“Incipit offresi” a Bardonecchia
Giovedì 2 febbraio, ore 18
Una sfida a colpi di incipit per l’ottava edizione del primo talent letterario itinerante per aspiranti scrittori
Il Palazzo delle Feste di Bardonecchia ospita giovedì 2 febbraio, dal vivo, l’ottava edizione di Incipit Offresi, il primo talent letterario itinerante dedicato agli aspiranti scrittori, ideato e promosso dalla Fondazione ECM – Biblioteca Archimede di Settimo Torinese, in sinergia con Regione Piemonte.
Incipit Offresi è un format a tappe: la sfida si giocherà a colpi di incipit all’interno delle biblioteche e dei luoghi di cultura, ma anche attraverso gare di scrittura e letture animate nei mercati, dal 27 ottobre 2022 al 4 maggio 2023. L’obiettivo non è premiare il romanzo inedito migliore, ma scovare nuovi talenti. In 7 anni Incipit Offresi ha scoperto più di 60 nuovi autori, pubblicato 70 libri e coinvolto più di 10mila persone, 30 case editrici e più di 50 biblioteche e centri culturali.
Gli aspiranti scrittori, in una sfida uno contro uno, avranno 60 secondi di tempo per leggere il proprio incipit o raccontare il proprio libro. Il/la concorrente che, secondo il giudizio del pubblico in sala, avrà ottenuto più voti, passerà alla fase successiva, dove avrà ancora 30 secondi di tempo per la lettura del proprio incipit prima del giudizio della giuria tecnica che assegnerà un voto da 0 a 10. Una volta designato il/la vincitore/trice di tappa, si aprirà il voto del pubblico per il secondo classificato. Chi otterrà più voti potrà partecipare alla gara di ballottaggio. I primi classificati di ogni tappa e gli eventuali ripescaggi potranno accedere alle semifinali per giocarsi la possibilità di approdare alla finale, in programma a giugno 2023.
I concorrenti primo e secondo classificato riceveranno rispettivamente un premio in denaro di 1.500 e 750 euro; saranno inoltre messi in palio, fra tutti i partecipanti alla finale, il Premio Italo Calvino, Indice dei Libri del Mese, Golem, Leone Verde, Circolo dei Lettori ed eventuali altri premi assegnati dagli editori.
La partecipazione a Incipit Offresi è gratuita e aperta agli scrittori, esordienti e non, maggiorenni, di tutte le nazionalità. I candidati dovranno presentare le prime righe della propria opera: l’incipit, appunto, un massimo di 1.000 battute con le quali catturare l’attenzione dei lettori e una descrizione dei contenuti dell’opera (max 1.800 battute). L’incipit deve essere inedito (le opere autopubblicate sono parificate alle inedite poiché prive di regolare distribuzione). La gara si svolgerà in lingua italiana. La possibilità di partecipare alle tappe è garantita fino ad esaurimento dei posti disponibili.
La gara di Incipit Offresi sarà trasmessa sulla rete 7WEB.TV e disponibile sulle pagine Facebook e Youtube di Incipit Offresi e sulle pagine delle biblioteche partner e altri canali collegati.
A condurre gli incontri, veri e propri spettacoli di intrattenimento, gli attori di B-Teatro, con le incursioni musicali di Enrico Messina e Mao.
Incipit Offresi è un’iniziativa ideata e promossa dalla Fondazione ECM – Biblioteca Archimede di Settimo Torinese e Regione Piemonte, con la collaborazione di Emons Edizioni e il FUIS – Federazione Unitario Italiana Scrittori.
Il Premio Incipit e il campionato sono dedicati a Eugenio Pintore per la passione e la professionalità con cui ha fatto nascere e curato Incipit Offresi.
INFO E ISCRIZIONI
Giovedì 2 febbraio 2023, ore 18
Incipit Offresi
Palazzo delle Feste, piazza Valle Stretta 1, Bardonecchia (TO)
www.incipitoffresi.it – info@incipitoffresi.it
Bowie secondo Schapiro
In mostra all’“Archivio di Stato” di Torino, le foto che raccontano il “Duca Bianco” attraverso gli scatti iconici del grande Steve Schapiro
Fino al 26 febbraio 2023
Il loro fu un incontro fra due immani giganti. Ognuno nel suo campo, nella musica il primo, nella fotografia il secondo. David Robert Jones, in arte David Bowie (Brixton, 1947 – New York, 2016) e Steve Schapiro (New York, 1934 – Chicago, 2022) si incontrano per la prima volta, su richiesta del manager di Bowie, nel 1974, in un pomeriggio anonimo e in uno studio fotografico di Los Angeles. Per “The Thin White Duke” (“Il Sottile Duca Bianco”, nome ispirato al protagonista del film “The Man Who Fell to Earth” ruolo interpretato proprio da Bowie, snello biondo ed elegante) non erano tempi facili. Tutt’altro. A metà degli anni Settanta, infatti, dopo essere diventato mitica icona musicale in Inghilterra, Bowie con l’album “Diamond Dogs” e il relativo tour promozionale, si prepara ad imporsi sul mercato americano e si trasferisce a Los Angeles, dove, per sua stessa ammissione, vivrà uno dei periodi più complessi della sua vita, fra l’abuso di cocaina e l’ossessione per l’occultismo che misero seriamente a dura prova la sua salute fisica e mentale. A uscire da quel terribile tunnel furono allora il cinema, la sua musica e proprio l’incontro (trasformatosi in sincera amicizia) con Shapiro, che in quello studio fotografico di Los Angeles iniziò a confezionare – lungo un percorso durato fino alla fine degli anni Ottanta – una straordinaria galleria di immagini della star inglese, nate spontaneamente dalla mente eclettica del cantante stimolata da quella del grande fotografo – amico.
