CULTURA- Pagina 62

Fondazione Torino Musei, gli appuntamenti culturali di Natale a Torino

Ecco l’agenda degli appuntamenti in programma alla GAM, a Palazzo Madama e al MAO nella settimana dal 23 al 29 dicembre 2022.

Orari di apertura:

da martedì a domenica dalle 10 alle 18
Lunedì chiuso. La biglietteria chiude un’ora prima.

 

Orari durante le festività natalizie:

 

24 dicembre: dalle 10 alle 14 con ultimo ingresso alle ore 13 (chiuso il pomeriggio)

25 dicembre: chiuso

26 dicembre: dalle 10 alle 18

31 dicembre: dalle 10 alle 14 con ultimo ingresso alle ore 13 (chiuso il pomeriggio)

1 gennaio: dalle 14 alle 18 (chiuso il mattino)

 

AGENDA APPUNTAMENTI FONDAZIONE TORINO MUSEI

23-29 dicembre 2022

 

 

 

VENERDI 23 DICEMBRE

 

Venerdì 23 dicembre ore 16.30

SOVRANITÀ, STILE ED ELEGANZA

Palazzo Madama – visita guidata tematica

La Regina Margherita tra moda e abbigliamento. Stoffe, merletti, trine. Lampassi, sete, velluti, pizzi e ricami. Corsetti, mantelli, strascichi.

La mostra allestita nelle sale di Palazzo Madama offre svariati spunti per analizzare l’eleganza al tempo della prima Regina d’Italia. Sono diversi gli abiti presentati e ben rappresentano le tendenze in voga.

Interessante quindi scoprire come vestivano, quali abiti scandissero le ore della giornata, quali look fossero previsti per feste, serate, matrimoni o speciali avvenimenti.

Una visita specialistica mirata a svelare le abitudini e la moda tra fine Ottocento e inizi Novecento.

Tagli, stoffe, e tecniche di lavorazione esaminate con precisione da un esperto conoscitore dei tessuti che condurrà con taglio specialistico e preciso ogni dettaglio e rifinitura. Una visita “cucita” per affascinare il visitatore.

Costo: 6 € per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).

Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com

 

 

MERCOLEDI 28 DICEMBRE

 

Mercoledì 28 dicembre ore 15

A SPASSO CON MARGHERITA

Palazzo Madama – attività per le famiglie sulla mostra Margherita di Savoia, Regina d’Italia

(riservata possessori Abbonamento Junior Bella Stagione)

È stata Regina d’Italia e il suo nome è ricordato da strade, scuole ospedali, biscotti e dalla pizza. Ma cosa faceva Margherita quando non era impegnata a fare la Regina? Era un’esperta alpinista e si lanciava in camminate all’aria aperta percorrendo lunghi sentieri a piedi o a dorso di mulo per raggiungere alte vette e ghiacciai.

La veduta di Gressoney-La-Trinité dipinta da Cosola ed esposta nella mostra Margherita di Savoia. Regina d’Italia, ci guiderà nella composizione di un paesaggio montano con effetto 3D da realizzare con cartoncini, colla e fantasia.

Costo: € 7 a bambino per attività; adulti accompagnatori ingresso ridotto in mostra (gratuito con Abbonamento Musei).

Prenotazione obbligatoria: t. 011 4429629 madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

 

 

GIOVEDI 29 DICEMBRE

 

Giovedì 29 dicembre ore 16

ORIGAMI PER LE FESTE

MAO – attività per famiglie riservata possessori Abbonamento Junior

Attività gentilmente offerta da Abbonamento Musei.

L’attività prevede la visita della galleria giapponese con particolare attenzione alle opere in carta e con un accenno alle ricorrenze, feste e usanze che caratterizzano il mese di dicembre in Giappone. In laboratorio si realizzeranno origami con soggetti legati al tema della festa e degli auguri.

Da 6 anni in su.

Costo: attività gratuita per bambini possessori di Abbonamento Junior; adulti accompagnatori ingresso ridotto alle collezioni € 8 (gratuito con Abbonamento Musei).

Prenotazione obbligatoria t. 011.4436927/8 oppure maodidattica@fondazionetorinomusei.it

 

In memoria di Giovanna Spagarino Viglongo

(Nizza Monferrato, 1923 – Torino, 2022)

Al centro della Cultura torinese, una donna elegante, una signoracresciuta modesta e in umiltà.

Un insegnamento per le generazioni future che sapranno seguire il suo esempio e, comunque, un ricordo, anche se piccolo: il nostro!

Giovanna Spagarino Viglongo era la decana degli editori italiani e si è spenta, con l’inizio della Novena di Natale, poco più di un mese dopo il suo novantanovesimo compleanno. Monferrina di nascita, in tenerissima età si era trasferita a Torino, dove la madre, rimasta vedova, fu esempio efficace di tenacia e di lotta nelsistemare figlie e figli rimasti troppo presto senza il padre. Spesso, soprattutto negli ultimi anni, quando limitammo i nostri contatti auna telefonata per fine settimana, mi diceva della sua infanzia torinese nel quadrilatero romano così come delle sue andate in Monferrato in età ancora giovane per visitare i suoi parenti. Mi parlava degli ambienti, dei personaggi, e, con un racconto fluido e vivace come le scene di un film, si soffermava sui particolari più minuti della vita di allora. Bastavano pochi tocchi a rendere vivace e espressivo il racconto. Mi diceva della madre laboriosa e intraprendente, dei fratelli birichini, delle visite con accompagnamento, a volte ripetuto più di una volta, di quegli ospiti illustri che erano venuti a casa loro, dei meno illustri vicini di casa, poi dei mercati, del brulichio delle vie… e tutto era un formicolare di rinascita che la sua parola vivacizzava, malgrado i ricordi si allontanassero sempre più nel tempo.

