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Errore umano o di comunicazione possibile causa della tragedia ferroviaria di Brandizzo

Le possibili cause della strage di Brandizzo che ha causato la morte di cinque operai? Forse un errore di comunicazione o un errore umano del macchinista. È stato aperto un fascicolo: Polfer e Procura di Ivrea indagano sulla dinamica dell’incidente ferroviario.  Fs, sul quotidiano online Fs News, scrive: “Per quanto riguarda la velocità del treno investitore, le condizioni della linea gli consentivano in quel tratto di raggiungere una velocità massima di 160 km/h. Ma i lavori – secondo procedura – sarebbero dovuti iniziare soltanto dopo il passaggio di quel treno”. Perché  il locomotore non ha rallentato entrando in stazione? Ora gli inquirenti cercano risposte dall’esame dei documenti e dei fonogrammi trasmessi ai treni in transito che contengono informazioni sullo stato dei binari, sull’orientamento degli scambi o sulla fine di eventuali lavori di manutenzione. Si potrà conoscere quante e quali informazioni avesse il macchinista.

Secondo quanto affermato dal personale abilitato di RFI non era ancora partito il nulla osta formale ad operare. Questo è condizione vincolante all’avvio del cantiere con l’intervento delle squadre operative o, come nel caso di Brandizzo, dell’impresa.

Dopo la strage di Brandizzo: morti sul lavoro, un quadro nazionale preoccupante

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PRIMI SETTE MESI 2023 ANCORA UN BILANCIO DRAMMATICO: 559 VITTIME CON UNA MEDIA DI 80 VITTIME AL MESE.  

 

IL RISCHIO DI MORTE, REGIONE PER REGIONE, DA GENNAIO A LUGLIO 2023. DALLA ZONA ROSSA ALLA ZONA BIANCA.

In zona rossa nei primi sette mesi del 2023 con un’incidenza superiore al 25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 18,6 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) sono: Umbria, Abruzzo, Basilicata e Calabria. In zona arancione: Friuli Venezia Giulia, Puglia, Marche, Trentino Alto Adige, Campania, Sicilia e Veneto. In zona gialla: Piemonte, Valle D’Aosta, Liguria, Sardegna, Lombardia, Lazio ed Emilia Romagna. In zona bianca: Toscana e Molise.

( sul sito https://www.vegaengineering.com/osservatorio/ sono disponibili i grafici e i dati).

“Fatto il giro di boa del 2023, le proiezioni statistiche descrivono un panorama a dir poco sconfortante. Ed è avvilente constatare – per chi come noi si occupa da 14 anni di monitorare quotidianamente l’emergenza – come la situazione non accenni in alcun modo a migliorare. Anzi, come nel caso delle morti in occasione di lavoro, lo scenario diventa di mese in mese più critico con un incremento rispetto allo scorso anno del 4,4%”.

Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre, commenta così l’ultima indagine realizzata dal proprio team di esperti.

Elaborazioni preziose per chi opera di Sicurezza sul Lavoro perché mettono in luce ed evidenziano gli aspetti più gravi dell’emergenza. Specie quando parliamo di incidenza di mortalità tra i giovanissimi lavoratori. Per chi ha un’età compresa tra i 15 e i 24 anni, infatti, il rischio di morire sul lavoro è ben superiore rispetto ai colleghi che hanno un’età compresa tra i 25 e i 34 anni (15,7 infortuni mortali ogni milione di occupati contro 9,5).

E anche i dati positivi devono essere interpretati. “Sebbene emerga una significativa diminuzione del 21,9% degli infortuni denunciati – spiega ancora Mauro Rossato – dobbiamo però sempre riportare alla memoria come nel 2022 fossero ancora molti gli infortuni denunciati connessi al Covid che oggi, invece, non compaiono quasi più nelle statistiche”.

Sempre sul fronte delle incidenze, quella minima viene rilevata tra i 25 e i 34 anni (pari a 9,5 infortuni per milione di occupati), mentre la più elevata nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni (65,5), seguita dalla fascia di lavoratori compresi tra i 55 e i 64 anni (32).

Per quanto riguarda gli stranieri deceduti in occasione di lavoro, sono 79 su 430. E il rischio di morte sul lavoro si dimostra essere sempre superiore rispetto agli italiani. Gli stranieri, infatti, registrano 33,3 morti ogni milione di occupati, contro i 16,9 italiani che perdono la vita durante il lavoro ogni milione di occupati.

