Intervista a Francesca Rita Cerami che ci parla dell’istituto per la promozione e la valorizzazione della dieta mediterranea.
Francesca Rita Cerami, lei e’ il segretario generale di IDIMED. Potrebbe raccontarci gli importanti impegni/progetti/motivazioni?
“L’Idimed, (Istituto per la Promozione e la Valorizzazione della Dieta del Mediterraneo), nasce nel 2011, e si occupa, da anni ormai, e su tutto il territorio nazionale di promozione e la valorizzazione della Dieta Mediterranea, riconosciuta Bene Culturale Immateriale dell’Umanità dall’UNESCO, come “Modello culturale ed economico” di rinascita di territori siciliani.
Attraverso eventi tematici, manifestazioni culturali ed attività laboratoriali, promuove la conoscenza del cibo buono, della tradizione agricola e dell’artigianalità che lo genera e, in particolare, sviluppa una forte sinergia tra salute, identità territoriale e culturale, sviluppo etico e sociale.
Rappresenta quindi, nel corso dei suoi “eventi” un nuovo modello (sostenibile ed esportabile) di integrazione tra enti pubblici, enti privati e comparti produttivi e commerciali, che intendono interpretare un ruolo primario nello sviluppo economico del Paese Italia.
Lo slogan dell’Istituto è infatti: “La Dieta Mediterranea fa crescere bene e in salute il corpo, l’ambiente e … anche l’economia”.
Una scelta di campo importante, con finalità educative e formative di sicuro impatto sulle generazioni future. Ripartire dal passato, utilizzando le innovazioni tecnologiche del presente, per conquistare un futuro di benessere e salute per le persone e per l’ambiente.
Obiettivo primario è la scoperta dei principi scientifici, delle regole e della cultura di fondo dello stile di vita che è proprio della “Dieta Mediterranea”. La scelta di alcuni alimenti che compongono la dieta mediterranea è basata sulle principali conoscenze che la scienza ha potuto solidamente confermare in decenni di ricerche cliniche ed epidemiologiche sul ruolo dell’alimentazione e dello stile di vita nella genesi delle malattie croniche che caratterizzano il mondo moderno. La Dieta Mediterranea è un modello alimentare che si caratterizza per la sua varietà, basata sulla valorizzazione di prodotti locali e stagionali, oltre che per uno spiccato equilibrio nutrizionale. Prevede un elevato consumo di verdura, legumi, frutta fresca e secca, olio d’oliva e cereali (per un 50% integrali); un moderato consumo di pesce e prodotti caseari; un ancora più moderato consumo di carne rossa, carne bianca e dolci. Il corretto equilibrio nutrizionale della dieta mediterranea è stato dimostrato scientificamente negli anni Settanta dallo Studio dei sette Paesi di Ancel Keys (un medico americano) che metteva a confronto le diete di diverse popolazioni per verificarne i benefici e i punti critici. A partire da quel primo studio, molte altre ricerche hanno approfondito l’analisi dell’associazione tra alimentazione e salute, confermando che l’adozione di un regime alimentare di tipo mediterraneo è collegata a un basso tasso di mortalità a una minore incidenza di malattie e ancora a un significativo miglioramento del loro decorso ed un notevole supporto al trattamento.
Infine, il modello alimentare della Dieta Mediterranea è sostenibile, rispetta l’ambiente per l’impatto ridotto che i principali alimenti suggeriti nel consumo quotidiano, hanno su di esso (frutta, verdura, cereali, legumi, olio EVO, pesce azzurro, … .
Riteniamo quindi che “rappresentare” questo modo di vivere, mangiare, relazionarsi, sia di forte impatto per la comunità intera e per la popolazione scolastica in particolare. Uno stile di vita, quello Mediterraneo, di cui ci dobbiamo riappropriare, attraverso la conoscenza e la sperimentazione, il contatto e la “contaminazione”. Sicuramente, non un nostalgico ritorno al passato ma un significativo rilancio del presente, nell’eccezionale offerta enogastronomica che caratterizza la nostra meravigliosa Sicilia e le sue tipicità agroalimentari. Per l’Idimed, il cibo rappresenta l’occasione per “far gustare” il territorio attraverso una immersione e un coinvolgimento diretto del fruitore nelle specialità culinarie, culturali e ambientali che caratterizzano i luoghi di origine degli alimenti. Per questo la Sicilia può essere definita la patria della Dieta Mediterranea, una terra meravigliosa, da ricordare a chi già la conosce, da presentare a chi non l’ha mia conosciuta, da raccontare a tutti quelli che … nel tempo verranno a scoprirla”
La sua fantasia ed il suo amore per lo Stagnone di Marsala, l’ha invogliata a creare una “stanza del sale”. Di cosa si tratta?
