ARTE- Pagina 32

“IAAD” e “Raduno di Stile” per il 90° del MAUTO

Davanti alla sede del “Museo dell’Automobile” di Torino, una mostra en plein air con i modelli iconici del design automobilistico

Venerdì 21 luglio

Fra i tanti appuntamenti in programma per spegnere le 90 gloriose candeline del “MAUTO – Museo Nazione dell’Automobile” di Torino (attualmente intitolato a Gianni Agnelli, in precedenza al fondatore Carlo Biscaretti di Ruffia e fra i più importanti e antichi Musei automobilistici al mondo), è sicuramente di particolare rilievo l’iniziativa del torinese “IAAD. – Istituto di Arte Applicata e Design”, fra i principali poli di “Educazione ed Alta Formazione” in Italia ed in Europa nell’ambito del “Design”, che, per l’occasione, ha attivato la propria “community” (sede dal 2017 nel quartiere “Aurora”, all’interno del quartier generale “Lavazza”) organizzando, in collaborazione con la 7^ edizione di “Raduno di Stile” una suggestiva mostra “a cielo aperto”, davanti  alla sede del “Museo dell’Automobile” in corso Unità d’Italia 40.

Venerdì 21 luglio, dalle 17.30 alle 19saranno esposti oltre 40 modelli iconici del design automobilistico presentati dai progettisti del car design dei principali “Centri Stile” italiani e internazionali presenti sul territorio.

Per celebrare l’anniversario, sarà inoltre donata al “Mauto” un’opera d’arte unica, realizzata a mano in Italia da #Anterarte e “IAAD.” su un parafango di una supercar“EFFea, omaggio alla vitalità e alla creatività”, risultato di un viaggio in un mondo di colori, “immaginando di attraversare l’arcobaleno per raccogliere gocce dai toni vivaci e trattenerle sul metallo”.

Lo sfondo giallo, colore di Modena, è un tributo alla solarità della manager Mariella Mengozziprima donna alla guida del “Museo nazionale dell’Automobile” dal 2018 al 2023 e prematuramente scomparsa alcuni mesi fa. “Le linee tracciate – spiegano i responsabili – richiamano quelle della mano e rappresentano le carriere professionali. Alcune si incrociano, altre sono distanti o parallele, ma sono tutte accomunate dal senso di appartenenza al magico mondo dell’automobile. I colori e le linee corrono secondo il senso di marcia, lasciando allo spettatore la curiosità di inseguire le campiture cromatiche per trovare una continuità nei flussi aerodinamici e trasformarle in sensazioni personali”. L’opera sarà firmata dai designer di “Raduno di Stile”.

La community “IAAD.”, in collaborazione con “F.O.R.M.A – Fondazione Ospedale Infantile Regina Margherita Onlus” –  coinvolgerà anche i bimbi del “Regina Margherita” nei festeggiamenti con una giornata di “laboratori creativi” in reparto condotti da un gruppo di volontari tra docenti e designers. Tra le attività proposte: racconti sul designstorytelling attraverso video e immagini, nonché laboratori di disegno su tessuto e carta.

Le attività sono organizzate in collaborazione con il “Mauto” che a sua volta offrirà una visita guidata gratuita ad un gruppo di pazienti in cura all’“Infantile” e con “CARIOCA”, che metterà a disposizione i materiali per i laboratori e alcuni premi per i bimbi.

g.m.

Nelle foto:

–       “Itala 11”

–       “EFFea”

–       “EFFea”

IED e Gallerie d’Italia di Torino presentano il progetto “Il margine fa la pagina. Immagini dai confini della città”

IED e Gallerie d’Italia Sanpaolo presentano il progetto dal titolo “Il margine fa la pagina- Immagini dai confini della città “. Si tratta di ricerche fotografiche inerenti la città di Torino che raccontano storie, vite, peculiarità che vanno oltre gli stereotipi.Rappresentano il secondo capitolo del progetto triennale  di indagine sulla città di Torino dal titolo “Bureau Metamorfosi”, che ha visto la curatela di Giulia Ticozzi, conduttrice del corso triennale di Fotografia dello IED di Torino e la supervisione di Antonio Carloni, vicedirettore delle Gallerie di Italia di Torino,  oltre che il contributo di quattro esperti, Maurizio Cilli, Francesca Berardi, Arianna Arcara e Giulietta Fassino,  la guida del docente e fotografo  Luis Aniceto. Questo progetto sarà  visibile dal 18 luglio al 15 settembre presso le Gallerie d’Italia di Torino  nella sala immersiva del museo.

Se la prima tappa di Bureau Metamorfosi aveva esplorato il tema del centro città,  con il nuovo progetto  l’Istituto Europeo di Design  presenta sedici ricerche fotografiche realizzate da altrettanti studenti e studentesse del corso triennale di fotografia, che hanno indagato da prospettive diverse e inedite di vita quotidiana storie e persone che abitano gli angoli periferici della città, dalle molte suggestioni ma dai confini incerti, non solo geografici,  ma anche antropologici e architettonici.

Con un approccio che li ha coinvolti dal punto di vista didattico gli studenti hanno raccontato quartieri come Barriera di Milano,  Madonna di Campagna, Falchera Vecchia, MJrafiori, senza avere vincoli tematici. Ne è  nata un’indagine libera, eterogenea, svincolata dal concetto di “città  dormitorio” e di degrado associato spesso alle zone urbane periferiche.  Il ventaglio di storie è  stato raccontato attraverso una città  rivelata, con una visione capace di superare gli stereotipi di quartiere,  esaltandone la quotidianità  fatta di vita, lavoro e socialità.

