PUMP TRACK PIANEZZA, IL 19 E 20 GIUGNO UNA COMPETITON PER I MILLENIALS
L’iniziativa rivolta ai giovani sull’avveniristico circuito ciclabile frutto dell’estro creativo del Comune di Pianezza e della generosità di Cristiano Bilucaglia e uBroker Srl.
Dopo la felice apertura del 24 aprile scorso con tanto di coinvolgente bike-show mozzafiato affidato alle due ruote esperte del campione mondiale italiano Torquato Testa, torna a far parlare di sé l’ambito circuito Pump Track Pianezza riservato a bici, monopattini, roller e skate, frutto dell’estro creativo del comune dell’hinterland torinese e della generosità dell’imprenditore e mecenate pianezzese Cristiano Bilucaglia.
Al via nell’area attrezzata di Via Musinè 26 il 19 e 20 giugno l’attesa ‘Speed Race’, una due giorni con tanto di torneo ad eliminazione riservato a quattro categorie di partecipanti ad età crescente:
“Dopo un anno e mezzo di blackout pandemico, cresce in noi la voglia di offrire un’offerta ludico-sportiva sempre più ampia, ricca e variegata ai nostri giovani, in un’ottica tesa a misurarne e alimentarne le capacità sulla base dei valori di sana lealtà, agonismo e competizione, fondamentali per fare la differenza anche nella vita e nel lavoro”, afferma soddisfatto Cristiano Bilucaglia, Fondatore e Presidente di ‘uBroker’, la solida multiutilities company italiana con sede a Collegno, prima al mondo ad azzerare le bollette di luce e gas, Canone Rai e accise incluse, garantendo risparmio e benessere a oltre 150mila affezionati clienti fidelizzati distribuiti in tutta Italia.
Il programma della manifestazione prevede il sabato la registrazione dei riders alle ore 9.00, per proseguire poi alle ore 11.00 con prove libere ed esercitazione e alle 13.00 con le qualificazioni mediante la selezione di 2 Run per ciascuna categoria di gara.
Si continua la domenica alle ore 11.00 con nuove prove libere, mentre a partire dalle ore 13.00 avrà luogo la disputa del Torneo vero e proprio con i migliori 32 di ogni fascia competitiva. Le premiazioni finali con le coppe destinate ai riders vincitori si terranno invece a partire dalle ore 15.00, con tanto di premi a estrazione fra tutti i partecipanti.
A coronare l’esperienza la presenza di una rampa di oltre 5 metri di altezza su cui prendere velocità per sperimentare le proprie acrobazie atterrando sul Big Air Bag, l’enorme cuscino utilizzato dai freestyler professionisti di tutto il mondo per allenarsi su performance sempre più estreme in totale sicurezza.
Il torneo Speed Race, a cui è già possibile prenotarsi sul sito Pump Track, darà il via ufficiale alla stagione estiva che porterà presto con se interessanti novità rendendo Pianezza il principale punto di riferimento del Pump Track in Italia.
La pista, che già oggi vanta il primato di più tecnica d’Italia,avrà infatti presto un ampliamento separato dalla prima ma ad essa adiacente. La possibilità quindi di allenarsi su due circuiti separati agevolerà tutti i riders diminuendo i tempi di attesa per tutti e aumentando la libertà di movimento.
A corredo, inoltre, di una già inarrestabile popolarità si renderanno disponibili ai tesserati nuovi fantastici servizi come il noleggio bici, utilissimo per testare le proprie abilità su ‘ruote di qualità’, e un punto ristoro in cui potersi finalmente riunire e riprendere tra un salto e l’altro. Un vero centro sportivo all’aperto in cui riscoprire la socialità perduta.
 