Spesso, nel chiudere con lei una conversazione, mi lasciava il rincrescimento per non ricordare tutto ciò che mi aveva raccontato(perché non avevo preso appunti!?) e perché quelle testimonianze sarebbero sfumate troppo in fretta, perdendo tutta l’attenzione che si meritavano ma sono rimaste le impressioni, quelle sì, e una frase sua la conservo, perché davvero mi è cara: la vecchiaTorino rimase viva finché i vecchi torinesi la vissero con semplicità, frugalità e dignità! Poi, ancora, ricordo scene, anche popolari, dai suoi ricordi e anche i suoi cenni agli scritti di Gozzano, o di Salgari. Il suo racconto richiamava in vita quel mondo culturale torinese con il quale, fin da giovanissima, lei era vissuta a contatto, ben prima che la vita la coinvolgesse nell’attività politica editoriale e culturale del marito, il compagno di Gobetti e di Gramsci, Andrea Viglongo. C’era una forte valenza umana in tutti i personaggi che nominava, e la sua evocazione rendeva sempre una buona testimonianza a tutti poiché, nel corso degli anni, li aveva avuti prossimi, e tutti avevano scambiato qualche parola anche con lei, successivamente nel passare per le sedi della libreria Viglongo, a Torino. Tutti mantenevano dunqueun loro spazio ancora molto vivo. Ecco allora la memoria storicadella Signora Viglongo, e, con lei allora, tra gli altri, Norberto Bobbio, i parenti di Emilio Salgari, l’autore al quale la Casa Editrice aveva dedicato tanta attenzione, e Nino Costa e tanti altri autori, anche in piemontese… così, grazie alle sue parole, anche gli autori che non aveva mai incontrato prendevano vita.

Era stato per i miei interessi letterari piemontesi che lavevocercata, sul finire del Novecento, quando ancora raccoglievo notizie per il profilo storico di mio cugino Bono e, proprio su quegli argomenti, si improntò la nostra prima conoscenza. A ragion del vero però le nostre chiacchere non erano affatto monotone né tanto meno monotematiche. Lei era animata da una gran voglia di capire e di sapere, per cui era impossibile non dirle anche altro, ed io, con i miei argomenti, oggetto di ricerche durate spesso alcuni lustri, accettavo volentieri di parlargliene, perché da lei avevo sempre qualche riscontro, qualche cenno degno di attenzione, fosse anche solo un ragguaglio come quando mi descrisse il conte Patetta, dando all’aspetto fisico dell’intellettuale i cenni allusivi alla sua originalità, vale a dire, della sua stravaganza

Così, siccome era sempre attenta e sempre voleva sapere quello che stavo facendo, fu anche molto abile nell’indirizzarmi, almeno un paio di volte, perché indagassi argomenti nuovi sui quali era pronta, suscitato in me l’interesse, a fornirmi qualche traccia che potesse garantirle il mio interesse. Ecco nascere allora i miei approfondimenti su Maurizio Pipino, il medico che, nel Settecento, aveva affrontato studi linguistici sul piemontese, confluiti poi in una grammatica e un dizionario, o quelli intorno al passaggio di Cristina di Svezia per la Torino secentescaApprofondimenti che, scritti da me, avrebbero trovato spazio nelle pagine dell’Almanacco Piemontese, che allora ancora Viglongo pubblicava, oppure anche quegli altri ultimi, di circa dieci anni fa’, ispirati dai lacerti di un libro di Giuseppe Gaia, giornalista giramondo fin de siècle, che avrebbero formato l’ossatura per le pagine che mandai in stampa per i suoi novant’anni. Argomenti che, se mi distrassero un po’ da quegli altri che occuparono più lunghi periodi della mia vita, ebbero il pregio di offrirmi qualchevivacità, dandomi anche un esempio bellissimo della sua, e di come fosse grande la sua professionalità editoriale nell’intendere la collaborazione con i suoi autori. Fu un contatto vivace, che, oso credere, proficuo per entrambi, e che diede ai nostri ultimi incontri, anche se solo verbali, un senso molto ricco per i tanti aspetti intellettuali. Era contenta che io la aggiornassi sugli sviluppi delle mie ricerche e sugli esiti dei miei studi. Stava a sentire con lo stesso entusiasmo con cui io ascoltavo lei evocare il passato, anche quello più domestico e famigliare, perché, ero certoche, se mi avesse aggiunto anche solo qualche parola, avrei arricchito di luci preziose i personaggi di cui le parlavo (questo è sempre importante, in particolare quando ci si impegna, come ho fatto per anni su argomenti genealogici e di storia famigliare). Aveva poi sempre qualche risorsa in più quando mi diceva che aveva ritrovato un foglio, qualche pagina, un libro, e che l’aveva messo da parte per me, perché toccava argomenti di mio interesse. Questo, lo so bene, lei lo faceva per tanti studiosi dei quali taluni li aveva incontrati all’inizio dei loro studi, mentre altri li aveva presi già famosi professori universitari, ora sempre lei, con un sorriso, offriva a tutti il suo ausilio prezioso, senza che neppure le fosse stato richiesto La cultura è vero, diceva Don Franco Monetti, non è oggetto di commercio, ma la si offre, la si dona!