Oggi molti di quegli scatti sono raccolti nella mostra “David Bowie / Steve Shapiro. America. Sogni. Diritti” – a cura di “ONO arte”, prodotta in anteprima nazionale da “Radar”, “Extramuseum” e “Le Nozze di Figaro” – e allestita fino al 26 febbraio 2023, nelle sale espositive dell’“Archivio di Stato” di piazza Castello 209 – piazzetta Mollino, a Torino. In tutto una settantina di foto, in cui Shapiro interseca la storia biografica di uno dei più grandi miti della cultura popolare del XX secolo con le problematiche e le vicende più eclatanti della società americana dell’epoca: dall’avvento dei Kennedy passando per l’epopea pop di Andy Warhol e la sua Factory, dai movimenti per i diritti civili di Martin Luther King Jr. a personaggi dello sport come Mohammed Alì fino al cinema d’autore per il quale lavorò come fotografo di scena in pellicole memorabili come “Il Padrino”, “Taxi Driver”, “Un uomo da marciapiede” e “Apocalypse Now”.
Altra ancora di salvataggio per il Bowie degli anni americani, il cinema. E la musica, sempre. Fu in quel periodo che iniziarono le riprese di un film che lo avrebbe visto come protagonista, il primo della sua carriera. Grazie a “L’Uomo che Cadde sulla Terra” Bowie dovette, infatti, imparare a gestire sé stesso in modo da essere professionale sul set. Musicalmente parlando invece, scrisse alcuni brani che avrebbero dovuto essere inclusi nella colonna sonora del film: si trattava perlopiù di musica strumentale che non venne utilizzata per lo scopo che per il quale fu prodotta. Quei landscape sonori divennero però poco tempo dopo il tema principale di due dischi fondamentali come “Low” e “Heroes”, dischi che segnano il ritorno di Bowie in Europa e la sua rinascita come artista precursore e innovatore.
E, inoltre, prima di lasciare definitivamente Los Angeles, sotto le spoglie del suo nuovo personaggio, “The Thin White Duke”, Bowie registra il suo nono album in studio ovvero “Station to Station”. In tutte le fasi della sua avventura americana gli sarà sempre accanto, nei momenti più cruciali, Steve Schapiro, che sarà fotografo di scena di “L’Uomo che Cadde Sulla Terra” e autore degli scatti che compaiono sulla copertina sia di “Station to Station” sia di “Low”. Soggetti in cui prevale l’umanità sull’esaltazione figurale del personaggio. Concetto trasparente in mostra all’“Archivio di Stato” e assolutamente condiviso da Bowie e Shapiro che, al pari, condividevano una particolare sensibilità per quelli che erano i temi sociali dell’epoca, a cominciare dalle lotte per diritti civili degli afroamericani, delle donne e delle persone queer. Temi, del resto, da sempre sposati da Bowie, che ebbe un’intensa collaborazione con molti musicisti di colore e che non esitò a denunciare apertamente “MTV”, colpevole di non dare sufficiente spazio agli artisti di colore, proprio in un momento storico nel quale nelle strade di molte periferie americane stava nascendo l’“Hip Hop”.
Gianni Milani
“David Bowie/Steve Shapiro. America. Sogni. Diritti”
Archivio di Stato, piazza Castello 209-piazzetta Mollino, Torino; tel. 011/5624431
Fino al 26 febbraio 2023
Orari: giov. e ven. 15/19; sab. e dom. 11/20
Nelle foto:
– Bowie Blue 2, “©Steve Schapiro”
– Bowie with Keaton book, “©Steve Schapiro”
– Bowie Lazarus, “©Steve Schapiro”
– Taxi Driver – De Niro: Graffiti, “©Steve Schapiro”
Dal 31 gennaio (XXI edizione)
Ritorna per oltre trenta scuole di tutt’Italia di Torino
L’elenco è considerevole. Non solo scrittrici e scrittori, ma anche fumettisti, illustratrici ed illustratori, giornaliste e giornalisti, saggisti, librai, rapper, divulgatori scientifici e magistrati: con 40 autrici e autori che incontreranno 976 fra studentesse e studenti di 38 scuole (comprese un’ospedaliera, l’Ateneo torinese e 11 scuole carcerarie) di 9 regioni italiane, dal nord al sud della penisola (new entry, la Liguria), riparte martedì 31 gennaio prossimo “Adotta uno scrittore”, l’apprezzato progetto didattico e culturale (giunto alla sua XXI edizione) rivolto alle scuole piemontesi e italiane, dalle elementari all’università, ideato e organizzato dal “Salone Internazionale del Libro di Torino” e sostenuto dalla “Consulta delle Fondazioni di origine bancaria del Piemonte e della Liguria”, in collaborazione con la “Fondazione con il Sud”.
