Si è tenuto mercoledì 31 gennaio, il 21° Consiglio di Amministrazione dell’ATL Turismo Torino e Provincia presieduto dal Presidente Maurizio Vitale. Nel corso del Consiglio sono state presentate le principali attività che vedranno l’ATL impegnata su più fronti nel corso dell’anno.
Proseguono le azioni di comunicazione e accoglienza turistica a supporto degli eventi che si svolgono a Torino e in provincia: dallo Storico Carnevale Ivrea alle Frecciarossa Final Eight, da Exposed Torino Foto Festival ai grandi eventi sportivi come il Giro D’Italia e il Tour De France dal Salone Del Vino a quello dell”auto sino alla Stagione Teatro Regio 2023/24 e alla quarta edizione delle Nitto Atp Finals, per citarne alcuni.
Molteplici le attività di media partnership e co-marketing instaurate dall’ATL: con il magazine Giovani Genitori per la produzione di contenuti web e social sul target family; con Trenitalia che prevede il rinnovo delle agevolazioni per i possessori di biglietto Frecciarossa con destinazione Torino (seconda Torino+Piemonte Card al 50%) oltre al rinnovo degli Uffici del Turismo come rivenditori biglietti Trenitalia per la mobilità sul territorio; con Drivalia che diventerà mobility partner di Turismo Torino e Provincia mettendo a sua disposizione diverse vetture della propria flotta green.
Proseguono le attività per il progetto Via Francigena For All tra cui la mappatura per l’accessibilità e fruibilità dei percorsi per adulti autistici, sessioni di formazione per gli operatori, la realizzazione di un sistema di monitoraggio dei passaggi, la progettazione, realizzazione e installazione di pannelli multisensoriali lungo i percorsi, la realizzazione di aree sosta accessibili lungo i percorsi, l’adeguamento degli uffici del turismo di Avigliana, Cesana, Claviere, Ivrea, Oulx, Susa e Stand e la partecipazione alla Fiera Fa’ la cosa giusta – Fiera dei Grandi Cammini di Milano (22-24 marzo).
Sul fronte congressuale prosegue la collaborazione con Convention Bureau Italia nella ricerca e contatto dei “Knowledge Leaders” (accademici, professori, medici, ecc.) torinesi coinvolti in associazioni internazionali. L’ATL sarà inoltre presente con un desk di informazione turistica in sede di evento al Congresso Nazionale del Notariato (17-15 maggio, 1000 partecipanti) al Congresso LREC-COLING (22-24 maggio, 2000 partecipanti) al Convention DoTERRA (23-25 maggio, 7000 partecipanti) al Convention WordCamp Europe (13-15 giugno 3000 partecipanti) all’Europe Energy Conference (26-28 giugno, 600 partecipanti).
Dall’11 al 14 dicembre Torino ospita Italy at Hand, The Event, l’evento business di punta ideato da Convention Bureau Italia e ENIT per far conoscere ai migliori decision maker dell’industria MICE internazionale le destinazioni italiane e i suoi operatori, con incontri B2B e attività di networking. 100 top buyer internazionali altamente profilati per 4 giorni visiteranno le principali sedi per eventi e conosceranno gli operatori del territorio.
Intensa inoltre la partecipazione dell’ATL a fiere e workshop a livello nazionale e internazionale per la promozione della destinazione Torino e provincia e l’organizzazione di educational tour per gli operatori turistici e press tour per i media cartacei e digitali.
Ai fini del racconto di una Torino giovane e universitaria in vista delle Universiadi Torino 2025 si aggiunge ai canali social ufficiali dell’ATL, il profilo TikTok.
Maurizio Vitale, Presidente di Turismo Torino e Provincia “Pur in un contesto internazionale particolarmente complicato, Turismo Torino e Provincia affronta il 2024 forte della fiducia dei propri Soci, di un modello organizzativo solido e di flussi turistici incoraggianti”
Firmato il protocollo d’intesa fra Regione, Argotec, Agenzia Piemonte Lavoro e Comune di San Mauro
La compagnia aerospaziale si avvarrà della rete regionale dei servizi pubblici per il lavoro per il suo nuovo stabilimento
Mercoledì 31 gennaio 2024 nella sala della giunta comunale di San Mauro Torinese, in via Martiri della libertà 150, la compagnia aerospaziale Argotec, l’ente strumentale di Regione Piemonte che coordina i Centri per l’impiego piemontesi in materia di politiche attive del lavoro Agenzia Piemonte Lavoro e Comune di San Mauro hanno firmato un protocollo d’intesa finalizzato a favorire la ricerca, selezione e assunzione di personale per il nuovo insediamento produttivo sul territorio comunale.