Gli sguardi fotografici di studenti e studentesse sono passati dal raccontare la vita di alcune associazioni sul territorio alla trasformazione e abbandono di diversi luoghi, testimonianza di un tessuto industriale passato; dalla prima scuola Ucraina di Torino a quelle situazioni difficili che vedono incrociate generazioni, etnie e gruppi sociali differenti, dalle barriere architettoniche alla quotidianità degli universitari ai protagonisti dello street food per eccellenza, il kebab. Gran parte del progetto di compone di ritratti e street photography, come per esempio in  ‘Crux Via’,  una ricerca incentrata sul parco Dora, vista come baluardo del libero arbitrio, in quanto crocevia immobile e testimone di combinazioni diverse di elementi in grado di dar vita a Infiniti risultati, scenari e istantanee.

“Il margine fa la pagina” si diffonderà a partire dal 18 luglio anchenella città.  Grazie alla collaborazione con GTT, IGP Decaux i manifesti e i progetti fotografici occuperanno gli spazi pubblicitari di strade e pensiline, in una forma di narrazione e restituzione alla città  di ciò  che il progetto vuole esprimere.

“Questo lavoro che segna la seconda tappa di un progetto triennale realizzato in collaborazione con le Gallerie d’Italia di Torino- dichiara Paola Zini, Direttore  Ied di Torino – testimonia come i fotografi siano oggi interpreti del contemporaneo da diversi punti di vista, economico,  sociale, culturale, paesaggistico e sianofigure con molteplici sbocchi professionali che vanno dal fotoreporter alla fotografia di moda, dalla fotografia di prodotto e pubblicitaria a quella editoriale.

MARA MARTELLOTTA

Piscina Arte Aperta

Dopo 3 anni dal Protocollo d intesa tra l’Amministrazione comunale di Piscina, l’istituto centrale per il restauro, la Sovrintendenza Archeologica belle Arti e Paesaggio per la città Metropolitana di Torino e la Direzione Generale Educazione ,Ricerca e Istituti Culturali, ieri mattina, nell’ aulica sala di Palazzo Chiablese, sede della soprintendenza ai monumenti del Piemonte, alla presenza del segretario generale del ministero della cultura Dott. Mario Turetta, l’ Assessore  alla cultura della Regione Piemonte Vittoria Poggio,il sovrintendente Emanuela Caprini, Alessandra Marino Direttore  Istituto Centrale del restauro si sono tratte le conclusioni del triennio del
Progetto pilota, per il recupero del capitale storico e contemporaneo delle opere di Piscina in Arte Aperta. Lavori che non si esauriranno con la scadenza del protocollo, ma che dimostra che ogni realtà, anche di modeste dimensioni può e deve mantenere le sue opere artistiche.
Il paese del pinerolese continuerà quindi nella valorizzazione delle sue opere d’arte moderna e nella schedatura delle opere che faranno sempre più ricca la raccolta del museo all’aperto le opere di Soffiantini,Antonio Carena, Francesco Tabusso, Giorgio Griffa e molti altri, saranno affianca da nuovi artisti selezionati dal direttore artistico Francesco Preverino.

Gabriella Daghero

Magnifici Dadam! In mostra alla “Fondazione Giorgio Amendola” di Torino

Le opere di Giacinta Villa e di Loris Dadam

Fino al 31 luglio

Giacinta e Loris che volano uniti (lui con gli immancabili eccentrici baffoni, ma senza il bizzarro papillon che con un pizzico di civetteria esibiva quasi ovunque), i capi accostati, le mani nelle mani, su in alto oltre la scura luna, in mezzo a un tripudio astratto e gioioso di rossi, grigi, sfumature di blu, gialli e verdi.

Il dipinto é (e come poteva non esserlo) un “Omaggio a Chagall”, alla fiabesca“Passeggiata” con la moglie Bella Rosenfeld, sopra Vitebesk, opera del ’17, a firma del leggendario pittore bielorusso naturalizzato francese. L’“Omaggio a Chagall”, di cui si parla, fu invece realizzato nel ‘99 a olio su tela, da Giacinta Villa (Torino, 1943 – Les Issambres, Francia, 2003) e Loris Dadam(Trento, 1946 – Torino, 2018), compagni di vita e d’arte, grandi singolari sperimentatori della nostra pittura novecentesca e contemporanea, cui la torinese “Fondazione Giorgio Amendola”  (di cui Giacinta fu direttrice del “Centro Studi Arte e Contesto Sociale” e Loris “direttore scientifico”) dedica una suggestiva retrospettiva curata da Domenico Cerabona, direttore della “Fondazione” e da Daria Dadam (figlia di Giacinta e Loris), in programma fino al prossimo lunedì 31 luglio. La mostra, dal significativo titolo “Una storia di colori, forme e libertà”, racconta la vicenda artistica ed umana dei due, in un intrecciarsi e in uno scambio continuo di “segreti” del mestiere legati in un tutt’uno alla loro più intima storia d’amore. E proprio quell’“Omaggio a Chagall”, non per nulla realizzato a quattro mani, ritengo possa considerarsi la sintesi perfetta di un percorso artistico mutevole nel tempo, in un “far di colore e di segno grafico” di volta in volta positivamente influenzati dai “segnali amorosi” affettuosamente lanciati dall’uno all’altra e viceversa e ben sottolineati dallo scorrere in parete delle oltre cinquanta opere (comprese fra i primi anni ’60 al 2003, anno della morte di Giacinta) selezionate dalla figlia Daria, autrice della splendida prefazione al catalogo, sensibile lettera d’amore ai genitori.

