POLITICA- Pagina 490

La goliardia e la Dc

Ormai è un fatto quasi scientifico. Quando si evoca oggi la Dc, dopo anni e lustri di criminalizzazione politica, giornalistica, culturale, editoriale e televisiva, di norma c’è una lettura caricaturale, goliardica se non addirittura carnevalesca di quella storica esperienza politica. Tutti si sentono simpaticamente democristiani, quasi tutti apprezzano lo stile e la prassi dei vecchi democristiani, molti ne esaltano la qualità e addirittura le virtù di quella classe dirigente. Fatto questo tributo, però, se appena qualcuno ne accenna maldestramente ad una riproposizione nell’attuale contesto politico italiano, seppur in forma aggiornata e rivista, arrivano con una prontezza immediata i siluri contro una simile esperienza e un progetto politico neo o post democristiano.
Insomma, la Dc va benissimo, anzi addirittura e’ oggetto di celebrazioni e di ricercata convegnistica ai massimi livelli. Più si celebra e si commemora e meglio è. Come ha dimostrato l’ultima piroetta politica del nostro Presidente del Consiglio ad Avellino. Ad una condizione, pero’: che il tutto rimanga nell’alveo della caricatura, dello scherzo, della nostalgia comica e del divertimento nei salotti televisivi e dei commenti giornalistici. Cosi c’è la possibilità di invitare il Cirino Pomicino di turno accompagnato dall’indimenticabile inno del Biancofiore e fare allegramente quattro battute e due risate su quel partito che tutti carnevalescamente rimpiangono ma che quasi tutti politicamente respingono e ripudiano.
Ora, e’ abbastanza semplice arrivare ad una persin banale conclusione. E cioè, i cultori e i critici più spietati della esperienza della Democrazia Cristiana e della presenza politica organizzata dei cattolici democratici e popolari non sono affatto spartiti ne’, tantomeno, hanno cambiato opinione. Semplicemente hanno trasformato la loro critica politica spietata e senza appello in una sorta di simpatica e gioviale rilegittimazione caricaturale e nostalgica. Atteggiamenti, entrambi, che sono comunque accomunati da un filo rosso: e cioè, quell’esperienza politica, culturale, di governo non potrà essere portata ad esempio e come modello per guidare un grande paese come il nostro. E’ il vecchio vizio illuministico e giacobino della cultura dominante della politica italiana che storicamente individua nei cattolici una riserva importante per la società ma non abilitata a governare un paese come il nostro.
Giorgio Merlo
ca. Tutti si sentono simpaticamente democristiani, quasi tutti apprezzano lo stile e la prassi dei vecchi democristiani, molti ne esaltano la qualità e addirittura le virtù di quella classe dirigente. Fatto questo tributo, però, se appena qualcuno ne accenna maldestramente ad una riproposizione nell’attuale contesto politico italiano, seppur in forma aggiornata e rivista, arrivano con una prontezza immediata i siluri contro una simile esperienza e un progetto politico neo o post democristiano.
Insomma, la Dc va benissimo, anzi addirittura e’ oggetto di celebrazioni e di ricercata convegnistica ai massimi livelli. Più si celebra e si commemora e meglio è. Come ha dimostrato l’ultima piroetta politica del nostro Presidente del Consiglio ad Avellino. Ad una condizione, pero’: che il tutto rimanga nell’alveo della caricatura, dello scherzo, della nostalgia comica e del divertimento nei salotti televisivi e dei commenti giornalistici. Cosi c’è la possibilità di invitare il Cirino Pomicino di turno accompagnato dall’indimenticabile inno del Biancofiore e fare allegramente quattro battute e due risate su quel partito che tutti carnevalescamente rimpiangono ma che quasi tutti politicamente respingono e ripudiano.
Ora, e’ abbastanza semplice arrivare ad una persin banale conclusione. E cioè, i cultori e i critici più spietati della esperienza della Democrazia Cristiana e della presenza politica organizzata dei cattolici democratici e popolari non sono affatto spartiti ne’, tantomeno, hanno cambiato opinione. Semplicemente hanno trasformato la loro critica politica spietata e senza appello in una sorta di simpatica e gioviale rilegittimazione caricaturale e nostalgica. Atteggiamenti, entrambi, che sono comunque accomunati da un filo rosso: e cioè, quell’esperienza politica, culturale, di governo non potrà essere portata ad esempio e come modello per guidare un grande paese come il nostro. E’ il vecchio vizio illuministico e giacobino della cultura dominante della politica italiana che storicamente individua nei cattolici una riserva importante per la società ma non abilitata a governare un paese come il nostro.
Giorgio Merlo

