IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
Dopo 25 anni di umiliazioni, sofferenze, condanne, rivelatesi infondate, il generale Bruno Contrada, 86 anni, ha visto riconosciuta dalla Cassazione la sua non condannabilità, non foss’altro perché il reato di concorso esterno mafioso, all’epoca dei fatti a lui ascritti ,non era definito in modo chiaro perché esso nacque da uno dei più strani combinati disposti della storia giudiziaria italiana, quello tra l’art. 416 ,l’associazione di stampo mafioso e l’art. 110,il concorso in altri reati. Il concorso esterno è un quasi un ossimoro giuridico che solo in Italia è stato preso seriamente e drammaticamente in considerazione. La condanna di Contrada che scontò dieci anni di carcere con grande dignità e che venne linciato e ferito a morte da esecuzioni mediatiche indegne di un paese libero e civile, nasceva, tanto per cambiare, da confessioni di pentiti, una piaga della giustizia italiana che portò a processi senza riscontri fondati. I tempi dei pentiti di terrorismo del Gen. Alberto dalla Chiesa sono stati tutt’altra cosa dai cosiddetti pentiti di mafia. Il caso di Enzo Tortora fu il primo caso eclatante :condannato a dieci anni, poi assolto tardivamente in appello. Tortora subì anche lui indegne aggressioni da parte di alcuni giornali, ma ci fu lo Zola italiano Marco Pannella che non lo lasciò solo e gli consentì di reagire, pur senza sottrarsi al processo, perché Tortora condannato si dimise dal Parlamento europeo, rinunciando all’immunità. Un esempio quasi unico di dimissioni e di rinuncia all’immunità. Chi ha cercato di sostenere, come chi scrive, Contrada non ebbe la forza di Pannella e del partito radicale. Anzi, lo stesso partito radicale non ebbe la stessa capacità nel difendere il numero due del Sisde che aveva combattuto a Palermo in prima fila, insieme all’amico Boris Giuliano ammazzato dalla mafia.
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Anche in questa occasione il solito Ingroia non ha avuto, ancora una volta, il buon gusto e il buon senso di tacere. Il fatto scandaloso resta comunque il lunghissimo iter giudiziario durato 25 anni.
Basta confrontare una fotografia di Contrada oggi con una di 25 anni fa per comprendere la sofferenza tremenda di un imputato che si era sempre dichiarato innocente. E’ una netta sconfitta per quelli che Sciascia definì i “ professionisti dell’Antimafia” che tanto male hanno arrecato alla credibilità della Giustizia italiana. Il Gen. Mario Mori ,recentemente ebbe riconosciuta l’innocenza dalla Cassazione dopo essere stato sottoposto, lui autentico servitore dello Stato come Contrada, ad ogni sorta di violenze mediatiche e condanne giudiziarie rivelatesi immotivate. Sarà un onore per me conferire a Mori il Premio “Pannunzio Alassio” il 7 agosto nella città del Muretto. Idealmente assoceremo nel premio Bruno Contrada. Se riuscirò a raggiungerlo, vorrei invitarlo e conferirgli lo stesso Premio. Due storie parallele di malagiustizia molto simili. La vita di Contrada è stata distrutta e la revoca della condanna da parte della Cassazione è ormai poco più che un atto simbolico. Ha dichiarato Contrada che “non prova odio per nessuno e che se incontrasse il suo PM,si limiterebbe a cambiare marciapiede”. Anche in questa
affermazione si evidenzia lo stile dell’uomo, la nobiltà del suo animo. Oggi ,alla notizia della sentenza della Cassazione su Contrada voglio ricordare il magistrato torinese Giuseppe Manfredini che il 1° maggio1956 si suicidò per l’atroce dubbio di aver concorso ,con una sentenza sbagliata, a condannare un innocente. Piero Calamandrei scrisse di lui che le parole “giustizia”, ”innocenza”, ”responsabilità” possono ancora scatenare un tumulto in una coscienza ,fino a indurre uno di quegli uomini in toga (…) a rinunciare alla vita, piuttosto che sopportare il dubbio di averle involontariamente tradite”. Meglio non si sarebbe potuto dire. Sia reso onore a Bruno Contrada e a Mario Mori che la criminalità organizzata ebbero il coraggio di affrontarla a viso aperto e che furono vittime di un mondo in cui i valori della giustizia ,spesso oscurata da pregiudizi politici, subirono un’eclisse che la Corte europea e la Cassazione hanno consentito di superare. Purtroppo molto tardivamente. Troppo tardivamente.

