell’andare a prenderselo. Anelava ad essere madre e lo è diventata con l’inseminazione artificiale; ora è genitrice single della piccola Frida…ma non tutto fila liscio.
A poco più di 2 anni la piccola sembra inciampare nelle parole e Adele si rivolge al neuropsichiatra infantile Nicola Attanasio. Grande affabulatore, sposato e con figli, narcisista che si ammanta di parole scarnificate di significato.

Eppure fa breccia nella corazza di Adele e i 2 diventano amanti. Lui non sembra intenzionato a lasciare la famiglia. Adele finisce per essere una sorta di postulante che implora brandelli di amore, scampoli di tempo ritagliati grazie a bugie e sotterfugi.
Una storia che diventa dolore per Adele che ancora si dibatte nel conflitto adolescenziale tra l’Adele grassa e quella magra: conflitto interiore tutt’ora irrisolto che la vede oscillare tra le due versioni di se stessa a seconda di situazioni e stati d’animo.

Un’empasse che riporta a galla anche i non detti della famiglia di origine di Adele, che le aveva inflitto una delle violenze più subdole possibili. Quella sottile e quotidiana della madre Teresa e del padre Rocco che pur non stando bene insieme ci erano rimasti nonostante l’incombere dell’amante di lui, Rita.
Insomma un romanzo che concentra più piani narrativi e temporali e mette a nudo i buchi dell’anima che possono frenare la felicità delle persone, svela come sia più capace di amore il silenzioso Rocco del verboso Nicola e parla di una maledizione che da economica si fa esistenziale.

 

Dominique Fortier “E tutt’intorno il mare” -Alter Ego- euro 16,00
La 49enne canadese Dominique Fortier è scrittrice, editor e traduttrice, vive a Montreal, nel Quebec, ed ha vinto il prestigioso premio del governatore generale per la narrativa in lingua francese. E’ l’autrice del profondo “Le città di carta” in cui raccontava la vita della poetessa Emily Dickinson attraverso i luoghi, le passeggiate e le poesie. Soprattutto è un’autrice di raffinata sensibilità che vanta uno stile unico, efficace, che va dritto al cuore.
“E tutt’intorno il mare” è un piccolo gioiello che omaggia i libri e l’importanza delle parole, in cui si intrecciano due storie in epoche e clima diversi, a 600 anni di distanza una dall’altra.
Una è quella del pittore Éloi, l’altra quella di una madre che ama giocare con le parole e non rinuncia alla scrittura.

La maestosa abbazia di Mont-Saint- Michel (edificata nel 708 per volere del vescovo Oberto sull’isolotto del Mont-Tombe e da allora luogo di preghiera) lambita dall’affascinante fenomeno delle basse e alte maree che la rendono unica, fa da fil rouge tra la vita dell’autrice e quella di un pittore del 400.
E’ Éloi Leroux, ritrattista innamorato pazzo della giovane nobildonna Anna che deve ritrarre per il marito. Tra i due sarà amore e passione segreta, solo che la fanciulla muore stroncata dalla febbre…e per Éloi si spegne la luce.
Disperato, viene accolto dal cugino Robert, frate superiore dell’Abbazia che vanta una delle biblioteche più prestigiose dell’epoca. In quel luogo di pace profonda il giovane che neanche sapeva leggere, impara a conoscere i volumi, la vita monastica, un erbario tra i più ricchi d’Europa, la laboriosità minuziosa dei frati amanuensi, e cresce in bravura come miniatore.

Circa 600 anni dopo, la scrittrice divenuta madre fatica a conciliare il nuovo ruolo con la passione per la scrittura e si interroga sull’attrazione per quel luogo: «Per molto tempo ho cercato di capire perché il Mont-Saint- Michel mi avesse fatto un’impressione così forte. Certo è maestoso, superbo, grandioso; ma perché mai, nella mia testa, la scoperta che ne feci era legata al bisogno, o più esattamente alla possibilità di scrivere?».
Ed ecco pagine in cui si mischiano invenzione letteraria e riflessioni personalissime, argomento storico e considerazioni sulle ricerche per il libro, sulla scrittura dopo la maternità.
La Fortier architetta un gioco sottile e abile; accosta i due percorsi del romanzo, legati entrambi a una rivoluzione, cercando sottili coincidenze tra loro. L’invenzione e la diffusione del libro a metà del XV secolo, e il cambiamento fondamentale nella vita di chi diventa genitore. Ecco dove si incontrano le due anime profonde di questo libro; passato e presente soffusi di immensa poesia.