La società, specializzata nella produzione di microsatelliti, aprirà infatti in Piemonte lo SpacePark, un nuovo grande stabilimento che, dal 2025, negli spazi delle ex cartiere Burgo ospiterà anche la sede societaria, che al momento ha base a Torino. Lo stabilimento di San Mauro Torinese creerà nuovi posti di lavoro per circa 100 persone, che potenzieranno l’organico aziendale, attualmente di 170 dipendenti: un piano straordinario di assunzioni, con varie figure ricercate, soprattutto ingegneri aerospaziali, elettronici, informatici, e delle telecomunicazioni ma anche profili tecnici per le operazioni di produzione, nonché professionisti dell’area amministrativa, legale, marketing e comunicazione.
Le dichiarazioni
«Orgogliosi che una realtà virtuosa come Argotec scelga di investire sul territorio. Come Regione abbiamo il dovere di mettere in campo ogni sforzo possibile per fare incontrare domanda e offerta, certi che sul territorio piemontese siano presenti competenze ed eccellenze uniche, che meritano di essere valorizzate». dichiara l’assessore regionale all’Istruzione e merito, lavoro, formazione professionale, diritto allo studio universitario Elena Chiorino.
«Questa collaborazione ci consente di supportare concretamente una realtà solida come Argotec nella ricerca di personale in possesso sia di competenze tradizionali sia nuove ed emergenti, mostrando che il sistema regionale è dinamico e in continua evoluzione, come l’attuale mercato del lavoro», aggiunge la direttrice di Agenzia Piemonte Lavoro Federica Deyme.
«Siamo soddisfatti di aver fatto da raccordo per questo accordo che rappresenta un ulteriore passo nel rilancio dell’area del Pescarito, con importanti ricadute sul tessuto socio economico ed occupazionale della nostra città», commenta la sindaca di San Mauro Giulia Guazzora.
«Il nostro piano di assunzioni conferma le ambizioni e le prospettive di crescita del Gruppo – spiega Romana Garavet, alla guida della funzione Human Capital di Argotec – Nell’ultimo anno abbiamo raddoppiato il numero dei colleghi, in Italia e negli Stati Uniti, ed è su questa falsariga che intendiamo proseguire, creando un forte impatto occupazionale sul territorio».
Giovedì primo febbraio, alle 18:00, “Parla con Me”, trasmissione ideata da Simona Riccio, Agrifood e Organic Specialist, e fondatrice del programma, torna in diretta con i titolari dell’azienda Gambacorta Srl. Fondata nel 1963, Gambacorta Srl si distingue per la vendita di attrezzature agricole e ricambi, attrezzature zootecniche e soluzioni all’avanguardia per l’agricoltura 4.0.
Protagonisti della serata saranno Filippo Gambacorta, A.D. dell’azienda, e Francesco Gambacorta, esperto di supporto tecnico e venditore, che guideranno gli spettatori attraverso un viaggio informativo sull’innovazione rivoluzionaria del settore agricolo. La puntata si concentrerà sull’analisi approfondita dell’importanza cruciale delle moderne macchine agricole di precisione. Filippo e Francesco condivideranno la loro expertise, evidenziando come queste tecnologie rivoluzionarie siano fondamentali per migliorare significativamente il lavoro degli agricoltori. Dal momento che la tecnologia agricola continua a evolvere, le macchine di precisione rappresentano un passo avanti cruciale, consentendo un lavoro più preciso e mirato.
Particolare attenzione sarà dedicata alla pianificazione del lavoro agricolo, sottolineando l’importanza di un approccio attento e sostenibile. La tutela del terreno sarà al centro della discussione, dimostrando come l’adozione di pratiche agricole oculate possa contribuire alla conservazione del suolo e alla sostenibilità ambientale In un mondo in continua trasformazione, durante la puntata si vogliono informare gli spettatori sulle innovazioni chiave del settore agricolo, incoraggiando pratiche capaci di coniugare la modernità tecnologica con la responsabilità ambientale. Si tratta di un’importante occasione per apprendere dai titolari d’azienda, e dalle loro esperienze dirette, come l’Agritech made in Italy stia ridefinendo il panorama agricolo globale.
“Parla con Me” sarà trasmesso in diretta sulla pagina Linkedin Top Voices e Facebook di Simona Riccio, oltre al canale Youtube di “Parla con Me”. Per riascoltare le puntate e per ulteriori informazioni, visitate il sito ufficiale www.parlaconmeofficial.it
Mara Martellotta
Per la realizzazione della nuova LDLC ARENA di Lione, la più grande arena sportiva indoor di Francia fuori da Parigi, una delle più avanzate dal punto di vista tecnologico e ambientale, la regione francese di Auvergne-Rhône-Alpes ha affidato alla piemontese Sintra, Società Benefit specializzata in Sistemi Innovativi di Trattamento dell’Aria, la progettazione e la realizzazione del sistema di areazione, riscaldamento e climatizzazione degli ambienti dell’intera struttura.
Con una capacità di 16mila persone per i concerti e 12mila per le competizioni sportive, una superficie di 3136 m² e un’altezza di 28 metri, la LDLC Arena ospiterà fra i 100 e i 120 eventi all’anno.
