

“A RISCHIO LA RICETTIVITA’ TURISTICA DI INTERE AREE DEL PIEMONTE”
“Il regolamento sulle attività extra alberghiere che il centro sinistra ha approvato oggi in III Commissione rappresenta l’ennesimo errore di un’amministrazione incapace a cui bisognerà in futuro porre rimedio” lo dichiara il presidente del gruppo regionale del Movimento Nazionale per la Sovranità, Gian Luca Vignale.
“Il testo praticamente imposto dalla giunta Chiamparino e dall’intero Pd – prosegue Vignale – pone nuove limitazioni, aumenta gli oneri burocratici e amministrativi e innalza i costi di gestione al punto tale da mettere a rischio le strutture extralberghiere piemontesi”.
” L’extra alberghiero – tuona – in Piemonte conta oltre 6000 attività e l’anno scorso ha ospitato oltre 1,3 milioni di turisti, garantendo l’offerta turistica anche in piccole e medie realtà collinari e montane che altrimenti non avrebbero alcuna ricettività. Si tratta quindi di un settore che andrebbe difeso e potenziato e non certo limitato e imbrigliato”.
” Il Piemonte ha un numero di posti letto e quindi una capacità ricettiva e turistica inferiore rispetto ad altre regioni simili – attacca il capogruppo – . Poiché il turismo garantisce entrate economiche, nuovi posti di lavoro e quindi ricchezza al Piemonte, una giunta lungimirante dovrebbe incentivare l’offerta ricettiva regionale, alberghiera e extralberghiera, agevolandola e promuovendola il più possibile. Chiamparino e il centro sinistra invece fanno l’esatto opposto”.
Tra le misure più criticate da Vignale il numero di giorni di apertura inizialmente previsti in 180, l’obbligo di superamento delle barriere architettoniche, il dover rispettare il regolamento europeo sull’HACCP, l’obbligo di profilassi per la legionellosi, l’imposizione di volumetrie e altezze (18 metri quadri per stanza alta almeno 270 cm) che escluderanno gran parte del patrimonio abitativo montano da queste attività.
“Nei lavori in Commissione – continua Vignale – siamo riusciti, con grande fatica, a migliorare un po’ il testo, portando i giorni di apertura da 180 a 240, evitando che fino a 6 camere si fosse obbligati al superamento delle barriere architettoniche, evitando l’imposizione della tv in ogni camera da letto e levando tutta una parte di nuova burocrazia. Ma la verità è che questo testo dovrebbe essere completamente cambiato, perché penalizza un settore che l’hanno scorso ha garantito 5,6 milioni di notti, coprendo circa il 30% dell’offerta turistica regionale”.
“Continueremo – conclude Vignale – a lavorare per difendere le attività extralberghiere piemontesi, per dare nuova vitalità alle nostre vallate e garantire un’offerta turistica adeguata alla nostra regione. Ciò sarà possibile solo cambiando radicalmente un Regolamento vecchio, sbagliato, pieno di nuova burocrazia e di nuovi costi. Se i piemontesi l’anno prossimo ci faranno governare la nostra regione sarà un provvedimento a cui mettere subito mano”.
LA LETTERA “Anche a Torino e in Piemonte nasce “Rete Bianca”, il movimento politico e culturale decollato recentemente a livello nazionale che ha come obiettivo principale quello di favorire la “ricomposizione” di movimenti di base, gruppi organizzati e associazioni del mondo cattolico democratico, cattolico popolare e cattolico sociale disseminati in tutto il paese e rilanciare, al contempo, l’impegno politico dei
cattolici. Una iniziativa, ovviamente laica, che nasce dopo la presa d’atto della sostanziale irrilevanza politica dei cattolici democratici e popolari nella società contemporanea. In particolare nel dibattito politico. Una carenza di iniziativa, di ruolo e di presenza politica denunciata recentemente anche dal Presidente della Cei, cardinal Bassetti, che ha invitato i laici cattolici italiani ad intraprendere la strada dell’impegno politico senza titubanze e senza rassegnazione. Ma è l’intero associazionismo che chiede adesso un impegno politico diretto, abbandonando la tradizionale riservatezza. Nessuna riproposizione comunque della Dc o,
peggio ancora, di un partito vagamente confessionale ma l’assunzione di una iniziativa che non potrà non avere una ricaduta politica concreta nei prossimi mesi. Aperta a tutti, come ovvio, ma partendo dalla cultura di quel “cattolicesimo politico” che adesso non può più assentarsi dalla dialettica politica italiana. Rete Bianca e’ nata con questo preciso obiettivo. A livello nazionale come a livello locale. A cominciare da Torino e dal Piemonte dove è necessario assumere una iniziativa politica e culturale che da troppo tempo e’ sbiadita ed appannata. Dalle prossime settimane saranno attivate iniziative di base per illustrare questo progetto politico e culturale. A Torino e in Piemonte”.
Giorgio Merlo
Mauro Carmagnola
Giampiero Leo
“Delle tante innovazioni tecnologiche che la Città di Torino avrebbe bisogno – afferma Silvio Magliano, capogruppo dei Moderati in Consiglio comunale – sicuramente quella dell’introduzione dei droni per la festa di San Giovanni mi appare la meno adatta sia per i costi assai elevati sia per il fatto che questo evento, che rischia di non essere attuabile in caso di pioggia ed anche semplicemente di vento, rappresenta una rottura rispetto alla radicata tradizione torinese dei fuochi di San Giovanni. Sono ora ancora più preoccupato dopo le risposte ricevute da parte dell’assessore Pisano in Consiglio comunale alla mia interpellanza. Le risposte della giunta sono state, infatti, molto superficiali. Secondo l’assessore Pagano “San Giovanni è una festa le cui origini sono pagane”. Sul campo, invece, persistono, secondo me, quattro urgenti problematiche: le inadeguate garanzie di sicurezza ( la piazza dove si raduneranno i torinesi non sarà .più piazza Vittorio Veneto, come in passato, ma piazza Castello), i tempi necessari per le
autorizzazioni Enac, la variabile meteo ed i costi non esattamente quantificati, ma stratosferici (tanto che si parla di una cifra dieci volte superiore a quella messa a bilancio negli ultimi anni per i tradizionali fuochi di San Giovanni). Sull’autorizzazione Enac l’assessore Pisano garantisce che arriverà “entro novanta giorni dalla richiesta”, ma peccato che tra novanta giorni saremo a fine agosto, ben oltre la data di San Giovanni del 24 giugno “.
