Torino: panino libero a scuola

GARAU2IL MONDO DEL BIO / di Ignazio Garau

Una vittoria giudiziaria (di alcuni genitori) che è una sconfitta, per tutti, compresi i vincitori

 

NOTA – Nel frattempo, mentre l’articolo era già stato scritto,  è stata depositata la sentenza del Tribunale di Torino che sancisce  di fatto la libertà di portare a scuola i pasti da casa. Vedi servizio in Cronaca

L’antefatto. Il 22 giugno i giudici della Corte d’Appello di Torino sentenziano che hanno ragione i genitori che chiedono di rinunciare al servizio mensa e di far consumare ai propri figli il pasto portato da casa, pur riconoscendo che il tempo della mensa è parte integrante della formazione dei ragazzi. La causa era stata promossa da un gruppo di genitori e, dunque, l’Ufficio scolastico regionale dà indicazione ai presidi di respingere le richieste delle famiglie che non si sono costituite in giudizio. Controricorso di altre famiglie, che pretendono che la regola sia valida erga omnes e conseguente ennesima decisione del giudice che accoglie il nuovo ricorso. E’ un segno dei tempi. I genitori con la   pretesa di affermare il loro diritto al baracchino per i propri figli, nei fatti rinunciano a un diritto ben più sostanziale e fondamentale: quello di un servizio mensa che sia parte importante di un percorso didattico di educazione alimentare dei ragazzi e che garantisca cibi sani mensea prezzi accessibili a tutti. A fine degli anni ’90 il Coordinamento dei genitori di Torino, con l’appoggio di Legambiente, Aiab e altre associazioni, lottava per ottenere la mensa biologica per tutti. In quegli anni le città italiane hanno fatto scuola in Europa, e non solo, in materia di educazione alimentare e ristorazione scolastica. Oggi i genitori percorrono strade diverse, non colgono i loro veri diritti (e soprattutto quelli dei ragazzi), privilegiano l’apparente affermazione di diritti individuali. E’ una sconfitta per tutti, genitori e istituzioni, ma soprattutto per i ragazzi, che avrebbero la possibilità di acquisire una cultura alimentare che stiamo un po’ tutti perdendo. E’ un segno dei tempi, dell’incapacità di capire che se vogliamo garantire un futuro a noi stessi, ai nostri figli e al pianeta dobbiamo ripartire dalla consapevolezza che l’agricoltura, il cibo, la convivialità e i piccoli gesti quotidiani ci aiutano a costruire un’economia finalmente sostenibile. E’ utile che le istituzioni locali assumano un’iniziativa e avviino un confronto che coinvolga tutte le parti interessate per ristabilire le priorità, rispettare i diritti dei ragazzi e ristabilire un modello educativo e di ristorazione che ritorni a essere all’avanguardia.

 

Ignazio Garau

Presidente Italiabio

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