A San Mauro nasce il Patto Civico

A San Mauro Torinese è nato un Patto Civico per contrastare preparare la successione all’attuale amministrazione comunale pentastellata. L’idea parte dalla considerazione che a San Mauro le liste civiche sono una realtà molto sviluppata e, se avessero unito le forze, nell’ultima consultazione sarebbero andate quanto meno al ballottaggio.

L’accorso riguarda Impegno per San Mauro, San Mauro Domani, Due Ponte ed Alternativa Democratica e ha lo scopo di preparare un programma per le prossime elezioni che si terranno nel 2021.

“Questo programma – dice Ugo Dallolio, past sindaco e leader di Impegno per San Mauro – dovrà essere frutto di tutti i suggerimenti dei cittadini sanmauresi e delle associazioni presenti sul territorio, utilizzando le competenze che ci sono in città”.

Di qui una serie di incontri che verranno effettuati con le diverse realtà di San Mauro nel prossimo futuro.

Massimo Iaretti

Ravetti, Pd: “Davvero Icardi vuole modificare la delibera sulla rete ospedaliera?”

IL CAPOGRUPPO DEM: “COME? QUANDO?”

“In  prima commissione l’Assessore alla Sanità Icardi ha posto una questione fondamentale sulla gestione del sistema sanitario piemontese, facendo riferimento alla proiezione del disavanzo prevedibile per fine anno con una cifra di circa 200 milioni di euro” ha spiegato il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Domenico Ravetti.

“Al fine di riportare in equilibrio i bilanci delle Aziende Sanitarie Regionali – ha proseguito Ravetti – l’Assessore ha dichiarato di avere offerto ai Direttori Generali precise indicazioni utili al contenimento dei costi. Affronteremo in una prossima Commissione i dettagli di tali indicazioni. Nel frattempo registriamo le intenzioni di Icardi sulle inefficienze del sistema che, a suo dire, sono dovute anche a “doppioni” nella rete ospedaliera che determinerebbero l’obbligo di rivedere la DGR n. 1/600 (e le successive modifiche o integrazioni). Ricordo che la delibera n.1/600 è l’atto programmatorio fondamentale che assegna ad ogni ospedale non solo le specialità, ma anche il numero dei posti letto per ciascuna delle stesse”.

“Se alimentassimo il dubbio, così come capitava all’opposizione durante la scorsa legislatura, diremmo che a “doppioni e inefficienze” corrisponde la “politica dei tagli ai servizi”. Evitiamo pregiudizi di qualsiasi genere, ma chiediamo con forza alla Giunta di produrre un documento per capire in quale direzione si sta andando” ha concluso il Presidente Ravetti.

Dibattito rovente in Sala Rossa sulla vicenda dell’ex portavoce della sindaca

Dall’ufficio stampa di Palazzo Civico
Oggi in aula un dibattito acceso sugli  elementi trapelati sui giornali  a proposito della vicenda giudiziaria dell’ex portavoce della sindaca, Luca Pasquaretta. Su richiesta dei consiglieri Lo Russo, Foglietta (Pd) e Magliano (Moderati), Appendino è intervenuta in Sala Rossa, all’inizio dei lavori del Consiglio Comunale.