“Nel 2020 ho ideato e realizzato un B&B esperienziale e multisensoriale che racconta la Sicilia delle eccellenze, ricca di risorse meravigliose, di incontro, di dialogo, di contaminazione che si alimenta dei tesori dei territori e li mette in scena, raccontandoli, attraverso le immagini, i pensieri, i profumi, i gusti e i patrimoni materiali e immateriali. Una Sicilia da riscoprire attraverso gli occhi di chi l’ha vissuta da emigrata, da ospite, da cittadina, da ambasciatrice. Nel B&B ho racchiuso“ la mia Sicilia” che trasferisco ai miei ospiti che la scoprono e si emozionano insieme a me. La Sicilia che mi piace” quella che i navigatori, viaggiatori, artigiani, pescatori e coltivatori, santi e profeti, artisti e letterati, uomini e donne di buona volontà ci hanno lasciato in dono. Che noi abbiamo ricevuto in eredità e che amiamo condividere con il mondo intero. In questo palcoscenico prendono vita, attraverso le foto, le immagini che ci raccontano una Sicilia inedita, immortalata da chi la ama. Il B&B è composto da 4 stanze: la stanza del Mare, la stanza degli Agrumi, la stanza del Grano, la stanza del Sale. E proprio la stanza del sale è ricca di bellezze e comodità. Foto uniche che rappresentano il sale del mare e quello delle montagne, attraverso gli scatti artistici, che abbelliscono le pareti baciate dalla luce delle finestre poste sul soffitto. L’odore di timo, calendula e limone pervade la stanza con il profumatore personalizzato. La stanza del sale è curata dal “Museo di Arte Contemporanea SottoSale” di Petralia Soprana. Le foto esposte sono infatti rappresentative della Miniera e anche le piccole opere d’arte, quali lampade, monili e pupi, sono il frutto del genio creativo degli operai, artisti e artigiani locali. Ma non abbiamo voluto dimenticare il valore e il significato che il Sale marino riveste per la Sicilia e lo abbiamo raccontato con le foto di Vincenzo Agate ed Ezio Castrenze Fiorenza delle Saline di Trapani e Marsala (Tp).”
Ci parli del “compleanno” della dieta mediterranea; dieci anni di attivita’ che oltrettutto sono stati riconosciuti come patrimonio dell’umanita’ nel 2010 a Nairobi la capitale del Kenia?
“Il percorso per l’iscrizione della Dieta mediterranea nella Lista dei patrimoni culturali immateriali dell’umanità è stato iniziato nel 2006 dall’allora ministro dell’agricoltura Paolo De Castro con la sottoscrizione, assieme alla Spagna, di una dichiarazione congiunta presentata all’Unesco. Il 16 novembre 2010 a Nairobi, in Kenya, ad esito di un lungo e complesso negoziato durato 4 anni condotto dal professor Pier Luigi Petrillo, autore del dossier internazionale, il Comitato intergovernativo dell’Unesco ha inserito la Dieta Mediterranea nella Lista dei patrimoni culturali immateriali dell’Umanità, riconoscendo tale patrimonio appartenere a Italia, Marocco, Grecia e Spagna. Nel novembre 2013 tale riconoscimento è stato esteso a Cipro, Croazia e Portogallo.
“La Dieta Mediterranea (dal greco diaita, o stile di vita) è molto più che un semplice elenco di alimenti. Essa promuove l’interazione sociale, poiché il pasto in comune è alla base dei costumi sociali e delle festività condivise da una data comunità, e ha dato luogo a un notevole corpus di conoscenze, canzoni, massime, racconti e leggende. La Dieta si fonda nel rispetto per il territorio e la biodiversità, e garantisce la conservazione e lo sviluppo delle attività tradizionali e dei mestieri collegati alla pesca e all’agricoltura nelle comunità del Mediterraneo”
In che cosa consiste il progetto” Dieta dei paesi del Mediterraneo” e quali Nazioni sono coinvolte?
