POLITICA- Pagina 490

E’ Maurizio Marrone il nuovo assessore di Cirio

Il  governatore  Alberto Cirio ha nominato  Maurizio Marrone,  capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, assessore alla semplificazione e agli affari legali

Le deleghe appartenevano a Roberto Rosso, da prima dello scorso Natale in carcere accusato per voto di scambio politico mafioso.

Strategica la delega alla semplificazione, in particolare in questa fase di emergenza nella quale diventa determinante ridurre gli impedimenti burocratici.

Nel dettaglio le deleghe conferite sono: Rapporti con il Consiglio regionale, Delegificazione e semplificazione dei percorsi amministrativi, Affari legali e Contenzioso, Emigrazione, Cooperazione internazionale e Post olimpico.

“L’ingresso di Maurizio Marrone in Giunta è un tassello importante per supportare l’operato della nostra squadra di governo – spiega il presidente Cirio – E lo è più che mai in questo momento, perché la lotta alla burocrazia rappresenta uno degli strumenti strategici per affrontare la grave crisi che stiamo vivendo. La sua competenza e la lunga esperienza di amministratore, nonostante la giovane età, saranno preziose per il difficile lavoro che stiamo portando avanti”.

Nato a Milano il 12 maggio 1982, Maurizio Marrone è laureato in Giurisprudenza e dottore di ricerca in Diritto pubblico. Ha svolto l’attività professionale presso studi legali, aziende e organismi di vigilanza. Dal 2010 al 2013 è stato consigliere d’amministrazione di Ires Piemonte. Dal 2006 al 2011 è stato consigliere presso la IV Circoscrizione di Torino e dal 2011 al 2016 consigliere comunale di Torino. Dal 2014 al 2017 è stato eletto per la prima volta in Consiglio regionale, dove è stato confermato per la seconda volta nelle elezioni del 2019.

“Il mio primo pensiero nell’accogliere questo incarico di responsabilità va ai tanti, troppi cittadini, che stanno vivendo la profonda difficoltà di questa emergenza e meritano risposte concrete dalle Istituzioni – sottolinea l’assessore Marrone -. Metteremo in campo misure concrete contro ogni forma di inutile burocrazia, per la ripartenza economica del nostro Piemonte, che vogliamo diventi un esempio virtuoso di semplificazione dei procedimenti amministrativi per tutte le aziende intenzionate ad investire sul territorio: lo dobbiamo agli imprenditori che resistono coraggiosamente, ma anche a tutti quei cittadini, a partire dai meno garantiti, che rischiano di essere lasciati indietro in questa crisi sociale. Presterò, infine, tutta l’attenzione necessaria a rinsaldare i rapporti tra Giunta e Consiglio Regionale, comprese le minoranze che dimostrano senso di responsabilità e meritano il giusto coinvolgimento nelle decisioni dell’ente. Darò il massimo per meritare la fiducia che il presidente Cirio ha voluto riporre in me, insieme ai vertici del mio partito”.

Grimaldi (LUV): “Il Piemonte primo per positivi, valutare bene le prossime mosse”

“Riconoscere gli errori fatti negli ultimi due mesi: saremo gli ultimi a uscire dalla fase 1 perché non abbiamo saputo proteggere chi lavorava per noi là fuori”

Il Piemonte è ad oggi la prima regione per positivi al coronavirus in rapporto al numero di abitanti. Si tratta di 355,9 casi ogni 100mila abitanti, più del doppio della media Italiana che di 175,4. Al secondo posto c’è la Lombardia, con 342,7, seguita dall’Emilia Romagna (276,9), dalla Liguria (221,5) e dal Veneto (192,3); secondo il capogruppo di Liberi e Uguali alla Camera, Federico Fornaro “il trend di crescita nell’ultimo mese è assai preoccupante”.

“Lo stiamo dicendo da giorni – commenta Marco Grimaldi, capogruppo Liberi Uguali Verdi in Regione Piemonte – non ci potrà essere la sarà fase 2 senza avere ammesso, compreso e corretto gli errori della fase 1. Abbiamo chiesto ed ottenuto il commissariamento dell’Unità di crisi ma vogliamo che anche la Giunta regionale si prenda le proprie responsabilità. L’analisi dei dati della Protezione Civile fatta da Fornaro è impietosa: dal primo di aprile l’indice di positivi su 100.000 abitanti è cresciuto in Italia del 31,4%, mentre in Piemonte l’incremento è stato dell’83,1%, in Lombardia del 33,8%, in Liguria del 29,8%, in Veneto del 14,7% e in Emilia Romagna del 7,4%”.

