CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 585

“Al di qua”: Clochard da Oscar nel docufilm girato a Torino

Sono quaranta i clochard torinesi protagonisti del docu-film ”Al di qua” di Corrado Franco. Il film girato dal regista torinese potrebbe arrivare a vincere l’Oscar 2018 per la  categoria documentari, alla quale è stato ammesso. Il docufilm è girato in bianco e nero con un budget di 200.000 euro e propone le testimonianze sulla vita dei barboni torinesi.

A Laurent Mauvignier il Bottari Lattes Grinzane

È Laurent Mauvignier con “Intorno al mondo” (Feltrinelli) il vincitore del Premio Bottari Lattes Grinzane 2017 per la sezione Il Germoglio, dedicata ai migliori libri di narrativa italiana o straniera pubblicati nell’ultimo anno

Gli altri finalisti al Premio erano: Gianfranco Calligarich con “La malinconia dei Crusich” (Bompiani), Olivier Rolin con “Il meteorologo” (Bompiani) e Juan Gabriel Vásquez con “La forma delle rovine” (Feltrinelli). 

La cerimonia di premiazione si è svolta sabato 14 ottobre presso il Castello di Grinzane Cavour (Cn), condotta dallo scrittore Alessandro Mari.

Protagonisti della giornata sono stati gli studenti rappresentanti delle 24 giurie scolastiche italiane, che hanno incontrato gli scrittori finalisti. Ospite d’onore, il libraio Rosario Esposito La Rossa, “lo spacciatore di cultura”, come è stato definito, che ha appena aperto la libreria “Scugnizzeria” a Scampia e Melito (Napoli), dove da oltre quarant’anni mancava uno spazio dedicato ai libri.

Lo scrittore e sceneggiatore inglese Ian McEwan è stato premiato venerdì 13 ottobre per la sezione La Quercia, dedicata a Mario Lattes e riservata a un autore internazionale che abbia saputo raccogliere nel corso del tempo condivisi apprezzamenti di critica e di pubblico.

I quattro romanzi finalisti del Premio, organizzato dalla Fondazione Bottari Lattes, erano stati designati e annunciati ad aprile a Cuneo, alla sede della Fondazione CRC (che collabora e sostiene il Premio), dalla Giuria Tecnica presieduta da Gian Luigi Beccaria.

Tra aprile e giugno i quattro libri sono stati letti e discussi dai 384 studenti delle 24 Giurie Scolastiche: una a Bruxelles, presso l'”Ecole Européenne Bruxelles”, e ventitré in Italia. Le giurie italiane sono state scelte in modo da coprire tutto il territorio della Penisola, almeno una per ogni regione. 

Il Premio ha avuto il sostegno di: Mibact, Regione Piemonte, Fondazione CRC (main sponsor per il triennio 2017-2019), Cantina Giacomo Conterno (main sponsor), Banca d’Alba, Città di Cuneo, Comune di Alba, Comune di Grinzane Cavour, Comune di Monforte d’Alba, Cantina Terre del Barolo, Enoteca Regionale Piemontese Cavour, Banor, Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, Antico Borgo Monchiero.

Info al pubblico: 0173.789282 – eventi@fondazionebottarilattes – @BottariLattes

g. m.

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Foto:
– Laurent Mauvignier: “Intorno al mondo” (Feltrinelli)
Lo scrittore e sceneggiatore inglese Ian McEwan 

 

Tarocchi. Dal Rinascimento a oggi

IN RASSEGNA ANCHE OPERE A TEMA DI NIKI DE SAINT PHALLE. FINO AL 14 GENNAIO 2018

“Immagine psicologiche”, figure archetipe nell’inconscio collettivo: così definiva le carte dei Tarocchi – 22 Arcani Maggiori e 56 Arcani Minori – nientemeno che Carl Gustav Jung (1875 – 1961), fondatore della psicologia analitica. Concetti poi ripresi dal saggista Joseph Campbell (1904-1987) e approfonditi dallo sceneggiatore Christopher Vogler, in moltissimi film e saghe hollywoodiane. Molti anni prima, fra il 1469 e il 1478, il poeta Matteo Maria Boiardo realizzava, per diletto della corte estense, una collana di 78 terzine e due sonetti con lo scopo preciso di accompagnare il gioco delle carte dei Tarocchi. E che dire del nostro grande Italo Calvino (1923-1985) e del suo celebre “Castello dei destini incrociati”, libro in cui lo scrittore di origini cubane utilizza proprio le carte dei Tarocchi per raccontare le storie di un gruppo di viaggiatori radunati dal destino in un castello.

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E l’elenco potrebbe continuare. Perché saranno pure “Arcani” finché si vuole, a volte guardati anche (per la loro più o meno acclarata funzione divinatoria) con un certo imbarazzante sospetto, ma una cosa è certa: dalla filosofia alla psicoanalisi, dalle scienze storiche alla letteratura alla poesia e all’arte, non esiste campo dell’espressività e dello “scibile” umano che non sia stato tentato e toccato dalla magia innegabile di queste antiche 78 carte. Che hanno storia lunga, storia che dura da sei secoli. A farne un suggestivo e dettagliato resoconto, attraverso un evento espositivo unico nel suo genere e a cura di Anna Maria Morsucci, sono il MEF (Museo Ettore Fico) e la Casa editrice “Lo Scarabeo” di Torino che, su oltre mille metri quadri dello spazio museale di via Cigna, presentano un ricchissimo repertorio di mazzi antichi e moderni, carte miniate in oro, libri, documenti provenienti da importanti collezioni private, editti, matrici di stampa e bozzetti inediti di celebri artisti contemporanei.

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Il tutto accompagnato da materiale audiovisivo e applicazioni multimediali, capaci di personalizzare e “virtualizzare” come meglio aggrada la visita alla rassegna. Un vero e proprio viaggio “iniziatico” che parte dalla metà del Quattrocento nel Nord Italia, dove i Tarocchi nascono per essere usati nelle taverne come gioco d’azzardo e nelle corti principesche come gioco di società; via via, fino al ‘700 quando in Francia e in Inghilterra per la prima volta vengono usati in chiave esoterica e cartomantica, per arrivare attraverso le più molteplici declinazioni d’uso ai giorni nostri. Fra le opere più significative esposte, alcune carte del “mazzo Visconti” (1451) miniate in oro da Bonifacio Bembo, i seicenteschi “Tarocchini bolognesi” realizzati dall’incisore Giuseppe Maria Mitelli, insieme alle edizioni antiche dei “Tarocchi marsigliesi”, ai Tarocchi austriaci” della Secessione Viennese e ad altri rarissimi mazzi di produzione italiana, francese e tedesca.

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Da segnalare ancora la prima edizione (1909) dei “Tarocchi Rider Waite” – il mazzo più conosciuto nel mondo anglosassone – e quelli dell’esoterista Oswald Wirth (1860 – 1943), più numerosi mazzi contemporanei che ne testimoniano la costante evoluzione. Anche sul piano di una “resa” artistica in linea con i linguaggi maggiormente innovativi del tempo (come quelli della Pop Art o della Street Art), bene accompagnati a prove preziose di alcuni “grandi” della storia dell’arte novecentesca: da Renato Guttuso (in mostra, l’inquietante “Appeso”), a Franco Gentilini, a Emanuele Luzzati (con i suoi solari e giocosi “Bambini amanti”) fino a Ferenc Pintér a Sergio Toppi e a molti altri. Curiosa anche la sezione a “luci rosse”, dedicata ai “Tarocchi erotici” con opere di Paolo Eleuteri Serpieri, di Giacinto Gaudenzi e Mauro De Luca. Così come quella volta a documentare l’influenza dei Tarocchi nel fumetto (da Dylan Dog ai Supereroi, da Diabolyk a Corto Maltese), nel cinema, nella musica e nella letteratura.