“L’arte – scrive Daria, ripensando alle parole della mamma – è una questione di rapporti tra colori, linee, forme ed idee: ma come ‘espressione dello spazio mentale’ si può anche pensarla come una questione di rapporti tra persone”. Uno scambio di “amorevoli sensi”. Ma nondimeno di accortezze tecniche che indubbiamente hanno contribuito a “maturare” l’esperienza esaltante del colore e della luce-colore per Loris (ingegnere urbanista, storico e critico d’arte, nonché disegnatore “compulsivo” dal gesto rapido e istintivo) e per Giacinta che, dal suo Loris, percepisce la bellezza del dare voce allo “spazio interiore”, attraverso cromie che, dopo l’incontro fra i due, “diventano sempre più brillanti” e intense. Entrambi profondamente attenti al sociale e all’impegno politico (dalle lotte sessantottine, ai movimenti femministi e più in generale all’“autostima operaia”) Loris e Giacinta si incontrano nel ’74 alla torinese “Sezione Antonio Gramsci” del PCI e lì nasce per entrambi l’“amore della vita”. Ripeteva spesso Loris: “Farci conoscere è stata la cosa migliore fatta dal PCI in tutta la sua storia”. E anche in molte delle opere esposte alla “Fondazione Amendola” restano tracce, assolutamente “parlanti”, di quegli anni. Dalle “urlate” cromie sudamericane (a ridosso del golpe fascista in Cile) “Salario!” del ’74 a “L’operaio sociale” del ’76. Anni e opere fondamentali per Loris, accanto alle quali la mostra propone anche una ricca serie di disegni, che vanno dal periodo giovanile (gli anni londinesi) fino ai primi anni ’70, eseguiti d’istinto e con piena libertà di contenuti e segno. Ovunque e con qualsiasi cosa, pennini o china, rapidograph o pennarelli. Da “I critici”del ’65 (in cui si leggono passaggi da Rembrandt alle “pitture nere” di Goya) ai disegni “botticelliani” di pura linea dei “Pensionati” del ’67 fino all’accademico “Studio di mano e viso” del ’71. Il disegno resterà il suo chiodo fisso. A dimostrarlo quel“Look back to the past millenium” del ’99, dove il segno s’impone alla cifra cromatica nel recupero della figura sul tema dei rapporti di coppia.

Del percorso creativo di Giacinta Villa, la rassegna non tralascia (dopo le fantasiose prove giovanili e quelle legate allo specifico impegno socio-politico) le ultime, eclatanti fasi di una ricerca astratta e geometrica connessa all’autonomia di luce e colore, così come di una ruvida “svolta materica” (con l’inserimento del “legno” nelle sue “molteplici essenze e colori”) e dell’uso del colore nella “dimensione territoriale”, producendo una serie di opere urbane di grandi dimensioni fra cui le stesse facciate “in verde luminoso” dell’edificio che ospita la “Fondazione Giorgio Amendola”, in via Tollegno, a Torino.

Gianni Milani

“Una storia di colori, forme e libertà”

“Fondazione Giorgio Amendola”, via Tollegno 52, Torino; tel. 011/2482970 o www.fondazioneamendola.it

Fino al 31 luglio

Orari: dal. al ven. 9,30/12,30 e 15,30/19,30

Nelle foto: Giacinta Villa e Loris Dadam “Omaggio a Chagall”, olio su tela, 1999; Loris Dadam: “Salario!”, acrilico su tela, 1974; Loris Dadam: “Look back to the past millenium”, olio su tela, 1999; Giacinta Villa: “Composizione astratta con legni e …”, olio e vari su tela, 2000

La Fondazione Torino Musei per i 90 anni del MAUTO

MAO

Dal 15 luglio al 3 settembre 2023

Sala Polifunzionale

Anche il MAO Museo d’Arte Orientale partecipa alla rassegna diffusa organizzata per celebrare i 90 anni del MAUTO e propone la video installazione dell’artista Axl LE The Six Realms of Reincarnation 2023, che mescola temi ecologici con la visione dei sei regni buddisti come mondi ipertecnologici e distopici.

Utilizzando la tecnologia CG, Axl LE combina un personaggio digitale scansionato in 3D con la sua visione immaginaria del futuro, cercando di reinterpretare il concetto dei sei regni della reincarnazione. L’artista immagina sei regni: il Regno del Cielo, dove le persone caricheranno la loro coscienza sul cloud, entrando in un regno digitale dove tutto è possibile; il Regno Ashura un mondo dove l’intelligenza artificiale prende coscienza di sé e ingaggia una guerra costante con il Regno del Cielo; il Regno umano, un’epoca di coltivazione spirituale attiva; il Regno dell’Inferno, antitesi del Regno del Cielo derivato dalle conseguenze catastrofiche causate da insetti maligni nel mondo delle nuvole; il Regno del fantasma affamato, in cui le persone sono ridotte a schiavi di un’intelligenza artificiale consapevole; il Regno degli animali, in cui le persone hanno perso la resistenza del proprio spirito e del proprio corpo fisico e vivono in un perenne stato di malinconia, incapaci di liberarsi dalla loro situazione.

L’opera è installata in sala Polifunzionale ed è visibile tutti i giorni in orario di apertura del museo.

PALAZZO MADAMA

Dal 15 al 24 luglio 2023

Atrio del museo. Momento inaugurale: lunedì 17 luglio alle 12:30

Torino, luglio 1968: tre Mini Cooper con i colori della bandiera inglese – blu, bianca e rossa – rombano fuori dalla Sala del Senato del Regno d’Italia e si precipitano a capofitto giù per lo Scalone juvarriano di Palazzo Madama.

È Un colpo all’italiana (The Italian Job) di Peter Collinson a segnare un clamoroso caso cinematografico che renderà la città sabauda protagonista di folli inseguimenti tra vie monumentali e i capolavori recenti di Italia ‘61.

Per i 90 anni del MAUTO Palazzo Madama rievoca questi avvenimenti esponendo una Austin Mini Cooper S del 1962 nel suo atrio, accompagnata da una narrazione di quei giorni e da un serrato montaggio a rievocare quanto fu.