I NUMERI ASSOLUTI DELLE MORTI SUL LAVORO E DEGLI INFORTUNI IN ITALIA DA GENNAIO A LUGLIO 2023

MORTI. Sono 559 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 430 in occasione di lavoro (+4,4% rispetto a luglio 2022) e 129 in itinere (-17,8% rispetto a luglio 2022). Ancora alla Lombardia va la maglia nera per il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (74). Seguono: Veneto (40), Lazio (36), Campania e Piemonte (33), Emilia Romagna (31), Puglia (29), Sicilia (26), Toscana (21), Abruzzo (16), Marche (14), Umbria e Calabria (13), Friuli Venezia Giulia (12), Trentino Alto Adige e Liguria (11), Sardegna (10), Basilicata (5) e Valle d’Aosta e Molise (1). (Nel report allegato il numero delle morti in occasione di lavoro provincia per provincia).

Nei primi sette mesi del 2023 è sempre il settore Trasporti e Magazzinaggio a registrare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 61. Ed è seguito dalle Costruzioni (58), dalle Attività Manifatturiere (51) e dal Commercio (32).

La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è sempre quella tra i 55 e i 64 anni (154 su un totale di 430).

Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro da gennaio a luglio 2023 sono 25, mentre 14 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro.

Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 79, mentre sono 24 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere.

Il mercoledì è il giorno più luttuoso della settimana, ovvero quello in cui si sono verificati più infortuni mortali nei primi sette mesi dell’anno (20,5%).

INFORTUNI. Le denunce di infortunio sono in diminuzione del 21,9% rispetto a fine luglio 2022. Erano, infatti, 441.451 a fine luglio 2022. Nel 2023 sono scese a 344.897. E il decremento risulta essere sempre maggiormente rilevante, come del resto nei mesi precedenti, nel settore della Sanità; lo scorso anno a fine luglio le denunce erano 60.602, mentre a fine luglio 2023 sono diventate 16.389 (-73%). Altra conferma, questa, della “quasi” totale “estinzione” degli infortuni connessi al Covid dalle statistiche.

Anche dopo i primi sette mesi del 2023, il più elevato numero di denunce arriva dalle Attività Manifatturiere (42.807). Seguono: Costruzioni (18.727), Trasporto e Magazzinaggio (17.905), Commercio (17.303) e Sanità (16.389).

Le denunce di infortunio delle lavoratrici italiane da gennaio a luglio 2023 sono state 121.095, quelle dei colleghi uomini 223.802.

Sempre allarmante il dato relativo alle denunce degli infortuni dei giovanissimi. Fino ai 14 anni si rilevano 30.845 denunce (circa il 9% del totale).

LA ZONIZZAZIONE A COLORI È LA NUOVA RAPPRESENTAZIONE GRAFICA ELABORATA DALL’OSSERVATORIO SICUREZZA SUL LAVORO E AMBIENTE VEGA ENGINEERING DI MESTRE PER FOTOGRAFARE IL LIVELLO DI SICUREZZA DEI LAVORATORI.

L’incidenza degli infortuni mortali indica il numero di lavoratori deceduti durante l’attività lavorativa in una data area (regione o provincia) ogni milione di occupati presenti nella stessa. Questo indice consente di confrontare il fenomeno infortunistico tra le diverse regioni, pur caratterizzate da una popolazione lavorativa differente.

La zonizzazione utilizzata dall’Osservatorio Vega dipinge il rischio infortunistico nelle regioni italiane secondo la seguente scala di colori:

Bianco: regioni con un’incidenza infortunistica inferiore al 75% dell’incidenza media nazionale

Giallo: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il 75% dell’incidenza media nazionale e il valore medio nazionale

Arancione: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il valore medio nazionale e il 125% dell’incidenza media nazionale

Rosso: regioni con un’incidenza infortunistica superiore al 125% dell’incidenza media nazionale

Un weekend per regalare libri agli studenti in difficoltà

Torino, sabato 9 e domenica 10 settembre 2023

 

 

Mission Bambini e Feltrinelli Librerie insieme per il Banco dei Desideri

 

Libripenne e quaderni sono alcuni dei numerosi prodotti che si possono donare ai piccoli studenti dai 3 ai 14 anni che vivono in contesti di difficoltà socio-economica delle periferie delle principali città italiane. Sabato 9 e domenica 10 settembre in oltre 75 città, tra cui Torino, torna il Banco dei Desideri, l’evento annuale promosso da Mission Bambini in collaborazione con Feltrinelli Librerie.

