ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 671

Beni confiscati alla mafia, che fare?

800_Logo_LiberaI rappresentanti dell’Agenzia per la coesione territoriale e dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, sono stati ricevuti dalla Commissione speciale con compiti di indagine conoscitiva per la promozione della cultura della legalità e il contrasto dei fenomeni mafiosi. A presiedere la seduta la vicepresidente Francesca Frediani. L’incontro è servito principalmente per l’illustrazione di uno studio preliminare di un Piano d’azione per i beni confiscati e la coesione territoriale predisposto dal Dipartimento per le Politiche di coesione presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, redatto anche con la collaborazione di Libera, Associazioni, nomi e numeri contro le mafie. In base all’approfondita relazione della delegazione, i commissari hanno posto diversi quesiti. Successivamente, in seduta ordinaria, l’assessore alle Attività produttive, Giuseppina De Santis e i suoi funzionari, hanno spiegato lo stato dell’arte per il riutilizzo e la valorizzazione dei beni sequestrati. I lavori di oggi fanno parte di un percorso volto a individuare le linee guida per la gestione dei beni regionali confiscati alle organizzazioni criminali, con particolare riferimento all’utilizzo dei fondi europei. Nella mattinata è emerso come possano essere sia i fondi Fesr e che quelli Fse ad essere utilizzati e che la nostra regione potrà ricevere delle somme anche dal Fondo nazionale (3,7milioni di euro) che non sembra legato al territorio dove si troverebbero i beni confiscati ma, bensì, al bene stesso sequestrato a prescindere dalla collocazione geografica. Importante appare poi una ricognizione dei beni, visto che gli elenchi disponibili sono variabili in relazione alle varie vicende processuali (un bene può essere sequestrato in un primo momento e successivamente liberato).

Passaggio delle Consegne per il Rotaract Club Torino

A fare da sfondo per l’occasione è stato il raffinato ed elegante ambiente del Turin Palace Hotel, che ieri ha accolto più di 60 invitati tra cui alcune autorità rotariane, rotaractiane ed interactiane

rotar3Si è svolto nella serata di ieri, domenica 10 luglio, l’evento che ha visto il passaggio delle consegne del Rotarct Club Torino, tra l’attuale Presidente Irene Tamanti e la Presidente Incoming Angelica Crisafulli. A fare da sfondo per l’occasione è stato il raffinato ed elegante ambiente del Turin Palace Hotel, che ieri ha accolto più di 60 invitati tra cui alcune autorità rotariane, rotaractiane ed interactiane, quali Claudio Fabris (Presidente Rotary Torino), Riccardo Ruscalla (Presidente Rotary Torino Lagrange), Jonathan Bessone (Past President Rotary Torino Lagrange), Cecilia Garrone (Rappresentante Distrettuale Distretto Rotaract 2031) e Anna Bortolani (Rappresentante Distrettuale Distretto Interact 2031).rotara2 Nel corso della serata, Angelica Crisafulli, la Presidente del Rotaract Club Torino -uno dei primi Rotaract di Italia- per l’anno sociale 2016/2017, ha indicato gli importanti obiettivi che lei e il suo direttivo si sono preposti: “ Nel corso dell’anno lavoreremo secondo i principi riconosciuti nel motto mondiale del rotaract Fellowship Through Service e proseguiranno le attività di service attivo e l’organizzazione di incontri e iniziative rivolti alla raccolta fondi da destinare a progetti sul territorio torinese”- ed aggiunge- “L’impegno, la voglia di fare, la passione e l’entusiasmo ci appartengono, solo però collaborando insieme e con la partecipazione attiva di ciascuno di noi sarà possibile raggiungere risultati positivi nelle iniziative e nei progetti che decideremo di promuovere e sostenere”. BX2A3197 copiaDurante la serata è stato inoltre presentato il Direttivo per l’anno sociale 2016/2017 e i consiglieri del direttivo che affiancheranno, sosterranno e lavoreranno con la presidente in carica. Nel discorso conclusivo la Presidente Angelica Crisafulli ha ringraziato tutti i presenti per la loro partecipazione ed il loro supporto e per aver condiviso insieme l’inizio di un “percorso” importante, impegnativo e sicuramente molto emozionante, sottolineando ancora una volta, l’importanza del collaborare insieme e del credere fermamente nelle iniziative e nei progetti sostenuti. rotar1Tra gli applausi e con un po’ di commozione ha voluto concludere il suo discorso con queste parole: “Nel ringraziarvi di aver partecipato a questa serata, auguro a tutti voi, autorità rotaraiane, rotaractiane e interactiane presenti, soci ed amici una buona estate ma sopratutto il mio più grande augurio che ciascuno di voi non dimentichi di servire al di sopra di ogni interesse personale”.

