DALL'UFFICIO STAMPA DI PALAZZO LASCARIS- Pagina 5

Incendi boschivi, ecco le norme attuative

Approvate in Commissione regionale  le norme attuative della legge quadro

In congiunta (Ambiente e Legalità) rinviata la relazione sugli incendi ai magazzini di trattamento rifiuti

Dopo il parere favorevole espresso dal Consiglio delle autonomie locali (Cal) e dalla prima Commissione (Bilancio) si è concluso l’esame, in seduta ordinaria della quinta Commissione (Ambiente), presieduta da Silvana Accossato, sulle norme di attuazione, approvate a maggioranza, riguardanti la legge quadro in materia di incendi boschivi prima della sua presentazione in Aula.

L’intervento normativo, si è reso necessario – ha spiegato l’assessore all’Ambiente Alberto Valmaggia – in seguito all’entrata in vigore del decreto legislativo numero 177/2016 e alla soppressione del Corpo forestale dello Stato. La Regione ha avviato un percorso, in tema di incendi boschivi, di aggiornamento della normativa prevedendo l’adozione di una legge regionale rispetto alla numero 21/2013. Gli oneri previsti ammontano a 3 milioni di euro all’anno.

La seconda proposta di legge all’ordine del giorno, la numero 252, verte sulla prevenzione e contrasto dell’abbandono dei rifiuti. Si è sottolineato al riguardo come non risultino sufficienti le azioni di volontariato, perché non sistematiche e legate al problema delle risorse. Per i proponenti (M5s e primo firmatario Federico Valetti) è necessario un forte coordinamento tra Comuni e Regione così come  un miglioramento della normativa e del testo di legge salvaguardandolo da potenziali conflitti tra normative europee e nazionali. Si è concordato di provvedere all’inserimento di alcuni aspetti normativi all’interno della legge numero 1/2018 e alla continuazione, del tavolo di lavoro con i tecnici dell’assessorato e i commissari al fine di poter inserire nuove norme di carattere tecnico. Nella seduta congiunta delle Commissioni Ambiente e Legalità è stata rimandata l’approvazione della relazione dell’indagine conoscitiva inerente agli episodi di incendio ai magazzini di impianto di trattamento rifiuti differenziati verificatisi in Piemonte per consentire a ciascun commissario di formulare nuove proposte.

Come si diventa cittadini europei

“Chi  non ricorda il passato è condannato  a ripeterlo”: la citazione, del filosofo e scrittore spagnolo George Santayana, campeggia in una delle sale della Casa della storia europea a Bruxelles. Sul suo significato, sul valore di coscienza e di memoria collettiva e sui principi fondanti dell’Unione europea si sono soffermati i ventiquattro studenti degli istituti superiori piemontesi che hanno visitato nei giorni scorsi la città sede delle istituzioni europee, un viaggio premio per i vincitori della 34esima edizione del concorso “Diventiamo cittadini europei”, organizzato dalla Consulta regionale in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale. I ragazzi, provenienti dagli istituti superiori di Alba, Alessandria, Biella, Borgosesia, Cuneo, Ivrea, Novara, Novi Ligure, Rivoli, Savigliano, Torino, Tortona e Vercelli, hanno visitato il museo interattivo, inaugurato lo scorso anno, che racconta i grandi avvenimenti della storia europea, i processi che hanno portato alla nascita dell’Unione e il funzionamento delle sue istituzioni, mentre al centro visitatori del Parlamento hanno vissuto da protagonisti i lavori parlamentari attraverso il gioco di ruolo “Parlamentarium”. Dalla prima edizione del 1983, il concorso ha permesso a migliaia di studenti di fare un’esperienza formativa su cos’è l’Europa: quella di quest’anno ha visto la partecipazione di 68 istituti superiori e 878 alunni, che si sono dovuti cimentare in un elaborato sui temi della Brexit e della disoccupazione giovanile, valutati da una commissione di esperti e premiati con il viaggio a Bruxelles.

