ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 622

Il caso Contrada. Giustizia è fatta, fuori tempo massimo

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

Dopo 25 anni di umiliazioni, sofferenze, condanne, rivelatesi infondate, il generale Bruno Contrada, 86 anni, ha visto riconosciuta dalla Cassazione la sua non condannabilità, non foss’altro perché il reato di concorso esterno mafioso, all’epoca dei fatti a lui ascritti ,non era definito in modo chiaro perché esso nacque da uno dei più strani combinati disposti della storia giudiziaria italiana, quello tra l’art. 416 ,l’associazione di stampo mafioso e l’art. 110,il concorso in altri reati. Il concorso esterno è un quasi un ossimoro giuridico che solo in Italia è stato preso seriamente e drammaticamente in considerazione. La condanna di Contrada che scontò dieci anni di carcere con grande dignità  e che venne linciato e ferito a morte  da esecuzioni mediatiche indegne di un paese libero e civile, nasceva, tanto per cambiare, da confessioni di pentiti, una piaga della giustizia italiana che portò a processi senza riscontri fondati. I tempi dei pentiti di terrorismo  del Gen. Alberto dalla Chiesa sono stati tutt’altra cosa dai cosiddetti pentiti di mafia. Il caso di Enzo Tortora fu il primo caso eclatante :condannato a dieci anni, poi assolto tardivamente in appello. Tortora subì anche lui indegne aggressioni da parte di alcuni giornali, ma ci fu lo Zola italiano Marco Pannella che non lo lasciò solo e gli consentì di reagire, pur senza sottrarsi al processo, perché Tortora condannato si dimise dal Parlamento europeo, rinunciando all’immunità. Un esempio quasi unico di dimissioni e di rinuncia all’immunità. Chi ha cercato di sostenere, come chi scrive, Contrada non ebbe la forza di Pannella e del partito radicale. Anzi, lo stesso partito radicale non ebbe la stessa capacità nel difendere il numero due del Sisde  che aveva combattuto a Palermo in prima fila, insieme all’amico Boris Giuliano ammazzato dalla mafia.

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Anche in questa occasione il solito Ingroia non ha avuto, ancora una volta, il buon gusto e il buon senso di tacere. Il fatto scandaloso resta comunque il lunghissimo iter giudiziario durato 25 anni.
Basta confrontare una fotografia di Contrada oggi con una di 25 anni fa per comprendere la sofferenza tremenda di un imputato che si era sempre dichiarato innocente. E’ una netta sconfitta per quelli che Sciascia definì i “ professionisti dell’Antimafia” che tanto male hanno arrecato alla credibilità della Giustizia italiana. Il Gen. Mario Mori ,recentemente ebbe riconosciuta l’innocenza dalla Cassazione dopo essere stato sottoposto, lui autentico servitore dello Stato come Contrada, ad ogni sorta di violenze mediatiche e condanne giudiziarie rivelatesi immotivate. Sarà un onore per me conferire a Mori il Premio “Pannunzio Alassio” il 7 agosto nella città del Muretto. Idealmente assoceremo nel premio Bruno Contrada. Se riuscirò a raggiungerlo, vorrei invitarlo e conferirgli lo stesso Premio. Due storie parallele di malagiustizia molto simili. La vita di Contrada è stata distrutta e la revoca della condanna da parte della Cassazione è ormai poco più che un atto simbolico. Ha dichiarato Contrada  che “non prova odio per nessuno e che se incontrasse il suo PM,si limiterebbe a cambiare marciapiede”. Anche in questa affermazione si evidenzia lo stile dell’uomo, la nobiltà del suo animo. Oggi ,alla notizia  della sentenza della Cassazione su Contrada  voglio ricordare il magistrato torinese  Giuseppe Manfredini che il 1° maggio1956 si suicidò per l’atroce dubbio di aver concorso ,con una sentenza sbagliata, a condannare un innocente. Piero Calamandrei scrisse di lui che le parole “giustizia”, ”innocenza”, ”responsabilità” possono ancora scatenare un tumulto in una coscienza ,fino a indurre uno di quegli uomini in toga (…) a rinunciare alla vita, piuttosto che sopportare il dubbio di averle involontariamente tradite”. Meglio non si sarebbe potuto dire. Sia reso onore a Bruno Contrada e a Mario Mori che la criminalità organizzata ebbero il coraggio di affrontarla a viso aperto e che furono vittime di un mondo in cui i valori della giustizia ,spesso oscurata da pregiudizi politici, subirono un’eclisse che la Corte europea e la Cassazione hanno consentito di superare. Purtroppo molto tardivamente. Troppo tardivamente.