Secondo Fornaro i dati sull’aumento dei tamponi spiegano solo in parte aumento contagiati in Piemonte: dal 1/4 al 25/4 in Italia il numero di tamponi x 1.000 abitanti è aumentato del 315% (da 8,97 a 28,29), in Piemonte del 436% (da 6,90 a 30,10), in Liguria del 363%, in Veneto del 272%, in Lombardia del 269% e in Emilia del 268%. I tamponi su 1.000 abitanti al 25 aprile sono stati in Italia 28,29, in Veneto 62,58, in Emilia 35,18, in Lombardia 32,50, in Piemonte 30,10 e in Liguria 26,53. “In Piemonte facciamo lo stesso numero di tamponi che nel resto d’Italia (escluso il Veneto) eppure il numero dei contagiati aumenta in modo massiccio.

“Già negli scorsi giorni abbiamo chiesto” – prosegue Grimaldi – “una presa d’atto, una comprensione piena e un superamento degli errori della fase 1. Abbiamo depositato tre atti diversi che discuteremo tra lunedì e martedì in cui chiediamo alla Giunta di fornirci valide spiegazioni sui trasferimenti dei malati Covid nelle RSA e sulla mancanza delle mascherine e dei DPI nelle strutture sanitarie e per i pazienti positivi e in isolamento domiciliare. Attendiamo le risposte – attacca Grimaldi – e speriamo che siano più esaustive delle poche che gli Assessori e l’Unità di crisi ci ha fornito nelle scorse settimane. La Giunta deve rispondere all’opinione pubblica e alle forze politiche di opposizione: siamo la Regione che, nonostante due mesi di chiusura forzata, ha di gran lunga il numero più alto di nuovi contagi e saremo gli ultimi ad uscire dalla fase 1 perché non siamo abbiamo saputo proteggere chi lavorava per noi là fuori e i più fragili che erano nelle RSA: per questo chiederemo che gli Assessori competenti facciano un passo indietro”.

Lega: “Dal Governo slogan, dalla Regione risorse vere per l’emergenza”

L’on. Riccardo Molinari (Lega) su emergenza Covid in Piemonte: “Dal Governo solo slogan, mentre la Regione stanzia risorse vere e immediate per il personale sanitario. L’assessore Icardi non si tocca”

“Siamo davvero al paradosso: il Governo Conte non ha accolto un emendamento Lega al Decreto Cura Italia che avrebbe consentito alle Regioni e alle province autonome di triplicare le risorse per la valorizzazione del personale sanitario, medico e non solo, da due mesi in prima linea a fronteggiare l’emergenza, anche a costo della vita, soprattutto nelle regioni più colpite dal Covid-19, come Lombardia e Piemonte. Al contempo da fonti governative spesso si avanzano critiche alle amministrazioni regionali, che invece sono le uniche a fare pienamente tutto quanto in loro potere”.

Così Riccardo Molinari, Presidente del Gruppo Lega alla Camera e Segretario della Lega in Piemonte, sottolinea il diverso atteggiamento del Governo Conte e dell’amministrazione piemontese guidata da Alberto Cirio.

“Da Roma solo slogan e polemiche, mentre la Regione Piemonte ha rapidamente messo in campo, con il ddl RipartiPiemonte come esplicitamente chiesto dalla Lega, risorse concrete con cui riorganizzare la ripartenza dei diversi comparti produttivi. 800 milioni di euro per sostenere imprese, lavoratori e famiglie, di cui 55 milioni di euro per il nostro personale sanitario, per integrare stanziamenti governativi assolutamente inadeguati a far fronte alla situazione”.

Netta poi la presa di posizione dell’on. Riccardo Molinari a sostegno del lavoro sin qui svolto dall’assessore alla Sanità Luigi Icardi: “Sappiamo bene in che condizioni il centro sinistra a guida Chiamparino ha lasciato la sanità piemontese, sul fronte ospedaliero come territoriale.
L’Assessore Icardi ha fatto l’impossibile per far fronte all’emergenza: chi ne chiede le dimissioni si faccia prima un esame di coscienza e sappia che Icardi non sarà il capro espiatorio di un sistema sanitario indebolito da anni di tagli imposti da Roma e scelte sbagliate fatte a Torino, con protagonisti che hanno nomi e cognomi noti, e che non sono di certo Luigi Icardi”.