                                                                                                                 (foto di Davide Muroni)

Boom di migranti in Piemonte, il doppio dell’anno scorso

migranti 23In Piemonte si registra un vero e proprio boom di migranti, il doppio dell’anno scorso : sono diecimila da inizio anno. Nello stesso periodo dello scorso anno erano 4.415. Attraverso una circolare lunedì la Prefettura di Torino ha chiesto di approntare l’accoglienza per 749 nuovi profughi da “spalmare” su tutto il territorio regionale, mentre aumentano le richieste di asilo bocciate. «E’ necessaria una soluzione a livello nazionale, il problema deve essere affrontato in quella sede», dice l’assessore regionale all’Immigrazione Monica Cerutti che aggiunge: «bisogna concedere a tutti un permesso di soggiorno umanitario almeno per chi è in fuga da disastri ambientali e da persecuzione politica e religiosa o da sfruttamento grave, per evitare che si crei un popolo di invisibili e sfruttati». Il consigliere leghista Alessandro Benvenuto ha interrogato l’assessore «per conoscere in che modo la Regione vuole  aiutare i piccoli Comuni nella gestione dei profughi». «Il solo elemento degno di nota ascoltato – dice il consigliere – è il numero di coloro che ottengono l’asilo. Aveva ragione quindi la Lega Nord quando sosteneva che molti dei profughi sono solo semplici clandestini».

(Foto Siccardi)

Interventi per rimuovere l’amianto

amianto3Il Cados – Consorzio Ambiente Dora Sangone, è uno degli otto raggruppamenti di Comuni in forma associata che hanno ottenuto il finanziamento relativo al bando indetto dalla giunta regionale il 26 maggio scorso, inerente l’attribuzione di contributi ai comuni, singoli o associati, per il servizio di raccolta, trasporto e smaltimento di piccoli quantitativi di amianto. Complessivamente si tratta di un milione e 100mila euro per l’intero territorio regionale. I cittadini residenti nei Comuni di Alpignano, Buttigliera Alta, Collegro, Druento, Giaveno, Grugliasco, Pianezza, Reano, Rivoli, San Gillio, Sangano, Trana, Venaria Reale e Villarbasse, potranno richiedere di essere ammessi alla graduatoria per avere diritto al servizio di raccolta e smaltimento di manufatti in amianto presenti nelle loro abitazioni. Il format della domanda è online da lunedì 11 luglio sino al 4 settembre prossimo ed accessibile da un banner posto sulla home page del sito www.cidiuservizi.to.it

Massimo Iaretti

 

In Piemonte su 100 treni 90 arrivano puntualissimi

TRENI SERA STAZIONESu cento treni regionali, in Piemonte 90,7 arrivano puntuali, con al massimo entro cinque minuti di ritardo dall’orario previsto. La quota sale al 91,8 nella fascia pendolari del mattino e si ferma al 90,6 in quella pomeridiana. Sono state 125.503 le corse ferroviarie regionali di Trenitalia Regione Piemonte nel primo semestre 2016. Interessati treno frecciarossa millecirca 144.000 viaggiatori che, nei giorni feriali, utilizzano le corse. La percentuale globale regionale migliora di 1,5 punti rispetto all’anno scorso e addirittura di 5,9 in confronto al primo semestre 2014. Cancellate nel primo semestre l’1,43% delle corse programmate, ma solo lo 0,47% per cause dovute a Trenitalia. Erano state il 2,16% nel primo semestre 2015 e il 3,19% nel 2014. Più che dimezzate rispetto al 2014  (-55,23%) le  avarie che hanno determinato lo stop delle corse sono diminuite del 52,1% rispetto al 2015 e si attestano oggi poco sopra lo 0,1% delle corse programmate.

(foto: il Torinese)

E’ proprio vero, il bene non fa rumore

cottolengo barolo55STORIE DI CITTA’