La sindaca ha spiegato come nel merito della questione sulle responsabilità giuridiche si esprimeranno le autorità competenti. Appendino ha spiegato che come già affermato in precedenza non vi è stato alcun ricatto nei suoi confronti da parte dell’ex portavoce e il confronto con il carteggio delle indagini lo conferma.
La sindaca ha affermato che l’ex portavoce chiese una maggiore retribuzione, ma l’inquadramento lo impediva. Riguardo un eventuale impiego di Pasquaretta presso una società partecipata dalla Città, Appendino ha ribadito la propria netta contrarietà come già dichiarato negli interrogatori, definendo falso quanto è stato detto in merito.
La sindaca ha affermato che non appena è giunta la notizia di imputazione di reato ha interrotto ogni rapporto professionale e privato con Pasquaretta. Dal momento in cui ha iniziato a maturare la decisione di lasciare l’incarico si è valutato l’impiego in staff politico dell’ex portavoce.

E’ seguito un dibattito al quale sono intervenuti i seguenti Consiglieri comunali:

ll capogruppo di Forza Italia Osvaldo Napoli ha dichiarato che la situazione è “fantozziana” e che comunque non compete ai consiglieri decidere se si è consumato un reato. Si è letto di tutto – ha aggiunto – ma se vi è stata una richiesta di assunzione a un ente pubblico si tratta di un fatto molto grave.

Anche il capogruppo PD Stefano Lo Russo ha ribadito che non interessa discutere in aula i risvolti penali, ma le questioni di etica politica: in particolare, se sia stata contattata Iren e se l’assessore Sacco si sia attivato per far assegnare consulenze pubbliche o private a Pasquaretta.

Silvio Magliano (Moderati) si è domandato se la sindaca non provi imbarazzo e come mai non abbia mai domandato scusa alla sua maggioranza e ai cittadini per le scelte fatte: è stato fatto un danno enorme alla città – ha detto – e prima o poi arriverà la resa dei conti politica.

La capogruppo del M5S Valentina Sganga ha respinto i tentativi di mettere tutti sullo stesso piano, rifiutando di prendere parte al gioco del gossip per colpire l’una o l’altra parte politica, metodo estraneo al Movimento. Sganga ha ricordato che la maggioranza consiliare, unanime, definì pubblicamente inopportuno il comportamento di Pasquaretta sin dall’emergere della vicenda. Sia l’ex capo di gabinetto Giordana che Pasquaretta sono stati giubilati senza attendere l’esito delle indagini, con una severità che va rivendicata. Questo, secondo la capogruppo M5S, non lo possono rivendicare i moralizzatori a giorni alterni che accusano il M5S di incompetenza, mentre quest’ultimo è stato un argine contro manovre mosse da interessi personali, Questa amministrazione, ha concluso Sganga, deve sgombrare il campo da qualsiasi dubbio, vale per i consiglieri di maggioranza e opposizione, per gli assessori, per la sindaca e per i dirigenti comunali, ma è inaccettabile che si getti discredito sulla macchina amministrativa.

A nome del Gruppo misto di minoranza – Connessione civica, Marina Pollicino ha esordito dicendo che dai resoconti dei giornali emerge un mondo notturno degno di un romanzo di Fruttero e Lucentini: i più stretti collaboratori della sindaca erano stati da lei scelti senza confronto con la maggioranza e senza valutazioni preventive. E il fatto che definisse il suo “pitbull” il capo ufficio stampa, ha sottolineato Pollicino, è indicativo della sua idea di rapporto con i media e i consiglieri. La vicenda, ha un rilevo tale da non poter passare sotto silenzio, la sindaca deve valutare con atteggiamento critico e autocritico le conseguenze delle sue scelte chiarire.

Francesco Tresso (Lista Civica per Torino) si è detto non interessato dal gossip, ritenendo però grave le conseguenze di alcune scelte che erano state della sola sindaca e che danneggiano l’immagine della città. Persone con ruoli importanti nella cosa pubblica si pensa siano di qualità e capaci di fare squadra, i due più stretti collaboratori scelti dalla sindaca sono poi stati da lei allontanati, ha evidenziato Tresso, per motivi di basso lignaggio. Tresso ha poi notato che molti professionisti guadagnano meno della cifra che scontenta l’ex capo ufficio stampa, il quale anche dopo l’allontanamento si voleva tenere nello staff. Fino al decorso processuale non si potrà dire se la sindaca si sia spesa o meno per Pasquaretta verso le società amministrate, ma la stessa maggioranza, chiedendo intervento di assessore Sacco, fa emergere un quadro di solitudine della sindaca, la quale, ha detto Tresso, dimostra la sua mancanza di carisma

È necessario parlare di cosa è successo dopo le dimissioni di Pasquaretta – ha affermato Alberto Morano (Lista Civica Morano) – e sapere se la sindaca abbia chiesto all’assessore Sacco di occuparsene, oppure se lo abbia autorizzato o abbia tollerato che se ne occupasse.