Ruffino (Fi): “La fase 2 si gioca sui trasporti pubblici”

Bene hanno fatto i sindaci delle aree metropolitane a esigere indicazioni chiare, possibilmente prescrittive, per organizzare la ripresa della mobilità urbana, punto cruciale per il successo della fase 2. La questione è complessa ma decisiva:

il numero dei passeggeri su una carrozza della metro o sul bus non è una variabile indipendente ma è strettamente connesso agli orari del lavoro, quindi più flessibile sarà l’orario in ufficio e in fabbrica, meglio si potranno organizzare i trasporti pubblici urbani.

Questione altrettanto rilevante riguarda il trasporto pubblico interurbano. I lavoratori e gli studenti di un Comune, penso al mio Giaveno, che devono raggiungere,la fabbrica o la scuola in un paese vicino, in che numero potranno accedere sugli autobus o sui treni locali? Chi è che certifica la sanificazione del mezzo a fine corsa e, soprattutto, a fine giornata? Sono questioni sulle quali il governo deve dire una parola chiara, come pure la Regione, titolare della concessione del servizio. Per questi motivi è indispensabile che il sindaco dell’area metropolitana convochi il Consiglio non appena il governo avrà messo a punto la disciplina di trasporto.

on. Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia

FdI: “Rimodulare fondi europei per turismo e commercio”

Paolo Bongioanni chiede la rimodulazione dei  Fondi Europei per reperire risorse a sostegno  dell’economia del turismo e del commercio, in seguito alla crisi epidemiologica Covid-19.

 

Il Consigliere Regionale Paolo Bongioanni ha presentato un ordine del giorno di richiesta per la rimodulazione, presso l’Autorità di Gestione, dei fondi europei PITEM e PITER alla luce della crisi economica conseguente quella epidemiologica. L’ordine del giorno, il numero 245, andrà in discussione in aula martedì 28 aprile 2020.  

Il testo verte sulla richiesta di un impegno alla Giunta di intervenire immediatamente al sostegno della impresa turistica e del terziario, con la rimodulazione dei fondi europei, da destinare  sia ad un sostegno economico diretto sia modificando i momenti formativi previsti all’interno degli stessi progetti,  indirizzandoli  alla formazione del personale che dovrà provvedere alle procedure di sanificazione e di rispetto di un non facile protocollo obbligatorio nel momento della riapertura.

“Il sistema del turismo e della sua filiera, partendo dall’albergazione e dalla ricettività nelle sue varie accezioni, per passare alla ristorazione, (che in Regione Piemonte è una delle risorse più importanti in quanto il nostro territorio può a ragione essere considerato la capitale italiana dell’enogastronomia), per arrivare all’ospitalità veloce dei bar e ancora alle professioni turistiche,  è  sicuramente  il settore più penalizzato perché, com’è già stato ribadito più di una volta, è un sistema che vive sul denaro circolante, sul cash flow, e che non è in grado di vivere con un’interruzione brusca della liquidità, non è  strutturato per farlo ed anche se può attraversare momenti di massima e di minima non può reggere una situazione come questa che rischia di portare al totale collasso la nostra piccola e media impresa turistica, componente importantissima dell’ossatura e struttura portante dell’economia dell’intero Piemonte” dichiara il Consigliere Bongioanni.