di Patrizio Tosetto

cottolengo1

E’ proprio vero il bene non fa rumore ed il più delle volte non fa notizia. Piero mi aspetta davanti all’ambulatorio di via Cottolengo 24 /A. E’ sua l’idea di questo incontro, sue le conoscenze che ci portano a questa visita. Valeria Marino, volontaria ci fa da Cicerone ed io piacevolmente mi stupisco. Notando che la cottolengo5maggioranza degli utenti sono donne. Renzo Brunelli presidente e Antonietta Giusti vicepresidente soddisfano le nostre domande. Chi sono i vostri utenti? Per il 97 percento  non italiani indigenti. Purtroppo aumenta il numero degli italiani.145 paesi dal 1994 a dicembre 2015, 43mila persone per un tosettototale di 170mila prestazioni. Nell’ultimo bilancio sociale sono state 4474 le personecottolengo barolo 44 assistite (4230 nell’ambito medico, 94 formativo e 150 socio sanitario), aumentano le prestazioni assistenziali. 100 volontari (50 personale medico) e otto dipendenti che svolgono il ruolo di mediatori culturali. Diverse le religioni “rappresentate” ma vi assicuro che di fronte alla malattia le reazioni sono simili. Si riassume il tutto in queste cifre: 332.682 conto economico valorizzazioni 835.844 cottolengo afriquevalorizzazioni lavoro volontari 144.185 valorizzazione prestazioni o servizi sostenuti da soggetti diversi. Totale 1.312.711. E siamo in comodato d’uso gratuito dall’ Opera Pia Barolo. Nel mentre si scatena Piero fotografando tutto e tutti e si propone per le sue peculiarità professionali per contribuire all’attività. Nel 1992 il primo presidente e cottolengo2fondatore Corrado Ferro, sindacalista ecottolengo4 parlamentare europeo. L’ispirazione del Cardinal Pellegrino. Teresa Paladino insegnante in pensione e volontaria ci fa visitare il “Salone delle mamme” , attiguo al poliambulatorio, offre una serie di attività di sostegno ed accoglienza alle famiglie, per supportarle alla prevenzione sanitaria, nell’insegnamento sociale, nell’istruzione dei figli e nelle difficoltà economiche. Anche qui cottolengo barolo 66Piero è “incontenibile” nel fotografare e chiede il permesso. Una graziosa ragazza di colore da’ il permesso e donne velate con dolci sorrisi, gentilmente lo negano. Ed io continuo nel pensare che il bene non fa rumore ma deve cominciare a fare notizia. Finito il giro, gli ultimi convenevoli. Vorrei ritornare e mi confutano sottolineando: porte aperte a tutti…scusi, ci dà una mano a trovare volontari dentisti?cottolengo barolo3 Aumentano le richieste e le liste di attesa. Assolutamente, sarà fatto. Mezzogiorno ed usciamo con il sole che rimbalza. Sono proprio persone che se non esistessero dovremmo inventarle.E’ proprio vero il bene deve fare rumore e notizia.

(foto: Piero Chiariglione)

Riciclo rifiuti, il Poli per il progetto Retrace

politecnicoPrimo Stakeholder Group Meeting per il progetto Interreg Europe RETRACE, coordinato dal Dipartimento Architettura e Design del Politecnico di Torino, che propone l’approccio sistemico per l’elaborazione di piani di sviluppo basati sulla “circular economy”

 Dalla valorizzazione dei residui di lana al reimpiego delle componenti dei veicoli a fine vita, al riuso degli scarti nelle costruzioni edili: sono solo alcuni esempi di buone pratiche nell’ambito dell’economia circolare, tra quelli discussi oggi nel corso del primo Stakeholder Group Meeting del progetto RETRACE (A Systemic Approach for REgions TRAnsitioning towards a Circular Economy), coordinato dal Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino e con laDirezione per la competitività del sistema regionale della Regione Piemonte quale partner.

RETRACE, volto a proporre nuove policy per la promozione dell’Economia Circolare e del Design Sistemico a livello regionale, è vincitore del bando europeo Interreg Europe con oltre un milione e mezzo di euro di finanziamento in quattro anni per lo scambio e il trasferimento di buone pratiche unitamente a partner provenienti da Francia, Slovenia, Spagna e Romania.

L’analisi di numerose Good Practice locali legate al tema dell’economia circolare in Piemonte è stata all’ordine del giorno dell’incontro, che ha visto la partecipazione degli stakeholder regionali di RETRACE, tra i quali figurano incubatori d’impresa, poli di innovazione, Camera di Commercio di Torino, fondazioni e associazioni.

Partendo dalla discussione dei singoli casi studio si è proceduto con l’analisi delle politiche che hanno permesso l’attuazione di tali buone pratiche, in linea con gli obiettivi del progetto RETRACE.

POLITECNICO

Gli esempi discussi hanno incluso progetti finanziati attraverso bandi europei, come ad esempio il progetto GreenWoolF sviluppato all’interno di un bando Life+ che si occupa della valorizzazione degli scarti di lana sulcida, o il progetto di ANFIA per la valorizzazione degli scarti delle automobili nato a seguito della normativa europea sulla dismissione dei veicoli a fine vita.

Le buone pratiche presentate hanno riguardato settori molto diversi tra loro, quali l’agroalimentare, i rifiuti speciali, le materie plastiche, l’edilizia e l’energia; la selezione operata ha avuto infatti l’obiettivo di mostrare la vasta possibilità di applicazione dell’approccio sistemico e dei principi dell’economia circolare in numerosi campi.

A seguire, è stata presentata la seconda Field Visit, delle sette previste dalla tabella di marcia del progetto RETRACE, che avrà luogo nella regione francese dell’Aquitania (partner del progetto) il 22-23 Settembre 2016 e a cui avranno la possibilità di partecipare due tra i quattordici stakeholder regionali coinvolti per confrontarsi insieme ai partner del progetto su queste tematiche a livello europeo. Infine si è lavorato insieme per l’organizzazione del primo Regional Dissemination Event previsto a Torino per l’autunno 2016.