Chiunque effettuerà acquisti in una delle 112 librerie Feltrinelli potrà aggiungere prodotti vari di cartoleria come quaderni, penne, colori e gomme; ma anche libri gioco e di favole, atlanti e dizionari; infine, ampia scelta di giochi educativi e di società, puzzle, costruzioni e bambole e peluche per i più piccoli, tutti accuratamente selezionati dai librai Feltrinelli.

I prodotti donati attraverso il Banco dei Desideri saranno raccolti e distribuiti da Mission Bambini a una selezione di scuole primarie e secondarie di primo grado e centri per l’infanzia distribuiti in tutta Italia che accolgono gli studenti meno fortunati. Nelle quattro edizioni del Banco dei Desideri sono stati raccolti oltre 40mila prodotti scolastici per un valore complessivo di circa 160mila euro.

 

“Con settembre torna l’appuntamento con il Banco dei Desideri che ci vede impegnati in tutta Italia per garantire a tanti studenti l’opportunità di tornare sui banchi di scuola con tutto ciò che serve per affrontare il nuovo anno scolastico, con le stesse opportunità degli altri compagni” dichiara Sara Modena, Direttrice Generale di Mission Bambini“In 112 librerie Feltrinelli volontari e librai sono a disposizione per dare consigli a chiunque voglia donare un quaderno, un libro e, conseguentemente, un sorriso a un piccolo studente in difficoltà.”

 

Torino sarà possibile fare acquisti e donazioni presso il “Banco dei Desideri” nei punti vendita di: Corso Vittorio Emanuele II 53 (Stazione Porta Nuova), Piazza Castello 19, Piazza C.L.N. 251, Via Crea 10 al C.Comm. Le Gru e Via Nizza 262 presso il C.Comm. Lingotto. Per info e trovare il punto vendita più vicino: https://missionbambini.org/news/banco-dei-desideri-2023/

Il presidente Mattarella rende omaggio alle vittime di Brandizzo

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, oggi in visita a Torre Pellice, si è recato poi a Brandizzo sul luogo dell’incidente ferroviario. Il capo dello Stato era sul posto  alle 15.30. Erano presenti Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte, Stefano Lo Russo, sindaco di Torino e i primi cittadini  di Brandizzo, Paolo Bodoni, e di Chivasso, Claudio Castello. Il presidente Mattarella ha posto un mazzo di fiori accanto alla stazione ferroviaria in segno di omaggio alle cinque vittime.
(Foto Facebook Stefano Lo Russo sindaco)

La Regione Piemonte proclama il lutto regionale il giorno dei funerali delle vittime di Brandizzo

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La Regione Piemonte proclama una giornata di lutto regionale dopo il grave incidente ferroviario della notte scorsa a Brandizzo, nel quale hanno perso la vita cinque operai mentre erano al lavoro.
Con questa decisione la Regione desidera esprimere il cordoglio e la vicinanza del Piemonte alle famiglie delle vittime e alle loro comunità.
La giornata si svolgerà in concomitanza con i funerali delle vittime. Saranno esposte le bandiere a mezz’asta e la cittadinanza sarà invitata a osservare un minuto di silenzio.

Mattarella: “Morire sul lavoro è oltraggio ai valori della convivenza”

“Ringrazio il sindaco di Torre Pellice per avere esortato tutti noi presenti a un minuto di raccoglimento e di dolore per la morte di questi cinque lavoratori stanotte. Tutti come il presidente della Regione e il sindaco di Torino che si sono recati sul luogo, abbiamo pensato che morire sul lavoro sia un oltraggio ai valori della convivenza”. Così, prima di un minuto di silenzio, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella oggi a Torre Pellice ricordando i 5 operai ferroviari travolti da un treno a Brandizzo.