 

Mariana Enriquez “La nostra parte di notte” -Marsilio- euro 22,00

E’ un corposo libro ambientato in un’Argentina sospesa tra la dittatura di Videla e occultismo, ricca di atmosfere gotiche e fantastiche. Inizia con il viaggio che fanno nello sterminato paese sudamericano un padre e un figlio, entrambi con sorprendenti doti da medium.

Il padre si chiama Juan Peterson ed è il medium di una società segreta devota al Culto dell’Ombra; ma anche parecchio vicina a un circolo di affari legato alla dittatura. Sia lui che il bambino sono in grado di convocare gli spiriti davanti alla società votata all’Oscurità, che rincorre la vita eterna anche praticando rituali di sangue, compreso il sacrificio umano. A quella apparteneva Rosario, la moglie defunta di Juan e madre di Gaspar.
Juan è bellissimo, ha occhi di un verde magnetico e doti eccezionali che lo mettono in contatto con l’al di là; ma non ne è per niente contento, anzi è stremato dalla sua vita al limite e preoccupato che la stessa sorte possa toccare al suo piccolo. Così seguiamo le vicende dei due in fuga, da Buenos Aires alle cascate di Iguazú, al confine brasiliano.

E man mano che procediamo nelle pagine ricostruiamo la vita dei protagonisti e di un corollario di personaggi.
Rosario, prima donna argentina laureata a Oxford, diventata antropologa, apparteneva a una delle dinastie più potenti dell’Argentina, i Reyes Bradford di origini britanniche; legati alla dittatura e praticanti culti esoterici per mantenere il potere. Si scopre che lo zio medico di Rosario aveva ripetutamente salvato la vita a Juan, fin da bambino afflitto da una grave malformazione cardiaca; più che altro aveva capito i suoi straordinari poteri e controllando il piccolo avrebbe potuto usarli per i suoi fini.

Mariana Enriquez, una delle voci più interessanti della letteratura portena, ci conduce in una grande saga fantastica, tra poteri misteriosi, foreste, campi disseminati di corpi e prigioni clandestine. Narrazione visionaria e sensuale, tra realismo magico e la realtà storica di un periodo drammatico della storia del paese sudamericano.
D’altra parte l’infanzia della scrittrice -nata a Buenos Aires nel 1973- è coincisa con la dittatura; e anche se lei era piccola, è inevitabile che la drammatica storia dei desaparecidos e della dittatura si affacci nelle sue strepitose pagine.

 

Paula Hawkins “Un fuoco che brucia lento” -Piemme- euro 19,90

La scrittrice nata in Zimbabwe, trapiantata a Londra dove è stata a lungo giornalista; dopo il bestseller internazionale “La ragazza del treno”, ora ci catapulta in una fitta rete di inganni, vendette e efferati omicidi.
Tutto ha inizio a Londra, su Regent’s Canal dove su una casa galleggiante viene scoperto il cadavere di un ragazzo brutalmente assassinato.
E’ Daniel Sutherland, rampollo caduto in disgrazia e finito a vivere su una casa galleggiante. I sospetti si concentrano su 3 donne.
Una è la vicina Miriam che scopre il cadavere, dà l’allarme ma tiene per se informazioni importanti.
Laura è invece la ragazza con cui la vittima ha trascorso l’ultima notte; ha un passato difficile, da bambina ha subito un pesante trauma, è in gravi difficoltà emotive ed economiche e vive isolata e senza affetti.
Poi c’è la zia di Daniel, Carla, anche lei gravata da un dolore mai metabolizzato.
Le tre donne non si conoscono ed appartengono a differenti strati sociali, ma hanno un fondamentale tratto comune: hanno subito un grave dolore che ne ha stravolto le vite, e covano in silenzio un rancore pronto ad esplodere.
Le loro storie si incrociano per caso e il lettore viene condotto nelle loro vite private, sospese tra passato e presente, tra molteplici scheletri negli armadi che movimentano parecchio la trama.