Sintra è stata selezionata per la realizzazione degli aspetti più innovativi e sostenibili del nuovo stadio. L’uniformità della temperatura e l’assenza di sprechi energetici in un simile contesto saranno garantite dai sistemi brevettati MIX-IND® di Sintra per la pulsione dell’aria ambiente. La stessa tecnologia è in grado di adattarsi e soddisfare esigenze diverse a seconda delle situazioni di utilizzo della struttura.
“SINTRA è stata coinvolta fin dalla fase di ideazione del progetto – spiega Maxime Vercollier, responsabile commerciale Grand Est di Sintra France – Abbiamo collaborato con l’Ufficio Tecnico di Progettazione di Artelia, gruppo internazionale specializzato in ingegneria integrata, per studiare una soluzione in grado di garantire prestazioni e comfort omogenei per ogni evento. Il sistema di diffusione doveva essere estremamente flessibile per contrastare gli sprechi e far fronte alle esigenze altamente variabili a seconda delle situazioni. I nostri sistemi sono progettati proprio per adattarsi ai diversi contesti”.
Con sole 6 unità da 50.000 m3/h ciascuna, il sistema di Sintra permetterà di adattarsi perfettamente alle esigenze effettive della sede in qualsiasi situazione, con un risparmio dei consumi energetici dell’80% rispetto ad impianti tradizionali, con una garanzia di tempi brevissimi di messa a regime per la climatizzazione della struttura e l’eliminazione totale del problema della stratificazione del calore.
Non è la prima volta che Sintra si trova a gestire in Francia spazi di notevoli dimensioni, dove le fonti di calore interne ed esterne sono in costante evoluzione ed è quindi particolarmente difficile mantenere omogenee sia le temperature interne sia il comfort per le persone. L’azienda novarese ha infatti già realizzato i sistemi di riscaldamento e climatizzazione dell’Arena Paris La Defense, il più grande stadio coperto d’Europa e location delle gare di nuoto delle prossimi Olimpiadi 2024.
L’Arena è alta ben 40 metri, ma grazie alla tecnologia italiana di Sintra la temperatura è costante dal parterre fino all’ultimo gradino, così come la qualità dell’aria, anche con 40.000 persone, la piena capacità della struttura.
Il mercato francese è fondamentale per l’azienda italiana, che qui ha già realizzato importanti installazioni in diversi grandi spazi pubblici e privati ed è presente con una filiale dal 2017.
Nel settore automotive, Sintra collabora da oltre 30 anni con il Gruppo PSA, con oltre 400 impianti realizzati, e recentemente è stata coinvolta da ACC – Automotive Cells Company per il progetto della nuova Gigafactory francese, simbolo della transizione dell’Europa verso nuove forme di mobilità e destinata a ospitare 2.500 dipendenti che produrranno 800.000 veicoli elettrici.
È stato pubblicato, sul sito del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, il decreto che stimola la nascita e lo sviluppo delle Comunità energetiche rinnovabili e dell’autoconsumo diffuso in Italia. Da oggi, 24 gennaio, entra dunque a tutti gli effetti in vigore il decreto, essendo avvenuta la registrazione della Corte dei Conti e, in precedenza, l’approvazione della Commissione europea.
Sono ben 284 km di asfalti in gomma riciclata da PFU- Pneumatici fuori Uso, resistenti, silenziosi e duraturi.
Sono quelli che si potrebbero realizzare con il recupero delle oltre 11170 tonnellate di PFU pneumatici fuori Uso raccolte e recuperate in Piemonte nel 2023 da Ecopneus, equivalente in peso a circa 1 milione e 240 mila pneumatici da autovettura.
Ecopneus è una società senza fini di lucro, principale operatore nella gestione del PFU Pneumatici Fuori Uso in Italia, ed è responsabile di circa il 60% dei PFU generati ogni anno in italia, 200 mila tonnellate di PFU ogni anno, l’equivalente in peso di circa 22 milioni di pneumatici per automobile, rintracciate in tutti i comuni d’Italia, dai grandi centri ai borghi, dai piccoli comuni montani alle isole minori.
Nel 2023 Ecopneus ha raccolto a livello nazionale oltre 187 mila tonnellate di PFU, raccogliendo il 112% del target di legge e garantendo il raggiungimento degli obiettivi straordinari fissati dal Ministero per l’ambiente e della sicurezza energetica per affrontare le difficoltà del sistema nazionale di raccolta.
Secondo i dati di Ecopneus il Piemonte rappresenta la nona regione in Italia per quantità di PFU generati e raccolti nel 2023, un dato strettamente legato al numero di abitanti e ai veicoli circolanti nella regione. In Piemonte Ecopneus ha esaudito 3773 richieste di prelievo di PFU arrivate da gommisti, stazioni di servizio e autofficine. Ha raccolto 1908 tonnellate di pneumatici fuori uso nella provincia di Alessandria, 463 tonnellate nella provincia di Asti, 793 tonnellate in quella di Biella, 2804 in quella di Cuneo, 1032 nella provincia di Novara, 3154 in quella di Torino, 798 tonnellate nella provincia del Verbano Cusio Ossola e 220 tonnellate nella provincia di Vercelli.