 

 

SCHEDA PROGETTO – RETRACE (“A Systemic Approach for Regions TRAnsitioning towards a Circular Economy”)

Una progettazione, intelligente, sostenibile e inclusiva che sia in grado di prevedere, per ogni singola parte del ciclo di vita dei prodotti, il contenimento degli scarti e quando questi necessariamente si realizzano, la loro valorizzazione per non produrre rifiuti; esattamente come il ciclo della natura, che trasforma tutto ciò che crea.  Questo è il concetto di base del Design Sistemico e del progetto RETRACE (A Systemic Approach for REgions TRAnsitioning towards a Circular Economy), uno dei 64 progetti finanziati in tutta Europa dal programma europeo Interreg Europe che beneficerà di oltre 1,5  MLN di Euro di finanziamento in 4 anni.

Il progetto RETRACE metterà in rete cinque diverse Regioni di paesi europei – Italia, Spagna, Francia, Slovenia e Romania.

I referenti del progetto avranno quindi come obiettivo la definizione di specifiche policy territoriali da mettere a disposizione dei policy maker partecipanti all’iniziativa, per l’Italia la Regione Piemonte. Il Progetto RETRACE consolida infatti una virtuosa intesa tra il Politecnico e gli Enti Regionali, che a partire dalla fine dello scorso anno ha visto Politecnico e Consiglio Regionale siglare un Protocollo d’Intesa teso allo sviluppo territoriale tramite l’Approccio Sistemico e la Circular Economy. I primi due anni del progetto saranno incentrati sulla ricerca e la selezione di best practice, mentre gli ultimi due anni saranno dedicati alla fase di implementazione sui vari territori.

I cittadini approvano il bilancio Pop

pop

Di Paolo Pietro Biancone*

Dallo scorso anno la Città di Torino si è dotata di un nuovo strumento di rendicontazione chiamato Popular Financial Report (PFR). Ereditato dai Paesi Anglofoni dove è già diffuso nel 60% delle municipalità, il PFR è interessante per la diffusione delle attività realizzate e dei risultati raggiunti in termini quantitativi e qualitativi dalla Città, intesa come gruppo di aziende connesse e impegnate a erogare servizi pubblici. Con un linguaggio semplice, lineare, accompagnato da grafici esemplificativi il PFR permette alla cittadinanza una veloce lettura della complessa macchina pubblica. Abbiamo la possibilità di individuare in un unico documento le partecipazioni in altre società o enti pubblici, le responsabilità di realizzazione dei servizi, gli incassi e gli investimenti della Città. Al fine di migliorarne i contenuti il Gruppo di ricerca del Dipartimento di Management dell’Università, in collaborazione con il Comune di Torino, ha diffuso Il questionario presente sulla piattaforma informatica del Dipartimento di Management al link http://www.management.unito.it/do/forms.pl/Search?search=categoria%3A%22Questionari%22&title=Questionari a diversi interlocutori. Il questionario è formato da 25 domande chiuse e 5 domande aperte. Attraverso un’analisi di tutti quelli che erano i portatori di interesse per area tematica (servizi e politiche comunali), è stato possibile definire un elenco di soggetti coinvolti a diverso titolo nella gestione della Città. Al primo posto troviamo la Cittadinanza, coinvolta attraverso il voto nella scelta della gestione. La cittadinanza comprende diverse categorie molto eterogenee tra di loro tra cui giovani, anziani, donne, nuclei famigliari, studenti universitari, stranieri residenti, volontari. A questo primo gruppo di interesse si affianca quello dei dipendenti e collaboratori della Città di Torino formata appunto da dipendenti, da amministratori, da revisori della Città; alcuni di questi sono residenti a Torino ma molti influiscono sulla gestione della Città e sono interessati all’andamento non tanto per l’espressione di voto quanto per la possibilità gestionale della macchina pubblica. Il terzo importante gruppo sul quale si è focalizzata l’attenzione, perché è quello che può influenzare sia a livello legislativo che a livello economico l’andamento della Città, è formato da Regione, Enti Commerciali, Società ed Enti del Gruppo Consolidato della Città, Associazioni e Associazioni. L’ultimo gruppo è quello che non ha di norma espressione di voto, ma le cui azioni e la cui fiducia può influenzare notevolmente l’opinione della cittadinanza o le regole della gestione. I questionari raccolti in circa tre mesi di diffusione sono stati 749. Il campione è formato per lo più da uomini 38,78%, Donne 70% e Transgender per il restante 1,22% . Il 96,59% è di origine italiana mentre solo il 3,41% è di origine straniera. La residenza degli intervistati è residente a Torino o in provincia e ha un livello di istruzione pari al Diploma di Scuola Superiore Secondaria con un’alta percentuale di laureati . Il 51,42% del campione è formata da persone con un lavoro continuativo contro il 4,18% delle persone con un lavoro saltuario e il 43,45% di studenti. Il campione può essere stato influenzato dai canali di diffusione tra cui il sito dell’Università di Torino e l’intranet della Città. Solo l’1% del campione è formato da inoccupati e pensionati. Le due fasce d’età che hanno risposto maggiormente al questionario sono state quelle comprese tra i 21 e i 30 anni e quelle tra i 51 e il 60 anni .

