ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 624

Le Settimane della Sicurezza

lavoroE’ stato presentato nel grattacielo di piazza Castello a Torino il programma dell’edizione 2016 delle Settimane della Sicurezza. Sono molte le iniziative che si svolgeranno sino al 18 dicembre: oltre alla commemorazione del 6 dicembre al Cimitero Monumentale di Torino (ore 11.30 con il sindaco Chiara Appendino e l’assessore Marco Giusta) c’è il tradizionale Trofeo di calcio “Sicurezza e Lavoro”(sabato 10 dicembre, dalle 14 alle 17), con l’esposizione della mostra “L’Italia che muore al lavoro” (dal 10 al 18 dicembre), gli incontri di calcio a 7 con quattro squadre (rappresentanti delle Istituzioni; amici e familiari vittime ThyssenKrupp; Vigili del Fuoco; Sicurezza e Lavoro e Cit Turin) e gli incontri di calcio a 5 con squadre di dieci istituti scolastici torinesi, già sensibilizzati sul tema della salute e sicurezza sul lavoro e a scuola (Cavour, Passoni, Alfieri, Galileo Ferraris, Pininfarina, Grassi, Copernico, Volta, Levi, Cattaneo).Di particolare importanza sono il convegno “Stress e burn out nelle professioni dell’emergenza: il lavoro in Polizia e nel soccorso pubblico”, con relatori di livello nazionale (mercoledì 14 dicembre alle 8.30 alla Camera del Lavoro di Torino), e la presentazione di una proposta di legge per l’insegnamento della sicurezza sul lavoro a scuola (venerdì 16 dicembre alle 11 al Collegio Artigianelli di Torino), in collaborazione con Apidge – Associazione Professionale Insegnanti Scienze Giuridiche ed Economiche. Per entrambi gli eventi l’ingresso è libero. Sono inoltre previste iniziative per promuovere il lavoro manuale e l’artigianato, sia quello digitale (con gli “Open Lab” al FabLab Pavone di Sicurezza e Lavoro, in via Bellezia 19 a Torino) che tradizionale d’eccellenza (con le “Botteghe aperte”, in collaborazione con Artes aps). Continuano gli incontri gratuiti nelle scuole e nei centri di formazione professionale di Torino e provincia, nell’ambito del progetto “A scuola di sicurezza – Io non rischio”, promosso in collaborazione con il Ce.Se.Di. – Centro Servizio Didattici della Città Metropolitana di Torino. Per aderire con il proprio istituto: contatti@sicurezzaelavoro.org Alla conferenza stampa, oltre a rappresentanti di Istituzioni (i deputatii Antonio Boccuzzi e Umberto d’Ottavio; per la Città di Torino il vicepresidente del Consiglio Comunale Enzo Lavolta e la presidente della Commissione Legalità Carlotta Tevere), Vigili del Fuoco (Gerardo Ferito), Camera del Lavoro (Rocco Pellegrino), enti e associazioni (Pino Morese, Cinzia Caggiano e Jasch Ninni), al coordinatore di Apidge Piemonte, Manuela Martino, sono intervenuti i familiari delle sette vittime del rogo alla ThyssenKrupp che, nel ribadire l’importanza e la partecipazione collettiva alle Settimane della Sicurezza, hanno chiesto alle Istituzioni di costruire al Cimitero Monumentale di Torino una Cappella per i propri cari, come promesso dall’Amministrazione comunale, e di attivare iniziative per promuovere la cultura della sicurezza sul lavoro e a scuola con i fondi che Città di Torino, Città Metropolitana di Torino e Regione Piemonte hanno recuperato costituendosi parte civile nel processo ThyssenKrupp. Le Settimane della Sicurezza sono organizzate da Sicurezza e Lavoro in occasione dell’anniversario della tragedia alla ThyssenKrupp di Torino (6 dicembre 2007), in cui morirono sette operai (Giuseppe Demasi, Angelo Laurino, Rocco Marzo, Rosario Rodinò, Bruno Santino, Antonio Schiavone e Roberto Scola), per sensibilizzare e coinvolgere attivamente giovani, studenti, sportivi, enti pubblici e privati, amministratori, imprenditori e lavoratori sui temi di salute, sicurezza e diritti sul lavoro e a scuola e della prevenzione dei rischi.