“Nel 2023 Ecopneus – dichiara il Presidente Alessandro De Martino – ha svolto un ruolo fondamentale nella gestione emergenziale sul territorio, superando ampiamente gli obiettivi prefissati e garantendo alti standard di servizio e una raccolta omogenea e capillare in tutta Italia. Proiettati verso il futuro, continuiamo a perseguire la nostra visione di eccellenza, orientando i nostri sforzi anche verso l’innovazione e lo sviluppo di nuove pratiche sostenibili nel trattamento del PFU. Il suo impiego come risorsa energetica, la ricerca di nuove applicazioni nell’ambito degli asfalti e l’esplorazione delle possibilità offerte dal riciclo chimico sono le sfide che ci stimolano a eccellere. Il nostro impegno va oltre il presente, affrontiamo con consapevolezza le sfide emergenti, mantenendo un impegno costante nella valorizzazione di un settore strategico per il nostro Paese”.
Il sistema di riciclo dei PFU, gestito da Ecopneus, rappresenta un caso di eccellenza nel panorama nazionale. La gomma che si ottiene dal riciclo costituisce un materiale prezioso e ampiamente utilizzato in tutto il mondo per realizzare superfici sportive, campi da calcio, asfalti silenziosi, sicuri e duraturi, isolanti acustici, arredi urbani o impiegata per il recupero energetico. Ad oggi il mercato della gomma riciclata è in costante crescita e si stanno aprendo nuovi filoni e settori applicativi attraverso un lavoro di ricerca e sviluppo, come il riciclo chimico e le applicazioni in ambito industriale, distinguendosi per l’impegno profuso nel fornire supporto e consulenza alle amministrazioni locali sulle soluzioni innovative e ecosostenibili offerte dalla gomma riciclata da PFU per le città italiane.
Mara Martellotta
Partecipano all’iniziativa l’Università di Torino, il Politecnico di Torino, l’Università del Piemonte Orientale e l’Università di Scienze Gastronomiche, con l’obiettivo di attrarre finanziamenti per linee di ricerca applicata e diventare punto di riferimento internazionale sul tema.
Presso l’Aula Magna della Cavallerizza Reale (via Verdi 9, Torino), è stato presentato alla stampa il nuovo Centro di Studi e Ricerca sul Cibo Sostenibile, realizzato da Università di Torino, Politecnico di Torino, Università del Piemonte Orientale e Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Sono intervenuti Stefano Geuna, Rettore Università di Torino, Guido Saracco, Rettore Politecnico di Torino, Gian Carlo Avanzi, Rettore Università del Piemonte Orientale, Bartolomeo Biolatti, Rettore dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e Cristina Prandi, Vice-Rettrice per la ricerca delle scienze naturali e agrarie dell’Università di Torino. Per l’occasione è stato lanciato un appello di Carlo Petrini per un nuovo sistema educativo alimentare da sottoscrivere in maniera individuale e collettiva (QUI IL TESTO DELL’APPELLO).
Il Centro di Studi e Ricerca sul Cibo Sostenibile, che avrà sede a Pollenzo presso l’Università di Scienze Gastronomiche e Carlo Petrini come Presidente, rappresenterà un polo di ricerche e di studi sul cibo come bene complessivo, connesso all’ecologia, all’agricoltura e al consumo sostenibili, all’educazione sensoriale, agli stili di vita consapevoli, al benessere del vivente, all’economia circolare, alle politiche alimentari, all’innovazione non solo tecnologica ma anche concettuale e di modello, con l’obiettivo di attrarre finanziamenti per linee di ricerca applicata e processi di sviluppo di prototipi, e di diventare un punto di riferimento internazionale sul tema.
Il Sistema Universitario Piemontese, per le caratteristiche differenti e complementari dei quattro Atenei, è in grado di garantire un solido capitale di conoscenze, competenze, infrastrutture di ricerca avanzate, oltre a una rete di collaborazioni con enti e istituzioni nazionali e internazionali non profit, di ricerca e formazione, e associazioni di cittadini. Il Centro di Studi e Ricerca sul Cibo Sostenibile sarà un luogo di incontro e di coordinamento, dove nasceranno e da dove partiranno i progetti collaborativi, implementati e realizzati nei laboratori specialistici di Unito, Polito, UniUPO e UniSG, secondo una logica di laboratorio diffuso che sfrutta e valorizza le infrastrutture di eccellenza già presenti nelle sedi degli Atenei piemontesi.
Il nuovo centro si occuperà anche di formazione e terza missione, con una funzione di supporto alle iniziative culturali e turistiche di promozione del territorio e di promozione di una coscienza individuale e collettiva sul tema del futuro della vita umana sul pianeta. Si svilupperà, grazie alla rete di ricercatori, studiosi, studenti, istituzioni e stakeholder che ne saranno parte attiva, lungo due assi tematici principali, che saranno approcciati trasversalmente, in un’ottica completamente interdisciplinare: quella della salute e del benessere e quello della società e della comunità. Questo significherà non soltanto attivare ricerca e formazione, ma anche promuovere e sostenere incubatori creativi e start-up per studenti o alumni delle Università che intendono sperimentare nuove vie imprenditoriali per il futuro della buona alimentazione del pianeta, così da incentivare la nascita di imprese che abbiano al centro un nuovo modello di produzione, distribuzione e consumo del cibo.
