Investiti 87 milioni contro il dissesto idrogeologico
“Nell’ambito degli interventi legati al dissesto idrogeologico la Regione intende lavorare sulla pianificazione e l’aggiornamento degli strumenti urbanistici abbiamo sempre avuto una stretta collaborazione con il Ministero. Quest’anno ci sono stati 87 milioni di euro di investimenti per il programma Rendis per la gestione dei dissesti idrogeologici. Spesso gli interventi di emergenza sono svolti con la massima efficacia ma ci sono poi problemi burocratici nelle fasi successive – ha detto l’assessore Gabusi”. Un plauso particolare l’assessore lo ha rivolto ai volontari di Protezione civile: “negli ultimi tre anni abbiamo aumentato del 10% l’importo dei contributi alle associazioni di volontariato che lavorano al nostro fianco, il Coordinamento regionale di protezione civile organizza anche corsi di formazione specifici per i volontari. Siamo una delle Regioni migliori in Italia per la gestione della Protezione Civile e spesso andiamo altrove dove c’è bisogno del nostro intervento. Abbiamo 10 anni di esperienza nelle misure di rilocalizzazione degli immobili che sorgono in zone pericolose e siamo molto attenti alla collaborazione con i volontari dei gruppi Antincendi Boschivi”.

Alcuni consiglieri hanno rivolto domande specifiche all’assessore. La consigliera Monica Canalis (Pd) ha chiesto chiarimenti sulla gestione autonoma della Protezione Civile e sui fondi di finanziamento. Mauro Fava (FI) ha ringraziato l’assessore per il lavoro svolto in relazione alle alluvioni nel Canavese nello scorso mese di settembre, Roberto Ravello (FdI) ha chiesto quando verrà trasferita la sede della Protezione civile mentre il consigliere Marco Protopapa (Lega) ha messo l’accento sulle necessità del settore agricolo, soprattutto in relazione alle aspettative dei Comuni dopo gli eventi alluvionali. La consigliera Alice Ravinale (Avs) ha chiesto di avere dati specifici sui costi sostenuti negli ultimi 5 anni in seguito alle alluvioni.
Nella successiva seduta congiunta con la Commissione Cultura è stato dato parere favorevole a maggioranza al regolamento di attuazione dell’articolo 8 della legge regionale sul patrimonio geologico.
Le richieste di sostituzione degli alberi in aree private sono in aumento: 111 nel 2022; 133 lo scorso anno mentre nel ‘24 le richieste complessive finora sono state 360. Con la delibera di iniziativa consiliare approvata in Sala Rossa sorge l’obbligo regolamentare di compensazione ambientale degli alberi abbattuti in aree private non sottoposte a vincoli previsto finora soltanto nelle aree vincolate.
Lo prescrive il comma 4 dell’articolo 40 introdotto nel Regolamento comunale del Verde pubblico e privato (numero 317) dal voto del Consiglio comunale che ne disciplina l’applicazione: “Qualora non sia possibile effettuare la compensazione nel luogo in cui è avvenuto l’abbattimento si individueranno aree pubbliche limitrofe in accordo con il Comune. Fanno eccezione: gli alberi morti, gli alberi il cui abbattimento sia prescritto da sentenze giudiziarie per ragioni di incolumità pubblica o per espresso disposto di lotta obbligatoria contro patogeni”.
La delibera presentata dal consigliere Simone Fissolo (Moderati) colma una lacuna regolamentare del testo approvato nel 2006; all’epoca si pensava alla composizione ornamentale mentre oggi si ragiona in termini di tutela dell’ecosistema.
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Arriva a Torino dal 26 novembre al 29 novembre 2024 la mostra “L’eredità della vita – il clima è una scelta, salviamo il futuro”, realizzata nell’ambito della campagna “Cambio io, cambia il mondo: pensare globalmente, cambiare interiormente, agire localmente” dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai. L’esposizione, realizzata in collaborazione con il Consiglio regionale – Comitato Diritti Umani e Civili, è dedicata alla crisi climatica e alle azioni che ognuno può fare per affrontarla con speranza e ottimismo.
L’inaugurazione si svolgerà martedì 26 novembre alle ore 11.30 presso l’Urp di Palazzo Lascaris, via dell’Arsenale 14/G Torino.
Simona Riccio, fondatrice di ParlaConMe, relatrice al convegno inaugurale della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti (SERR).
Dal 16 al 22 novembre , la città di Rivoli è protagonista della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti (SERR) , un’iniziativa internazionale volta a promuovere azioni concrete per la riduzione dei rifiuti e sensibilizzare cittadini, scuole, imprese e amministrazioni.