Massimo Iaretti

 

Volontari, tutte le facce di una missione: pura, fragile e preziosa

consiglio lascarisPuro, fragile e prezioso come un diamante. È la metafora che, nella Giornata internazionale del Volontariato, ha fatto da sfondo al convegno “Le sfaccettature del volontariato”, svoltosi lunedì 5 dicembre a Palazzo Lascaris, sede dell’Assemblea legislativa piemontese.L’evento è stato organizzato dal Consiglio regionale del volontariato in collaborazione con il Comitato volontariato 4.0 e il Centro servizi per il volontariato di Torino. “Oggi è più che mai necessario che le istituzioni sostengano il volontariato – ha sottolineato la vicepresidente del Consiglio regionale Daniela Ruffino portando il saluto dell’Assemblea – perché è sempre più colonna portante della società italiana e della democrazia”. “È fondamentale – ha ribadito più volte il vicepresidente del Consiglio regionale del volontariato Claudio Eba -chetratto fondamentale e irrinunciabile del volontariato rimanga la gratuità. Diversamente, rischierebbe di snaturarsi”. “Se il volontariato vuole continuare a essere un’esperienza ricca e arricchente – gli ha fatto eco Maria Paola Tripoli del Comitato volontariato 4.0 – non deve avere prezzo. Ne sono convinti gli oltre 6,63 milioni di volontari italiani, pari a un cittadino su otto e al 12% della popolazione”. Pierantonio Minelli di Telefono Amico ha evidenziato che una delle principali caratteristiche del volontariato è “la capacità di andare contro corrente perché interviene làcon reg lascaris dove gli altri sono tentanti di chiudere gli occhi, fa emergere realtà e problemi che sarebbe comodo ignorare e sa coniugare passione civile e solidarietà”.Franco Bagnarol del Movimento di volontariato italiano (Movi) ha ripercorso la biografia e la filosofia del fondatore Luciano Tavazza, secondo cui “educare alla corresponsabilità, a un’etica alta, alla solidarietà, gratuità e al dono è una scelta politica d’impegno nel cambiamento di ciò che può e deve essere cambiato”. Silvio Magliano del Centro servizi per il volontariato di Torino ha sottolineato, da una parte, il ruolo fondamentale dei Centri servizi per la sopravvivenza delle associazioni di medie e piccole dimensioni e, dall’altra, la riluttanza delle associazioni a farsi rappresentare. L’assessore regionali alle Politiche sociali Augusto Ferrari, presidente del Consiglio regionale del volontariato, ha concluso i lavori ricordando “l’importanza del volontariato per creare connessioni e occasioni di cooperazione per le politiche d’inclusione” ed esortando “a vigilare, a livello nazionale, affinché la nuova legge non concorra a disperdere l’anima più autentica del volontariato e le sue esperienze più virtuose e a riuscire, a livello regionale, a rendere sempre più fecondo il ruolo attivo del volontariato nella programmazione delle politiche sociali”.

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(foto: il Torinese)

 

 

Nosiglia: “Meno tablet, videogiochi e tv. Più dialogo in famiglia”