Il Centro di Studi e Ricerca sul Cibo Sostenibile intende portare avanti un’azione forte di sensibilizzazione delle istituzioni pubbliche affinché l’educazione alimentare e, più in generale, l’educazione a stili di vita consapevoli e sostenibili, entrino in maniera organica nei curricula della scuola primaria e secondaria. La transizione ecologica non può prescindere dalla formazione delle generazioni più giovani fin dai primi anni del proprio percorso formativo. Per realizzare questo obiettivo, oltre che un’azione di advocacy forte nelle sedi istituzionali e decisionali, sarà altresì necessario immaginare strumenti di formazione degli insegnanti e degli operatori dell’educazione primaria, al fine di promuovere un ambiente educativo capace di fronteggiare le enormi sfide della contemporaneità. L’approccio olistico e transdisciplinare del Centro sarà strumento di innovazione al cuore stesso del sistema scolastico italiano ed europeo.
“Il nuovo Centro di Studi e Ricerca sul Cibo Sostenibile, realizzato in sinergia con tutti gli atenei piemontesi – dichiara Stefano Geuna, Rettore dell’Università di Torino – è un’importante risorsa multidisciplinare per affrontare le sfide globali che il sistema del cibo pone in questi anni. Aumento della popolazione mondiale, malnutrizione, cambiamento climatico, scarsità d’acqua e desertificazione del suolo sono solo alcune delle principali sfide che l’essere umano dovrà affrontare nel prossimo futuro. La sostenibilità si è imposta come un obiettivo inderogabile e i moderni sistemi di produzione alimentare devono essere progettati per tenere in considerazione questo aspetto. L’Università di Torino metterà a disposizione del Centro tutte le sue competenze tecnico-scientifiche, socio-politiche e giuridiche utili ad affrontare correttamente la complessità dello scenario attuale, così da promuovere ricerca ed innovazione in ambito alimentare e contribuire alla creazione di un ecosistema territoriale capace di condurre progetti strategici e attrarre finanziamenti pubblici e privati”.
“Siamo felici – aggiunge il Rettore del Politecnico, Guido Saracco – che questo importante progetto sia giunto a compimento, perché comprende tutti i valori che fondano e guidano la nostra attività di ricerca. Siamo certi di poter dare un contributo importante e siamo felici di poter collaborare con tutti gli atenei piemontesi per valorizzare le eccellenze del nostro territorio e contribuire a diffondere un’attenzione sempre più diffusa sul cibo sano e sostenibile”.
“L’Università del Piemonte Orientale – sottolinea Gian Carlo Avanzi, Rettore dell’Università del Piemonte Orientale – dedica da anni un’attenzione multidisciplinare al tema del cibo e dell’alimentazione. La collaborazione con gli altri atenei piemontesi nell’ambito del Centro di Studi e Ricerca sul Cibo Sostenibile è, in questo senso, lo sbocco naturale di un impegno che coinvolge ricercatrici e ricercatori di tutti i nostri Dipartimenti. Siamo convinti che solo un approccio che tenga conto delle implicazioni storico-culturali, economico-sociali e chimico-fisiche del cibo possa creare valore aggiunto per la ricerca e per la condivisione della conoscenza in questo campo così importante per il sistema Italia, verso una declinazione del concetto di sostenibilità meno astratto e più aderente alle necessità delle future generazioni”.
“Il centro di ricerca sul cibo – spiega Bartolomeo Biolatti, Rettore dell’Università di Scienze Gastronomiche – nasce con lo scopo di far convergere e incontrare le diverse competenze promuovendone il confronto e la collaborazione. L’Università di Scienze Gastronomiche si pone come centro ispirazionale sulle tematiche del cibo sostenibile. Un’università che ha dimostrato di saper proporre percorsi nuovi per formare i professionisti del futuro, che ha progettato e realizzato nuovi modelli di integrazione dei luoghi del sapere con il sistema produttivo e le comunità. Prototipi che possono essere sperimentati, integrati e migliorati in collaborazione con gli altri atenei, definendo soluzioni nuove per la formazione, la ricerca e il trasferimento tecnologico. Un importante contributo alla riduzione dell’impatto del sistema alimentare sull’ambiente e sulla salute unica”.