(CS) www.cr.piemonte.it

Asti-Cuneo, nessuna novità

L’assessore ai Trasporti Francesco Balocco, su richiesta del gruppo consiliare di Forza Italia, ha riferito oggi in Commissione sull’avanzamento dei lavori per il completamento dell’Asti-Cuneo. “Non ci sono novità di alcun genere – ha affermato Balocco – da tre mesi il presidente Chiamparino attende una risposta dal ministro delle Infrastrutture Toninelli per avere un’incontro su questo argomento”. Il consigliere Mauro Campo (M5s) ha precisato che alla fine di settembre il ministro incontrerà per questo motivo il presidente della provincia di Cuneo. Il secondo argomento all’ordine del giorno della Commissione è stato il Piano regionale per la mobilità e i trasporti. L’assessore Balocco ha precisato che il Piano, approvato dal Consiglio regionale a gennaio, sta proseguendo nella sua procedura di attuazione. Il consigliere Federico Valetti (M5s) ha chiesto alcune precisazioni a cui l’assessore ha risposto: “Prima di essere approvato il testo del Piano sarò presentato ai membri della Commissione Trasporti. Adesso è stato costituito il Nucleo tecnico, i piani di settore verranno gestiti in maniera trasversale perchè le esigenze di mobilità e di sicurezza riguardano sia le persone che le merci, inoltre si stanno raccogliendo i dati per l’attuazione delle politiche di mobilità”.

Il nuovo Piano per la salute mentale

Tra le misure previste nel nuovo Piano d’azione per la salute mentale spiccano l’istituzione di un’apposita Consulta regionale, con il compito di far emergere problemi e avanzare proposte e la creazione del Comitato di monitoraggio per verificare la progressiva attuazione del piano. Si punterà su campagne informative e di sensibilizzazione per diffondere la consapevolezza che la sofferenza mentale riguarda tutti e non va ghettizzata. Sono inoltre previste azioni per promuovere la salute mentale attraverso servizi di accompagnamento alla genitorialità, tavoli territoriali riservati alla promozione di una vita attiva e integrata in ogni fase dell’esistenza, l’accesso ai servizi dei Centri di salute mentale, l’integrazione dei percorsi di cura e il sostegno all’autonomia all’abitare, al lavoro e alla socialità. Lo ha spiegato l’assessore alla Sanità Antonio Saitta  in quarta Commissione, presieduta da Domenico Rossi, dove si è svolto questa mattina il dibattito generale sulla proposta di deliberazione 319, “Approvazione del piano d’azione per la salute mentale in Piemonte”. In apertura di seduta Saitta ha comunicato che la Giunta regionale ha accolto gran parte delle richieste di modifica e delle integrazioni proposte nei mesi scorsi dal Consiglio delle Autonomie locali (Cal) e ha ricordato che il documento è frutto di un percorso “partecipato”, avviato da Ires Piemonte lo scorso anno e, attraverso workshop e tavoli di lavoro che hanno coinvolto istituzioni, professionisti, associazioni, pazienti e famiglie ha portato all’individuazione di venti azioni da mettere in atto. Il dibattito generale è stato aperto da Gian Luca Vignale (Mns), che a margine dei lavori ha lamentato, con Davide Bono (M5s), il fatto che all’inizio di agosto la Giunta regionale abbia approvato la proposta di delibera sulla domiciliarità senza che essa passasse all’esame del Consiglio regionale. Saitta ha però replicato che si è trattato di una proposta di delibera sperimentale che, sulla base dei risultati ottenuti, condurrà alla formulazione della proposta di delibera definitiva. Vignale ha sottolineato che un grosso limite al piano è rappresentato dalle misure riguardanti il sostegno all’abitare, al lavoro e alla socialità. Per il M5s sono intervenuti Bono e Gian Paolo Andrissi, che hanno evidenziato la necessità di partire da un quadro legato alle risorse finanziarie disponibili e alle tempistiche, sottolineando che per quanto riguarda i finanziamenti l’Italia è agli ultimi posti in Europa e il Piemonte agli ultimi dell’Italia.  Per il Pd hanno preso la parola i consiglieri Domenico Ravetti e Paolo Allemano, che hanno sottolineato la bontà del piano, frutto di un lavoro partecipato. Ravetti ha anche definito il documento “dinamico”, perché può essere vissuto e rivitalizzato ogni giorno, Allemano ha sottolineato l’importanza del concetto di “budget di salute”, che non include solo i soldi ma altre risorse quali il tempo e l’impiego di servizi. L’assessore Saitta, ringraziando per l’utilità del confronto, ha dichiarato che alcune osservazioni fatte saranno oggetto di valutazione e di possibili emendamenti. Ha convenuto sul fatto che alcune indicazioni possono sembrare generiche, ma la situazione disomogenea dei servizi offerti da Asl ad Asl è un fatto reale e cominciare a fornire indicazioni alle strutture per poter agire rappresenta un buon passo in avanti. Al termine della seduta la consigliera Valentina Caputo (Pd) ha illustrato due emendamenti alla proposta di legge 250, “Istituzione del Fattore famiglia”, di cui è prima firmataria. La discussione su entrambi i provvedimenti riprenderà nelle prossime sedute.