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Contemporaneamente alla mostra sui Tarocchi, il MEF ospita anche una fantasiosa rassegna su opere e progetti legati al “Giardino dei Tarocchi” di Niki de Saint Phalle (1930 – 2002). Fra le più importanti esponenti del “Nouveau Réalisme” francese, l’artista ha infatti dedicato gli ultimi anni della sua vita alla realizzazione del parco artistico di Garavicchio (Grosseto) abitato da magiche monumentali sculture in ceramica variopinta, raffiguranti i 22 Arcani Maggiori. A lei è anche dedicata, presso la nuova sede del MEF Out-side ( aperto di recente in via Filippo Juvarra 15, a Torino), in collaborazione con la Fondazione Niki de Saint Phalle e il Mamac di Nizza, un’Antologica che raggruppa opere dell’artista – di singolare giocosità ma anche di acceso impegno sociale – datate dagli Anni ’50 ai ’90.

Gianni Milani

“Tarocchi. Dal Rinascimento a oggi”

MEF- Museo Ettore Fico, via Francesco Cigna 114, Torino, tel. 011/852510; www.museofico.it

Fino al 14 gennaio. Orari: da merc. a ven. 14-19/ sab. e dom. 11-19

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Nelle foto:

– Anonimo della Scuola di Bonifacio Bembo: “Mazzo Visconti – 5 Spade”, 1451

– Franco Gentilini: “La Forza”

– Renato Guttuso: “Appeso”

– Emanuele Luzzati: “Bambini Amanti”

– Niki de Saint Phalle: “Temperance”, litografia, 1997

– Niki de Saint Phalle: “L’arbre de la vie”, serigrafia, 1987

 

I set di Sorrentino, ogni particolare sta sotto la lente del regista

Sorride Paolo Sorrentino, lunghe basette e un triangolo di rughe che partono dall’angolo dell’occhio, sotto le luci di via della Conciliazione, davanti gli sta il Cupolone illuminato. È la prima delle 42 immagini di Gianni Fiorito, fotografo di scena che da più di una quindicina d’anni segue il regista della Grande bellezza, che ne coglie i momenti quotidiani, che ne fissa le inquadrature migliori e pronte a divenire cult, che squaderna i gesti e i visi degli attori, il disincantato alter ego Toni Servillo in primis, che racconta la premura di un autore attento ai particolari, quasi maniacale, alla piega di un abito, alla fissità di uno sguardo, al movimento stanco di una mano, alla noia di un passo, alla perfezione di un trucco, al lasciarsi vivere di una comparsa, ad un viso esattamente grinzoso, ad una mano invecchiata. Adesso sono insieme su un altro set, Loro – nulla vieta di spezzare in due quel titolo con l’inserimento di un apostrofo – “su” Berlusconi, e la prima immagine uscita dalle agenzie, Servillo berlusconizzato, mette quasi i brividi. Immagini che formano ”già” una storia o quanto corre intorno ad essa: Fiorito svolge l’attività di fotogiornalista fin dal 1980, sviluppando e inoltrandosi nella realtà napoletana, documenta il fenomeno camorristico e l’illegalità diffusa, guarda alla realtà sociale e urbanistica delle periferie, le trasformazioni del paesaggio urbano. Negli anni Ottanta, ancora come fotografo si lega al gruppo teatrale “Falso Movimento” di Mario Martone, dal 1999 i suoi interessi si rivolgono sempre più al cuore e ai backstage delle produzioni cinematografiche, i suoi registi, oltre Sorrentino, si chiamano John Turturro, Antonio Capuano, Luca Miniero.

Una carrellata, questa, “Cronache dal set: il cinema di Paolo Sorrentino”, ospitata fino al 7 gennaio prossimo nei locali di Camera, il Centro Italiano per la Fotografia a Torino (via delle Rosine 18) e curata da Maria Savarese, che abbraccia in uno sguardo solo pressoché un’intera cinematografia. Michael Caine perso e sognante tra la musica e i campanacci muti delle verdi montagne elvetiche o gli ospiti della clinica immersi nella tranquillità rigenerativa della piscina sono immagini di Youth, un set preparato, in attesa del ciak, attorno ad una bandiera o le orecchie a sventola di Andreotti/Servillo all’ombra di un incombente ritratto di Marx sono immagini del Divo, la magnifica opulenza di Jude Law, gli abiti ricamati e preziosi, il rosso del mantello che attraversa le strade di Roma, la monaca occhialuta di Diane Keaton, l’impegno dell’abituale Luca Bigazzi a centrare la giusta e più suggestiva inquadratura sono immagini di The young pope, lo sguardo di Cheyenne/Sean Penn, stratruccata e rincantucciata rock star alla ricerca dell’ufficiale nazista è l’immagine-simbolo di This must be the place, Jep Gambardella seduto nella sua giacca rossa accanto alla donna nuda è l’immagine universale della Grande bellezza, come la suorina raggrinzita, il viso intristito di Sabrina Ferilli, quello di Fanny Ardant più spigoloso, Servillo mollemente disteso sull’amaca, il bicchiere di alcol in mano.

Sottolinea Savarese nella presentazione della mostra, piccola chicca per tutti i cinéphiles: “Nella sua ricerca fotografica, Gianni Fiorito non si accontenta di restituire una o più immagini che siano rappresentative dei film, ma da ciascuna di esse cerca di trarre una visione ulteriore che mai si pone a commento di quella già data dal cinema. Ciò che tenta di fare la sua fotografia è ‘vedere oltre’, ragionando sugli elementi fondamentali della scena: l’attore, il regista, la troupe, i luoghi. Fotografare il cinema non è semplice: meno frequente è trovarsi di fronte a risultati che valicano il limite della documentazione per produrre visioni portatrici di senso”. È ‘l’oltre’ ad interessare qui, nelle immagini. Del cinema “sincopato” di Sorrentino, la rappresentazione del suo immergersi nel centro della scena, del colloquio continuo con i vari più o meno piccoli attori e con il personale tecnico, il controllo di ogni cosa, lo spingersi a “dirigere” ogni più impercettibile oggetto di scena, “fotoreporter costantemente presente, ma invisibile e attento, al centro del set”. Fiorito è capace davvero di renderci tutto questo.

 

Elio Rabbione

 

La Rivoluzione d’ottobre vista dai giornali piemontesi dell’epoca

La Rivoluzione russa del 1917? “È stata un disastro – per il popolo russo, per l’Europa, e per la sinistra in tutto il mondo… Questa rivoluzione non ci sarebbe dovuta essere. La società russa non era pronta ad appoggiare e sostenere una rivoluzione autenticamente socialista e democratica”. Quelle che sembrerebbero le parole di un conservatore, in realtà esprimono il giudizio che dell’avvento del comunismo in Russia dà il filosofo Michael Walzer, esponente della sinistra Usa. Ma, a cento anni di distanza, possiamo chiederci come reagì l’opinione pubblica piemontese a quell’evento epocale. Lo facciamo consultando l’archivio online www.giornalidelpiemonte.it che contiene le raccolte di oltre 130 testate locali.

Quella che chiamiamo Rivoluzione d’ottobre fu preceduta, nel febbraio dello stesso 1917, dai moti rivoluzionari che portarono all’abdicazione dello zar Nicola II e al governo “borghese” del nazionalista Kerenskij. I bolscevichi di Lenin e Trockij, in un clima di generale anarchia e di disfacimento delle strutture del potere civile e militare, guidarono l’insurrezione decisiva tra il 7 e l’8 novembre del nostro calendario, che corrispondono al 25 e 26 ottobre del calendario giuliano in vigore in Russia. Cacciarono il governo borghese e diedero avvio al regime comunista che sarebbe durato fino a Gorbaciov. Di questo evento dà puntualmente conto il quotidiano cuneese Sentinella delle Alpi, da cui attingiamo gran parte delle notizie sulle reazioni agli eventi russi. Già il 4 ottobre il giornale scrive che “gli agitatori politici, costituitisi in Comitato rivoluzionario, si sono impadroniti del potere e hanno dichiarato di non riconoscere più il Governo provvisorio”.