papa reale2“Sto alla tua porta e busso”, così si intitola la lettera pastorale  in cui l’arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, sottolinea  il valore del dialogo e dell’incontro. “Spesso  in casa è difficile ascoltarsi perché le cose da fare, le parole continue della televisione accesa, anche durante i pasti, impediscono di parlarsi e di ascoltarsi serenamente. Così, a poco a poco si diventa estranei in casa”.”Occorre riappropriarsi del tempo che si passa in casa, per non disperdere la ricchezza dell’incontro interiore e profondo tra le persone. Altrimenti il vortice delle attività e la voce forte e suadente dei mass-media diventano un’impellente necessità a cui non si riesce alla lunga a rinunciare. La lettura della Bibbia e del vangelo, insieme alla preghiera familiare, sono uno spazio di libertà per se stessi e per imparare ad ascoltare e rispondere, in famiglia, alle necessità e richieste e attese più vere di chi ci sta accanto”, aggiunge Nosiglia. “Natale è il momento per stare in famiglia e con gli amici con i quali assaporare  la gioia dell’incontro, del dialogo, del fare festa insieme, non isolatevi davanti al televisore, al tablet, alle consolle di videogiochi”. La lettera è rivolta in particolare ai più giovani, che Nosiglia esorta a sfruttare questo tempo per “partecipare con gli altri ai momenti di gioco, di conversazione e di amicizia, un tempo anche per stare di più con Gesù”.

(foto: il Torinese)

Cosa insegna la vicenda del “figliol pigro”: i deboli, a volte, lo sono per finta

La vicenda del figlio maggiorenne che non ha raggiunto l’autosufficienza economica a causa della propria “inerzia” e’ ormai su tutti i giornali  e tv.

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Il ragazzo, a questo punto – dopo la sentenza –  ufficialmente sfaticato, non ha diritto a ricevere dal padre divorziato l’assegno di mantenimento che gli permetta di condurre un tenore di vita simile a quello che conduceva la sua famiglia prima della separazione. Il tribunale di Torino ha infatti revocato il contributo di 1.500 euro al mese che il ventiquattrenne chiedeva al genitore, ex amministratore delegato di una importante azienda poi fallita,  che al momento della rottura dei legami familiari guadagnava oltre  167 mila euro all’anno. Il giovane aveva promesso che voleva riprendere gli studi sospesi tre anni fa in quarta liceo e aveva detto che disponeva si un’abilitazione di personal trainer di primo livello ma era praticamente disoccupato. Una lezione forse il ragazzo, un po’ pigro, la meritava davvero. A volte i presunti “deboli” o bisognosi , come in questa storia che ha tra gli interpreti un padre ricco e un “povero” giovane, sono tali solo all’apparenza:  non si tratta di persone private dei loro diritti. E la giustizia non deve lasciarsi intenerire.

Il suk e le competenze per spostarlo

suk dora1STORIE DI CITTA / di Patrizio Tosetto

Personalmente preferisco chiamarlo mercatino del’ usato . Altri lo chiamano suk e ogni volta che si parla di spostarlo produce discussioni e soddisfatte reazioni . Dipende da quale punto di vista si considera il problema . Contenti gli abitanti se il mercato cambia luogo ed arrabbiati i residenti limitrofi al luogo scelto . Banalmente nessuno lo vuole sotto casa . Difficile dargli torto .  Ma è la prima volta che il sito scelto non è nella piena disponibilità di chi lo ha scelto .L’area tra corso Giulio Cesare e Lungo Dora Firenze è di proprietà della Città metropolitana di Torino , l’exsuk nuovo2 Provincia . Tutto da rifare, dunque ? Dipende da chi dell’ente dovrà dare risposte in merito .  In altre parole chi ha autorizzato il Municipio nel dare le relative autorizzazioni . Per ora la riorganizzazione delle provincia in area metropolitana ha esordito un solo risultato : le deleghe delle province non sono state delegate ad altri enti come Regione o Comune . Con il tosettorisultato politico che Chiara Appendino è presidente in un consiglio con  maggioranza del pd che non vuole lo spostamento del Suk nell’area individuata dalla Giunta della Sindaca . Si prevedono tempi lungi . Consiglieri pentastellati hanno già dichiarato : vedremo . Speriamo di vedere qualcosa . Ad oggi vediamo una sola cosa: nulla