La Hawkins imbastisce una trama in cui si avvicendano continui colpi di scena, salta fuori un gigantesco castello di bugie, segreti, verità indicibili e sogni di vendetta.
E su tutto aleggia una domanda: per quanto tempo si riesce a mantenere un segreto difficile prima che venga smascherato e la brama vendicativa esploda?
L’autrice ha dichiarato che voleva esplorare come nessuna tragedia si verifichi indipendentemente dal resto: un incidente accaduto nell’infanzia può avere conseguenze decenni dopo, fidarsi della persona sbagliata può dirottare completamente una vita, e poi anche le persone più buone possono essere capaci di azioni orribili.

A Quaglieni il premio “Penna d’oro”

Al prof. Pier Franco Quaglieni, storico, giornalista e scrittore, che vive tra Torino e la Liguria, è stato conferito il Premio “Penna d’oro” sezione scrittori per il libro “Passione  per la libertà“ ed. Buendia Book.

Il Premio  che gli verrà consegnato a Roma, al centro culturale italiano “Carlo Antoni”,  ha la  seguente motivazione:  “Storico  eminente del Risorgimento e dell’età contemporanea, è noto per le sue posizioni  controcorrente, di cui ha dato prova come docente libero da pregiudizi ideologici, giornalista mai asservito a  schieramenti precostituiti, storico che si richiama alla grande  lezione di  Benedetto Croce e di Rosario Romeo“. E’ un chierico che non ha tradito anche nei due anni di pandemia dove costante e’ il suo richiamo al senso di responsabilità di tutti. Quaglieni è un patriota di altri tempi, un piemontese orgoglioso delle sue radici storiche e famigliari  che ama la Liguria ed è aldamente ancorato alla contemporaneità, un  raro maestro di libertà e di civismo“.

Quando le storie escono dai libri

Sabato 15 gennaio 2022 i più bei teatri di Moncalieri – le Fonderie Limone e il Matteotti – si rivolgono al pubblico dei più piccoli, ospitando Quando le storie escono dai libri.

Una rassegna in due tempi patrocinata dall’Assessorato alla Cultura della città insieme a Ministero del lavoro, Regione Piemonte e Fondazione CRT e curata dall’associazione culturale Bravo chi legge. Collaborano Pro Loco Moncalieri e Coordinamento Genitori Democratici.

Il primo appuntamento, tenutosi sabato 8 gennaio alle Fonderie Limone, è con il teatro disegnato di Gek Tessaro, che porta in scena per la regia di Lella Marazzini I bestiolini, ovvero la danza sgangherata dei molesti ma tenerissimi abitanti dei prati. La narrazione è allegra e giocosa, tenera talvolta, semplice tanto da essere adatta ad un pubblico anche di piccolissimi (dai 3 anni in su), ma ricca al contempo di spunti di riflessione. Sabato 15 gennaio il ritrovo è sempre alle 16, ma al Teatro Matteotti, per guardare insieme Il richiamo della foresta, pellicola del 2020 con Harrison Ford, tratta dall’omonimo classico di Jack London.

Entrambi gli appuntamenti sono ad ingresso gratuito e con prenotazione obbligatoria.

Due occasioni imperdibili per un piacevole pomeriggio in famiglia – commenta soddisfatta l’assessore alla Cultura Laura Pompeo – Nella prima la magia nasce dall’originale arte di Gek Tessaro, che dà vita a un gigantesco libro che si anima, si colora e si racconta. Nella seconda invece a parlare è l’immortale magia del grande schermo, con un classico che da più di un secolo affascina grandi e piccoli di ogni continente

Microprovincia e la letteratura di frontiera

Si intitola “Letteratura di frontiera. Autori ossolani Contini, Ramella Bagneri, Mazzi “ il 55° volume della rivista Microprovincia che festeggia i quarantatre anni d’attività.  