“Con il termine Dieta mediterranea si intende un modello nutrizionale ispirato alla tipica alimentazione della popolazione italiana, greca e spagnola. La scelta di questa area geografica e di questo periodo storico si basa su alcune evidenze scientifiche ed epidemiologiche. Infatti i paesi che si affacciano sul bacino mediterraneo condividono tradizionalmente la disponibilità degli stessi alimenti, derivati dall’agricoltura, dalla pastorizia e dalla pesca. Inoltre alcuni studi, ampiamente accettati dalla comunità scientifica, hanno provato che in queste aree geografiche, nei primi anni sessanta, l’aspettativa di vita era tra le più alte del mondo; al contrario l’incidenza di malattie come la cardiopatia ischemica, alcuni tumori e altre malattie croniche correlate alla dieta era invece tra le più basse del mondo; questo avveniva nonostante l’elevata abitudine al fumo, il livello socio-economico basso e la scarsità di assistenza sanitaria in quei luoghi e in quel contesto storico. In numerosi altri studi condotti in contesti geografici ed economici differenti, utilizzando una dieta con le stesse caratteristiche, è stata osservata ugualmente una minore frequenza di malattie croniche e una maggiore longevità. È significativo che la dieta mediterranea sia diffusa nelle aree che si affacciano sul mar Mediterraneo dove tradizionalmente vengono coltivati gli olivi, tanto che un’altra definizione accettata di questo pattern alimentare fa riferimento alla dieta praticata nelle zone mediterranee di crescita degli ulivi. L’Olio Extra Vergine d’oliva (EVO) connota infatti in maniera specifica la Dieta Mediterranea”.
Come si e’ svolto il pomeriggio dell’IDIMED, a Villa Palagonia a Bagheria, in occasione del “Bio in Sicily”?
“Il 04 ottobre nella cornice straordinaria della Villa Palagonia. L’Idimed ha celebrato la 6^ Edizione della Fiera della Biodiversità. Un evento che grazie ai Social Media, con dirette facebook, è stato fruito anche a distanza da tutta la Comunità, superando i limiti imposti dalle misure precauzionali del COVID 19. Ci siamo posti come obiettivo infatti, di “fare cultura dell’alimentazione” partendo dalle radici della nostra identità/biodiversità Mediterranea. Seguendo il modello di sviluppo sostenibile che ci è caro e perseguendo azioni in grado di salvaguardare l’ambiente, la salute e la legalità, con lo sguardo attento e proteso in avanti verso la ricerca, la tecnologia, il marketing, la comunicazione e l’innovazione. Tutto questo è stato possibile perché siamo riusciti ad attivare un dialogo costruttivo, capace di interconnettere mondi diversi, seguendo una logica sistemica e multidisciplinare: l’università, la pubblica amministrazione, gli enti locali e l’associazionismo, il privato sociale e le imprese, possono, in seno al nostro evento, incontrarsi, dialogare, pensare e agire cooperando. Nello specifico, sulla scia della tradizione della Fiera abbiamo realizzato due convegni: “Alimentazione e Salute” e “Biodiversità e Dieta Mediterranea”. La mostra virtuale “Diaporami di Biodiversità” a cura di Ezio Castrenze Fiorenza e “momenti di turismo esperienziale” a cura di Ted Trip. E ancora, la consegna, del I premio, a cura della costituenda Fondazione Bartolo Fazio, in commemorazione del primo anno della sua scomparsa. Il premio è stato consegnato alla “figura professionale” che si è spesa con amore, dedizione e gioia nel processo di valorizzazione e promozione della Dieta Mediterranea, la dott.ssa Adele Traina.
A chiusura della Fiera sono state premiate tante aziende “Bio in Sicily”. Un riconoscimento che gratifica particolarmente il lavoro svolto dall’Idimed nel corso degli anni, sono sempre di più le aziende coraggiose che coltivano e trasformano seguendo il modello della Dieta Mediterranea che pone in primo piano la salute dell’uomo e dell’ambiente e il rispetto delle tradizioni, della cultura e dei territori. La VI Fiera ha celebrato come ogni anno il valore del network, del dialogo, dello scambio, dell’alleanza per lo “sviluppo sostenibile” della nostra amata terra di Sicilia e ci ha offerto l’occasione unica di “coltivare la speranza nel futuro”.
Lei Francesca e’ stata anche presente all’Orto Botanico di Palermo che, in collaborazione con l’universita’, ha realizzato la “ Fiera della biodiversita’”. Ci sara’ un’edizione 2021?