Ma aggiungiamo un ultimo ricordo a questa pagina. Nel 2002, alla morte di mia madre, qualche giorno dopo, lei mi cercò e, con tutta la sua squisita delicatezza, si fece presente, offrendomi la sua attenzione e le sue premure, con queste parole: «Ho saputo della sua mamma e volevo ricordarle che, se ha piacere di fare due parole nel suo ricordo, alla sera io sono sempre qua e rispondo volentieri allo stesso numero dell’ufficio…» perché, da quelle parole, seguirono vent’anni di premurose attenzioni e un affetto che oggi lasciano qui una commozione profonda

Carlo Alfonso Maria Burdet

“Pinocchio around the world” in mostra a Ivrea

A “Palazzo Giusiana” il classico di Carlo Collodi presentato attraverso l’editoria mondiale contemporanea

Da lunedì 19 dicembre a mercoledì 8 marzo

Ivrea (Torino)

Un best seller fin dalla sua prima pubblicazione. E poi, in ogni tempo, un mondiale long seller. Inizialmente pubblicato a puntate (1881, le prime otto) sul “Giornale per i bambini” (diretto da Ferdinando Martini) senza troppa convinzione da parte di Carlo Collodi – che lo definiva “una bambinata” e probabilmente (si racconta) solo per pagarsi i debiti di gioco, “Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino”, diventò il libro che tutti, di generazione in generazione, abbiamo imparato a conoscere e ad amare nel 1883 a Firenze, attraverso la sua pubblicazione da parte della “Libreria Editrice Felice Paggi” con illustrazioni di Enrico Mazzanti. Carlo Collodi, pseudonimo del giornalista e scrittore fiorentino Carlo Lorenzini, aveva allora 57 anni e molto probabilmente neanche lui immaginava l’enorme successo di cui il suo “Pinocchio”, icona universale (metafora della condizione umana: “il legno, in cui è tagliato Pinocchio – scriveva Benedetto Croce – è l’umanità”) avrebbe goduto negli anni avvenire, attraverso un secolo abbondante e superando molti, fra i più vari, confini geografici. A darne concreta ed interessante dimostrazione è la mostra “Pinocchio around the world”, che andrà ad inaugurarsi lunedì 19 dicembre per protrarsi fino a mercoledì 8 marzo 2023, a “Palazzo Giusiana” (fino al 2010 sede del Tribunale eporediese), in via dei Patrioti 20, ad Ivrea. La rassegna nasce su proposta della “Commissione Europea – Antenna della direzione generale Traduzione”, in collaborazione con la “Fondazione Collodi di Pistoia”, che ha offerto a Ivrea, “Capitale italiana del libro 2022”, ben 40 edizioni di “Pinocchio” apparse in tutto il mondo negli ultimi vent’anni. Il classico di Collodi (con centinaia di edizioni e traduzioni in almeno 260 lingue) continua infatti ad avere un incredibile seguito, nonostante i 140 anni dalla prima pubblicazione, ai più di 80 dalla versione in cartoni animati ideata da Walt Disney e ai 50 dalla sua fortunata versione televisiva firmata da Luigi Comencini: a testimonianza di come questo “racconto morale” non smetta di essere fonte di ispirazione non solo per i lettori più piccoli. Pinocchio è un mito intramontabile, tanto che il 2022 vede ancora due novità cinematografiche a lui dedicate dirette da due premi Oscar del calibro di Robert Zemeckis, realizzata per “Disney”, e Guillermo del Toro per “Netflix”. Un successo planetario, ben evidente scorrendo le copertine dei libri in mostra: il suo nome, “Pinocchio”, rimane pressoché immutato in qualsiasi lingua, nelle edizioni lette ai quattro angoli del pianeta. Così, per sottolineare la sua importanza lunedì 19 dicembre (ore 10), è in programma una breve lettura ad alta voce di alcuni brani del libro, nell’ambito della giornata conclusiva di “Lettura Day”, l’iniziativa promossa da “ADEI – Associazione degli Editori Indipendenti” per stimolare la lettura ad alta voce come occasione di condivisione e partecipazione. Ad ascoltare la lettura saranno quaranta studenti della scuola primaria “Massimo D’Azeglio” in visita alla mostra. Nello stesso giorno il coordinatore di “Ivrea Capitale italiana del libro 2022”, Paolo Verri sarà ospite della diretta finale della rassegna (sulla pagina Facebook di “Lettura Day”) per raccontare le prossime iniziative di Ivrea. La mostra, infine, sarà anche una buona occasione per ricordare la “Giornata europea delle lingue” che si svolge ogni anno il 26 settembre, giorno in cui è stato inaugurato il tour delle edizioni internazionali di “Pinocchio”, ora fermo a Ivrea.