“L’attenzione che l’accademia piemontese, attraverso il lancio di questo nuovo Centro di Studi e Ricerca inter-ateneo, sta rivolgendo al mondo del cibo è qualcosa di encomiabile e allo stesso tempo di indispensabile – commenta Carlo Petrini, Presidente del Centro e dell’Università di Scienze Gastronomiche -. Dico questo in virtù dell’importanza che l’alimentazione ricopre da sempre per la vita degli esseri umani. Lo ribadisco soprattutto alla luce della centralità che il cibo ha, e sempre più dovrà avere, nel periodo storico che stiamo attraversando. Se la pandemia e le atroci guerre degli ultimi anni ci hanno ricordato quanto il cibo sia un punto dirimente anche a livello geopolitico, la crisi climatica che attanaglia il nostro Pianeta pone l’accento sulla vulnerabilità degli attuali sistemi alimentari, che in questo senso si pongono come vittima (la produzione di cibo sarà interamente da ripensare per via del riscaldamento globale) e carnefice (oggi il cibo è la principale causa della produzione di CO2). Per questi motivi la ricerca sul cibo e l’educazione alimentare saranno i punti nevralgici per un avvenire più sostenibile. Una maggiore attenzione verso il Pianeta è ciò che le nuove generazioni hanno già iniziato a chiedere e che davvero necessitano per realizzare nel miglior modo possibile il loro futuro”.
Misurabilità, sostenibilità, circolarità, qualità e salubrità saranno le parole chiave intorno alle quali il Centro incardinerà i propri interventi e le proprie progettualità, con lo scopo di perseguire i seguenti obiettivi, tra loro spesso legati:
- Promuovere stagionalità e località: la stagionalità comporta la disponibilità di cibi freschi, ciò consentendo di godere appieno delle loro caratteristiche organolettiche e nutritive senza intermediazione di cicli frigorigeni, catene di trasporto complesse o uso di conservanti, entrambi causa di consumi energetici (diretti o indiretti) e quindi di emissioni di gas serra. Proprio per questi minori consumi – energetici o di materiali – il cibo stagionale ha un riscontro anche nel diritto al sapore e alla sostenibilità economica per il consumatore;
- Ridurre la plastica all’interno della filiera alimentare: L’inquinamento da plastiche non biodegradabili ha raggiunto livelli preoccupanti. Se da un lato sono oramai necessarie politiche attive per ripulire il mondo dalle pervasive plastiche, dall’altro è urgente sia ridurne al massimo l’utilizzo che aumentarne la riciclabilità;
- Ridurre gli sprechi: Ogni anno si producono 2,6 Gton (miliardi di tonnellate) di cibo utile, generando contemporaneamente 1,3 Gton di rifiuti organici, per metà circa originati nelle mura domestiche, per l’altra metà lungo la filiera produttiva. Ridurre gli sprechi alimentari significa produrre meno CO2, disboscare meno foreste per far spazio a produzioni alimentari e, non poco in termini di riduzione delle diseguaglianze, risparmiare;
- Promuovere un utilizzo rigenerativo dei suoli: il consumo di suolo continua ad aumentare: In Italia cresce più il cemento che la popolazione, e ogni secondo si perdono 2 mq di suolo fertile. È necessario rafforzare il legame tra agricoltura e ricerca, favorendo il dialogo e la collaborazione tra aziende agricole virtuose dal punto di vista dei servizi ecosistemici e centri di ricerca, con l’obiettivo di iniziare un percorso che porti alla costituzione di un network italiano di lighthouse farms (dimostratori territoriali di buone pratiche, luoghi di formazione e comunicazione) e living labs (luoghi ricerca dove gli stakeholders contribuiscono a sviluppare soluzioni e ad accelerarne l’adozione sui territori), in collaborazione con gli stakeholders attivi nel settore.
- Rafforzare la biodiversità: La Convenzione ONU sulla Diversità Biologica definisce la biodiversità come la varietà e variabilità degli organismi viventi e dei sistemi ecologici in cui essi vivono, includendo la diversità a livello genetico, di specie e di ecosistema. Negli ultimi 10 anni sono scomparse 160 specie animali e 35,000 sono quelle a rischio, anche in conseguenza dei cambiamenti climatici, dell’inquinamento e di un uso scorretto dei suoli. Combattere la perdita di biodiversità non è solo una questione etica. Biodiversità significa resilienza e capacità di sopravvivere al cambiamento grazie a un sottile equilibrio che regola le relazioni tra gli esseri viventi, l’uno essendo spesso funzionale all’altro in un ecosistema complesso.