Telepass, la porta troppo stretta della stalla

Possiamo chiamarli “asini del Telepass” ? o suggerite qualche altro epiteto ? Attenti però a non tirarvi la zappa sui piedi! Di solito, a che velocità entrate nella corsia del Telepass ? Siete di quelli che rischiano la propria e l’altrui vita, lanciandovi a 80, quando c’è il limite dei 30? Oppure, come me, passate da uno sportello a pagamento, trovandovi, pochi secondi dopo, i suddetti signori a 120 Km/h, a sfiorarvi sulla destra, mentre voi siete ancora in seconda? Mi trovo spesso dalle parti di Torino: Rondissone, le entrate – uscite delle tangenziali possono fare da esempio di riferimento, ma quanti sono i caselli in Piemonte?  Quanti in Italia ? Nemmeno due somari (di quelli veri, con 4 zampe) farebbero una cosa simile, (Vedi foto – Da Virgilio.it) sulla porta stretta della stalla, colti dalla fame di fieno.

 

“Come anticipato per telefono in data odierna, ribadiamo che in tutti i caselli di uscita di competenza di Autostrade per l’Italia, è presente la segnaletica relativa ai limiti di velocità prescritti dal Codice della Strada; inoltre è indicato, sia nella segnaletica orizzontale sia in quella verticale, il limite di 30 km orari per l’utilizzo delle piste Telepass. Le comunichiamo inoltre che non è possibile installare, come da Lei suggerito, i dissuasori per limitare la velocità, in quanto vietati, veda ‘ART. 179 Reg. C.d.S. comma 5 “i dossi artificiali possono essere posti in opera solo su strade residenziali, nei parchi pubblici ……..”. Così rispondono dalla direzione di Autostrade.it, alla mia sollecitazione in proposito. Allora di chi è la colpa? Delle leggi? Anzi, di chi le ha scritte sul Codice? Oppure è colpa della Stradale che è troppo permissiva? Andiamo un po’ avanti (sull’autostrada, s’intende): dopo il casello ti ritrovi quelli che vanno costantemente a 200 orari, in terza corsia; oppure, al contrario, quelli che stanno sempre in seconda corsia, a 80 all’ora, a chiacchierare col vicino o…..col lontano, via cellulare. “Quando facciamo i controlli” mi dicono dalla Direzione della Polizia Autostradale – Sottosezione di Torino -“ i furbetti sono tanti, diamo anche numerose multe, togliamo i punti dalla patente: pensi che molti passano anche senza il dispositivo telepass a bordo.” Quante dovrebbero essere le pattuglie dislocate per il controllo? Basta con le frasi fatte: “mah… siamo in Italia…..”, “non possiamo farci niente”. Leggiamo i dati e facciamo qualche riflessione in proposito! Nel 2015 (dati ISTAT) si sono verificati in Italia 174.539 incidenti stradali con lesioni a persone, che hanno provocato 3.428 vittime e 246.920 feriti. Per la prima volta dal 2001 aumentano le vittime della strada (+1,4% sull’anno precedente) mentre rallenta, ma non si ferma, il calo di incidenti (-1,4% su anno) e feriti (-1,7%). Tra i comportamenti errati più frequenti, sono da segnalare la guida distratta, la velocità troppo elevata e il mancato rispetto della distanza di sicurezza (nel complesso il 38,9% dei casi). Le violazioni al Codice della Strada più sanzionate risultano, l’eccesso di velocità, il mancato utilizzo di dispositivi di sicurezza e l’uso del cellulare alla guida.