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I risultati del questionario indicano alcuni aspetti interessanti e, in alcuni casi, esprimono le esigenze del cittadino. Il 65,12% della popolazione è riuscita a comprendere gli obiettivi del Popular Financial Reporting; il 40,77% della cittadinanza pensa che il linguaggio sia comprensibile contro il 55,40% che lo trova comprensibile con margine di miglioramento. Interessante è la connessione tra il grado di comprensione del documento e il livello di istruzione, i soggetti che hanno maggiore difficoltà sono quelli con un livello di istruzione inferiore (scuola primaria di 1° grado). I soggetti che hanno risposto al questionario pensano che i grafici e le tabelle permettano una facile comprensione del documento. Solo il 13,60% legge regolarmente in maniera autonoma il bilancio della Città di Torino; il dato può essere sicuramente influenzato dal numero di dipendenti che hanno risposto al questionario. Anche in questo caso, la popolazione con un basso livello di istruzione è quella che non legge il bilancio della Città. Il 64,46% della popolazione capisce il bilancio con qualche difficoltà di interpretazione, il 20,75% lo comprende completamente contro il 13,79% che capisce completamente le informazioni fornite. Nonostante ciò il 60,91% degli intervistati capisce l’importanza di avere a disposizione il Bilancio nel Popular Financial Report per comprendere meglio i valori quantitativi e qualitativi ad esso affiancati. Il 56,23% ha una visione completa dei servizi erogati dalla Città attraverso il documento, il 41,14% pensa che la visione d’insieme fornita sia parziali e solo il 2,63% pensa che il documento non fornisca una visione d’insieme (Figura 5). Ma la maggior parte (65,79%) pensa che il documento fornisca una maggiore trasparenza delle attività svolte dall’ente locale e una maggiore consapevolezza (73,75%) dei servizi erogati dalla Città.

Il questionario mette in luce due punti essenziali per migliorare e incrementare il documento secondo le esigenze, queste sono una maggiore rappresentazione di informazioni qualitative fornite sui servizi erogati del Gruppo Consolidato della Città di Torino mentre non si vuole una diminuzione dei contenuti messi ad oggi a disposizione nella prima versione. Le tre tematiche di maggiore interesse che saranno da ampliare ulteriormente sono in ordine entrate e spesa della Città (62,10%), politiche sociali (49,93%), cultura e turismo (49,79%). Minore interesse invece è dato ai servizi di avvocatura della Città, mobilità e politiche verso gli animali. Grazie alle domande aperte abbiamo interessanti spunti di tipo qualitativo quali ad esempio il futuro titolo in italiano del documento, quali ad esempio: Bilancio Trasparente, Bilancio Popolare, Bilancio Free, Bilancio POP, Bilancio Finanziario Popolare, Rendiconto Popolare per i Servizi al Cittadino, Reportage Popolare Finanziario, Rendiconti Torino. Maggiore attenzione sarà rivolta anche al prossimo piano di diffusione, la maggior parte degli intervistati ha individuato, come principali canali, il sito istituzionale della Città, i Social Network e i l’ufficio stampa dell’Università e delle Società ed Enti del Gruppo. Tra i consigli possiamo individuare tra i canali innovativi anche un’applicazione per cellulari per la diffusione dei contenuti, la consegna diretta a casa, alle fermate dei pullman, su canali di youtube, sito web dedicato e attraverso una serie di incontri pubblici e dai parrucchieri. Tra le maggiori informazioni e tematiche richieste, le politiche di assunzione comunali, l’accesso ai disabili, le responsabilità nominali di assessori e manager nelle politiche di spesa e rapporti con le partecipate del Gruppo Consolidato. L’innovazione parte dal bilancio.

*Presidente del corso di studi in Professioni Contabili e Coordinatore del corso di Dottorato in Business Management dell’Università di Torino

La Città di Torino e i genitori, il giudice e il baracchino

IL MONDO DEL BIO

di Ignazio Garau

mense 2Ritorna in voga il baracchino? E’ utile che a Torino si apra una riflessione approfondita sulla ristorazione scolastica e collettiva, sul ruolo che questa può giocare in termini di educazione, prevenzione delle patologie e di benessere per i cittadini, senza dimenticare l’impatto che l’alimentazione delle città ha sull’ambiente e i ritorni positivi che un’impostazione sostenibile può avere sull’economia locale.

Il porta pietanza di operaia memoria, denominato baracchino nella parlata torinese, lo si usava perGARAU2 andare all’asilo, per mangiare a scuola e riempiva la borsa di operai e impiegati quando pranzavano in fabbrica. Una volta era rigorosamente in alluminio, poi è subentrato l’acciaio e oggi ci sono contenitori a tenuta termica in grado di conservare caldo il pasto sino al momento del consumo.

E’ un oggetto andato in disuso con l’avvento delle mense scolastiche e aziendali, tanto che se cercate la parola su un motore di ricerca faticherete a trovare il corretto significato.