“In questo momento il Governo, oltre a roboanti proclami di interventi multimiliardari, non ha ancora erogato un solo euro a fondo perduto, ma continua ad aggiungere debito a debito,  e la “strombazzata potenza di fuoco dei 400 miliardi”  alla quale la maggior parte delle PMI non potrà accedere, non è un’iniezione di liquidità, ma vede furbescamente lo Stato non versare un solo euro, ma  mettere in sicurezza proprio il gettito fiscale annuo attraverso un’operazione di factoring con le banche. Le imprese turistiche chiedono risposte certe e hanno bisogno di denaro liquido, hanno bisogno di finanziamenti a fondo perduto, di soldi veri e facili da ottenere a dispetto della imperante burocrazia o, in alternativa chiedono non potendo tenere aperto, a fronte di zero incassi, di avere zero spese e quindi l’abbattimento delle accise, dei contratti assicurativi, degli affitti e di qualunque altra spesa assimilabile. Bisognerà intervenire per rimodulare  i protocolli, per evitare la morte della impresa turistica; è  quindi necessario studiare una riapertura intelligente nonostante gli enormi sforzi fatti dal Presidente Cirio per trovare delle risorse da immettere su questo mercato, e  ne ha trovate tante, queste ultime potrebbero essere ancora non sufficienti, anche alla luce di altre problematiche che vengono sollevate, quali il rischio civile e penale  nel quale portrebbero incorrere i titolari delle aziende, la necessità di formare il personale al nuovo “sistema” di lavoro, la necessità dopo mesi ad incasso zero di dotarsi di mezzi di sanificazione e DPI. Uno spiraglio concreto, per attingere a risorse oggi indispensabili,  sono i fondi europei: progetti PITER e PITEM in primis che bisogna immediatamente rimodulare e declinare alle attuali emergenze, sia in termini di erogazione di liquidià, sia per quanto concerne la formazione, inoltre bisogna esigere dall’Europa il pagamento immediato delle spese già sostenute dai singoli partner per i progetti ALCOTRA.  E’ questa una delle poche strade per recuperare fondi indispensabili per la sopravvivenza del nostro strordinario tessuto imprenditoriale messo in ginocchio dall’epidemia”

Il centrosinistra nomina, il centrodestra strilla

Certo, il Movimento 5 Stelle è riuscito a piazzare qualcuno dei suoi ma ha sorpreso soprattutto il successo ottenuto dal partito guidato da Travaglio, attraverso il Fatto Quotidiano, che ha imposto le sue candidature al di là delle preferenze dei pentastellati ufficiali…

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Il centrosinistra nomina, il centrodestra strilla

Autonomie e Ambiente: “Regioni e territori ripartano in autonomia”

Antonomie e Ambiente, la formazione alla quale appartengono alcuni movimenti regionalisti ed autonomisti (Patto per l’Autonomia- Friuli Venezia Giulia, Patrie Furlane, Patto per l’Autonomia – Veneto, Pro Lombardia Indipendenza, Alpe Valle d’Aosta, Movimento Siciliani Liberi, Comitato Libertà Toscana) e di cui fa parte anche il Comitato Autonomia Piemont, in qualità di osservatore, ha elaborato un documento che è stato diffuso nei giorni scorsi, nel quale si chiede che regioni e territori possano partire in autonomia e che si riporta integralmente:

 

“Ovunque si siano consolidate e diffuse buone pratiche di cura domiciliare del coronavirus (evitando quindi che i contagiati si aggravino irreparabilmente e finiscano ad affollare gli ospedali) e dove si è ragionevolmente certi che la circolazione del virus sia rallentata, è  arrivato il tempo di far ripartire la vita quotidiana.

Chiediamo che ogni regione, ogni territorio, ogni comunità, ogni impresa, ogni scuola, che siano riuscite a organizzarsi con pratiche di distanziamento e con dispositivi di protezione individuale, possano riaprire con i tempi e le modalità che ritengono più opportune, secondo protocolli pubblici, largamente condivisi e continuamente correggibili e perfettibili sulla base della vigilanza quotidiana delle diverse situazioni. Senza fare polemiche su come si è risposto a una situazione che ha colto tutti impreparati, è arrivato il momento di restituire alle regioni, alle comunità, alle famiglie, alle imprese, le proprie responsabilità. Si è francamente esagerato con proibizioni generalizzate (come quelle contro le passeggiate solitarie). La difesa delle libertà individuali, in questa nuova fase, deve tornare ad essere al centro della preoccupazione di tutti. Da questo punto di vista, siamo molto preoccupati dall’enfasi che si dà a strumenti di controllo centralizzati, come la “app unica nazionale”. Si deve anche porre fine all’interventismo prefettizio e le autorità locali, che rappresentano direttamente le loro popolazioni, devono vedersi restituita la giusta autonomia d’azione”.

La politica e le soluzioni per la ripresa

Saremmo alla vigilia di un golpe. Il novello Peron sarebbe il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Francamente non ce lo vedo. Se poi si sostiene che le novelle camicie nere pronte a marciare su Roma sono quelli del PD, la cosa più che inverosimile mi pare una grande buffonata.

Mandanti? Ovviamente la  Germania che dopo aver comprato la Grecia vuole comprarsi l’Italia in modo molto semplice : farla ulteriormente indebitare e comprarsi il Colosseo, la Mole Antonelliana ed il Duomo di Milano e tutta Venezia a prezzi di saldo.