Librolandia apre al mondo no-profit con Cardioteam Foundation

Saranno donati per diffondere la cultura della prevenzione dell’infarto

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Un accordo fra Cardioteam Foundation Onlus e Salone Internazionale del Libro per permettere a mille persone di entrare gratuitamente al Salone, e al tempo stesso per aprire il Salone alla collaborazione organica con il mondo del no-profit.In un incontro avvenuto ieri presso la sede della Fondazione per il Libro, Cardioteam Foundation Onlus ha acquistato un pacchetto di mille biglietti a tariffa ridotta (6,00 €) del XXX Salone Internazionale del Libro di Torino, con l’obiettivo di donarli a persone meno abbienti che, da diversi studi, risultano essere a maggior rischio di infarto e ictus. Avranno così un accesso facilitato alla manifestazione dal 18 al 22 maggio 2017.

Il sindaco di Lauriano “Ambientalista dell’anno”

lauriano-12-sindacoÈ stato assegnato a Matilde Casa, sindaco di Lauriano, nella Città Metropolitana di Torino, il decimo premio “Luisa Minazzi – Ambientalista dell’Anno”. Il primo cittadino del paese torinese è stato premiato al termine di una cerimonia tenutasi venerdì 2 dicembre, nella Sala Consiliare del Comune di Casale Monferrato. Quasi tremila sono stati i votanti del concorso indetto da Legambiente, dal mensile La Nuova Ecologia e dal Comitato Organizzatore di cui fanno parte diverse associazioni monferrine insieme a Weleda, ed intitolato a Luisa Minazzi, casalese che si è battuta a lungo per i diritti delle persone esposte all’amianto.A comporre il comitato organizzatore del premio fanno parte, oltre a Weleda e al Comune di Casale Monferrato: Afeva, Agesci Casale, Associazione Comuni Virtuosi, Auser Casale, Avis Casale, Circolo Verdeblu di Legambiente, CAI Casale, Equazione, Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, L’Albero di Valentina, Fiab e Parco Fluviale del Po e dell’Orba. A presiederlo è Gian Paolo Minazzi, fratello di Luisa. Rossella Muroni, presidente nazionale di Legambiente ha detto: «Non vogliamo eroi solitari, la battaglia per l’ambiente non si può combattere da soli, per questo c’è il premio». A fare la differenza per i votanti (che hanno espresso preferenze via posta, online e con speciali urne disseminate per Casale e il Monferrato nelle scorse settimane) è stato l’impegno intrapreso dalla Casa contro il consumo del suolo nel suo comune, restituendo all’agricoltura un terreno sul quale si sarebbero dovute costruire delle villette – e per questo subendo un processo penale, fortunatamente conclusosi in un’assoluzione con formula piena.

Massimo Iaretti

Boldrini anti-odio su Facebook

boldriniLa presidente della Camera, Laura Boldrini è intervenuta al campus Einaudi di Torino, per affrontare il tema della violenza nel web, alla quale “bisogna reagire”, ha detto.  Come è noto la presidente ha scelto di pubblicare i nomi degli autori dei messaggi oltraggiosi ricevuti a migliaia in rete. Ha inoltre proposto a Facebook di creare un’icona anti-odio vicino ai link inappropriati; un numero verde per l’assistenza alle vittime e l’apertura in Italia di una sede del social network con  un filo diretto con la Polizia Postale.