“In vent’anni di attività – dicono gli organizzatori – ‘Adotta uno scrittore’ ha saputo creare non solo significativi momenti di approfondimento sulla lettura e formative occasioni di confronto sulla scrittura, ma anche felici opportunità di discussione e dialogo sui tanti temi e spunti che le pagine dei libri (dati in dono agli studenti coinvolti) sanno da sempre offrire, accompagnando bambine, bambini, ragazze e ragazzi sulla strada della formazione di uno spirito critico e di una buona capacità di riflessione, per aiutarli ad appropriarsi di un loro personale sguardo sul mondo”. Obiettivo: l’incontro diretto in classe fra libro e scuola, fra gli studenti e i protagonisti, i più vari, del mondo della scrittura e della cultura in generale. Quaranta, si diceva. Dal “Premio Strega” (ma non solo) Melania Mazzucco, con il suo ultimo libro “Self Portrait. Il museo del mondo delle donne” (Einaudi) dedicato ai capolavori di artiste note e meno note, alle torinesi Stefania Bertola e Giulia Muscatelli, fino alla giornalista Rai Tiziana Ferrario con “La bambina di Odessa” (Chiarelettere), ai fumettisti Leo Ortolani, autore del recente “Musa” (Feltrinelli Comics) e Daniel Cuello con il nuovo “Le buone maniere” (Bao Publishing) e alla magistrata Marzia Sabella, procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, autrice de “Lo sputo” (Sellerio), in cui parla del coraggio della prima testimone contro la mafia. Alcuni nomi fra i tanti. L’elenco completo e gli abbinamenti alle scuole con le relative date su: www.salonelibro.it Anche per il 2023, ognuna delle adozioni prevede tre appuntamenti in presenza per ciascun autore e il quarto conclusivo lunedì 22 maggio alla XXXV edizione del “Salone Internazionale del Libro” di Torino. Complessivamente, grazie al progetto, nel corso degli anni, sono state portate a termine 471 adozioni per un totale di 13.618 studenti, dalla scuola primaria alle università fino agli istituti carcerari, coinvolgendo 300 tra gli autori e le autrici più importanti della letteratura italiana degli ultimi quarant’anni. Anche quest’anno, inoltre, “Adotta uno scrittore” avrà uno spazio sul “Bookblog”, la piattaforma digitale curata dagli studenti per raccontare attraverso articoli, interviste, reportage le iniziative del “Salone del Libro” nel corso di tutto l’anno. Autori, studenti e docenti costruiranno insieme un racconto partecipato del progetto, rendendo i contenuti fruibili liberamente su bookblog.salonelibro.it.
Dichiara Nicola Lagioia, direttore dal 2017 del “Salone Internazionale del Libro” di Torino: “Adotta uno scrittore è uno dei progetti di cui il ‘Salone’ va più orgoglioso. Nel corso dell’anno, per tutto l’anno, alcune delle personalità più importanti, originali e stimolanti della nostra scena culturale si recano nelle scuole – dalle scuole primarie fino alle università, ma anche nelle classi presso gli istituti penali minorili, le case circondariali e le case di reclusione – per dare origine a un percorso di grande valore didattico. In una dimensione laboratoriale (prendendosi dunque il tempo necessario) studenti e autori hanno modo di confrontarsi, di discutere, di fare insieme un tratto di strada che risulta per tutti un’esperienza importante se non indimenticabile. ‘Adotta uno scrittore’ risponde in modo esemplare a una delle nostre più alte vocazioni: la cura e la formazione delle nuove generazioni”.
g.m.
Nella foto:
– Tiziana Ferrario
2023 – 22° edizione
E’ arrivata la notizia dal direttore artistico Valerio Vigliaturo del prolungamento della scadenza del bando della 22° edizione del PREMIO INEDITO – COLLINE DI TORINO, si tratta di pochi giorni, giusto per dare ancora una possibilità ad eventuali ritardatari di far pervenire i loro elaborati. Si avrà tempo fino a sabato 4 febbraio. E’ l’Associazione Il Camaleonte, presieduta dallo scrittore Valerio Vigliaturo, a condurre da tantissimi anni tutta l’organizzazione del Premio. E desideriamo ricordare che da diverso tempo PREMIO INEDITO – COLLINE DI TORINO “respira” aria internazionale, con le varie partecipazioni da tutta la Comunità Europea, Australia e Asia. Nel Comitato d’onore si sono accomodati personaggi del calibro di Morgan, Umberto Piersanti, Paola Mastrocola e Cristiano Godano, solo per menzionare alcuni nomi, che sicuramente non necessitano di tante presentazioni.
Il premio è inserito da diverse edizioni nella manifestazione Il Maggio dei libri promossa dal Centro per il Libro e la Lettura, ha ottenuto in passato il contributo e l’alto patrocinato del MIBACT, e nella scorsa edizione il contributo di Regione Piemonte, Consiglio Regionale del Piemonte, Città di Chieri e Città di Moncalieri, il patrocinio e contributo in servizi della Città di Torino, il patrocinio di Città Metropolitana di Torino e Città di Chivasso, il sostegno di Fondazione CRT, Camera di commercio di Torino, Amiat Gruppo Iren e la sponsorizzazione di Aurora Penne. I partner sono Film Commission Torino Piemonte, Premio Lunezia, Festival Internazionale di Poesia “Parole Spalancate” di Genova, Biblioteche Civiche Torinesi, SBAM (Sistema Bibliotecario dell’Area Metropolitana di Torino), Officina della Scrittura, Indyca Film, l’agenzia L’Altoparlante, e da questa edizione il Glocal Film Festival di Torino e la compagnia teatrale l’Accademia dei Folli.