In questo numero abbiamo scelto di guardare alla realtà della provincia intesa come fonte di fermento, stimoli, contraddizioni e ricchezze”, descrive Franco Esposito,  poeta e direttore della rivista. “Gli intellettuali di cui si raccontano le testimonianze sono tre, con percorsi differenti, ma accomunabili: l’accademico e critico letterario Gianfranco Contini, nato a Domodossola nel 1912 e legato alla provincia fino al momento della sua morte, avvenuta nel 1990; il poeta Giovanni Ramella Bagneri, nato a San Paolo Cervo, provincia di Biella, nel 1929 e morto nel 2008 nella vigezzina Druogno, autore di numerosi e variopinti poemi che furono quadri e rappresentazioni, ancora intatte, di paesaggi e allusioni; il narratore Benito Mazzi, nato a Re nel 1938, vincitore e finalista di importanti premi letterari (Selezione Premio Strega, Biella Letteratura, Coni, Bancarella Sport, Cesare Pavese, Mazzotti e Itas per la montagna), tuttora giornalista e scrittore poliedrico di saggi, romanzi e racconti”. A saldare il legame tra Contini, filologo e accademico tra i più importanti del Novecento italiano, il troppo poco valorizzato poeta contemporaneo Ramella Bagneri e il narratore Benito Mazzi, giornalista e studioso delle tradizioni alpine, sono le radici con i luoghi dove hanno vissuto o vivono: terre di frontiera incastonate tra le montagne, dispensatrici di rapporti e legami con tradizioni antiche senza rinunciare a vivere il confine come punto d’incontro e di contaminazione culturale. Le 146 pagine edite dalla novarese Interlinea ospitano gli interventi di numerosi scrittori, poeti, critici. Eccoli, in rigoroso ordine alfabetico: Annamaria Azzarone, Giorgio Bàrberi Squarotti, Roberto Cicala, Nicola D’Amico, Franco Esposito, Raffaele Fattalini, Bruno Gambarotta, Mario Miccinesi, Gianni Mussini, Walter Nesti, Ercole Pelizzone, Giuseppe Possa, Andrea Raimondi, Tiziano Salari, Marco Travaglini, Marcello Venturi, Maria Villano. Il primo numero di Microprovincia nacque, nella sua semplice veste grafica di quattro fogli, nel settembre-ottobre 1979, con sede in via Al Castello 3 a Stresa, la perla del lago Maggiore. Questa la data del suo numero 1 e questa la sua carta d’identità: “Bimestrale – Rivista di Informazione Culturale – Fondata e diretta da Franco Esposito”. Il formato era di cm 17×25, un fascicolo di quattro pagine, otto facciate, costava 500 lire e l’abbonamento annuale 5000, era stampato da La Tipografica di Stresa. Nel gennaio 1980 diventava trimestrale per la difficoltà di conciliare stampa, spedizione e recapito agli abbonati. Nel 1980, sempre con uscita trimestrale, con il numero di ottobre-dicembre, il formato aumentava a cm 24×34 fino al 1984. Nel 1985, dopo sei anni di formato a fogli tabloid, si trasformava in rivista, precisamente con il numero 23, con lo slogan: “La Provincia culturale non ha confini”. Il gruppo di Microprovincia, fin dai suoi primi numeri, è costituito dagli amici di Esposito, che danno un contributo in diversa misura caratterizzante il programma della rivista. Dal 1985, quando si trasforma nell’attuale formato libro con uscita annuale, inizia anche la sua ascesa, che affianca la maturazione del suo direttore, che al momento della fondazione aveva appena trentatré anni e stava entrando nel pieno della sua stagione poetica; infatti del 1981 è il suo primo libro, Un sogno di carta. Nei trent’anni che vanno da quel libro a oggi è cambiata l’Italia e Microprovincia è diventata una delle più longeve riviste letterarie, lontana dalle accademie, mai attenta alle mode ma sempre alle voci vere che testimoniano l’impegno della cultura.

M.Tr.

Incontro con Alessandro Massa

Giovedì 13 gennaio 2022

LE OPINIONI E I DINTORNI
VOCI DAL TERRITORIO

Moncalieri, ore 19

Pagina facebook della Biblioteca Arduino @bibliomonc

Le opinioni e i dintorni è il nostro nuovo format di incontri online di 30 minuti (e quando sarà possibile anche in presenza) per dare voce alle storie e alle opinioni delle persone dell’Area metropolitana torinese. Le conversazioni a tre con un ospite di volta in volta diverso ci consentono di raccontare i mestieri, le figure rappresentative dell’attualità, i bisogni, le nuove risorse e anche di approfondire temi che riguardano l’area vasta attraverso lo sguardo di eminenti osservatori.