La mensa un tempo era un privilegio di poche realtà aziendali, l’Olivetti di Ivrea la istituì, ad esempio, tra le prime fabbriche, fin dal 1936. Fu solo con gli anni ’60 che il servizio di ristorazione divenne oggetto di rivendicazione sindacale, nell’ambito della richiesta di un più generale miglioramento delle condizioni di vita in fabbrica. Prima arrivarono i precotti (pasti preconfezionati in una cucina centralizzata, refrigerati e riattivati al momento del consumo), poi arrivò il pasto surgelato (adottato, ad esempio, negli stabilimenti FIAT). Ma la “mensa fresca” era giustamente preferita dai Consigli di Fabbrica. Interessante rileggere oggi il Bollettino mensile di documentazione” della Federazione CGIL-CISL e UIL di Torino del settembre 1980, tutto dedicato al tema della “mensa” nella vertenza FIAT. Anche in quegli anni il “baracchino” diventa il simbolo e lo strumento di rifiuto del “precotto – surgelato” imposto da FIAT. Dal dibattito sulla mensa in fabbrica si passò a ragionare sull’adozione di una piattaforma territoriale per richiedere l’istituzione di “mense di quartiere”, ma le vicende economiche e sociali che seguirono non consentirono di proseguire su quelle riflessioni e proposte, di sicuro interesse.

La scuola da parte sua, con l’introduzione del “tempo pieno” oltre 45 anni fa, sviluppò un suo modello di ristorazione. Torino fu tra le prime grandi città a organizzare la centralizzazione del servizio, con la realizzazione di grandi centri di cottura da parte di società di catering, capaci di soddisfare la domanda di oltre 50.000 pasti giornalieri. Una innovazione per quegli anni, che consentì di introdurre soluzioni e impostazioni che si estesero a altre città italiane.

Negli anni ’90 ci fu l’introduzione di un modello di ristorazione scolastica con l’utilizzo di alimenti biologici, l’esperienza della mensa bio – mediterranea di Grugliasco, a Torino la sperimentazione del bio nell’allora V° Circoscrizione (1.200 pasti giornalieri). In quegli anni il Coordinamento Genitori, Legambiente e altre Associazioni si battevano per migliorare il servizio e per estendere l’utilizzo del bio nella preparazione dei pasti. In quegli anni il nostro paese ha fatto “scuola” in Europa, e non solo, in tema di ristorazione scolastica. I paesi che sono venuti in Italia a studiare le nostre esperienze ne hanno fatto tesoro e sono andati avanti. Noi? Dimenticate le buone esperienze e i buoni propositi, ci siamo fermati!

Oggi sembra ritornare in voga il baracchino, come conferma anche una recente sentenza della Corte di Appello di Torino, con la quale si stabilisce che i genitori devono poter scegliere tra la mensa scolastica e il pranzo al sacco per i figli.

Spending review e tagli alle risorse dei Comuni, perseguimento del massimo ribasso nelle gare d’appalto, nonostante tutto ciò aumento delle tariffe, delineano un quadro in cui la questione della funzione educativa e formativa della refezione scolastica perde rapidamente di interesse per tutti (istituzioni e genitori), così che da posizioni di avanguardia stiamo scivolando in basso nella graduatoria europea per la qualità del servizio di ristorazione scolastica, buttando letteralmente via i buoni risultati raggiunti nel corso degli anni.

I genitori ricorrono al Giudice per ottenere il riconoscimento del diritto a non usufruire del servizio di ristorazione scolastica, quindi non sembrano capaci di elaborare una richiesta di modifica e miglioramento del servizio e delle condizioni di accesso allo stesso, ma semplicemente rivendicano !’accertamento del loro diritto soggettivo di sottrarsi al servizio di refezione. Anche qui non mi sembra che si siano compiuti dei passi in avanti.

E’ necessario aprire un confronto su questi temi, recuperare il ruolo e la funzione educativa del pasto a scuola e, più in generale, l’utilità di adeguati servizi di ristorazione collettiva.

Chissà se la nuova amministrazione torinese saprà farsi portatrice di soluzioni e percorsi innovativi.

Ignazio Garau

Presidente Italiabio

ciao@italiabio.net

La radio strumento di inclusione sociale a “Prossimamente”

ProssimaMentePrimo raduno di Larghe Vedute, il network delle Radio della Salute della Mente. Iingresso gratuito a tutti gli eventi

Arriva i prossimi 8-9-10 luglio a Chieri la prima edizione di ProssimaMente, un evento del tutto unico in Italia che riunisce le “Radio della Salute della Mente” presenti nel nostro Paese. Radio che attraverso le proprie frequenze coinvolgono all’interno dei propri palinsesti persone affette da disturbi psichici, al fine di favorirne l’integrazione e l’inclusione sociale, divulgando una cultura basata sulla restituzione della dignità e dei diritti ed opponendosi agli stereotipi ed allo stigma che circondano il disagio psichico. Per tre giorni la Città di Chieri si animerà con dirette radiofoniche aperte al pubblico. Ospite di eccezione il celebre psicologo argentino Alfredo Olivera, che nel 1991 con Radio La Colifata creò per la prima volta un dispositivo di questo tipo, all’interno dell’Ospedale di Buenos Aires in Argentina. Atteso insieme a lui anche lo staff di Radio Sin Nombre di Parigi, fondata dallo stesso Olivera. Un’occasione per riflettere su come il microfono e la radio possano diventare una buona pratica da diffondere ovunque ci sia bisogno di aggregazione e di ascolto.