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Nei giorni successivi l’attenzione è mirata alle conseguenze belliche della difficile situazione russa. Il 9 ottobre l’Azione Novarese riporta che “I Russi subiscono altri rovesci: le grandi isole Desel e Dagol, che proteggevano ancora dalle incursioni nemiche buona parte del golfo di Riga… sono state conquistate anch’esse e il nemico (tedesco n.d.r.) se ne farà una grande base per altre avanzate nell’infelice Nazione Russa che si dibatte ancora fra le convulsioni dell’anarchia”. E la Sentinella del 20 ottobre titola con grande evidenza che i russi sgombrano aree a 300 km da Pietrogrado, la capitale zarista che si teme di dover evacuare, e il governo è costretto a trasferirsi a Mosca. Perché tutto questo interesse per le vicende di quello che era ancora un alleato dell’Italia? Perché siamo alla vigilia dell’offensiva che l’esercito austro-tedesco, liberato in buona parte dagli sforzi sul fronte russo, sta per sferrare in Venezia Giulia, quella fase della guerra ben nota con il nome di Caporetto, che ancor oggi è sinonimo di una disfatta italiana. Infatti, il Corriere di Saluzzo del 27 ottobre mette in relazione il successo dei rivoluzionari russi con l’avanzare degli Imperi centrali, e scrive “Chi sono i bolsceviki? E’ il partito di quei russi che vogliono la pace con la Germania ad ogni costo”. Ma siamo ormai ai giorni centrali del doppio “dramma”, la ritirata italiana dopo la rotta sul fronte giuliano e la presa di potere dei leninisti. La Sentinella del 10 novembre titola “I massimalisti padroni di Pietrogrado” l’articolo in cui si annuncia che il congresso dei Soviet, dopo un discorso di Lenin che è stato acclamato per aver detto che “questa è la vera rivoluzione”, ha lanciato un proclama che inizia con il primo punto: “Tutto il potere appartiene ai Soviet”. Il presidente Kerenskij è in fuga e la complicità con lui sarà considerata alto tradimento.

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Nello stesso numero un commento esplicita bene il giudizio che il giornale esprime sugli eventi russi, paragonandoli alla Rivoluzione francese del 1789. In quel caso però, spiega l’editorialista, i rivoluzionari seppero far fronte prontamente alle minacce esterne che provenivano alla Francia da ogni dove, perché la “fiamma patriottica” non venne mai meno. Oggi invece, i nuovi capi della Russia si azzuffano tra loro, tutte le forze attive della nazione sono travolte dall’anarchia e la Rivoluzione, come Saturno, sta già divorando i suoi figli. E ora gli italiani “per l’ignavia di questo popolo” sono costretti a “subire l’impeto irresistibile delle immani valanghe teutoniche che si riversano sul fronte orientale della nostra patria…Per noi l’avventura russa significa enorme sagrificio di sangue e di denaro”. Interprete dell’incertezza e disorientamento di quei giorni è il pezzo sul Corriere di Saluzzo del 24 novembre che segnala “in tanto caos” il prevalere dei “bolsceviki capitanati da Lenin” e sottolinea la gravità anche della situazione economica con una laconico “intanto regna sovrana la fame su tutto e su tutti”. La Sentinella del giorno successivo registra che il potere di Kerenskij è ormai finito e che “negli ultimi moti vennero, negli avvenuti saccheggi, rubate opere d’arte e quadri del valore di parecchi milioni di rubli”.

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Infine, merita citare estesamente l’editoriale dal titolo “Melanconie russe” su Il Fossanese del 1° dicembre 1917: “Povera Russia! … dal disordine caotico, dall’anarchia sociale in cui essa sta dibattendosi non è lecito neppure dopo che son trascorsi tanti mesi argomentare e di intuire con qualche approssimazione quale abbia ad essere la configurazione sociale e politica sia nel prossimo che nel lontano avvenire … Per parte nostra non speriamo affatto in una prossima risurrezione della Russia. Noi pensiamo che l’umanità ha sempre proceduto e procederà innanzi per forza di evoluzione e non di rivoluzione: e perché i popoli abbiano ad evolversi e procedere nella via del progresso e della civiltà è necessario che essi educhino, istruiscano e perfezionino sé stessi… La grande massa del popolo russo non ha dato prova di essere giunto a quell’alto grado di educazione politica o di coscienza sociale quale i suoi improvvisati tribuni e quotidiani dittatori inutilmente proclamano… Essa sta facendo invece un terribile, sanguinoso ed inutile sogno di grandezza dopo il quale dovrà ricadere più esausta e più impotente di prima”. Insomma, in un ambito sicuramente conservatore, si facevano già un secolo fa considerazioni analoghe a quelle espresse oggi, da tutt’altro versante, dal filosofo Walzer.

 

Domenico Tomatis

Nella foto una vignetta dal Corriere di Saluzzo del 15 dicembre 1917

 

 

 

I prossimi eventi al “Pannunzio”

MERCOLEDI’ 18 OTTOBRE – “IO, TRAFFICANTE DI VIRUS.

Una storia di scienza e di amara giustizia”

di Ilaria CAPUA

Mercoledì 18 ottobre alle ore 17,30, nell’Aula Magna del Rettorato dell’Università di Torino (v. Verdi, 8), il Centro “Pannunzio” organizza la presentazione che Mattia FELTRI, giornalista de “La Stampa”, farà in dialogo con l’autrice, del libro di Ilaria CAPUA, Direttore del “One Health Center of Excellence for Research and Training” dell’Università della Florida,“IO, TRAFFICANTE DI VIRUS. Una storia di scienza e di amara giustizia”, Rizzoli Editore.

Ilaria Capua, virologa italiana di fama mondiale pluripremiata e riconosciuta da tutta la comunità scientifica, viene indagata in Italia per un presunto traffico di virus e vaccini. Un’accusa vergognosa accompagnata da una campagna stampa infamante, che cade dopo anni di linciaggio mediatico con un proscioglimento. La vicenda, lunga e dolorosa, l’ha costretta a lasciare l’Italia per gli Stati Uniti per continuare a fare con serenità il suo lavoro. Così l’Italia ha perso uno dei suoi cervelli migliori.

Introduce Giuseppe PICCOLI presidente del Comitato scientifico del Centro Pannunzio. Coordinamento di Benedetto CARELLA.

 

VIAGGI

24 – 26 NOVEMBRE 2017

VIAGGIO A VICENZA PER LA MOSTRA SU VAN GOGH,

VISITA DELLA CITTA’ ED ALLE VILLE VENETE

a cura della prof. CLAUDIA DE FEO

PROGRAMMA DEL VIAGGIO

1° GIORNO – Venerdì 24 Novembre: visita guidata alla mostra di Van Gogh e passeggiata nel centro storico di Vicenza

Partenza da Torino in pullman privato alle ore 7,30 in c.so Stati Uniti angolo c.so Galileo Ferraris (Circolo della Stampa) e trasferimento all’Antico Hotel Vicenza, 4 stelle in pieno centro storico. Pranzo libero e, alle ore 15:30, visita guidata alla mostra su Van Gogh. Tra il grano e il cielo, allestita nell’incomparabile scenario della Basilica Palladiana, «casa regale» dalle tradizionali botteghe d’oreficeria al piano terreno, che ha come nucleo il Palazzo della Ragione d’età gotica e come rivestimento le logge con la caratteristica copertura a carena rovesciata, realizzate da Andrea Palladio. Il percorso espositivo si sviluppa sul fil rouge delle struggenti lettere alla madre e al fratello Théo, “illustrate” da docu-film ambientati nei luoghi che hanno fatto da teatro al tragico cammino di Van Gogh verso la luce e la forza espressiva, nella spasmodica attesa di un successo giunto all’indomani della morte. La qualità e l’unicità delle opere esposte rendono la mostra un’occasione irripetibile per ripercorrere i luoghi e i fatti di un’esistenza intensa e tormentata, densa di creazioni di una genialità terribile, sovente sublime, capace di una percezione d’intensità sovrannaturale, di luci e sfumature invisibili a un occhio normale e della magica iridescenza delle ombre.

Dopo la visita, passeggiata nel cuore del centro storico di Vicenza, Patrimonio Mondiale dell’Unesco: Piazza dei Signori, platea grande medievale dov’era il foro romano, fulcro del sistema delle piazze centrali. Oltre alla Basilica e all’adiacente Torre Bissara, vi prospettano la Loggia del Capitaniato, antica sede del reggente militare della Repubblica di Venezia, incompiuta ma pienamente espressiva della maturità palladiana; Palazzo del Monte di Pietà, che annette nel lungo prospetto la trecentesca Chiesa di San Vincenzo (messa officiata in latino) e chiude il lato settentrionale della piazza, suggerendo con la sua scialbata affrescatura a scene bibliche l’immagine dell’urbs picta rinascimentale.