Laura Pompeo

Assessore alla Cultura

Laura Pompeo e Miresi Fissore dialogano con Alessandro Massa, artista lirico baritono, nato a Torino. La sua è una voce piena ed eclettica, tanto da farlo spaziare dal repertorio classico (Shubert, Verdi, Donizzetti, Mascagni) fino alla canzone napoletana, passando per Gershwin, i gospel, il blues. Svolge un importante attività concertistica e in questo periodo sta portando avanti diverse iniziative legate alla musica sudamericana. L’ultimo progetto a cui si sta appassionando punta tutto sull’interazione, tramite il canto, con persone affette da gravi disabilità.

⚠️

Chi vuole e ha storie da proporre alla rubrica può scrivere a:

assessore.cultura@comune.moncalieri.to.it

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Jodi Picoult “Il libro delle due vie” – Fazi Editore- euro 18,50

«Il calendario del mio cellulare è pieno di morti».
Inizia con questo pugno nello stomaco uno dei romanzi più belli, intensi, profondi e sconvolgenti/avvolgenti pubblicati da poco. E’ della scrittrice americana 55enne Jodi Picoult, autrice di numerosi bestseller.

Protagonista è Dawn Edelstein che di lavoro fa la “doula di fine vita”, ovvero accompagna nell’ultimo impervio tratto di vita terrena i suoi clienti e i loro familiari. Lei si definisce «..un’appaltatrice generica di morte». Sostanzialmente si dedica a chi è malato terminale, sofferente, terrorizzato dal mistero che lo aspetta; ma guida anche le persone che lo circondano e devono prepararsi all’ultimo saluto e poi al vuoto lasciato da chi muore.
Perché «…morire significa abbandonare tutto» e il processo è lento e devastante.
La doula è una precisa figura professionale che assiste i malati negli hospice, oppure a domicilio, nel delicatissimo fine vita. Dawn arriva, cerca di capire se può assumere l’incarico e, in caso affermativo, il feeling con i moribondi è notevole, come pure l’appoggio che offre a chi li seppellirà.

Il romanzo inizia con un disastro aereo e su quel volo sta viaggiando Dawn. Sopravvive insieme ad altri pochi fortunati all’atterraggio di emergenza a Durham in North Carolina, e una volta dimessa dall’ospedale si trova a una svolta decisiva per la sua vita.
Prima opzione: tornare dal marito Brian e dalla figlia Meret.
Seconda chance: volare al Cairo dove 15 anni prima aveva svolto un importane lavoro di scavo archeologico mentre studiava a Yale e l’aspettava una brillante carriera di egittologa. Lì aveva lavorato con il grande amore della sua vita, l’aristocratico e affascinante Wyatt; tra i due c’era stata un’intesa incredibile su tutti i piani. Però la loro storia era rimasta irrisolta perché lei aveva dovuto abbandonare il campo per correre ad assistere la madre malata ed aiutare il fratello.

Ed è proprio nella sala d’attesa dell’ospedale, dove la madre sta morendo, che Dawn incontra Brian, che è lì per assistere la nonna malata. E’ così che tra i due inizia la storia.
Lui è uno scienziato, serio e affidabile.
Dawn, -pur essendo innamorata di Wyatt- vede nell’accademico Brian l’uomo giusto al momento e nel posto giusto. Quando poi si scopre incinta… è un attimo accettare la proposta di Brian e iniziare una vita insieme a lui.

Di più non vi racconto, ma preparatevi a pagine magnifiche che veleggiano dalle sabbie del deserto ai misteri degli antichi egizi e al libro delle due vie che è la prima mappa dell’aldilà.
La Picoult affronta varie tematiche: il travaglio del morire con tutto quello che comporta emotivamente…e non solo; la scoperta di qualcosa che si ignorava ma che spariglia le carte di una famiglia. E soprattutto i moti dell’anima più profondi di una donna che si trova al bivio, incerta se riprendere le fila di un percorso interrotto tanto tempo prima e iniziare una nuova vita con nuove prospettive…

 

Sara Wheeler “Fango e stelle” -Neri Pozza- euro 20,00

Sara Wheeler può essere definita a pieno titolo “cittadina del mondo”, dal momento che lo ha percorso in lungo e in largo e poi ne ha scritto in numerosi libri. Dopo essere stata editor, ora è docente ad Oxford. E’ una viaggiatrice studiosa con la valigia sempre pronta: ha esplorato i Poli, è passata dai deserti del Nord ai ghiacciai dell’estremo Sud, ha percorso tutto il Cile, è andata in canoa sul Rio delle Amazzoni, tra il 1994/95 ha trascorso 7 mesi al Polo Sud dove ha seguito e raccontato il lavoro degli scienziati in un libro, ed è stata la bellezza di 8 volte al Polo Nord.