 

Elio Motella

 

 

 

Tav, il sindaco di Pinerolo invita gli amministratori

“Durante questo primo anno di mandato abbiamo ricevuto numerose proposte di adesione promosse dall’Associazione dei Comuni Virtuosi, tutte finalizzate a sollecitare l’utilizzo più razionale dei fondi pubblici statali rispetto a quello previsto per progetti ritenuti poco utili, quali il tratto Tav Torino – Lione”. A scrivere è in sindaco di Pinerolo, il pentastellato Luca Salvai in una lettera inviata a tutti i consiglieri della città, ai sindaci ed ai consiglieri del Pinerolese, al sindaco ed ai consiglieri della Città Metropolitana di Torino. Nella missiva Salvai comunica che venerdì 7 luglio, alle ore 21, nel salone dei Cavalieri di viale Giolitti 7 a Pinerolo, si terrà un incontro pubblico per valutare le varie proposte in maniera approfondita. Sono stati invitati, infatti, la Commissione tecnica sul Tav dei Comuni della Valsusa e dei Comuni di Torino e di Rivalta. Interverranno i componenti della commissione, ingegneri Angelo Tartaglia, già docente al Politecnico di Torino, Roberto Vela ed Alberto Poggio. La serata, che ricalcherà quella che si era tenuta lo scorso novembre a Torino, sarà improntata sull’esposizione di dati e situazioni oggettive presi da documenti ufficiali dell’Osservatorio Torino – Lione, dalle agenzie che si occupano a vario titolo di trasporto transfrontaliero e da altri organi governativi.

Massimo Iaretti

(foto: il Torinese)

Autostrada Asti-Cuneo, via libera dall’Europa

L’eurodeputato Cirio: «Quando ognuno fa la propria parte i risultati arrivano»

 

«Finalmente una buona notizia che dimostra che quando ognuno fa la propria parte i risultati si ottengono»: con queste parole l’eurodeputato Alberto Cirio commenta l’annuncio ufficiale, poche ore fa, da parte del ministro delle Infrastrutture Delrio, della chiusura positiva dell’accordo tra l’Italia e la Commissione Ue su tutto il sistema delle concessioni autostradali, a cui è legata anche l’Asti-Cuneo. 

Le risorse necessarie per il completamento dell’opera arriveranno grazie al meccanismo del cross-financing proposto dal Governo, ovvero una mini proroga della concessione sulla Torino-Milano in cambio di investimenti infrastrutturali.

 

«Noi abbiamo fatto la nostra parte da Bruxelles e il Governo da Roma – prosegue Cirio, che a maggio aveva incontrato a Strasburgo la commissaria europea per la concorrenza, Margrethe Vestager, per sensibilizzare l’Ue sulla delicata vicenda dell’Asti-Cuneo – La proposta portata avanti dal Governo era seria e Bruxelles ha compreso le nostre ragioni. Dopo il sì nei giorni scorsi del tavolo tecnico, oggi finalmente è arrivato anche il via libera politico, che ha chiuso la trattativa. Nelle prossime ore sapremo di più, ma l’Asti Cuneo è all’interno del pacchetto accettato dall’Europa e finalmente potremo mettere la parola fine su una vergogna che va avanti da 40 anni».

Consumatori, che cosa cambia con i nuovi contatori elettronici

Di Patrizia Polliotto*

 

Novità in arrivo con l’imminente installazione dei nuovi contatori (denominati 2G) che e-distribuzione (ex Enel Distribuzione) effettuerà nei prossimi anni. La sostituzione coinvolgerà 32 milioni di vecchi contatori, a cominciare da quelli installati da più di 15 anni. Il piano di sostituzione di e-distribuzione sarà pubblicato sul sito dell’azienda ed i clienti interessati potranno verificare sul portale se la propria utenza è interessata. La sostituzione non comporta compenso alcuno al personale impegnato nell’operazione visto che la quota per la gestione del contatore è già inserita all’interno delle bollette.