Come “parete ottica” a ideale limite dell’antica platea, sono due colonne evocative dei poteri, temporale e spirituale, cui s’affidava la città: Colonna del Leone, rimarcante il dominio veneziano, e Colonna del Redentore, sormontata dall’omonima statua. Nell’adiacente Piazza delle Biade resta la porta bifronte del Palazzo del Podestà, creata da Palladio, cui si deve anche il portale della vicina Chiesa di Santa Maria dei Servi.

Cena in ristorante tipico e pernottamento in hotel.

2° GIORNO – Sabato 25 Novembre: visita alle Ville palladiane

Prima colazione in hotel. Partenza in pullman privato per un singolare itinerario alla scoperta di una costellazione di capolavori siglati da Palladio o legati al vasto fenomeno del palladianesimo: residenze signorili e luogo di vita colta e raffinata in campagna, dove si situavano gli interessi della famiglia titolare.

Torino 22-05-2017 Foto Daniele Solavaggione CONCERTO DEL PIANISTA SANDRETTO PER I 50 ANNI DEL CENTRO PANNUNZIO NELL’AULA MAGNA DEL RETTORATO

Sosta a Thiene e visita di Villa Da Porto Colleoni, straordinario esempio di residenza pre-palladiana, unico del suo genere per caratteristiche tipologiche e destinazione funzionale, caposaldo nell’evoluzione delle ville venete. Il fabbricato padronale, immerso nel vasto parco romantico, domina sulla grande corte, cinta da mura merlate. Fra le costruzioni di servizio sono la fattoria, dimora del gastaldo, la colombara, le serre, le sfarzose scuderie e le barchesse porticate. Visita di Villa Godi Malinverni nella vicina Lugo di Vicenza. Opera prima di Palladio, che la cita ne I Quattro Libri dell’Architettura, conserva interni splendidamente affrescati a soggetto mitologico ed è stata set per il film Senso di Luchino Visconti. Di grande interesse sono le cucine, emblematiche della concezione palladiana nella localizzazione dei vani di servizio. Al giovane architetto si deve anche l’armonioso disegno del giardino a emiciclo.

Pranzo in ristorante di tradizione con specialità locali, nella cornice unica e suggestiva delle barchesse di Villa Godi Malinverni.

Trasferimento alle falde del colle di San Bastian e visita di Villa Valmarana ai Nani, celebre per lo straordinario ciclo di affreschi di Giambattista Tiepolo, che dipinse la villa nel periodo del suo massimo splendore artistico, e del figlio Giandomenico. Il nomignolo “ai Nani”, con cui è conosciuta, per differenziarla dalle altre ville della stessa famiglia, è dovuto alle 17 sculture in pietra rappresentanti dei nani, un tempo sparsi nel parco, oggi allineati sul muro di cinta.

Rientro a Vicenza, cena libera e pernottamento in hotel.

3° GIORNO – Domenica 26 Novembre: Vicenza

Prima colazione in hotel. Passeggiata lungo il Corso, “salotto” di Vicenza, antico decumano sul quale prospettano molti palazzi palladiani; «le loro facciate sono le pareti della via intesa come un’architettura aperta, continua, transitabile, il cui soffitto è il cielo».

Visita al Teatro Olimpico, il più antico teatro coperto al mondo, ultima opera di Palladio e sommo capolavoro, le cui forme discendono dalla teoria e dalla storia, tramandando significati di grecità incentrati nella cavea semiellittica e nella scena monumentale, dove si aprono strade di nobile architettura, in prospettive tese e sfuggenti.

Dove un tempo era l’area portuale sorge Palazzo Chiericati, la più scenografica fra le residenze cittadine progettate da Palladio, i cui splendidi saloni affrescati sono sede del Museo Civico. Visita mirata alle preziose collezioni, basilari per comprendere i rapporti fra le arti figurative e l’architettura veneta del ‘500: Paolo Veronese, prediletto da Palladio, e i maestri della Scuola Vicentina, collaboratori ricorrenti dell’architetto. Ricchissime le raccolte di bozzetti e progetti autografi di Palladio e Scamozzi, come le collezioni d’arte, dove emergono P. Veneziano, Memling, Tintoretto, Bassano, Sansovino e i Tiepolo.

Tempo a disposizione per il pranzo libero e visita alla Collezione di icone russe nel barocco Palazzo Leone Montanari, con la scenografica Loggia d’Ercole e l’affrescataGalleria delle Verità. È la più importante raccolta di icone fuori dalla Russia, unica nel suo genere a livello nazionale e tra le prime in Occidente per ampiezza cronologica e tematica.

Al termine delle visite, rientro a Torino in pullman privato ed arrivo verso le ore 20,30 circa.

 

DETTAGLI DEL VIAGGIO

VICENZA – HOTEL CAMPO MARZIO 4*

Il Campo Marzio è un hotel 4* recentemente rinnovato con tutti i comfort, wifi gratuito e un servizio di alta qualità ed è ubicato in pieno centro a 20 metri dalla zona pedonale di Vicenza.

QUOTE DI PARTECIPAZIONE:

In camera doppia : euro 550,00;

Supplemento singola: euro 40,00;

Eventuale assicurazione per rinuncia: euro 18,00.

La quota comprende: 2 pernottamenti nell’hotel 4* indicato o equivalente con trattamento di pernottamento e prima colazione; le tasse di soggiorno previste nella città di Vicenza; 1 cena in ristorante tipico a Vicenza, 1 pranzo nella barchessa di Villa Godi Malinverni; trasferimenti in pullman privato come da programma; guida locale per le visite in Vicenza; nostro tour leader alloggiato nella stessa struttura del gruppo; ingressi come da programma; radioguide per tutte le visite.

La quota non comprende: pasti e bevande non espressamente citati; spese a carattere personale, mance ed extra in genere; tutto quanto non indicato alla voce «la quota comprende».

Numero minimo e massimo di partecipanti: 20 – 30 persone.

ANTICIPO DI 250,00 EURO ALL’ATTO DELL’ISCRIZIONE.

SALDO ENTRO L’11 NOVEMBRE.

Le eventuali assicurazioni per rinuncia vanno saldate al momento dell’iscrizione.

Penalità per rinuncia:

10% dal giorno dell’iscrizione fino a 60 giorni dalla partenza;

30% da 59 a 46 gg. prima della partenza;

50% da 45 a 31 gg. prima della partenza;

75% da 30 a 15 gg. dalla data di partenza;

100% 14 gg. prima della partenza.

 

ISCRIZIONI AL PANNUNZIO

QUOTE SOCIALI 2018:

  • Aderenti € 85 (altro famigliare convivente € 60);

  • Ordinari € 200;

  • Sostenitori € 350;

  • Benemeriti € 600;

  • Giovani fino a 18 anni € 5;

  • Giovani fino a 24 anni € 18.

L’ISCRIZIONE FATTA ADESSO È GIÀ VALIDA PER IL 2018.

La quota può essere versata in segreteria nell’orario di apertura o con:

– bonifico bancario UNICREDIT IT55 E 02008 01048 000100174647. Dall’estero

aggiungere codice BIC SWIFT: UNCRITM1AA1;

– c/c postale n. 32038101, Iban IT55 J 07601 01000 000032038101, intestato al Centro

di Studi e Ricerche “Mario Pannunzio” precisando la causale di versamento.

E’ possibile iscriversi online cliccando www.centropannunzio.it.

Sono graditi i contributi volontari per il Centro.
 