Forse non è la Germania che
ha scatenato il Corona 19, ma sicuramente ha già fatto i conti. E chi più ne ha più ne metta.
Concretamente non è mai colpa di noi italiani che forse, dico forse, non abbiamo mai colpe ed
abbiamo governato il nostro paese negli ultimi 40 anni in modo irreprensibile.

Nel mentre la Giunta del Piemonte ha deciso: denuncerà per diffamazione Reporter. Contenti
loro contenti tutti.

Basta che non si produca in boomerang per i querelanti. Ho cari amici in giunta che nulla
possono della nomina di Icardi ad assessore alla Sanità. Lo stesso Cirio poco ne può. Gli ordini
arrivano direttamente da Matteo Salvini in tempi nei quali era impossibile dirgli di no. Un Matteo
Salvini sotto tono, sembra quasi che voglia passare il testimone del comando a Giorgia Meloni
con La Russa, da buon gufo, che gongola: magari faccio il numero due. Ma intanto la durezza
dei numeri è impietosa, il Piemonte è al secondo posto dopo la Lombardia e la provincia di
Torino ha superato la provincia di Bergamo. E come si sa Matteo Salvini ha mandato a casa
Maroni ancora troppo amico di Umberto Bossi mettendo un suo fedelissimo come Fontana.

E se quelli del Piemonte possono dire siamo appena arrivati, in Lombardia non c’è santo che
tenga, istituite le regioni quelli di Sinistra non hanno mai toccato boccino. Fortuna che c è Zaia.
Fortuna sicuramente per i veneti, ma anche per noi piemontesi decisamente  oggi in difficoltà.

Ci dimostra che, almeno in questo caso il problema non è politico ma di competenza e di
conseguente scelta dei collaboratori. Se n’è accorto anche Cirio, forse in ritardo, ma come si
dice, meglio tardi che mai. Altro fattore: ci sono due livelli di informazione. L’ufficiale e quella
sotterranea. Su questo siamo in continuità con il passato. La prima: quasi tutto sottoscritto. La
seconda: pensando solo a potenziare le terapie intensive si è tralasciata una politica di tamponi
a tappeto. Ed è qui che casca l’ asino. Il Piemonte ha fatto come la Lombardia ed ha sbagliato, il
Veneto, l’Emilia Romagna e la Toscana hanno fatto l’ opposto ed hanno fatto bene. Un cambio di
passo sembra averlo fatto Cirio. Dopo la scelta dell’ex Ministro Fazio ha addirittura arruolato il
prof Paolo Vineis, epidemiologo di fama internazionale. E Icardi mastica amaro.

Cambio di passo e soprattutto cambio di metodo, finalmente Cirio, assumendosi le sue
responsabilità sceglie lui. Il 4 di maggio è dietro l’angolo e come si dice, quando ci si è bruciati
con l’acqua calda si ha paura anche dell’acqua fredda. Sia ben chiaro, sono assolutamente d’ accordo sulla riapertura senza e senza ma .

Ma sono d’accordo su una apertura controllata,
monitorata e gestita. La Regione, magari attraverso l’ assessore al Lavoro  dovrà coordinare le forze preposte al controllo e verifica delle condizioni
di sicurezza.

Gli strumenti ci sono come ad esempio l’Arpa. Compito tutt’altro che semplice.
Un conto controllare le attività produttive dai 200 dipendenti in su. Un conto controllare attività sotto i
15 dipendenti, che sono la stragrande maggioranza. Intanto la magistratura non molla ed indaga
sulla gestione delle case di riposo per anziani. Anche qui molto dovrà cambiare.
In particolare il problema dei costi. Generalmente sono Coop sociali e di servizi che gestiscono
il servizio dalle pulizie all’assistenza sanitaria. Comprimere i costi vuol dire anche, se non
soprattutto, sottopagare i lavoratori in alcuni casi non qualificati per i servizi che debbono fare.

Impossibile aumentare le rette mensili per gli ospiti. Unica soluzione  è prevedere un
contributo pubblico. Sperabile che in questi 37 miliardi che dovrebbero arrivare dall’Europa siano
contemplati anche  contributi necessariamente a fondo perduto. Dunque controlli da una
parte e contributi dall’altra.