E mentre si visita la mostra dedicata a uno dei più celebri romanzi fantasy per ragazzi che mai sia stato scritto al mondo, sempre a “Palazzo Giusiana” si possono anche ammirare altre due rassegne, una pittorica e una fotografica, che davvero sarebbe un gran peccato non omaggiare di una visita.

La prima, Deus ex littera”, esplora il confine tra arte contemporanea e letteratura attraverso le opere di Massimo Giannoni e Paolo Amico, artisti scelti dalla curatrice Costanza Casali per la peculiarità delle loro creazioni, strettamente connesse con il progetto di “Ivrea Capitale italiana del libro 2022”.

La seconda, “Scrittori in prosa” – a cura di Sandra Ruffini – raccoglie al piano terra del Palazzo 47 scatti di autrici e autori contemporanei (da Primo Levi a José Saramago fino ad Antonio Scurati e a Erri De Luca, passando per gli olivettiani Paolo Volponi e Carlo Fruttero, per citarne alcuni) realizzati nel tempo dal cuneese Mauro Raffini e collocati proprio nella sala d’ingresso dedicata a “Ivrea Capitale italiana del libro 2022”, “un vero e proprio portale d’accesso – sottolinea l’assessore alla Cultura della Città, Costanza Casali – in cui approfondire la conoscenza del progetto della Capitale e il percorso del ‘Manifesto per il futuro’ del libro”.

Gianni Milani

“Pinocchio around the world”

Infopoint di “Ivrea Capitale del libro 2022”, Palazzo Giusiana, via dei Patrioti 20, Ivrea (Torino); www.ivreacapitaledellibro.it

Fino a mercoledì 8 marzo

Orari: giov. e ven. 15/18 – sab. e dom. 10/13 e 15/18

 

Nelle foto: “Pinocchio around the world” in “Palazzo Giusiana”, Ph. Luca Begheldo

Scrittori leggono scrittori, rassegna letteraria della Scuola Holden

Giovedì 15 Dicembre Mario Desiati racconta Goffredo Parise

A partire da novembre, la Scuola Holden ha inaugurato la rassegna letteraria Scrittori leggono scrittori-  pensata da Federica Manzon, direttrice di Holden Original – in cui autori e autrici contemporanee hanno raccontato uno scrittore che per loro è stato decisivo, che ha influito sulla loro vita professionale e personale.

  Il primo incontro è stato  il 10 novembre: lo scrittore e giornalista Gabriele Romagnoli ha letto Richard Ford, autore che ha più volte intervistato e da cui è legato da un profondo rapporto di amicizia.

Si è proseguito poi il 17 novembre con Giorgio Fontana, Premio Campiello 2014 con il libro Morte di un uomo felice e docente Holden: Fontana ha parlato di Franz Kafka, soffermandosi sugli aspetti meno noti e discussi della sua opera, come l’ironia.

Il 1° dicembreChiara Valerio ha presentato la poeta Patrizia Cavalli. Valerio è stata sua editor e amica e si adopera tuttora per tenerne viva l’opera, dedicandole spesso contenuti sui suoi canali social, in cui mescola l’intimità e il racconto personale alla letteratura.

Il 15 dicembreMario Desiati, Premio Strega 2022 e profondo conoscitore della letteratura italiana del secondo dopoguerra, racconterà Goffredo Parise.

Gli incontri della rassegna Scrittori leggono scrittori, invece, sono a ingresso libero fino a esaurimento posti. Chi vuole prenotarsi può scrivere a reception@scuolaholden.it.

A/R Andata e Racconto – Appunti di viaggio

Un concorso letterario per “racconti di viaggio”, con “Salone Internazionale del Libro” e “Gruppo FS Italiane”

Invio entro il 3 febbraio 2023

Tema: il o un viaggio. Inteso non solo come “esplorazione di luoghi, culture, popoli, città”, ma anche come “percorso di conoscenza di sé e di esperienza dell’altro”. Il viaggio reale e il viaggio sognato; il viaggio con gli occhi e il corpo, ma anche “quello con il cuore e con la mente”. Il viaggio in treno, verso altri lidi e incontri  e che dolcemente ci introduce nelle stazioni ferroviarie, dove nuovi mondi e realtà ci accolgono.

Sono tanti i modi di viaggiare e di raccontare le proprie esperienze legate al viaggio. Per stimolare la scrittura attorno a questo tema che, sin dall’antichità e dal mito di Ulisse, affascina l’essere umano prende il via la prima edizione di un “concorso letterario”, organizzato dal “Salone Internazionale del Libro” di Torino in collaborazione con il “Gruppo FS Italiane”. Dedicato alla letteratura di viaggio sostenibile, il concorso dal titolo “A/R Andata e racconto. Appunti di viaggio” è dedicato a racconti inediti di scrittori e scrittrici esordienti dai 18 anni in su che non abbiamo mai pubblicato alcun racconto o romanzo edito da una casa editrice italiana e distribuito in libreria.

Saranno ammessi racconti inediti con una lunghezza compresa tra le 15mila e le 20mila battute (spazi inclusi), che abbiano come tema centrale il “viaggio sostenibile”, nei suoi molteplici significati e sfumature.