Per il bando completo consultare il sito: WWW.PREMIOINEDITO.IT
Per info: info@premioinedito.it, cell. 3336063633
“Discovery Don Bosco” nei luoghi della presenza salesiana in Città
Domenica 29 gennaio
Chieri (Torino)
1831 -1841: dieci anni trascorsi a Chieri che ebbero un ruolo fondamentale nella vita del più celebre fra i “Santi Sociali” torinesi. Dieci anni, come si è scritto, “che gli valsero una vita”. Giovanni Melchiorre Bosco, San Giovanni Bosco (fondatore delle “Congregazioni dei Salesiani” e delle “Figlie di Maria Ausiliatrice”, canonizzato da Papa Pio IX nel 1934), trascorse proprio a Chieri l’adolescenza e gli anni della formazione, vivendo a pensione presso la casa di Lucia Matta, districandosi nei più svariati mestieri (da garzone al “Caffè Pianta” fino al lavoro di stalliere) e studiando contemporaneamente al “Seminario di San Filippo Neri”, che ancora custodisce la “Stanza del Sogno”, fra i tanti “profetici” a lui attribuiti in vita. Il giovane Don Bosco arrivava a Chieri (dove fondò anche, con altri ragazzi “di buona fede”, la “Società dell’Allegria”) dai Becchi di Castelnuovo d’Asti, dov’era nato il 16 agostodel 1815. Morirà a Torino il 31 gennaio del 1888. Ma Chieri resterà sempre il luogo del cuore. E della più profonda spiritualità. Dove il giovane chierico decise fermamente (forte delle parole dell’amico seminarista scomparso giovanissimo, Luigi Comollo, e apparsogli nottetempo come intensa luce recitante “Bosco! Bosco! Bosco! Io sono salvo!”) di “mettere la salvezza eterna al di sopra di tutto, a considerarla come l’unica cosa veramente importante”. Un intenso legame, ripagato negli anni da Chieri che tradizionalmente celebra il Santo, organizzando eventi connessi ai luoghi più significativi della sua vita, diventati parte importante del patrimonio storico-culturale della Città. Su questa linea si inserisce la “visita teatrale” guidata e organizzata (da Comune, “Istituto Salesiano San Luigi” ed “Istituto Santa Teresa”) per tutto il pomeriggio di domenica 29 gennaio, grazie ai “volontari salesiani”. Gli attori de “I Fabbricanti di Giocherie” proporranno un’esperienza “innovativa e immersiva” tra le strade e le piazze del centro storico, narrando aneddoti e rievocando persone e personaggi importanti per la storia di Chieri. “Siamo lieti, nel giorno della Festa del fondatore dei Salesiani e in collaborazione con la rete delle istituzioni salesiane – sottolinea l’assessore alla Cultura, Antonella Giordano – di proporre anche quest’anno ‘Discovery Don Bosco’, un itinerario in alcuni dei luoghi più importanti della presenza salesiana a Chieri, a cominciare dal ‘Centro Visite Don Bosco’, museo e luogo di documentazione gestito dal Comune, ubicato all’interno dell’edificio che nell’Ottocento ospitava il ‘Seminario di San Filippo Neri’. Come amministrazione crediamo nella promozione della città e del suo territorio anche attraverso la valorizzazione dei suoi personaggi illustri, a cominciare dai Santi Giovanni Bosco e Giuseppe Benedetto Cottolengo”.
Questo nel dettaglio il programma. Si inizia alle ore 11, con la Santa Messa solenne all’“Istituto Salesiano San Luigi” (via Vittorio Emanuele II, 80) presieduta dal Rettor Maggiore Don Ángel Fernández Artime.
Nel pomeriggio dalle ore 15,30 “visita teatrale” guidata. In agenda: l’“Istituto San Luigi”, la “Chiesa di San Domenico”, il “Ghetto Ebraico”, la “Chiesa di San Filippo”, il “Centro visite Don Bosco – Seminario”, il “Duomo – Collegiata di Santa Maria della Scala” (al cui interno si trova una statua lignea della “Madonna delle Grazie” di fronte alla quale ogni giorno il giovane Giovanni si fermava a pregare), il “Caffè Pianta” (dove Giovanni ed i suoi amici fondarono la “Società dell’Allegria”) e l’“Istituto Santa Teresa” dove sarà offerto un rinfresco in “stile salesiano”.
L’iniziativa è gratuita. È consigliata la prenotazione: 011/7934750 – 3406983636 oIfabbricantidigiocherie@gmail.com
g.m.
Nelle foto:
– San Giovanni Bosco
– Il Duomo – Collegiata di Santa Maria della Scala
“Senti chi parla”
Da giovedì 26 gennaio
“Ideare, valorizzare, educare, diffondere e connettere”: questi i principi, non pochi, su cui si fonda “OFF TOPIC”, l’“hub culturale”(progetto del “Torino Youth Centre”), riconosciuto dal Comune di Torino come “Centro di Protagonismo Giovanile” e sede di attività formative (corsi, workshop, conferenze) e co-working, nonché di residenze artistiche, musica live, teatro, proiezioni, attività sociali e di promozione del territorio e quant’altro. Tanta progettazione e intenso impegno. Su questa linea nasce e si muove, da giovedì 26 gennaio (ore 19,30), anche “Senti chi parla”, la prima rassegna dedicata interamente alle presentazioni di libri e podcast, nata con il patrocinio del “Salone OFF” del “Salone del Libro”, che ogni giovedì porterà un nuovo ospite sul palco del “Bistrò” di via Giorgio Pallavicino 35, a Torino.