 

Centro Pannunzio – via Maria Vittoria 35H, 10123 Torino

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Crisula Stafida al TOHorror Film Fest

Dopo essere stata la madrina della 1a edizione dell’Italian Horror Show, Crisula Stafida sarà ospite del prestigioso TOHorror Film Festival, festival di cinema e cultura del fantastico che si terrà a Torino dal 17 al 21 ottobre. Giunta alla sua 17a edizione, la manifestazione presenterà in anteprima, come evento speciale “The Antithesis”, film di Francesco Mirabelli con protagonista proprio Crisula Stafida che sarà presente e incontrerà il pubblico in sala insieme al regista. L’appuntamento è per giovedì 19 ottobre, alle ore 20.30 presso il Cinema Greenwich. Questa la trama del film, un giallo-horror ispirato ai classici del genere: Una giovane geologa, su delega di un architetto, va a soggiornare in una villa nella quale si verificano degli anomali sbalzi termici per investigarne le cause. Una volta stabilitasi nella dimora, la ricercatrice si ritroverà catapultata in un vortice di orrore. L’ attrice romana (ma con sangue greco da parte di madre), che da tempo si è guadagnata il titolo di “Horror Queen Italiana”, sta vivendo un momento particolarmente intenso e pieno di successi. Dopo varie partecipazioni a film e serie tv (distretto di polizia, Ris, Matrimoni e altre follie, Short Skin), abbiamo potuto tutti ammirare la sua conturbante bellezza, oltre che il suo talento, in “Tulpa” di Federico Zampaglione, dove è stata protagonista di scene dark e hot insieme a Claudia Gerini. Presto rivedremo Crisula sul grande schermo nel già citato “The Antithesis” di Francesco Mirabelli e in tv in una delle prossime puntate della serie targata Sky Cinema “I Delitti del BarLume”, nel ruolo di Penelope.

Oggi al cinema

LE TRAME DEI FILM NELLE SALE DI TORINO

A cura di Elio Rabbione

 

L’altra metà della storia – Drammatico. Regia di Ritesh Batra, con Jim Broabent, Charlotte Rampling e Emily Mortimer. Tony Webster, con un matrimonio alle spalle e ormai in pensione, conduce una vita solitaria e tranquilla. Una lettera lo avverte di un diario, di un antico amore, di un amico che aveva sconvolto la sua vita. Una notizia che lo spinge a voler recuperare quel dario e a confrontarsi con il proprio passato, tra inganni rimpianti e sensi di colpa. Dal regista che di recente ha riunito due mostri sacri come Jane Fonda e Robert Redford, Leone d’Oro alla carriere ad agosto a Venezia, per il crepuscolare “Le nostre anime di notte”. Durata 108 minuti. (Romano sala 1)

 

Ammore e malavita – Commedia. Regia dei Manetti Bros, con Serena Rossi, Giampaolo Morelli, Carlo Buccirosso e Claudia Gerini. Applauditissimo a Venezia, ennesimo esempio in laguna dell’abbuffata – nel bene e nel male – napoletana, risate, musiche e canzoni (anche in prestito da “Flashdance”), sceneggiata fabbricata sui vecchi canoni ma rivista allegramente con l’occhio di oggi. L’infermiera Fatima ha visto qualcosa di troppo e il giovane cuoreduro Ciro, sicario nel libro paga di Don Vincenzo, viene comandato di farla sparire. Ma la dolce fanciulla canterina è il primo amore di Ciro e il primo “ammore” non si scorda mai. E allora il boss che fa? Decide di sparire, con tanto di funerale, sotto gli occhi che più lacrime non possono di della consorte donna Maria. Chi vincerà? Durata 134 minuti. (Eliseo Rosso, Reposi, The Space)

 

Barry Seals – Una storia americana – Azione. Regia di Doug Liman, con Tom Cruise e Domhnall Gleeson. Da una vicenda vera, quella di un uomo che molto disinvoltamente scelse di passare da attività ad attività, prima pilota di linea poi contrabbandiere della droga al servizio del cartello di Medellin come della Dea, più all’occasione dare una mano alla Cia in questioni poco chiare a Panama ai tempi di Noriega. Passaggi spregiudicati che lo fecero vittima nel 1986 di due sicari inviati dalla Colombia. Durata 107 minuti. (Lux sala 3)

 

Blade Runner 2049 – Fantascienza. Regia di Denis Villeneuve, con Ryan Gosling, Harrison Ford, Jared Leto e Robin Wright. In un’epoca futura, l’agente K va alla ricerca di Rick Deckard, un tempo posto a caccia dei replicanti ribelli, ancora una volta nel desiderio di una vita vera, quella che non può non avere sentimenti e infelicità, sogni. Ma è anche il racconto della sua vita reale, in piena solitudine, senza ricordi o la fittizia ricostruzione di essi, è l’unione con una compagna virtuale che in qualsiasi momento può esser fatta scomparire, è il disordine e la violenza del cieco scienziato Wallace, che tende a eliminare i vecchi replicanti rimasti per poter creare nuovi esempi, è l’incontro con l’antico agente Harrison Ford, rinato dal cult di Ridley Scott, dall’ormai lontano 1982. Un film che occhieggia ancora verso l’autore Philip K. Dick, che s’impone nella grandezza dei propri ambienti scenografici, che non teme i tempi lunghi, che già le critiche inglesi e provenienti da oltre oceano definiscono come un capolavoro. Durata 163 minuti. (Ambrosio sala 3, Centrale V.O., Massaua, Due Giardini sala Nirvana, F.lli Marx sala Chico e Harpo, Ideal, Lux sala 1, Reposi, The Space anche in 3D, Uci)

 

Cars 3 – Animazione. Regia di Brian Fee. Ancora un’avventura per Saetta McQueen, in piena depressione per la vittoria del giovane rivale Jackson Storm: ma l’idea di abbandonare le corse verrà immediatamente scacciata se all’orizzonte si mostrerà un’angelica Cruz, che ha cancellato l’idea di correre in pista per abbracciare quella di diventare una perfetta istruttrice. Durata109 minuti. (Massaua, Ideal, The Space, Uci)

 

Cattivissimo me 3 – Animazione. Regia di Kyle Balda e Pierre Coffin. Quando è ormai divenuto un importante membro della Lega Anti Cattivi, Gru viene avvertito di avere un fratello gemello, Dru: con lui andrà alla ricerca di Balthazar, il cattivo ossessionato dalla fama e fanatico degli anni Ottanta. Durata 96 minuti. (Massaua, Uci)

 

120 battiti al minuto – Drammatico. Regia di Robin Campillo, con Nahuel Pérez Biscayart e Arnaud Valois. Gran premio della Giuria a Cannes e pronto a rappresentare la Francia nella corsa agli Oscar. Opera per larga parte autobiografica, a descrivere le imprese dell’Act Up nella Parigi dei primi anni Novanta per far conoscere non soltanto alla nazione francese ma al mondo intero il destino dei malati di Aids, a sensibilizzare una platea più vasta dinanzi all’indifferenza generale, riunioni e manifestazioni, dibattiti che forse imperano un po’ troppo sulla vicenda, storie private come il rapporto che nasce tra Nathan e Sean, sieropositivo, di chiaro realismo: tutta la parte finale, la degenza di Sean in ospedale e la sua morte, la vestizione, l’astratto dolore della madre, la visita dei compagni di lotta, vale il prezzo del biglietto. Durata 140 minuti. (Nazionale sala 1)

 

Chi m’ha visto? – Commedia. Regia di Alessandro Pondi, con Beppe Fiorello, Pierfrancesco Favino e Dino Abbrescia. E’ il mondo di oggi. Tutto si basa sul culto della propria immagine, figuriamoci il mondo dello spettacolo. È quindi la mancanza di “immagine” a rattristare il chitarrista Martino/Fiorello, banda Jovanotti, che non si vede per nulla realizzato. C’è l’amico Favino a tentare di risollevare le risorse umane, pronto ad accogliere il disadattato nella tranquillità delle Murge, lasciando credere al mondo in un rapimento che potrebbe trovare spazio, ricerca e pubblicità soprattutto in una seguitissima trasmissione televisiva, c’è magari la prostituta dal cuore d’oro a rimettere a posto le cose. Durata 105. (Eliseo Blu, Greenwich sala 3, Reposi, Uci)

 

Il colore nascosto delle cose – Drammatico. Regia di Silvio Soldini, con Valeria Golino e Adriano Giannini. Ancora due esistenze, diversissime, tratteggiate dall’autore di “Pane e tulipani”. Un giovane sciupafemmine, decisamente in carriera, una agenzia du pubblicità che riempie le sue giornate, dall’altro lato Emma, una ragazza cieca a rimettere in sesto corpi nella sua professione di osteopata: avranno l’occasione per incrociare le loro storie. Durata 112 minuti. (Nazionale sala 2)