Info: www.salonelibro.it  e www.fsnews.it

La partecipazione è gratuita e la consegna del racconto deve avvenire seguendo le indicazioni presenti nel regolamento entro e non oltre le ore 12 del 3 febbraio 2023.

Una prima commissione tecnica, nominata dal “Salone Internazionale del Libro” di Torino, selezionerà una rosa di 25 racconti finalisti che passeranno alla giuria finale, la quale, composta da 8 tra scrittori e scrittrici (che nei loro romanzi e saggi hanno saputo raccontare tutte le sfumature del viaggio, da quello reale e sperimentato in prima persona a quello immaginato) e da un rappresentante del “Gruppo FS”, selezionerà i 3 racconti finalisti. Questi i nomi degli otto giurati: Enrico Brizzi, Fabio Genovesi, Antonella Lattanzi, Andrea Marcolongo, Matteo Nucci, Antonio Pascale, Lorenza Pieri e Veronica Raimo.

La proclamazione dei tre racconti vincitori si terrà durante il “Salone Internazionale del Libro”, che si svolgerà a Torino dal 18 al 22 maggio 2023. Le tre opere vincitrici verranno pubblicate, insieme ai racconti degli scrittori e scrittrici che fanno parte della Giuria finale, in un’antologia edita da una casa editrice italiana. Tutti i 25 finalisti riceveranno una “carta regalo Trenitalia”.

“L’iniziativa – dicono i responsabili – vede il ‘Gruppo FS’ impegnato con un prestigioso partner culturale, quale ‘Il Salone Internazionale del Libro’, per promuovere e sostenere, anche attraverso la filiera del libro, la cultura della sostenibilità in un’ottica di inclusività e di accessibilità. È una vocazione naturale per un’azienda come il ‘Gruppo FS Italiane’, radicato da oltre un secolo nel tessuto civile, economico e sociale italiano e protagonista dello sviluppo del Paese”.

Il concorso, in linea con lo spirito del ‘Salone del Libro’, “mira inoltre a fare emergere la creatività che ogni viaggiatrice e viaggiatore porta con sé nel corso delle proprie personali esperienze di viaggio, reali o immaginate, stimolando giovani e adulti a esprimerla attraverso la scrittura”.

Info: www.salonelibro.it  e www.fsnews.it

g.m.

Nelle foto:

–       Andrea Marcolongo, Ph. copy Jeosm

–        Antonella Lattanzi, Ph. Cristiano Gerbino

–       Antonio Pascale, Ph. Andrea Lardani

L’angolo della poesia: Salvatore Quasimodo


Di Gian Giacomo Della Porta / Salvatore Quasimodo, premio Nobel per la Letteratura nel 1959, e considerato uno dei più grandi poeti italiani del Ventesimo secolo, nacque a Modica nel 1901 e morì a Napoli nel 1968.

Oltre che per l’opera poetica, Salvatore Quasimodo è riconosciuto come uno tra i più importanti traduttori dei lirici greci e di opere teatrali di Moliere e di Shakespeare.

La fase creativa più importante della sua opera poetica si esprime all’inizio degli anni Trenta con le raccolte “Acque e terre”, “Oboe sommerso” e “Ed è  subito sera”, nelle quali sono evocati i ricordi di una Sicilia che nel suo cuore avverte sempre più lontana a causa del periodo post industriale.

Tratta dalla sua prima opera vi è una delle sue poesie più celebri intitolata “Vento a Tindari”, nella quale trasmette tutta la propria angoscia esistenziale per la sua terra natale, la Sicilia, che diventa il simbolo di una spensieratezza perduta insieme ai sogni dell’infanzia.

La Sicilia rimane un tema centrale nell’opera di Quasimodo, caratteristica che si riscontra in molti importanti autori nativi di questa terra. Anche nella seconda importante opera intitolata “Oboe sommerso”, in cui raggiunge la piena maturità  della sua voce poetica, riscontriamo una Sicilia identificata come terra depositaria della cultura greca. Da lì a poco sarebbe uscita la sua celebre traduzione dei lirici greci.

In quest’opera l’inquietudine del poeta si trasforma paradossalmente in una pace interiore affidata al rapporto tra il poeta stesso e la divinità.

Quasimodo, autore di uno dei testi più conosciuti in poesia dal titolo “Ed è  subito sera”, concentra in questa lirica i temi a lui più cari a livello esistenziale, quali la solitudine come conseguenza dell’incomunicabilità e il senso della precarietà della vita.

Considerato un poeta appartenente alla corrente ermetica, possiamo affermare che, attraverso l’utilizzo di stili e temi differenti Quasimodo non sia del tutto inquadrabile nel contesto dell’ermetismo, nel quale rientra a pieno titolo soltanto in una delle sue fasi poetiche.

 

VENTO A TINDARI

Tindari, mite ti so

fra larghi colli pensile sulle acque

delle isole dolci del dio,

oggi m’assali

e ti chini in cuore.

 

Salgo vertici aerei precipizi,

assorto al vento dei pini,

e la brigata che lieve m’accompagna

s’allontana nell’aria,

onda di suoni e amore,

e tu mi prendi

da cui male mi trassi

e paure d’ombre e di silenzi,

rifugi di dolcezze un tempo assidue

e morte d’anima

 

A te ignota è la terra

ove ogni giorno affondo

e segrete sillabe nutro:

altra luce ti sfoglia sopra i vetri

nella veste notturna,

e gioia non mia riposa

sul tuo grembo.