- Ridurre gli anelli della filiera di produzione e trasporti delle merci: ogni volta che si tratta una materia prima alimentare se ne compromette in parte le qualità nutritive, si generano scarti, si consuma energia e si contribuisce all’effetto serra. Il trasporto di merci in container a costi bassi ha portato da un lato ad aumentare l’impronta ambientale dei cibi e dall’altro a mettere fuori mercato filiere alimentari autoctone;
- Aumentare l’apporto proteico da fonti alternative alla carne: L’allevamento di bovini, anche per la sua estensione, comporta il 4% delle emissioni di gas serra di origine antropica. Questo non è legato tanto alla CO2 ma al metano associato alle deiezioni animali, essendo quest’ultimo 21 volte più efficace del biossido di carbonio nel promuovere il riscaldamento dell’atmosfera. All’insegna del principio “no one left behind” a cui ispirare la transizione ecologica – per non generare squilibri economici controproducenti- sarà necessaria una certa progressione nel disimpegno, almeno parziale, dalla carne come fonte proteica, privilegiando comunque le filiere autoctone di prossimità rispetto a quelle di importazione, su cui pesa l’impronta ambientale aggiuntiva legata al trasporto;
- Tracciare e qualificare sempre meglio il cibo: qualificare, certificare e tracciare i cibi prodotti lungo l’intera catena che dal campo passa all’industria di processo, alla tavola dei consumatori fino ad arrivare alla salute di questi ultimi attraverso la blockchain, la rete informatica di nodi che gestisce in modo univoco e sicuro un registro pubblico composto da una serie di dati e informazioni, come le transazioni, in maniera aperta e distribuita, senza che sia necessario un controllo centrale;
- Promuovere l’educazione alimentare nelle scuole favorendo il dialogo tra scienza e saperi tradizionali: per raggiungere la massa critica necessaria ad affrontare con successo le enormi sfide della contemporaneità, è necessario crescere una generazione di cittadini consapevoli che i propri stili di vita e in particolare i propri consumi alimentari impattano fortemente sul sistema alimentare globale;
- Promuovere la salute attraverso il cambiamento degli stili di vita. La salute è perseguibile attraverso l’adozione di diete sane e sostenibili. In un’ottica di innovazione e di cambiamento del modello sanitario attuale, che dedica una parte cospicua delle proprie risorse al processo di cura, il cibo potrebbe e dovrebbe rappresentare il giro di boa verso un maggiore investimento in piani preventivi, che mirino non solamente all’incremento dell’età media di vita della popolazione, come accaduto negli ultimi decenni, ma con l’obiettivo più ambizioso di promuovere e sostenere un invecchiamento in salute. Inoltre, l’adozione di pattern dietetici sani e sostenibili, ha il duplice vantaggio di preservare non solo la salute dell’uomo, ma anche quella del Pianeta Terra.
- Supportare e promuovere la costruzione di “politiche del cibo” alle diverse scale e in particolare quella regionale e locale: le politiche del cibo su scala nazionale e regionale hanno un ruolo fondamentale nella territorializzazione delle politiche europee in campo agro-alimentare. Il nuovo Centro potrà favorire ulteriormente la collaborazione tra gli atenei piemontesi – già avviata con l’Atlante del cibo di Torino metropolitana, il lancio dell’Osservatorio nazionale sulle politiche locali del cibo e le attività della RUS (Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile) e in particolare di RUS Piemonte – consentendo di giocare un ruolo di riferimento alla scala nazionale e internazionale nel supporto e promozione alla costruzione di food policy place-based che sappiano difendere, promuovere e valorizzare le diversità bio-culturali.
MERCOLEDI’ 31 GENNAIO ALLE 18,30 AL CECCHI POINT
Assemblea di lancio della campagna
A Torino gli affitti crescono e le speculazioni avanzano e mancano gli alloggi per le troppe famiglie sotto sfratto e in emergenza abitativa. Le abitazioni scarseggiano anche per chi è ai margini del disagio abitativo e per la fascia grigia che fatica a trovare casa nel mercato degli affitti: famiglie, giovani, migranti, precari, studenti, poveri.
Eppure, sale il numero di edifici e abitazioni – private o pubbliche – in stato di non uso e di abbandono da anni, la cui condizione non fa altro che scaricare sulla collettività grandi costi sociali e ambientali. Ma quanti sono? In base a dati Istat 2019, il 18% delle abitazioni censite sul territorio della Città di Torino sarebbe non occupato. Si tratta di decine di migliaia di alloggi, il cui numero e collocazione precisi sono tuttora sconosciuti.
A fronte delle migliaia di famiglie e persone in emergenza e disagio abitativo, è urgente adottare politiche concrete per fronteggiare la contraddizione di avere troppe case senza persone e troppe persone senza casa.
L’idea è di rispondere all’emergenza con proposte concrete, ispirate ai migliori standard europei nel settore delle politiche abitative. “Vuoti a rendere” punta al contrasto dello stato di ingiustificato abbandono del patrimonio edilizio pubblico e privato e, dunque, al censimento e alla restituzione alla città di alloggi in stato di non uso. Chiede alle istituzioni di agire sugli alloggi non utilizzati dalle grandi proprietà immobiliari.
Tra gli obiettivi di questa campagna introdurre nuove tutele per il diritto alla casa, aumentare il numero di alloggi disponibili, abbassare i canoni, rilanciare l’agenzia sociale per la locazione Lo.C.A.Re., rendere disponibili case fuori dalla logica di mercato.
Così nasce “Vuoti a rendere”, delibera di iniziativa popolare per creare strumenti per gestire in modo innovativo lo stato di abbandono di queste case: la raccolta firme partirà a febbraio, e durerà quattro mesi.
La campagna ha inizio con una grande assemblea cittadina sul diritto all’abitare per unire le forze (elenco di chi ha già aderito alla campagna in fondo al comunicato, nda), in programma mercoledì 31 gennaio alle 18,30 al Cecchi Point, in via Cecchi 17, ad Aurora. A seguire, per chi vorrà dare una mano per la campagna, l’appuntamento è per martedì 6 febbraio alle 18,30 in via Norberto Rosa 13/A per organizzare il lavoro.