Il primo appuntamento è con Martino Gozzi per la presentazione de “Il libro della Pioggia“, edito da “Bompiani”. Nato a Ferrara nel 1981, scrittore e traduttore nonché amministratore delegato della “Scuola Holden” di Torino, Gozzi scrive un “memoir” che racconta il congedo lento ed eroico di Simone, “un giovane uomo con il dono di saper e farsi amare”. La carriera di Martino Gozzi inizia nel 2004, con la pubblicazione del suo primo romanzo, “Una volta Mia” edito da “PeQuod”. Con “Feltrinelli” ha in seguito pubblicato “Giovani promesse” (2009) e “Mille volte mi ha portato sulle spalle” (2013).
“Il libro della Pioggia” racconta di Martino e Simone. Un’amicizia epica la loro, tenuta insieme dalla musica e dalla giovinezza. Simone suona il basso mancino come Paul McCartney, ha una band e scrive musica. Se ne va troppo presto. Martino, voce di questo romanzo-mémoir, racconta la loro storia e la traccia che Simone ha lasciato nella vita di chi lo ha amato. “Simone – sottolinea Gozzi – è la pietra di paragone, il punto di riferimento, l’irrinunciabile metro rispetto a cui misurare col passo pacato della maturità le tappe di una vita: Ferrara, Torino, la scrittura, il matrimonio, la paternit- à, la musica, i cambiamenti”.
“Quando abbiamo pensato di creare ad ‘OFF TOPIC’ una rassegna di presentazione di libri e podcast – dichiara da parte sua il Direttivo dell’‘Hub culturale’ – non potevamo non includere il ‘Salone del Libro’ con la sua rassegna ‘OFF’. Come sempre il nostro Hub tende reti alla città e alle sue eccellenze nella ferma convinzione che la Cultura debba essere ponte per unire teste e contenuti, per moltiplicare, per creare il senso di ‘civitas’ imprescindibile all’identità di una comunità sempre più multiforme. Non è del resto questo il significato più denso della parola ‘città’ ?”.
Prenotazione per cena consigliata, scrivendo a: #Bistrò di OFF TOPIC, su WhatsApp al 338/4463855
g.m.
Nelle foto:
– Cover “Il libro della pioggia”
– Martino Gozzi, Photo credits Paolo Properzi
Istituto Confucio: proiezione gratuita lunedì 23 al Cinema Nazionale
In occasione del tradizionale Capodanno cinese, che quest’anno cade il 22 gennaio e che dà il benvenuto all’Anno della Lepre, l’Istituto Confucio dell’Università di Torino ha organizzato la proiezione gratuita del film d’animazione, non ancora distribuito in Italia, “I am what I am”(“Giovani Leoni” dal titolo originale Xiongshi shaonian, 《雄狮少年》), diretto da Sun Haipeng.
L’appuntamento è lunedì 23 gennaio alle 20.30 al Cinema Nazionale, in via Pomba 7, a Torino(prenotazioni entro giovedì 19 gennaio, via mail a segreteria@istitutoconfucio.torino.it). Il film è in lingua cinese con sottotitoli in italiano e cinese.
«Quest’anno per la Cina, il Capodanno tradizionale coincide con un momento di grave preoccupazione per le condizioni sanitarie determinate dalla recrudescenza della pandemia». commentaStefania Stafutti, direttrice di parte italiana dell’Istituto Confucio dell’Università di Torino e docente ordinaria di Lingua e Letteratura cinese del Dipartimento di Studi Umanistici. «Sappiamo tutti quanto possano essere profonde le preoccupazioni per parenti e amici in situazioni difficili quando ci si trova in luoghi lontani – aggiunge la direttrice -. Per questa ragione l’Istituto Confucio dell’Università di Torino ha deciso di offrire ai concittadini di origine cinese e a tutti i torinesi interessati la visione di unfilm che parla di speranza, con l’augurio che questi tempi difficili possano presto diventare un ricordo».
La pellicola, realizzata alla fine del 2021 e presentata con successo dalla Tiger Pictures Entertainment al “Far East Film Festival” di Udine la scorsa primavera, «racconta una storia adatta al pubblico più giovane e, nel contempo, per la straordinaria bellezza del lavoro di animazione, cattura anche l’interesse degli adulti– spiega Stafutti -. Il film non è ancora distribuito nel nostro Paese, pertanto abbiamo deciso di presentarlo con la traduzione del titolo originale che ci pare più evocativo: è la storia del riscatto di tre giovani, Ajuan, Agou e, Amao, Gattina o Katthie, la sola ragazza del gruppo»
La straordinaria efficacia del sontuoso lavoro di animazione porta con sé una storia a lieto fine che riecheggia tuttavia un problema sociale di rilievo. La grande migrazione interna che ha caratterizzato la Cina a partire dalla fine degli anni Ottanta, con una impennata al volgere del millennio, ha avuto un ruolo non secondario nel rapidissimo sviluppo del Paese, ma ne ha cambiato il volto, determinando nel 2011 un sorpasso storico: gli abitanti delle città hanno superato quelli delle campagne.