“Fango e stelle” è il suo ultimo lavoro in cui racconta 3 anni di viaggio in Russia, sulle tracce degli scrittori della cosiddetta Età dell’oro del XIX secolo.
A metà strada tra un libro di viaggio e un saggio sulla letteratura di quel paese sconfinato, dalla bellezza mozzafiato, ma anche denso di contraddizioni. E tenta di capire cosa è rimasto della Russia di un tempo
-quella che si annida in pagine immortali- dopo il tracollo dell’Unione Sovietica.

E’ andata alla scoperta dei luoghi abitati e descritti dai geni della letteratura Russa: ha viaggiato a bordo della Trans-Siberiana, navigato il Mar Nero, attraversato l’immenso territorio Russo arrivando fino al Caucaso e indagato l’anima russa. Non solo quella che emerge dalle pagine dei grandi della letteratura del paese; esplora anche l’anima russa del presente, attraverso le zone che percorre, le condizioni di vita, le persone che incontra, il loro stile di vita e quello che le confidano.

Scopriamo i luoghi e le vite di Puškin, Dostoevskij, Turgenev, Lermontov, Gogol’, Čechov, Leskov, Gončarov e Tolstoj.
Di fatto sono i grandi fondatori della letteratura russa dei quali la Wheeler svela dettagli biografici, riassume i periodi storici nei quali vissero, analizza pagine delle loro opere.
Il viaggio inizia con Puškin, spesso invischiato in risse e vissuto grazie all’eredità paterna; c’è il grande Dostoevskij con il vizio del gioco d’azzardo e una tendenza alla xenofobia; Turgenev che parlava ben 15 lingue e amava il gioco degli scacchi; Gogol’ fissato con odori e profumi. E , tra gli altri, l’immenso Tolstoj.
Una sorta di godibilissimo “Grand Tour” che attraversa 8 fusi orari, paesaggi diversissimi fra loro, in cui racconta i mostri sacri della letteratura russa in modo sorprendente.

 

Pietro Castellitto “Gli Iperborei” – Bompiani- euro 18,00

Chissà se essere figlio di cotanti genitori – l’attore,regista e sceneggiatore Sergio Castellitto e la scrittrice Margaret Mazzantini- vuol dire non solo ereditare talento a piene mani, ma anche essere osservato in modo minuzioso e vivere artisticamente un po’ nel loro cono d’ombra.
Pietro ancor prima di compiere 30 anni ha rivelato il suo talento come attore, ha scritto e diretto il film “I predatori” – con cui ha vinto importanti premi- ed ora sciorina la sua scioltezza di scrittura in questo romanzo.

Gli Iperborei del titolo sono giovani, ricchi, vogliono provare un po’ tutto e passano il tempo tra feste chiassose con alto tasso alcolico e sballo, vacanze su barche lussuose e tracce di Nietzsche ovunque, grande passione di Pietro Castellitto che non per niente è laureato in Filosofia.
Il romanzo inizia con Poldo Biancheri, voce narrante, 27enne romano nato in una ricca famiglia, che a bordo piscina viene svegliato dal robottino che pulisce la vasca. Il giovane è l’emblema del conflitto interiore, una vita che annaspa ma si bea pure, dell’ambiente agiato a cui la sorte l’ha destinato, milieu infestato da qualche vizietto. Un mondo privilegiato di giovani, belli e dannati, in cui girano droghe, cibi raffinati e costosi, abitudini non propriamente sane e una noia esistenziale in cui cullare la propria solitudine.

Intorno a Poldo scorrazzano gli amici Tapia, Guenda, Pech, Stella Maraffa e Aldo. Nomi inusuali che già ci dicono qualcosa, un pool di 27enni dell’alta borghesia romana, “rampolli” che vivono nei quartieri più ricchi della capitale e conducono le loro vite al di sopra di ogni limite. Anzi di limiti non ne hanno proprio.

Sono provvisti di denaro, agi e lussi, uniti fin dai tempi dell’infanzia e sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo. Oppure impegnati ad affossare i genitori spesso pieni di lacune, e a smorzare il male di vivere che fa capolino nelle loro giornate oziose con psicofarmaci, champagne e liquori come se non esistesse un domani.