Tragedia a Brandizzo: treno investe sette operai, cinque sono morti

Un drammatico incidente ferroviario è avvenuto dopo la mezzanotte nella stazione di Brandizzo, sulla linea ferroviaria Torino-Milano. Sette operai sono stati investiti da un treno passeggeri vuoto, fuori servizio  che viaggiava in direzione di Torino. Dei sette operai travolti che stavano eseguendo lavori sui binari cinque sono morti. I due sopravvissuti sono stati trasportati all’ospedale di Chivasso dove stato di choc, è ricoverato anche il macchinista del treno. Le vittime stavano sostituendo un tratto di binari ed erano dipendenti di una ditta esterna alle Ferrovie dello Stato.

Blocco diesel Euro 5, si corre ai ripari con misure alternative

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AL VIA IL CONFRONTO GOVERNO REGIONE PER GARANTIRE LA RIDUZIONE DELLE EMISSIONI 
Prosegue intanto il confronto con le associazioni di categoria per favorire il rinnovo delle flotte dei veicoli commerciali più inquinanti
Dopo le decisioni assunte lunedì scorso dal Consiglio dei ministri, ha preso il via ufficialmente il confronto tra il governo nazionale e la Regione Piemonte per individuare una soluzione che garantisca la tutela della salute e il mantenimento degli obiettivi europei di riduzione delle emissioni inquinanti, scongiurando il blocco dei veicoli diesel Euro 5 a partire dal 15 settembre.
È un confronto tecnico tra i ministeri dei Trasporti, dell’Ambiente e della sicurezza energetica e delle Politiche Europee insieme alle strutture tecniche della Regione Piemonte e dell’Arpa.
L’obiettivo è valutare l’aggiornamento del piano della qualità dell’aria con la pianificazione di misure e interventi alternativi al blocco Euro 5, alla luce degli interventi già messi in campo negli ultimi anni, grazie agli investimenti regionali, nazionali e alle misure del Pnrr. Il lavoro proseguirà nei prossimi giorni.
«Come è noto, la Regione Piemonte sul blocco degli Euro 5 si è trovata costretta ad attuare una scelta figlia di una procedura di infrazione europea – spiegano il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio e l’assessore all’ambiente Matteo Marnati – Però, il governo italiano nel Consiglio dei ministri di lunedì scorso ha aperto alla possibilità di rivalutare le misure messe in campo e di procedere ad una analisi tecnica che prenda in considerazione l’impatto effettivo misure alternative al blocco dei veicoli diesel Euro 5. Si tratta di un passaggio di estrema importanza perché ci dà la possibilità di mettere sul tavolo e di valorizzare tutte le misure messe in campo dal 2021 ad oggi che, allora, non erano né conosciute né tanto meno previste. Ad esempio in questi due anni sono stati rottamati 704 autobus inquinanti e la quota di emissioni è stata ridotta notevolmente grazie agli interventi del bonus 110 per cento. Il lavoro è in corso e coinvolge ministeri dei Trasporti, dell’Ambiente e della sicurezza energetica e delle Politiche Europee insieme alle strutture tecniche della Regione Piemonte e di Arpa. L’obiettivo del governo è individuare possibili soluzioni tecniche che rispettino le indicazioni di Bruxelles, tutelando l’ambiente e la salute dei piemontesi, scongiurando però il blocco dei diesel Euro 5. Tutto questo in base a dati scientifici degli scenari predisposti da Arpa».
«Mentre tanti parlano – conclude il presidente – e strumentalizzano politicamente questa situazione che invece va affrontata con serietà e rigore, noi siamo al lavoro in silenzio da settimane  ed apprezziamo la sensibilità del governo nazionale e dei ministri Pichetto, Salvini e Fitto che si sono fatti carico di lavorare ad una rapida soluzione».
Nel pomeriggio gli assessori alle Attività produttive, Andrea Tronzano, e al Commercio, Vittoria Poggio hanno una serie di incontri con i rappresentanti delle associazioni di categoria per fare il punto sugli incentivi già in campo per la rottamazione dei veicoli e per raccogliere suggerimenti sul potenziamento di questi strumenti in modo che possano rispondere alle esigenze delle imprese e dei cittadini. La Regione Piemonte previsto una serie di misure già in campo per favorire la sostituzione dei veicoli più inquinanti. Nei mesi scorsi ha attivato un bando per la sostituzione dei veicoli commerciali che ha ancora una dotazione di 5 milioni di euro per i quali saranno rivisti i criteri di accesso. Altri 10 milioni sono disponibili già ora sul Fondo artigiani per l’acquisto di automezzi con una dotazione che può crescere fino a 25 milioni.
«Abbiamo aperto un tavolo col Governo che ringraziamo per la sensibilità dimostrata avviando un dialogo in un momento difficile – sottolineano gli assessori alle Attività Produttive, Andrea Tronzano e al Commercio, Vittoria Poggio -. Imprese e famiglie devono poter svolgere le proprie attività. Per questo stiamo lavorando su alcune misure anche ascoltando i consigli delle associazioni di categoria con le quali abbiamo avviato un confronto costruttivo. L’obiettivo è di individuare soluzioni che, oltre a superare il blocco dei diesel Euro 5, possano essere risolutiva anche e soprattutto nel lungo periodo».
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Politecnico di Torino ateneo internazionale: aspiranti studenti da 115 Paesi del mondo