 

Aspro è l’esilio,

e la ricerca che chiudevo in te

d’armonia oggi si muta

in ansia precoce di morire;

e ogni amore è schermo alla tristezza,

tacito passo al buio

dove mi hai posto

amaro pane a rompere.

 

Tindari serena torna;

soave amico mi desta

che mi sporga nel cielo da una rupe

e io fingo timore a chi non sa

che vento profondo m’ha cercato.

 

 

ED È SUBITO SERA

 

Ognuno sta solo sul cuor della terra

trafitto da un raggio di sole:

ed è subito sera.

 

 

 

 

 

 

 

 

A Bardonecchia la mostra “Liberi di imparare ” in collaborazione con il Museo Egizio

Sarà Bardonecchia, località olimpica in Alta Val di Susa, nel periodo delle vacanze di Natale, ad ospitare la nuova tappa del tour della mostra “Liberi di imparare” , frutto della collaborazione iniziata nel 2018 tra il Museo Egizio, la Direzione della Casa Circondariale ‘Lorusso e Cutugno’ e l’Ufficio del Garante dei diritti delle persone private della libertà del Comune di Torino.

L’appuntamento è ideato in collaborazione con Unpli Piemonte, comitato regionale dell’Unione nazionale pro loco d’Italia, e con il patrocinio della Regione Piemonte.
“Liberi di imparare” espone le copie di alcuni reperti dell’antico Egitto, realizzate dai detenuti delle sezioni scolastiche della Casa Circondariale dell’Istituto tecnico “Plana” e del Primo Liceo Artistico, tra cui la Cappella di Maia, gli affreschi della tomba di Iti e Neferu, i ritratti del Fayyum, l’ostrakon della ballerina. Gli oggetti riprodotti fedelmente dai detenuti, al termine di un corso di formazione con egittologi del Museo torinese, hanno ricevuto l’apprezzamento dei vertici del Museo Egizio.

“Siamo molto orgogliosi di questa iniziativa, che ci permette di far conoscere i nostri reperti in una veste inedita e accessibile e nell’ambito di un’iniziativa di grande valore sociale qual è ‘Liberi di imparare’ – dichiarano Evelina Christillin e Christian Greco, presidente e direttore del Museo Egizio – Un progetto che prosegue il nostro impegno nei confronti dei pubblici di prossimità e che sta proseguendo con successo in diverse località piemontesi”.
“Come Amministrazione di Bardonecchia – sottolinea il sindaco Chiara Rossetti – siamo molto felici di ospitare la mostra “Liberi di imparare”. La collaborazione con un’istituzione così importante come il Museo Egizio di Torino non può che essere per noi motivo di grande orgoglio. Auspichiamo che ci possano essere altre occasioni in futuro”. “E’ per noi molto importante – aggiunge il sindaco Rossetti – ospitare un appuntamento di così alto valore sociale, perfettamente in linea con le politiche di condivisione, accoglienza ed inclusione portate avanti con determinazione dalla nostra Amministrazione”.
La mostra sarà inaugurata il prossimo 9 dicembre, alle 17,30, nel Foyer del Palazzo delle Feste di Bardonecchia.

Con cortese richiesta di pubblicazione.

Festival del Classico: quattro giorni sold out di riflessione sul lavoro, tra la classicità e la vita contemporanea

Tutto esaurito al festival ideato dalla Fondazione Circolo dei lettori e presieduto da Luciano Canfora

 

Sui social media del Circolo dei lettori, i contenuti audio e video del festival, che torna a Torino dal 30 novembre al 3 dicembre 2023

 

Torino, 4 dicembre 2022. Mani che stringono penne e aprono quaderni, appunti che riempiono fogli, voci che si fanno ascoltare, occhi attenti. Il Festival del Classico, V edizione della rassegna presieduta da Luciano Canfora e curata da Ugo Cardinale, si conclude dopo quattro giorni di riflessione sul tema universale del lavoro. Quattro giorni di incontri e appuntamenti sold out, tutti esauriti, tra il Circolo dei lettori, il Polo del 900′, il MU-CH Museo della Chimica, le OGR Torino, l’Auditorium Aldo Moro dell’Università di Torino, il Liceo Classico Massimo d’Azeglio, l’Accademia delle Scienze e luoghi vari. Un pubblico più ampio che mai, con moltissimi giovani, liceali venuti da lontano come l’intera classe arrivata da Palermo, e i ragazzi impegnati nel torneo di disputa classica, accanto alle altre generazioni, quel fedele pubblico di ascoltatori e amanti del pensiero antico, insieme per una riflessione complessiva sul presente, intorno al tema del Lavoro come condanna, diritto, utopia. Il Festival del Classico, progetto della Fondazione Circolo dei lettori, torna nel 2023, da giovedì 30 novembre a domenica 3 dicembre.