Da molti anni, in molte città italiane, dentro, intorno e fuori dai Dipartimenti di Salute Mentale, ci sono cittadini e cittadine che prendono la parola davanti ad un microfono e dicono di sé, della sofferenza e della guarigione, del mondo di dentro e di quello di fuori. Sono le Radio della Salute della Mente: ognuna un po’ differente, tutte con molti punti in comune, dicono parole importanti. Trasmissioni di tutti i tipi: contenitori di attualità, performance radiofoniche, interviste e selezioni musicali, redazionali di teatro/cinema, momenti di informazione sulla salute mentale in Italia oggi, realizzati anche con la collaborazione di associazioni ed Enti differenti. Una piattaforma che coinvolge utenti di servizi di salute mentale, operatori, cittadini, uniti nello sforzo di dare voce a mondi troppo spesso ignorati o ghettizzati, con l’idea di creare una rete di comunicazione per la comunità di attivisti, medici, volontari, familiari che hanno a che fare con la sanità mentale, tenendola insieme e permettendole di confrontarsi. Un veicolo per promuovere la salute mentale, in un’ottica non esclusivamente terapeutica, ma di incremento e mantenimento di un benessere altrimenti costantemente a rischio, attraverso l’espansione della propria rete di relazioni e l’assunzione di ruoli diversi e riconosciuti anche al di fuori dei soliti circuiti.

 ProssimaMente 2

Trasmissioni che si ispirano dichiaratamente al lavoro pioneristico svolto dallo psicologo argentino Alfredo Olivera a Buenos Aires a partire dal 1991, con la famosa Radio La Colifata e con gli studi successivamente pubblicati in cui descriveva gli effetti positivi osservati tra i suoi pazienti. Olivera, che sarà ospite di eccezione del festival, accompagnato dallo staff di Radio Sin Nombre di Parigi che di recente ha fondato, ha osservato nei suoi studi come l’elemento più importante dell’approccio positivo dei pazienti verso il mezzo sia quello di avere la certezza, tramite i feedback degli ascoltatori, che le loro parole vengano ricevute e rielaborate. Questo rappresenta per loro un modo per rientrare, temporaneamente e virtualmente, dentro i confini della società. Essere ascoltati è la loro più grande necessità, oltre a un altro fattore molto importante: poter verbalizzare i propri sentimenti e potersi ri-ascoltare.

“A partire dalla creazione di Radio La Colifata 25 anni fa, ho percepito questa esperienza come uno spazio di incontro, una specie di circolo rotante, itinerante, effimero ed aperto, che chiama ognuno dei partecipanti a confrontarsi in un incontro con gli altriracconta Olivera. Ognuno con il suo particolare modo di percepire, sentire, pensare ed esprimere il mondo. La parola diventa propria se creiamo luoghi dove il linguaggio sia un bene comune, insieme ai gesti, ai corpi ed agli sguardi. Per questo credo che partecipare a ProssimaMente possa essere salutare ed interessante per chiunque. Noi di La Colifcata siamo felicissimi della iniziativa del Network Larghe Vedute, che si colloca nel cuore della stessa vita comunitaria e quotidiana. Facendo radio tutti insieme in spazi pubblici possiamo produrre una “differenza”, favorendo l’inclusione nell’incontro tra persone differenti. Penso che le Radio della Salute della Mente portino in sé un progetto che potremmo chiamare etico-clinico, politico ed estetico, e che con le loro attività contribuiscano a creare nuovi territori per l’arte, nuove condizioni per la politica e nuove posssibilità per la salute.”

Le due giornate di venerdì e sabato saranno caratterizzate dall’alternarsi di dirette aperte al pubblico, che animeranno differenti spazi della città di Chieri e che saranno caratterizzate dalla interazione tra le diverse radio e trasmissioni partecipanti. Tra di loro, come già detto, anche Radio Sin Nombre di Parigi.

Domenica, in chiusura dell’evento, si terranno gli Stati Generali delle Radio della Salute della Mente. Un momento di incontro tra tutti gli attori protagonisti di Larghe Vedute, che lavoreranno insieme per provare a disegnare le prospettive future di questo progetto attraverso l’utilizzo dell’Open Space Technology. Si tratta di una metodologia di partecipazione sociale creata da Harrison Owen, che consente che siano gli stessi partecipanti, con un supporto non invasivo di un facilitatore, a scegliere i contenuti e ad organizzare la discussione.