Il cliente non sarà tenuto a presenziare alle operazioni di sostituzione, ad eccezione dei casi in cui la sua presenza o quella di un suo incaricato risulti indispensabile per l’accesso al contatore. Per agevolare le attività di sostituzione verranno affissi, con un anticipo di almeno cinque giorni sulle vie e sugli immobili interessati, avvisi recanti le indicazioni con la data precisa dell’inizio lavori. I nuovi contatori 2G  dispongono di funzionalità maggiori e migliori, rispetto a quelli di prima generazione, specialmente in materia di rilevazione più precisa e strutturata dei consumi, suddivisi per varie tipologie di parametri, rendendo il dato di consumo effettivo e immediato un elemento importante, per ciascun consumatore, nella gestione della propria, personale, spesa energetica.

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*Avvocato, Fondatore e Presidente dell’Unione Nazionale Consumatori del Piemonte

UNIONE NAZIONALE CONSUMATORI
COMITATO REGIONALE DEL PIEMONTE
TEL. 011 5611800, Via Roma 366 – Torino
EMAIL: UNC.CONSUMATORITORINO@GMAIL.COM

Più fiducia per occupazione, produzione ed export

Segnali positivi per il Piemonte, dove  la ripresa si consolida e le imprese tornano ad essere fiduciose. Permane però un’ampia forbice fra le grandi e le piccole, e prosegue la crisi dell’edilizia. Questo il quadro che emerge dall’indagine di Confindustria Piemonte in collaborazione con Unioncamere, Intesa Sanpaolo e Unicredit, presentata  a Torino, in relazione alle previsioni degli imprenditori per il terzo trimestre di quest’anno. Sono sopra lo zero i principali indicatori: occupazione, produzione, export. La cassa integrazione è in calo verso i livelli fisiologici, e si registrano trend positivi in tutti i territori tranne Biella, Verbania e Vercelli. In crescita  tutti i settori industriali con l’eccezione del tessile e dell’edilizia. Positivo in particolare il terziario, esclusa la logistica che in  peggiora. “Ora il Piemonte è in totale ripresa e può continuare a crescere, ci sono tutte le componenti per farne una delle locomotive italiane”, dice il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello,

Battaglioni, corso alla Scuola di Applicazione

Sono 74 i futuri comandanti di battaglione che hanno concluso il corso propedeutico presso la Scuola di Applicazione dell’Esercito. Provenienti da enti e reparti dell’Esercito e della Difesa dislocati in tutto il territorio nazionale e in qualche caso all’estero, in possesso del grado di maggiore o tenente colonnello, i frequentatori di questo basilare corso formativo si accingono a breve ad assumere il comando delle unità a livello battaglione nelle diverse aree della Forza Armata. Collocato in una posizione intermedia fra la compagnia e il reggimento, il battaglione di fanteria, genio o trasmissioni, assume la denominazione di gruppo in artiglieria e gruppo squadroni in cavalleria o nell’aviazione dell’Esercito. Il corso tenuto alla Scuola di Applicazione sulla base delle direttive degli organi centrali della Forza Armata mira a completare la preparazione degli ufficiali superiori che, a breve, avranno la responsabilità delle unità dell’Esercito impegnate in compiti di particolare delicatezza quali le missioni fuori dal territorio nazionale, le operazioni di supporto alle forze di polizia e gli interventi di soccorso, questi ultimi sempre più numerosi in virtù della specifica vocazione “dual use” di alcuni reparti dell’Esercito. Il corso, della durata di una settimana, ha visto avvicendarsi insegnanti civili e militari incaricati di approfondire temi tradizionali quali la gestione delle risorse umane, etica e leadership insieme ad argomenti di grande attualità come la psicologia militare e le politiche di gender. Il Comandante della Scuola di Applicazione, generale di corpo d’armata Claudio Berto, rivolgendosi ai futuri comandanti di battaglione ha sottolineato l’importanza di mettere a frutto gli insegnamenti ricevuti a Torino valorizzando con la pratica quotidiana un progetto di aggiornamento professionale utile e innovativo.