“Le Caratteristiche della Fiera della Biodiversità e il suo successo (oltre 20,000 visitatori in cinque edizioni tutte collegate, sin dall’inizio con l’Università degli Studi di Palermo) sono legate alla capacità di coniugare la formazione scientifica, con seminari e convegni di profilo accademico, con la promozione e il mercato dei prodotti agroalimentari tipici, in un’ottica di utilizzazione gastronomica e di sviluppo territoriale integrato. La cinque edizioni hanno ospitato oltre 150 aziende siciliane rappresentative delle filiere dell’ortofrutta, dei prodotti zootecnici, della pesca, dei prodotti da forno, delle leguminose da granella e dei prodotti trasformati (olio, vino, birra). La Fiera ha affrontato nel primo anno i temi legati ad Expo, con un taglio fortemente collegato alle potenzialità della Dieta Mediterranea; nel secondo anno è stato sviluppato il tema della qualità alimentare, nella sua declinazione nutraceutica, mentre nel terzo il focus è stato il tema dell’integrazione alimentare, gastronomica e culturale del Mediterraneo. La quarta edizione si è occupata di produzioni certificate e, la quinta ha affrontato la tematica della sostenibilità ambientale e alimentare coinvolgendo le aree naturalistiche Siciliane dei Parchi con l’obiettivo di attenzionare uno sviluppo locale integrato, capace cioè di coniugare promozione e valorizzazione dei prodotti agroalimentari dei Parchi Siciliani, focalizzando l’attenzione sul valore del turismo per la multifunzionalità in agricoltura, con una logica di destagionalizzazione dei flussi: territori da visitare e prodotti da degustare, tutto l’anno.
Nel 2021 ci piacerebbe pensare ad un evento che collega l’arte, la bellezza, il paesaggio con la cultura del cibo”.
La notizia che ci coinvolgera’ un po’ tutti sara’ il progetto “Parco mondiale stile di vita Mediterranea”, cioe’?
“Primo Parco mondiale dello Stile di Vita Mediterraneo, in forma policentrica e diffusa (P- SVM).
Il Parco vuole essere propulsore del BUON VIVERE MEDITERRANEO, ispirato al principio millenario di “MENS SANA IN CORPORE SANO”, alla vita all’aria aperta, alla sinergia tra manualità e intellettualità, all’alleanza virtuosa tra valori e gioia, tra tradizione classica (armonia e senso del limite) e creatività contemporanea, tra responsabilità e piacere, allo spirito e alla responsabilità comunitari, all’alleanza tra Natura e Storia. La matrice strategica e normativa internazionale è rappresentata dalle Delibere dell’UNESCO del 2010 e del 2013, che riconoscono lo Stile di Vita Mediterraneo quale Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità.
La dieta mediterraneo, più propriamente DIAITA (Stile di Vita) comprende ed integra 6 dimensioni interdipendenti: 1-la dimensione COMUNITARIA, ANTROPOLOGICA, cioè, il vivere insieme, la convivialità, il mangiare insieme; 2-la dimensione ALIMENTARE, il cibo mediterraneo buono, sano e giusto; 3-la dimensione EDUCATIVA, fondata sull’armonia e il senso del limite; 4-la dimensione SPORTIVA E SALUTISTICA (“mens sana in corpore sano”), mix armonico tra manualità e intellettualità, attività sportiva comunitaria all’aria aperta; 5-dimensione ECOLOGICA, alleanza tra Madre Natura e Storia, una ecologia integrale per la Terra “Casa Comune” (per dirla con la “Laudato sì”); 6-dimensione ECONOMICA, per una economia sostenibile, per una economia circolare, per una GREEN ECONOMY per una “OIKOS-NOMIA” (le regole della CASA, la Casa Comune). Più in generale, il tripode del Progetto è rappresentato dalle delibere dell’UNESCO, dall’Enciclica “Laudato sì” e dal Movimento internazionale “Terra Madre”. Il Parco, policentrico e diffuso, si colloca nella Sicilia centrale, partendo dal Comune di Caltanissetta e coinvolgendo, nella prima fase circa 80-100 comuni. Il progetto si fonda sullo sviluppo di 11 assi: rete delle cucine della dieta mediterranea; rete delle ludoteche dello stile di vita mediterraneo; rete dei centri multimediali per lo stile di vita mediterraneo; rete commerciale, fisica e virtuale, dei castelli e dei borghi; rete delle comunità dello stile di vita mediterraneo; rete delle piramidi, quali simboli dell’intero progetto; rete del patrimonio naturalistico, rurale, della biodiversità vegetale e agricola e dei prodotti tipici di qualità; rete del patrimonio culturale, materiale ed immateriale, a partire dal patrimonio paesaggistico; rete della mobilità dolce (vie francigene, via delle rosalie, via dei frati, trasversale sicula, trazzere, greenway e simili; rete della mobilita’ ordinaria; rete trasversale della formazione e della ricerca”.
Chiara Fici