Ingresso libero

 

GAM

Dal 18 luglio al 3 settembre 2023

Atrio del museo. Apertura al pubblico: martedì 18 luglio alle 18:30

 

In occasione del novantesimo anniversario del Museo dell’Automobile di Torino, la GAM propone nella grande parete dell’atrio del museo due opere d’arte della sua collezione, entrambe legate alla rappresentazione di un moderno veicolo, possibile o immaginato. Sia nel caso della Macchina del 1963 di Alberto Moretti sia in quello dell’invenzione del Black Scooter realizzato nel 1969 da Gianni Piacentino siamo posti di fronte alla irruzione di una nuova iconografia nell’opera d’arte. Siamo, in entrambi i casi, nei pieni anni sessanta, e dunque in coincidenza con gli anni del boom economico e la massima espansione dell’industria dell’auto e del motore. Queste opere – così come nel caso della auto da corsa ‘ricostruita’ da Salvatore Scarpitta, la mitica Rajo Jack del 1964, acquistata per le collezioni del museo e ora esposta alle OGR – nascono forse sul filo della parodia, ma sono correlate, comunque, a una rivoluzione comportamentale e a un senso della modernità che non si era più visto dai tempi del mito della macchina e della velocità propugnati dai Futuristi al principio del secolo. Da sottolineare è la quasi perfetta coincidenza della nascita di queste opere con i “Car Disasters” di Andy Warhol, proprio del ’63, di cui la GAM possiede il famoso Orange Car Crash, esposto nella collezione permanente.

Ingresso libero

Exposed, il nuovo Festival Internazionale di Fotografia della città di Torino

Torino Foto Festival con la Direzione Artistica di Menno Liauw e Salvatore Vitale.

 

 

Dal 2 maggio al 2 giugno 2024 la prima edizione dal titolo

New Landscapes – Nuovi Paesaggi

 

15 mostre temporanee in 15 sedi e un unico cartellone di eventi dedicati alla fotografia, realizzati coinvolgendo nella loro progettazione e produzione le principali istituzioni culturali e realtà indipendenti cittadine.

 

Il Festival inizia il suo percorso già nel 2023 con una serie di tappe di avvicinamento organizzate in occasione dei più importanti appuntamenti internazionali dedicati alla fotografia e alla cultura contemporanea.

 

 

EXPOSED. Torino Foto Festival

Direzione Artistica: Menno Liauw e Salvatore Vitale

Prima edizione: New Landscapes – Nuovi Paesaggi

2 maggio – 2 giugno 2024

Vernissage: 2 – 5 maggio 2024

 


Torino, 29 giugno 2023. Si intitola EXPOSED. Torino Foto Festival il nuovo Festival Internazionale di Fotografia di Torino che ogni anno porterà nel capoluogo piemontese, nel mese di maggio, mostre temporanee, una fiera specializzata, attività didattiche, incontri, committenze artistiche ed eventi off declinati attorno a un tema e coinvolgendo le principali istituzioni culturalie realtà indipendenti cittadine. Obiettivo del Festival è quello di essere cassa di risonanza dei cambiamenti del panorama fotografico internazionale, offrendo un punto di vista inedito sulla storia della fotografia e su possibili scenari futuri.

 

Promosso da Città di Torino, Regione Piemonte, Camera di commercio di Torino, Intesa Sanpaolo,Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT in sinergia con Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT e organizzato da Fondazione per la Cultura Torino, EXPOSED nasce per rinsaldare il profondo legame tra Torino e la fotografia – è stata scattata qui la prima fotografia italiana esistente, nel lontano 1839 – e per sottolineare ancora una volta la vocazione culturale e artistica della città, che vede nelle iniziative incentrate su creatività e innovazione alcuni tra i principali motori di sviluppo e fattori di crescita, non solo turistica, del territorio.

 

La Direzione Artistica, selezionata attraverso una procedura internazionale ad evidenza pubblica, è stata affidata a Menno Liauw e Salvatore Vitale, rispettivamente Direttore e Direttore Artistico di FUTURES, piattaforma internazionale che comprende 19 importanti istituzioni artistiche europee con impatto e influenza nel mondo della fotografia: una direzione artistica con un solido network alle spalle che, a partire dal dibattito più avanzato della fotografia contemporanea, fornirà la chiave di accesso per posizionare il Festival e la città a livello internazionale su temi come nuove tecnologie, digitale, creatività, design.

 

La prima edizione di EXPOSED si svolgerà nel 2024, dal 2 maggio al 2 giugno – con le giornate di apertura delle principali mostre ed eventi concentrate dal 2 al 5 maggio – e si intitolerà New Landscapes – Nuovi Paesaggi: rifacendosi a uno dei temi centrali nella tradizione fotografica italiana, il Festival proporrà una riflessione sull’evoluzione odierna del medium fotografico, delle sue dinamiche di mercato e delle principali sfide e cambiamenti del mondo dell’immagine.

 

Il programma della prima edizione comprenderà la produzione e realizzazione di 15 mostre temporanee in 15 sedi e un unico cartellone di eventi dedicati alla fotografia: un palinsesto ambizioso che verrà realizzato grazie al coinvolgimento nella loro progettazione e produzione delle principali istituzioni cittadine – tra cui già confermate Fondazione Torino Musei con GAM-Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, MAO- Museo d’Arte Orientale, Palazzo Madama, CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia, Castello di Rivoli, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Gallerie d’Italia, OGR – Officine Grandi Riparazioni, Museo del Cinema, Museo Egizio, Museo Regionale di Scienze Naturali – e grazie al coordinamento del Festival per mettere a sistema l’offerta fotografica dei diversi soggetti coinvolti.

In programma anche proposte e collaborazioni con realtà indipendenti come C2C Festival, SPRINT Milano e The Phair, la fiera del libro d’arte indipendente, e con attori della scena artistica cittadina come le gallerie di TAG Turin Art Galleries e gli artist run spaces come Almanac Inn, Cripta 747, Mucho Mas, Recontemporary, Witty Books.