 

Tante e tanti gli ospiti della V edizione del Festival del Classico: l’attrice  Anna Bonaiuto ha letto testi sull’utopia del non lavoro, Ascanio Celestini ha recitato testi classici contemporanei sul lavoro in fabbrica, mentre al nuovo museo della chimica MU-CH di Settimo Torinese, Gian Luigi Beccaria ha tenuto una lezione sui mestieri dei Primo Levi. Il sociologo del lavoroDaniel Mercure ha dialogato in collegamento dal Canada con il filosofo Giuseppe Cambiano, il direttore del quotidiano Domani Stefano Feltri e con il giornalista Ferdinando Cotugno e con la sociologa Lucilla Moliterno mentre la reporter Francesca Mannocchi ha discusso di immigrazioni e umanità errante dall’antichità a oggi insieme a Luciano Canfora e al direttore di YouTrend Lorenzo Pregliasco. Lo storico Aldo Schiavone ha dibattuto sul futuro del lavoro insieme all’economista Stefano Zamagni e alla giornalista del Financial Times Silvia Sciorilli Borrelli; la giurista e storica del dirittoEva Cantarella ha raccontato la rappresentazione del lavoro sullo scudo di Achille; della Magna Grecia e intorno alle città che non finiscono di rivelare frammenti della loro vita, Paestum, Ercolano, Pompei, hanno discusso Tiziana d’Angelo, Francesco Sirano e Gabriel Zuchtriegel, direttrice e direttori dei tre parchi archeologici; il filosofo Massimo Cacciari ha ragionato sul tema del lavoro a partire dal mito di Prometeo, mentre di sciopero e diritti dei lavoratori nell’Antico Egitto hanno discusso il direttore del Museo Egizio Christian Greco e Luciano Canfora, con Francesco Sirano; del mito di Eva e Pandora, la fine dell’età dell’oro e il lavoro come condanna discutono il direttore della Fondazione Circolo dei lettori Elena Loewenthal con il grecista Giorgio Ieranò e Alberto Sinigaglia, Presidente del Polo del ‘900.   Si è concluso parlando di lavoro dall’antichità alla Costituzione con i giuristi Gustavo Zagrebelsky, Laura Pepe, Oliviero Dilibertoe il professor Massimo Cuono.

 

Le scuole sono al centro del progetto: coinvolti istituti superiori torinesi e di altre città italiane quali Roma, Salerno e Palermo, degli istituti italiani all’estero di Zurigo, Mosca, Losanna, Tunisi, Barcellona, Madrid, Cairo, Belgrado, Buenos Aires, contattati attraverso il Ministero degli Affari Esteri, all’intervento di divulgazione e alla partecipazione dei dipartimenti dell’ateneo partner del festival, Università degli Studi di Torino. Il Torneo di disputa classica, sfida dialettica tra studenti e studentesse dei licei del Piemonte, ha visto quattro squadre impegnate in una competizione oratoria a partire da temi assegnati e con l’obiettivo di convincere i giudici della validità delle proprie ragioni su temi antichi ancora attuali. Hanno vinto i Dissoi Logoi, squadra del Liceo Vittorio Alfieri di Torino, dopo una finale in cui il tema di contesa con i Fenicidel Liceo Massimo D’Azeglio Cavour di Torino è stato “lavoro tradizionale” contro “lavoro innovativo”. Prima edizione del contest Leggilo e raccontalo, ideato sul modello dei Ted Talke realizzato in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte, il Polo del ‘900, il Liceo Classico D’Azeglio e la Scuola Holden. Gli studenti del quarto e quinto anno delle scuole superiori del Piemonte e della Valle d’Aosta sono stati invitati a leggere e poi presentare un testo di narrativa dedicato al mondo del lavoro, tema conduttore del festival. In finale i ragazzi e le ragazze hanno raccontato Spatriati di Mario Desiati, Amianto- una storia operaia di Alberto Prunetti, Il mondo deve sapere di Michela Murgia, Mi chiamo Roberta di Aldo Nove e 108 metri di Alberto Prunetti. Ha vinto la squadra del Liceo Carlo Botta di Ivrea, secondo e terzo posto per due classi del Liceo Cavour di Torino.

 

I contenuti del Festival del Classico sono disponibili sui social media della Fondazione Circolo dei lettori: i podcast  su Soundcloud, alcuni incontri in audio-video su You Tube, oltre i reel video con alcuni dei protagonisti del festival su Instagram e il live twitting su Twitter.

 

Diventare scrittori in tre minuti! Si può con “Crea Incipit

Una gara di scrittura, al “Circolo dei Lettori” di Torino, per aspiranti scrittori

Lunedì 5 dicembre, ore 20

C’è chi ci ha messo una vita per riuscire a pubblicare un libro! Ora possono bastare tre minuti! E non è uno scherzo. La cosa è assolutamente seria. E possibile. E lodevole. Come? Aderendo all’iniziativa “Crea Incipit”, rivolta ad aspiranti scrittori ed ospitata al “Circolo dei Lettori” di Torino. L’appuntamento è per lunedì 5 dicembre (ore 20), al “Circolo” di via Bogino 9, ed è una vera e propria gara di scrittura.  Partendo dalle parole chiave indicate dalla giuria, i concorrenti dovranno ideare un “incipit” in tre minuti, leggerlo ad alta voce in sessanta secondi per poi essere giudicati dal pubblico presente in sala. La partecipazione è gratuita e aperta a tutti, esordienti e non, di tutte le nazionalità. La vincitrice o il vincitore si aggiudicherà un buono spesa in libri del valore di 100 euro. Tutti i concorrenti potranno inoltre partecipare a una delle tappe di “Incipit Offresi”, il primo “talent letterario itinerante” dedicato agli aspiranti scrittori, ideato e promosso dalla “Fondazione ECM-Biblioteca Civica Multimediale Settimo Torinese”, in sinergia con “Regione Piemonte”. “Incipit Offresi” è un vero e proprio talent della scrittura, lo spazio dove tutti gli aspiranti scrittori possono presentare la propria idea di libro.