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“È stata comunque molto positiva – aggiunge Silvio Magliano – la votazione all’unanimità da parte dei consiglieri della maggioranza e della minoranza della mozione che ho presentato relativa al patrocinio da parte del Comune ai soli eventi accessibili anche alle persone con disabilità motoria. Le conseguenze dell’approvazione della mia mozione saranno anche pratiche. Gli eventi culturali, sportivi e di spettacolo che non saranno in grado di garantire l’assenza totale di barriere architettoniche, non potranno usufruire né di convenzioni né di contributi comunali. Non si dovranno più ripetere casi come quello del Salone dell’Auto dell’estate scorsa, quando questo principio non venne applicato. E spero possa presto essere identificato un Disability Manager, che a Torino manca da troppo tempo”.
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“Torino purtroppo – osserva il capogruppo Magliano – sta anche conoscendo forme di illegalità sempre più dilagante, a partire dai piccoli mini market, che si stanno diffondendo in molti quartieri cittadini, quali San Salvario ed altri, diventando non soltanto centro di commercio di prodotti di dubbia provenienza, ma anche veri e propri punti di concentrazione di malavita e di spaccio. Un altro problema che affligge la nostra Città riguarda la nuova collocazione del Barattolo, a proposito della quale ho presentato una seconda interpellanza consecutiva, a cui l’assessore Giusta non ha ancora dato risposta. In questo momento il mercato di libero scambio sta continuando in regime di proroga di bando, consentendo ad un unico soggetto, ViviBalon, di fare business. Il regime di illegalità sta dilagando anche nei mercati cittadini; un esempio è quello del mercato di corso Racconigi, nel tratto compreso tra via Foresto e corso Vittorio Emanuele, dove compaiono numerosi venditori abusivi”.
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“Insoddisfacenti – aggiunge Magliano – sono anche le risposte in Commissione da parte dell’amministrazione comunale in Commissione a proposito del problema della sicurezza nella Spina Reale, dove i tempi per ottenere l’installazione delle telecamere sembrano molto lunghi. Ironicamente ho proposto di usare i droni di San Giovanni per garantire la sicurezza in questa area della città”.
Mara Martellotta
Ancora una volta le ragioni costituzionali, cioè i valori e i principi della nostra Costituzione, sono al centro del dibattito politico ed istituzionale del nostro paese. Certo, mai avremmo immaginato di trovarci in una situazione del genere. Come mai avremmo pensato che la figura del Presidente della Repubblica diventasse l’oggetto della divisione verticale, e violenta, nella politica italiana. E, nello specifico, proprio la figura di Sergio Mattarella. Ora, senza ergersi a paladini del Quirinale e senza esercitarsi nella difesa d’ufficio di Mattarella, non possiamo non dire che l’attuale Capo dello Stato ha dimostrato, in tutti i tornanti decisivi del suo alto magistero – a cominciare dal come ha affrontato concretamente la difficile situazione politica che si è venuta a creare dopo il voto del 4 marzo – una feconda e rispettosa fedeltà alla prassi e al dettato legislativo scolpiti nella Costituzione. Nessuna deroga, nessuna forzatura e, soprattutto, nessun privilegio politico o di schieramento. Anzi, rispetto rigoroso e puntuale del pluralismo e delle indicazioni provenienti dal corpo elettorale. E sempre nella cornice del quadro costituzionale. Ma, in secondo luogo, quello che mi preme sottolineare in questo frangente delicato e complesso per la nostra vita pubblica, e’ che il rigoroso rispetto dei principi costituzionali – favorito dal comportamento istituzionale ineccepibile dell’attuale Presidente della Repubblica – e’ la cornice e la ragione essenziale per un rinnovato impegno politico dei cattolici italiani. Del resto, il recente appello del Presidente della Cei, cardinale Bassetti ad uscire dal letargo e dall’afasia per intraprendere e rilanciare un nuovo cammino politico dei cattolici, si intreccia anche con la necessità di far rivivere quel “cattolicesimo politico” che trova proprio nella difesa e nella promozione della Costituzione uno dei suoi principali obiettivi. Ecco perché nell’alto magistero istituzionale, concreto e quotidiano, del Presidente Mattarella noi ritroviamo anche le ragioni politiche e culturali per la riscoperta di una tradizione che è sempre stata decisiva in tutte le fasi storiche del nostro paese. Un rinnovato impegno che, adesso, non può più avere alibi per giustificare il distacco dalla vita pubblica.
“Siamo di fronte ad una vera e propria demolizione della democrazia. Il voto dei cittadini, così, non ha più senso. Siamo indignati e sconvolti per quello che sta accadendo nel nostro Paese. La Lega è pronta a governare e a scegliere ministri che facciano il bene e gli interessi dell’Italia e degli italiani e non di qualche altro paese europeo”. Così Riccardo Molinari, vicepresidente dei deputati della Lega e segretario del Piemonte del Carroccio.