 

Come ti ammazzo il bodyguard – Azione. Regia di Patrick Hughes, con Ryan Reynolds, Salma Hayek, Gary Oldman e Samuel L. Jackson. Prendete due tipi che hanno il vizio dietro incarico altrui di far fuori la gente, prendete il fatto che per trascorsi non proprio del tutto felici non si vedano di buon occhio, prendete ancora il fatto che siano messi a proteggersi a vicenda per ripararsi dalle perfide intenzioni e dai fendenti di un tipaccio dell’Est che la corte dell’Aia dovrà processare per crimini di guerra. Aspettatevi battute al vetriolo, fanfaronate all’eccesso, inseguimenti, scazzottate e spari a non finire, il tutto condito con quell’aria di scanzonata commedia che in fondo alla storia brinderà all’amicizia e al lieto fine. Durata 118 minuti. (Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

Dove non ho mai abitato – Commedia. Regia di Paolo Franchi, con Fabrizio Gifuni, Emmanuelle Devos e Giulio Brogi. Dall’autore di “Nessuna qualità agli eroi” con Elio Germano. Dove un anziano architetto riesce a riunire, in occasione della costruzione di una villa, la figlia che vive a Parigi dopo aver sposato un ricco finanziere e l’allievo in cui ha sempre maggiormente creduto, ambizioso. Un nuovo rapporto, nuovi sentimenti. Girato a Torino. Durata 93 minuti. (F.lli Marx sala Groucho, Massimo sala 2)

 

Dunkirk – Bellico. Regia di Christopher Dolan, con Harry Styles, Cilian Murphy, Mark Rylance, Tom Hardy e Kenneth Branagh. “Un colossale disastro militare” definì Churchill la disfatta delle truppe alleate – francesi e inglesi uniti nella disfatta – sotto il fuoco tedesco che avanzava sul fronte Nord della Francia nel maggio 1940. Una trappola sulle spiagge di Dunkerque, una ritirata che coinvolse circa 350 mila uomini, qui raccontata da Nolan nello spazio di sette giorni, con un triplice sguardo pronto a posarsi sulle cronache e sugli eroismi accaduti tra mare e terra e cielo: i giovani soldati che su quella costa tentano di tutto per non essere travolti dalla guerra e morire, i civili che mettono a disposizione le loro imbarcazioni, un eroe del volo che combatte contro la furia della Luftwaffe. Durata 106 minuti. (Greenwich sala 1, Uci)

 

Emoji, accendi le emozioni – Animazioni. Regia di Tony Leondis. Protagonisti gli emoticon, ovvero quelle belle faccine gialle che vi compaiono sugli smartphone. I quali non riescono ad entrare nelle connessioni del giovane Alex con la propria ragazza; inoltre uno di questi emoji, Gene, non riesce a mantenere l’unica espressione che gli è consentita. Servono aggiustamenti. Durata 86 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

L’incredibile vita di Norman –Commedia. Regia di Joseph Cedar, con Richard Gere, Charlotte Gainsbourg, Steve Buscemi, Lior Ashkenazi e Michael Sheen. La professione di Norman Oppenheimer è quella di creare appetitosi contatti tra i mondi finanziario e politico newyorkesi, di mettersi in bella e lucrosa luce con quella comunità ebraica americana che tesse parecchi fili. Più o meno preso sul serio, più o meno veramente in relazione con tutti quelli con cui afferma di essere in contatto. E la vita andrebbe avanti così, se un giorno non s’imbattesse in un deputato israeliano in odore di divenire premier. Che cosa accadrà quando questi, raggiunta la carica, offrirà a Norman un caldo abbraccio proprio davanti a chi conta? Ancora il culto dell’”immagine” (e dei quattrini): ma siamo sicuri che il potere paga (e appaga) sino in fondo? Durata 112 minuti. (Due Giardini sala Ombrerosse, Romano sala 3)

 

L’inganno – Drammatico. Regia di Sofia Coppola, con Colin Farrell, Nicole Kidman, Kirsten Dunst e Elle Fanning. L’autrice del “Giardino delle vergine suicide”, di “Lost in translation” e di “Marie Antoinette” traduce ancora per lo schermo The Beguiled, il romanzo scritto da Thomas Cullinan e trasposto da un vigoroso Don Siegel nel 1971, qui da noi “La notte brava del soldato Jonathan”, interprete Clint Eastwood. La storia di John McBurney, caporale dell’esercito dell’Unione, ferito e scovato in piena guerra di Secessione in Virginia, nella piantagione che è accanto ad un collegio di ragazze, dove Kidman è la direttrice, Dunst una delle insegnanti, Fanning una allieva, tutte colpite dal fascino del bel militare. Il nemico non verrà consegnato, ma curato e inserito nella piccola comunità: ma quando sarà l’uomo a voler guidare il gioco della seduzione che inevitabilmente s’inserisce tra lui e le donne della casa, ecco che ne uscirà vittima. Riproposta dell’autrice davvero inutile, a tratti persino ridicola e imbarazzante (salveremmo soltanto l’interpretazione della Dunst) cui una distratta giuria ha consegnato a Cannes un Premio per la regia. Durata 94 minuti. (F.lli Marx sala Harpo, Greenwich sala 2, Reposi)

 

Kingsman: il cerchio d’oro – Azione. Regia di Matthew Vaughn, con Colin Firth, Taron Egerton, Julienne Moore e Channing Tatum. Seconda puntata degli ironici agenti segreti sulla scia di James Bond 007, camuffati dietro una sartoria londinese che nasconde il gruppo capitanato da un molto british Harry Hart, decisamente redivivo se nella puntata precedente il cattivo di turno era riuscito a mandarlo a miglior vita. Questa volta, guerrescamente rimesso in sesto, se la deve vedere con la narcotrafficante Moore, feroce e sorridente, che ha delle soluzioni finali di tutto rispetto per i propri nemici. Una gran bella dose d’ironia, inseguimenti e lotte come raramente se ne vedono, un ritmo invidiabile, una ferocissima Moore troppo amante del tritacarne e di hamburger sui generis. Divertimento assicurato. Un po’ troppo lungo ma ti siedi poltrona e non pensi a nient’altro. Durata 141 minuti. (Reposi, Uci)

 

Lego Ninjago – Il film – Animazione. Redia Charlie Bean, Paul Fisher e Bob Logan. Terzo episodio a ruotare attorno ai mattoncini della gloriosa ditta danese. Qui Loyd in compagnia dei suoi amici Lego dovrà difendere Ninjago City dagli attacchi del feroce Garmadon sotto la guida di un vecchio saggio: tra assalti e combattimenti compare pure – inspiegabilmente – un gatto in carne e ossa. Durata 101 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 3, The Space, Uci)

 

Nico, 1988 – Drammatico. Regia di Susanna Nicchiarelli, con Tryne Dyrholm e Thomas Trabacchi. L’ultimo anno di vita della cantante Christa Päffgen, in arte Nico, voce dei Velvet Underground, la sua volontà di riconciliarsi con il figlio unico che per anni ha dimenticato. Premio Orizzonti per il miglior film a Venezia. Una storia che corre tra Parigi e Norimberga, tra Manchester e il litorale romano, è anche il riappropriarsi da parte della cantante della propria più autentica personalità, quando inizia la sua carriera da solista. Durata 93 minuti. (Massimo sala 1, anche V.O.)