“Tra il bene e il male”, una storia dei nostri giorni al Polski Kot

Questa sera, martedì 4 luglio,  alle 21 si terrà al Polski Kot di via Massena, 19/A a Torino la presentazione del libro “Tra il bene e il male – La Bosnia, il dopoguerra, la battaglia contro tumori ed inquinamento a Zenica” (Infinito Edizioni).Il libro racconta il percorso di cooperazione tra il territorio piemontese e quello del Cantone di Zenica-Doboj in ambito oncologico, dalle prime azioni di sensibilizzazione e prevenzione dei tumori femminili fino alla realizzazione dei reparti di oncologia e radioterapia dell’Ospedale di Zenica, oggi inserito nella rete oncologica piemontese. Inoltre, attraverso un accordo di collaborazione e gemellaggio sottoscritto nel 2008 tra ASO San Giovanni Battista e l’Ospedale di Zenica, numerose sono state le occasioni di formazione e scambio di esperienze, a Torino e a Zenica, tra i medici e tra tecnici. Intervengono: Maria Cinzia Messineo, Presidente Ong Re.Te., Alessia Canzian, curatrice del libro, Luca Giliberti, Re.Te Ong. Sono molti i protagonisti di questa sto­ria “corale”, iniziata subito dopo la fine della guerra in Bosnia Erzegovina (1992-1995) e ancora non del tutto conclusa. Una storia d’impegno e solidarietà concreta che ha visto protagonisti donne e di uomini che hanno investito una parte della loro vita per realizzare un desiderio di sviluppo equo a Zenica, la quarta città più grande della Bosnia,  capoluogo del cantone di Zenica-Doboj, a circa 70 km a nord di Sarajevo. Lì è stato avviato un piano sanitario, partendo da una piccola località – Breza – per estenderlo a tutto il territorio del cantone, che prevedeva  un programma di screening dei tumori femminili al collo dell’utero  e l’istituzione di un Polo Oncologico presso l’ospedale del capoluogo, grazie all’aiuto e alle competenze della Regione Piemonte e della Rete Oncologica che ha sede alle Molinette, in corso Bramante a Torino. Un modo concreto e tangibile di fare cooperazione e dare uan risposta ai bisogni di salute e alle speranze della popolazione.

M.Tr.