Per Eleonora Artesio (Torino in Comune) sarebbe necessario conoscere meglio le carte processuali, ma è comunque doloroso vedere coinvolta la sfera personale della sindaca, anche se non si è mai registrata una tale ingerenza politica di un consorte nella vita politica di un sindaco. C’è poi un problema di terzietà e fiducia nei vertici dell’Amministrazione – ha concluso.

Deborah Montalbano (DemA) ha affermato che tutti si erano accorti che la consulenza di Pasquaretta per il Salone del Libro era fittizia e che il M5S non ha agito diversamente da chi ha governato prima e che quindi i suoi consiglieri dovrebbero dimettersi.

Nella replica, la sindaca Chiara Appendino ha specificato che sin dall’inizio Pasquaretta le rappresentò più volte che desiderava un riconoscimento economico maggiore e che se ne era discusso più volte, ma che né lei né la Giunta si sono mai adoperate in tal senso. Ha quindi ribadito di avere la massima fiducia nella Magistratura e ha auspicato che ora si possa tornare a discutere di questioni che interessano tutta la collettività.

Ha quindi preso la parola l’assessore al Commercio Alberto Sacco, che ha spiegato di aver seguito la vicenda del Parco Dora e di non essere mai stato sentito né chiamato per un’intercettazione che risale a due anni fa, che riguardava un evento da 10mila euro a cui il Salone dell’Auto aveva rinunciato.

Alberto Morano (Lista Civica Morano) si è domandato a cosa mirasse l’intervento di Sacco: a prevenire domande della Maggioranza?

Valentina Sganga (M5S), ringraziando l’assessore Sacco, ha confermato che si è trattato di una richiesta della Maggioranza per fare chiarezza.

La replica dell’assessore Sacco è stato un errore politico, secondo Osvaldo Napoli (Forza Italia), e – per lui – la questione riguarda soltanto il Movimento 5 Stelle.

Lo Russo è intervenuto ricordando come fossero state poste questioni politiche e non giudiziarie, l’intervento dell’assessore Sacco – su richiesta non ufficiale della capogruppo M5S – crea dubbi sul sereno svolgimento del suo ruolo assessorile. L’argomento affrontato oggi dall’ assessore non era ammissibile in aula in questi termini, ha detto Lo Russo, sollevando un problema di opportunità politica chiedendosi polemicamente se i consiglieri di maggioranza sono certi che ci sia sufficiente serenità da parte di questa amministrazione per governare Torino. Il capogruppo ha inoltre lamentato di non avere avuto risposte a domande precise.

Infine, Marina Pollicino (Con.Ci.) ha ricordato che per la questione del Salone dell’Auto è stato rimosso solo il vicesindaco Montanari.

Cavallerizza, FDI: “Esposto alla Corte dei conti per danno erariale”

 MONTARULI-MARRONE : “PATRIMONIO UNESCO IN BALIA DEI CENTRI SOCIALI GRAZIE A 5S E CSX. ORA SERVONO FONDI PER RICOSTRUIRE”