Per seguire la campagna sui social
— Instagram https://www.instagram.com/vuotiarendere.torino/
— Facebook https://www.facebook.com/vuotiarendere.torino
Hanno già aderito alla campagna a Torino (elenco in aggiornamento):
Arteria
Comunet Officine Corsare
ARCI Torino
Volere La Luna
Fondazione di Comunità di Porta Palazzo
ASGI Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione
UDU Torino
Giovani Democratici Torino
Alter.Polis
Unione Giovani di Sinistra Torino
Comitato Acqua Pubblica
ACMOS
Almaterra
Spi CGIL lega 6
CoAbitare aps
Attac Torino
Casa del Quartiere Cecchi Point
Associazione Frantz Fanon
Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta APS
Legambiente L’Aquilone
Legambiente Molecola APS
Legambiente greenTO APS
Legambiente Metropolitano APS
Cicsene
Giustizia Climatica Ora
Gruppo Abele
Fridays For Future Torino
Educadora
Community Organizing Torino
Si rinnova l’appuntamento on-line con l’Annuario Statistico Regionale “I numeri del Piemonte”. La pubblicazione, giunta alla settima edizione, fornisce ad un’ampia utenza un quadro sintetico di dati territoriali. Le informazioni aggiornate e facilmente scaricabili includono centinaia di elaborazioni, tabelle e cartografie, organizzate in 17 sezioni tematiche, come ambiente, demografia, salute e stili di vita, sicurezza, istruzione e cultura, sport, turismo, lavoro, economia, ma anche ricerca e innovazione, mercato immobiliare, trasporti e telecomunicazioni.
Ampio spazio è dedicato agli indicatori territoriali di misura del Benessere equo e sostenibile (BES) e agli indicatori Istat per gli obiettivi di sviluppo sostenibile per il 2030 (SDGs – Sustainable Development Goals) delle Nazioni Unite.
L’Annuario è realizzato dall’Ufficio di Statistica della Direzione Risorse finanziarie e patrimonio della Regione Piemonte e dalla Sede di Torino dell’Istat, Ufficio territoriale Area Nord-ovest: Piemonte e Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste, Liguria, Lombardia. Per facilitare la lettura delle tavole e dei grafici, ogni sezione include un glossario dei termini utilizzati. Nella logica di economicità e sostenibilità ambientale non è prevista una versione cartacea dell’Annuario, ma i dati sono consultabili al seguente link:
http://www.regione.piemonte.it/annuariostatisticoregionale
“L’Annuario Statistico ‘I numeri del Piemonte’ è frutto di una continua e consolidata collaborazione tra Istat e Regione Piemonte. Mette a disposizione le principali statistiche riferite al territorio piemontese ed è pertanto un utile strumento di lavoro per decisori pubblici e privati, università ed enti di ricerca, cittadini e studenti con finalità divulgative, scientifiche e professionali – afferma l’Assessore alla Programmazione Finanziaria della Regione Piemonte, Andrea Tronzano – L’Annuario può essere considerato un valido supporto alla programmazione delle politiche e degli interventi regionali”.
Il 2024 si è aperto con notizie positive sul fronte della tutela dell’ambiente: la Città metropolitana di Torino ha avuto conferma dell’erogazione dei 22 milioni e 220.000 euro che erano stati richiesti al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica per la realizzazione di 5 progetti di forestazione urbana ed extraurbana presentati a fine settembre. I progetti (relativi alla Missione 4.2.3.1 del bando) consentiranno di intervenire su 5 ambiti metropolitani per mettere a dimora 650.000 piante nei prossimi due anni.
torrente Stura – Comune di Borgaro Città di Torino, SMAT con la riforestazione dell’area del lago Villaretto, del parco Chico Mendes e dell’area SMAT Stura, per una spesa di 4.515.000 euro
torrente Chiusella e fiume Dora Baltea – Comune di Montalto Dora, Comune di Pavone Canavese e in aree del Demanio regionale, con il ripristino dei corridoi ecologici del Chiusella e della Dora Baltea, per una spesa di 2.881.000 euro
torrente Orco – Comune di Foglizzo, Comune di Montanaro, Comune di San Benigno e aree del Demanio regionale, con il ripristino del corridoio ecologico dell’Orco, per una spesa di 6.450.000 euro
Alta Valle di Susa – Comune di Salbertrand, Comune Sauze di Cesana, Comune di Chiomonte, Comune di Exilles, con il ripristino di boschi danneggiati da valanghe in alta Valsusa, per una spesa di 2.365.000 euro
fiume Po – ripristino del corridoio ecologico in aree del Demanio Regionale e del Parco del Po nel tratto tra Città di Chivasso e il confine con la provincia di Vercelli, per una spesa di 7.009.000 euro.
ℹ Per approndire https://bit.ly/3vQHRNK