La Regione trasferisce ad Anas 1000 km di strade

Il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino e il presidente Anas Gianni Vittorio Armani si sono incontrati oggi a Torino per fare il punto sul alcuni dei principali temi che riguardano la Regione
In particolare, nel corso della riunione, è stato approfondito lo stato di avanzamento delle attività volte al trasferimento di alcune strade ad Anas , passate a suo tempo alla Regione Piemonte con l’introduzione del c.d. Federalismo stradale. Nell’occasione è stata ribadita da entrambe le parti la positiva sinergia che si è instaurata tra Anas e Regione, che ha portato alla individuazione di circa 1000 chilometri di strade interessate al rientro suddivise tra le province della Città Metropolitana di Torino, Alessandria, Asti, Biella, Cuneo e Novara. Tale operazione è stata resa possibile anche  grazie all’impegno della Regione Piemonte che si è fatta promotrice dei necessari accordi con le suddette Amministrazioni. All’ordine del giorno della riunione anche lo stato dell’arte della Tangenziale di Fossano, dove il 18 aprile si è verificato il crollo improvviso di una campata dello svincolo di Marene.
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Il Presidente Armani ha ricordato che a seguito del crollo, oltre alla necessaria collaborazione con l’Autorità giudiziaria, Anas ha avviato un vasto programma di verifiche su tutte le 114 campate delle opere d’arte che costituiscono la tangenziale di Fossano. Attività condotte a partire dal 24 aprile che hanno utilizzato tecniche di analisi all’avanguardia dirette ed indirette per poter indagare al meglio lo stato dei viadotti. Entro il 20 luglio saranno completate tutte le azioni di indagine, comprese le verifiche tramite georadar e le prove di carico su tutto il sistema di viadotti. Pertanto, assieme agli esperti del Politecnico di Torino, sarà possibile fissare la data di riapertura della Tangenziale. Per quanto riguarda il viadotto crollato, Anas ha stimato di poter bandire entro l’anno in corso la gara d’appalto per la ricostruzione dell’opera che, da previsioni, sarà interamente in acciaio.  Il Presidente Armani ha inoltre annunciato che, grazie all’ottenimento del finanziamento dell’opera, Anas entro il corrente mese di luglio bandirà la gara per la ricostruzione del corpo stradale tra i chilometri 71.100 e 71.300 della Strada Statale 28 nel Comune di Priola, gravemente danneggiato dall’alluvione del novembre 2016. L’avvio delle procedure di appalto è stato possibile grazie all’inserimento dei lavori nel recente decreto di anticipazione fondi del Contratto di Programma 2016. Sulla Strada Statale 34 è stato concluso lo studio congiunto Anas-Regione Piemonte per individuare i punti su cui intervenire e ora Anas sta studiando gli interventi prioritari da avviare mentre la Regione Piemonte ha chiesto ulteriori fondi allo Stato per finanziare l’intero programma.
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Per quanto riguarda il cantiere di costruzione del nuovo tunnel del Colle di Tenda, nel corso della riunione è stata ricostruita la complessa vicenda. Lo scorso 24 maggio, su disposizione della Procura della Repubblica di Cuneo, l’intero cantiere è stato posto sotto sequestro e sono stati avviati, con la nomina dei Consulenti Tecnici della Procura e di tutti i soggetti coinvolti, gli accertamenti richiesti. Anas, dichiarata parte offesa nel procedimento, ha collaborato con le indagini e gli accertamenti tecnici sinora eseguiti, mantenendo la custodia giudiziaria delle opere sia sul versante italiano sia sul versante francese.  In particolare sul versante francese, Anas ha in corso un monitoraggio quotidiano del muro di sostegno tramite rilievi a vista con propri sorveglianti e un monitoraggio topografico settimanale da parte di una società specializzata. Nei prossimi giorni verranno rese disponibili sul sito web del Tenda quattro letture quotidiane, fruibili alle autorità italiane e francesi.  Sul versante italiano, Anas ha in corso di esecuzione una serie di attività di presidio e controllo delle aree di cantiere sottoposte a sequestro, preventivamente autorizzate dalla Procura di Cuneo, e in particolare il monitoraggio del fronte e scavo della galleria non rivestito, mediante l’installazione di mire ottiche a letture periodiche; l’installazione di pompe per il drenaggio dell’acqua in galleria; la realizzazione di opere di interdizione dei by-pass tra vecchia e nuova galleria. Gli accertamenti tecnici disposti dalla Procura sono attualmente in corso mediante sopralluoghi, indagini e misurazioni e vedono impegnati, oltre ai consulenti della Procura, anche i tecnici ed esperti di Anas, che allo stato sono in attesa di ricevere la perizia del Pubblico Ministero che sarà redatta al termine delle operazioni peritali. Una volta dissequestrato il cantiere, Anas ordinerà all’Appaltatore, in aderenza ai risultati degli accertamenti tecnici, di riprendere i lavori ripristinando o ricostruendo le opere oggetto di dissesto e recuperando per quanto possibile i tempi decorsi. Anas vigilerà affinché l’impresa predisponga un cronoprogramma dei lavori atto a garantire il risultato nel più breve tempo possibile.

Cinque anni fa moriva Sergio Pininfarina, anima e creatività vecchio Piemonte

di Pier Franco Quaglieni 

(CON UN RICORDO DEDICATO A PAOLO VILLAGGIO)

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Cinque anni fa, all’età di 85 anni , il 3 luglio 2012,moriva il senatore a vita Sergio Pininfarina, imprenditore e stilista, artefice del successo internazionale dell’azienda di design fondata da suo padre. Ingegnere meccanico , Pininfarina tenne le redini dell’azienda dal 1960 al 2006,trasformandola da realtà artigianale ad industriale, in stretta collaborazione con le principali case automobilistiche europee. Agli inizi degli Anni Settanta, con la realizzazione di una galleria del vento in scala naturale, Sergio legò il suo nome a quello di Enzo Ferrari in quanto tutte le “Rosse” di Maranello nacquero da o con la collaborazione dell’industria torinese. Anche modelli più “popolari” come la Flaminia, la Flavia coupé, la 164 e tante altre auto furono creati dall’azienda da lui guidata che giunse a disegnare persino una famosa bicicletta e una bottiglia di storica acqua minerale. In fondo, un altro mondo imprenditoriale che oggi non c’è più, ma anche un mondo umano scomparso , irrimediabilmente scomparso.