 

“Questo evento nasce con l’idea di unire all’interno di un unico evento aperto al pubblico tutte le trasmissioni delle Radio della Salute della Mente presenti in Italia, che si sono coordinate attraverso il network aperto Larghe Vedute, e di dare vita a dei format in cui esse interagiscano tra di loro a più mani – raccontano gli organizzatori di Prossimamente -. Le persone che soffrono di disturbi psichici, nella maggior parte dei casi, se stimolate correttamente reagiscono in maniera piacevolmente inaspettata, regalandoci momenti di complicità, condivisione e, perché no, divertimento. Negli anni è stato inoltre osservato come questo tipo di attività abbia effetti molto positivi su di loro, favorendone l’inclusione sociale e una sensazione di appagamento nel loro percorso verso una vita il più possibile dignitosa e degna di essere vissuta. Il nostro mentore in tal senso è Alfredo Olivera, che siamo estremamente orgogliosi di ospitare all’interno del festival. Il tema del disagio psichico è un argomento sempre più attuale: spesso lo si argomenta da fuori ma non dal dentro, dal punto di vista chi la sofferenza psichica la vive.
I progetti delle Radio della Salute della Mente intendono raccontare il dentro, ma anche interagire con il fuori, perché fra fuori e dentro la differenza non è mai così sottile.

 

“Prossimamente” si legherà infine ad “AREA di Prossimità“, evento off di “AREA – Festival Internazionale dei Beni Comuni” organizzato sempre dall’8 al 10 luglio dal Comune di Chieri. Tra i diversi eventi che tratteranno temi quali la rigenerazione urbana, l’accoglienza e la solidarietà, la qualità della vita e dell’ambiente e l’economia collaborativa, spicca sabato 9 luglio una “Giornata della Prossimità”, organizzata in collaborazione con i promotori di Biennale Prossimità. Un momento che intende affrontare in modo congiunto il paradigma dei beni comuni e il tema della prossimità a partire dalle pratiche e dalle esperienze concrete. RadioOhm sarà media partner ufficiale dell’intero evento off e seguirà gli eventi con la redazione CooPlay, un progetto nato dalla collaborazione tra Novacoop e RadioOhm all’interno delle attività di CoopAcademy. 

IL NETWORK DI LARGHE VEDUTE

Larghe Vedute è il primo network radiofonico ideato e creato dalle Radio della Salute della Mente, nato nel 2015 dall’incontro delle diverse realtà italiane che negli anni si sono incontrate a convegni, seminari e manifestazioni dedicate alla radiofonia e alla salute mentale, e dal bisogno di queste di trovare una “casa” in cui condividere i propri contenuti. Tale casa è rappresentata dalla web radio torinese Radio Ohm, che dedica una parte del proprio palinsesto a tutti i programmi del network. Larghe Vedute si occupa di promozione della salute mentale ed è volta al processo di autonomia e risocializzazione degli utenti psichiatrici, seguendo il percorso tracciato dalla promulgazione della Legge 180, relativa alla chiusura dei manicomi. Un progetto che ha l’obiettivo di favorire un “andare oltre” il microcosmo dei Dipartimenti di Salute Mentale.
Un microfono aperto che idealmente collega tutto lo stivale; un momento di scambio di contributi, opinioni, buone pratiche fra colleghi di radio, che sentono la comunicazione come mezzo non solo terapeutico, ma necessario. Larghe Vedute vuol essere innanzitutto un fattore di promozione della salute mentale in un’ottica, non tanto e non solo di cura di una patologia, ma di incremento e mantenimento di un benessere altrimenti costantemente a rischio, attraverso l’espansione della propria rete di relazioni e l’assunzione di ruoli diversi e riconosciuti anche al di fuori dei soliti circuiti.

Fanno parte del network ad oggi: RadioOhm, Radio Fragola, Radio Ueb, Collega-menti, Radio Fuori Onda, Radio Stella 180, Radio Senza Muri, Radio Liberamente, Psicoradio, Radio Rete180, Segn/Ali Radio, Radio Incredibile, Radio Tab

PROGRAMMA DEL FESTIVAL

 

Venerdì 8 Luglio – ore 20.30 – diretta dal Chiostro di S.Antonio – RADIOOHM Pro Loco + RADIO FRAGOLA

Sabato 9 Luglio – ore 10.00 – diretta da Piazza Dante – RADIO FUORI ONDA (ROMA) + RADIO STELLA 180 (L’AQUILA)

Sabato 9 Luglio – ore 15.00 – diretta  - dall’ex Area Tabasso – RADIO UEB (ROMA) + LIBERAMENTE RADIO (MODENA)

Sabato 9 Luglio – ore 17.00 – diretta da Piazza delle Meridiane – SEGN / ALI (TORINO) + PSICORADIO (BOLOGNA)

Sabato 9 Luglio – ore 20.00 – diretta dalla Cittadella del Volontariato – RADIOSENZAMURI (JESI) + RADIO SIN NOMBRE (PARIGI)

Domenica 10 Luglio – ore 9.00-13.00 – gli Stati Generali di Larghe Vedute presso la Cittadella del Volontariato

SUL WEB: www.larghevedute.comwww.radioohm.it

PER INFORMAZIONI: radio@radioohm.itinfo@larghevedute.org