Noi siamo tutto – Commedia drammatica. Regia di Stella Meghie, con Nick Robinson e Amanda Stenberg. Al romanzo si è già appassionato un numero enorme di persone, ora sullo schermo l’incontro tra la diciottenne Maddy, che una malattia tiene rinchiusa tra le pareti della sua casa, impossibilitata ad avere alcun rapporto esterno, e il suo nuovo vicino Olly. Durata 96 minuti. (The Space, Uci)

 

Nove lune e mezza – Commedia. Regia di Michela Andreozzi, con Claudia Gerini, Lillo, Giorgio Pasotti, Stefano Fresi e Michela Andreozzi. Opera prima. Due sorelle, diversissime tra loro, l’una è violoncellista, l’altra un più comune vigile urbano, c’è chi vorrebbe un giglio ma non riesce ad averlo e c’è chi può ma non vuole. Poi c’è la coppia gay, che è sposata e che il figlio pure ce l’ha. Durata 90 minuti. (Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

Il palazzo del viceré – Drammatico. Regia di Gurinder Chadha, con Gillian Anderson, Hugh Bonneville e Manish Dayal. Il nipote della regina Vittoria, Lord Mountbatten, come ultimo Viceré, ha il compito di accompagnare l’India nella transizione verso l’indipendenza. Ma la violenza esplode tra musulmani, induisti e sikh, sfociando in quella che è definita la “Partition” tra Pakistan e India, coinvolgendo anche gli oltre 500 membri dello staff che lavorano al Palazzo. La storia d’amore tra due giovani, musulmana lei, induista lui, rischia di essere travolta dal conflitto delle rispettive comunità religiose. Durata 106 minuti. (Eliseo Grande, Romano sala 2)

 

40 anno sono i nuovi 20 – Regia di Hallie Meyers-Shyer, con Reese Witherspoon, Candice Bergen e Michael Sheen. Ovvero quando una bionda e ancora avvenente signora californiana, di fresco divorzio, due amorose bimbette a carico, forse inserito qualche tratto autobiografico se il padre stato un regista affermato e la madre un’attrice, incrocia sulla sua strada un aitante ventisettenne che riprende per lei una gran bella cotta. Ma ecco che ricompare l’antico consorte e le idee non saranno più chiare come erano sembrate all’inizio della nuova relazione. Durata 97 minuti. (Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

Renegades – Commando d’assalto – Azione. Regia di Steven Quale, con J.K. Simmons , Sullivan Stapleton e Sylvia Hoeks. Un gruppo di militari, una missione in Bosnia, la scoperta sul fondo di un lago di un carico di barre d’oro che possono valere intorno ai 300 milioni di dollari. Il recupero è una scommessa, il peso del bottino è enorme, bisogna fare in fretta dal momento che i serbi sono già troppo vicini. Durata 105 minuti. (Uci)

 

L’uomo dai mille volti – Thriller. Regia di Roberto Rodriguez, con Eduard Fernandez, José Coronado e Marta Etura. Nella Spagna degli anni Novanta, Francisco Passa, ex agente segreto del governo spagnolo, è coinvolto in un caso di estorsione durante la crisi del Gruppo Armato di Liberazione ed è costretto a fuggire dal paese. Rientrato anni dopo, riceve la visita di Luis Roldàn, ex direttore della Guardia Civil, e di sua moglie che gli offrono una ingente somma in cambio dell’aiuto per salvare un miliardo e mezzo di pesetas sottratte ai fondi pubblici. Per Francisco è il momento di dare il via alla propria vendetta. Durata 122 minuti. (Classico)

 

L’uomo di neve – Thriller. Regia di Tomas Alfredo, con Michael Fassbender, Rebecca Ferguson e Charlotte Gainsbourg. Trasposizione cinematografica del settimo appuntamento tra Jo Nesbø ed il suo Harry Hole, detective della polizia sporco e traumatizzato, troppe volte attaccato alla bottiglia, che coltiva in sé drammi persi in anni passati, dedicandosi allo stesso tempo a districare le matasse che hanno all’interno delitti e vittime. Qui un killer perseguita e cancella donne separate con figli, le riduce a pezzi, lasciando sul luogo del delitto un inconfondibile pupazzo di neve. I delitti avvengono tra una nevicata e l’altra, nella fredda terra della Norvegia, è necessaria la materia prima per quei pupazzi posti dinanzi alle abitazioni delle vittime. Un trascorrere continuo tra passato e presente, angosce in cui trovano spazio una collega di Hole e la ex moglie. Durata 125 minuti. (Ambrosio sala 2, Massaua, Ideal, Lux sala 2, Reposi, The Space anche in V.O., Uci anche in V.O.)

 

Valerian e la città dei mille pianeti – Fantascienza. Regia di Lui Besson, con Dane DeHaan e Cara Delevingne. Una storia che vediamo soltanto oggi sugli schermi ma alla quale l’autore di “Nikita” pensava da almeno due decenni. In un lontanissimo futuro, Valerian e Loreline sono incaricati di una missione presso Alpha, metropoli immersa negli spazi galattici. Creature dai lunghi arti, con contorno di cattivi di vario genere e mostri famelici. Tecniche di ultimissima generazione, musiche assordanti, scenografie pronte a infiammare ogni immaginazione. Durata 140 minuti. (Massaua, The Space, Uci)

Torna “Camaleontika”

“CONFERENZA BUFFA E SONORA”
Anteprima ed evento di presentazione di CAMALEONTIKA 2017/2018
la IV stagione teatrale del Teatro Magnetto di Almese a cura della
compagnia teatrale FABULA RASA con direttore artistico Beppe Gromi

Teatro Magnetto, via Avigliana 17, Almese (TO) Ingresso gratuito

Un grande evento che presenta il cartellone di CamaleontiKa 2017/2018, la stagione che sino al 5 maggio 2018 propone ad Almese compagnie emergenti ed artisti affermati con comicità e cabaret, musica, teatro-danza, improvvisazione e teatro di prosa su temi importanti affrontati con passione e poesia per riflettere insieme sulla vita e sui suoi possibili nuovi inizi. Apre la stagione il 28 ottobre Cristiana Maffucci con lo spettacolo “Io sono mia” e tra gli ospiti spicca il nome di Tullio Solenghi con lo spettacolo “Odissea – Un racconto mediterraneo”.

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CAMALEONTIKA 2017/2018 è la quarta stagione teatrale organizzata ad Almese (TO) dalla compagnia Fabula Rasa diretta da Beppe Gromi, grazie al sostegno del Comune di Almese e della La Fondazione Piemonte dal Vivo – Circuito Regionale Multidisciplinare. Una nuova stagione di colori per un Camaleonte che dal 28 ottobre 2017 al 5 maggio 2018 continua a giocare ridipingendo il paesaggio mutante che lo circonda sul palcoscenico del Teatro Magnetto di Almese, comune della bassa Valle di Susa, con spettacoli di teatro per tutte le età, cabaret, danza e musica. Il 14ottobre 2016 è in programma “Conferenza Buffa E Sonora”un grande eventoadingresso gratuito che presenta il cartellone con tanti ospiti e artisti che lo compongono che si alterneranno sul palco presentando estratti dei loro spettacoli e cimentandosi in azioni di improvvisazione e di interazione tra musica, danza e teatro per toccare tutti i colori della quarta edizione di Camaleontika. Gli ospiti della serata saranno i Bandakadabra, Katia Zunino, Ivana Messina, Soul Sarah, Federico Rivetti, Ivan De Vecchi, Black Fabula, Quinta Tinta, Riccardo Gili, Beppe Gromi, Debora Giordi e Katia Bolognesi. Il cartellone di CAMALEONTIKA 2017/208 propone linguaggi e messaggi variegati che si mescolano a colori e forme originali per continuare a stupire grandi e piccini con giovani compagnie e artisti conosciuti, spettacoli affermati e interessanti novità. Comicità e cabaret, musica, teatro-danza, improvvisazione e teatro di prosa per divertirsi ma anche per affrontare temi importanti con passione e poesia, per riflettere sulla vita e sui suoi possibili nuovi inizi, ispirandosi a questo testo di Peter Brook:

“…In ogni momento possiamo trovare un nuovo inizio. L’inizio ha la purezza dell’innocenza e l’assoluta  libertà di mente di un principiante. Lo sviluppo è più difficile perché, quando l’innocenza lascia il posto all’esperienza, i parassiti, la confusione, le complicazioni e gli eccessi del mondo arrivano in massa. Finire è la cosa più difficile ma lasciarsi andare dà l’unico vero gusto di libertà. Allora la fine diventa ancora una volta un inizio e l’ultima parola spetta alla vita.”

Linguaggi e messaggi variegati si mescoleranno a colori e forme originali per continuare a stupire grandi e piccini, aprendo nuove finestre sul mondo che appartiene a tutti ma che spesso non si lascia cogliere.