Ciò è avvenuto anche a prezzo di enormi sacrifici da parte della gente comune, soprattutto nelle aree rurali. Nasce in quegli anni il fenomeno noto con l’espressione inglese left behind children: impegnati allo stremo nel cercare di assicurarsi un maggiore benessere economico e di garantire ai figli un futuro migliore, gli adulti lasciavano le campagne, affidando i ragazzini alla cura dei nonni o di altri parenti. Il fenomeno, ora in fase di assorbimento, ha naturalmente causato una serie di conseguenze sul piano sociale e ha dato origine a nuove forme di disagio tra i giovanissimi.
«Sappiamo che l’affido dei figli a parenti più o meno prossimi – sottolinea la direttrice dell’Istituto Confucio – è stata una scelta dolorosa che ha caratterizzato moltissime ondate migratorie, non solo in Cina. Il film che presentiamo però è una favola a lieto fine, in sintonia con l’atmosfera festosa del Capodanno».
I tre ragazzini protagonisti del film vengono da un villaggio sperduto delle campagne meridionali del Guangdong e soffrono del disagio della propria condizione di giovani “lasciati indietro” dai genitori che lavorano in città. Decidono di cimentarsi in un’impresa all’apparenza impossibile: vincere la grande competizione indetta ogni anno a Canton tra squadre di “danzatori” della Danza del Leone – una danza propiziatoria parte delle celebrazioni tradizionali del Capodanno -: le squadre provengono da tutto il Paese e loro non sono certo i favoriti. Ma a volte la sorte riserva delle sorprese.
Proiezione film
“Giovani leoni” (Xiongshi shaonian, 《雄狮少年》), regia di Sun Haipeng, lingua cinese, con sottotitoli in cinese e italiano.
Dove e quando
Cinema Nazionale, via Pomba 7, Torino.
Lunedì 23 gennaio, ore 20:30.
Ingresso libero, prenotazione obbligatoria solo via mail:
segreteria@istitutoconfucio.torino.it
(la conferma dovrà essere mostrata all’ingresso del cinema)
Informazioni
Istituto Confucio dell’Università di Torino
segreteria@istitutoconfucio.torino.it
011 670 3913
Un concerto con borsa di studio in programma sabato 21 gennaio
Una vita per il jazz, il memorial in ricordo di Sergio Ramella, si terrà sabato 21 gennaio alle 20.30 al Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino, per ricordare il musicista a dieci anni dalla sua scomparsa.
Uomo del jazz, contribuì a portare in Italia, e a Torino in particolare, alcuni dei più grandi nomi del jazz mondiale. Agli anni Sessanta e Settanta risale la fondazione dello Swing Club, il primo jazz club torinese. A lui si devono la promozione delle stagioni dei Punti Verdi alla Pellerina e dei concerti Jazz per il cartellone di jazz di Torino, dell’Eurojazz Festival di Ivrea fino ai grandi festival jazz estivi torinesi, che si tenevano ai Giardini Reali e in Piazzetta Reale, dove aveva luogo l’International Jazz Festival Torino. Fu anche il padre del Torino JVC Newport Jazz Festival, gemellato con il più importante festival jazz americano di Newport, e unico in Europa con la sponsorizzazione JVC.
La musica e l’organizzazione di eventi costituivano una passione che lo portò a incontrare e diventare amico di quasi tutti i musicisti internazionali e nazionali, quali Dizzie Gillespie, Art Blakey, Tito Puente, Manhattan Transfer, Sarah Vaughan, Miles Davis, Pat Metheny, Mc Coy Tyner, Chick Corea, BB King, Enrico Rava, Gianni Basso, Micheal Petrucciani, Toots Thielemans, Philip Catherine, Massimo Urbani, Tullio De Piscopo, fino all’indimenticabile Chet Baker. Ramella è stato un grande organizzatore, un Maestro con cui sono cresciuti e hanno studiato artisti del calibro di Franco Mondini, Furio Di Castri, Massimo Faraò e Fabio Boltro. È stato, inoltre, dirigente nazionale e torinese dell’AICS, contribuendo per oltre trent’anni all’organizzazione di eventi, progetti, manifestazioni e la conseguente promozione di locali, teatri e circoli che hanno reso Torino una città importante e riconosciuta nell’ambito della Cultura. A condurre lo spettacolo saranno Daniele Lucca e il giornalista Marco Basso. Tutti gli intervenuti si esibiranno a titolo gratuito e i biglietti d’ingresso a prezzo calmierato serviranno a coprire parte delle spese organizzative e contribuiranno a istituire una borsa di studio triennale intitolata a Sergio Ramella per uno studente della Scuola di jazz del Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino, con reddito famigliare basso. Nell’arco dei prossimi mesi verranno avviate le selezioni per individuare il destinatario della borsa di studio, che sarà conferita durante un evento pubblico di prossima programmazione.
MARA MARTELLOTTA
AGENDA
20-26 gennaio 2023
VENERDI 20 GENNAIO
Venerdì 20 gennaio ore 18
GIANMARCO PORRU
MAO – inaugurazione della nuova installazione nel t-space X MAO
Il canto del capro è un’opera installativa concepita da GianMarco Porru per gli spazi del MAO di Torino, a seguito dell’invito di t-space per la realizzazione di un’opera inedita in dialogo con la collezione del museo. L’opera prolunga una serie di riflessioni già presenti nel lavoro dell’artista ed espande una mitologia mediterranea attraverso una riflessione sulla presenza di un certo sincretismo religioso tra le diverse aree geografiche presenti – e non – all’interno delle collezioni del museo.