Con lui ho intrattenuto un rapporto durato oltre 40 anni e voglio citare i suoi successi imprenditoriali per poter mettere in luce con maggiore evidenza la personalità di questo ingegnere con un’anima di grande sensibilità e forte impronta intellettuale che contraddiceva, in modo evidente , quanto scrisse Musil nell’Uomo senza qualità in cui sostenne che gli ingegneri non hanno un’anima. La sua era un’anima fatta di cultura, di creatività, ma anche di sentimenti profondi, non ostentati, come capita nel vecchio Piemonte, e per questo ancora più radicati ed importanti.

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Era un uomo colto con cui conversare diventava piacevole perché i temi dell’umanesimo liberale appartenevano non solo al suo dna, ma alla sua cultura. Amava Alassio e Garlenda dove passava le sue estati, attratto anche dall’amatissimo gioco del golf. Era bello passare qualche ora con lui:si poteva davvero discorrere di tutto e si aveva l’impressione di parlare con un uomo di statura internazionale, pienamente paragonabile all’avvocato Agnelli,nel quale appariva il gusto della vita semplice, appartata, con un’attenzione smisurata per la famiglia ed un legame eccezionale con la moglie durato per oltre sessant’anni. Amava profondamente il Piemonte e la lunga amicizia con Mario Soldati che ho condiviso con lui, nasceva da questi legami con la sua terra, senza scadere mai in grettezze localistiche che, anzi, detestava.

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Questi aspetti meno noti di Sergio erano la cifra della sua personalità più vera che difficilmente emergeva dalla sua ritrosìa tutta piemontese. D’altra parte i grandi piemontesi, da Baretti a Soldati, da Cavour a Gobetti ,erano cosmopoliti e sapevano guardare oltre le Alpi, come ha saputo fare Sergio. Quando il Parlamento europeo nel 1979 divenne elettivo, fu naturale che tra i capilista liberali per la circoscrizione del Piemonte ,Lombardia e Liguria ci fosse Pininfarina che, insieme a Jas Gawronski e ad Enzo Bettiza, era davvero un modello di italiano – europeo capace di rappresentare ,senza egoismi nazionalistici,ma con grande dignità nazionale, il proprio Paese in Europa.Era tra quei pochi eurodeputati italiani a conoscere le lingue ed a non avere bisogno di interpreti. Per le elezioni della II legislatura Pininfarina continuò a guidare insieme a Gawronski e Bettiza la lista liberal-repubblicana del Nord – Ovest ,potremmo dire liberaldemocratica, che avrebbe dovuto anticipare una sorta di unificazione tra le forze laico – liberali che, invece, non ci fu . Se l’operazione non ebbe il successo elettorale che avrebbe meritato , certo non fu colpa di Sergio che si gettò nella battaglia con generosità e passione .Io sono testimone -come in particolare lo è la prediletta figlia Lorenza che fu al suo fianco nell’impegno civile in Europa-che Sergio non ebbe bisogno di apparati faraonici per raccogliere un vastissimo consenso in tutta la  vasta circoscrizione elettorale perché il suo nome era ,di per sé, una garanzia di capacità e di probità assolute.

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Era un liberale nel senso più autentico e, direi, risorgimentale della parola. Non terminò il mandato parlamentare perché eletto presidente di Confindustria dopo Gianni Agnelli. In passato il partito liberale venne accusato di essere un partito asservito alla Confindustria. Invece il passaggio di Pininfarina dall’Europarlamento alla presidenza dell’associazione degli imprenditori non suscitò obiezioni di sorta perché la sua indipendenza di giudizio era fuori discussione.