Nazionale Italiana Dell’Amicizia Onlus, il disco di Natale fa bene

La Nazionale Italiana dell’Amicizia Onlus nasce nel 2012 e aiuta bambini in difficoltà. Con tanto impegno, dedizione e trasparenza è riuscita a raccogliere negli anni circa 250mila euro coi quali ha aiutato più di mille bambini. I componenti dell’associazione organizzano partite di calcio in tutta Italia con ex calciatori, cantanti, attori e comici vari, visitano i reparti di pediatria degli ospedali vestiti da super eroi e principesse, portano natale-discoregalini ai bambine e bambini ricoverati, realizzano cene e banchetti per raccogliere i fondi necessari a sviluppare i loro progetti. Su Torino, la Nazionale Italiana Dell’Amicizia Onlus è una realtà molto importante: riesce a coinvolgere oltre 3mila persone alle partite più importanti e tanta tantissima gente alle feste organizzate. L’associazione sta lavorando da due anni con l’amministrazione comunale per poter avere in gestione un centro sportivo abbandonato che sarà utilizzato per far praticare sport ai tanti bambini reduci da più o meno gravi malattie. L’obiettivo è realizzare una struttura multifunzionale per ragazze e ragazzi diversamente abili e che possa offrire fisioterapia gratuita ai bambini malati e con famiglie in grave difficoltà economica. “Un progetto enorme unico nel suo genere sia in Europa e probabilmente al mondo – affermano i responsabili dall’associazione -, i cui costi di ripristino sono elevatissimi”.   Per concretizzare questo sogno la Nazionale Italiana dell’Amicizia Onlus si affida alla solidarietà di tutti e per Natale ha prodotto un CD con le più belle canzoni della tradizione interpretato sia da giovani artisti emergenti (Stefania Mancuso, Nila, Maria Vaccaro, Biro & Nux, i Serendip, Francesco Trimani, Dave, Nazario) sia dai bambini della NIDA tra cui la piccola Bea Naso (bimba torinese tristemente nota per la sua malattia, unico caso al mondo, per chi tutte le articolazioni molli del suo corpicino si sono calcificate, pietrificandola viva). Il risultato è un piccolo capolavoro. Il CD, con tanto di bollino SIAE, è stato stampato in 20mila copie e il costo è basato su un’offerta libera a partire da soli 9 euro. Per chi fosse interessato a partecipare al gesto di solidarietà la consegna del Compact Disc Digital Audio natalizio è a domicilio chiamando il numero 3339411394.

Cambiamento e resilienza  

Cambiamento e resilienza. Sempre più spesso ci capita di leggere o sentire persone che utilizzano questi due termini. Sembrano essere inscindibili, due concetti che viaggiano costantemente assieme e che si competano tra loro. Se fossero persone, potremmo definirle una sorta di Starsky & Hutch della filmografia degli anni ‘80. Noi stessi li usiamo con una certa frequenza quando parliamo di mercato e azienda. Ma cosa intendiamo realmente dire quando parliamo di Cambiamento e Resilienza? Il cambiamento cos’è? Un’importante ristrutturazione aziendale o un cambio di lavoro? E la Resilienza? Ormai tutti in azienda sanno che la resilienza è il vocabolo utilizzato in metallurgia per indicare la capacità di un materiale di resistere all’urto senza rompersi. Altre fonti, invece, per rendere la cosa ancora più affascinante, legano il termine resilienza al latino “salio” (salire) che, con il suo iterativo “resalio”, accostato all’immagine di una barca capovolta, indica l’azione di risalire sulla barca dopo che si è rovesciata. Una cosa è certa: per molti di noi il cambiamento è un qualcosa d’intangibile che ci spinge a modificare quello che abbiamo sempre fatto e, più abbiamo fatto, più dovremo lavorare per adeguarci al nuovo.

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Noi non condividiamo questa visione, però, a nostro avviso, il cambiamento altro non è che la vita di tutti i giorni, sia quella privata sia quella professionale. Panta Rei, (tutto scorre) diceva Eraclito, uno fra i più grandi filosofi greci presocratici, per indicare l’eterno divenire della realtà, paragonandola a un fiume che solo apparentemente rimane uno e identico, ma che, in effetti, continuamente si rinnova e si trasforma, per cui non è possibile tuffarsi in esso più di una volta, perché la seconda volta non è lo stesso fiume della prima. Se condividiamo questa visione, il cambiamento è qualcosa che ci accompagna durante tutta l’esistenza, nelle piccole cose come nelle grandi cose. Cambiare barbiere perché il nostro è andato in pensione non è forse cambiamento? Cambiare cliente perché quello precedente ha ceduto l’attività non lo è altrettanto?   Queste cose, però, non ci preoccupano perché il nostro cervello le cataloga al livello più basso di rischio mentre, invece, se in azienda si passa da un sistema informatico all’altro o se viene modificata l’organizzazione, ci carichiamo di ansia e stress. Tutto ciò è normale, anzi diremmo che è umano, però non ci deve bloccare. Passato il primo momento di destabilizzazione, dobbiamo subito vedere quali opportunità nuove si stanno per presentare. Per molti anni, nella quotidiana gestione delle cose, ci è capitato di definire quest’approccio mentale come la tecnica del “Cosa c’è di buono in ciò” perché è giusto dirlo : Guardando bene troveremo sempre qualcosa di positivo, anche dove non ci sembra proprio. 