“Durante questo primo anno di mandato abbiamo ricevuto numerose proposte di adesione promosse dall’Associazione dei Comuni Virtuosi, tutte finalizzate a sollecitare l’utilizzo più razionale dei fondi pubblici statali rispetto a quello previsto per progetti ritenuti poco utili, quali il tratto Tav Torino – Lione”.
L’eurodeputato Cirio:
Di Patrizia Polliotto*
Segnali positivi per il Piemonte, dove la ripresa si consolida e le imprese tornano ad essere fiduciose
Sono 74 i futuri comandanti di battaglione che hanno concluso il corso propedeutico presso la Scuola di Applicazione dell’Esercito
delicatezza quali le missioni fuori dal territorio nazionale, le operazioni di supporto alle forze di polizia e gli interventi di soccorso, questi ultimi sempre più numerosi in virtù della specifica vocazione “dual use” di alcuni reparti dell’Esercito. Il corso, della durata di una settimana, ha visto avvicendarsi insegnanti civili e militari incaricati di approfondire temi tradizionali quali la gestione delle risorse umane, etica e leadership insieme ad argomenti di grande attualità come la psicologia militare e le politiche di gender. Il Comandante della Scuola di Applicazione, generale di corpo d’armata Claudio Berto, rivolgendosi ai futuri comandanti di battaglione ha sottolineato l’importanza di mettere a frutto gli insegnamenti ricevuti a Torino valorizzando con la pratica quotidiana un progetto di aggiornamento professionale utile e innovativo.
Questa sera, martedì 4 luglio, alle 21 si terrà al
Il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino e il presidente Anas Gianni Vittorio Armani si sono incontrati oggi a Torino per fare il punto sul alcuni dei principali temi che riguardano la Regione
quanto riguarda il viadotto crollato, Anas ha stimato di poter bandire entro l’anno in corso la gara d’appalto per la ricostruzione dell’opera che, da previsioni, sarà interamente in acciaio. Il Presidente Armani ha inoltre annunciato che, grazie all’ottenimento del finanziamento dell’opera, Anas entro il corrente mese di luglio bandirà la gara per la ricostruzione del corpo stradale tra i chilometri 71.100 e 71.300 della Strada Statale 28 nel Comune di Priola, gravemente danneggiato dall’alluvione del novembre 2016. L’avvio delle procedure di appalto è stato possibile grazie all’inserimento dei lavori nel recente decreto di anticipazione fondi del Contratto di Programma 2016. Sulla Strada Statale 34 è stato concluso lo studio congiunto Anas-Regione Piemonte per individuare i punti su cui intervenire e ora Anas sta studiando gli interventi prioritari da avviare mentre la Regione Piemonte ha chiesto ulteriori fondi allo Stato per finanziare l’intero programma.
tecnici sinora eseguiti, mantenendo la custodia giudiziaria delle opere sia sul versante italiano sia sul versante francese. In particolare sul versante francese, Anas ha in corso un monitoraggio quotidiano del muro di sostegno tramite rilievi a vista con propri sorveglianti e un monitoraggio topografico settimanale da parte di una società specializzata. Nei prossimi giorni verranno rese disponibili sul sito web del Tenda quattro letture quotidiane, fruibili alle autorità italiane e francesi. Sul versante italiano, Anas ha in corso di esecuzione una serie di attività di presidio e controllo delle aree di cantiere sottoposte a sequestro, preventivamente autorizzate dalla Procura di Cuneo, e in particolare il monitoraggio del fronte e scavo della galleria non rivestito, mediante l’installazione di mire ottiche a letture periodiche; l’installazione di pompe per il drenaggio dell’acqua in galleria; la realizzazione di opere di interdizione dei by-pass tra vecchia e nuova galleria. Gli accertamenti tecnici disposti dalla Procura sono attualmente in corso mediante sopralluoghi, indagini e misurazioni e vedono impegnati, oltre ai consulenti della Procura, anche i tecnici ed esperti di Anas, che allo stato sono in attesa di ricevere la perizia del Pubblico Ministero che sarà redatta al termine delle operazioni peritali. Una volta dissequestrato il cantiere, Anas ordinerà all’Appaltatore, in aderenza ai risultati degli accertamenti tecnici, di riprendere i lavori ripristinando o ricostruendo le opere oggetto di dissesto e recuperando per quanto possibile i tempi decorsi. Anas vigilerà affinché l’impresa predisponga un cronoprogramma dei lavori atto a garantire il risultato nel più breve tempo possibile.
Oggi è mancato Paolo Villaggio, eroe di una comicità cinica e tetra che riduce il valore delle persone al rag. Fantozzi