Nuova legge regionale sulla cultura

Una nuova legge sulla cultura, che integra e supera le 28 leggi regionali finora vigenti ed è frutto di un iter complesso e di un intenso confronto con operatori del settore, amministratori locali e parti politiche. E’ stata approvata in Consiglio regionale all’unanimità dei votanti la legge (ex disegno di legge 275) “Disposizioni coordinate in materia di cultura”, che prende le mosse da una nuova idea del comparto, inteso come sistema composito e bene da tutelare in tutte le sue forme, accessibile a tutti. Tra le novità introdotte dal testo di legge, che entrerà in vigore il primo gennaio 2019, la programmazione triennale, anche in termini di risorse, con la costituzione di un nuovo Fondo per la cultura articolato in spesa corrente e spesa per investimenti, e la possibilità di costituire tavoli come strumento di partecipazione, ma anche il riconoscimento di soggetti culturali che prima non avevano accesso ai contributi regionali, come cinema e librerie, e la tutela del patrimonio linguistico. Tra gli emendamenti approvati, numerosi quelli presentati dalla Giunta, molti dei quali hanno recepito le istanze avanzate dal Consiglio delle autonomie locali (Cal), ma anche dal gruppo del Partito democratico e dal Movimento 5 Stelle, a conferma del fatto che sul testo c’è stata da parte di tutte le forze politiche ampia condivisione sugli obiettivi e sul ruolo che si vuole attribuire alla cultura e all’attività culturale in Piemonte. Approvato anche un ordine del giorno collegato, presentato da Daniele Valle (Pd), che impegna la Giunta ad assicurare al comparto culturale risorse finanziarie adeguate, commisurate alle variazioni annuali dei tassi di inflazione e con livelli di finanziamento crescenti nel corso degli anni. E’ stato invece respinto l’altro Odg presentato da Francesca Frediani (M5s), che chiedeva di destinare non meno dello 0,5 per cento del bilancio regionale ad investimenti in attività culturali, con l’obiettivo di arrivare all’1 per cento della media europea: <Pur riconoscendo la bontà della legge – ha detto insieme al collega Davide Bono – restano forti perplessità rispetto alla norma finanziaria. Il comparto culturale ha assistito ad una progressiva contrazione di risorse, per il 2019 sono previsti 36,8 milioni, che diminuiranno ulteriormente nel 2020 se non interverranno aggiustamenti>.

Gianluca Vignale (Movimento nazionale per la Sovranità) ha sottolineato che <la dotazione finanziaria non è l’unico tema, per attuare politiche culturali utili per la nostra regione serve un’attenta attività di pianificazione, bisogna cercare di rendere omogenea l’offerta su tutto il territorio intervenendo dove è più scarsa>.

Regione, bilancio: esercizio provvisorio

In attesa dell’approvazione del Bilancio di previsione 2018-2020, ogni mese gli uffici regionali potranno garantire la propria operatività spendendo in dodicesimi quanto stabilito nel previsionale incardinato in prima Commissione.

Così è stato stabilito, nella seduta del 27 dicembre, dal Consiglio regionale che ha approvato a maggioranza il disegno di legge di “Autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio della Regione Piemonte per l’anno 2018 e disposizioni finanziarie”.

L’esercizio, è scritto nel testo presentato in Aula dal vicepresidente Aldo Reschigna, sarà prorogato fino alla approvazione del disegno di legge sul “Bilancio di previsione finanziario 2018-2020”, comunque non oltre il 30 aprile (ai sensi dello Statuto).

Come sottolineato dal relatore di maggioranza, Andrea Appiano (Pd), la novità di quest’anno è che, per quanto concerne l’attuazione degli accordi di programma, non vi sarà il vincolo della spesa in dodicesimi. La disposizione si aggiunge a quella che elimina il vincolo per le spese obbligatorie e d’ordine, quelle per interventi collegati alla tutela dell’incolumità pubblica e casi simili di necessità e urgenza.