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Confermato rispetto allo scorso anno il numero complessivo di pre-immatricolati, con quasi 19 mila test effettuati

Anche quest’anno è incoraggiante il trend dei dati che riguardano gli iscritti ai test di ammissione al Politecnico di Torino: i corsi di Ingegneria, Architettura, Design e Pianificazione Territoriale, Urbanistica e Paesaggistico-Ambientale, anche per l’Anno Accademico 2023/2024, confermano un aumento dei test erogati, che sono quasi 19.000. Le prove di ammissione sono iniziate a febbraio, come ormai tradizione da diversi anni in modo da allinearsi con le università straniere e di dare ai ragazzi e alle ragazze maggiore possibilità di fare una scelta consapevole, e si concluderanno il 31 agosto e 1 settembre per i corsi di Ingegneria, Design e Pianificazione (eccezion fatta per la laurea professionalizzante in Tecnologie per l’industria manifatturiera, la cui scadenza è il 21 settembre).

I dati sugli iscritti attestano ancora una volta la reputazione positiva dell’Ateneo a livello internazionale. Il numero degli studenti stranieri che hanno affrontato l’ammissione ai corsi triennali – quest’anno arrivato a ben il 27% del totale – cresce anche in una situazione globale complessa come quella attuale e grazie a loro è possibile compensare il trend di denatalità che ormai da anni si registra in Italia e la conseguente costante diminuzione dei neo diplomati. Aumenta anche il numero di Paesi rappresentati, che quest’anno provengono da 115 stati differenti. Sono principalmente la Turchia – che si conferma il primo paese per numero di iscritti – con un incremento superiore al 15% di pre-immatricolati rispetto allo scorso anno, l’Iran che ha triplicato la sua presenza a partire dall’anno accademico 2021/22 arrivando ad avere 634 iscritti ai test e l’India.

Si può osservare, a livello generale, che i corsi di studio più apprezzati sono quest’anno quelli legati alla rivoluzione digitale e quelli con un’impostazione fortemente interdisciplinare e trasversale nell’ambito dell’Ingegneria, mentre confermano la crescita già registrata lo scorso anno Architettura e Pianificazione Territoriale, Urbanistica E Paesaggistico-Ambientale; stabile Design e Comunicazione.

 

“Siamo molto soddisfatti di questi dati, che ci confermano la validità delle scelte coraggiose che abbiamo fatto in questi anni particolarmente difficili – commenta il Rettore Guido Saracco – ma la nostra reputazione internazionale continua a crescere, frutto anche dei numerosi accordi di collaborazione che continuiamo a sottoscrivere con le migliori università del mondo e della presenza internazionale, cominciata con l’Uzbekistan e la Cina e continuata quest’anno con l’apertura del Japan Hub a Kyoto”.

 

“Di fronte al fisiologico calo delle nascite e della conseguente diminuzione dei diplomati, particolarmente sentita in Piemonte, abbiamo risposto elevando ed attualizzando la qualità dell’offerta formativa con corsi sempre più interdisciplinari ed orientati al “learning by doing”, e progettando percorsi in cui le discipline tecniche vengono affiancate alle scienze umane e sociali per proporre nuove chiavi di lettura ed una maggiore capacità di leggere il futuro e le conseguenze del progresso tecnologico sulla società” aggiunge la Vice Rettrice per la Didattica Anita Tabacco.

Gli iscritti ai test si contenderanno i 4.992 posti disponibili per i corsi di Ingegneria, gli 85 per il corso in Pianificazione territoriale, urbanistica e paesaggistico-ambientale, i 250 per il corso di Design e comunicazione, e i 500 posti disponibili per il corso di laurea in Architettura. Questi numeri di pre-immatricolati consentiranno, quindi, di coprire tutti i posti a disposizione e garantiranno all’Ateneo di confermare il numero dei propri iscritti, considerato che tutti i corsi sono a numero programmato.