 

Altro elemento centrale di EXPOSED sarà l’istituzione di un’importante committenza artistica assegnata suopen call internazionale: già a partire da quest’anno, un bando rivolto ad artisti e curatori internazionaliselezionerà un artista a cui verrà commissionata un’opera sul paesaggio in Piemonte, con un premio di 20.000 euro e la produzione di una mostra nel 2024. Questo tipo di committenza riprende una pratica che in città ha un passato illustre: con la mostra 6 x Torinovennero commissionate 300 fotografie a sei fotografi italiani di risalto internazionale, costruendo un vasto archivio sull’imponente trasformazione della città di Torino all’inizio degli anni 2000, oggi parte della collezione della GAM, Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea.

 

Arricchiranno e completeranno il calendario una serie di incontri pubblici, attività didattiche ed eventi interattivi, oltre a simposi per i professionisti della fotografia contemporanea: un programma vivace e dinamico, pensato per coinvolgere sia il pubblico di addetti ai lavori che quello degli appassionati, integrando vecchi e nuovi linguaggi.

 

Aspettando la prima edizione del Festival, nei prossimi mesi del 2023 EXPOSED verrà presentato e coinvolto in alcuni dei più importanti appuntamenti internazionalidedicati alla fotografia e alla cultura contemporanea.

 

Venerdì 7 luglio 2023 sarà a Les Rencontres d’Arles, uno dei principali festival internazionali di fotografia con un evento di presentazione alla Parade di Arles, nel corso del quale un gruppo internazionale di curatori, direttori ed esperti, attraverso sessioni di networking, presenteranno il programma.

 

A metà settembre 2023 verrà lanciata l’open call internazionale per selezionare l’artista a cui verrà assegnata la prima commissione e il premio di 20.000 euro.

 

A ottobre 2023 il Festival sarà al CAPA CENTER BUDAPEST con un evento di presentazione all’interno dell’Annual Event del network europeo FUTURES Photography, poi ad Amsterdam al FUTURES HUB in occasione di Unseen, la fiera internazionale di fotografia.

 

Nel mese di novembre 2023, una serie di eventi teaser– come co-produzioni con realtà artistiche locali, nazionali e internazionali di grande respiro, da C2C Festival ad ARTISSIMA, da Paris Photo a CAMERA e SPRINT Milano – andrà a comporre un fitto calendario di avvicinamento al Festival.

Nel corso dell’Art Week torinese, in occasione e in collaborazione con Artissima, verrà organizzato unprogetto teso a valorizzare l’arrivo del Festival in città.

In collaborazione con la direzione artistica di C2C Festival, nel corso dell’edizione 2023 verrà organizzato un talk di approfondimento su temi legati al mondo della fotografia contemporanea, dei linguaggi visivi e dell’interdisciplinarietà, e verrà co-prodotta una commissione a giovani artisti per realizzare i visualdell’evento di Gang of Ducks.

Il Festival contribuirà alla realizzazione della giornata di studi organizzata da CAMERA e dedicata a Germano Celant e al suo rapporto con la fotografia.

E per raggiungere anche un pubblico esterno al settore, parteciperà alle attività organizzate dalla Città di Torino per le NITTO ATP FINALS che si svolgeranno dal 12 al 19 novembre 2023.

Fuori dai confini torinesi, dal 9 al 12 novembre 2023EXPOSED sarà presente a PARIS PHOTO con un evento di networking con artisti, galleristi e ospiti internazionali, mentre dal 24 al 26 novembre sarà presente alla fiera SPRINT MILANO con un punto informativo e un’installazione.

 

LA DIREZIONE ARTISTICA

Menno Liauw è il fondatore e direttore di FUTURES. Attivo da oltre 20 anni come consulente strategico, specializzato in fundraising, sviluppo di prodotti e servizi, branding e reputation management per una vasta gamma di organizzazioni, a livello nazionale e internazionale, ha fondato il marchio del Foam Amsterdam ed è stato il co-fondatore e proprietario di Foam Magazine. Ha lavorato nella direzione del Museo Stedelijk di Amsterdam e della Royal Concertgebouw Orchestra. È stato anche co-fondatore di Unseen, la fiera di fotografia internazionale. È docente ospite presso l’HKU University of the Arts, dove aiuta gli studenti che si preparano per il mondo del lavoro. Menno è membro dell’Advisory Board del programma di inclusività del Museo Van Gogh.

 

Salvatore Vitale è un artista visuale e direttore artistico di FUTURES con sede in Svizzera. Il suo lavoro è stato premiato a livello internazionale ed è stato ampiamente esposto in musei e festival fotografici, con mostre personali alla FMAV Fondazione Modena Arti Visive, CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia, OGR Torino, MASI Lugano, Fondazione svizzera per la fotografia Winterthur (2018) e MOCAK – Museo d’Arte Contemporanea, Cracovia (2018). Vitale è docente senior presso l’Università di Scienze Applicate e Arti di Lucerna (HSLU), oltre che co-fondatore e redattore capo di Yes Magazine. Vitale ha partecipato e curato diverse pubblicazioni ed è membro della commissione nominatrice della Fondazione fotografica Deutsche Börse.