“Era già andata a fuoco nel 2014, ma in questi cinque anni centrosinistra e grillini hanno preferito continuare ad abbandonare la Cavallerizza reale in balia dei centri sociali e ora abbiamo un nuovo rogo proprio nella parte occupata delle ex stalle, una vergogna”. Vanno all’attacco Augusta Montaruli, parlamentare di Fratelli D’Italia, e Maurizio Marrone, capogruppo FDI in Regione Piemonte, dopo il rogo che all’alba ha distrutto parte della residenza patrimonio dell’Unesco. “Il patrimonio storico e artistico di Torino non è un giocattolo di proprietà grillina e dei loro amici antagonisti, sodali di tanti cortei – rincarano Montaruli e Marrone -. Siamo pronti a scommettere che nemmeno di fronte a questo ennesimo scandalo i cinque stelle disporranno lo sgombero, che noi chiediamo continuamente dal primo giorno di occupazione abusiva”.  “Per questa ragione – proseguono – presenteremo immediatamente un esposto alla Corte dei Conti per danno erariale, così la Giunta Appendino e la ex Giunta Fassino dovranno assumersi le proprie responsabilità di tasca propria di fronte ai cittadini e all’Unesco”. “Intanto, però – conclude Montaruli -, chiediamo al Governo di destinare fin da subito i fondi per la ricostruzione. Questa mattina abbiamo già depositato un’interrogazione al Ministro”.

Radicali: in sciopero della fame contro il fine processo mai

Riceviamo e pubblichiamo

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Conferenza Stampa lunedì 21 alle ore 12.

L’Associazione radicale Adelaide Aglietta e il movimento nazionale Radicali Italiani aderiscono allo sciopero indetto dall’Unione delle Camere Penali dal 21 al 25 di Ottobre. Per questi 5 giorni é stata proclamata un’astensione generale degli avvocati dai processi con lo scopo di protestare a gran voce contro l’ormai prossima entrata in vigore della disciplina sulla sospensione della prescrizione dopo la sentenza di primo grado in poi.
I Radicali Italiani e la loro segreteria Silvja Manzi, sosterranno la protesta in questione con uno sciopero della fame a cui aderiranno attivisti e attiviste radicali anche piemontesi.
I coordinatori dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta, Patrizia De Grazia, Igor Boni, e Daniele Degiorgis dichiarano: “Questa nuova disciplina é inaccettabile perché si tratta di un vero e proprio sequestro di persone indagate da parte dello Stato. È inconcepibile infatti che qualcuno debba rimanere sotto processo per anni o addirittura per decenni, aspettando una sentenza che potrebbe essere di condanna quanto di assoluzione. Siamo tutti d’accordo sulla necessità di ridurre al più presto le tempistiche dei processi, ma non attraverso un provvedimento irresponsabile, demagogico e assolutamente irrispettoso dei diritti costituzionalmente garantiti, tra cui l’art. 111 in cui si afferma che la legge garantisce la ragionevole durata dei processi. Per questo motivo l’associazione aderisce allo sciopero della fame nazionale, in supporto alla legittima protesta delle Camere Penali”
La conferenza stampa convocata dall’Associazione radicale Adelaide Aglietta si svolgerà alle ore 12 di Lunedí 21 ottobre in via San Dalmazzo 9/bis (Torino)

Clima, Grimaldi (LUV): “La realtà prende a schiaffi il negazionismo”

“Le regioni del Nord lascino perdere la secessione mascherata e chiedano un intervento straordinario per il Nord a Governo e UE”

“Gli esponenti della maggioranza si sono resi conto di ciò che hanno bocciato martedì?” – domanda il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi Marco Grimaldi. – “Negando lo stato di emergenza climatica e ambientale in Piemonte, hanno minimizzato per l’ennesima volta la lotta ai cambiamenti climatici, come se fossero esagerazioni di qualche ansioso. Oggi però arrivano nuovi dati a prenderci a schiaffi”.

Non solo bisogna preoccuparsi dell’impatto dei ritmi stagionali stravolti. 61 mila persone in 17 anni: sono i morti in Italia a causa dell’aria inquinata. Il Rapporto sulla qualità dell’aria in Europa, reso noto ieri dall’Agenzia europea per l’ambiente (Aea), svela che il nostro Paese è primo nell’Unione Europea per morti premature da biossido di azoto (14.600) e per ozono (3 mila), secondo dopo la Germania per i decessi causati dal particolato fine (58.600). Torino contende a Parigi e Londra il «primato» di città europea più inquinata da biossido di azoto. È al secondo posto fra le venti città capoluogo italiane fuorilegge per avere superato il limite annuale previsto per le polveri sottili (35 giorni con una media giornaliera di Pm10 maggiore a 50 microgrammi a metro cubo). E per quanto riguarda le aree rurali, la Pianura Padana è fra quelle zone dove i limiti stabiliti per i tre inquinanti principali sono violati sistematicamente.