In qualche modo reinventarsi, sperando nella nostra intelligenza per far sì che anche il
coronavirus sia un’ occasione e non solo una disgrazia.

Patrizio Tosetto

Fca, Prc: “Basta continuare a subordinare la salute ai profitti!”

“La FCA ha comunicato a governo e sindacati che riaprirà parzialmente diversi stabilimenti senza nemmeno aspettare il 4 maggio, data in cui terminerebbe il lockdown, con la semplice autorizzazione dei prefetti. O peggio con il silenzio assenso vero vulnus del decreto che ha per larga parte vanificato il lockdown”.

Parliamo di grandi stabilimenti come Sevel di Atessa (Ch), Melfi, Mirafiori, Pomigliano e Termoli che si aggiungeranno alle tantissime aziende che nella fase 1 hanno continuato a lavorare con e senza deroghe, con gravi effetti sulla salute dei lavoratori e vanificando gravemente gli sforzi contro la diffusione del contagio.
FCA non fa produzioni essenziali. Non si capisce perché debba riaprire prima degli altri. E i suoi stabilimenti sono realtà talmente importanti che non si può far finta di non accorgersi che hanno inviato la comunicazione. Riteniamo quindi doveroso che i Prefetti neghino l’assenso alla riapertura e che dal governo arrivino parole chiare in proposito. Sappiamo che FCA è un colosso e che la famiglia Agnelli-Elkann controlla una corazzata giornalistica che la politica teme ma la Repubblica è nata grazie ai sacrifici di coloro che seppero dire no al fascismo e al padronato che lo sosteneva. L’articolo 32 della Costituzione viene prima della prepotenza di una multinazionale.
In questo caso è spudoratamente chiaro che si apre per ragioni di mercato e in totale spregio del fatto che siamo ancora in piena emergenza e della mancanza delle condizioni base per evitare una ripresa della pandemia da cui si fa fatica ad uscire.
Si mettono in moto centinaia di migliaia di persone quando manca ancora un piano trasporti senza il quale l’affollamento dei mezzi pubblici li trasformerebbe in formidabili diffusori del contagio.
Non c’è un piano del governo per uno screening necessario per individuare gli asintomatici e le persone che restano contagiose, lasciando che le regioni procedano con misure diverse e che persino le aziende effettuino test a propria discrezione.
Mancano ancora linee guida nazionali certe ed esigibili che evitino il “liberi tutti” della prima fase, rimane gravissima la carenza di test e tamponi e soprattutto non c’è chiarezza sul sistema dei controlli che richiederebbe un piano di assunzioni per renderlo attuabile realmente.
Può il governo esercitare un rigore poliziesco verso il cittadino che esce per fare la spesa o per far pisciare il cane e tollerare che una grande multinazionale con sede legale all’estero ignori le norme a proprio piacimento?
Basta continuare a subordinare la salute ai profitti!
Maurizio Acerbo, segretario nazionale Prc
Antonello Patta, responsabile lavoro Prc
Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

Valle (Pd): “La Regione utilizzi i laboratori di Rivoli, Pinerolo e Susa”

“Si impieghino per i tamponi, non come centri di spedizione”

Torino 23 aprile 2020 – “Il Presidente Cirio ha più volte ribadito in questi mesi che sui tamponi la principale difficoltà riscontrata ha riguardato i pochi laboratori di analisi disponibili. Apprendiamo, tuttavia, che rispetto alla questione analisi dei tamponi, su cui il Piemonte continua ad andare al rallentatore, ci sono 3 laboratori di analisi, nello specifico quelli di Rivoli, Susa e Pinerolo, che, attualmente, vengono utilizzati come semplici centri di spedizione, nonostante sarebbero perfettamente in grado di analizzare i tamponi come hanno dimostrato nella prima fase dell’epidemia (fino al 3 aprile). Questo accade, come segnala FP Cgil, per la mancanza dei reagenti che invece nei laboratori di analisi privata non mancano. Perché non utilizzare a pieno regime questi laboratori e i relativi oltre 70 tecnici, invece di delegare il servizio a strutture private? Chi e come sta distribuendo i reagenti? E pensare che, in tempi non sospetti, Forza Italia, il partito dello stesso presidente Cirio, si è fortemente opposta alla razionalizzazione dei laboratori di analisi salvo poi, una volta al governo, non utilizzarli, preferendo invece appoggiarsi al privato”.

Daniele Valle  Consigliere regionale del Gruppo del Partito Democratico