                    
 
 
 
 
 I goliardici Gem Boy cantavano –E tutti si faceva il coretto- “Ma in Holly e Benji tutto è normale anche il Giappone vince il mondiale”, ridendo sia per la non eccessiva bravura della nazionale nipponica, sia perché “cosa c’entra il calcio con il Paese del Sol Levante?” Ed ecco l’errore: nell’ XI sec. a.C, proprio in Giappone si praticava il “Kemari”, simile al “cuju” cinese, un gioco militare che fungeva da addestramento e il cui scopo era quello di mandare un pallone ripieno di capelli e piume in una zona definita da due canne di bambù, utilizzando solamente i piedi. Un manoscritto del 50 a.C. attesta le dispute tra Cina e Giappone giocate attraverso lo “Ts’u-Chu”, (altro nome per “Cuju”).
I goliardici Gem Boy cantavano –E tutti si faceva il coretto- “Ma in Holly e Benji tutto è normale anche il Giappone vince il mondiale”, ridendo sia per la non eccessiva bravura della nazionale nipponica, sia perché “cosa c’entra il calcio con il Paese del Sol Levante?” Ed ecco l’errore: nell’ XI sec. a.C, proprio in Giappone si praticava il “Kemari”, simile al “cuju” cinese, un gioco militare che fungeva da addestramento e il cui scopo era quello di mandare un pallone ripieno di capelli e piume in una zona definita da due canne di bambù, utilizzando solamente i piedi. Un manoscritto del 50 a.C. attesta le dispute tra Cina e Giappone giocate attraverso lo “Ts’u-Chu”, (altro nome per “Cuju”). È arrivato il momento di gongolare: il Rinascimento italiano “docet” anche in questa situazione. Nella Firenze medicea si praticava il “calcio fiorentino”, attività ludica decisamente prediletta dalla comunità toscana. Si tenevano, infatti, incontri ufficiali tra i partiti dei Verdi e dei Bianchi, nel campo prestabilito della Piazza di Santa Croce, al termine dello “scontro” i vincitori si appropriavano delle insegne avversarie. Ogni squadra era formata da 27 giocatori: coloro che stavano sulla linea degli “innanzi” avevano il compito di attaccare, vi erano poi gli “sconciatori”, i “datori innanzi” e, infine i “datori indietro”. Questa la definizione della Crusca risalente al XVIII secolo: “È calcio anche nome di gioco, proprio e antico della città di Firenze, a guisa di battaglia ordinata con una palla a vento, somigliante alla sferomachia, passata dai Greci ai Latini e dai Latini a noi.” Ogni anno la città di Firenze ricorda quelle partite antiche attraverso una fedele ricostruzione storica in costume. Ho finito la mia premessa e ora , come si suol dire, “per me sono dolori”, perché già so che i lettori granata chiuderanno la pagina immantinente. L’excursus storico mi è servito come larga scusa per invitarvi allo Juventus Museum di Torino.
È arrivato il momento di gongolare: il Rinascimento italiano “docet” anche in questa situazione. Nella Firenze medicea si praticava il “calcio fiorentino”, attività ludica decisamente prediletta dalla comunità toscana. Si tenevano, infatti, incontri ufficiali tra i partiti dei Verdi e dei Bianchi, nel campo prestabilito della Piazza di Santa Croce, al termine dello “scontro” i vincitori si appropriavano delle insegne avversarie. Ogni squadra era formata da 27 giocatori: coloro che stavano sulla linea degli “innanzi” avevano il compito di attaccare, vi erano poi gli “sconciatori”, i “datori innanzi” e, infine i “datori indietro”. Questa la definizione della Crusca risalente al XVIII secolo: “È calcio anche nome di gioco, proprio e antico della città di Firenze, a guisa di battaglia ordinata con una palla a vento, somigliante alla sferomachia, passata dai Greci ai Latini e dai Latini a noi.” Ogni anno la città di Firenze ricorda quelle partite antiche attraverso una fedele ricostruzione storica in costume. Ho finito la mia premessa e ora , come si suol dire, “per me sono dolori”, perché già so che i lettori granata chiuderanno la pagina immantinente. L’excursus storico mi è servito come larga scusa per invitarvi allo Juventus Museum di Torino. 
 
 
 
 