 

Futures è una piattaforma europea che comprende 19 importanti istituzioni artistiche europee con un grande impatto e influenza nel mondo della fotografia. Questo soggetto rizomatico è composto da Fondazione CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia (Torino, Italia), Robert Capa Contemporary Photography Center Nonprofit Ltd (Budapest, Ungheria), Photo Ireland Festival Limited (Dublino, Irlanda), Fundacja Edukacji Wizualnej – Fotofestiwal (Lodz, Polonia), Deichtorhallen Hamburg GmbH (Amburgo, Germania), Asociatia Photo Romania – Photo Romania Festival (Cluj Napoca, Romania), Fundación Contemporánea – PhotoEspana (Madrid, Spagna), AG Culturele Instellingen Antwerpen/Erfgoed – FOMU (Anversa, Belgio), Copenhagen Photo Festival (Copenaghen, Danimarca), VOID O.E. (Atene, Grecia), Centre Photographique Rouen Normandie (Rouen, Francia), Stiftelsen Fotogalleriet (Oslo, Norvegia), Fotografska Udruga Organ Vida (Zagabria, Croazia), Stichting FOTODOK (Utrecht, Olanda), Biedriba ISSP (Riga, Lettonia), Plataforma de Fotografia Ci.CLO Unipessoal (Porto, Portogallo), Fotograf 07 z.s. (Praga, Repubblica Ceca), Der Greif (Monaco, Germania). FUTURES sta crescendo ogni anno con l’avvio di nuove organizzazioni membri e prevede di trovare una rappresentanza in ogni regione europea.

Bardonecchia, doppia inaugurazione: “Scena 1312 Arte”

Al Palazzo delle Feste ed alla Base Logistico Addestrativa

 

Alla Base Logistico Addestrativa di viale Bramafam, che per questa Stagione estiva, ha offerto all’Amministrazione Comunale la possibilità di utilizzare alcuni suoi spazi, per ospitare eventi culturali, alle 15.30, si inaugurera’ la mostra personale di Guido Adaglio “Vederti nuda è ricordare la terra”. Tele e sculture in legno per declinare la vita, la natura, sentimenti ed aspirazioni dell’uomo.

“Per me fare arte – spiega l’artista – significa raccontare. Come quando prima di conoscere l’alfabeto guardiamo le figure, ecco, cosi è la mia pittura: semplice, da osservare anche senza saper leggere. Parla di sogni fatti e di amori traditi, di gioie vere e dolori cupi, di cose successe e cose che potrebbero succedere.

Per raccontare queste emozioni- aggiunge- uso i corpi come pagine di un diario da condividere”.

Esposte anche alcune sculture in legno.

“Uso il legno, tronchi già secchi in pianta, per creare i miei Alberi nella serie Amo la natura, a modo mio: un appello ad amare la natura per quello che è, e non come fa più comodo a noi”.

 

Sempre domani, alle 17.30, al Palazzo delle Feste, si aprirà la mostra fotografica “Presenze “, che raccoglie alcuni particolari scatti realizzati da Massimo Del Monaco, all’interno del Forte e del paese di Exilles. ” In questa mostra fotografica- spiega Del Monaco – la visione delle immagini vuole essere personale e non ci sono titoli o didascalie a giustificare ogni scatto ma un invito ad immergersi in esse vivendo i momenti a livello personale”. Ed ancora “i fantasmi del passato si aggirano ancora tra le mura del forte, sono nei sotterranei, nei meandri nascosti, sulle ripide scalinate, sulla terra calpestata, sulle pietre lise.

“Opera Viva”… se il Manifesto è capovolto, la colpa è di Luigi o forse no!

In piazza Bottesini, Barriera di Milano, la “Natura Morta” dei gemelli Gianluca e Massimiliano De Serio per “Opera Viva. Il Manifesto”

Lunedì 17 luglio, ore 18,30

La location è sempre quella: lo spazio pubblico di metri 6×3 di piazza Bottesini, in Barriera di Milano. Alla sua nona edizione (con più di cinquanta artisti italiani e stranieri coinvolti nel tempo) “Opera Viva. Il Manifesto”, progetto artistico ideato nel 2015 da Alessandro Bulgini e oggi promosso dall’“Associazione Flashback”, da quest’anno ha cambiato titolo diventando “Opera Viva, Luigi l’addetto alle affissioni”, presentandosi, con eccentrica bizzarria, concentrato sul concetto di “ribaltamento”: in gioco, nessuna figura curatoriale, solo gli artisti di volta in volta ospitati e lui … Luigi, l’addetto alle affissioni, che (un po’ stravagante qual è) appenderà tutte le immagini capovolte. Se volete, dunque, prendervela con qualcuno, sapete a chi rivolgervi. Del resto, però, nessuna lamentela è finora pervenuta da parte degli stessi artisti. Complici anche loro? Certo che sì. E dunque una motivazione, tecnicamente e artisticamente accettabile, ci sarà. Niente rimbrotti, quindi, al povero Luigi l’addetto alle affissioni, che, evidentemente, fa solo ciò che gli è stato detto di fare. Andiamo perciò alla ricerca delle motivazioni.