La città di Rivoli ha dimostrato un impegno esemplare, integrando nella propria agenda una serie di attività volte a educare la comunità sull’importanza della sostenibilità ea creare una rete di azioni condivise contro lo spreco alimentare, tema centrale di questa edizione.
Durante il convegno inaugurale, tenutosi il 18 novembre presso la sede del Comitato di quartiere Posta Vecchia “Neirotti Piol”, esperti locali e nazionali si sono confrontati sulle buone pratiche da adottare lungo tutta la filiera agroalimentare.
Tra i relatori, Simona Riccio , digital strategist e fondatrice di ParlaConMe , ha evidenziato i dati preoccupanti relativi allo spreco alimentare:
“Sono dati che ci devono far riflettere. Lo spreco alimentare non è solo un problema etico o economico, ma una sfida ambientale e culturale che richiede l’impegno di tutti: cittadini, imprese e istituzioni”, ha sottolineato Riccio.
La città di Rivoli si è fatta promotrice di questo importante messaggio. Il Sindaco Alessandro Errigo ha aperto l’evento ribadendo l’importanza di un approccio collettivo e condiviso: “La sostenibilità non è solo un obiettivo, ma una responsabilità comune. Con la Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti vogliamo dimostrare che ogni gesto, anche il più piccolo, può fare la differenza.”
Gli interventi della serata
La serata ha visto l’alternarsi di contributi autorevoli:
L’evento, moderato da Simona Pravato , direttore di TurismOvest, si è concluso con un invito all’azione: adottare comportamenti più consapevoli e responsabili nella vita quotidiana, dalla gestione degli acquisti alla valorizzazione del cibo invenduto.
Il messaggio di Rivoli: azione collettiva per un futuro sostenibile
La città di Rivoli si conferma un esempio di come le amministrazioni locali possano fare la differenza nella lotta allo spreco alimentare, attraverso progetti che coinvolgono cittadini, imprese e istituzioni. La Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti non è solo un’occasione per sensibilizzare, ma anche un’opportunità per costruire insieme un futuro più sostenibile.
Simona Riccio , con il suo intervento e il progetto ParlaConMe , continua a promuovere una comunicazione chiara e inclusiva su temi fondamentali come la sostenibilità, la lotta allo spreco alimentare e la valorizzazione della filiera agroalimentare italiana.
Per ulteriori informazioni e aggiornamenti sulle iniziative della SERR a Rivoli, consultare il sito ufficiale della città o seguire i canali social dedicati.
I fondi della Regione alle Unioni montane
Circa 2,4 milioni da ripartirsi tra le 51 Unioni montane piemontesi: questa la cifra destinata al Programma annuale di attuazione per la montagna 2024, sul quale la terza Commissione, presieduta da Claudio Sacchetto, ha espresso a maggioranza parere preventivo favorevole.
Il documento, che contempla le emergenze idrogeologiche alla luce dei cambiamenti climatici – come ha spiegato l’assessore allo Sviluppo e promozione della montagna Marco Gallo – individua le linee d’azione a cui devono fare riferimento le Unioni montane per presentare i loro progetti, che verranno finanziati proprio grazie allo specifico Fondo regionale. La legge 14 del 2019 dispone che il Programma abbia come obiettivi quelli di mantenere e incrementare i punti di forza del territorio montano; di promuovere, valorizzare e qualificare le risorse presenti; di sviluppare le tipicità e la gamma di offerte; di garantire i livelli essenziali di servizi pubblici.
Il primo filone di interventi che verrà finanziato è quello relativo alla manutenzione ordinaria e straordinaria del territorio, come i sentieri, le piste agrosilvopastorali, i fabbricati di alpeggio, le strade comunali. Potranno inoltre rientrare nella concessione dei fondi le azioni di sistemazione idrogeologica e quelle volte alla previsione, prevenzione e lotta agli incendi boschivi.
Il secondo, invece, riguarda il mantenimento dei servizi essenziali per contrastare lo spopolamento, in primo luogo quelli scolastici, nell’ottica anche del miglioramento dell’offerta formativa e dei trasporti.
Infine, il terzo è volto a premiare i progetti di turismo sostenibile in ambiente montano, quello sportivo, lo sviluppo di servizi digitali, la nascita di green communities, cooperative di comunità e comunità energetiche.
Per delucidazioni sono intervenuti, nell’ordine: Alberto Unia (M5s), Mauro Fava (Fi), Monica Canalis (Pd), Andrea Cerutti (Lega), Giulia Marro (Avs), Pasquale Coluccio (M5s) e Vittoria Nallo (Sue).
Su proposta di Fava i gruppi di maggioranza e di opposizione hanno poi chiesto, con l’aggiunta emendativa, di considerare anche il sostegno agli esercizi di vicinato.