Fino ad oggi sono stati decretati sette vincitori, uno per ogni edizione e sono stati pubblicati circa 60 libri dagli editori aderenti all’iniziativa, a dimostrazione che gli scrittori hanno speranza di vedere pubblicato il proprio libro indipendentemente dall’esito della gara. “Incipit Offresi” è un’occasione innovativa per diventare scrittori e promuovere la lettura e la scrittura, una scommessa basata su poche righe, un investimento sulle potenzialità dell’autore. Il “Premio Incipit”e il “campionato” sono dedicati a Eugenio Pintore, per la passione e la professionalità con cui ha fatto nascere e curato “Incipit Offresi”.

Laureato in lettere a Torino nel 1985, Eugenio Pintore (Bonarva – SS, 1956 – Gassino, 2019), nel 1983 prese servizio alla “Biblioteca” di Settimo Torinese, diventandone direttore nel 1993. Dal 2003 divenne dirigente della “Regione Piemonte”, con l’incarico di riorganizzare la rete dei sistemi bibliotecari, cui afferivano circa cinquecento biblioteche di ente locale, e di dare avvio al “Sistema bibliotecario area metropolitana di Torino (SBAM)”, che vedeva la partecipazione di circa settanta comuni della prima e della seconda cintura torinese. Nel 2008 assunse l’incarico di dirigente del “Settore regionale Biblioteche, archivi e istituti culturali”, lavorando scrupolosamente per la promozione del libro e della lettura, attraverso lo sviluppo di “Fiere del libro”, “Festival” e “Premi letterari”. Suo il progetto “Nati per leggere”, con più di quattrocento comuni piemontesi aderenti e la partecipazione al “Salone internazionale del libro” di Torino, con il progetto “Lingua madre” e gli spazi dedicati agli editori piemontesi. A lui si deve anche l’attuazione della “legge per la piccola editoria piemontese”, per favorire la promozione e la diffusione delle opere degli editori locali anche attraverso il sostegno alle traduzioni e la loro partecipazione alle principali fiere nazionali e internazionali.

g. m.

I Musei Reali presentano la Guida alternativa a Palazzo Reale

In collaborazione con gli utenti del Laboratorio Zanzara

Un nuovo strumento, semplice e inclusivo, per illustrare il percorso che si snoda tra Palazzo Reale, Armeria e Cappella della Sindone, offrendo una chiave di lettura originale, per una diversa esperienza di visita nella residenza sabauda: è la Guida alternativa presentata dai Musei Reali e realizzata in collaborazione con il Laboratorio Zanzara e con il sostegno del Lions Club Torino Risorgimento.

 

Il Laboratorio Zanzara, impresa sociale torinese nata come progetto d’integrazione per persone con disagio mentale, offre un servizio educativo che opera anche come negozio di artigianato e agenzia di grafica e comunicazione.

 

La Guida nasce nell’ambito del progetto ZanzArTe, frutto dell’incontro tra i Musei Reali e il Laboratorio con l’obiettivo di coniugare il punto di vista della disabilità cognitiva con la realtà museale e migliorare l’offerta educativa partendo dall’accoglienza del pubblico per arrivare alla produzione di specifico merchandising.

 

Nella prima fase del progetto, gli utenti del Laboratorio Zanzara sono stati ospiti dei Musei Reali e, guidati dagli educatori e dal personale che cura l’accoglienza, hanno potuto fruire liberamente degli spazi di Palazzo Reale, muovendosi tra le antiche stanze e i preziosi oggetti che ne fanno parte, per produrre i primi bozzetti grafici, poi rielaborati in studio. Il risultato è un piccolo volume che offre una prospettiva diversa, non istituzionale, del percorso museale. Le illustrazioni riproducono ambienti, arredi e dettagli della residenza attraverso i disegni dei ragazzi e delle ragazze che frequentano il Laboratorio Zanzara. Il loro sguardo, unito all’immaginazione, rivela l’interesse per l’arte e l’emozione di fronte alla bellezza. Accanto alla parte grafica, i testi, scritti dai Servizi Educativi dei Musei Reali e stampati in font ad alta leggibilità, restituiscono le descrizioni degli ambienti attraverso un racconto scorrevole e coinvolgente. Sarà possibile acquistare La guida alternativa a Palazzo Reale nel book shop dei Musei Reali.

 

Con la pubblicazione della guida di Palazzo Reale si chiude la prima fase del progetto ZanzArTe. Nei mesi a venire gli utenti saranno impegnati nella produzione di analoghe guide sugli altri settori dei Musei Reali. Al termine del progetto, un evento ripercorrerà tutte le tappe del “viaggio”, presentando al pubblico le attività di inclusione svolte nelle diverse fasi e l’insieme completo delle singole pubblicazioni.