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La Costituzione all’articolo 59 prevede la nomina a senatori a vita di cittadini <<che abbiano illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale,scientifico,artistico e letterario>>. Non molti presidenti della Repubblica hanno obbedito in modo autentico al dettato costituzionale, certo la nomina di Sergio a senatore a vita è una di quelle che davvero hanno onorato la presidenza di Carlo Azeglio Ciampi il quale scelse anche la scienziata di fama internazionale Rita Levi Montalcini. Un episodio che disonora la politica e ne rivela il degrado furono gli insulti del tutto gratuiti e volgari di un senatore per un voto espresso in Senato da Pininfarina. Peccato che il senatore in questione fosse il liberale Valerio Zanone riuscito eletto in Lombardia nella lista del PD, da cui poi lo stesso Zanone si allontanò insieme a Rutelli perché << la sinistra era illiberale, anche se io mi sento di sinistra>>, come ebbe a dirmi una volta. L’idea d’ Europa – per dirla con un titolo di Federico Chabod – che aveva Sergio era quella di Einaudi, un’Europa quindi lontanissima da quella odierna, in cui prevalgono interessi ed egoismi che umiliano il federalismo europeo a cui, già in piena II guerra mondiale, guardava il manifesto di Ventotene.

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Da parecchi anni Sergio non stava bene, specie dopo la morte improvvisa e drammatica del figlio Andrea che per lui fu un colpo terribile. Solo la dolcezza e la vicinanza della moglie e in particolare della figlia Lorenza riuscirono ad alleviare gli ultimi anni di dolore che segnarono il tramonto di un uomo eccezionale che ha onorato l’idea liberale,unendo capacità di intraprendere e volontà di porsi al servizio del bene pubblico, secondo quei valori e principi che troviamo in alcune pagine di Luigi Einaudi. Gli ho dedicato un capitolo nel mio ultimo libro Figure dell’Italia civile, insieme ai grandi del Novecento piemontese da Einaudi a Chabod ,da Bobbio a Venturi. Il Centro “Pannunzio”nell’anno stesso della sua morte, gli dedicò la sua sala incontri come atto di omaggio ,ma anche di ringraziamento. Lui, senza mai comparire, fece moltissimo per il”Pannunzio”. Quando nei primi anni 2000 gli conferimmo un premio insieme ad altri illustri torinesi ,un quotidiano lo definì “carrozziere” e l’avvocato Gian Vittorio Gabri, uomo all’antica, ebbe un sussulto e mi telefonò per lamentare il livello di rozzezza a cui erano giunti certi giornalisti nostrani. Non poteva immaginare cosa sarebbe capitato negli anni successivi.

 

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Oggi è mancato Paolo Villaggio, eroe di una comicità cinica e tetra che riduce il valore delle persone al rag. Fantozzi. Villaggio ha voluto rappresentare,spesso in modo volgare un italiano mediocre ,servile, codardo ,come già fece Alberto Sordi. Mi sono stupito delle parole di cordoglio espresse dalle più alte cariche dello Stato che Villaggio vivo avrebbe definito <<una cagata pazzesca>>.Un’Italia da rifiutare che non fa ridere, ma piangere. E’ il nichilismo spicciolo, quello teorizzato a livello accademico da Vattimo, prima di convertirsi tardivamente al marxismo. Villaggio era partito dal Pci per poi approdare a Grillo. Un percorso inverso,ma emblematico di una sfiducia totale verso tutto e tutti. Queste persone rappresentano l’Italia” scombinata” di cui parlava Salvemini o l’Italia <<provvisoria>> di Guareschi. Delle Italiette mediocri, grigie, senza ideali e senza futuro. Un’Italietta che è rimasta prigioniera della sindrome dell’8 settembre e del “tutti a casa”,ma si è lasciata sedurre dalle ubriacature ideologiche che ha confuso con le idee.Cadute le ideologie, si è trovata orfana anche delle idee che forse non ha mai avuto. Mi rifiuto di credere che l’Italia si sia ridotta così. Quando penso a uomini come Pininfarina ritrovo la certezza che l’Italia tornerà ad avere un futuro.

 

Pier Franco Quaglieni

scrivere a quaglieni@gmail.com