Ufficio Stampa crpiemonte
Il Piano di gestione dei 6 milioni di tonnellate di rifiuti speciali in entrata e in uscita in Piemonte (il 50% sono residui di costruzione e demolizione) è stato illustrato oggi in Commissione Ambiente, presieduta da Sergio Bartoli (nella foto), dove è iniziato oggi l’esame della relativa delibera della Giunta regionale.
L’assessore Matteo Marnati ha spiegato che l’adozione del Piano è necessaria anche per ottenere lo sblocco di 40 milioni di Fondi europei relativi alle direttive sull’economia circolare.
“Il progetto – ha detto l’assessore – conferma sostanzialmente quello precedente fatto nel 2018. Gli obiettivi previsti per il 2030 sono la riduzione del 5% dei rifiuti speciali non pericolosi e del 10% quella dei rifiuti speciali pericolosi. Le principali novità introdotte dal nuovo Piano riguardano: la gestione dei fanghi di depurazione delle acque reflue urbane, la riduzione dei rifiuti pericolosi e non pericolosi, una stima sulle necessità di trattamento di rifiuti speciali entro il 2030”.
La Commissione ha fissato per il 12 dicembre le consultazioni con i soggetti interessati ed ha stabilito di inviare il provvedimento al Consiglio delle autonomie locali.
Per chiarimenti sono intervenute le consigliere Daniela Cameroni (FdI), Emanuela Verzella (Pd).
Il Piemonte celebra la “Giornata nazionale degli alberi” del 21 novembre tagliando un nuovo traguardo che ne rafforza il ruolo tra le Regioni leader nel patrimonio verde: è sul podio dell’Atlante delle foreste messo a punto da Sole 24Ore, Legambiente e Compagnia delle foreste.
A consentire di raggiungere questo risultato la messa a dimora tra la primavera 2023 e i primi mesi di quest’anno di quasi 300.000 alberi (286.102 per l’esattezza), finendo dietro Trentino-Alto Adige (652.725) e Basilicata (327.649). Nuovi boschi che garantiranno un valore sistemico annuo di quasi due milioni di euro.
«Al di là del valore economico – sottolinea l’assessore alle Foreste, Parchi e Aree protette Marco Gallo – è fondamentale sottolineare l’impatto positivo che le nuove piante hanno sull’ambiente: migliorano la qualità dell’area, mitigano gli eventi estremi e prevengono il dissesto idrogeologico. In altre parole, rappresentano un alleato importante al tempo dei cambiamenti climatici».
Alberi monumentali: +80
Il Piemonte sta puntando a valorizzare anche un altro elemento del suo patrimonio verde: gli alberi monumentali.
Vent’anni fa, con la prima legge regionale, erano 40. Oggi sono più di 300 (qui l’elenco) e, probabilmente, nel giro di qualche mese si avvicineranno a quota 400 per l’istruttoria in corso per 80 nuovi esemplari, frutto di pre-selezione sulle 150 segnalazioni arrivate tra la fine del 2022 e l’inizio del 2024.
Ogni piemontese può segnalare alberi di eccezionali età o dimensioni compilando l‘apposita scheda pubblicata sul sito della Regione e da inoltrare al Comune di competenza, al Settore Foreste della Regione e all’Ipla. L’ultima parola, invece, spetta a un gruppo di lavoro che vede insieme rappresentanti di Regione, Ipla, Università di Torino, Carabinieri forestali e Soprintendenze. Tocca a loro decidere se una pianta abbia o no i requisiti per definirsi albero monumentale. I sopralluoghi di verifica vengono compiuti nel periodo vegetativo delle piante, tra maggio e ottobre. Un iter che richiede mesi, ma indispensabile per tutelare e valorizzare un patrimonio nel patrimonio.
Come rileva l’assessore Gallo «il Piemonte ha circa un miliardo di alberi, ma questi rappresentano l’eccellenza per età, dimensioni, rarità botanica, architettura vegetale, pregio storico-culturale, forma e portamento. E rappresentano un decimo dell’intero patrimonio di alberi monumentali che ha l’Italia, a conferma del valore dei nostri boschi e delle nostre foreste. Considerato il crescente interesse che registriamo abbiamo deciso di diffondere su più piattaforme il censimento degli alberi monumentali del Piemonte. Il prossimo passo sarà il portale Piemonte outdoor, perché l’andare a caccia di piante rare e antiche sta diventando un’attività sempre più gettonata tra chi ama spendere il proprio tempo libero in mezzo alla natura».
Di pari passo prosegue l’operazione di “denominazione” degli alberi monumentali. Sono già stati realizzati e installati i pannelli descrittivi per 250 esemplari censiti negli anni precedenti e si sta lavorando per preparare la carta di identità anche agli ultimi arrivati.