Una stagione camaleontica che continua coerente con il suo stile zigzagante e con una grande varietà di “colori”. Il primo colore del 28 ottobre è comico, donna, e “gioca in casa” con un’intrigante monologo della torinese Cristiana Maffucci intitolato “Io sono mia”. Sorprese e risate a colori e, nel mondo parallelo, oltre 8 milioni di visualizzazioni sul web in seguito alla sua partecipazione a “Italia’s Got Talent” 2017 per un avvio con grande sorrisi ed energie. Il secondo colore del 5 novembre è un’utopia, una tensione, una possibilità di ricostruzione con “A noi Vivi! Il paradiso” della compagnia Il Mutamento Zona Castalia e con allievi del laboratorio KantiereAlmeseTeatro. Un’esperienza ludico-formativa per i piccoli, una ricerca del paradiso perduto (eppure riconquistabile!) per gli adulti in uno spettacolo che prevede la partecipazione di bambini tra i 7 e gli 11 anni che intende evocare la possibilità di un benessere che parte da se stessi per diffondersi e comunicarsi agli altri o che, viceversa, parte da una collettività per diventare patrimonio del singolo individuo. Il terzo colore del 18 novembre è con il “Figurini Tour 2017” della band comino-musicale Bandakadabra. Un’incredibile varietà di suoni, un concentrato divertente e mozzafiato che inonderà di suoni le porte dell’inverno. Una strepitosa orchestra multiforme che trascinerà il pubblico in un vorticomico concerto non etichettabile e senza confini con musiche da ogni dove e per qualunque luogo. Nel quarto colore del 19 novembre si annidano molecole di Scuola e Teatro, con un energetico confronto tra due spettacoli teatrali realizzati dai ragazzi del liceo Des Ambrois di Oulx e del Liceo Pascal di Giaveno e un manipolo di ospiti molto speciali, ovvero il Teatro CAD, compagnia abilmente diversa che presenta “Mappe, viaggi, andare…”.

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dicembre avrà parole di mare e onde di racconti, salti nel tempo, paesaggi umani che affioreranno per lasciarci un sapore, un profumo, un’imprevedibile emozione, come un colore mai visto prima.

Il 2 dicembre TULLIO SOLENGHI presenta “Odissea – Un racconto mediterraneo”, progetto ideato e diretto da Sergio Maifredi per Teatro Pubblico Ligure sul Canto XIX dedicato a Odisseo e Penelope. Un grande interprete del teatro italiano restituisce alla narrazione orale, al cantore vivo e in carne ed ossa, le pagine di quella che è stata la prima fiction a episodi e i cui racconti vivono assoluti, conoscendo o ignorando gli episodi precedenti.

Il 9 dicembre fa gli onori di casa la compagnia Fabula Rasa con lo storico spettacolo “Come pesci fuor d’acqua”, che debuttò nel 2008 al teatro Magnetto di Almese con una formazione che coinvolgeva tre attori abilmente diversi e che, ancora oggi, dopo nove anni, sono ancora parte integrante del Progetto. Lo spettacolo, ideato per bambini e ragazzi, è stato apprezzato anche dal pubblico adulto e replicato in numerose scuole di ogni ordine e grado, in rassegne, festival e piazze. La nuova formazione che si avvale di tre componenti di Black Fabula, compagnia composta da ragazzi africani richiedenti asilo creata e diretta da Beppe Gromi, ha debuttato presso il carcere di Saluzzo nel Marzo 2016, per il circuito Piemonte Live. All’inizio del nuovo anno il Camaleonte ci guida verso nuove gustose rotte ed il 13 gennaio con “Cucinar Ramingo” di Giancarlo Bloise, approdiamo ad una cucina vagante di un teatro ramingo, dove il cibo è raccontato, creato e condiviso in un evento da papille fibrillanti. In un arcobaleno che trasforma i colori in movimento, il 20 gennaio lo spettacolo di teatro-danza “L’anatra, la morte e il tulipano” della compagnia Tardito-Rendina racconta una favola preziosa, delicata e originale per genitori e bambini…

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Febbraio ha diversi colori dominanti e su piani assai distanti. Uno è colore comico tutto femminile, il 3 febbraio con Giulia Pont ed il suo monologo pluripremiato, graffiante e imprevedibile intitolato “Ti lascio perche’ ho finito l’ossitocina “,.

Il 24 febbraio  si intinge di comicità e poesia, romantiche e lievi con lo spettacolo “Ildebrando Biribò o un sussurro all’anima” della compagnia I Compagni di Viaggio. Il 25 febbraio vanno in scena i Black Fabulacompagnia composta da ragazzi africani richiedenti asilo creata e diretta ad Almese da Beppe Gromi, con “Elianto e altre storie”, spettacolo che prende spunto dal prologo di Elianto di Stefano Benni e si snoda in un susseguirsi di acrobazie fisiche e verbali fino a tracciare una struggente storia d’amore tra due creature nel “giro di boa” dell’evoluzione. Ogni quadro contiene una storia, nasconde  silenzi e suoni  e li trasforma… Il doppio concerto del 10 marzo  con Ivana Messina in “Canteccunto” e Katia Zunino  in “VIE…le vie del sale e della seta”si muove sulle corde di due musiciste dai colori intensi e sfumature traboccanti di  memorie e amori. Poi , inevitabilmente, tutto viene assorbito dal buio e rimbalza tra le pieghe di una notte molto intensa, il 24 marzo con la compagnia Assemblea Teatro che presenta “L’ultima notte del Rais”,  spettacolo incentrato attorno alla figura di Gheddafi che affronta una realtà contemporanea bruciante e controversa, quella di un personaggio paranoico, capace di perdere il contatto con la realtà e di lasciarsi andare a impulsi incontrollabili che hanno fato sprofondare la sua nazione nel baratro. Il 7 aprile arriva il teatro comico della compagnia Quinta Tinta e le sue improvvisazioni di “Catch Imprò” La somma di tutti questi colori darà vita alla festa di chiusura, il 5 maggio con il debutto del nuovo spettacolo per bambini delle compagnie Fabula Rasa e Black Fabula intitolato “Uomo nero racconta”.

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BIGLIETTI DI INGRESSO DELLA STAGIONE
L’anteprima del 14 ottobre 2017 è ad ingresso gratuito
Ingresso intero € 8.00
Ingresso ridotto € 5.00. Ne hanno diritto: iscritti ai laboratori di Fabula Rasa/Teatro Senza Confini, abilmente diversi e accompagnatori, under 18, abbonati alla rassegna cinematografica del Magnetto, over 70 e sostenitori di Medici Senza Frontiere.
Domenica ingresso unico € 5.00 (ingresso gratuito per bambini inferiori ai 4 anni e nonni over 80)
Gli eventi speciali sono tutti a offerta libera a sostegno del  progetto Black Fabula

ABBONAMENTI
Completo a 9 Spettacoli € 60.00  |  completo ridotto € 40.00  |  Abbonamento a 5 spettacoli € 30.00

INFO E PRENOTAZIONI
Fabula Rasa Ass.ne Onlus  –  mob. 392 8278499 –   fabulamail@gmail.com

Sorella, sul filo dell’Equatore

Le poesie di Alessia Savoini
Arde la radice sacra bruciando nel profumo 
Il nostro centro la luce di un legno che muore
Intenso, quel castano
Di cui il suo sguardo si colorava
Il nero dei capelli colava sul volto
Come macchie armoniche di colore
Sulla tela di un pittore affascinato.
Muse reciproche di quella creazione
L’eco di quell’incontro pulsava nei nostri sguardi
Ridevamo, stupite, per l’immenso
Che in pancia scaturiva quelle circostanze.
Una notte, quella notte
Fittizie sconosciute rannicchiate su una panchina
Innamorate, forse, di quell’inaspettata gioia
Nel vedersi, per la prima volta, come se non fosse vero.
Sorella, sul filo dell’Equatore,
Nelle nostre vene non scorre lo stesso sangue
Ma nei nostri occhi vive lo stesso significato
Che alle cose, quella notte, abbiamo attribuito.
Ci siamo abbracciate, senza più trovarci
Ma rasserenate e ridenti per esserci finalmente incontrate
Che poi poco avrebbe importato se non fosse più accaduto
Sto allenando i pensieri per trovarti nell’universo.
Sorella d’anima
Sul filo dell’Equatore.