Il canto del capro è la ricostruzione fantastica e una visualizzazione tridimensionale di una narrazione che si innesta nel processo di interpretatio religiosa: la ricezione di influssi e, in alcuni casi, l’assimilazione e reinterpretazione del pantheon di ciascuna componente etnica e culturale presente in una determinata area geografica. In alcuni casi le diverse versioni di “credo” si sono amalgamate, in altri casi è sopravvissuta la versione pagana. Dalla versione pagana risulta in modo non trascurabile quanto fosse radicato il culto delle acque e come gran parte delle ritualità fossero destinate a propiziarsi la divinità responsabile dei temporali.
Come di consueto, nello spazio del t-space i visitatori potranno anche servirsi una tazza di tè giallo, selezionata per l’occasione da Claudia Carità (The Tea Torino).
Ingresso libero.
SABATO 21 GENNAIO
Sabato 21 gennaio ore 11 e ore 15
MARGHERITA IN MUSICA
Palazzo Madama – il concerto del sabato con l’orchestra del Liceo Classico Musicale Cavour
Nell’ambito del progetto Quattro scuole per una Regina, ideato dai Servizi Educativi di Palazzo Madama in occasione della mostra Margherita di Savoia, Regina d’Italia, le classi della sezione musicale del Liceo C. Cavour di Torino propongono una serie di concerti che immergerà il pubblico nelle musiche più amate dalla Regina Margherita, grande appassionata di musica fin dalla giovinezza: per tutta la sua vita praticò quest’arte e promosse in Italia la conoscenza della musica da camera e sinfonica, e di Beethoven in particolare, come testimonia questa sua frase: “Ho un culto per Beethoven, è così grande e sempre nuovo, mi sembra proprio di stare presso Dante e Shakespeare!”.
Il programma presenterà ascolti tratti dalla musica europea, in un excursus che va dal Barocco all’Ottocento.
Ultimo appuntamento
28 gennaio 2023 ore 15
Info: tutti i concerti si terranno al primo piano del museo, nella Sala Feste
Ingresso gratuito
Prenotazione: madamadidattica@fondazionetorinomusei.it ; 0114429629
DOMENICA 22 GENNAIO
Domenica 22 gennaio ore 15
FILI-FORME
GAM – attività per famiglie (bambini dai 6 anni in su)
La GAM propone alle famiglie un’attività in cui tutti, bambini e genitori, saranno coinvolti in un laboratorio a tema, un’occasione per lavorare con la stessa tecnica, ciascuno secondo le proprie attitudini.
Il percorso di visita porterà i partecipanti alla scoperta di opere in cui la forma si riduce in una semplice linea, curva o spezzata, chiusa o aperta: una sorta di filo che si allunga e si assottiglia creando percorsi ricchi di significato. Presso l’Educational Area genitori e figli lavoreranno in spazi dedicati, per creare originali sculture filiformi, rievocazioni di artisti come Fausto Melotti e Alexander Calder.
Al termine dell’attività le famiglie potranno unire le loro opere nella ricomposizione di un’unica installazione.
Costo: 7€ a partecipante
Costo aggiuntivo: adulti biglietto di ingresso ridotto; gratuito per i possessori di Abbonamento Musei
Informazioni e prenotazioni: 011 5211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com
LUNEDI 23 GENNAIO
Lunedì 23 gennaio ore 17
LE PIANTE NELLA STORIA DEL GIARDINO: AGRUMI
Palazzo Madama – conferenza botanica con Edoardo Santoro, curatore del Giardino Botanico Medievale di Palazzo Madama
Limoni e aranci, pompelmi e mandarini sono solo alcuni dei frutti appartenenti alla famiglia degli agrumi che conta centinaia di specie in tutto il mondo. Sono coltivati da secoli in Italia, pur essendo originari di zone geograficamente molto lontane dalla nostra. Oltre agli impieghi alimentari ed erboristici (ad esempio di bergamotto, chinotto, lime e cedro), ne scopriremo l’uso ornamentale, iniziato in epoca romana e ancora oggi in voga in molti ambienti mediterranei.
L’appuntamento fa parte del ciclo di conferenze Le piante nella storia del giardino, volto ad approfondire aspetti storici e botanici, officinali e alimentari di piante che nei secoli hanno avuto un ruolo fondamentale nel giardino ornamentale e nell’orto, nei parchi e giardini pubblici.
Prossimi appuntamenti
Lunedì 20 febbraio 2023 ore 17: Pomacee – Pero e Melo
Lunedì 20 marzo 2023 ore 17: Rose
Costo: €15
Prenotazione obbligatoria: t. 011.4429629 (dal lun. al ven. 09.30 – 13.00; 14.00 – 16.00)
oppure madamadidattica@fondazionetorinomusei.it
Per motivi organizzativi, il pagamento della quota dovrà essere effettuato tramite bonifico bancario. Non è consentito il pagamento in biglietteria.
MARTEDI 24 GENNAIO
Martedì 24 gennaio ore 18.30
DIASPORAS NOW: RIEKO WHITFIELD + MICAELA TOBIN (WHITE BOY SCREAM). Conversazioni e narrazioni alternative su identità migranti, background intersezionali, decolonizzazione, self-empowerment, cura e supporto reciproco.