Di fatto dietro i loro eccessi alberga una sorta di innocenza perduta, Poldo si lascia andare spesso ai ricordi e tenta di capire la solidità dei legami con i suoi coetanei. Ogni giorno decide di non morire, una fiducia nella vita che sopravvive in un ambiente che poco ha a che fare con l’esistenza vera, ma galleggia in un ambiente di privilegi ed esistenze fittizie, nel nulla e nell’oblio. Su tutto aleggia un’inquietudine esistenziale che Castellitto sa raccontare benissimo e con una spietata crudezza che non fa sconti a nessuno..

Jane Harper “Ombre nell’acqua” -Bompiani- euro 19,00

La scrittrice australiana di origini inglesi Jane Harper ha vinto numerosi premi con il suo thriller di esordio “Chi è senza peccato” nel 2017; da allora un successo dopo l’altro. In “Ombre nell’acqua” ci porta in Tasmania, ad Evelyn Bay, luogo da sogno: paradiso terrestre, patria del surf, mare cristallino, spiagge infinite e natura incontaminata. Un Eden che vive soprattutto di turismo, una comunità ristretta in cui ci si conosce tutti, ognuno con i suoi segreti e un’atavica e consolidata rete di complicità.
Il titolo originale di questo romanzo è “The Survivors”, ovvero “I Sopravvissuti” che rende meglio lo spirito del libro. Non è solo il nome di 3 statue di ferro erette per tenere viva la memoria dei passeggeri e dell’equipaggio periti in un naufragio avvenuto un secolo prima.
Sopravvissuti sono anche gli attuali abitanti di Evelyn Bay che 12 anni prima erano stati colpiti da un’altra terribile tempesta. In primis a pagare un alto tributo alla violenza delle acque era stata la famiglia Elliot. Il figlio maggiori Fin e il suo socio erano affogati nel disperato e vano tentativo di salvare Kieran dal nubifragio.

Kieran Helliot, che era cresciuto lì con la famiglia si era salvato, ma la ferita delle morte del fratello Fin non si era mai rimarginata. Dopo 3 anni lontano dal paesino, ora è tornato con la compagna Mia e la loro figlioletta di soli 3 mesi, Audrey.
Kieran non ha mai superato quel trauma, il senso di colpa è più vivo che mai, e lui tenta di scaricare tanto dolore nuotando tutte le mattine a lungo.
Il padre, affetto da demenza senile deve essere ricoverato in una clinica della capitale; mentre la madre vuole installarsi in un appartamento vicino.
E’ anche l’occasione per rivedere i vecchi amici. Primo fra tutti Ash McDonald che organizza un incontro nell’unico bar della zona, il “Surf and Turf” dove lavora Olivia (detta Liv), ex ragazza di Keran e attuale compagna di Ash. Nel locale lavora come cameriera anche la giovane Bronte, studentessa d’arte a Camberra, e appassionata di fotografia, coinquilina di Olivia.

Ma le cose non andranno nel verso giusto: tanto per cominciare c’è chi addita Kieran come assassino.
Poi sulla spiaggia viene trovato il cadavere di Bronte ed ecco scattare il giallo sul quale indaga l’ispettore Sue Plendebury arrivata da Hobart per coadiuvare il sergente Chris Renn, che 12 anni prima aveva avuto l’incarico di accertare la dinamica della morte di Fin.
La trama si infittisce, viene a galla che la notte della tempesta era scomparsa anche la 14enne Gabrielle Birch, sorella minore di Olivia. Altri personaggi emblematici fanno poi capolino in questo thriller dall’ambientazione affascinante e ricco di molteplici risvolti psicologici dei protagonisti.