E allora, ben attenti! Trovatevi lunedì 17 luglio, alle ore 18,30, al solito posto in piazza Bottesini, in Barriera di Milano. Lì si terrà il secondo appuntamento di questa nuova edizione di “Opera Viva”. Luigi probabilmente non ci sarà. Ma non cercatelo, perché troverete già ben affissa l’opera “Natura morta” dei fratelli-gemelli Gianluca e Massimiliano De Serio, torinesi, classe ’78. Ovviamente, anch’essa affissa ben bene in alto e al contrario. Come volevasi dimostrare. La foto è quella di una cinciallegra imbalsamata, con il suo cartello di inventario e il suo piccolo trespolo, proveniente dal deposito della collezione del “Museo Don Bosco” di “Storia Naturale” di Torino. Escluse sbadataggini o stravaganze da parte del solito Luigi l’addetto alle affissioni,  “l’opera – spiegano i responsabili – riflette sui concetti di arte e natura, e sulla loro relazione”. E continuano: “Siamo di fronte alla morte o alla vita eterna? Museificazione della vita o sua duplicazione? Fotografia? Scultura? Scienza? Trofeo? Merce? In un’epoca di catastrofico cambiamento climatico e di urbanizzazioni selvagge, affiorano tentativi di resistenza ecologica nel cemento, di arte non istituzionale che si ramifica nei quartieri. La piccola cincia ci obbliga a un punto di vista nuovo. Per farlo si fa gigante e pop, esce dal suo nido – o dal suo deposito – e ci osserva, ma, anche questa volta, a testa in giù”. Insomma, il motivo (fatevene una ragione!) sta nella voglia – attraverso il capovolgimento delle immagini-  di imprimere al gesto artistico, anche nel momento espositivo, un cambio di direzione, una performativa “mutazione”. Siamo di fronte a un’ azione provocatoria. E la storia dell’arte contemporanea non manca certo di “azioni provocatorie”. Giustamente i responsabili di “Opera Viva” ricordano il gesto di Marcel Duchamp (fra i più iconici artisti del secolo scorso, animatore del dadaismo e del surrealismo, nonché del ready-made e dell’assemblaggio) che nel 1917, rovesciando un “orinatoio” lo trasformò nell’opera “Fontana”, firmata con lo pseudonimo “R. Mutt”, mai esposta al pubblico, andata perduta nell’originale, ma di cui esistono ancor oggi, in giro per il mondo, numerose repliche. Azione provocatoria. Per l’appunto. Per l’artista di origini francesi, che certo non mancava di fantasia e di surreale visionarietà, significava la necessità di un cambiamento nei modi di fare arte. E “anche oggi, in Piazza Bottesini si attua – concludono i responsabili – quel gesto di avanguardia, in un mondo nuovo in cui si cerca di esplorare ogni linguaggio, nell’obiettivo ostinato di far congiungere l’arte con la vita”. Tant’é. Osservare con attenzione per credere. E lasciate in pace il povero Luigi l’addetto alle affissioni. Che non ne può niente.

Tutti residenti ed operanti a Torino gli artisti selezionati per “Opera Viva” edizione 2023, dopo Sergio Cascavilla (ospitato il mese scorso) e Gianluca e Massimiliano De Serio, i prossimi appuntamenti saranno con Luigi GariglioTuri RapisardaPierluigi Pusole ed Alessandro Bulgini.

Gianluca e Massimiliano De Serio lavorano insieme come registi e artisti dal ’99. Hanno esordito nel lungometraggio per il cinema con “Sette opere di misericordia” (2011), presentato nel concorso internazionale del “Festival di Locarno”. “I ricordi del fiume” (2015), ha avuto l’anteprima al “Festival di Venezia”, così come l’ultimo lungometraggio di finzione, “Spaccapietre” (2020), unico italiano in concorso alle “Giornate degli Autori”. Protagonisti dei loro lavori, sia nel cinema che nelle installazioni, sono identità sradicate, o identità collettive e interstiziali, in un percorso ibrido tra messa in scena, memoria e performance.

Per info“Flashback Habitat”, tel. 393/6455301 o www.flashback.to.it

Gianni Milani

Nelle foto:

–       Gianluca e Massimiliano De Serio: “Opera Viva”

–       Gianluca e Massimiliano De Serio: “Natura morta”

“La cura” di Battiato diventa un album illustrato

A firma di Sonia Maria Luce Possentini, verrà presentato nel suggestivo Giardino di “Casa Lajolo” a Piossasco

Domenica 16 luglio, ore 18

Piossasco (Torino)

Suggestioni mistiche e filosofiche (“Percorreremo assieme le vie che portano all’essenza”). Suggestioni esotiche (“Vagavo per i campi del Tennessee/ come vi ero arrivato chissà”). Suggestioni oniriche (“Più veloci di aquile i miei sogni/ attraversano il mare”). C’è, in compendio, tutto il modo di fare e concepire musica e testi narrativi, come strumenti terreni in grado di far volare su sù sogni poesia memoria ed emozioni, in quello che può indubbiamente considerarsi il capolavoro musicale di Franco (al secolo FrancescoBattiato, nato a Ionia (oggi Riposto) nel 1945 e scomparso due anni fa sempre nel catanese, a Milo. Parliamo de “La cura”, una delle canzoni più note e amate del grande cantautore (ma anche scrittore, regista, pittore e politico) siciliano. Brano dal significato fra i più controversi della sua discografia, pubblicato nel 1996 all’interno dell’album “L’imboscata” e scritto insieme al filosofo Manlio Sgalambro, la canzone è oggi diventata un album illustrato “dai toni sognanti, intimi e delicati”, grazie ai disegni della reggiana di Canossa, Sonia Maria Luce Possentini, fra i nomi più apprezzati del panorama illustrativo contemporaneo, una cattedra di “Illustrazione” alla “Scuola Internazionale di Comics” di Reggio Emilia e all’“Università degli Studi” di Padova, nonché prestigiosi premi vinti in carriera.

L’opera della Possentini, invariato il titolo “La cura” edita da “Einaudi Ragazzi”, verrà presentata domenica 16 luglioalle 18 (ingresso gratuito), nel giardino “a stanze” della settecentesca “Casa Lajolo” a Piossasco, per la rassegna “Bellezza tra le righe”, inserita nel cartellone di “Luci sui Festival”, attività promossa dal “Salone Internazionale del Libro” per supportare la diffusione e la conoscenza delle realtà legate al mondo della lettura e dei libri. E proprio intorno al concetto di “cura” ruota il cartellone di quest’anno di “Bellezza tra le righe”, dal titolo “Maneggiare con cura. Incontri e letture per mettersi in salvo”. Domande: “Sappiamo curare? Sappiamo curarci? Sappiamo prenderci cura? In che modo?” Dunque, non poteva mancare questo volume illustrato, raffinato, delicato, pensato in realtà per tutti, grandi e piccoli, per scoprire o riscoprire la dedizione e il supporto incondizionati per la persona amata: poesia, colore e passione si uniscono e ne emerge il concetto profondo dell’amore come ‘cura’, verso se stessi, gli altri, la propria anima”.