MAO – rituale sonoro + talk nell’ambito della mostra Buddha10
Il termine diaspora è usato in relazione all’arte per parlare di artisti emigrati di prima o successive generazioni, che riprendono e utilizzano le proprie diverse esperienze culturali e identitarie, spesso creando nelle loro opere narrazioni alternative in contrasto a idee e strutture consolidate. Mai prima d’ora è stato così importante per gli artisti raccontare le loro storie alle proprie condizioni, quindi mettiamoci in ascolto!
In questo pomeriggio molto speciale accoglieremo due ospiti: Rieko Whitfield, artista, scrittrice e musicista giapponese-americana di base a Londra, una delle fondatrici di Diasporas Now, piattaforma di solidarietà diasporica che si occupa di discorsi contemporanei sulle identità migranti; e Micaela Tobin, soprano e sound artist, filippina-americana di prima generazione di base a Los Angeles.
Le due artiste presenteranno due dei loro più recenti lavori: due film/opere musicali che partono da mitologie speculative per togliere centralità alle traiettorie storiche del colonialismo eurocentrico.
In parte rituale sonoro, in parte narrazione diasporica, “BAKUNAWA: Opera of the Seven Moons” di Micaela Tobin è un’opera sperimentale e coinvolgente basata sull’omonimo album acclamato dalla critica di Tobin, che rivendica la mitologia pre-coloniale delle Filippine dopo secoli di violenta cancellazione culturale.
Raccontando la storia di Bakunawa, un drago simile a un serpente della mitologia filippina, Tobin porta la sua voce al di fuori delle mura imperialistiche del teatro dell’opera e sulla Costa della California di fronte all’Oceano Pacifico – creando un ponte sonoro verso le isole delle Filippine in un atto di guarigione.
“Regenesis: An Opera Tentacular” di Rieko Whitman è una storia sui cicli della vita, sulla morte, sull’importanza della comunità ambientata in un mondo post apocalittico e narrata in modo non lineare tramite l’impersonificazione di avatar soprannaturali. La narrazione in tre atti è ispirata a Izanami, dea shintoista della creazione e della distruzione, che brucia fino a morire per dare vita al mondo. “Regenesis” mette in scena una mitologia speculativa evocando esseri soprannaturali che guariscano il corpo sofferente della terra, attraverso l’utilizzo di metodi di collective care e creando al contempo prototipi alternativi di futuri sostenibili.
Lo screening delle due opere musicali sarà seguito da una talk su temi diasporici in cui interverranno le due artiste, moderato da Ilaria Benini, editor della collana Asia di Add editore, ed esploratrice della scena culturale asiatica contemporanea.
*L’incontro si svolge in inglese
MERCOLEDI 25 GENNAIO
Mercoledì 25 gennaio ore 18.30
CHINABOT: JPN KASAI & NEO GEODESIA. Una serata con Chinabot, collettivo che vuole cambiare la discussione sulla musica asiatica. Canti Khmer, samples di karaoke, musica popolare giapponese, juke e batteria metal.
MAO – concerto + talk nell’ambito della mostra Buddha10
Sin dal suo lancio l’etichetta-collettivo londinese Chinabot ha ampliato e demistificato la percezione pubblica delle scene musicali sperimentali asiatiche pubblicando opere bizzarre, imprevedibili e innovative di artisti provenienti da varie regioni dell’Asia. Ogni uscita è stilisticamente varia e significativamente concettualizzata attraverso riferimenti culturali locali, esperienze di ascolto immersive che sono più adatte per il teatro d’avanguardia che per i club.
L’etichetta lavora per dare spazio alle varie unicità del continente asiatico a livello di culture, tradizioni e generi (sia musicali che identitari) e per dare spazio agli artisti provenienti dai paesi in via di sviluppo dell’Asia. Ciò include come parte del suo modus operandi uno sforzo per l’ampliamento della conoscenza del continente che vada al di là delle scene giapponesi e cinesi, che ormai da tempo rappresentano la produzione creativa dell’Asia sulla scena mondiale, e la rappresentazione di temi di attualità e politica asiatica. Gran parte della produzione di Chinabot è infatti tematica, incentrata su governi, geopolitica e ambiente nel tentativo di stimolare la discussione e far luce su questioni sottorappresentate con artisti le cui opere abbracciano argomenti come disordini nazionali, decolonizzazione, femminismo, fluidità di genere e futurismo cyborg.
Per questa serata speciale ospiteremo una selezione di videoclip di artisti Chinabot e una talk con Saphy Vong, fondatore dell’etichetta, e Giulia Mengozzi, assistente curatrice presso il PAV Parco Arte Vivente, parte di ALMARE, collettivo dedicato alle pratiche contemporanee che usano il suono come mezzo espressivo, e di AWI – Art Workers Italia.
A seguire il concerto in streaming da Kyoto di JPN Kasai, che abbina musica popolare giapponese Ondo e Minyo a juke e footwork minimali, ed un live dello stesso Vong che mixa samples di canti Khmer, karaoke e batteria metal sotto lo pseudonimo di Neo Geodesia.
*L’incontro si svolge in inglese
Costo per i due eventi del 24 e 25 gennaio: 15 € | ridotto studenti 10 €.
Info e prenotazioni: eventiMAO@fondazionetorinomusei.it
Theatrum Sabaudiae propone visite guidate in museo alle collezioni e alle mostre di Palazzo Madama, GAM e MAO. Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com
https://www.arteintorino.com/visite-guidate/gam.html https://www.arteintorino.com/visite-guidate/mao.html https://www.arteintorino.com/visite-guidate/palazzo-madama.html |