Premio InediTo edizione n.21

SCADENZA BANDO: 31 GENNAIO 2022
PRESENTAZIONE E PREMIAZIONE FINALISTI: MAGGIO 2022
Un uomo in sospeso su un pontile, pochi libri, una valigia, in attesa di fuggire altrove, verso Marte… È la nuova grafica del Premio InediTO – Colline di Torino che giunge alla ventunesima edizione dopo aver premiato in tutti questi anni tantissimi autori scoprendo nuovi talenti di ogni età e nazionalità, sostenendoli e accompagnandoli verso il mondo dell’editoria e dello spettacolo. Il concorso letterario, punto di riferimento in Italia tra quelli dedicati alle opere inedite, il cui bando scadrà il 31 gennaio 2022(consultabile sul sito www.premioinedito.it), è l’unico nel suo genere a rivolgersi a tutte le forme di scrittura (poesia, narrativa, saggistica, teatro, cinema e musica), in lingua italiana e a tema libero. Grazie al montepremi di 8.000 euro (aumentato per le sezioni Saggistica, testo Teatrale, Cinematografico e Canzone) i vincitori delle sezioni Poesia, Narrativa-Romanzo, Narrativa-Racconto e Saggistica ricevono un contributo destinato alla pubblicazione e/o alla promozione con editori qualificati, mentre i vincitori delle sezioni Testo Teatrale, Cinematografico e Canzone un contributo per la messa in scena, lo sviluppo della produzione, la diffusione radiofonica e sul web. Inoltre, vengono assegnate menzioni e segnalazioni agli autori promettenti, i premi speciali “InediTO Young” ad autori minorenni e “InediTO RitrovaTO” a non viventi. Con InediTO gli autori premiati non vengono abbandonati al loro destino: attraverso il premio si partecipa a rassegne, festival, fiere e si può ambire a vincere altri concorsi, come testimoniato dai tanti autori lanciati in queste edizioni.
Il concorso talent scout, organizzato dall’associazione culturale Il Camaleonte di Chieri (TO) e diretto dallo scrittore e cantante jazz Valerio Vigliaturo, ha coinvolto in questi anni migliaia di iscritti da tutta Italia e dall’estero (Usa, Europa, Australia, Asia), a conferma anche della dimensione internazionale acquisita. Il prestigio è caratterizzato dalla qualità delle opere premiate, dal riscontro dei media e dalle personalità che hanno formato il Comitato d’Onore e che hanno ricoperto il ruolo di presidenti e di giurati (tra i quali Paola Mastrocola, Umberto Piersanti, Luca Bianchini, Andrea Bajani, Aurelio Picca, Davide Ferrario, Morgan, Paolo Di Paolo, Davide Rondoni, Cristiano Godano, Maurizio Cucchi, Maria Grazia Calandrone, Enrica Tesio, Michela Marzano, Teresa De Sio e Willie Peyote). La Giuria sarà presieduta dalla scrittriceMargherita Oggero e formata da: Milo De Angelis, Laura Pugno, Giulio Mozzi, Sacha Naspini, Andrea Donaera, Valentina Maini,Susanna Mati, Massimo Morasso, Roberto Latini, Francesca Brizzolara, Alice Filippi, Paolo Mitton, Fausto Zanardelli (Coma Cose) e dai vincitori della passata edizione.
A maggio 2022 si svolgeranno la presentazione dei finalisti al Salone Internazionale del Libro di Torino e la premiazione dal vivo attraverso la consegna dei premi e un reading dedicato alle opere dei vincitori (emergenza sanitaria permettendo), con il coinvolgimento di ospiti illustri (tra i quali hanno partecipato in passato Giorgio Conte, Franco Branciaroli, Eugenio Finardi, David Riondino, Francesco Baccini, Alessandro Haber, Laura Curino, Gipo Farassino, Arturo Brachetti, David Riondino, Red Ronnie e Lella Costa).
Il premio è inserito da diverse edizioni nella manifestazione Il Maggio dei libri promossa dal Centro per il Libro e la Lettura del MIBACT, e ha ottenuto la scorsa edizione il contributo di Regione Piemonte, delle città di Torino, Chieri e Moncalieri, il patrocinio della Città Metropolitana di Torino, della città di Chivasso, il sostegno di Fondazione CRT, Amiat Gruppo Iren, la sponsorizzazione di Aurora Penne, la collaborazione con Fondazione per la Cultura Torino, Biblioteche Civiche Torinesi, SBAM (Sistema Bibliotecario dell’Area Metropolitana di Torino) e Officina della Scrittura. I partner sono: Film Commission Torino Piemonte, Premio Lunezia, M.E.I. (Meeting delle Etichette Indipendenti) di Faenza, Festival Internazionale di Poesia “Parole Spalancate” di Genova, L’Altoparlante, Indyca, e da questa edizione Il Mutamento.