 

Sono, infine, ancora aperte fino al 14 settembre le iscrizioni al test per accedere ai 60 posti del corso di laurea professionalizzante in Tecnologie per l’industria manifatturiera, che mira alla creazione di figure tecniche di alto profilo professionale che possano essere operative rapidamente nel settore della produzione di realtà manifatturiere, rispondendo pienamente alla richiesta delle aziende, soprattutto PMI, interessate a figure professionali multidisciplinari.

 

Libri scolastici: consegne in ritardo. L’allarme dell’associazione librai di Ascom

Contro il rincaro dei libri servono più interventi a sostegno delle famiglie e l’equiparazione degli sconti ai libri di lettura. Zoppica il sistema di distribuzione dei testi. Stefania Bellitti, presidente ALI: «Tutti vogliono la libreria di fiducia sotto casa, ma come facciamo a resistere se non abbiamo margini di guadagno?»

 

La riapertura delle scuole è alle porte e, come ogni anno, è caccia ai libri. Sempre più cari e sempre più introvabili. ALI, l’Associazione dei Librai di Ascom Confcommercio, lancia il grido di allarme per le librerie torinesi, che non riescono a soddisfare le richieste a causa di tempi di distribuzione inadeguati rispetto al calendario scolastico. «In Piemonte ci sono 371 librerie iscritte alla Camera di commercio – sottolinea Stefania Bellitti, presidente di ALI, aderente ad Ascom Confcommercio Torino e Provincia – e rappresentano l’11,3% delle 3.280 imprese della filiera editoriale*. Tutti gli anni a fine estate si ripresenta il problema della consegna tardiva dei libri da parte degli editori. In un mondo che consegna qualsiasi tipo di merce il giorno dopo l’ordine non è accettabile aspettare un libro 15 giorni da parte dell’editore. Il problema viene sollevato da decenni, ma ci sembra che non ci sia mai la volontà di affrontarlo in maniera seria. La rete commerciale di vendita ha subito negli ultimi anni un calo di punti vendita e di occupati impressionante con il risultato che 13 milioni di italiani non hanno più una libreria sotto casa».

A questo si aggiunge il tema del ‘caro libri’, perché se sono gratuiti alle scuole primarie diventano un costo enorme dalle scuole secondarie in poi. La spesa media da sostenere quest’anno è di 300-350 euro, con picchi più alti per le classi prime di medie e superiori. «La scuola dell’obbligo arriva fino a 16 anni – commenta la presidente Bellitti – ma la gratuità copre solo le elementari. Come ALI chiediamo una politica seria che tenga in considerazione sia le famiglie e le scuole con i dovuti sostegni e le detrazioni fiscali, sia noi librai, che non abbiamo nessun margine di guadagno. Chi ha nella scolastica il suo core business rischia di chiudere».  La legge sul libro ha infatti fissato al 15% il tetto massimo dello sconto applicabile agli acquirenti sui libri scolastici, ma il margine che viene oggi riconosciuto dall’editore all’esercente è del 16% circa. In pratica il libraio non ci guadagna nulla.

ALI ha lanciato una serie di proposte, tra cui la detrazione fiscale per l’acquisto dei libri di testo analogamente, per esempio, alle spese mediche, la riduzione dello sconto sui libri di testo al 5% come per i libri di lettura, l’introduzione di un margine minimo fisso garantito per le librerie del 25% sui libri di testo adottati nelle scuole e la revisione dei servizi e dei tempi della distribuzione dei libri di testo riducendo al minimo il blocco estivo. «Vogliamo essere in condizione di lavorare come tutti – evidenzia la presidente Bellitti -.  Se mi serve un libro ed è disponibile devo averlo in tempi ragionevoli e devo poter avere un margine di guadagno certo. I clienti comprendono bene il valore del libraio, con cui hanno un rapporto di fiducia e apprezzano la comodità e la sicurezza di consegnare una lista e, semplicemente, tornare a ritirare i libri. Tutti vogliono la libreria di fiducia sotto casa, ma come facciamo a resistere se non abbiamo margini di guadagno?».

 

*fonte Camera di commercio di Torino