Il relatore di opposizione Davide Bono (M5s) ha lamentato il cronico ritardo nell’approvazione dei documenti di bilancio, non solo dovuta ad elementi contingenti. Per questo motivo ha sollecitato la Giunta regionale ad iniziare la discussione del bilancio di previsione al più presto e comunque entro gennaio.

Sempre per le minoranze, il relatore Massimo Berutti (Fi), rilevando che ci si sta limitando ad una presa d’atto, ha auspicato la possibilità di una discussione aperta sul previsionale per trovare provvedimenti condivisi per il rilancio dell’economia piemontese.

Nel suo intervento Gian Luca Vignale (Mns) ha stigmatizzato che con l’allungamento dei tempi di discussione dei documenti di bilancio venga meno la funzione programmatoria dell’Assemblea, lasciando campo totalmente libero alla Giunta.

Poco prima dell’Esercizio provvisorio è stata anche approvata, all’unanimità dei votanti, la proposta di deliberazione 273 “Nota di aggiornamento al Defr 2018-2020”, che ha lo scopo di attualizzare i dati macroeconomici del documento di programmazione del 21 novembre scorso.

Il gruppo M5s è intervenuto con Bono e Mauro Campo che hanno definito il Defr un documento positivo per l’aggiornamento dei dati, ma con stime poco convincenti e ritenute abbondanti, che si teme possano essere riviste al ribasso.

Berutti ha espresso perplessità, rilevando carenze nelle politiche programmatorie rispetto ai settori più interessanti per il Piemonte come l’industria e l’agricoltura.

Per la maggioranza Elvio Rostagno (Pd) ha parlato di bassa crescita piemontese derivante dalla struttura della nostra economia, legata al manifatturiero.

Nella replica finale il vicepresidente Reschigna, confermando la previsione di un aumento delle entrate fiscali (in particolare il bollo auto), ha evidenziato significativi segnali di ripresa provenienti dal settore manifatturiero ma, soprattutto, da servizi e turismo: si spera in un anno record. L’elemento più debole della nostra economia, invece, rimane quello delle imprese di costruzione.

La crisi del Museo del Cinema

Nonostante sia uno dei primi musei in Italia per numero di visitatori, al Museo del Cinema dall’inizio di dicembre i sindacati hanno dichiarato lo stato di agitazione dei 77 dipendenti. In Commissione l’assessora alla Cultura Antonella Parigi ha dichiarato che non sono previsti tagli di personale, anche se la situazione dei conti rimane difficile per l’arresto del trend di crescita registrato nell’ultimo anno. La Commissione Cultura. presiedita da Daniele Valle, ha ascoltato oggi i rappresentanti sindacali di Cgil e Uil (Leonardo Ferrante, Savino Zulianello, Vito Chiarella) che hanno illustrato la siztuazione dei 77 dipendenti su cui gravano molte ore di straordinario, mancate sostituzioni di maternità e hanno riferito circa l’assenza di un direttore a pieno titolo. Quello attuale, Donata Pesenti, è pro tempore da un anno e mezzo, in attesa del bando per il nuovo direttore.  L’assessora ha precisato che tra le molte attività di cui la Fondazione si occupa (museo, Mole Antonelliana, Cinema Massimo, vari festival e TorinoFilmLab), l’unico che porta ricavi è il Museo del Cinema, tutto il resto è in perdita. “La fragilità strutturale è nota da tempo e dopo un periodo di crescita tra il 2012 e il 2016, nel 2017 c’è stata una contrazione dei ricavi. Sono stati effettuati parecchi tagli in vari settori ma non sono ancora sufficienti per pareggiare il bilancio. Si prevede – ha ipotizzato l’assessora – un aumento del prezzo dei biglietti di ingresso, un piano di efficientamento della stuttura con il blocco del turn over del personale e la pubblicazione a breve del bando per individuare il nuovo direttore”. Questa sera si svolgerà l’Assemblea dei soci fondatori che dovrà appunto affrontare il problema del pareggio di bilancio di previsione 2018, al quale mancano ancora circa 100mila euro. Nella discussione sono intervenuti i consiglieri Francesca Frediani (M5s), Marco Grimaldi (Sel), Stefania Batzella (Mli).

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