Attualmente l’elenco degli Alberi monumentali d’Italia ne comprende 315 piemontesi, distribuiti in circa 190 Comuni. Il numero più consistente lo registra la provincia di Torino (71), seguita da Cuneo (34), Alessandria (23) e Verbano Cusio Ossola (22). A testimoniare la diversità ambientale del Piemonte, le piante censite appartengono a ben 88 specie: 45 autoctone, 37 esotiche, 6 non autoctone ma parte della flora italiana (cipresso, corbezzolo, pino domestico, pino nero, sughera e tamerice). Tra le specie esotiche, presenti soprattutto nelle aree urbane, la più rappresentata è il platano, con 24 elementi, poi l’ippocastano e il cedro dell’Atlante con 12; tra le autoctone prevalgono il larice (16), il castagno e la farnia (15), il faggio (14), il Frassino (10), la Roverella e il Salice bianco (9), il Pino cembro (7).
Cinque gli alberi la cui circonferenza supera i 10 metri: due cedri dell’Atlante (entrambi nel Torinese: il primo a Montalenghe con 1300 centimetri, l’altro a Perosa Canavese con 1100 cm), un castagno (a Bioglio, nel Biellese, 1150 centimetri), un salice bianco nell’Alessandrino (a Mornese, 1020 cm) e due platani (a Racconigi, nel Cuneese, quasi 11 metri, l’altro a Santena, 9,70 metri).
Non mancano i gruppi di alberi: i platani del viale di Cherasco e del Parco Cavour a Santena, i larici dell’Alpe Veglia (Varzo) e del Parco delle Alpi Marittime (Valdieri), i cembri di Usseaux, i tre Abeti di Douglas del Lago di Meugliano (oggi Comune di Valchiusa), con il record di altezza (56 metri per il soggetto più alto) per il Piemonte. Tra i Comuni il primato spetta a Torino con 13 esemplari. Seguono Stresa (7), Acqui Terme, Racconigi e San Secondo di Pinerolo (5).
CIELI ARANCIONI, APOCALISSE POP
Con Jacopo Bulgarini d’Elci, direttore Mondoserie.it
Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica
Sala Feste
Piazza Castello – Torino
Mercoledì 20 novembre, ore 17
Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili
Palazzo Madama presenta il sesto appuntamento del ciclo di conferenze a ingresso gratuito che, dal luglio a dicembre 2024, approfondiscono alcuni dei temi presentati nel percorso di mostra Change! Ieri, oggi, domani. Il Po e accoglie nella Sala Feste la conferenza – spettacolo del giornalista e critico televisivo Jacopo Bulgarini d’Elci, direttore di mondoserie.it.
Un racconto di come il cinema e la tv abbiano messo in scena cambiamento climatico e crisi ambientale, attraverso le scene spesso indimenticabili di opere potenti di ieri e di oggi: da The Day After Tomorrow a La principessa Mononoke, da Mad Max a Snowpiercer, da The Road alla saga di Dune, da The Last of Us a Don’t Look Up. Partendo da un’immagine involontariamente profetica: i cupi e alienanti cieli arancioni di Blade Runner 2049, sequel (uscito nel 2017) del leggendario film di Ridley Scott. Quella scena di finzione diventerà realtà tre anni dopo, il 9 settembre 2020, quando i cieli della Bay Area di San Francisco si faranno improvvisamente arancione…
Ed è questo il tema che la conferenza affronterà: quello di una Natura maltrattata, trascurata, offesa, che si prende la sua “vendetta” in un numero sempre più grande di racconti distopici cine-televisivi. Che sia per lo scioglimento dei ghiacci, per le siccità, per un inquinamento soffocante, per un virus o un’infezione fungina, il futuro che il cinema e la tv ci propongono è apocalittico. Specchio del nostro senso di colpa?
Jacopo Bulgarini d’Elci è fondatore e direttore di Mondoserie.it, progetto multimediale che, nella forma di articoli, indagini lunghe, podcast, indaga in profondità le nuove forme dell’immaginario collettivo. In particolare il nuovo “racconto lungo”, la serialità televisiva, capace di tradurre gli umori sotterranei che popolano i sogni (e gli incubi) del nostro tempo. Comunicatore, progettista culturale, giornalista, è stato vicesindaco e assessore alla Cultura del comune di Vicenza.
Al progetto della mostra Change!, e riflettendo in linguaggi diversi sugli stessi temi oggetto della conferenza-spettacolo, ha contribuito anche con il video omonimo, parte integrante del percorso espositivo, e con un saggio nel catalogo.