“Eppure” – prosegue Grimaldi – “gli esponenti di Lega e Fratelli d’Italia hanno preferito tirare le orecchie a Greta e indurre i ragazzi di Fridays for Future a uscire dall’aula, mettendo in dubbio l’impatto antropico sui cambiamenti climatici. L’Assessore Marnati si è addirittura permesso di far loro la morale sulle comodità a cui non saprebbero rinunciare. Tutto questo è ridicolo e miserevole. Perché le regioni governate dal centrodestra a trazione leghista non sfruttano in modo sensato la grande opportunità di essere al governo in tutto il Nord Italia? Invece di accanirsi con la loro ‘secessione mascherata’, cosa aspettano a chiedere all’Italia e all’Europa un intervento straordinario per le condizioni ambientali e climatiche dell’area, che metta al centro un piano speciale per il trasporto pubblico e la riconversione ecologica dell’economia?”

Locatelli (Prc-Se): “No a sorveglianza nei confronti di chi si batte contro  i terroristi dell’Isis”

Riceviamo e pubblichiamo

Altro che sorveglianza speciale. I giovani torinesi che hanno partecipato alla resistenza contro i tagliagola dell’Isis dovrebbero avere il riconoscimento della città per le loro scelte e il loro coraggio. Martedì mattina una rappresentanza di Rifondazione Comunista ha partecipato al presidio davanti al Tribunale di Torino in segno di protesta contro la minacciata applicazione di una misura del codice fascista che non ha giustificazione alcuna. Indigna la motivazione adotta dal Pm secondo cui i volontari  italiani anti Isis, che sono anche attivisti No Tav, potrebbero costituire un pericolo  per l’impiego delle acquisite conoscenze in materia di armi. L’unico pericolo reale in questo momento è la guerra scatenata contro il popolo curdo dalla Turchia, con l’avallo della Nato. Il Tribunale di Torino ha rinviato di 15 giorni il pronunciamento definitivo riguardo alla richiesta di sorveglianza speciale nei confronti di quattro giovani. Noi stiamo contro la guerra, con chi combatte contro i terroristi dell’Isis.

No alla censura, CasaPound imbavaglia le statue a Torino

L’iniziativa in oltre cento città italiane 
Riceviamo e pubblichiamo
Un bavaglio apposto dai militanti di CasaPound sulle statue del centro di Torino e in tutta Italia, questa la simbolica protesta con la quale il movimento della tartaruga frecciata ha inteso continuare a tenere alta l’attenzione  sulla censura in Rete, a 40 giorni dalla disattivazione delle sue pagine e dei profili dei suoi attivisti da parte delle piattaforme Facebook e Instagram e in attesa della prima udienza della causa intentata contro i siti di Mark Zuckerberg, fissata per il 13 novembre.
“Non si è trattato di un episodio isolato – spiega CasaPound in una nota – anzi, l’azione contro di noi è stata probabilmente la prova generale rispetto al tentativo di mettere a tacere gradualmente la voce dei sovranisti, come del resto dimostrato dalle censure che continuano ad essere poste in essere contro innumerevoli profili e pagine, ma anche ad esempio dal processore di pagamento PayPal contro imprenditori colpevoli solamente di essere lontani da posizioni globaliste”.
“Per fortuna – prosegue il movimento – inizia ad allargarsi il fronte di coloro che hanno compreso la gravità delle censure in atto, come dimostrato dalla partecipazione al  convegno sulla libertà di espressione “Riprendere la parola”, organizzato da Il Primato Nazionale e che avrà luogo oggi pomeriggio alle 17, insieme al nostro Simone Di Stefano, di personalità del mondo dell’informazione e della cultura quali il membro del Cda Rai Giampaolo Rossi, il docente universitario Marco Gervasoni, l’attore Edoardo Sylos Labini, la giornalista Francesca Totolo, il deputato di Fratelli d’Italia Federico Mollicone, e il direttore del Fatto Quotidiano online Peter Gomez”.
“E’ anche in considerazione del momento cruciale per il fronte sovranista e dell’attacco senza precedenti in corso – conclude CasaPound- che domani pomeriggio saremo in piazza San Giovanni, senza simboli ma con centinaia di tricolori, con la volontà di arricchire anche con le nostre idee e battaglie di sempre una piattaforma programmatica, quella dell’opposizione al governo da incubo giallofucsia, che non può limitarsi ai pur fondamentali temi dell’immigrazione e della pressione fiscale, ma deve iniziare a occuparsi con forza anche di casa, lavoro, famiglia,, salari e Stato sociale”.