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Ci sono due modi di porsi di fronte alla richiesta di cambiamento, che, spesso, non è una nostra scelta, ma una necessità; per cristallizzarli ci rifaremo a due grandi pensieri:

Chi ti vuole diverso, non ti vuole affatto. (Eracle) Approcciare le cose in questo modo è assolutamente da evitare. Significa pensare sempre in negativo e, oltre a non facilitare le cose, questo atteggiamento ci porterà a “ Tagliarci fuori da soli” perché, ci piaccia o no, le cose vanno avanti anche senza dii noi. Il secondo modo, invece, ce lo ha offerto un pensiero di Mahatma GandhiLa vita non è aspettare che passi la tempesta, ma imparare a ballare sotto la pioggia. Un modo dolce, positivo e forse affascinante che ci porta a vedere le cose in modo diverso, da cacciatori di opportunità.

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Questo approccio probabilmente è quello che meglio definisce una persona resiliente, una persona che supera la destabilizzazione iniziale e si pone alla ricerca dell’esperienza, dell’insegnamento che da questa esperienza ne può derivare. La tecnica cioè del: ”Cosa c’è di buono in ciò”. Un atteggiamento positivo che ci aiuta ad affrontare meglio le cose vivendo la vita. Più volte siamo entrati in contatto con persone capaci, intelligenti e competenti che, pur di non affrontare il cambiamento, si erano accontentate di ruoli/situazioni “ inferiori” a quelle che realmente meritavano o che potevano raggiungere. Alcune di loro erano contente e questo era un risultato positivo perché, probabilmente avevano deciso di anteporre i propri valori personali a quelli professionali, e questo li rendeva comunque felici e vincenti. Altri, invece, giustificavano lo status quo con motivazioni legate alla sfortuna o ai torti subiti e questo non era buono nemmeno a livello salutistico perché “stavano male con se stesse”. La resilienza, quindi, potremmo definirla come la capacità di non essere troppo rigidi o troppo morbidi, ma semplicemente “flessibili”, capaci cioè di adeguarsi prendendo il controllo della situazione.

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Un esempio di resilienza

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Questo non significa nascere resilienti, ma allenati alla resilienza e l’allenamento non richiede situazioni “speciali”. E’ sufficiente affrontare la vita quotidiana ponendosi obiettivi misurabili e raggiungibili la cui asticella sarà alzata di volta in volta. Anche il notissimo atleta giamaicano Usain BOLT potrebbe confermare questa teoria se pensiamo che il 2016 l’ha visto vincitore della competizione dei 200 metri a Rio de Janeiro con il tempo di 19″78, mentre nel 2001,ai suoi primi esordi, il suo tempo era “solo” di 22″04 .Il secondo allenamento che possiamo fare è quello di uscire dalle nostre zone di comfort facendo cose che non abbiamo mai fatto o che non facciamo da molto tempo come ad esempio parlare con qualcuno che non abbiamo mai considerato oppure, prendere una seggiovia anche se un po’’ ci intimorisce. Scopriremo mondi nuovi semplicemente allargando il nostro campo visivo e sdrammatizzando le cose che ci capitano perché, come diceva il Saggio“Il mondo è nato prima di noi pertanto saremo noi a doverci adattare a lui, specialmente se poi vogliamo cambiarlo.”

Antonio De Carolis

Presidente CDVM

Club Dirigenti Vendite e Marketing

www.cdvm.it

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