Pittrice e illustratrice, Sonia Maria Luce Possentini, laureata in “Storia dell’arte” al “Dams” di Bologna, ha ricevuto molteplici riconoscimenti in Italia e all’estero, tra cui il “Premio Andersen 2017” come miglior illustratrice, il “Premio Pippi” e il “Silver Award” all’“Illustration Competition West 49” di Los Angeles.

Ha preso parte a numerose mostre, pubblicato albi illustrati e manifesti. Ha firmato copertine per numerose Case editrici italiane ed estere ed insegna “Illustrazione” alla “Scuola Internazionale di Comics” di Reggio Emilia e all’“Università degli Studi” di Padova. Per “Edizioni Curci” ha illustrato il libro “Fate e fantasmi all’Opera” di Cristina Bersanelli e Gabriele Clima. Non si può non menzionare, nel suo ricco curriculum, il libro scritto con Mario Boccia, lo struggente “La fioraia di Sarajevo”, edito nel 2021 da “Orecchio Acerbo”.

  1. m.

Nelle foto:

–       Una tavola de “La cura”

–       Cover “La cura – Battiato Possentini”, Einaudi Ragazzi

–       Sonia Maria Luce Possentini

“Giuseppe Gabellone. Km 2,6”… di scotch

Ritorna alla “GAM” di Torino, l’artista – scultore e fotografo – brindisino, con un video giovanile, sintesi perfetta dell’intera sua sperimentazione artistica

Fino al 1° ottobre

A 27 anni dalla sua mostra personale (“Campo 6”) ospitata alla “GAM” di Torino, in collaborazione con l’allora neonata “Fondazione Re Rebaudengo”, Giuseppe Gabellone, artista brindisino (oggi residente a Parigi) ritorna, fino al 1° ottobre, negli spazi della “Videoteca” del Museo di via Magenta, presentando il video “Km 2,6”, acquisito dalla “Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT”, assicurando così alla Collezione della “VideotecaGAM” un’opera cardine della stagione artistica degli anni Novanta. Erede fra i più rappresentativi dell’“Arte Povera” e della “scultura post-minimalista” (fra gli studenti –  allievi all’“Accademia” di Bologna e a Brera di Alberto Garutti – che diedero vita a Milano al cosiddetto “Gruppo di via Fiuggi”), Gabellone (classe ’73) ha sempre rincorso sperimentazioni artistiche volte ad indagare la relazione fra “bidimensionalità” e “tridimensionalità”, coniugando in un tutt’uno linguaggi scultorei e fotografici, alla ricerca persistente, come ebbe a scrivere Francesco Bonomi in occasione di una sua personale del 2002 al “Museum of Contemporary Art” di Chicago, di idee che in sé contenessero i concetti di “presenza e assenza”. In quest’ottica si colloca anche “Km 2,6”, il video presentato alla “GAM” e realizzato, in una forma che sta fra l’idea di scultura e la dimensione filmica, nel ’93. Dice bene Elena Volpato, curatrice della mostra: “Il video è una di quelle rare opere che arrivano precocissime nel percorso di un artista eppure sembrano già contenere tutto intero il nucleo del suo pensiero. L’intelligenza che anima quel video si è andata infatti sviluppando con assoluta coerenza, in questi trent’anni, nella varietà dei frutti che va producendo”. Unità di misura lineare, quei “Km 2,6” diventano “misura di durata”.  La lunghezza indicata è quella del nastro adesivo che Gabellone, nel video, va dipanando tutt’attorno ai mobili e agli esterni della sua casa di famiglia in Puglia, fino a inglobare in un’unica “ragnatela scultorea” anche alcuni alberi del giardino. Allo svolgersi dello scotch risponde lo scorrere del nastro magnetico che registra l’opera, traducendo lo spazio in tempo e il tempo in spazio. “Ogni singolo frame del video è in realtà una scultura – ancora la Volpato – e lo è doppiamente per via del monitor, un vecchio ‘hantarex’ il cui utilizzo si andava rarefacendo proprio in quell’inizio degli anni Novanta, ma che per i primi decenni della storia del video d’artista aveva prestato al linguaggio elettronico un volume, da solido minimalista, che sarebbe poi andato perduto nella consuetudine delle proiezioni e degli schermi piatti”.

A completare la rassegna, una serie di 8 fotografie“Untitled”, datate 2009: fotografie di fotografie, immagini di sculture, di paesaggi che contengono sculture e anche cifre pittoriche “nel cromatismo che vira la stampa originale”. Sculture, quelle di Gabellone, “laboriosamente artigianali”, che spesso l’artista distrugge, ad additare l’effimero del reale, non prima di averle debitamente fotografate e quindi esistenti solo in quanto immagini fotografiche. Immagini fisse, drappi in cui si racconta di bambini che ridono all’aria aperta o di “volumi ancorati nello spazio, che al contempo si gonfiano sotto l’azione del vento che le modella come fossero bandiere”. Fra grezze manipolature di materiali di scarto dal legno all’acciaio all’alluminio all’argilla, in una sorta di “trasparenti scatole cinesi – conclude Elena Volpato – che contengono, una dentro l’altra, tutte le discipline artistiche attraversate dal pensiero dell’artista con il piacere di dissolverle una nell’altra, fino a liberare l’immagine come pura forza mentale”.

Gianni Milani

“Giuseppe Gabellone. Km 2,6”

“GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea”, via Magenta 31; tel. 011/4429518 o www.gamtorino.it

Fino al 1° ottobre

Orari: da mart. a dom. 10/18. Chiuso lunedì

Nelle foto:

–       Giuseppe Gabellone: “Km 2,6”, video, colore, sonoro, 30’, 1993, “Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT”

–       Giuseppe Gabellone: “Untitled”, stampe digitali, 2009, courtesy l’artista e “ZERO…”, Milano