Emergenza clima, Lega Salvini: “anche il Piemonte può fare la sua parte” 

“Servono azioni concrete per contribuire alla salvezza del pianeta e migliorare la qualità della vita dei cittadini”. Lo ha detto  in Consiglio regionale il presidente del Gruppo Lega Salvini Alberto Preioni, affrontando la discussione sui cambiamenti climatici che ha preceduto l’approvazione di tre ordini del giorno sul tema da parte della maggioranza.

“Nei confronti dell’emergenza climatica globale, anche il Piemonte può fare la sua parte, ma non può certo prendersi le responsabilità di Cina, India e di tutta l’Asia, che purtroppo stanno creando sì sviluppo industriale, ma anche grossi problemi dal punto di vista ambientale ed ecologico.

Dobbiamo porre in essere azioni per migliorare la qualità di vita dei cittadini – e in questo senso la Giunta si è già espressa in maniera chiara con gli assessori leghisti Matteo Marnati e Fabrizio Ricca – per esempio riducendo al minimo l’utilizzo della plastica e diminuendo le emissioni di anidride carbonica. In questa direzione – ha detto Preioni – la Lega non ha mai fatto mancare il proprio sostegno in tutte le sedi.

In aula ci siamo impegnati a riconoscere alla lotta ai cambiamenti climatici un ruolo prioritario nell’agenda politica della regione Piemonte, ad intraprendere un dialogo istituzionale con gli enti governativi affinché si dia concreta attuazione a tutti i provvedimenti volti alla lotta contro i cambiamenti climatici e alla riduzione delle emissioni di gas serra e del loro assorbimento per ottenere risultati concreti anche in materia di cambiamenti climatici. Inoltre con la votazione dell’Odg n.89,  “Azione a tutela dell’ambiente”, primo firmatario Riccardo Lanzo, abbiamo riconosciuto lo stato di emergenza globale e deciso di adottare misure locali a salvaguardia del territorio piemontese.”.

Preioni sottolinea poi l’importanza di mettere in campo azioni concrete, in grado di rovesciare la gravità della situazione in atto. “Dobbiamo lavorare in primo luogo nelle città, dove il numero elevato di abitanti consente, appunto, azioni con un ritorno significativo dal punto di vista dell’impatto sull’ambiente circostante.

Si può aumentare il trasporto pubblico-elettrico, le auto ibride, far crescere gli spazi verdi migliorando la qualità dell’aria, mentre è naturale che nelle zone di montagna il problema sia diverso. Lì il carico antropico è notevolmente inferiore e la gente ha dunque poche responsabilità rispetto ai danni ambientali che sono stati fatti. In montagna non dobbiamo essere noi a porre ulteriori vincoli e blocchi allo sviluppo turistico ed economico. In montagna si vive se c’è lavoro, se c’è economia, se c’è benessere”.

A margine dei lavori consiliari si registra la protesta dei giovani di “Fridays for Future”, a quanto pare indignati perché sarebbe stato chiesto loro di essere più coerenti nei loro stili di vita. “Ai ragazzi di Greta – replica Preioni – ricordo soltanto che la battaglia per l’ambiente non dovrebbe avere bandiere, e che ognuno di noi può dare il proprio contributo. Anche i giovani dovrebbero essere consumatori consapevoli e non iper-consumisti, se vogliono fare la loro parte”.  Così Alberto Preioni, capogruppo Lega Salvini Piemonte